sabato 3 giugno 2017

Euro, la prova di forza continua malgrado Draghi resti dovish

Tra pochi giorni la BCE si riunirà per decidere che impronta dare alla propria politica monetaria. Nessuno però si aspetta che ci siano dei movimenti, mentre qualche interesse maggiore riguarda se la BCE sarà spinta dai buoni dati macro a iniziare a pensare all'allenamento dei massicci stimoli degli ultimi anni. Già questo passo potrebbe dare una bella scossa al mercato.

Al momento esiste una certa divergenza tra quello che dice il presidente della BCE Mario Draghi e la dinamica dei prezzi sul mercato valutario, dove l'euro ha acquisito costantemente vigore durante il 2017 contro la maggior parte delle valute principali. Non a caso la maggior parte dei segnali forex in tempo reale più affidabili puntano sul rialzo del cross Eur-Usd.

Draghi frena la corsa dell'euro

Nonostante questo, Draghi è sempre stato piuttosto impassibile davanti alla crescita dell'inflazione e al miglioramento della situazione economica della EuroZona. C'è uan cosa da evidenziare: le economie nell'Europa settentrionale viaggiano a buoni tassi, e lì cominciano ad esserci legittimi timori di "surriscaldamento".
Al tempo stesso, gran parte dell'Europa meridionale è in una fase iniziale di ripresa: la disoccupazione è intorno o al di sopra del 10%, e questo probabilmente richiederebbe un approccio più passivo dalla Banca centrale europea.

Si è quindi creata una crescita a doppio ritmo, a due velocità. E al tempo stesso ha creato due visioni diverse circa l'opportunità di uscire dal percorso di stimolo monetario. Non c'è stupore nel sapere che il cancelliere tedesco Angela Merkel abbia detto la scorsa settimana che l'euro è sottovalutato (suggeriamo di osservare il cross EurUsd con l'indicatore oscillatore Acceleration Deceleration).
Ma Draghi invece è rimasto molto dovish: ha affermato che era troppo presto per aspettarsi un cambiamento della politica monetaria perché l'economia ha bisogno di un ulteriore sostegno. Le pressioni inflazionistiche sottostanti continuano a restare deboli e devono ancora mostrare una tendenza ascendente. Insomma, è troppo presto per il tapering.

L'uscita di dati poco entusiasmanti sull'inflazione (a maggio è salita ad un tasso annuo del 1,4% rispetto ad un precedente 1,9%), al momento darà un po' di tempo in più a Draghi per allontanare una manovra restrittiva. Ma la cosa importante sarà conoscere i commenti della BCE riguardo alle proiezioni economiche aggiornate, perché fungerà da driver primario dell'Euro nella prossima settimana.

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