sabato 29 ottobre 2016

Trading online: continuano le pressioni ribassiste sulla Lira Turca

Si preannunciano tempi duri per la Turchia, e allo stesso modo per la sua valuta. E' questa la convinzione di molti analisti ed esperti di trading, che ritengono probabile un trend ribassista ancora prolungato nei confronti di euro e dollaro.
La fiducia degli investitori infatti sembra essere decisamente in calo, tra colpi di Stato mancati, un'inflazione che supera il 7% e il dawngrade del debito da parte delle agenzie di rating (lo hanno classificato come "junk", ovvero spazzatura).

Le pressioni sulla Lire turca nel forex trading

La valuta turca è scivolata verso il basso più di quanto non abbia fatto ogni altra moneta emergente (al di fuori dell'America Latina).
Nell'ultima settimana chi fa trading online ha assistito ad un indebolimento progressivo della Lira. Noi l'abbiamo visto con il nostro conto OptionFair (opinioni, bonus e recensioni sono qui).

Il cross Eur-Try segna +1.82%, mentre su base trimestrale siamo a +2.24%. Peraltro la quotazione attuale (3,414) è molto vicina al massimo da un anno (3.4241).
Il cross Usd-Try è giunto a 3.1063, e anche in questo caso siamo vicini al massimo livello annuale (3.1137).
CONSIGLIO: Prima di avventurarsi nel mercato delle valute ed a maggior ragione nel trading binario, occorre capire bene come funzionano le opzioni binarie. Tuffarsi nelle negoziazioni valutarie senza averne compreso i meccanismi sarebbe un grosso errore.
Finora ogni volta che c'era stato un calo, i cittadini turchi l'avevano sostenuta nel rimbalzare verso l'altro. Ma adesso il quadro è cambiato.
Dopo aver visto spazzati via i loro risparmi da ondate di svalutazioni (circa il 30% sia su euro che dollaro in tre anni), adesso sono sempre di più quelli che decidono di mantenere qualche risparmio in valute forti (secondo i dati della Banca Centrale Turca, i depositanti locali hanno circa 144 miliardi di dollari in depositi esteri).

Quando il governo di Erdogan ha sventato un tentativo di golpe, c'è stata un'impennata di richieste di dollari (nelle tre settimane dopo la crisi, 11 miliardi di dollari); lo stesso è accaduto quando si è dimesso il primo ministro Ahmed Davutoglu a maggio. E poi è successo di nuovo quando Moody's ha tagliato il rating a "junk", nel mese di settembre. Ebbene, secondo gli ultimi dati la tendenza ad incrementare le proprie detenzioni di valuta estera è ricominciata giovedi.
Per questo motivo le previsioni sono ancora ribassiste. Trentatré analisti interpellati da Bloomberg ritengono che ci sarà un forte deprezzamento nel prossimo anno.

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