mercoledì 13 settembre 2017

Financial Times boccia Milano: non può essere l'erede di Londra


Milano non potrà occupare il posto di rilievo nel mondo della finanza che Londra lascerà vacante dopo la Brexit. Lo sostiene l'autorevole Financial Times, che ha bocciato il capoluogo lombardo nonostante la sua crescita nel mondo della finanza e degli affari (specie dopo Expo).


Il magazine finanziario prima elogia Milano, dove nuovi grattacieli scintillanti rivaleggiano con le guglie del Duomo, “mentre Roma è in declino sotto l’amministrazione del sindaco populista del Movimento Cinque Stelle” . Poi aggiunge che nel capolougo meneghino hanno sede 2 delle maggiori banche europee, come Intesa Sanpaolo e Unicredit. E infine sottolinea come in città ci siano i quartier generale di Yoox Net-a-Porter e Gucci, ma anche Pirelli sta preparando il ritorno perché la Borsa italiana sta diventando un hub per i consumi di fascia alta. Tutto sembrerebbe quindi sposare la candidatura di Milano ad erede di Londra ma...

Milano bocciata come capitale finanziaria

La bocciatura è dietro l'angolo. Lo sprint di Milano è tardivo, tanto da ritenere inverosimile rivaleggiare contro città già consolidato sotto questo aspetto, come Francoforte e Parigi. E' in uno di questi due posti che finiranno i banchieri del Regno Unito nel dopo Brexit. Milano non sarà mai considerata una “top destination” a causa della instabilità politica che viene ancora ritenuta elevata, ma anche dell'alto costo del capitale in Italia. Insomma le colpe non sarebbero tutte di Milano, ma proprio del sistema paese che non funziona.

Gli osservatori internazionali non possono essere attratti guardando la realtà del lavoro in Italia. I dati dicono che nel 2016 siamo al 44° posto su 190 nella classifica “Ease of doing business” della Banca Mondiale. Inoltre siamo al 60esima posizione, tra Cuba e l’Arabia Saudita, nell’indice della corruzione percepita. Riguardo l'aspetto finanziario, secondo il Global financial centres index (Gfci) la città di Milano è solo in 54esima posizione, ben distante da Francoforte (11°) e Parigi (26°) mentre Londra è prima seguita da New York, Hong Kong e Singapore.
Il messaggio del Financial Times è chiaro: senza riforme strutturali e culturali, non ci potrà mai essere un grande appeal verso l'Italia per il business internazionale.

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