venerdì 1 giugno 2018

PIL italiano positivo ma in frenata nel primo trimestre 2018

Rallenta la crescita dell'economia italiana, secondo i dati diffusi in mattinata da Istat. Nel primo trimestre il Pil è cresciuto dello 0,3% sul trimestre precedente e dell'1,4% su base annua (valore destagionalizzato e corretto per il calendario). Si tratta quindi di una decelerazione lieve sia a livello congiunturale che quelle tendenziale. Inoltre l'istituto di statistica ha alzato il valore della crescita congiunturale del quarto trimestre del 2017, portandola dal +0,3% al +0,4%. Va detto però che il Pil italiano è positivo da 15 trimestri consecutivi e ha recuperato il 4,4% rispetto secondo trimestre 2014, da quando cioè é iniziata la ripresa.

L'analisi del PIL italiano

pil italiaAnalizzando il PIL italiano del primo tirmestre, si evince come la crescita dell’economia italiana sia stata trainata soprattutto dalla ricostituzione delle scorte e dai consumi delle famiglie. Le scorte hanno dato il contributo più consistente all’espansione del Pil (+0,7 punti). Probabilmente le imprese sono tornate ad accumulare dopo due trimestri consecutivi di smaltimento. Bene anche l’apporto positivo della spesa delle famiglie (+0,3 punti), in un contesto di ripresa in cui prosegue la creazione di posti di lavoro, anche se prevalentemente a tempo determinato.

Segnali negativi invece giungono dagli investimenti (-0,2 punti), che sono andati in calo, nonché dalle esportazioni che mostrano segnali di frenata. Nullo il contributo della spesa della pubblica amministrazione. Il calo degli investimenti potrebbe essere un effetto fisiologico del balzo che era stato visto nella seconda parte del 2017, quando l’incertezza sulla proroga degli incentivi su Industria 4.0 aveva spinto le imprese ad approfittarne.

Circa invece il commercio, va segnalato il forte rallentamento del canale export (-2,1% su trimestre). Si tratta di un elemento che accomuna l'Italia ad altre grandi economie europee. Potrebbe peraltro essere qualcosa con cui faremo i conti anche in futuro, viste le tensioni sul commercio internazionale dopo l’estensione all’Unione europea dei dazi Usa su acciaio e alluminio.

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