lunedì 2 ottobre 2017

Forex: manipolazione dei prezzi, Deutsche Bank patteggia 190 milioni di multa


Manipolazione dei prezzi nel mercato valutario, più conosciuto come Forex. Per questa accusa, nei giorni scorsi la Deutsche Bank ha firmato il patteggiamento presso la U.S. District Court in Manhattan. In base a questo accordo, il colosso tedesco dovrà pagare ben 190 milioni di dollari per la pratica illecita, anche se i vertici dell'istituto continuano a negare di avere responsabilità dirette. Una situazione che ha gettato nello sconforto molti trader, che hanno visto cadere la stima verso molte delle migliori piattaforme trading online gratis.

Le multe a carica dei furbetti del Forex

Affinché l'accordo preliminare abbia effetto, occorre tuttavia che ci sia l'approvazione da parte di un giudice. Deutsche Bank si trova in discreta compagnia, dal momento che non è la sola ad essere finita nel mirino della Foreign Exchange Benchmark Rates Antitrust Litigation, ovvero una mega causa che venne lanciata dagli investitori valutari nei confronti di 16 banche. Di queste 15 hanno già patteggiato per un totale di 2,31 miliardi di dollari di risarcimenti, mentre non ha ancora voluto accordarsi Credit Suisse, una di quelle che dal confronto spread broker più bassi risulta tra le migliori.

Gli investitori hanno accusato le banche di manipolare i tassi di riferimento monetari (WM / Reuters Closing Spot, o la Fix) condividendo ordini e informazioni commerciali riservate per coordinare le proprie strategie. La condivisione avveniva su chat con nomi con "The Cartel" o "The Mafia" mentre le tattiche erano "front running", "banging the close" e "painting the screen".

La cifra del patteggiamento più elevata è quella pagata da Citigroup, che dovrà sborsare 402 milioni di dollari. Al secondo posto c'è un altro nome molto noto: Barclays (384 milioni). Sul podio c'è anche Hsbc Holdings (285 milioni), che deve pure fare i conti con una mega multa da 175 milioni di dollari da parte della Federal Reserve. LE altre banche coinvolte sono Bank of America, Banca di Tokyo-Mitsubishi UFJ, BNP Paribas, Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Morgan Stanley, Royal Bank of Canada, Societe Generale, Standard Chartered e UBS.

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