giovedì 29 dicembre 2016

Imprese: boom di bar e ristoranti in 5 anni, ma il 75% non dura a lungo

La spinta imprenditoriale in Italia cresce, anche se il successo arriva soltanto per pochi. Gli ultimi dati che sono stati resi noti da Unioncamere infatti, evidenziano come negli ultimi 5 anni si è registrato un incremento di aperture di ristoranti e bar, pari a circa il 10%.

I dati di Unioncamere sulle imprese

Secondo i dati, alla fine dello scorso anno c'erano 367mila tra ristoranti (197mila imprese) e caffetterie (170mila), ovvero oltre 31mila unità in più rispetto a cinque anni fa. In special modo sono state Roma, Milano e Napoli le città maggiormente attive sotto questo aspetto.

A livello regionale invece, la Sicilia è quella che ha messo a segno la crescita più marcata (+15%, trainata dal settore della ristorazione +16%), seguita dalla Campania (+14% , con una punta del +15% per i bar) e dall'Umbria (+12%, spinta dai bar +13% ). 
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Le notizie cattive però viaggiano di pari passo con quelle buone, visto che delle imprese nate nel 2011, addirittura il 75% ha finito per chiudere entro cinque anni. Quasi la metà di queste non è neppure arrivata al terzo anno di vita. Il dato medio migliore appartiene a Milano, Napoli, Roma e Firenze, dove questi livelli di mortalità sono inferiori alla media nazionale, sia per bar che per attività di ristorazione.

Specialmente in Toscana, il 57% delle nuove attività di ristorazione riesce a restare in vita a lungo. I bar hanno invece un livello di sopravvivenza maggiore a Roma, dove il 49% degli esercizi supera la prova dei cinque anni.

martedì 27 dicembre 2016

Consumi, nuove stangate in arrivo: aumenti da 986 per tariffe, cibo e trasporti

Il 2017 non sembra destinato a nascere sotto una buona stella per gli italiani. Sono infatti previsti dei rincari per quasi 1000 euro complessivamente. Costerà infatti di più muoversi, fruire di alcuni servizi ma anche fare la spesa. Ad esempio, i prezzi per il carburante e le tariffe dell'assicurazione per l'auto andranno a incidere in misura maggiore sulle tasche degli italiani.

Il bollettino dei rincari sui consumi


Secondo il Codacons, il complessivo rincaro per gli italiani sarà di 986 euro a famiglia. Aumenteranno infatti i prezzi al dettaglio, che invece sono rimasti sostanzialmente stabili nel corso dell'intero 2016. La crescita dei listini inciderà sulle famiglie italiane per circa 302 euro, mentre per gli alimentari occorrerà mettere in conto 193 euro in più.

Altri aumenti ci saranno nel settore della ristorazione (+28 euro), mentre per i trasporti la maggior spesa per nucleo familiare è stimabile in 64 euro. Circa 35 euro in più sarà causato dai viaggi sulle autostrade, perché i gestori autostradali hanno già presentato al Ministero dei trasporti le richieste di aumento delle tariffe per il 2017.
Altri oneri aggiuntivi dovranno poi essere messi in conto per i servizi bancari, circa 16 euro in più rispetto allo scorso anno (oltre ai 7 euro aggiuntivi per i servizi postali).
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Non restano fuori dal listone dei rincari anche i gestori del settore energetico. La fine del 2016 si caratterizza per una raffica di rialzi del petrolio, che dovrebbero proseguire anche nel corso del 2017. Questo spingerà verso l'alto le bollette di luce e gas (+29 euro) ed anche i rifornimenti di carburante (+175 euro). Costerà meno il canone Rai, che scende da 100 euro a 90 euro. Salirà invece la spesa per la scuola (45 euro a nucleo familiare). Anche la Sanità non sfuggirà ai rincari: sono previsti aumenti da 37 euro in più.

venerdì 23 dicembre 2016

Deutsche Bank: ok al patteggiamento con gli USA, pagherà solo 7,2 miliardi di dollari

Si aggiunge un nuovo capitolo alla vicenda che ha coinvolto Deutsche Bank qualche tempo fa, relativa al maxi-multa da parte degli USA per la vicenda subprime. Alla fine, rispetto all'importo iniziale di 14 miliardi di dollari che era stato stabilito in prima battuta, la multa finale sarà di 7,2 miliardi. Un risparmio di quasi il 50% per il colosso finanziario tedesco. Il Dipartimento di Giustizia americano ha così accettato la richiesta di patteggiamento con il colosso bancario tedesco.

La vicenda della multa Deutsche Bank


La sanzione ha a che fare con i titoli tossici (bond garantiti da mutui subprime) collocati da Deutsche Bank. Titolo che contribuirono a causare ed alimentare la crisi finanziaria che è scoppiata nel 2008.
Quando a metà settembre arrivò la decisione della maxi multa, sul colosso tedesco si era abbattuta una vera e proprio doccia fredda. Non a caso Deutsche Bank aveva subito avviato colloqui finalizzati ad un patteggiamento. La banca d'affari tedesca infatti aveva accantonato per i problemi legali soltanto 5,5 miliardi (Gli analisti prevedevano una multa compresa fra 2 e 5 miliardi), importo ben distante dall'ammontare dalla multa.
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Ma come verrà pagato questo debito? Oltre a un'ammenda da 3,1 miliardi, Deutsche Bank dovrà sborsare nei prossimi cinque anni 4,1 miliardi che rappresentano versamenti promessi nel tempo ad un fondo destinato agli aiuti ai consumatori e la cui distribuzione sara' gestita dal governo. Gli aiuti previsti comprendono interventi per alleggerire i mutui delle famiglie. Il fatto che la sanzione sia stata divisa in due parti, renderà più agevole per l'istituto affrontarne il costo.

martedì 20 dicembre 2016

Commercio, che svolta: Amazon effettua la prima consegna via drone

Dopo 3 anni dall'annuncio del nuovo progetto, Amazon ha compiuto il primo passo concreto nella nuova frontiera del commercio online. Nei giorni scorsi infatti è stata effettuata la prima consegna tramite un drone. Il fatto è avvenuto lo scorso 7 dicembre a Cambridge. Certo, si trattava soltanto di un test ma comunque è un passo importante.

La svolta di Amazon per il commercio

Dopo un viaggio di alcuni chilometri, il veicolo è atterrato su un quadrato di 40 centimetri per lato con impressa una "A", che funge da "bersaglio" per l'Uav. A Cambridge c'è un magazzino di Amazon con un'area riservata a questo nuovo tipo di trasporto, che potrebbe davvero rivoluzionare il commercio online.
I droni attivi sono tre e l'area coperta, in linea teorica, è di 80 chilometri con guida da remoto via gps.

Adesso andranno avanti i test tra Gran Bretagna e Israele, anche se non mancano le difficoltà riguardo a questo progetto. Va infatti ricordato che non esiste una regolamentazione esaustiva del volo di droni, e quindi sfruttarli nel commercio potrebbe essere un mezzo salto nel buio. E se domai decidessero di vietarli nello spazio aereo cittadino? Oppure imponessero determinate regole? Insomma c'è ancora molto da lavorare sotto questo aspetto.
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Va sottolineato a tal proposito che la Faa, ovvero la Federal Aviation degli USA, ha posto dei seri limiti all'utilizzo dei droni e in particolare proprio al sistema di trasporto pacchi da remoto. Le regole sono e restano stringenti negli Usa, e proprio per questo Amazon è altrove che sta effettuando i propri test.

venerdì 16 dicembre 2016

Brexit, secondo l'ambasciatore britannico presso la UE gli accordi richiederanno 10 anni!

Una voce ha messo in allerta il governo britannico. Secondo quanto ha riportato l'ambasciatore britannico presso la UE, Ivan Rogers, il processo di uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea richiederà circa 10 anni e sarà quindi molto complesso e lento. Inoltre, ha precisato anche che nessuno può garantire che ci sarà un lieto fine. Il punto sottolineato da Rogers è che qualora un accordo venga raggiunto, questo andrà poi ratificato da tutti i Parlamenti nazionali dei Paesi membri e potrebbe quindi anche essere rigettato.

Le spine relative alla questione Brexit

Queste rivelazioni hanno messo chiaramente in allarme gli esponenti del Governo di sua Maestà, anche se proprio l'esecutivo britannico ha voluto gettare acqua sul fuoco, dicendo che l'ambasciatore non esprimeva convinzioni proprie ma riportava semplicemente le opinioni di altri. Secondo un portavoce del Governo, c'è la massima fiducia circa il fatto che "possa essere raggiunto nei tempi previsti un accordo positivo sia per la Gran Bretagna che per la Ue".
Ricordiamo che l'auspicio è quello di chiudere la questione entro il 2018.

La premier Theresa May vorrebbe invocare avviare negoziati formali di uscita già da marzo 2017. Ad ogni modo il Governo britannico gioca a carte coperte, e lo farà fino alla fine di febbraio, quando verrà rivelata la posizione britannica ufficialmente. Fino a quel momento, nessuno conoscerà le intenzioni del governo GB riguardo ai negoziati di uscita dall'Unione Europea.
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Intanto la questione Brexit sta dividendo anche Parlamento Ue e Commissione. Il presidente del congresso ha scritto una lettera al presidente della Ue per criticare la scelta di affidare un ruolo secondario al Parlamento nei negoziati su Brexit. Aggiungendo poi una mezza minaccia: senza coinvolgimento, c'è il forte rischio che gli eurodeputati boccino l'accordo finale. Andiamo bene...

giovedì 15 dicembre 2016

Tassi di interesse: anche la BoE lascia tutto com'è. Cross Gbp-Usd in picchiata

Sembra di essere tornati ai giorni seguenti alla Brexit, guardando il cambio della sterlina contro il dollaro. La valuta britannica infatti è tornata ad accusare gravi perdite, anche se stavolta i motivi sono differenti.
La Bank of England, esattamente come aveva già fatto anche la Banca di Svizzera, ha deciso di non "rispondere" alla FED e di lasciare il livello dei tassi di interesse così com'era. Lo ha annunciato oggi al termine della riunione di politica monetaria.

La decisione della BoE sui tassi di interesse

Il costo del denaro in Gran Bretagna rimane quindi al livello più basso di sempre, quel 0,25% che era stato voluto lo scorso mese di agosto, quando c'era da fronteggiare i pesantissimi effetti della Brexit. Accanto alla decisione di lasciare invariati i tassi di interesse, la BoE ha anche conservato immutato il suo piano di acquisto titoli (quantitative easing), che sarà ancora di 435 miliardi di sterline.

Nel Forex intanto, la sterlina ha vissuto una giornata a due velocità. Nei confronti di euro e yen giapponese è rimasta sostanzialmente stabile. Nei confronti del dollaro, come già detto, si registra invece un calo molto pesante. Secondo i dati della piattaforma Plus500 il cross viene scambiato a 1,2386, quasi un punto e mezzo percentuale meno di ieri (puoi analizzare meglio Plus500 opinioni).
Ricordiamo che ieri la Federal Reserve ha deciso di dare luogo alla tanto attesa stretta monetaria, portando verso l'alto il costo del denaro.

La giornata della Gran Bretagna si completa poi con alcuni dati macro resi noti oggi. I consumi hanno avuto un'accelerata a novembre, visto che secondo l'Office for National Statistics le vendite al dettaglio espresse sono salite dello 0,2%, mentre quelle su base annua invece registrano un incremento del 5,9%. Entrambi i dati sono stati in linea con le previsioni degli analisti.
Il dato depurato della componente carburante (core) riporta invece una crescita dello 0,5% su mese e un +6,6% su base annua.

mercoledì 14 dicembre 2016

Forex: dati macro timidi in Giappone, lo Yen rimane stabile contro le altre valute


Dal Giappone arrivano dei timidi segnali di ripresa per l'economia nipponica. Tuttavia, si tratta davvero di pochezze. Nel corso del quarto trimestre, l'indice Tankan relativo alla fiducia delle grandi imprese manifatturiere è cresciuto passando da 6 a 10 punti. Si tratta di un valore in linea rispetto a quanto atteso dagli analisti, ma la cosa importante è che per la prima volta dopo un anno e mezzo questo indice torna a salire. Ricordiamo che i valori oltre lo 0 indicano che le imprese ottimiste sono di più di quelle pessimiste.

Dati economici del Giappone e ripercussioni sullo Forex

Dal Giappone sono giunti altri dati riguardanti lo stato economico del Giappone. E' rimasto stabile a 18 punti l'indice delle grandi imprese non manifatturiere. Un valore che è più basso delle previsioni degli esperti, che si attendevano un aumento a 19 punti.

Frena invece la crescita dell'industria. Ci si aspettava un lieve aumento dalla stima preliminare, mentre invece la variazione su base mensile è stata nulla, mentre il mese precedente la crescita era stata dell'1,3%. Se guardiamo alla base annua, la produzione ha evidenziato un decremento del'1,4%, rispetto al -1,3% indicato nella prima stima. 

Che ripercussioni hanno avuto questi dati nel mondo del Forex? Al momento nessuno. La giornata è cominciata in modo piatto, e secondo i dati della piattaforma IgMarkets.com al momento lo Yen rimane sostanzialmente stabile nei confronti delle altre major (approfondisci qui il discorso su IGmarkets opinioni).

Va però precisato che gli investitori si sono messi in una posizione attendista, dal momento che nella giornata odierna ci sono altri appuntamenti rilevanti previsti. Su tutti la decisione della Federal Reserve riguardo al tasso di interesse, che dovrebbe aumentare di 25 punti. Ecco perché prima di prendere delle posizioni decise sul mercato, i trader rimangono guardinghi.

martedì 13 dicembre 2016

Multa da 166 milioni per Sony, Panasonic e Sanyo. Colpa delle batterie al litio

Una multa salatissima è scattata nei confronti di alcuni colossi dell'elettornica: Sony, Panasonic e Sanyo. Secondo l'Antitrus infatti queste società sarebbero parte di un "cartello delle batterie ricaricabili" (quelle al litio), e per questo dovranno pagare ben 166 milioni di euro di multa.

I fatti contestati che hanno portato alla multa


Secondo la UE queste società si scambiavano delle informazioni sensibili sulla forniture delle batterie, allo scopo di controllare l'evoluzione del prezzo sul mercato (cosa vietata) e quindi influenzandone i prezzi finali al consumo che risultavano sempre troppo elevati.

Il cartello ha coinvolto tutti e tre i tipi di batterie al litio usate da molti apparecchi elettronici, come computer portatili e cellulari. Le società si erano accordate per un aumento dei prezzi temporaneo tra il 2004 e il 2007, spinto da un aumento del prezzo del cobalto, il materiale usato per le batterie.
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Tra le società coinvolte, se l'è scansata il colosso coreano Samsung, che pur facendo parte di questo "cartello" ha evitato una multa da circa 58 milioni, perché ha rivelato essa stessa l'esistenza del cartello alla UE.
Le altre società invece hanno ottenuto uno sconto del 10% sulla sanzione, poiché hanno ammesso i fatti contestati. Ecco le multe nel dettaglio: Sony 29,8 milioni, Panasonic 38,8 milioni e Sanyo 97,1 milioni.

"Questo è un messaggio importante per le aziende: se i consumatori europei vengono danneggiati da un cartello la Commissione indaga anche se le intese anticoncorrenziali sono state strette fuori dall'Europa. La loro collusione ha influito sui prezzi di molte merci vendute ai consumatori europei", ha commentato il Commissario europeo alla Concorrenza, Margarethe Vestager.

lunedì 12 dicembre 2016

Economia e vita: al Nord il Pil è quasi il doppio del Sud. Aosta città più vivibile, Vibo Valentia ultima

Ci sono due tipi di dati che sono stati resi noti oggi da diverse fonti, Istat e Sole 24 ore. Il primo riguarda l'economia, e più precisamente il valore del PIL in base alla geografia del territorio. Si scopre così che al Mezzogiorno la quota di ricchezza pro capite è di 17.800 euro, ovvero il 44,2% in meno rispetto a quello del Centro-Nord. Qui i dati sono: 33.400 Nord-ovest, 32.300 Nord-est e 29.300 Centro.

Reddito e qualità della vita


Peraltro l'Istat sottolinea come questo differenziale negativo è solo leggermente in riduzione rispetto al 2014, quando era del 44,5%. In termini di reddito disponibile per abitante, la differenza tra Nord e Sud scende al 34,3% (nel 2014 era 35%).

Intanto, il Sole 24 Ore ha pubblicato la sua consueta classifica annuale delle città più vivibili di Italia. Per la terza volta si conferma Aosta in vetta per qualità della vita. Viene così scalzata Bolzano che era leader lo scorso anno. La peggiore del 2016 invece è Vibo Valentia, mentre lo scorso anno era Reggio Calabria. Al secondo posto c'è Milano, al terzo Trento. Roma è 13esima, mentre le grandi città del Sud sono molto in basso nella classifica: Bari (85esimo posto), Catania (94esimo), Palermo (99esimo) e Napoli (107esimo).
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L'indagine sfrutta una serie di indicatori aggiornati al 2015 e in qualche caso al 2016. I settori d'indagine spaziano tra vari campi, tra cui ci sono Affari, lavoro e innovazione; Reddito, risparmi e consumi; Ambiente, servizi e welfare; famiglia, integrazione; Giustizia, sicurezza, reati.

mercoledì 7 dicembre 2016

Forex, la banca del Canada mantiene i tassi invariati. Cross Usd-Cad ancora in ribasso

La Banca del Canada ha deciso di lasciare il tasso di interesse invariato. L'istituto ha preso una decisione in linea con le previsioni degli analisti, che ha finito per non mutare o incidere su quel trend ribassista in atto per il cross Usd-Cad nel mercato valutario. Il livello del tasso di interesse è rimasto allo 0,5%.

Le scelte della banca del Canada e il Forex

Per quanto riguarda l'andamento del cross con il dollaro americano, oggi per la valuta canadese è stata un'altra giornata positiva. Nel pomeriggio la coppia Usd-Cad ha infatti segnato 1,3256, secondo la piattaforma eToro, per cui siamo ai livelli che si registravano prima delle elezioni presidenziali USA (vedi qui Etoro Opinioni).

La scelta della banca centrale è più che altro suggerita da una condizione necessaria di attesa. Ci sono infatti alcune situazioni in atto che inducono alla cautela, perché potrebbero avere grosse ripercussioni sullo stato di salute economico del Canada.

Ad esempio ci sono le imminenti decisioni della FED riguardo ai tassi che potrebbero incidere. Sappiamo infatti quando il differenziale tra quello Usa e quello Canadese incide molto sul rapporto tra le due valute. E a proposito di Usa, bisogna ancora capire che intenzioni ha Trump riguardo al trattato NAFTA. E poi c'è la situazione del petrolio che direttamente o indirettamente fa sentire i suoi effetti anche sul Dollaro canadese.

martedì 6 dicembre 2016

Lavoro, dato choc: l'industria del falso fa perdere 100mila posti l'anno

C'è un dato scioccante che viene messo in evidenza dall'Agenzia UE che si occupa della proprietà intellettuale (Euipo): ogni anno in Italia vengono bruciati 100mila posti di lavoro a causa della contraffazione. Nell'Unione europea vengono mandati in fumo circa 83 miliardi di euro di vendite e quasi 800mila posti di lavoro.

I dati di Euipo e le ripercussioni sul lavoro


L'analisi condotta dalla Euipo ha avuto una durata biennale, e si è focalizzata soprattutto su alcuni settori più danneggiati dal fenomeno della contraffazione, come il farmaceutico, alcolici e vini, gioielli e orologi, borse e valigie, giocattoli, articoli sportivi, abbigliamento, accessori e calzature, cosmetici e discografia.
Da quanto emerge, ogni anno si perde il 7,4 % delle vendite nei 9 settori presi in esame. Il più danneggiato è il settore gioielleria e orologi (13,5%), seguito da borse e valigie (12,7%) e giochi e giocattoli (12,3%). Più residuale il vino.
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Non solo, se guardiamo solo all'Italia allora la perdita si traduce attorno ai 7 miliardi, ma includendo anche gli effetti indiretti per il business (come logistica, distribuzione e terziario connesso) allora la stima va corretta al rialzo e giunge a circa 8 miliardi di euro. Solo sommando le mancate vendite, il “Made in Italy” perde 4,5 miliardi l'anno sull'abbigliamento e calzature, 624 milioni nella cosmetica, 520 milioni sul fronte borse e valigie, 400 milioni tra gioielleria e orologeria, 201 milioni nei giocattoli e 53 milioni negli articoli sportivi.

Il danno si ripercuote poi anche sul gettito fiscale, dal momento che circa 14,3 miliardi di euro vengono poi a mancare nelle casse dei vari stati della UE.
Anche se la situazione varia da paese a paese, in generale l'immagine è molto inquietante, con una contraffazione diffusa e pirateria dilagante, che finiscono per impoverire l'economia europea e ostacolano la sana occupazione.