martedì 30 maggio 2017

BCE, il presidente Draghi allunga i tempi dell'espansione monetaria

Non c'è ripresa che possa scalfire la prudenza della BCE. Draghi parla in audizione al Parlamento europeo e preannuncia che la politica monetaria della EuroTower continuerà lungo la stessa linea espansiva avuta finora. Anche se la ripresa è sempre più solida e continua ad ampliarsi. A tenere ancora sull'allerta la BCE sono le pressioni sull’inflazione e quelle domestiche dagli stipendi. Il loro livello non è ancora sufficiente per pensare che la crescita prosegua senza il sostegno della BCE. "Ritentiamo necessario- ha detto Draghi - che una quantità straordinaria di supporto alla politica monetaria sia ancora necessaria per riassorbire l’attuale livello di risorse non utilizzate e perché l’inflazione rientri e si stabilizzi in modo duraturo intorno al 2% nel medio termine".
Per questo motivo Draghi ritiene che servano della "condizioni del credito molto accomodanti", e soprattutto che i paesi dell'Eurozona proseguano sulla via delle riforme, soprattutto quelli altamente indebitati come l’Italia. Anche perché i Paesi con alto debito e poca crescita si troverebbero - in caso di svolta restrittiva - a pagare un conto degli interessi molto alto.
Per questo servono politiche che aumentino la crescita.

Gli effetti del discorso del presidente BCE


Gli effetti del discorso di Draghi sul mercato sono stati forti, e si vedono anche questa mattina. L'euro-dollaro ieri ha marciato stabile soprattutto per via del giorno di festa a Londra e Wall Street, mentre questa mattina parte in ribasso, e i migliori segnali di trading gratis puntano tutti sul deprezzamento della valuta unica.

La coppia valutaria si muove sotto il livello degli 1,12 dollari (più precisamente siamo a 1,113), che a questo punto diventa molto interessante dal punto di vista psicologico (anche se non riteniamo esistano strategie per vincere opzioni binarie 60 secondi puntando sull'euro-dollaro). La resistenza è situata in prossimità del livello degli 1,1250 dollari, mentre stiamo testando il supporto posto a quota 1,1150, che è stato un livello oggetto di attenzione da parte dei mercati da qualche tempo.

Un'ultima considerazione: il presidente della Bce ha parlato anche del tema Brexit: "Molti dei rischi del processo di Brexit hanno a che fare con come il processo viene gestito — ha aggiunto — se viene gestito bene i rischi potrebbero non materializzarsi".

domenica 28 maggio 2017

Monete da 1 e 2 centesimi, addio. Con la manovrina spariranno dal 2018

Diventa ufficiale l'addio alle monetine da 1 e 2 centesimi. Quelle fastidiosissime che si usano quasi mai e che ti si infilano in tutti gli anfratti del portafogli. Dal 2018 non avremo più questo problema, perché la commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera all'emendamento Boccadutri, che sancisce la sospensione dal prossimo 1 gennaio del conio di queste monete.

Del resto sono monetine che non vengono accettate dai parcometri, dai distributori automatici, dai caselli autostradali e che vengono ricevute dai consumatori come resto, senza poi riutilizzarle. Nei fatti quindi si tratta di una produzione in perdita. Secondo uno studio della Commissione europea, il 70% di queste monetine non circola. Il restante 30% non basta ad ammortizzare il valore di produzione.

Cosa accadrà dopo l'addio alle monete da 1 e 2 cents

Non c'è quindi dubbio che la scelta di eliminarle sia positiva. Meno le conseguenze.
Cosa succederà dopo questo addio? Per evitare che possano esserci delle speculazioni, la norma prevede che ci sia un arrotondamento al multiplo di 5 più vicino. Significa che se il prezzo di un bene oggi è 1,23, l'anno prossimo diventerà 1,25. Se il presso è 1,22, invece scenderà a 1,20.
L'impatto della norma sarà monitorato dal Garante dei prezzi che dovrà riferire su base semestrale al Mef le eventuali anomalie che saranno segnalate all'Antitrust. La misura andrà comunicata alla Bce entro un mese dall'entrata in vigore.

La decisione di tagliare le monetine da 1 e 2 centesimi non incontra però il parere positivo del Codacons, ovvero l'autorità a garanzia dei consumatori. Il motivo è che si ha la pressoché assoluta certezza che ci saranno degli arrotondamenti selvaggi dei prezzi al dettaglio con conseguente incremento dei listini. "Il previsto monitoraggio da parte del Garante dei prezzi non servirà assolutamente a nulla", sostiene il presidente di Codacons, Carlo Rienzi.

venerdì 26 maggio 2017

Sterlina di nuovo sotto stress sui mercati valutari. La Brexit colpisce il PIL

E' ripresa la marcia la rialzo dell'euro nei confronti della sterlina britannica, dopo i dati deludenti sul PIL della Gran Bretagna. Giovedì la coppia EUR/GBP ha infatti registrato una sessione all'insegna della volatilità, macinando poi un rialzo. Quest'ultimo è stato evidente subito dopo i dati sul PIL, ma poi è progressivamente sceso nel corso del pomeriggio. Una situazione da manuale di investimenti, per chi utilizza un conto demo trading gratuito per Forex.

Quanta pressione sulla sterlina

Tornando alla coppia euro-sterlina, la nostra impressione è che il mercato finirà col postare nuovi massimi, anche se potrebbe essere necessario prima un pullback per rivedere una nuova spinta al rialzo. La rottura al di sopra di quota 0,8675 sterline potrebbe aprire le porte alla possibilità che si arrivi a quota 0,88 sterline, che dal punto di vista tecnico rappresenta al momento un livello molto significativo.

Sembra molto meno probabile che si posa assistere a una rottura al di sotto delle 0,8550 sterline, visto che al momento gli acquirenti sembrano essere più forti. Non è un caso se i più affidabili segnali forex gratuiti puntino tutti o quasi verso l'apprezzamento della valuta unica.

Ricordiamo però che in questo momento il mercato dell'euro-sterlina è caratterizzato da una forte volatilità. Ciò perché le due economie hanno una grossa connessione. Dal lato britannico il peso maggiore ce l'ha ovviamente la questione Brexit, che si prospetta sempre più hard se diamo ascolto alle dichiarazioni rilasciate dai funzionari di entrambi i vertici.
Teniamo anche a mente che tra poco ci saranno le elezioni anticipate in Gran Bretagna, e il nuovo governo dovrà subito mettersi all'opera sui negoziati con Bruxelles. Da quel momento comincerà un periodo ancora più intenso per la sterlina.

mercoledì 24 maggio 2017

Mercati "insensibili" agli attacchi terroristici. Borse tutte in positivo

Gli attentati terroristici non fanno più effetto sulle piazze finanziarie. Lo ha confermato quel che è successo a Manchester, che ha preceduto una giornata da massimi storici per molti listini di Borsa. Ma non è una questione di cinismo, più semplicemente gli attacchi ormai non fanno più effetto a livello di mercati, se è vero che nel 2016 sono stato quasi 200 le vittime di attentati terroristici nei soli Paesi occidentali, ma non c'è mai stato alcun impatto sulle Borse nei giorni seguenti. Ricordiamo anche che molto prima, a gennaio 2015 dopo l'attacco al giornale satirico Charlie Hebdo, le Borse europee guadagnarono il 2,75% dopo un giorno e l’1,94% in una settimana.

Gli attentati non spaventano più i mercati 


Così è successo anche ieri. Dopo l’attacco di Manchester, i listini europei hanno tutti archiviato la seduta in rialzo, senza accusare alcuna reazione emotiva. Quella che teoricamente avrebbe dovuto essere la più colpita, ovvero Londra, a metà mattinata di ieri viaggiava quasi mezzo punto percentuale in rialzo. Insomma, per tutti ieri è stato un normale giorno di contrattazioni.

Il motivo per cui le piazze finanziarie sono ormai fredde di fronte a certi eventi è da ricercare anzitutto nella loro ininfluenza rispetto all'economia. Se non c'è incidenza macro, allora non c'è incidenza sulle piazze finanziarie. Secondo le statistiche di Thomson Reuters, le aziende del Vecchio continente nel primo trimestre hanno registrato profitti in crescita del 13,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo sì che interessa agli investitori.

Inoltre sapendo che in passato non c'è stata alcuna reazione negativa, nessuno più scommette al ribasso quando si verificano episodi del genere. Neppure gli speculatori più cinici lo fanno.

lunedì 22 maggio 2017

Trading e ludopatia: una ricerca dell'università di Kyoto spiega che la colpa è del cervello

Uno dei rischi maggiori cui può andare incontro un trader è la perdita del controllo. Un investitore online si trova da solo a operare ed agire sul mercato, per cui tutto dipende da se stesso e da come riesce a gestire le situazioni. Ecco perché è un soggetto a rischio ed ecco perché prima di tuffarsi nel mercato chiunque dovrebbe prima preoccuparsi di ricevere una adeguata formazione sia tecnica che psicologica.

Il rischio ludopatia nel trading

Ricordiamo anzitutto una cosa: il trading online non è una scommessa, è un investimento finanziario. E come tale va trattato e affrontato. Chi non è in grado dovrebbe starne alla larga. Spesso invece le due situazioni vengono confuse, soprattutto per quella forma di investimento nota come opzioni binarie one touch, dove si propongono remunerazioni altissime ma a patto di caricarsi di rischi ancora più elevati. Si pensa in questi casi più al possibile guadagno, che alle prospettive di perdita. E la frittata è fatta.

Premettendo che in ogni caso è assolutamente necessario rivolgersi sempre e solo a broker opzioni binarie regolamentati Consob, quando si decide di operare è bene sapere alcune cose riguardo al rischio di cadere vittima della ludopatia.

Secondo un tema di ricercatori dell'università di Kyoto, sarebbe un disturbo mentale legato all’insufficiente funzionamento di una specifica area del cervello a provocare l’attitudine al gioco d’azzardo. Questi soggetti (il campione esaminato è di 50 persone) sarebbero cioè meno in grado di valutare il pericolo ed adattarsi alle situazioni di rischio.
Ai membri del gruppo di lavoro è stata realizzata una risonanza magnetica. Ebbene, in chi è propenso alla ludopatia è stata registrata un’attività cerebrale inferiore nella corteccia prefrontale dorsolaterale, un’area del cervello responsabile della flessibilità cognitiva. Questo li rende incapaci di adattare il loro comportamento al grado di rischio.

Ora, non è che ognuno di voi si può mettere a fare una risonanza magnetica prima di fare trading, ma sappiate che è meglio farsi una autoanalisi di coscienza prima di tuffarsi nel trading online.

sabato 20 maggio 2017

Lavoro: vendono assunzione in FCA per 5mila euro, licenziati due dipendenti

Avevano venduto un posto di lavoro in FCA per 5mila euro. Adesso sono loro ad essere stati sbattuti fuori. L'azienda infatti ha deciso di licenziare i due dipendenti dello stabilimento di Melfi, che avevano promesso ad un ragazzo disoccupato di ottenere un posto di lavoro in campo del pagamento di 5.000 euro.

La vicenda della vendita del posto di lavoro

A far emergere l'episodio è stata una denuncia della famiglia del ragazzo, un giovane di 24 anni. Ma non perché sia stato vittima dell'estorsione, bensì perché essa non è andata a buon fine. Infatti dopo essere stato effettivamente assunto con un contratto di prova, due giorni prima che questo scadesse era stato licenziato.

La famiglia ha così deciso di presentare un esposto contro i due soggetti che avevano architettato tutto.
Il primo è un sindacalista della Fismic, Vincenzo Mauriello. Il secondo invece era un dipendente, Matteo Giantomaso, che aveva fatto da intermediario tra la famiglia del ragazzo disoccupato e il sindacalista.

Il gip di Foggia però in un primo momento aveva archiviato l'indagine. Sarebbe finito tutto sotto silenzio, se il vescovo di Melfi, monsignor Todisco non avesse denunciato la situazione che si vive attorno allo stabilimenti di Mefli. L'aveva detto chiaro e tondo: "nell’indotto auto di Melfi c’è chi vende un posto di lavoro per 5.000 euro". Partendo da questa frase, i genitori del ragazzo hanno prima contattato il vescovo, e poi deciso di fare esposto in Procura.

I due ex dipendenti erano già stati sospesi qualche giorni fa, per via del fatto che non avevano informato l'azienda dell'esistenza di un procedimento a loro carico, sebbene - come abbiamo detto- fosse stato archiviato. Ed a proposito dell'archiviazione, l'avvocato del ragazzo ha fatto sapere di aver fatto ricorso in Cassazione proprio contro l'incredibile archiviazione.

giovedì 18 maggio 2017

Euro-dollaro ancora in fase rialzista. Trump zavorra il biglietto verde

Continua a marciare al rialzo l'euro-dollaro, per fattori riconducibili sia alla valuta unica che alla debolezza del biglietto verde. L'Europa si sente più forte dopo le vittorie politiche dei fronti europeisti contro gli euroscettici, e al tempo stesso i recenti dati economici testimoniano che l'economia si è irrobustita.

Il quadro attorno all'euro-dollaro


Dall'altra parte c'è uno scenario politico così turbolento negli Stati Uniti, da influenzare l'atteggiamento dei trader. L'ultimo colpo è stata la potenziale indagine riguardante una conversazione tenutasi tra il presidente degli Stati Uniti e i funzionari russi. Il tutto mentre il clima attorno a Trump continua ad essere di forte scetticismo. Insomma si va aggiungere altra carne sul fuoco, con inevitabili effetti sul cross euro-dollaro.

Mercoledì la coppia euro-dollaro è stata interessata da un clima di forte volatilità, partendo al rialzo e poi registrando un pullback per poi muoversi nuovamente in rialzo (e spingendo molti ad adottare strategie hedging forex). Sottolineiamo che dopo essere sceso ai minimi storici con la vittoria di Macron in Francia, l’indice Vix ("indice della paura"), ovvero quello che misura la volatilità, si è impennato ieri di oltre il 26 per cento. Era dal giorno della Brexit che non si registrava un balzo giornaliero simile.

Lo scenario

Dopo aver sfondato il muro psicologico di 1,10 e raggiunto i massimi di 6 mesi, adesso in base ai dati Plus500 la coppia resta saldamente sopra 1.11 (leggi perché Plus500 è affidabile). Inoltre lo scenario tecnico sembra essere decisamente ancora rialzista. Si possono ipotizzare possibili ritracciamenti fino all’area 1,1025/1,0998, ma potremmo ottenere un segnale a lungo termine in prossimità degli 1,12$. Una rottura al di sopra della suddetta regione aprirebbe le porte ad una forte ascesa del mercato.

martedì 16 maggio 2017

Debito pubblico, da Bruxelles arriva un'altra stoccata all'Italia

Le frizioni tra Italia e Bruxelles riguardo ai nostri conti pubblici si fanno vive periodicamente. E' successo ancora infatti, che la UE abbia nesso nel mirino l'Italia, proprio nella settimana cruciale per la Manovrina di correzione (peraltro chiesta proprio da Bruxelles). Il problema è che il debito pubblico ha toccato nuovi record, e questo ha reso quasi inevitabile che i capi di gabinetto della Commissione UE si riunissero per parlarne e informare l'Italia.

Le conseguenze del debito pubblico


La situazione però sembra più grave del previsto, dal momento che Bruxelles ha deciso di rinviare di una settimana il "pacchetto di primavera", ragion per cui le raccomandazioni economiche che l'Unione invia a tutti i paesi membri - che sarebbe dovuto essere noto questa settimana - finirà invece per slittare al 24 maggio.

Questo non dovrebbe comunque mettere ostacoli all'approvazione della "manovrina", ma potrebbe finire per spingere Bruxelles a chiedere all'Italia una nuova manovra correttiva da 4 miliardi, oltre che il risanamento per il 2018 da inserire nella Legge di bilancio di ottobre (Secondo i parametri UE approvati dai Governi e ai quali la Commissione deve attenersi l'Italia dovrebbe mettere in campo una manovra almeno pari allo 0,6% del PIL: 10 miliari circa).

Se l'Italia non dovesse adempiere alle richieste, potrebbe scattare una procedura sui conti pubblici in autunno e il commissariamento, cosa che il governo vuole evitare a tutti i costi. Sotto questo aspetto va detto che il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis è stato il più critico nei confronti dell'Italia, mentre il Presidente Jean-Claude Juncker è stato - al pari del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici - più tollerante e vorrebbe evitare un'interpretazione troppo rigida delle regole.

sabato 13 maggio 2017

Svolta monetaria per la BCE? Secondo molti arriverà prima dell'estate

La domanda che molti investitori si fanno è: quando comincerà a fare tapering la BCE? Vale la pena ricordare è che il tapering è l'opposto del quantitative easing: in pratica si vendono titoli sul mercato. Finora la Banca Centrale europea ha sostenuto l'economia dell'Eurozona attraverso un massiccio e prolungato piano di acquisti, ma la fine di questo percorso potrebbe essere più vicina di quanto si pensi.

BCE vicina alla svolta monetaria

L'ipotesi che si fa strada è che già verso l'estate (giugno oppure luglio), l'istituto guidato da Draghi potrebbe suonare la campana dell'ultimo giro. Del resto già ad aprile qualcosa ha cominciato a muoversi visto che la BCE ha cominciato a ridurre il programma di acquisto asset (Qe), tornando a quota 60 miliardi di euro al mese.
Finora i timori legati a una cessazione del piano derivavano dalla possibile instabilità politica. Tuttavia l'esito "europeista" delle elezioni in Olanda e Francia ha scongiurato questo pericolo. Ecco perché Francoforte potrebbe iniziare a parlare di tapering molto presto.

Dal resto lo scampato pericolo è stato già prezzato sul mercato dei cambi. L'euro subito dopo l'affermazione di Macron al primo turno ha cominciato un rally contro il dollaro, scavallando quota 1,10 (se volete fare trading valutario, ricordatevi prima di mettere le migliori piattaforme trading online confronto).
Certo, va pure ricordato che nel frattempo un bell'aiuto è giunto dagli USA dove la stella di Trump brilla sempre meno. Subito dopo l'ascesa alla Casa Bianca il dollaro aveva volato, ma negli ultimi mesi lo scetticismo attorno al presidente USA è cresciuto. Chi faceva previsioni eur usd 2017 ipotizzando una parità raggiunta tra euro e biglietto verde, al momento sembra decisamente dover rivedere le proprie previsioni.

Gli effetti sui titoli

Tornando al tapering, va detto che molti analisti sono invece convinti che la Banca Centrale aspetterà il più possibile prima di fare un passo del genere. Magari potrebbe cominciare a parlarne dopo l'estate o verso la fine dell'anno. Oppure potrebbe cominciare a parlarne molto prima e attuarla qualche mese dopo, in modo da preparare i mercati all'evento.
Qualcuno già lo sta facendo, perché con il tapering le curve di rendimento dei bond si faranno più ripide e il prezzo dei titoli con una duration maggiore tende a scendere, per cui conviene vendere questi ultimi a favore di titoli di debito a più breve scadenza.

giovedì 11 maggio 2017

Banche, Ubi taglia il personale delle good bank: 1.569 esuberi entro 2020

Nei prossimi 3 anni, si prevede una bella sforbiciata all'interno delle 3 good bank di Ubi Banca. Da quanto è stato reso noto, l'istituto prevede infatti di tagliare circa un terzo del personale entro il 2020. Parliamo di una riduzione dell'organico di 1.569 risorse in queste banche (ovvero il 32% in meno rispetto al 2016), ma anche la chiusura di 140 filiali e l'ottimizzazione delle altre spese amministrative. Da questa maxi-operazione, la banca conta di ottenere una riduzione degli oneri operativi di Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti pari a circa 200 milioni.

Il piano di Ubi per riorganizzare le "buone" banche


L'intenzione di Ubi Banca è stata resa nota attraverso l'aggiornamento del piano industriale presentato in occasione dell'approvazione dei risultati del terzo trimestre. In base a questo report è stato evidenziato un utile netto consolidato pari a 67 milioni di euro. Si tratta di un incremento notevole, pari al 59,4% rispetto al primo trimestre del 2016.

Il valore assume maggiore significato se consideriamo che c'è stata una ulteriore svalutazione del Fondo Atlante per circa 13,5 milioni, ma ci sono stati pure oneri relativi al Progetto Banca Unica per 4,6 milioni e spese progettuali per l'acquisto delle tre good bank pari a circa 1,1 milioni.

Se dalle Good Bank dovrebbero uscire quasi 2mila persone, l'aggiornamento del piano prevede che a livello di gruppo i tagli riguarderanno circa 4 mila risorse, di cui 2.170 con accesso al fondo di solidarietà. Invece ci sarà l'ingresso di 900 persone (oltre un quarto già assunti nei primi mesi del 2017) in aggiunta alle circa 200 risorse assunte nella seconda parte del 2016. Il bilancio a livello di organico per le varie banche, tra tagli e assunzioni sarà quindi negativo per circa 3mila risorse. Inoltre, assieme alla chiusura di 140 filiali delle good bank, ci sarà la chiusura di circa 230 altri punti vendita.

martedì 9 maggio 2017

Wall Street, continua la marcia da record di Apple: +32% nel 2017

Continua il rally da record di Apple in Borsa a Wall Street. Il titolo del colosso high-tech ha infatti segnato un balzo del 32% dall'inizio dell'anno, e nella giornata di ieri ha toccato il nuovo massimo a quota 800 miliardi di dollari (circa 730 miliardi di euro) di capitalizzazione, con il titolo in rialzo del 2,6% a 152,92 dollari (dati della piattaforma eToro webtrader openboook).
Si tratta di una performance complessiva incredibile, tenuto conto che nel corso di questi mesi l'indice di riferimento S&P500 è salito del 7%, quasi cinque volte di meno di Apple.

Il driver principale della crescita enorme di Apple è da ricercare nelle aspettative che il nuovo iPhone sarà realizzato in tempo, contrariamente a quanto i mercati temevano Inoltre un altro fattore importante di spinta è che gli analisti ritengono che il colosso di Cupertino nel breve periodo centrerà i 1000 miliardi di dollari di capitalizzazione.

Le prospettive di Apple a Wall Street


Non ci sono dunque stati effetti per via del calo di vendite registrato da Apple. Secondo gli analisti infatti il colosso high-tech potrebbe centrare come target quota 202 dollari per azione, vista la sua capacità di resistere agli eventi avversi di mercato tramite la sua capacità unica di sviluppare hardware, software e servizi. Un'idea che stuzzica i trader binari, che continuano a fare affari su questo titolo (occhio sempre a fare affari con intermediari autorizzati. Qui c'è un elenco broker opzioni binarie Consob).
E' in special modo il settore degli smartphone quello in cui si ritiene che l'azienda di Cupertino possa ancora crescere, visto che controlla attualmente solo il 14,6% del mercato globale.

Inoltre su Apple ci sono sempre voci insistenti riguardo diversi processi di acquisizione. Del resto non potrebbe essere diversamente, visto che con una liquidità pari a 247 miliardi di dollari di liquidità, è sempre in prima fila per possibili affari su Netflix e Walt Disney. Secondo Citigroup, la prima sarebbe l'ipotesi di acquisizione più probabile (40% di possibilità), mentre Walt Disney potrebbe essere acquistata al 25% di chance. Non c'è che dire, ad Apple l'anno dell'anniversario decennale del lancio dell'iPhone sta portando bene.

domenica 7 maggio 2017

Banca d'Italia chiede la chiusura di BSI: violazione delle norme antiriciclaggio

La BSE, istituto ticinese che ha delle sedi a Milano e Como, è oggetto di una procedura di chiusura da parte della Banca d'Italia. Quest'ultima ha infatti acceso i riflettori sulla ex Banca della Svizzera Italiana, che è passata alla Efg International, assumendone anche il marchio. Secondo la Banca d'Italia sono state riscontrate gravi irregolarità a seguito di verifiche ispettive condotte dal 3 al 14 ottobre 2016.

Le accuse contro BSI da parte della Banca d'Italia

In particolare, sembra siano state commesse gravi violazioni alla normativa in materia di antiriciclaggio, con rischio di reiterazione delle irregolarità. A seguito di ciò, alla BSI è consentito soltanto di effettuare operazioni per consentire ai clienti il ritiro delle proprie disponibilità o il trasferimento presso altri intermediari, e nulla altro.

Dal canto suo la Efg International fa sapere di non essere d'accordo con questa procedura, e che sta valutando un’opposizione alla decisione della Banca d'Italia.

Come abbiamo detto, la chiusura dovrebbe riguardare i due uffici sul territorio italiano, situati a Milano e Como. Questi due uffici sono attivi nel private banking onshore e gestiscono patrimoni per meno di 1 miliardo di franchi.

Va detto che la BSI da tempo è finita nel mirino di altre autorità. L'anno scorso proprio la Finma (la vigilanza svizzera) e la Mas (Singapore) hanno messo sotto accusa l'istituto ticinese per via di presunti carenze nei controlli in relazione ad operazioni del fondo sovrano malese 1MDB, su cui pesano sospetti di riciclaggio e corruzione.
Va anche ricordato un altro precedente scomodo, quando il presidente del gruppo brasiliano Btg Pactual (che era il precedente proprietario di Bsi) venne coinvolto nell'inchiesta Petrobras, nella quale i dirigenti furono accusati di aver gonfiato i contratti per costruire infrastrutture petrolifere e guadagnare almeno 800 milioni di dollari.

venerdì 5 maggio 2017

Cambio dollaro-yen, possibile assalto del biglietto verde oltre quota 113

L'ultimo giorno di contrattazioni settimanali prevede l'uscita dei dati sul lavoro americano, i non farm payrolls. E' lì che si concentrano gli occhi degli investitori, prima del grande evento rappresentato dalle elezioni presidenziali francesi in programma il fine settimana. Intanto, dagli USA sono arrivati alcuni dati contrastanti sulla situazione economica, anche se la fED - che nei giorni scorsi ha lasciato i tassi invariati - sembra ancora ottimista riguardo al futuro.

Proprio questo atteggiamento della Federal Reserve è stato il driver principale della crescita del dollaro. Il biglietto verde ha guadagnato terreno soprattutto nei confronti della valuta giapponese. Il cambio dollaro-yen si muove infatti verso quota 113, che rappresenta una resistenza molto importante (in realtà in queste prime ore di venerdì c'è un calo). Esso infatti coincide con la trendline superiore del canale che accompagna il movimento ribassista da inizio anno.

Analisi fondamentale del cambio dollaro-yen

Analizziamo ora dal punto di vista fondamentale questo rapporto, a beneficio di chi vuole predisporre una strategia vincente opzioni binarie. Il dollaro beneficia - come detto - del contenuto del report di politica monetaria della Fed. Secondo quest'ultima il rallentamento dell'economia nel primo trimestre è solo transitorio. I mercati sembrano dunque avere acquisito fiducia sulla base di ciò.

Dall'altra parte c'è il Giappone. La Bank of Japan (BoJ) ha anch'essa confermato il tasso nel suo ultimo meeting. Ha previsto una crescita stabile nel medio periodo, ma ha pure evidenziato che ci sono diverse incognite su cui ragionare. E poi c'è il grossissimo problema dell'inflazione.

Tenuto conto di ciò, cosa fare? Anzitutto, se volete fare trading binario su questo cross (qui c'è una guida come funzionano le opzioni binarie), si può partire dalla situazione attuale che vive una fase rialzista sul grafico 4H, con minimo a quota 108,13 e massimo appena segnato a quota 113,02. E' proprio questo livello che bisogna tenere d'occhio nel fare delle negoziazioni.

mercoledì 3 maggio 2017

Crisi Alitalia, via al prestito da 600 milioni. Si cerca un acquirente che la salvi

La corsa contro il tempo per salvare Alitalia va avanti. Spetterà a un collegio di tre commissari (Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari) gestire questa delicata fase per la nostra compagnia aerea, la cui continuità sarà assicurata da un prestito ponte della durata di 6 mesi. Un prestito che verrà erogato a condizioni di mercato, ovvero mille punti sopra l'Euribor.

Il Governo ha accelerato i tempi, decidendo ieri stesso la nomina dei commissari qualche ora dopo la richiesta di ammissione all’amministrazione straordinaria formulata dal Cda di Alitalia. Nella mattinata invece era toccato all'assemblea dei soci della compagnia prendere atto che non ci sono più le condizioni per ricapitalizzare, dopo la bocciatura del referendum.

Le mosse del governo sulla crisi Alitalia

L'intervento del Governo s'è reso necessario soprattutto per garantire che la compagnia assicuri alcuni servizi fondamentali per il Paese, nonché che vengano erogati i servizi connessi ai diritti acquisiti a chi ha acquistato i biglietti. Ma il premier Gentiloni ha anche confermato che non c'è alcuna intenzione di procedere alla nazionalizzazione di Alitalia, perché significherebbe scaricare sui contribuenti italiani i relativi costi.

Riguardo alla copertura del prestito ponte di 600 milioni, circa la metà arriveranno dalla “manovrina” all’esame della Camera. Gli altri sono residui del Fondo per le garanzie statali. L'Esecutivo ha già concordato le linee d'azione con Bruxelles, in modo da velocizzare la procedura di erogazione anche perché avviene a condizioni di mercato.

Circa il futuro di Alitalia, il governo sta lavorando alla ricerca di un socio forte che potrebbe essere interessato a subentrare nell’azionariato, una volta ripuliti i conti. Entro 15 giorni i commissari che sono stati nominati ieri potranno attivare le procedure sulle manifestazioni di interesse.

lunedì 1 maggio 2017

Petrolio, continua ad aumentare l'instabilità del mercato

Il mercato del petrolio continua a vivere fasi alterne, anche se la pressione continua ad aumentare. Tuttavia qualcosa di positivo si intravede nel mercato cinese. Questo nonostante le importazioni abbiano raggiunto livelli record, il livello degli stock è sceso ai minimi da 4 anni. Questo parrebbe far intendere che i tagli tagli produttivi dell’Opec stanno avendo effetto. Gli stock commerciali in Cina sono calati del 2,2% da febbraio, giungendo a 28,73 milioni di tonnellate, ossia circa 204 milioni di barili. Lo ha riferito l'agenzia statale Xinhuaha, che riferisce anche un lieve calo delle giacenze di prodotti raffinati.

Andamento del mercato del petrolio

Il mercato petrolifero è tornato ad essere molto instabile, anche perché ci avviciniamo al momento in cui bisognerà prolungare le intese OPEC per ridurre la produzione. Intanto il prezzo del barile nel 2017 continua una fase di ribasso, che in questi primi mesi del nuovo anno ha toccato quasi il 10%, e anche gli investitori cominciano a stare alla larga dal mercato (per un'analisi delle migliori piattaforme trading online confronto si veda qui).

Nel complesso però, rispetto a un anno fa si sta molto meglio. Il valore del Brent tra gennaio e marzo è stato di 53,7 dollari al barile in media, il 58% in più rispetto alla quotazione che c'era durante lo stesso periodo di un anno fa (si vedano i dati del broker Plus500 affidabile). Questo incremento trimestrale non si registrava addirittura dal 2012.

Dal punto di vista tecnico, dopo un fine settimana privo di eventi in grado di causare volatilità, la quotazione del petrolio ha cominciato questa settimana rimanendo stabile. La scorsa settimana il prezzo del petrolio greggio è affondato ai minimi delle ultime quattro settimane, sotto il peso di una produzione USA in aumento e di segnali di un’offerta globale in crescita. Solo nell'ultimo giorno di negoziazioni c'è stato un lieve recupero: +0,6% Wti a 49,28 dollari al barile.