venerdì 3 novembre 2017

Economia: la crisi fa più male al Sud, PIL -11,9% in otto anni

La crisi dell'economia ha colpito tutto il mondo, ma da paese a paese con intensità differente. E anche all'interno dei singoli paesi le difficoltà si sono avvertire in modo differente tra Nord e Sud. L'Italia non fa eccezione. Secondo le rilevazioni di Bankitalia infatti, la crisi economica ha acuito il divario tra le nostre regioni anche in base alla presenza (o meno) di aree con una spiccata vitalità industriale. In pratica chi ha saputo riprendersi prima e cogliere il miglioramento della congiuntura è andata benone, chi invece non ce l'ha fatta è stata duramente colpita.

I dati sull'economia

I dati contenuti nel bollettino “Economie delle Regioni” realizzato dalla Banca d’Italia si basa sull'analisi fino al 2015, e individua 369 aree incrociando dove le performance aziendali sono mostrate positive nell’ultimo triennio.
Il risultato è che il 65% di queste aree manifatturiere vitali sono concentrare nel Nord, e inoltre ben distribuite su tutto il territorio. Al Sud invece sono molte di meno e con una distribuzione molto rarefatta, a macchia di leopardo. In pratica nel Meridione ci sono poche oasi felici sparse qui e là. E sono completamente assenti in ben 4 regioni: Molise Calabria, Sicilia e Sardegna.

Nel Meridione chi fa meglio è legato soprattutto al comparto alimentare, mentre salendo su per lo stivale le realtà più efficienti sono legate ai settori tecnologici intermedi: le produzioni chimiche, le apparecchiature elettriche e i trasporti, le lavorazioni dei metalli e la raffinazione.

Un altro dato inquietante riguarda il Prodotto Interno Lordo, che secondo questa analisi in Bankitalia è sceso del 11,9% al Sud tra il 2007 e il 2015, contro il -6,7 del Centro Nord e il 5,7 o 5,9% del Nord-Ovest e del Nord-Est. Una delle ragioni di tale divario è la differenza di produttività, che al Sud è più bassa di oltre il 20% rispetto al resto del Paese. Al Centro Nord si utilizza molta più forza lavoro qualificata.

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