giovedì 31 agosto 2017

Debiti UE, è la Francia il paese messo peggio. Italia nella media

L'Italia è notoriamente uno dei paesi che sta messi peggio in Europa per quanto riguardo il rapporto debito/PIL. Da noi questo rapporto poco virtuoso giunge al 130%, mentre la media dell'Eurozona è 90%. Tuttavia, se si fa una comparazione dei debiti aggregati dei paesi europei, si scopre che l'Italia non è quello che sta messo peggio di tutti. Anzi, sorprendentemente siamo poco sopra la media degli altri membri dell'Eurozona. Il debito aggregato rispetto al nostro prodotto interno lordo raggiunge il 350% (in Germania è al 270%). Quando parliamo di debito aggregato ci riferiamo ai livelli di indebitamento di tutti gli attori economici (Stato, imprese, banche e famiglie).

La classifica alternativa sul debito


Il paese che sta messo peggio di tutti sotto questo unto di vista è la Francia. Sarebbe infatti quello transalpino il più esposto finanziariamente, sebbene il rapporto debito/PIL sia al 100%. Ma se si somma l’esposizione delle società, delle banche  e delle famiglie, allora si scopre che complessivamente il debito aggregato è al 400% del PIL, pari a 9mila miliardi di debiti cumulati.

Al di là del dato numerico, questa graduatoria fa emergere un aspetto importante. In Europa viene ignorata la componente del debito privato, che come abbiamo visto può essere talmente grosso da ribaltare alcune classifiche economiche. Tuttavia è un errore non prenderlo in considerazione, visto che il debito privato è strettamente correlato al debito pubblico. Storicamente infatti è dimostrato che quei Paesi che varano provvedimenti di austerità per ridurre il debito pubblico, quasi sempre devono poi finanziare la crescita attraverso l’aumento della leva privata. Inoltre con l'introduzione del bail-in si è dato quasi per assunto il principio che il risparmio privato è un “asset istituzionale” - visto che serve per salvare le banche - e allora non si capisce perché non considerare allo stesso modo anche il debito privato.

martedì 29 agosto 2017

Franco Svizzero in rialzo, beneficia del suo status di rifugio


Se le parole di Draghi a Jackosn Hole avevano dato una ulteriore spinta alla coppia euro-franco svizzero, le tensioni sul fronte Coreano hanno ridato impulso alla ricerca dei beni rifugio, spingendo la valuta elvetica. Lunedì l’EUR/CHF è sceso fino a 1,1374 per poi risalire, mentre negli primi scambi di oggi c'è di nuovo un tentativo di calo verso quota 1,415. Non c'è dubbio che - in assenza di stimoli macro - sia la questione internazionale a fare da driver principale a questo cross. anche perché il livello di tensione in Corea è salito vertiginosamente.

Se analizziamo il recente passato, pur non essendo riuscita a violare la quota 1,15, la coppia EUR/CHF ha comunque consolidato i rialzi. Nelle ultime settimane si è stabilizzato tra quota 1,13 e 1,15 (se volete fare trading sulle valute, ricordatevi di dedicare molto tempo a quale broker forex scegliere). Dall’inizio del 2017 l'euro è andato benissimo, guadagnando oltre l'8% ponderato. Contro il franco invece il guadagno è stato leggermente inferiore, cioè 7,30%. A salvare la valuta rossocrociata è il suon status di bene rifugio, che sta riemergendo.

Le prospettive sul franco svizzero


Proprio questo aspetto potrebbe pesare nel prossimo futuro, se dovesse continuare l'escalation di nervosismo sul fronte internazionale (il che dimostra che non sempre il Forex trading online automatico funziona). Va poi rimarcato che Draghi continua a tenere gli investitori all’oscuro delle sue intenzioni, e in vista della prossima riunione della BCE questo potrebbe pesare. Ormai i trader si aspettano annunci hawkish di qui a breve, ma più il tempo passa e più si spazientiranno. Tanto più che l'inflazione debole inizia a far perdere quota all'idea del tapering prima del 2018.

L'impostazione della coppia Euro-Franco è neutrale, ma potrebbe perdere forza e magari virare al ribasso. Al ribasso terremo d'occhio il supporto a 1,1259 (minimo 18 agosto), mentre al rialzo la resistenza è costituita da 1,1538 (massimo 4 agosto).

domenica 27 agosto 2017

Monete da 1 e 2 cent, niente addio. Governo costretto al dietrofront

Le fastidiose monetine da 1 e 2 centesimi continueranno a fare parte del nostro quotidiano. E pazienza se non vengono praticamente usate (non sono buone manco per i carrelli dei supermercati). L'emendamento che ne prevedeva la sospensione del conio verrà cancellato dalla prossima legge Finanziaria, semplicemente perché trattandosi di una valuta comunitaria non è che uno stato può decidere il loro destino. Ecco perché l'Italia non smetterà di coniare le monete da uno e due centesimi.

Lo scorso 27 maggio la commissione Bilancio della Camera aveva dato il via libera all'emendamento Boccadutri, che si occupava della questione. La norma prevedeva che dal 1 gennaio del 2018 sarebbe stato sospeso il conio di queste monete. Era inoltre in programma un meccanismo di arrotondamento se si paga in contanti al multiplo di 5 più vicino.

Non conviene tagliare le monete da 1 e 2 cent

L'emendamento era già finito nel mirino del Codacons, che proprio sul tema degli arrotondamenti aveva lanciato l'allarme sui possibili comportamenti selvaggi di molti rivenditori.
Ma nel frattempo qualcuno ha cominciato a fare due conti, ed ha potuto verificare che eliminare queste monetine non genera chissà quali risparmi. Quello calcolato dall'estensore dell’emendamento era stato stimato in 23 milioni di euro. Però nessuno aveva messo in conto che senza queste monetine, la Zecca sarebbe costretta ad aumentare la produzione delle monete da 5 centesimi. E quindi i risparmi sarebbero in parte erosi.

Inoltre va detto che anche se l'Italia smettesse di coniare le monetine, comunque i negozianti sarebbero obbligati ad accettarle, e quindi rimarrebbero in circolazione. Soltanto il Consiglio europeo ha il potere di togliere dalla circolazione una moneta.

Per questi motivi qualcuno al Tesoro ha cominciato a riconsiderare l'emendamento "elimina-monetine", ed è giunto alla conclusione che lo stop alla produzione non avrebbe alcun senso. L'emendamento quindi sparirà, e l'Italia continuerà a coniare queste fastidiose monetine come se nulla fosse successo.

venerdì 25 agosto 2017

Petrolio ancora sotto pressione. L'OPEC valuta un altro prolungamento dei tagli

Non c'è davvero pace per il mercato del petrolio, che rimane sotto pressione sui mercati internazionali. Il cronico problema dell'eccesso di offerta ormai caratterizza il mercato da un paio di anni, senza che si riesca a trovare una soluzione. Se apriamo una qualunque piattaforma trading online demo gratis senza deposito, possiamo osservare come la quotazione sia precipitata rispetto all'inizio di questa crisi prolungata. E osservando i grafici si vedrà chiaramente come dal giorno in cui l'OPEC decise di tagliare la produzione (novembre), la situazione non sia cambiata granché.

Quotazioni del petrolio


Qui nasce il problema. L'efficacia dell'azione proposta dall'OPEC sembra sollevare più dubbi che certezze, e questo si ripercuote sulle quotazioni. Il Light crude statunitense si aggira sui 48 dollari al barile, mentre lo spread tra WTI e Brent è arrivato al top di due anni oltre i 4 dollari, visto che quest'ultimo quota circa 52 dollari al barile. Inoltre i migliori segnali opzioni binarie gratis sulle commodities puntano tutti sul ribasso.

La causa di questa inefficacia è che l’offerta USA continua a crescere, controbilanciando di fatto la decisione dell’OPEC di ridurre l’output.

La situazione del mercato


L'ultima doccia fredda è arrivata dal rapporto settimanale EIA, che ha indicato un nuovo calo delle scorte ed un contemporaneo aumento della produzione USA al top dal 2015. Nel frattempo i grandi produttori stanno riconsiderando l'ipotesi di estendere i tagli oltre la primavera del 2018. E' lo stesso Cartello che lo ha comunicato, dopo una riunione del comitato di monitoraggio avvenuta lunedì scorso. Attualmente i tagli sono pari a 1,8 milioni di barili al giorno e il desiderio sarebbe giungere ad una quotazione di 60 dollari al barile.

C'è peraltro chi prevede scenari ancora peggiori di quelli attuali, anche se a lunghissimo termine. Molti analisti infatti ritengono che il mercato del petrolio subirà un pesantissimo contraccolpo di qui a una quindicina d'anni, come conseguenza del boom dell’auto elettrica. Ritengono infatti che tra il 2030 e il 2040 i veicoli con trazione elettrica si diffonderanno sempre di più, spingendo verso un poderoso calo le quotazioni dell'oro nero.

mercoledì 23 agosto 2017

E-Commerce: storica intesa Google-Walmart per contrastare Amazon

Google e Walmart stanno provando a dimostrare il vecchio principio secondo il quale "il nemico del mio nemico, è un amico". Il re dei supermercati Usa e l'imperatore dei motori di ricerca stanno infatti lavorando ad una intesa storica, che promette di dare del filo da torcere ad Amazon, numero uno dell'e-commerce.

L'intesa sull'e-commerce


Le due società hanno infatti annunciato che Google comincerà a vendere prodotti Walmart alle persone che acquistano su Google Express, il centro commerciale online della società (che consente gia' di ordinare prodotti di varie marche come Costco, farmacie di Walgreen ...).  Si tratta della prima volta che il più grande rivenditore mondiale rende disponibile i suoi prodotti online negli Stati Uniti al di fuori del proprio sito web.

"A partire da fine settembre, lavoreremo con Google per offrire centinaia di migliaia di articoli per lo shopping vocale tramite Google Assistant - il maggior numero di articoli attualmente offerti da un rivenditore attraverso la piattaforma", afferma Marc Lore, responsabile del commercio elettronico di Wal-Mart commercio elettronico, in un post sul blog dell'azienda.

I clienti di Walmart potranno collegare i loro account a Google, consentendo al gigante tecnologico di apprendere il loro comportamento passato per la vendita per meglio prevedere ciò che vogliono in futuro. 


La partnership, annunciata mercoledì, dimostra quanto si sia fatto minaccioso Amazon nei loro confronti, tanto da spingerli ad una alleanza. Certo, da qui a parlare di una alleanza che darà maggiore efficacia all'azione di Google e Walmart ne corre. Lavorare insieme infatti non garantisce che ci saranno maggiori ritorni. Al momento comunque, Amazon rimane peri consumatori USA l'opzione principale per lo shopping online.  Nessun altro rivenditore può corrispondere alla dimensione dell'inventario di Amazon, all'efficienza con cui sposta i consumatori dalla navigazione all'acquisto o le sue molte opzioni di consegna a domicilio.

lunedì 21 agosto 2017

Trader, gli occhi sono puntati su Jackson Hole. BCE e FED cosa faranno?

I riflettori dei trader saranno come sempre puntati sulla coppia euro-dollaro questa settimana. A dire il vero i grossi spunti cominceranno soltanto verso la metà del percorso, visti che si avvicina l'appuntamento con il simposio di Jackson Hole del 24 agosto. Prima di allora difficilmente si assisterà a dei movimenti netti sui mercati.

Venerdì la coppia euro-dollaro ha continuato il suo movimento di consolidamento che è in corso da alcuni giorni. La quotazione del cambio rimane ad oscillare dentro una gamma abbastanza limitata tra 1,165 e 1,175 (basta anche un forex conto demo trading online per verificarlo). Del resto non ci sono molti fondamentali che possono cambiare la rotta, e quelli che ci sono si rivelano insufficienti a imprimere al mercato una chiara direzione rialzista o ribassista.

Spunti per i trader

La coppia forex potrebbe invece muoversi con maggiore volatilità questa settimana, anche perché il periodo vacanziero si sta per chiudere e ci apprestiamo a ritornare verso un'operatività normale. Questo - vista la situazione - potrebbe spingere i trader rialzisti a fare qualche mossa più decisa sull'euro. Anche perché dal simposio di Jackson Hole non si attendono grandi spunti ne' da parte di Draghi ne' dalla Yellen. Ma se proprio dovesse muoversi qualcosa, è più probabile che la spinta hawkish penda dalla parte della BCE piuttosto che dalla FED.

Consiglio: se ami il trading sul mercato valutario sarai probabilmente interessato a conoscere come guadagnare con il forex opinioni, per cui ti suggeriamo questa lettura.

Sul fronte USA va detto però che sono tornate tra gli investitori le incertezze relative all'agenda economica di Donald Trump, che rischia di fermare la locomotiva della ripresa globale. La Fed - come è emerso dalle minute della riunione del 25 e 26 luglio - è divisa sulla tempistica del prossimo rialzo dei tassi. La prossima riunione è in calendario il 20 settembre, ma pochi credono sia l'occasione per ritoccare i tassi.

sabato 19 agosto 2017

Imprese, crescono quelle degli stranieri rispetto alle italiane

I tempi cambiano e anche le imprese. In Italia è già da tempo in atto una svolta forte, che ha visto impennare il numero di aziende straniere. E' la nuoto fotografia della demografia industriale italiana che emerge da uno studio condotto dalla direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Dopo la crisi del 2008 il fenomeno si è ulteriormente rafforzato, visto che a fine 2015 la quota di imprenditori immigrati su quelli totali ha toccato il 9,1% del totale. Uno su 10 è quindi straniero.
Il dato diventa ancora più eclatante se pensiamo che dal 2011 al 2015 mentre si è ridotto il numero di imprese italiane del 2,9%, nello stesso periodo il numero di aziende fondate da cittadini non italiani è aumentato del 21,3%.

Le caratteristiche delle imprese

Dal punto di vista della tipologia, la più utilizzata rimane l'impresa individuale. Sono 4 su 5 ad essere così e inoltre nel 2011-15 questa forma ha fatto registrare un tasso di crescita elevato (+19,9%), anche se inferiore alla media. Infatti la grossa novità è che si stanno diffondendo anche le forme più complesse. Le società di capitali infatti sono cresciute del 44,2% mentre altre forme giuridiche (come il consorzio o la cooperativa) sono aumentate del 31,6%.

Va anche detto che le imprese straniere come dimensioni risultano nettamente inferiori a quelle delle imprese italiane. Parliamo di un fatturato inferiore di circa il 60%. Cosa interessante: a loro volta le aziende made in Italy hanno fatturati inferiori a quelle caratterizzate da ibridismo multiculturale, ovvero dove c'è almeno un amministratore proveniente da un paese non industrializzato.
Dal punto di vista tipologico, le imprese della ristorazione sono quelle che aumentano di più. Chiaramente spesso si tratta di cucina anche etnica.

Dal punto di vista geografico, gli imprenditori stranieri che operano in Italia arrivano soprattutto dall'Est Europa (37,7%) e dall'Asia (32,8%). Meno presente la componente africana (15,6%) e quella Latinoamericana (13,9%). Il lavoro 'prodotto' dagli stranieri nasconde, però, un dato drammatico: è a basso reddito in quanto il costo del lavoro per ogni dipendente risulta, infatti, molto inferiore rispetto a quello delle imprese italiane (rispettivamente circa 21 mila euro annui contro circa 30 mila).

giovedì 17 agosto 2017

Franco svizzero, ancora tendenza al ribasso contro l'euro

Il rapporto tra euro e franco svizzero è uno di quelli che viene tenuto d'occhio maggiormente dalla Banca centrale svizzera, per il timore che la valuta elvetica possa diventare troppo forte oppure indebolirsi eccessivamente contro la valuta unica. Il cross eur-chf al momento è sceso a quota 1,136 e basta aprire una qualunque piattaforma forex migliore per verificare l'evoluzione della coppia negli ultimi mesi, durante i quali l'euro si è notevolmente rafforzato. Lo status di medio periodo conferma la fase positiva dell'Euro, che si è leggermente attenuata dopo aver raggiunto orbita 1,14.

La situazione del franco svizzero


Non sono chiari quali siano i fondamentali dietro la recente ripresa del franco svizzero contro la moneta unica, tenuto conto che il quadro complessivo indica un diffuso rafforzamento dell'euro nei confronti delle principali monete del G10. Questo per via delle crescenti aspettative di una ripresa dell'economia della Eurozona. Tuttavia ci sono ancora alcune questioni - come il debito greco - che potrebbero pesare sulla tenuta dell'Unione Europea, e che non permettono di escludere una pausa del rally dell'euro. Va anche detto che di recente il franco svizzero è tornato protagonista dei mercati valutari grazie al suo status di bene rifugio, sulla scia delle tensioni geopolitiche nella penisola coreana.

Va anche detto che mentre l'euro già sconta il possibile aumento dei tassi da parte della BCE, il franco svizzero affronta una prospettiva più debole. La BNS infatti deve mantenere la propria valuta debole, spingendo i tassi in territorio negativo. Dato che la Svizzera ha un grande mercato di esportazione di lusso, la necessità di ridurre i tassi di cambio e di mantenere i compratori stranieri in arrivo è essenziale.

Guardando avanti, le prospettiva che ci aspettiamo è che il cross EUR / CHF si consolidi nel breve periodo (se non siete esperti meglio utilizzare la migliore piattaforma trading demo gratis), prima di proseguire la sua traiettoria verso l'alto. Ciò potrebbe essere guidato da un probabile intervento della SNB. Nel complesso, ci aspettiamo che EUR / CHF passi verso 1.16.

martedì 15 agosto 2017

Turismo, Ferragosto boom: 10 milioni di visite in Italia

Potrebbe essere un Ferragosto da record per il turismo italiano. Si attende infatti un boom di presenze per la giornata odierna sulle spiagge italiane, tenuto anche conto del ritrovato appeal del Belpaese e delle ondate di caldo da record che hanno spinto molti europei a scegliere il mare. Secondo Federalberghi per queste vacanze estive si stanno muovendo circa 34 milioni di persone, che alimenteranno un giro di affari da 22 miliardi di euro. E oggi è previsto il picco, con 10 milioni di turisti che passeranno il Ferragosto sui nostri litorali.

La ripresa del turismo

C'è dunque la tanto auspicata ripresa del settore del turismo dopo gli anni della grande crisi. Al momento per Ferragosto sono già prenotate circa l'86% delle camere offerte online. In alcune località più note (sui mari quanto sui laghi) si arriva anche al 95%. Cosa altrettanto interessante, per Ferragosto circa la metà degli italiani (47%) ha deciso di lasciare casa e spostarsi. Proprio per cavalcare questa spinta, il ministero dei Beni culturali ha riproposto l'iniziativa “Ferragosto al museo”, con la doppia apertura straordinaria di oltre 350 musei, aree archeologiche e luoghi della cultura statali.

Buono anche il flusso del turismo straniero. Secondo i dati raccolti dall'Enit, circa 3 tour operatore su 4 ha confermato che c'è stata una maggiore richiesta di viaggi organizzati verso l'Italia. Destinazioni preferite? Mare ma soprattutto le città d'arte “classiche”. Un flusso importante che si espande anche al prossimo autunno, visto che molti turisti stranieri si prevede che affolleranno il nostro Paese.

Chiudendo, bisogna fare un ringraziamento al meteo. Il clima infatti nelle giornate di Ferragosto e vicine a ferragosto sarà ottimo, e dopo le ondate di calore di luglio e dei primi giorni di agosto le temperature sono rinfrescate. Le massime quasi ovunque sono comprese tra 28 e 34 gradi. Questo ha dato un'altra spinta al turismo.

domenica 13 agosto 2017

BCE,dopo l'estate si riproporrà il dilemma tapering

Nel corso dell'ultimo meeting di politica monetaria, la BCE ha aperto le porte al processo di tapering. Si tratta cioè del progressivo abbassamento della quota di titoli che vengono acquistati, e la dismissione di quelli detenuti. Se resta ancora il dubbio circa il momento in cui avverrà, altrettanti dubbi riguardano il modo. Quel che è certo è che dopo l'estate ricominceranno le pressioni sull'Eurotower da parte di chi vuole subito la normalizzazione e chi invece vuole aspettare.

Nel frattempo, come possiamo vedere su qualsiasi forex piattaforma demo trading online, l'euro continua ad apprezzarsi sul mercato valutario. La moneta unica nel corso degli ultimi due mesi ha fatto dei balzi importanti contro il dollaro, oltrepassando quota 1,18.

I dilemmi della BCE


Questo aspetto è un ulteriore preoccupazione per le "colombe" della BCE, ovvero quelli che spingono per una manovra restrittiva ritardata e diluita. Infatti sono spaventati dalle possibili conseguenze sulle finanze pubbliche, perché il tasso sul debito salirebbe, ma anche sul tasso di cambio visto che l'euro si apprezzerebbe ulteriormente (cosa che un investitore semplice può fronteggiare con una strategia hedging forex opzioni binarie, ma un paese no). Quest'ultimo aspetto inoltre finirebbe per abbassare ulteriormente la già troppo debole inflazione.

La soluzione proposta da qualcuno per risolvere questi dilemmi è far emettere alla stessa BCE delle obbligazioni a medio – lungo termine. Questo eviterebbe le scosse di una mossa troppo rapida o troppo graduale. Ma di sicuro si creerebbe una valvola di sicurezza con cui modificare le dimensioni e la composizione del bilancio della banca centrale, senza andare a incidere in modo diretto sui mercati dei titoli pubblici. Inoltre si darebbe modo agli investitori di puntare su una nuova attività a rischio minimo.

venerdì 11 agosto 2017

Banca MPS è ufficialmente sotto controllo dello Stato

Cambia la storia per Banca MPS. Ieri sera è giunto dal Supervisory board della BCE il via libera per Monte dei Paschi di Siena, che da oggi è ufficialmente un istituto controllato dal Tesoro. MPS ha comunicato la nuova composizione dell'aumento di capitale che risulta dall'intervento per effetto dei decreti del MEF datata 27 luglio 2017. Si è potuto procedere alla conversione in azioni dei 3,85 miliardi versati la settimana scorsa da via XX Settembre. Occorreva soltanto l'approvazione formale da parte della EuroTower, che è appunto arrivato ieri sera.

Come cambia Banca MPS

La quota in possesso del Tesoro sale al 53,4%, poco inferiore a quella in mano ai titolari delle obbligazioni subordinate convertite in azioni. Il principale azionista ha da oggi 593.869.870 azioni ordinarie su un totale 1.140.290.072 pari al 52,08% del capitale.

Questa partecipazione di maggioranza potrebbe inoltre ulteriormente ampliarsi, fino a giungere al 70% nell'autunno. Proprio in quel periodo infatti la banca proporrà agli obbligazionisti retail – cioè i piccoli risparmiatori – di cedere le proprie azioni al Tesoro ottenendo in cambio bond senior, che presentano maggiori garanzie.

Il cda convocato a Milano approverà i conti del primo semestre, che probabilmente evidenzieranno un rosso per oltre 3 miliardi. Un risultato comunque ampiamente atteso e annunciato dall'ad Marco Morelli anche in occasione della presentazione del piano di ristrutturazione, lo scorso 5 luglio. A pesare è il fatto che MPS ha contabilizzato circa 3,9 miliardi di euro di svalutazioni su 26,1 miliardi di sofferenze che saranno cartolarizzati nei prossimi mesi.

mercoledì 9 agosto 2017

Mercati finanziari, da Cina e Nuova Zelanda i dati clou di oggi

Giornata povera di spunti macro sui mercati, come del resto tutta questa settimana che ci introduce al Ferragosto. Il clou ci sarà in serata, quando la banca centrale della Nuova Zelanda annuncerà il tasso di interesse. Ci si attende la conferma del costo del denaro in quota 1,75%. Attenzione anche al dato sulle scorte di petrolio, che potrebbe incidere su tutte quelle valute correlate all'andamento dell'oro nero.

I dati di oggi e i mercati finanziari

Nella notte è stato reso noto in Cina il dato sull'inflazione, che si è attestata a luglio all'1,4% su base annua. Il valore è in calo rispetto all'1,5% precedente, e questo fa ripiombare la Banca centrale cinese nell'incubo della deflazione. Gli analisti si aspettavano infatti un andamento stabile dei prezzi al consumo. Dopo questo dato il valore dello Yuan cinese è andato in aumento sul dollaro, fissandosi sotto quota 6,68 (suggeriamo di osservare il grafico con candele Heikin Ashi strategie).

In mattinata è stato reso noto il valore della produzione industriale italiana nel mese di giugno. C'è stata una crescita in quasi tutti i comparti, con il dato complessivo che ha un incremento dell’1,1% rispetto a maggio, mentre in termini tendenziali il valore aumenta del 5,3%.

USA e Nuova Zelanda

Nel primo pomeriggio è toccato al dato sul costo unitario del lavoro americano, che è andato sotto le attese. La produttività del settore non agricolo in USA è cresciuta dello 0,9%, mentre il costo per unità di lavoro fa segnare un aumento dello 0,6% su trimestre dall'1,2% atteso. Tuttavia, l'attenzione dei trader rimane al dato sull'inflazione che sarà reso noto venerdì. Nel frattempo il dollaro oggi segna un lieve aumento contro l'euro in area 1,171 (si osservino gli angoli di Gann teoria Forex).

In serata, come detto, ci sarà l'appuntamento più importante del giorno con la decisione della Banca della Nuova Zelanda, che dovrebbe confermare il tasso al livello 1,75%.

domenica 6 agosto 2017

Lavoro, in arrivo il bonus per la ricollocazione dei disoccupati

Grossa novità per il mondo del lavoro. Sta infatti per cambiare l'assegno di ricollocazione, ovvero quel bonus in formazione per i lavoratori che hanno perso il lavoro e vogliono riconvertirsi per trovare un nuovo impiego. Finora lo strumento è stato adottato solo in forma sperimentale, ma grazie ad un intervento ad hoc nella legge di Bilancio da approvare dopo l’estate, a partire dal prossimo anno dovrebbe diventare standard.

Cosa è questo bonus lavoro

Questo bonus consiste in una somma (compresa tra 250 e 5 mila euro) che il disoccupato potrà spendere per iscriversi a dei corsi di formazione o attività affini che possano rendere più probabile un nuovo lavoro. Questi fondi non verranno dati al lavoratore, bensì alle agenzie di collocamento (pubbliche o private) che curano la formazione. Inoltre questi soldi verranno erogati solo se l'operazione re-impiego andrà effettivamente a buon fine, cioè il lavoratore troverà effettivamente un nuovo impiego.

Gli esiti della sperimentazione


Va detto che la fase di sperimentazione è stata a tinte alterne. Infatti l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, ha inviato ben 30mila lettere chiedendo ai lavoratori rimasti senza occupazione se volevano partecipare al progetto. Soltanto 2.400 hanno detto di sì. Tradotto: 8%. Lo stesso test però è stato fatto anche all'interno di una stessa realtà aziendale, nello specifico Almaviva (il call center che a Roma ha licenziato 1.627 dipendenti). In questo caso è stato addirittura l'82,54% ad aderire alla proposta. Motivo? Pare che se preso da solo, il lavoratore sia più diffidente. Se preso in gruppo allora il fatto di condividere il percorso con i suoi colleghi lo spinge ad accettare.

Ad ogni modo l'esperimento ha dato degli spunti interessanti, e comunque occorre risolvere il problema delle risorse aggiuntive da destinargli. Inoltre si sta studiando il meccanismo in base al quale se il lavoratore che trova un nuovo posto grazie all’assegno è ancora in cassa integrazione, conserverà comunque il residuo della cassa, sommandolo al nuovo stipendio. In tal modo avrà addirittura un incentivo per trovare un nuovo impiego senza aspettare la fine della cassa integrazione.

sabato 5 agosto 2017

Quotazione dell'oro, lieve correzione venerdì ma il trend resta rialzista


Il mercato delle commodities offre qualche spunto interessante in questi giorni. La quotazione dell'oro sta facendo escursioni verso l'alto e verso il basso. La tendenza comunque rimane pressoché immutata poiché il prezzo continua a scambiarsi all'interno di un canale con inclinazione rialzista. Nell'ultimo giorno di contrattazioni c'è stata una correzione verso i 1,250 dollari, che però potrebbe essere giustificata dai dati resi noti sui Non Farm Payrolls americani. Questi ultimi hanno infatti spinto il dollaro nel mercato valutario (abbiamo visto anche il formarsi di doppio massimo o minimo forex, e di conseguenza il metallo prezioso ne ha risentito. Tuttavia la nostra visione a lungo periodo rimane invariata.

L'andamento della quotazione dell'oro



Se esaminiamo l'andamento dell'oro attraverso la strategia Ichimoku Kinko Hyo, possiamo vedere che la quotazione è al di sopra di entrambi gli indicatori Tenkan e Kijun-sen, che crescono all'interno del canale rialzista. Possiamo però cogliere alcuni segnali di divergenza ribassista da altri indicatori, come l'RSI, e questo è un avvertimento per chi punta al rialzo dell'oro. Occorre quindi essere molto cauti in questa fase.
Il supporto possiamo intravederlo a 1.260 dollari. Se dovesse essere violato potremmo muoverci verso quota $ 1.250.

Inoltre possiamo osservare che l'oro viene negoziato sopra la nuvola di Ichimoku, e questo è un buon segno. Il prezzo è tornato verso la nuvola e ha testato il limite con successo, poichè ora sta tornando verso i suoi alti livelli. Un altro test della nuvola potrebbe essere in programma nell'immediato futuro. Tuttavia, ci concentriamo sulle nostre prospettive di crescita a lungo termine e prendiamo in considerazione le nuove possibilità di puntare ancora sul rialzo del metallo giallo.

mercoledì 2 agosto 2017

Ricchezza e prosperità: ecco i paesi migliori. Italia solo 33esima

Ogni anno il think-tank londinese Legatum Institute pubblica un report sui Paesi che riescono meglio a trasformare la ricchezza materiale in benessere dei loro cittadini. Il rapporto si chiama "Prosperity Index", ed esamina la situazione di 149 Paesi sfruttando parametri come ambiente, salute, istruzione, governance, sicurezza, qualità economica e libertà personale. Dalla classifica emerge un dato inquietante: l'Italia è solo 33esima.

La classifica di ricchezza e prosperità

Al primo posto c'è la Nuova Zelanda, che ottiene questo primato per la sesta volta in dieci anni. Sono soprattutto qualità economica e governance a trascinare verso il primo posto il paese dei kiwi.

Secondo posto per la Norvegia, che viene definito "un esempio di prosperità di successo, con riferimento in particolare alla redistribuzione efficace della ricchezza derivante dai proventi dell'industria petrolifera attraverso il più grande fondo sovrano al mondo". Il terzo posto ci fa rimanere nel Nord Europa, precisamente in Finlandia, e questo malgrado la sua situazione economica sia andata peggiorando.
Le altre posizioni della top ten sono occupate da Svizzera, Canada, Australia, Olanda, Svezia, Danimarca e Regno Unito. 

Malissimo l'Italia

L'Italia? Come detto ci classifichiamo soltanto al 33esimo posto. Con una precisazione ancora più deprimente: assieme alla Grecia e Cipro siamo l'unico Paese dell'Europa occidentale a non essersi classificato nelle prime trenta posizioni. Le motivazioni di questo piazzamento così basso sono soprattutto gli alti livelli di disoccupazione, lo scarso accesso al credito e in generale debolezza del quadro economico. In più il peso di una forte instabilità politica, visti gli oltre 60 governi succedutisi dal secondo dopoguerra ad oggi.

martedì 1 agosto 2017

Dollaro, il mese di luglio è stato un flop. L'Index scende al minimo annuale

Il mese di luglio è passato agli archivi con un dato emblematico proprio l'ultimo giorno: il nuovo minimo annuale del Dollar Index, sceso a 92,64. Complessivamente nel corso del 2017 ha registrato un calo del 10%, giungendo in prossimità del livello test a quota 92, che già due volte è stato "sfidato" nel 2015 e 2016. E' stato quindi il biglietto verde il grande protagonista in negativo sui mercati finanziari. L'accelerazione ribassista dell'USD sembra non avere fine, con l'oscillatore indicatore stocastico forex che spesso abbiamo visto in territorio di ipervenduto (o ipercomprato, a seconda dei cross).

A penalizzare il biglietto verde è stato forse il quadro troppo ottimistico che si dipingeva pochi mesi fa. Subito dopo l'elezioni di Trump la valuta americana è schizzata verso l'alto, ma dopo un paio di mesi le cose hanno cominciato a cambiare. Da allora in poi infatti tutto il restante periodo di attività di Trump ha visto il biglietto verde scivolare al ribasso. E' stato il più chiaro testimone del progressivo sgonfiamento delle aspettative sulla nuova presidenza USA, che peraltro è stata colpita anche dallo scandalo Russiagate, da diverse bocciature sulle riforma e dallo scavalcamento del Congresso (sulle sanzioni alla Russia).

Il problema di un euro troppo forte sul dollaro


Tutto questo ha finito per zavorrare il dollaro, mettendo al contempo le alti all'euro. Il cross EUR/USD ha registrato figure poco frequenti come il triplo massimo (vedi qui i concetti di triplo massimo e triplo minimo trading) e ieri ha superato anche il precedente massimo annuale scavallando quota 1,18.

E' chiaro però che un euro così forte incide molto sulle aziende del Vecchio continente e sulle prospettive del nostro export. Chi invece deve competere ed ha una valuta che si rivaluta sta soffrendo. Inoltre la debolezza del dollaro crea un effetto divaricatore degli andamenti azionari tra imprese USA (favorite) ed europee (penalizzate).

E su tutto c'è un grosso dilemma: se la FED rallenterà la normalizzazione monetaria mentre la BCE procederà al tapering, cosa succederà?