venerdì 25 agosto 2017

Petrolio ancora sotto pressione. L'OPEC valuta un altro prolungamento dei tagli

Non c'è davvero pace per il mercato del petrolio, che rimane sotto pressione sui mercati internazionali. Il cronico problema dell'eccesso di offerta ormai caratterizza il mercato da un paio di anni, senza che si riesca a trovare una soluzione. Se apriamo una qualunque piattaforma trading online demo gratis senza deposito, possiamo osservare come la quotazione sia precipitata rispetto all'inizio di questa crisi prolungata. E osservando i grafici si vedrà chiaramente come dal giorno in cui l'OPEC decise di tagliare la produzione (novembre), la situazione non sia cambiata granché.

Quotazioni del petrolio


Qui nasce il problema. L'efficacia dell'azione proposta dall'OPEC sembra sollevare più dubbi che certezze, e questo si ripercuote sulle quotazioni. Il Light crude statunitense si aggira sui 48 dollari al barile, mentre lo spread tra WTI e Brent è arrivato al top di due anni oltre i 4 dollari, visto che quest'ultimo quota circa 52 dollari al barile. Inoltre i migliori segnali opzioni binarie gratis sulle commodities puntano tutti sul ribasso.

La causa di questa inefficacia è che l’offerta USA continua a crescere, controbilanciando di fatto la decisione dell’OPEC di ridurre l’output.

La situazione del mercato


L'ultima doccia fredda è arrivata dal rapporto settimanale EIA, che ha indicato un nuovo calo delle scorte ed un contemporaneo aumento della produzione USA al top dal 2015. Nel frattempo i grandi produttori stanno riconsiderando l'ipotesi di estendere i tagli oltre la primavera del 2018. E' lo stesso Cartello che lo ha comunicato, dopo una riunione del comitato di monitoraggio avvenuta lunedì scorso. Attualmente i tagli sono pari a 1,8 milioni di barili al giorno e il desiderio sarebbe giungere ad una quotazione di 60 dollari al barile.

C'è peraltro chi prevede scenari ancora peggiori di quelli attuali, anche se a lunghissimo termine. Molti analisti infatti ritengono che il mercato del petrolio subirà un pesantissimo contraccolpo di qui a una quindicina d'anni, come conseguenza del boom dell’auto elettrica. Ritengono infatti che tra il 2030 e il 2040 i veicoli con trazione elettrica si diffonderanno sempre di più, spingendo verso un poderoso calo le quotazioni dell'oro nero.

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