Le misure della Bank of Japan
La Bank of Japan ha lasciato il costo del denaro al -0,1%, il valore che aveva introdotto a fine gennaio. La BoJ ha mantenuto invariato anche il piano di espansione monetaria (80mila miliardi di yen annui). La politica espansiva continua quindi a viaggiare sugli stessi binari di prima, nella speranza che basti per centrare l'obiettivo di un'inflazione al 2%. Obiettivo comunque da posticipare rispetto all'originaria scadenza della fine 2017.Il governatore della BoJ Haruhiko Kuroda ha voluto spingere le istituzioni finanziarie a dare più prestiti alla clientela e così stimolare i consumi. Tuttavia, una novità c'è. La BoJ ha ha modificato il sistema di acquisto degli asset. Verranno comprati titoli di Stato a lungo termine per mantenere i rendimenti del decennale attorno all'attuale livello dello zero per cento. Ci sarà a tal fine un controllo della curva dei rendimenti. Questo vuol dire che l'espansione della base monetaria potrà essere più libera di fluttuare nel breve periodo, senza dover essere necessariamente legata alla cifra di 80mila miliardi di yen annui.
Subito dopo la comunicazione di questo piano, la Borsa di Tokyo ha guadagnato quasi il 2% e i titoli finanziari sono volati. Per loro sarebbe stata dura mandare giù un ulteriore ribasso del tasso di riferimento. Così invece possono tirare un sospiro di sollievo. Non ci saranno ulteriori problemi di redditività a banche e affini.
La scelta, inoltre, sembra anche essere un modo di tenere la mano proprio alle istituzioni finanziarie. Insomma: la BoJ ha fatto un passo verso di loro, ma adesso si aspetta che facciano altrettanto, concedendo più prestiti per stimolare i consumi. Una sensazione che pone la BoJ in netto contrasto con la BCE, che invece pur di raggiungere l'obiettivo "inflazione 2%", non sembra aver alcuna remora nel sacrificare i profitti delle banche.
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