giovedì 29 dicembre 2016

Imprese: boom di bar e ristoranti in 5 anni, ma il 75% non dura a lungo

La spinta imprenditoriale in Italia cresce, anche se il successo arriva soltanto per pochi. Gli ultimi dati che sono stati resi noti da Unioncamere infatti, evidenziano come negli ultimi 5 anni si è registrato un incremento di aperture di ristoranti e bar, pari a circa il 10%.

I dati di Unioncamere sulle imprese

Secondo i dati, alla fine dello scorso anno c'erano 367mila tra ristoranti (197mila imprese) e caffetterie (170mila), ovvero oltre 31mila unità in più rispetto a cinque anni fa. In special modo sono state Roma, Milano e Napoli le città maggiormente attive sotto questo aspetto.

A livello regionale invece, la Sicilia è quella che ha messo a segno la crescita più marcata (+15%, trainata dal settore della ristorazione +16%), seguita dalla Campania (+14% , con una punta del +15% per i bar) e dall'Umbria (+12%, spinta dai bar +13% ). 
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Le notizie cattive però viaggiano di pari passo con quelle buone, visto che delle imprese nate nel 2011, addirittura il 75% ha finito per chiudere entro cinque anni. Quasi la metà di queste non è neppure arrivata al terzo anno di vita. Il dato medio migliore appartiene a Milano, Napoli, Roma e Firenze, dove questi livelli di mortalità sono inferiori alla media nazionale, sia per bar che per attività di ristorazione.

Specialmente in Toscana, il 57% delle nuove attività di ristorazione riesce a restare in vita a lungo. I bar hanno invece un livello di sopravvivenza maggiore a Roma, dove il 49% degli esercizi supera la prova dei cinque anni.

martedì 27 dicembre 2016

Consumi, nuove stangate in arrivo: aumenti da 986 per tariffe, cibo e trasporti

Il 2017 non sembra destinato a nascere sotto una buona stella per gli italiani. Sono infatti previsti dei rincari per quasi 1000 euro complessivamente. Costerà infatti di più muoversi, fruire di alcuni servizi ma anche fare la spesa. Ad esempio, i prezzi per il carburante e le tariffe dell'assicurazione per l'auto andranno a incidere in misura maggiore sulle tasche degli italiani.

Il bollettino dei rincari sui consumi


Secondo il Codacons, il complessivo rincaro per gli italiani sarà di 986 euro a famiglia. Aumenteranno infatti i prezzi al dettaglio, che invece sono rimasti sostanzialmente stabili nel corso dell'intero 2016. La crescita dei listini inciderà sulle famiglie italiane per circa 302 euro, mentre per gli alimentari occorrerà mettere in conto 193 euro in più.

Altri aumenti ci saranno nel settore della ristorazione (+28 euro), mentre per i trasporti la maggior spesa per nucleo familiare è stimabile in 64 euro. Circa 35 euro in più sarà causato dai viaggi sulle autostrade, perché i gestori autostradali hanno già presentato al Ministero dei trasporti le richieste di aumento delle tariffe per il 2017.
Altri oneri aggiuntivi dovranno poi essere messi in conto per i servizi bancari, circa 16 euro in più rispetto allo scorso anno (oltre ai 7 euro aggiuntivi per i servizi postali).
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Non restano fuori dal listone dei rincari anche i gestori del settore energetico. La fine del 2016 si caratterizza per una raffica di rialzi del petrolio, che dovrebbero proseguire anche nel corso del 2017. Questo spingerà verso l'alto le bollette di luce e gas (+29 euro) ed anche i rifornimenti di carburante (+175 euro). Costerà meno il canone Rai, che scende da 100 euro a 90 euro. Salirà invece la spesa per la scuola (45 euro a nucleo familiare). Anche la Sanità non sfuggirà ai rincari: sono previsti aumenti da 37 euro in più.

venerdì 23 dicembre 2016

Deutsche Bank: ok al patteggiamento con gli USA, pagherà solo 7,2 miliardi di dollari

Si aggiunge un nuovo capitolo alla vicenda che ha coinvolto Deutsche Bank qualche tempo fa, relativa al maxi-multa da parte degli USA per la vicenda subprime. Alla fine, rispetto all'importo iniziale di 14 miliardi di dollari che era stato stabilito in prima battuta, la multa finale sarà di 7,2 miliardi. Un risparmio di quasi il 50% per il colosso finanziario tedesco. Il Dipartimento di Giustizia americano ha così accettato la richiesta di patteggiamento con il colosso bancario tedesco.

La vicenda della multa Deutsche Bank


La sanzione ha a che fare con i titoli tossici (bond garantiti da mutui subprime) collocati da Deutsche Bank. Titolo che contribuirono a causare ed alimentare la crisi finanziaria che è scoppiata nel 2008.
Quando a metà settembre arrivò la decisione della maxi multa, sul colosso tedesco si era abbattuta una vera e proprio doccia fredda. Non a caso Deutsche Bank aveva subito avviato colloqui finalizzati ad un patteggiamento. La banca d'affari tedesca infatti aveva accantonato per i problemi legali soltanto 5,5 miliardi (Gli analisti prevedevano una multa compresa fra 2 e 5 miliardi), importo ben distante dall'ammontare dalla multa.
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Ma come verrà pagato questo debito? Oltre a un'ammenda da 3,1 miliardi, Deutsche Bank dovrà sborsare nei prossimi cinque anni 4,1 miliardi che rappresentano versamenti promessi nel tempo ad un fondo destinato agli aiuti ai consumatori e la cui distribuzione sara' gestita dal governo. Gli aiuti previsti comprendono interventi per alleggerire i mutui delle famiglie. Il fatto che la sanzione sia stata divisa in due parti, renderà più agevole per l'istituto affrontarne il costo.

martedì 20 dicembre 2016

Commercio, che svolta: Amazon effettua la prima consegna via drone

Dopo 3 anni dall'annuncio del nuovo progetto, Amazon ha compiuto il primo passo concreto nella nuova frontiera del commercio online. Nei giorni scorsi infatti è stata effettuata la prima consegna tramite un drone. Il fatto è avvenuto lo scorso 7 dicembre a Cambridge. Certo, si trattava soltanto di un test ma comunque è un passo importante.

La svolta di Amazon per il commercio

Dopo un viaggio di alcuni chilometri, il veicolo è atterrato su un quadrato di 40 centimetri per lato con impressa una "A", che funge da "bersaglio" per l'Uav. A Cambridge c'è un magazzino di Amazon con un'area riservata a questo nuovo tipo di trasporto, che potrebbe davvero rivoluzionare il commercio online.
I droni attivi sono tre e l'area coperta, in linea teorica, è di 80 chilometri con guida da remoto via gps.

Adesso andranno avanti i test tra Gran Bretagna e Israele, anche se non mancano le difficoltà riguardo a questo progetto. Va infatti ricordato che non esiste una regolamentazione esaustiva del volo di droni, e quindi sfruttarli nel commercio potrebbe essere un mezzo salto nel buio. E se domai decidessero di vietarli nello spazio aereo cittadino? Oppure imponessero determinate regole? Insomma c'è ancora molto da lavorare sotto questo aspetto.
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Va sottolineato a tal proposito che la Faa, ovvero la Federal Aviation degli USA, ha posto dei seri limiti all'utilizzo dei droni e in particolare proprio al sistema di trasporto pacchi da remoto. Le regole sono e restano stringenti negli Usa, e proprio per questo Amazon è altrove che sta effettuando i propri test.

venerdì 16 dicembre 2016

Brexit, secondo l'ambasciatore britannico presso la UE gli accordi richiederanno 10 anni!

Una voce ha messo in allerta il governo britannico. Secondo quanto ha riportato l'ambasciatore britannico presso la UE, Ivan Rogers, il processo di uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea richiederà circa 10 anni e sarà quindi molto complesso e lento. Inoltre, ha precisato anche che nessuno può garantire che ci sarà un lieto fine. Il punto sottolineato da Rogers è che qualora un accordo venga raggiunto, questo andrà poi ratificato da tutti i Parlamenti nazionali dei Paesi membri e potrebbe quindi anche essere rigettato.

Le spine relative alla questione Brexit

Queste rivelazioni hanno messo chiaramente in allarme gli esponenti del Governo di sua Maestà, anche se proprio l'esecutivo britannico ha voluto gettare acqua sul fuoco, dicendo che l'ambasciatore non esprimeva convinzioni proprie ma riportava semplicemente le opinioni di altri. Secondo un portavoce del Governo, c'è la massima fiducia circa il fatto che "possa essere raggiunto nei tempi previsti un accordo positivo sia per la Gran Bretagna che per la Ue".
Ricordiamo che l'auspicio è quello di chiudere la questione entro il 2018.

La premier Theresa May vorrebbe invocare avviare negoziati formali di uscita già da marzo 2017. Ad ogni modo il Governo britannico gioca a carte coperte, e lo farà fino alla fine di febbraio, quando verrà rivelata la posizione britannica ufficialmente. Fino a quel momento, nessuno conoscerà le intenzioni del governo GB riguardo ai negoziati di uscita dall'Unione Europea.
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Intanto la questione Brexit sta dividendo anche Parlamento Ue e Commissione. Il presidente del congresso ha scritto una lettera al presidente della Ue per criticare la scelta di affidare un ruolo secondario al Parlamento nei negoziati su Brexit. Aggiungendo poi una mezza minaccia: senza coinvolgimento, c'è il forte rischio che gli eurodeputati boccino l'accordo finale. Andiamo bene...

giovedì 15 dicembre 2016

Tassi di interesse: anche la BoE lascia tutto com'è. Cross Gbp-Usd in picchiata

Sembra di essere tornati ai giorni seguenti alla Brexit, guardando il cambio della sterlina contro il dollaro. La valuta britannica infatti è tornata ad accusare gravi perdite, anche se stavolta i motivi sono differenti.
La Bank of England, esattamente come aveva già fatto anche la Banca di Svizzera, ha deciso di non "rispondere" alla FED e di lasciare il livello dei tassi di interesse così com'era. Lo ha annunciato oggi al termine della riunione di politica monetaria.

La decisione della BoE sui tassi di interesse

Il costo del denaro in Gran Bretagna rimane quindi al livello più basso di sempre, quel 0,25% che era stato voluto lo scorso mese di agosto, quando c'era da fronteggiare i pesantissimi effetti della Brexit. Accanto alla decisione di lasciare invariati i tassi di interesse, la BoE ha anche conservato immutato il suo piano di acquisto titoli (quantitative easing), che sarà ancora di 435 miliardi di sterline.

Nel Forex intanto, la sterlina ha vissuto una giornata a due velocità. Nei confronti di euro e yen giapponese è rimasta sostanzialmente stabile. Nei confronti del dollaro, come già detto, si registra invece un calo molto pesante. Secondo i dati della piattaforma Plus500 il cross viene scambiato a 1,2386, quasi un punto e mezzo percentuale meno di ieri (puoi analizzare meglio Plus500 opinioni).
Ricordiamo che ieri la Federal Reserve ha deciso di dare luogo alla tanto attesa stretta monetaria, portando verso l'alto il costo del denaro.

La giornata della Gran Bretagna si completa poi con alcuni dati macro resi noti oggi. I consumi hanno avuto un'accelerata a novembre, visto che secondo l'Office for National Statistics le vendite al dettaglio espresse sono salite dello 0,2%, mentre quelle su base annua invece registrano un incremento del 5,9%. Entrambi i dati sono stati in linea con le previsioni degli analisti.
Il dato depurato della componente carburante (core) riporta invece una crescita dello 0,5% su mese e un +6,6% su base annua.

mercoledì 14 dicembre 2016

Forex: dati macro timidi in Giappone, lo Yen rimane stabile contro le altre valute


Dal Giappone arrivano dei timidi segnali di ripresa per l'economia nipponica. Tuttavia, si tratta davvero di pochezze. Nel corso del quarto trimestre, l'indice Tankan relativo alla fiducia delle grandi imprese manifatturiere è cresciuto passando da 6 a 10 punti. Si tratta di un valore in linea rispetto a quanto atteso dagli analisti, ma la cosa importante è che per la prima volta dopo un anno e mezzo questo indice torna a salire. Ricordiamo che i valori oltre lo 0 indicano che le imprese ottimiste sono di più di quelle pessimiste.

Dati economici del Giappone e ripercussioni sullo Forex

Dal Giappone sono giunti altri dati riguardanti lo stato economico del Giappone. E' rimasto stabile a 18 punti l'indice delle grandi imprese non manifatturiere. Un valore che è più basso delle previsioni degli esperti, che si attendevano un aumento a 19 punti.

Frena invece la crescita dell'industria. Ci si aspettava un lieve aumento dalla stima preliminare, mentre invece la variazione su base mensile è stata nulla, mentre il mese precedente la crescita era stata dell'1,3%. Se guardiamo alla base annua, la produzione ha evidenziato un decremento del'1,4%, rispetto al -1,3% indicato nella prima stima. 

Che ripercussioni hanno avuto questi dati nel mondo del Forex? Al momento nessuno. La giornata è cominciata in modo piatto, e secondo i dati della piattaforma IgMarkets.com al momento lo Yen rimane sostanzialmente stabile nei confronti delle altre major (approfondisci qui il discorso su IGmarkets opinioni).

Va però precisato che gli investitori si sono messi in una posizione attendista, dal momento che nella giornata odierna ci sono altri appuntamenti rilevanti previsti. Su tutti la decisione della Federal Reserve riguardo al tasso di interesse, che dovrebbe aumentare di 25 punti. Ecco perché prima di prendere delle posizioni decise sul mercato, i trader rimangono guardinghi.

martedì 13 dicembre 2016

Multa da 166 milioni per Sony, Panasonic e Sanyo. Colpa delle batterie al litio

Una multa salatissima è scattata nei confronti di alcuni colossi dell'elettornica: Sony, Panasonic e Sanyo. Secondo l'Antitrus infatti queste società sarebbero parte di un "cartello delle batterie ricaricabili" (quelle al litio), e per questo dovranno pagare ben 166 milioni di euro di multa.

I fatti contestati che hanno portato alla multa


Secondo la UE queste società si scambiavano delle informazioni sensibili sulla forniture delle batterie, allo scopo di controllare l'evoluzione del prezzo sul mercato (cosa vietata) e quindi influenzandone i prezzi finali al consumo che risultavano sempre troppo elevati.

Il cartello ha coinvolto tutti e tre i tipi di batterie al litio usate da molti apparecchi elettronici, come computer portatili e cellulari. Le società si erano accordate per un aumento dei prezzi temporaneo tra il 2004 e il 2007, spinto da un aumento del prezzo del cobalto, il materiale usato per le batterie.
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Tra le società coinvolte, se l'è scansata il colosso coreano Samsung, che pur facendo parte di questo "cartello" ha evitato una multa da circa 58 milioni, perché ha rivelato essa stessa l'esistenza del cartello alla UE.
Le altre società invece hanno ottenuto uno sconto del 10% sulla sanzione, poiché hanno ammesso i fatti contestati. Ecco le multe nel dettaglio: Sony 29,8 milioni, Panasonic 38,8 milioni e Sanyo 97,1 milioni.

"Questo è un messaggio importante per le aziende: se i consumatori europei vengono danneggiati da un cartello la Commissione indaga anche se le intese anticoncorrenziali sono state strette fuori dall'Europa. La loro collusione ha influito sui prezzi di molte merci vendute ai consumatori europei", ha commentato il Commissario europeo alla Concorrenza, Margarethe Vestager.

lunedì 12 dicembre 2016

Economia e vita: al Nord il Pil è quasi il doppio del Sud. Aosta città più vivibile, Vibo Valentia ultima

Ci sono due tipi di dati che sono stati resi noti oggi da diverse fonti, Istat e Sole 24 ore. Il primo riguarda l'economia, e più precisamente il valore del PIL in base alla geografia del territorio. Si scopre così che al Mezzogiorno la quota di ricchezza pro capite è di 17.800 euro, ovvero il 44,2% in meno rispetto a quello del Centro-Nord. Qui i dati sono: 33.400 Nord-ovest, 32.300 Nord-est e 29.300 Centro.

Reddito e qualità della vita


Peraltro l'Istat sottolinea come questo differenziale negativo è solo leggermente in riduzione rispetto al 2014, quando era del 44,5%. In termini di reddito disponibile per abitante, la differenza tra Nord e Sud scende al 34,3% (nel 2014 era 35%).

Intanto, il Sole 24 Ore ha pubblicato la sua consueta classifica annuale delle città più vivibili di Italia. Per la terza volta si conferma Aosta in vetta per qualità della vita. Viene così scalzata Bolzano che era leader lo scorso anno. La peggiore del 2016 invece è Vibo Valentia, mentre lo scorso anno era Reggio Calabria. Al secondo posto c'è Milano, al terzo Trento. Roma è 13esima, mentre le grandi città del Sud sono molto in basso nella classifica: Bari (85esimo posto), Catania (94esimo), Palermo (99esimo) e Napoli (107esimo).
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L'indagine sfrutta una serie di indicatori aggiornati al 2015 e in qualche caso al 2016. I settori d'indagine spaziano tra vari campi, tra cui ci sono Affari, lavoro e innovazione; Reddito, risparmi e consumi; Ambiente, servizi e welfare; famiglia, integrazione; Giustizia, sicurezza, reati.

mercoledì 7 dicembre 2016

Forex, la banca del Canada mantiene i tassi invariati. Cross Usd-Cad ancora in ribasso

La Banca del Canada ha deciso di lasciare il tasso di interesse invariato. L'istituto ha preso una decisione in linea con le previsioni degli analisti, che ha finito per non mutare o incidere su quel trend ribassista in atto per il cross Usd-Cad nel mercato valutario. Il livello del tasso di interesse è rimasto allo 0,5%.

Le scelte della banca del Canada e il Forex

Per quanto riguarda l'andamento del cross con il dollaro americano, oggi per la valuta canadese è stata un'altra giornata positiva. Nel pomeriggio la coppia Usd-Cad ha infatti segnato 1,3256, secondo la piattaforma eToro, per cui siamo ai livelli che si registravano prima delle elezioni presidenziali USA (vedi qui Etoro Opinioni).

La scelta della banca centrale è più che altro suggerita da una condizione necessaria di attesa. Ci sono infatti alcune situazioni in atto che inducono alla cautela, perché potrebbero avere grosse ripercussioni sullo stato di salute economico del Canada.

Ad esempio ci sono le imminenti decisioni della FED riguardo ai tassi che potrebbero incidere. Sappiamo infatti quando il differenziale tra quello Usa e quello Canadese incide molto sul rapporto tra le due valute. E a proposito di Usa, bisogna ancora capire che intenzioni ha Trump riguardo al trattato NAFTA. E poi c'è la situazione del petrolio che direttamente o indirettamente fa sentire i suoi effetti anche sul Dollaro canadese.

martedì 6 dicembre 2016

Lavoro, dato choc: l'industria del falso fa perdere 100mila posti l'anno

C'è un dato scioccante che viene messo in evidenza dall'Agenzia UE che si occupa della proprietà intellettuale (Euipo): ogni anno in Italia vengono bruciati 100mila posti di lavoro a causa della contraffazione. Nell'Unione europea vengono mandati in fumo circa 83 miliardi di euro di vendite e quasi 800mila posti di lavoro.

I dati di Euipo e le ripercussioni sul lavoro


L'analisi condotta dalla Euipo ha avuto una durata biennale, e si è focalizzata soprattutto su alcuni settori più danneggiati dal fenomeno della contraffazione, come il farmaceutico, alcolici e vini, gioielli e orologi, borse e valigie, giocattoli, articoli sportivi, abbigliamento, accessori e calzature, cosmetici e discografia.
Da quanto emerge, ogni anno si perde il 7,4 % delle vendite nei 9 settori presi in esame. Il più danneggiato è il settore gioielleria e orologi (13,5%), seguito da borse e valigie (12,7%) e giochi e giocattoli (12,3%). Più residuale il vino.
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Non solo, se guardiamo solo all'Italia allora la perdita si traduce attorno ai 7 miliardi, ma includendo anche gli effetti indiretti per il business (come logistica, distribuzione e terziario connesso) allora la stima va corretta al rialzo e giunge a circa 8 miliardi di euro. Solo sommando le mancate vendite, il “Made in Italy” perde 4,5 miliardi l'anno sull'abbigliamento e calzature, 624 milioni nella cosmetica, 520 milioni sul fronte borse e valigie, 400 milioni tra gioielleria e orologeria, 201 milioni nei giocattoli e 53 milioni negli articoli sportivi.

Il danno si ripercuote poi anche sul gettito fiscale, dal momento che circa 14,3 miliardi di euro vengono poi a mancare nelle casse dei vari stati della UE.
Anche se la situazione varia da paese a paese, in generale l'immagine è molto inquietante, con una contraffazione diffusa e pirateria dilagante, che finiscono per impoverire l'economia europea e ostacolano la sana occupazione.

martedì 29 novembre 2016

Sterlina in crescita sull'euro. Riprende il trend post-elezioni Usa?

La sterlina torna a viaggiare a ritmo spedito nel mercato valutario, e si riavvicina nei confronti dell'euro ai minimi raggiunti giovedì scorso a quota 0,845. La valuta britannica beneficia di alcuni dati macro positivi riguardanti la massa monetaria e i prestiti.

I dati che hanno spinto la sterlina


L'aggregato M4 a ottobre è salito del 1,1% rispetto al mese precedente, andando anche meglio delle previsioni degli analisti che si erano fermati allo 0,2%. Inoltre i crediti al consumo destagionalizzati sono cresciuti di 1,6 miliardi, leggermente di più di quanto erano le attese da parte degli analisti. Aumentano invece i prestiti totali, che hanno raggiunto la cifra di 4,9 miliardi. Anche in questo caso il valore è superiore a quello del consensus.

In attesa che domani venga reso noto il rapporto sulla situazione finanziaria britannica, la sterlina ha quindi accelerato nel forex market guadagnando su tutte le valute del paniere, così come anche nei riguardi dell'euro. Secondo i dati BDSwiss, il cross quota 0,8524 nel tardo pomeriggio (vedi qui per BDSwiss opinioni).

C'è da dire che la moneta britannica è l'unica che è stata in grado finora di tenere il passo del rally messo in atto dal dollaro, sin dal giorno in cui ha vinto Donald Trump le elezioni americane.

Adesso per capire se siamo in presenza di nuovo trend ribassista del cross euro-sterlina, dobbiamo attendere altri dati importanti che verranno resi noti in questa settimana. Anzitutto quello sull'inflazione dell'Eurozona che verrà reso noto oggi (è previsto un leggero rialzo).

Inoltre sono attesi altri report interessanti tra giovedì e venerdì, riguardo il settore immobiliare e delle costruzioni britannico. Solo dopo questi eventi sapremo se siamo in un nuova fase ribassista del cross Eur-Gbp.

Fonte: universoforex

Financial Times: se vince il "No" al referendum 8 banche italiane rischiano di fallire

Probabilmente si tratta solo di allarmismi e sensazionalismi e nulla di più, fatto sta che ha fatto sacalpore un articolo pubblicato sul Financial Times, riguardo il pericolo che corrono le banche italiane in caso di vittoria del "No" al prossimo referendum costituzionale. Il voto ci sarà il prossimo del weekend, e secondo la prestigiosa rivista americana, otto banche italiane potrebbero imboccare la via del fallimento.

La teoria del Financial Times

Si tratta di Monte dei Paschi di Siena, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Carige, Banca Etruria, CariChieti, Banca Marche e CariFerrara. Già di recente il FT si era schierato col fronte del SI, dicendo che che il rifiuto delle riforme alle urne potrebbe far uscire l'Italia dall'euro.


L'ipotesi si fonda sul fatto che il mondo dell'alta finanza interpreterebbe una eventuale sconfitta di Renzi come uno choc per i mercati, e quindi si innescherebbe un effetto domino tale da scoraggiare eventuali investitori alla ricapitalizzazione di tali istituti.

Inoltre alcuni banchieri interpellati avrebbero detto che una prolungata incertezza sulla situazione italiana, potrebbe far sorgere un governo tecnico alimentando così altre incertezze. Il Financial Times sottolinea come le quotazioni degli istituti citati hanno perso più della metà del loro valore nel corso del 2016, scontando le preoccupazioni sui loro crediti deteriorati. Questi ultimi ammontano a 360 miliardi di euro.
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Il nodo cruciale riguarda le operazioni di ricapitalizzazione che riguarderanno alcune banche. Se dovesse vincere il fronte del NO, queste operazioni diventeranno molto più complicate rispetto a come vengono percepite ora. La situazione peggiore che potrebbe poi innescare un effetto domino è quella di Mps, perché se non fosse attuata si tradurrebbe in un'ampia crisi di fiducia in Italia. Diventerebbe così molto concreto che le altre banche in crsi vengano sottoposte al bail-in (incluso Unicredit, la banca numero uno in Italia per valore degli asset).

domenica 27 novembre 2016

Euro, sarà una settimana delicata per il cambio col dollaro


Dopo una prima parte di 2016 vissuta in grande ascesa, l'euro ha pesantemente invertito la corsa e negli ultimi mesi ha cominciato a scivolare sempre di più nei confronti del dollaro. Una tendenza che è andata acuendosi notevolmente nell'ultimo periodo, tanto che nel trimestre appena concluso  la valuta unica secondo la pittaforma AvaTrade ha perso circa il 5,3% nei riguardi del biglietto verde (vedi qui AvaTrade opinioni). 

Il difficile rapporto tra dollaro ed euro


La settimana che si è appena conclusa sui mercati valutari, ha tuttavia posto un argine alla discesa. La valuta unica infatti ha chiuso con un bilancio di parità contro l'USD a quota 1,059. Nell'ultimo mese ha perso circa il 2,79%, mentre di recente è tornata ai livelli di dicembre 2015.

Alle porte c'è adesso una settimana molto intensa, che si aprirà con il discorso del governatore della BCE Mario Draghi. Domani alla sala Paul-Henri Spaak di Bruxelles, il numero uno della Banca Centrale europea parlerà alla Commissione per i problemi economici e monetari.
Il discorso di Draghi non dovrebbe riservare alcuna sorpresa. Del resto già nelle ultime settimane il presidente BCE ha avuto modo di chiarire molte volte la propria posizione, e non ha mai cambiare nulla delle proprie idee.
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Gli appuntamenti più interessanti dovrebbero invece arrivare durante la parte finale della settimana. Anzitutto ci saranno i dati riguardanti le "Non Farm Payrolls", che evidenzieranno la situazione dell'occupazione negli USA. Dati che faranno da preambolo alla riunione Fed del 14 dicembre, quando l'istituto centrale americano dovrebbe finalmente dare il via libera al tanto atteso aumento del costo del denaro.

La chiusura della settimana invece sarà dominata dal referendum costituzionale italiano. Quello che accadrà il prossimo 4 dicembre secondo molti potrà avere una grossa influenza sul rapporto tra euro e dollaro, soprattutto se dovesse avere la meglio il fronte del "no". In quel caso infatti si addenserebbero ulteriori nubi sul futuro dell'euro, e questo potrebbe spingere il cross Eur-Usd ulteriormente verso il basso.

Shopping Natalizio, ecco quanto spenderanno gli italiani nel 2016

Sta per cominciare lo sprint degli italiani verso i regali Natalizi, e secondo gli ultimi dati lo shopping per i regali quest'anno aumenterà di circa il 6%. Complessivamente ogni famiglia spenderà per i regali circa 232 euro, secondo una indagine della Coldiretti. Si tratta del 38% del budget complessivo da dedicare al periodo festivo, che ammonta a circa 614 euro a famiglia. Il grosso verrà dedicato ai pranzi/cene, intrattenimento e viaggi.

Natale, ecco i dati sullo shopping


A livello di regali spenderemo di più di quel che si farà nel resto d'Europa, dove la spesa media si attesterà sui 207 euro a famiglia. Più di noi spenderanno soltanto i danesi (367 euro) e i tedeschi (239 euro) a famiglia. I più parsimoniosi sono i cittadini greci (114 euro).
La corsa ai regali, complice la diffusione del black friday, è già partita ma andrà chiaramente a farsi sempre più insistente con l'approssimarsi del Natale.

In generale secondo l'analisi emerge che in Italia si sta diffondendo sempre di più la pratica di non ridursi agli ultimi giorni, ma di cominciare lo shopping per i regali con qualche settimana di anticipo, anche per avvantaggiarsi dei prezzi più convenienti proposti da molti esercizi e non dovere affrontare le lunghe file tipiche degli ultimi giorni.
A livello qualitativo, cresce la propensione ad uno shopping "utile", che si focalizza cioè sui regali da poter sfruttare all'interno della famiglia.
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Cresce l'utilizzo di internet per l'acquisto di regali, o quanto meno per avere dei suggerimenti o delle idee utili. In Italia la quota di consumatori che acquista on line per Natale ha pareggiato quella che si registra negli altri paesi europei, circa 38% in Italia. Tuttavia, siamo ancora focalizzati solo su alcune categoria di prodotti come musica, film, informatica, viaggi e abbigliamento. Per tutte le altre categorie invece continuiamo a preferirei canali tradizionali.

Tra i regali più gettonati si confermano i libri, gli articoli tecnologici, quelli di abbigliamento e i prodotti di bellezza. Si registra inoltre un boom di gradimento per i mercatini, che nei fine settimana si moltiplicano nelle città e che spesso garantiscono la possibilità di trovare regali originali e a basso prezzo.

venerdì 25 novembre 2016

Economia: PIL italiano in discesa nel quarto trimestre, siamo i peggiori in Europa

L'economia italiana continua a non ingranare la marcia, e ci si attende un altro dato negativo riguardo al PIL. E ci confermeremo tra i peggiori d'Europa.

Secondo l'ultimo rapporto dell'Ufficio studi di Confindustria, dopo il +0,3% del terzo trimestre, il Prodotto interno lordo andrà nuovamente in frenata nel 4° trimestre (+0,1%), mentre la variazione acquisita per il 2016 sarà di +0,8%.

L'Europa viaggia,  in Italia invece non decolla l'economia

Il dato è negativo soprattutto se si guarda in un'ottica di ampio respiro geografico, visto che il PIL mondiale ha riaccelerato in estate, e paesi come gli USA viaggiano come una locomotiva. Ma volano anche alcuni principali emergenti, Cina in testa.
Se ci limitiamo alla sola Eurozona, grazie soprattutto agli effetti diretti e indiretti dell'azione della BCE, c'è una vivacità economica diffusa. Germania in testa.
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L'Italia invece rimane fanalino di coda malgrado l'incremento di attività segnato nel terzo trimestre, e la cosa peggiorerà nel quarto trimestre. Questo è dovuto alla lentissima ripresa degli acquisti da parte delle famiglie italiane, sempre inclini alla prudenza, ma anche alla scarsità degli investimenti e soprattutto dalla contrazione del credito alle imprese, tra le quali sale la quota di quelle cui sono negati i prestiti richiesti.

giovedì 24 novembre 2016

Lavoro: nell'artigianato ci sono sempre più imprenditori immigrati. Boom negli ultimi 5 anni

Sono sempre di più gli stranieri che decidono di aprire una attività imprenditoriale artigianale in Italia. Cambia così la mappa delle professioni nel nostro paese, con una quota crescente di immigrati che fanno imbianchini, muratori, sarti e specialisti di pulizie o giardinieri.

Secondo un report di Unioncamere e Infocamere, questo trend va avanti da circa 5 anni, durante i quali sono più che raddoppiati gli immigrati a capo delle sartorie (+129,7%), dove sono leader i cinesi, ma anche delle imprese di pulizie (+108,8%), in larga parte condotte da rumeni, egiziani e albanesi. Discorso simile per le ditte di giardinaggio (+74,5%), la metà delle quali è comandata da  nativi della Romania e dell’Albania.

I dati su immigrazione e lavoro

La metà del tessuto imprenditoriale artigiano immigrato è dedicata in prevalenza a lavori di muratura e imbiancatura, dove sono più coinvolti rumeni, albanesi e marocchini.

Complessivamente la crescita di attività artigiane di immigrati (+8,3%) dal 2011 al 2016 ha frenato la caduta che invece si è registrata nell'intero settore (-7,8%). Sono diventate ben 181.494 le aziende  guidate da un imprenditore nato fuori dallo Stivale. Romania, Albania e Cina sono i principali paesi di provenienza (in totale 43,7%).
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Altri settori in cui il made in Italy sta cambiando pelle sono panettieri (+36,9%), takeaway (+30,3%) e parrucchieri (+24,6%). Nel primo caso i leader sono svizzeri, tedeschi e rumeni. Invece egiziani, pakistani e turchi sono i re della ristorazione da asporto. Sempre da Svizzera e Germania giungono hairstylist ed estetisti.

martedì 22 novembre 2016

Valute: effetto sisma, lo Yen impenna ma poi torna a indebolirsi contro il dollaro


Sono state ore molto complicate per il Giappone,  che è tornato a fare i conti con l'incubo tsunami, già vissuto drammaticamente nel 2011. E oggi come allora, lo Yen ha immediatamente avuto una reazione sui mercati delle valute, sia pure di breve durata.


Per fortuna alla fine il forte sisma non ha avuto conseguenze dal punto di vista civile, visto che non ci sono stati ne' danni gravi e soprattutto nessuna vittima.

L'effetto sisma sul mercato delle valute

Sotto il profilo delle valute invece, subito dopo che si è diffusa la notizia che un terremoto di magnitudo 7.4 aveva colpito la regione di Fukushima, c'è stata una improvvisa reazione del cross Usd-Jpy.
Una ondata di vendite ha colpito il dollaro, portando così il movimento del cambio in senso contrario al trend attualmente in corso. Gli investitori hanno reagito così come fecero 5 anni fa, quando a seguito dello tsunami ci fu un apprezzamento del 7% dello yen.

Nel corso della notte il cross è crollato da oltre quota 111 fino a quota 110,4, secondo i dati della piattaforma plus500, affidabile e sicuro. Questo succedeva quando non erano ancora chiare le conseguenze del sisma. Poi però, a mano a mano che la situazione rientrava e pareva sempre più sotto controllo, il cross USD/JPY ha ricominciato il suo movimento ascendente, lungo la scia della sua inerzia passata. Adesso viaggia a 111,04.

Intanto il Governatore della BoJ Kuroda ha ripetuto che la politica monetaria che seguirà continuerà ad essere molto espansiva, lasciando inoltre intendere che la BoJ gradisce l'attuale indebolimento.
Invece il primo ministro Shinzo Abe ha affermato di essere molto più preoccupato dello tsunami Trump, piuttosto che dell'evento di ieri sera. Il nuovo presidente USA ha infatti annunciato l'intenzione di stracciare la Trans-Pacific Partnership.

Fonte: UniversoForex

Banche italiane causeranno il prossimo choc: lo dice colui che predisse la crisi del 2008


Purtroppo ci ha già preso una volta anticipando la crisi dei subprime del 2008, ed è per questo che il suo parere adesso fa tremare gli italiani e le banche italiane. Lui è Steven Eisman, l'uomo che con le sue puntate "short" ha ispirato addirittura un film (“ La grande scommessa”) ed ha appena dichiarato che la prossima crisi finanziaria verrà causata dalle banche italiane.
Il motivo? Troppi crediti deteriorati, che sono sopravvalutati nei bilanci degli istituti.

Il problema dei crediti delle banche italiane


Secondo Eisman se quei crediti fossero valutati nel modo corretto, allora si trasformerebbero in sofferenze tante e tali da spazzare via il capitale degli istituti. Lo sostiene nel corso di un'intervista al Guardian: "L'Europa è fregata, voi tutti siete fregati" , dice lui.
Fece qualcosa di simile alcuni anni fa, pronosticando la grave crisi dei subprime.

Gli istituti di credito italiani tengono in portafoglio montagne di sofferenze, con un valore che si aggira tra il 45 e il 50% del valore originale, quando in realtà dovrebbero svalutare questi prestiti inesigibili. Quando ci sono offerte da parte di società e banche specializzate nella gestione di tali prestiti, il massimo di valutazione alla quale si arriva è del 20%, ovvero meno della metà di quello che li valutano le banche che li detengono.
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Complessivamente si parla di più di 300 miliardi di euro in sofferenze lorde. Ovvero il 17% del Pil italiano. Secondo Eisman, quando giungerà il momento in cui le banche dovranno riconoscere il reale valore dei crediti deteriorati, allora il loro capitale verrà azzerato e da un giorno all'altro questi istituti risulterebbero "insolventi".
Aggiunge Eisman: "Ma spero di sbagliarmi".

giovedì 17 novembre 2016

Lavoro, ecco quali saranno le posizioni più cercate nel 2017

Il prossimo anno il mercato del lavoro si indirizzerà in modo forte verso coloro che sanno muoversi nel web e portare profitti alle aziende tramite internet. Gli esperti di Seo e Sem in primo luogo. Individui che conoscono bene le dinamiche del web e anche del marketing, che sanno come si possono "vendere" gli oggetti ma prima ancora creare i bisogni su Internet.  

Ma oltre loro, serviranno anche gli esperti di controllo qualità e di programmazione.

Sono queste le prime indicazioni fornite da LinkedIn, il noto portale "lavorative-social" che ha appena pubblicato la classifica delle Top skill, ovvero delle competenze che sono e che saranno maggiormente richieste in Italia nel mercato del lavoro.

La classifica dei più richiesti profili di lavoro

Al primo posto c'è l'esperto in analisi statistica e data mining, seguito a ruota da esperti di analisi SEO e SEM. Sono tutte di stampo informatico le seguenti posizioni: Software QA e User Testing, ma anche esperti in architettura Web e development framework.
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Quello che emerge, è che oltre alle necessità sostanziali diventano sempre più importanti anche quelle estetiche. Parliamo del design di siti e app. La convinzione che finalmente si sta facendo strada è che un sito oltre che rispondere a un bisogno, deve anche essere bello e piacevole, nonché immediato da utilizzare.

lunedì 14 novembre 2016

Fisco: lavoratori di Equitalia fanno sciopero. Magari succedesse tutti i giorni...


Quando leggiamo della notizia di uno sciopero da parte dei lavoratori di un'azienda, siamo sempre portati alla massima comprensione e solidarietà nei loro confronti. Ma se a scioperare sono quelli del "braccio armato" del Fisco, ovvero i dipendenti di Equitalia, allora i contribuenti italiani tirano un sospiro di sollievo. Magari succedesse tutti i giorni...

La protesta dei lavoratori del "braccio armato" del Fisco

Al di là del sarcasmo, c'è comunque la realtà di tanti individui che fanno un lavoro ingrato perché risulta odioso ai più. Ma si tratta comunque di dipendenti che hanno famiglia, e quindi la comprensione deve essere massima.

Oggi hanno deciso di scioperare contro la manovra fiscale che chiuderà la loro azienda. Una manovra che giudicano "improvvisata, iniqua e punitiva per tutti loro", spiegano i sindacati First Cisl, Fabi, Fisac Cgil, Ugl Credito e Uilca.



Il succo del discorso è che chiudendo Equitalia non è che vengono eliminate le distorsioni del Fisco. Si ottiene sono una compressione dei diritti delle lavoratrici ed i lavoratori della riscossione. "Con la manifestazione nazionale a Roma in piazza Madonna di Loreto i dipendenti di Equitalia intendono fare valere la loro dignità di operatori professionali al servizio della collettività organizzata".

Intanto, il Fisco ha fatto partire il servizio "SMS - Se Mi Scordo", che rammenta ai contribuenti le scadenza fiscali. Arriverà un messaggio sul cellulare o posta elettronica con mittente "Equi Info" per preannunciare una cartella, per ricordare a chi sta pagando a rate che ne manca soltanto una per decadere, ma anche segnalare che il pagamento delle rate non risulta regolare.

sabato 12 novembre 2016

Tasse: gli italiani pagano in media 1000 euro in più del resto della UE

La pressione fiscale che c'è in Italia è in media quasi di 1000 euro superiore a quella che c'è nel resto dell'Unione europea. Lo evidenzia una indagine fatta dalla Cgia di Mestre, che ha messo a confronto la pressione fiscale nei vari paesi dell'Eurozona con riferimento al 2015. Così è stato calcolato il differenziale di tassazione tra gli italiani e gli altri contribuenti europei.

La classifica di chi paga più tasse


C'è chi sta peggio di noi però, In Francia la pressione fiscale è più elevata che in ogni altro paese, visto che imposte, tasse, tributi e contributi previdenziali sono pari al 48% del Pil. Medaglia d'argento in questa poco invidiabile classifica ce l'ha il Belgio, con 46,8%, mentre l'Austria è terza con il 44,3%.
L'ultimo paese che fa peggio dell'Italia è la Svezia (44%). Da noi invece lo scorso anno la pressione fiscale è stata il 43,4% rispetto al Pil. Decisamente più alta rispetto alla media dei 28 Paesi Ue, che si è stabilizzata al 39,9%.

Secondo i dati della Cgia, in media un cittadino tedesco paga al fisco del suo paese 973 euro all'anno meno degli italiani, gli olandesi -1.513 euro, gli spagnoli -2.296 euro, i britannici -2.350 euro e addirittura gli irlandesi -5.133 euro.

La prospettiva rischia peraltro di farsi meno felice, perché se entro la fine dell'anno prossimo non verranno trovati 19 miliardi di euro, dal 1 gennaio 2018 scatterà un forte aumento dell'Iva e delle accise sui carburanti.

giovedì 10 novembre 2016

Bankitalia: crescono i depositi, i presiti delle banche invece non decollano


Continua l'impennata dei depositi bancari, che hanno continuato a crescere negli ultimi mesi e confermano questa tendenza al rialzo, secondo gli ultimi dati rilevati dall'indagine di Bankitalia sulle "Principali voci dei bilanci bancari".

I dati di Bankitalia



I depositi crescono in modo molto più rapido rispetto a quanto fanno i prestiti. Secondo i dati Bankitalia, la raccolta ottenuta in questo modo infatti è salita del 3,6% a settembre, dopo aver registrato un incremento del 4,1% durante il mese di agosto.


Riguardo alle altre voci invece, la raccolta obbligazionaria è calata del 10,1%, anche in questo caso seguendo un trend al ribasso che va avanti già da un po'.

Per quanto riguarda invece i prestiti, purtroppo malgrado le esortazioni da parte della BCE e del Governo, le banche continuano a non erogarne abbastanza. Il dato infatti rivela una crescita estremamente moderata, pari allo 0,9%,che comunque rappresenta una accelerazione rispetto al +0,7% di agosto.

Per quel che concerne i tassi di interesse, anche a settembre si è registrato un calo. I mutui costano in media 2,33% (comprensivi delle spese accessorie), in discesa rispetto all'ultimo dato di 2,52%. I crediti al consumo passando all'8,12% dal precedente valore di 8,24%.

I bilanci delle banche segnano nel complesso un calo dei prestiti in sofferenza (-1,7%), secondo il supplemento "Moneta e Banche" pubblicato da Bankitalia. Tuttavia il loro tasso di crescita rimane stabile al 12,1%, se escludiamo cartolarizzazioni.


giovedì 3 novembre 2016

Foreign Exchange, la sterlina spicca il volo dopo la decisione dell'Alta Corte inglese

Un altro importantissimo atto della vicenda Brexit si è consumato questa mattina, quando l'Alta Corte britannica ha deciso che la Brexit è una decisione che spetta al Parlamento e non al governo, dal momento che i referendum hanno valuto consultivo. Una decisione che ha messo le ali alla sterlina nel Foreign Exchange market, dove la valuta britannica è stata grande protagonista.

Il rally della sterlina nel mercato Foreign Exchange 

La decisione dell'alta Corte è un colpo durissimo per la premier May, e al tempo stesso fa gioire i mercati. La Hard Brexit prospettata dal primo ministro, dovrà essere solo una scelta del Parlamento e non del Governo, che rivendicava il pieno diritto d'invocare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona. Downing street nel frattempo ha già annunciato che presenterà ricorso. Ma intanto i mercati esultano.

Dopo aver perso quota nei giorni precedenti, la sterlina ha infatti cominciato a marciare spedita. Sulla base dei dati della piattaforma di trading online AvaTrade (recensione, bonus e opinioni le trovate qui), abbiamo visto un grosso rialzo della moneta britannica , salita ai massimi da agosto oltre 1,25 dollari.
Anche il cross Eur-Gbp ha subito un fortissimo choc, visto che viaggia a 0,8889 (-1,46%). La coppia Gbp-Jpy è a 128,55 (+1,12%). La coppia con il franco svizzero (Chf) vale 1,2144 (1,40%).

Consiglio: quando decidete di operare nel Foreign Exchange market, non potete improvvisare. Ci sono regole e principi da rispettare se volete fare investimenti proficui.
Prima di pranzo, anche la Bank of England ha fatto la sua parte, lasciando invariati i tassi di interesse (0,25%, minimo record) in virtù di una votazione unanime da parte del Consiglio. Al tempo stesso ha deciso di confermare la sua politica monetaria e quindi anche il piano di acquisti asset per 435 miliardi di sterline.
L'istituto centrale britannico ha poi sottolineato che i tassi potrebbero modificarsi in entrambe le direzioni.

Business: IKEA boom in Italia, pronte nuove 16 aperture di centro merci

L'Italia funziona come business per IKEA. Siamo infatti il quinto paese per vendite dell'azienda svedese, che dopo un periodo di crisi ha ricominciato a marciare spedita verso i profitti. Tanto che il colosso dell'arredo ha programmato già nuove aperture a Perugia, Arese, Cagliari e Verona e nel frattempo darà avvio anche a 16 nuovi centri di ritiro merci in diverse città italiane entro il 2017. Nel frattempo, anche le vendite sul canale online sono cresciute, superando i 50 milioni (+38%).

I dati di IKEA business

Complessivamente i risultati del business Ikea funzionano. I ricavi sono stati ben 1,709 miliardi di euro nel 2016, con una crescita del 4,5% a rete corrente e del 3,7% a rete costante. A livello di componenti, sono i mobili quelli che generano il fatturato maggiore: 57%. Mentre i complementi d’arredo si fermano al 43%.
Il numero di clienti serviti nell’esercizio concluso sono stati 19,7 milioni, ognuno dei quali ha pagato in media 81,2 euro. Quando invece gli acquisti sono stati fatti online, la spesa media è quasi stata il doppio: 159 euro.
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L'idea di base del business di IKEA, ovvero quella di rendere il cliente sempre più "progettista" del suo mondo, continua a funzionare. E in più ci sono le proposte innovative, come la coltivazione idroponica, ovvero quella che permette di coltivare in casa erbe aromatiche e insalata. E in più annunciano un nuovo sistema di montaggio per i mobili, tutto a incastro.

Come detto, l’Italia è diventata un perno importante per IKEA, dal momento che siamo il quinto Paese per vendite. Abbiamo superato Russia e Svezia. a livello di forniture, siamo invece il terzo paese dopo Cina e Polonia. Funziona anche Ikea Food (ristorante, bar e alimentari) che ha sviluppato ricavi per circa 97 milioni.

mercoledì 2 novembre 2016

Forex, il peso messicano crolla sul dollaro dopo l'inchiesta FBI sulla Clinton

Dopo gli Stati Uniti, il paesi più direttamente interessato dall'esito delle elezioni presidenziali americane è senza dubbio il messico. E gli effetti della corsa alla Casa Bianca si stanno vedendo chiaramente in questi giorni. Dopo che il duello presidenziale negli Stati Uniti è tornato in bilico, anche il peso messicano ne ha risentito (si vedano i dati del broker XM).

L'esito del duello Trump-Clinton e gli effetti sul peso nel Forex

Per diverse settimane la Clinton ha avuto tutti i favori del pronostico dalla sua parte, ed è sembrato a tutti che si avviava verso una vittoria sicura. Ma prima dello scorso weekend il quadro è completamente cambiato, perché l'FBI ha riaperto un'indagine nei confronti della Clinton, e questo ha rimesso in discussione l'esito delle elezioni.

E cioè che accade negli USA ha immediato effetto sul Messico, perché è proprio il paese più interessato (in senso negativo) da un'eventuale salita di Trump alla Casa Bianca. Il candidato repubblicano infatti ha sempre manifestato delle idee molto dure riguardo all'immigrazione (vuole costruire un muro col Messico) e sui negoziati commerciali (ha annunciato di voler riscrivere il North American Free Trade Agreement).
Ecco spiegato il motivo per cui, dopo che un sondaggio di ABC News-Washington Post ha mostrato che Trump è in leggero vantaggio (46% contro 45%), il Peso messicano è scivolato al minimo di tre settimane.

Consiglio: se volete avventurarvi nel mondo del Forex, sappiate scegliere l'operatore giusto ed evitate le truffe. Qui trovate l'elenco dei siti illegali Forex e opzioni binarie, così come certificati dall'AMF.

Il cross Usd-Mxn è infatti giunto a 19,2088, ovvero ad una quota che non si vedeva dall'inizio del mese di ottobre. Soltanto nell'ultima settimana il cross ha accumulato un +3,66%. Peraltro è ancora più interessante notare una cosa: da inizio ottobre fino a venerdì scorso, quando cioè il vantaggio della Clinton sembrava progressivamente aumentare, il cross Usd-Mxn ha perso quasi il 4,50%. Da venerdì invece la situazione si è rovesciata del tutto.

martedì 1 novembre 2016

Ricevute e scontrini, arriva anche in Italia la lotteria "anti-evasione"

Sbarca anche in Italia la lotteria associata agli scontrini fiscali. Così tutti saranno incentivati a chiederli e daranno un colpo all'evasione fiscale, uno dei grandi mali italiani. Verrà fatta un’estrazione a premi (parteciperanno anche le fatture) tramite gli scontrini e le ricevute «parlanti», quelle cioè che riportano il codice fiscale fornito dal cliente al momento dell’acquisto. Si comincerà nel 2018.

Come funzionerà la lotteria su scontrini e ricevute

E' una delle misure previste nel Ddl di bilancio che è stato appena trasmesso alla Camera per iniziare il suo iter di approvazione parlamentare.
Se verrà dato l'ok, allora a partire dal 1 gennaio 2018 cominceranno le lotterie degli scontrini, nelle quali saranno coinvolti tutti i contribuenti persone fisiche residenti nel territorio italiano che effettuano acquisti di beni e servizi come privati cittadini e quindi non nell'attività d'impresa o di lavoro autonomo.

Per partecipare alla lotteria, occorrerà anche che il commerciante invii telematicamente i dati degli scontrini all'amministrazione finanziaria.
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Questo meccanismo è già in funzione in Portogallo e in altri paesi stranieri. Proprio l'esperienza portoghese viene indicata nella relazione tecnica al Ddl di bilancio, che sottolinea come nel 2014, primo anno di applicazione, si è osservato un incremento del gettito dichiarato dell’8,7 per cento.

Le stime riguardanti l'Italia invece parlano di circa 43,7 miliardi di "emersione" potenziale. Per arrivare al top però occorreranno degli anni, mentre nel primo anno di applicazione si stima un'adesione bassina (5%) con soli 2,2 miliardi di introiti. Questo dato non potrà comunque essere inserito in bilancio dal momento che non è stimabile con precisione né l’importo né il numero dei premi della lotteria.

lunedì 31 ottobre 2016

Sterlina in ascesa nel Forex grazie alla scelta di Carney: "Resto fino al 2019"

Dietrofront. Mark Carney non solo non lascia, ma raddoppia. E la sterlina vola. Negli ultimi giorni si erano diffusi dei rumors di stampa riguardo le imminenti dimissioni del capo della Bank of England. Secondo indiscrezioni, Carney sarebbe stato seriamente intenzionato a dimettersi per forti dissensi con il primo ministro Theresa May in relazione alle scelte di politica monetaria.

Carney non lascia e dà una spinta alla sterlina

E invece è tutto falso. Quelli che pensavano che giovedì il governatore avrebbe annunciato l'intenzione di lasciare l'incarico con largo anticipo, hanno dovuto incassare la reazione del leader della BoE, che ha annunciato che lascerà soltanto nel 2019.
Il suo mandato scadrebbe nel 2021, ma restare fino al 2019 significa completare il percorso per l'uscita dalla UE con lo stesso vertice della Bank of England. Stabilità, quindi.

Questo è piaciuto molto ai mercati, che hanno deciso di dare fiducia alla sterlina.Carney ha dichiarato che la sua permanenza aiuterà la Gran Bretagna a vivere una «transizione ordinata verso i nuovi rapporti che regoleranno le relazioni tra Regno Unito ed Europa».
Dopo queste esternazioni, la sterlina è andata su nel forex market nei confronti delle altre major. Ha guadagnato lo 0,43% a 1,2243 contro il dollaro, mentre il cross Eur-Gbp dice 0,8966 (-0,54%) secondo i dati di eToro (bonus, recensione e opinioni qui).

Adesso tutti guardano con interesse a quel che accadrà giovedì, quando la Boe comunicherà i dati sull'inflazione e in seguito prenderà le decisioni sui tassi di interesse.
Carney ha tagliato i tassi di 25 punti base dopo la Brexit, portandoli al minimo storico dello 0,25% e potrebbe fare altrettanto al board di questo mese, nonostante l’inflazione a settembre nel Regno Unito sia già salita dell’1% dallo 0,6% di agosto, ai massimi degli ultimi due anni.

Commercio: UE e Canada firmano il CETA. Ecco i vantaggi del libero scambio

Dopo aver penato tanto per riuscire a concretizzare l'accordo, finalmente Unione Europea e Canada hanno messo nero su bianco il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), ovvero l’accordo di libero scambio. Il trattato dà quindi il via ad una nuova era nel commercio tra le due parti. Messe assieme, UE e Canada formano un mercato di 536 milioni di consumatori, che adesso avranno molti meno vincoli nelle loro operazioni.

Un accordo che farà bene al commercio

Il CETA prevede infatti la rimozione delle barriere alle importazioni ed esportazioni, e quindi la nascita di possibilità di risparmio e nuove opportunità di business.

La firma in calce all'accordo è arrivata al termine di un summit convocato di domenica, dopo che in un primo momento era stato cancellato per le resistenze del parlamento regionale vallone, preoccupato per le possibili ricadute sulla sua economia.
Questo stallo aveva messo a dura prova la pazienza del Canada, che settimana scorsa si era detto pronto a chiudere le trattative e tirarsi indietro.
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Dopo le pressioni del governo belga però, anche la Vallonia ha dato il via libera nei giorni scorsi alla chiusura del negoziato, che è stato firmato nella giornata di ieri. «E’ un buona giornata per l’Ue» ha detto l’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini. Quest'ultima si è detta fiduciosa che nel breve periodo verrà chiuso un accordo analogo anche con gli USA (il Ttip).

Quali vantaggi otterrà la UE dal CETA? Potrà tutelare i marchi di indicazione geografica per i prodotti alimentari, perché spariranno dal mercato le contraffazioni canadesi dei cibi. Inoltre i cibi canadesi distribuiti nel mercato unico dovranno rispettare i vincoli comunitari su ogm e ormoni della crescita.