lunedì 22 agosto 2016

Libero pubblica una lista di 50 motivi che rendono conveniente uscire dalla UE

Dopo l'addio della Gran Bretagna alla UE, il dibattito sull'opportunità di rimanere o meno entro i confini dell'Unione si è sviluppato anche in Italia. Conviene oppure no restare con la moneta unica? Secondo il quotidiano Libero assolutamente no, e a sostegno della sua teoria propone ben 50 motivi per i quali all'Italia conviene dire addio all'Europa.

La lista dei motivi per cui uscire dalla UE

Secondo Libero, l'euro è un vero e proprio cappio al collo «che sta inesorabilmente umiliando e devastando un Paese che nel dopoguerra ha dimostrato di saper brillantemente camminare e correre sulle sue gambe fino a diventare una delle principali potenze manifatturiere del pianeta».
Ecco perché secondo il quotidiano, il ritorno alla indipendenza monetaria è condizione necessaria per tornare a crescere. A sostegno della tesi vengono proposti, appunto, 50 motivazioni.
Viene puntato l'indice contro i trattati comunitari, che violentano la Costituzione, specie l'articolo 1: "La sovranità appartiene al popolo". Viene proposto un dato statistico: nel 1999 - al momento dell'ingresso nell'euro - il reddito pro-capite degli italiani era il 96 per cento di quello tedesco. Nel 2015 è il 76 per cento.

Viene proposta anche una intervista a Visco, ex Ministro delle Finanze italiano risalente a maggio 2012: «L'Italia fuori dall'euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Serviva l'Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole».
Ulteriore conferma arriva dall'intervista a Ska Keller - leader dei verdi tedeschi: «Se la Germania lasciasse l'euro perderebbe moltissimi posti di lavoro. Il giorno dopo ci sarebbe un apprezzamento tra il 20 per cento ed il 30 per cento del marco tedesco. Chiunque si può immaginare che cosa significherebbe per il nostro bilancio federale».
Poi c'è un altro dato statistico: dal 1945 ad oggi oltre 70 Stati hanno sperimentato uscite da unioni monetarie. In due casi su tre si è registrato un tasso di crescita fin dall'anno in cui un il Paese di turno ha lasciato l'Unione.
Altro dato: Paesi come Svezia, Ungheria, Danimarca pur non avendo l'euro fanno comunque parte dell'Unione Europea. Guarda caso stanno meglio.
Ancora numeri: un cittadino dell'Unione mediamente guadagna il 60 per cento del cugino che sta fuori. I dati sono riferiti al 2015 (Fonte Cia factbook). A riprova di quanto detto sia l'Islanda che la Svizzera hanno di recente ufficialmente abbandonato il progetto di adesione all'Unione Europea. Un tempo si facevano carte false per entrare nell'Unione, ora se puoi la eviti.

Cosa accadrebbe dopo l'uscita dalla UE

Subito dopo l'addio all'euro, la nostra nuova moneta si svaluterebbe rispetto alle altre, arrivando così a valere il giusto prezzo di mercato di mercato rispetto alle altre valute. Si stima che la nuova Lira perderebbe circa il 20%-30% del valore. Se il cambio euro dollaro oggi è pari a 1,10-1,15, la nuova moneta italiana starebbe più o meno a 0,85-0,9. Ciò vuol dire che sarà più conveniente per gli stranieri acquistare o investire nel Made in Italy.

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