lunedì 30 ottobre 2017

Banche centrali verso la normalizzazione. Quali conseguenze per i mercati?


Nei prossimi mesi le banche centrali dovrebbero procedere con la normalizzazione dei tassi e con la riduzione delle politiche di sostegno. Il fiume di liquidità iniettato negli ultimi anni dovrebbe piano piano prosciugarsi, e questo calo fa interrogare gli analisti. Che impatto avrà sui mercati?



La politica delle banche centrali

Le maggiori banche hanno fatto felici gli operatori: soltanto nel 2017 sono stati iniettati nel mercato ben 2.540 miliardi di dollari (calcolo sulle 5 maggiori banche centrali del mondo). Nel prossimo anno questa cifra scenderà a un quinto (510 miliardi) mentre dal 2019 dovrebbe cominciare il processo inverso, con le banche che rastrelleranno liquidità (-80 miliardi).

I diversi settori dell'economia sono pronti a questo evento oppure no?

Secondo molti non ci saranno contraccolpi, visto che l'economia viaggia benone, la disoccupazione è in calo (molte aree del mondo sono praticamente in piena occupazione) e l'inflazione è bassa. Questo consente alle banche centrali di muoversi con gradualità e quindi rendere minimo l'impatto di ogni ritocco.

Secondo altri operatori invece qualche preoccupazione c'è. Per lo più è generata dall'enorme mole di debito che in questi anni di moneta facile si è accumulato nel mondo. Secondo il FMI (Fondo Monetario Internazionale) parliamo di 140mila miliardi di dollari. Tuttavia, secondo alcuni trattandosi di debiti con scadenze lunghe, l'impatto di un rialzo dei tassi non sarebbe uno shock.

Il rischio per i paesi poveri



C'è però un allarme lanciato dal FMI. Riguarda i paesi emergenti e le economie più deboli. L'appiattimento dei rendimenti e i fiumi di liquidità hanno spinto molti investitori ad andare in mercati dove tradizionalmente non andavano, perché i soli a dare ancora rendimenti appetibili. I Paesi emergenti hanno così beneficiato negli ultimi anni di flussi d'investimenti molto forti: insomma hanno approfittato dei tassi bassi per indebitarsi molto. Quando la liquidità si ritirerà, molti investitori andranno via e questi Stati potrebbero trovarsi alti debiti da rifinanziare (spesso in valuta forte) e investitori in fuga.

sabato 28 ottobre 2017

Finanza, il petrolio vola grazie alle prospettive del prolungamento dei tagli

Dopo aver tribolato tanto, il mercato del petrolio sembra aver finalmente imboccato la strada giusta. Nel corso dell'ultima settimana il mercato del greggio ha spinto forte al rialzo, al punto che il Brent ha superato quota 60 dollari al barile, come non accadeva da due anni. Dal canto suo il WTI (West Texas Intermediate) ha chiuso la settimana arrivando a 53,90 dollari (massimo dal febbraio scorso).

Cosa ancora più eclatante è che questo rally dei petroliferi è avvenuto mentre il dollaro si apprezzava a sua volta.Basta guardare il grafico su una qualunque migliore piattaforma trading gratuita per notarlo.

La questione dei tagli anima la finanza



Sono diversi i fattori che hanno messo il turbo alle quotazioni. Un impatto moderato lo hanno avuto le tensioni geopolitiche in Medio Oriente, che fanno da supporto al prezzo ma pure le generali condizioni del mercato. Anche se gli ultimi dati hanno evidenziato una crescita delle scorte di petrolio e greggio, questi valori si sono ridotti notevolmente nel corso delle ultime settimane. Ciò dimostra che la domanda si è fatta più robusta.

Ma senza ombra di dubbio il fattore di spinta maggiore è sempre l'accordo sui tagli produttivi tra paesi OPEC e NON OPEC. Nel corso di questa settimana ci sono stati interventi da parte di Russia e Arabia, che si sono schierati a favore di un prolungamento degli accordi che vanno in scadenza a marzo 2018. Questa proroga - che dovrebbe portare gli accordi fino alla fine del prossimo anno - verrò decisa a fine novembre.

Non c'è da stupirsi quindi se i trader siano mossi soprattutto dalle prospettive proprio riguardanti questi accordi. Dovrebbe andare così fino a fine novembre, a prescindere dal loro stile e dal loro timeframe migliore trading. Il mercato continuerà a operare in base alle notizie sugli accordi per i tagli. Occhio però allo shale oil americano, che potrebbe ancora sparigliare le carte visto che le quotazioni così appetitose potrebbero spingere verso l'alto la produzione.

giovedì 26 ottobre 2017

Consumi, il surgelato tira sempre di più in Italia (+2,9%)

Cambia lo scenario dei consumi alimentari in Italia. Nel corso degli ultimi mesi, i prodotti congelati sono sempre più presenti nei nostri carrelli della spesa. Quasi 25 milioni di famiglie (più del 95% del totale) consuma infatti surgelati con una media di acquisto di due volte al mese. A cambiare è soprattutto la considerazione verso questi prodotti, che non sono più visti come cibo da tenere per i casi di emergenza (quando ad esempio si torna a casa la sera) ma come prodotto della alimentazione routinaria. Nei primi 2 quadrimestri del 2017 il consumo di prodotti surgelati è salito del 2,9%.

I dati sui consumi

La rilevazione dei dati è stata fatta dall'Iias (Istituto italiano alimenti surgelati) ed ha evidenziato che i surgelati sembrano aver conquistato un ruolo centrale nelle scelte di consumo degli italiani. Anche se la crescita annua è dello 0,1%, bisogna considerare che il resto del comparto alimentare nel 2016 si era fermato a un -0,5%. Il trend dei surgelati va quindi in controtendenza rispetto al settore in generale.

Nel 2016 il consumo pro-capite di surgelati da parte degli italiani è di 13,69 kg (l'anno precedente erano 13,55). Il mercato ha fatturato complessivamente 4,5 miliardi di euro. A trascinare la crescita soprattutto il comparto ittico, che ha registrato un +4,4%. In percentuale fanno ancora meglio pizze e snack che arrivano a 4,5%. Bene anche e i prodotti vegetali (136.789 tonnellate, +4,1%). Dal punto di vista geografico invece il maggiore uso di surgelato rimane sempre nelle regioni del Nord-Est Italia (32,9%). Il centro si colloca al secondo posto (26,3%) mentre il nord-ovest è ultimo (20,1%), preceduto dal Sud (20,7%).

Secondo una indagine Ipsos, la spinta verso i surgelati deriva dalla consapevolezza da parte dei consumatori (37%) dell’innovazione e della sostenibilità che le aziende del settore sono riuscite ad imprimere negli ultimi anni. Inoltre la stessa indagine evidenzia che la metà del campione ascoltato, ritiene che in futuro aumenterà ancora di più il peso dei surgelati nel suo carrello della spesa.

martedì 24 ottobre 2017

Criptovaluta che passione, il 2017 è stato l'anno del boom


La criptovaluta è la grande protagonista dei mercati finanziari di questo 2017 che sta volgendo ormai termine. E quando si parla di valute digitali, senza dubbio in primo luogo ci si riferisce a Bitcoin, la madre nonché più famosa di tutte. Passando attraverso i suoi eccessi positivi e negativi, Bitcoin è riuscito a conquistare sempre più consensi e utilizzatori nel popolo degli internauti. Quanto sia riuscito a farlo è sotto gli occhi di tutti: da inizio 2017 Infatti le quotazioni di Bitcoin sono cresciute quasi del 700% (dati di markets.com, cos'è come funziona puoi vederlo qui).

L'ascesa della criptovaluta 

La criptovaluta piu famosa al mondo vale adesso circa 6000 dollari. Se consideriamo soltanto l'ultimo mese di negoziazioni, l'aumento che ha fatto registrare è stato di 1500 dollari. Chi a inizio anno aveva pronosticato un tracollo finora è rimasto deluso. Bisogna però ammettere che una forte ondata speculativa sta continuando a spingere le criptovalute, e che non è tutto oro quel che luccica. Insomma, i rischi sono sempre dietro l'angolo. Basta aprire una qualunque piattaforma di trading (vedi qui come si fa l'apertura conto Plus500 registrazione) per vedere come il grafico di Bitcoin abbia avuto oscillazioni paurose negli ultimi mesi.

Ovviamente la crescita e la spinta che ha ricevuto Bitcoin hanno alimentato la nascita di tantissime altre valute digitali. Attualmente se ne contano circa un migliaio, per una capitalizzazione complessiva che supera i 170 miliardi di dollari. Numeri che secondo gli esperti confermano che il settore delle valute digitali è ormai in piena concorrenza con quello delle valute tradizionali. E' chiaro che rimangono ancora molti punti oscuri in questo mondo crypto finanziario. I rischi infatti sono sempre dietro l'angolo e come si è già visto in passato le oscillazioni dei prezzi possono portare oltre a grandi guadagni anche a clamorose perdite.

La crescita fuori dai mercati


Nel frattempo però, il fenomeno delle criptovalute non si esaurisce soltanto nei mercati finanziari. L'utilizzo di queste monete infatti sta crescendo anche fuori di internet, soprattutto per il pagamento di servizi. Ma c'è chi (il municipio di Chiasso) ha dato il via al pagamento di una parte delle tasse locali in Bitcoin; anche scuole e organizzazioni umanitarie hanno deciso di accettare pagamenti in criptovalute, come farà l'università Australiana.

domenica 22 ottobre 2017

Lavoratori italiani "anziani", età media più alta della UE

L'Italia vanta un primato in Europa: quello dell'anzianità dei suoi lavoratori. Secondo un'indagine del centro studi della Cgia, da noi l'età media di un occupato era di 44 anni nel 2016, mentre nel resto d'Europa siamo a 42. Se prendiamo il dato sull'evoluzione dell'età media, scopriamo che nel corso dell'ultimo ventennio c'è stato un invecchiamento notevole, visto che siamo passati dai 39 anni medi del lavoratore del 1996 ai 44 attuali. Ben 5 anni di differenza. Un incremento che in nessun altro paese è stato così rilevante.

I numeri del mercato dei lavoratori

Un peso grosso ce l'ha avuto il calo demografico, che ha innalzato l'età media in alcune zone del paese ma soprattutto ha impedito che i "vecchi" lavoratori fossero sostituiti dai giovani. Se infatti a livello complessivo nel nostro paese i giovani tra 15-29 anni sono il 12% del totale degli occupati, in Germania arriva al 19,5% mentre il Regno Unito addirittura ci doppia al 23,7%. Dall'altro lato della medaglia abbiamo invece la seconda incidenza più grande d'Europa degli Over 50, che sono il 34,1% degli occupati. Siamo secondo solo alla Germania, che ha il 35,9%.

A livello di numeri assoluti, nel corso dell'ultimo ventennio la presenza degli under 30 nel mercato del lavoro è scesa di quasi 1.860.000 unità. In termini percentuale c'è stato un calo del 40,5% della quota di lavoratori in età 15-29 anni. Nel resto della UE questo calo è stato solo del 9,3%.

Questi dati si traducono in aspetti negativi ma qualcosa anche di positivo. Ad esempio, il fatto che ci siano lavoratori più anziani significa anche più esperti e spesso con elevata professionalità, a tutto vantaggio del prodotto finale. Di negativo c'è anche il fatto che molte attività sono caratterizzate da mansioni di routine, molto di più che nel resto d'Europa. Questo rischia una riduzione di un’ampia fetta di lavoratori di una certa età con un livello di scolarizzazione medio-basso che, successivamente, sarà difficile reinserire nel mercato del lavoro.

venerdì 20 ottobre 2017

Greggio, gli investitori rimangono prudenti

Dopo un avvio di settimana al galoppo, il petrolio ha innestato la retromarcia a metà settimana. Tanto i future sul West Texas Intermediate che quelli sul Brent hanno perso oltre l’1%. Probabilmente si tratta di un normale riflesso fisiologico dei guadagni precedenti, in sostanza le prese di profitto si fanno sentire dopo l'impennata dei primi giorni della settimana. La crescita era stata alimentata dalle tensioni in corso in Medioriente, che minacciando interruzioni ai rifornimenti hanno spinto al rialzo i prezzi e anche i migliori segnali trading opzioni binarie gratis a suggerire il rialzo.

Analisi del mercato del greggio


Va però anche detto che il mercato ha risentito della pressione esercitata da un valore superiore alle previsioni emerso circa le scorte, così come pubblicato nel rapporto settimanale dell’EIA. Bisogna mettere nel conto anche le parole dell’attuale Governatore della Banca centrale cinese. Quest'ultimo ha smorzato un po' di entusiasmi riguardo la crescita economica, alimentata da forti debiti e investimenti speculativi.

Nella giornata di oggi invece i mercati si muovono in leggero rialzo, come abbiamo visto sulle piattaforme trading bonus senza deposito favoriti dai segnali di riavvicinamento tra domanda e offerta. Anche nel lungo periodo ci sono segnali di ripresa. Tuttavia gli investitori preferiscono ancora restare guardinghi, del resto manca poco all'annuncio di un’estensione di tagli alla produzione fino alla fine del 2018 da parte dell’Opec. Fino ad allora il mercato dovrebbe rimanere in fase di oscillazione.

lunedì 16 ottobre 2017

Legge di bilancio: ecco le misure che verranno introdotte


È giunto il giorno della legge di bilancio, che dovrebbe essere varato oggi dal Consiglio dei ministri. si tratta di un duplice testo, uno che contiene il Documento programmatico di bilancio (composto di tabelle e un spunto degli obiettivi della successiva legge di bilancio), mentre l'altro è il disegno di legge vero e proprio. Il testo dovrà poi essere portato all'attenzione della Camera e del Senato entro il 20 ottobre.


I punti chiave della legge di bilancio


Cosa prevede la nuova legge? Anzitutto il blocco dell'aumento dell'Iva previsto per il 2018, che comporterà una spesa di 15,7 miliardi di euro, ovvero la maggior parte delle risorse della manovra stessa (sui 20 miliardi). Poi ci sono i soldi per gli Statali, ovvero l'aumento da 85 euro delle buste paghe dei dipendenti pubblici. Complessivamente la spesa dovrebbe aggirarsi su 1,6 miliardi, anche se c'è chi ritiene che ne serviranno 1,9 miliardi. In questo ambito, verranno ritoccati anche gli stipendi di professori e presidi, che verranno gradualmente equiparati ai dirigenti pubblici.

C'è un capitolo di spesa anche per l'occupazione giovanile e femminile. Chi assumerà ragazzi fino a 29 anni otterrà un taglio dei contributi da versare del 50% per tre anni. Lo sgravio crescerà fino al 100% per le imprese che operano nel Sud. Perle donne invece c'è uno sconto sull'Ape social di 6 mesi per figlio, per un massimo di 2 anni.

Circa coesione sociale e nuovo reddito di inclusione, è previsto uno stanziamento di 600 milioni in più nel 2018, 900 milioni nel 2019 e 1,2 miliardi nel 2020. Si rivede anche l'ecobonus, che sarà confermato anche per il prossimo anno, anche se lo sconto fiscale sarà pi basso (50% anziché 65%) per le finestre o le caldaie a condensazione.

Infine c'è molta attesa in questo periodo per la Web Tax, che dovrebbe essere aggiunta in Parlamento come i correttivi allo spesometro e gli incentivi all'utilizzo del pagamento elettronico negli esercizi commerciali.

sabato 14 ottobre 2017

Trader italiani sempre più numerosi, ecco il loro identikit


Il numero di italiani che si è dato al trading online è cresciuto enormemente nell'ultimo ventennio. L'esercito dei clienti privati che operano sulle piattaforme di investimento è diventato un elemento importante anche per i bilanci dei grandi operatori, oltre ad aver creato un mercato a grande intensità di concorrenza. Il profilo tipico dell'italiano che gioca sui mercati è maschio, 35 anni, del nord. Il mercato degli investimenti online è sorto appena 20 anni fa, ed è in continua evoluzione visto che i servizi offerti sono in continuo aumento, e puntano soprattutto sul settore degli smartphone. Il "Fintech" potrebbe riservare non poche sorprese nel futuro prossimo.

L'identikit dei trader


Per adesso ci sono i dati. Alla classica compravendita di titoli si sono aggiunti numerosi altri strumenti finanziari. I più in voga negli ultimi tempi sono i Cfd (Contract for difference), ovvero tipi di contratto dove viene scambiata la differenza di valore di un certo titolo o sottostante, maturata tra il momento di sottoscrizione e la chiusura dell’operazione. Quindi non si possiede mai realmente il bene o lo strumento che si è scelto di negoziare. In questo ambito va ricordato il caso di Plus500, che si è specializzato proprio in Cfd. Qui trovate la guida su apertura conto Plus500 registrazione.

Nel 92% dei casi il trader è di sesso maschile ed ha un'età che si avvicina (in difetto o aumento) ai 35. Per lo più si tratta di un residente al Nord. Se però consideriamo la quota di trader che eseguono più di 200 operazioni a trimestre, l’età media scende a 25-44 anni per il 33% del campione. Inutile dire che sono proprio questi i soggetti più "ambiti" dal ogni piattaforma forex migliore.

Dal momento che anche gli orari contano, e che occorre una certa flessibilità per poter cogliere tutte le occasioni di mercato, non stupisce che ci sia una connessione con le attività lavorative che normalmente svolgono i trader italiani. I più numerosi fra i trader online sono i pensionati (16,7%), seguiti a ruota dai commercianti (12,5% del totale) e quindi dai promotori finanziari (8,4%) e dirigenti e imprenditori (7,2%). Solo il 5,6% è costituito da trader di professione.
A livello operativo si sfruttano soprattutto le piattaforme fisse (74%), mentre smarthpone e tablet vengono utilizzati prevalentemente per ottenere informazioni tempestive più che per operare online.

giovedì 12 ottobre 2017

Corruzione: 1,7 milioni di famiglie è stata vittima di questi episodi

Emerge un dato allarmante dall'Istat: circa 1,7 milioni di famiglie italiane (quindi il 7,9% del totale) ha dovuto fare i conti con la corruzione. Nel corso della vita infatti almeno una volta hanno incrociato persone che chiedevano denaro, favori, regali o altro in cambio di servizi o agevolazioni. Se restringiamo l'ambito temporale, nel corso degli ultimi 12 mesi una famiglia su cento si è imbattuta in questo genere di fenomeno. L'indagine fatta dall'Istat per la prima volta, visto che ha introdotto questi quesiti nello studio sulla sicurezza dei cittadini 2015-2016.

Quali sono le zone dove i fenomeni corruttivi sembrano essere di più? Il Lazio è in testa con il 17,9%, mentre la zona più virtuosa in questo senso è la Provincia autonoma di Trento (2%). Tra i due estremi si registra una situazione molto variegata ed eterogenea.

I dati sulla corruzione

Riguardo invece l'ambito in cui si verificano i fenomeni corruttivi, nella maggior parte dei casi si consumano nel settore lavorativo (3,2% delle famiglie), soprattutto nel momento della ricerca di lavoro, della partecipazione a concorsi o dell'avvio di un'attività lavorativa (2,7%). Fa orrore vedere che nel 2,9% dei casi la corruzione si consuma in ambito giudiziario (regali o favori da parte di un giudice, un pubblico ministero, un cancelliere, un avvocato, un testimone o altri).

Altra situazione in cui si verificano fenomeni corruttivi sono quelle in cui le famiglie fanno domanda di benefici assistenziali (contributi, sussidi, pensioni di invalidità), mentre anche in ambito sanitario non sono infrequenti episodi di corruzione.
I casi in cui si verificano meno episodi corruttivi riguarda le public utilities: sono soltanto 0,5% le famiglie ha subito richieste del genere quando deve richiedere allacci, volture o riparazioni per energia elettrica, gas, acqua o telefono.

Ultimi due dati: l'85,2% delle famiglie ritiene che sia stato utile pagare per ottenere quanto desiderato, ma il 30,9% non lo rifarebbe. Siamo sicuri?

martedì 10 ottobre 2017

Mercato del petrolio: la salita c'è ma rimane l'incertezza


Malgrado i recenti rialzi, il mercato del greggio continua ad essere caratterizzato da una forte incertezza. C'è una persistente volatilità del sistema, dovuta chiaramente a un OPEC che sta provando a tenere i ranghi serrati sulla questione del contingentamento della produzione. Anche se negli Usa la produzione sta rallentando, c'è l'export che corre come non aveva mai fatto (colpa del differenziale tra WTI e Brent), il che mette ancora una volta il "cartello" sotto pressione. E forse lo costringerà a rivedere ancora le strategie.

I driver del mercato del petrolio


Quel che è certo è che si sta lavorando sul prolungamento dei tagli produttivi, almeno fino alla fine del 2018. Ma c'è di più. Il ministro iraniano Bijan Zanganeh ha detto che l’Opec Plus sta valutando anche tagli più pesanti. E non è neppure escluso che si riesca finalmente ad allargare gli aderenti al programma con paesi dell’Africa e dell’America Latina.

Negli ultimi giorni il crollo delle scorte Usa ha contribuito a tenere su il prezzo del barile. Lunedì i future sul greggio statunitense WTI e quelli sul Brent hanno chiuso in rialzo. Anche oggi abbiamo visto sulla piattaforma BDSwiss che il petrolio ha cominciato bene la seduta (qui puoi vedere come funziona BDSwiss).
A favorire la crescita c'è anche il sostegno dell’Opec secondo il quale i mercati starebbero rapidamente andando incontro a un riequilibrio. L'eccesso cronico di offerta quindi si sta correggendo. “Ci sono segnali evidenti di riequilibrio nel mercato” ha dichiarato il segretario generale dell’Opec Mohammed Barkindo.

Analisi tecnica


Dal punto di vista tecnico,per il WTI appare interessante il balzo verso il livello dei 49$. L’area funge da supporto importante, con tutte le conseguenze del caso. Suggeriamo di esaminare il grafico con  i segnali Ichimoku strategia. Circa il Brent invece, sembra che il mercato stia cercando di stampare la figura di un martello sul grafico giornaliero. Se così fosse avremmo un segnale di forza.

domenica 8 ottobre 2017

Mercato del lavoro: record dei contratti a termine

Ci sono due dati che colpiscono riguardo al mercato del lavoro italiano. Il primo è che il livello di occupazione è tornato ai valori del 2008, sopra quota 23 milioni. Il che sembrerebbe una cosa molto positiva. Tuttavia a mitigare gli entusiasmi ci pensa il secondo dato, in base al quale questa impennata è frutto di una crescita record dei contratti a tempo determinato, che sono giunti a 2,8 milioni. si tratta del livello più alto raggiunto dal 2004. Rispetto ad allora ne abbiamo addirittura 1 milioni in più. I dati sono stati elaborati - sulla base di quelli Istat - da parte della Cgil.

I dati del mercato del lavoro

La fotografia del mercato del lavoro evidenzia inoltre una emorragia degli autonomi, che sono arrivati a 5,3 milioni, quasi il 25% in meno rispetto al 2004. All'aumento del numero totale degli occupati, non corrisponde inoltre un eguale innalzamento delle ore lavorate e delle unità di lavoro standard. Anche le Ula (unità lavorative annue) sono in discesa nell'ultimo trimestre (-4,5%).

Un altro dato deve far riflettere. C'è stata una crescita sostanziosa dei lavoratori part-time, che ha toccato la quota record di 4 milioni 329 mila nel secondo trimestre 2017. Si tratta di quasi un milione in più rispetto al 2008 e quasi 1,5 milioni in più del 2004. La cosa preoccupante è che cresce soprattutto il part-time involontario, ovvero quello che viene svolto non per scelta ma per mancanza di occasioni lavorative a tempo pieno.

Si può quindi dire che non siamo certo ancora brillanti per quel che riguarda il mercato del lavoro. La piena o anche solo la massima occupazione da noi rimane ancora un miraggio. Peraltro si tralasciano i discorsi riguardo alla qualità dell'occupazione, negativa visto l'alto numero di precari e - appunto - di part time involontario.

venerdì 6 ottobre 2017

FED, Trump fà la sua prima nomina. Oggi i dati sul lavoro USA

In attesa di capire le prossime mosse della FED, arriva la prima mossa di Donald Trump "sulla" FED. Ieri sera infatti il presidente USA ha nominato il suo primo membro nell'istituto centrale americano, individuandolo in Randal Keith Quarles. Il Senato a maggioranza repubblicana, ha approvato la scelta di Trump dando così ufficialità alla nomina (65 voti favorevoli e 32 contrari). Quarles è il papà della società di investimento Cynosure, ed ha già avuto importanti esperienze politiche durante l'amministrazione di George Bush. Peraltro diventerà il primo vice Chairman della Bank Supervision, visto che nessuno aveva mai occupato questo posto.

La scelta di Trump tradisce il suo pensiero riguardo il futuro andamento della FED. Quarles infatti è un sostenitore della flessibilità circa le regole da dare alla finanza a stelle e strisce. Lui e Trump sono quindi sulla stessa linea di pensiero. Che è a sua volta ben differente da quella di Janet Yellen, attuale presidente FEd. Ella ha affermato più volte che l'attuale quadro molto rigido dovrebbe rimanere tale anche in futuro.
La partita a distanza tra Trump e Yellen comunque durerà ancora poco, visto che a febbraio scadrà il mandato dell'attuale Chairwoman e Trump pare intenzionato a non rinnovarglielo.

I mercati USA e la FED 


Nel frattempo, i mercati sono impegnati a guardare in tutt'altra direzione. Il dollaro, rimasto sostanzialmente stabile contro l'euro verso quota 1,17 (suggeriamo di sfruttare Awesome oscillator strategie opzioni binarie), attende soprattutto i dati macro in arrivo questo pomeriggio. Sarà infatti diffuso il cruciale report sull'occupazione, con il numero di nuovi occupati nel settore non agricolo che dovrebbe calare da 156mila a 130mila unità.


L'importanza di questi dati sta nell'effetto previsionale che possono avere sul rialzo del costo del denaro da parte della FED. Sembra assai probabile che a dicembre ci sarà un nuovo ritocco del costo del denaro, e questo evento comincia ad essere già prezzato dai mercati. Nelle ultime settimane infatti il dollaro s'è rafforzato, e sulla piattaforma +500 (vedi qui come si fa l'apertura conto Plus500 registrazione) lo abbiamo visto guadagnare decisamente terreno nei confronti dell'euro, scendendo dal livello record di 1,20.

mercoledì 4 ottobre 2017

Imposte arretrate: Amazon dovrà versare al Lussemburgo 400 milioni


Arriva una stangata per il colosso dell'e-commerce Amazon, che dovrà versare al Lussemburgo centinaia di milioni di euro di tasse arretrate. Al centro della questione c'è un accordo di 'tax ruling', in base al quale la azienda ha avuto dei benefici dal piccolo stato europeo, sotto forma di agevolazioni fiscali. Il punto è che secondo le regole comunitarie si configurerebbero come aiuti di stato. Quindi illeciti.

La situazione e le imposte arretrate

La storia sarebbe andata avanti da un decennio, e per questo si arriva a una sanzione di circa 400 milioni. La commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager domani si pronuncerà contro l'accordo fiscale del 2003 che ha consentito di far pagare meno tasse ad Amazon. Si attende che la Commissione europea annunci la chiusura dell'indagine a carico di Amazon, e faccia partire l'ordine... che stavolta non è di acquisto ma di pagare!
Più o meno la vicenda è analoga a quella che ha visto protagonista Apple, sebbene con cifre molto differenti (al colosso di Cupertino è stato imposto il pagamento di 13 miliardi).


Proprio per questo l'inchiesta rischia di acuire riacuire le tensioni scoppiate con gli Stati Uniti e rialimentare le polemiche scoppiate lo scorso anno. Ricordiamo infatti che all'epoca il Congresso Usa reagì malissimo al 'caso Apple'. Peraltro Amazon e l'azienda di Cupertino non sono le sole società ad essere finite nel mirino UE: c'è Starbucks (per le tasse nei Paesi Bassi), il fastfood McDonald's e la francese Engie.

lunedì 2 ottobre 2017

Forex: manipolazione dei prezzi, Deutsche Bank patteggia 190 milioni di multa


Manipolazione dei prezzi nel mercato valutario, più conosciuto come Forex. Per questa accusa, nei giorni scorsi la Deutsche Bank ha firmato il patteggiamento presso la U.S. District Court in Manhattan. In base a questo accordo, il colosso tedesco dovrà pagare ben 190 milioni di dollari per la pratica illecita, anche se i vertici dell'istituto continuano a negare di avere responsabilità dirette. Una situazione che ha gettato nello sconforto molti trader, che hanno visto cadere la stima verso molte delle migliori piattaforme trading online gratis.

Le multe a carica dei furbetti del Forex

Affinché l'accordo preliminare abbia effetto, occorre tuttavia che ci sia l'approvazione da parte di un giudice. Deutsche Bank si trova in discreta compagnia, dal momento che non è la sola ad essere finita nel mirino della Foreign Exchange Benchmark Rates Antitrust Litigation, ovvero una mega causa che venne lanciata dagli investitori valutari nei confronti di 16 banche. Di queste 15 hanno già patteggiato per un totale di 2,31 miliardi di dollari di risarcimenti, mentre non ha ancora voluto accordarsi Credit Suisse, una di quelle che dal confronto spread broker più bassi risulta tra le migliori.

Gli investitori hanno accusato le banche di manipolare i tassi di riferimento monetari (WM / Reuters Closing Spot, o la Fix) condividendo ordini e informazioni commerciali riservate per coordinare le proprie strategie. La condivisione avveniva su chat con nomi con "The Cartel" o "The Mafia" mentre le tattiche erano "front running", "banging the close" e "painting the screen".

La cifra del patteggiamento più elevata è quella pagata da Citigroup, che dovrà sborsare 402 milioni di dollari. Al secondo posto c'è un altro nome molto noto: Barclays (384 milioni). Sul podio c'è anche Hsbc Holdings (285 milioni), che deve pure fare i conti con una mega multa da 175 milioni di dollari da parte della Federal Reserve. LE altre banche coinvolte sono Bank of America, Banca di Tokyo-Mitsubishi UFJ, BNP Paribas, Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Morgan Stanley, Royal Bank of Canada, Societe Generale, Standard Chartered e UBS.