martedì 31 luglio 2018

PIL italiano in calo a giugno. E anche l'occupazione ha deluso

L'economia italiana sta rallentando. Secondo i dati diffusi da Istat, il Prodotto Interno Lordo - corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato - nel secondo trimestre è salito solo dello 0,2%. Nel primo trimestre invece la crescita congiunturale era salita dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Su base annua invece il PIL è salito dell'1,1%, mentre il dato precedente era dell’1,4%. Se consideriamo il dato trimestrale, si tratta del peggiore visto dal 2016.

Il secondo trimestre del 2018 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2017. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia in quello dell'industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.

Giugno opaco per occupazione e PIL

Questi dati vanno messi assieme a quelli riguardo alla disoccupazione, che nel mese di giugno è tornata a salire al 10,9%. Dopo tre mesi di crescita dell'occupazione, s'è registrato un calo di 49 mila unità (-0,2%). Il rallentamento dal PIL nel secondo trimestre 2018 e la discesa del numero di occupati, delineano così un quadro molto fosco per l'economia italiana. Cosa che diventa più preoccupante se ci focalizziamo soprattutto su due aspetti: la frenata del Prodotto Interno Lordo su anno in termini tendenziali (precipitato all’1,1% dal 1,4% del trimestre precedente), ed il calo dei dipendenti permanenti (-83 mila unità).

La parte mezza piena del bicchiere è che l'economia del tricolore continua la sua fase di crescita che va avanti ormai da sedici trimestri. Complessivamente durante questo lasso di tempo l'espansione economica complessiva è stata del 4,5%. Tuttavia, il Pil risulta inferiore addirittura del 5,4% rispetto al massimo storico del primo trimestre del 2008.

venerdì 27 luglio 2018

Criptovalute, la SEC dice ancora non agli ETF dedicati. E le quotazioni calano

Il settore delle criptovalute incassa una nuova brutta notizia, che ha inevitabilmente spinto al ribasso le quotazioni. Dal fronte SEC (Securities and Exchange Commission, ovvero la versione americana della Consob) ha negato ai fratelli Winklevoss la creazione di un ETF sulla criptovaluta BTC. Si tratta del secondo tentativo che finisce con un naufragio.

Il diniego della SEC e le ripercussioni sulle criptovalute

Secondo la SEC ci sono almeno due forti preoccupazioni riguardo i fondi ETF su Bitocin. Anzitutto la liquidità, in secondo luogo la custodia. Secondo la Commissione americana i mercati delle criptovalute non sono affatto resistenti alle manipolazioni, visti anche i precedenti recenti. Inoltre c'è una certa apprensione riguardo al fatto che le maggiori quantità di BTC vengono scambiate in mercati esterni agli USA, quindi ancora meno controllabili.

La seconda bocciatura da parte della Commissione ha di nuovo sprofondato i mercati verso la sfiducia. Questo spiega perché il Bitcoin è tornato sotto gli $8.000 (qui si parla del cfd su bitcoin trading italia), anche per via di alcune prese di profitto dopo il recente rally che l'aveva riportata di recente ai massimi di fine maggio. Il diniego della SEC ha affossato le quotazioni anche delle altre principali criptovalute. Ad esempio Ethereum è scivolato verso quota 465 dollari, Ripple a 0,450 dollari. Litecoin invece si appresta a chiudere la settimana in calo dopo un promettente inizio che aveva visto i prezzi raggiungere quota 90$, ma da cui puntualmente sono partite le vendite portando i corsi a ridosso di 81.

Cambiano gli scenari?


Di sicuro questa partita non si è ancora chiusa. Il rifiuto della SEC potrebbe essere temporaneo, ma non è detto che un domani non possa essere modificato. Dipenderà dalle condizioni. Un vero peccato per gli amanti del trading sulle criptovalute, quelli che cercano solo i miglior Forex broker trading che propongono asset sulle valute digitali. Negli ultimi giorni infatti si era pensato a un prepotente ritorno di interesse verso Bitcoin e compagnia, ma adesso si addensano nuove ombre sul futuro.

mercoledì 25 luglio 2018

Imprese in italia: ogni giorno ne nascono 1000 (ma 670 chiudono)

Continua ad essere alta la voglia di fare impresa in Italia. Secondo i dati diffusi da Unioncamere-Infocamere sulla natalità e mortalità delle imprese nel secondo trimestre 2018, emerge che a fronte di 670 chiusure al giorno ce ne sono state 1000 che sono nate.

I dati sulle imprese in Italia

A prima vista il dato sembra molto positivo, ma in realtà nasconde un aspetto preoccupante. Rispetto al trimestre precedente, nel periodo di tempo osservato le chiusure sono aumentate mentre le aperture sono rimaste stabili. Inoltre il saldo attivo di 31.118 imprese è inferiore rispetto a quello di un anno fa, quando la crescita fu pari a 35.803 unità. Il saldo ci riporta così indietro di 6 anni, al livello del 2012 (+31.565) quando chiudevano circa 1000 imprese al giorno. In pratica abbiamo una contrazione evidente del ritmo di crescita dell'attività imprenditoriale italiana.

A livello di settore, quelli che hanno fatto registrare il saldo di natimortalità migliore sono alberghi e ristoranti (5.299 imprese in più nel trimestre), seguite dal commercio (+5.064) e dall’agricoltura (+4.394). A livello di percentuali invece i settori migliori sono stati i servizi alle imprese e quelli professionali, tecnici e scientifici, cresciute dell’1,3% a fronte di una crescita meda dello 0,5%. Oltre la soglia dell’1% anche alberghi e ristoranti (+1,2%) e sanità e assistenza sociale (+1,1%).

A livello territoriale ci sono bilanci positivi in tutte le macro-ripartizioni. Molto bene il Meridione, dove il saldo positivo è di 12.100 imprese. Addirittura ben 4.071 nella sola regione Campania. Al Centro il saldo positivo è di 7.968 imprese, mentre al Nord sono 11 mila circa. A livello regionale fanno tutte registrare un saldo positivo, ad eccezione della componente artigiana in Veneto (-48 imprese artigiane in meno), Molise (-21), Sicilia (-59) e Sardegna (-2).

lunedì 23 luglio 2018

Aussie volatile ma stabile. Ecco cosa può muoverlo questa settimana

Durante le ultime sessioni la coppia AUD / USD è stata piuttosto volatile e si è mossa all'interno della fascia di prezzo compresa tra 0,73 e 0,75. E' all'interno di questo range che l'Aussie si sta muovendo ormai da un mesetto circa. La settimana scorsa l'australiano è prima arrivato ai minimi recenti, ma poi è rimbalzato finendo sui massimi a breve termine. Venerdì scorso c'è stata l'ultima spinta, grazie alla debolezza dell'USD innescata da Trump.

Dati macro influenti sull'Aussie

Servendoci dei calendari economici delle migliori piattaforme forex online italiane, possiamo vedere i dati macro interessanti in uscita questa settimana, che potrebbero incidere sull'Aussie. Va ricordato soprattutto il rapporto sull'inflazione australiana, che dovrebbe mostrare un aumento dello 0,5% rispetto al valore precedente dello 0,4%. Dal dato annuale ci si aspetta invece una crescita fino al 2,2%. Venerdì sarà poi la volta del dato sui prezzi alla produzione. Sul fronte americano è invece atteso il dato sui "Core Durable Goods", i beni durevoli, che dovrebbe aumentare dello 0,5% rispetto al precedente valore dello 0,0%. Il rapporto medio del PIL dovrebbe aumentare al 4,0% mentre quello sulle vendite domestiche dovrebbe aumentare leggermente a 5,46 milioni rispetto alla precedente cifra di 5,43 milioni.

Allo stato attuale, entrambe le valute in questa coppia sono impostate verso un sentiero abbastanza ottimistico (tenuto conto delle previsioni sui prossimi rapporti economici). Per questo motivo ci si può attendere un'ulteriore ventata di volatilità della coppia. Tuttavia la preferenza può essere accordata al dollaro USD, dal momento che nelle previsioni c'è un maggiore ottimismo nel sentimento del mercato.

Consiglio: se volete fare trading sulle valute, non cercate a tutti i costi forex con bonus senza deposito, ma guardate anche ad altre e importanti caratteristiche.

Questioni tecniche 

Dal punto di vista tecnico, il prezzo è recentemente rimbalzato sul supporto 0,73 da dove potrebbe mostrare un certo slancio rialzista. Tuttavia finché il prezzo rimarrà sotto 0,75, la tendenza al ribasso dovrebbe continuare e spingere ed essere prevalente. Qualora dovesse arrivare una rottura al di sopra di 0,75 con una chiusura giornaliera, allora probabilmente sul mercato sarà iniettato un impulso rialzista (obiettivo verso 0,77 in futuro).

venerdì 20 luglio 2018

Tassi di interesse e FED nel mirino di Trump, che attacca pure la UE

Stavolta Trump colpisce in casa propria. Il presidente americano infatti ha messo nel mirino quel capo della FED che lui stesso ha nominato. Ha infatti criticato Jerome Powell per la decisione di procedere con il rialzo dei tassi di interesse, mentre lui vorrebbe delle più generose strategie di stimolo all'economia. In barba alla priorità della Fed di preservare l’espansione da rischi di squilibri.

Trump e il rialzo dei tassi di interesse

Nel corso di una intervista alla Cnbc, il presidente americano ha detto di non essere entusiasta dei rialzi dei tassi di interesse: "Qualcuno dirà che non dovrei dirlo come presidente ma non me ne frega niente. Non mi piace tutto questo lavoro che stiamo facendo per l'economia e poi vedere i tassi salire". Ricordiamo che l'istituto centrale ha effettuato il secondo ritocco annuale nell'ultimo nel meeting del 12-13 giugno. Inoltre la Fed - che ha finora alzato due volte i tassi da inizio anno - ha confermato l'intenzione di procedere ad altri due ritocchi, visto che l’economia appare in buona salute. Le sue parole hanno messo ieri sotto pressione Wall Street e, oggi le Borse asiatiche.

Ma Trump ieri non s'è limitato a colpire la FED. Ha piazzato anche un bel carico anche sulla questione Google-UE, dopo la sanzione da oltre 4 miliardi decisa da Bruxelles. «Ve lo avevo detto! L'Unione Europea ha dato uno schiaffo da cinque miliardi di dollari a una delle nostre grandi società. Si è veramente approfittata degli Stati Uniti, ma non per molto». Così ha twittato il presidente Trump. Una questione che arriva in un momento in cui i rapporti fra le due sponde dell'Atlantico sono già tesi, e rischiando di scatenare nuove rappresaglie della Casa Bianca. Trump ha avuto una serie di incontri istituzionali che non sono mai filati lisci. Dal G7 di inizio giugno in Canada al summit Nato della scorsa settimana, tutti appuntamenti conditi da momenti di tensione.

mercoledì 18 luglio 2018

Valute digitali, siamo di fronte a un nuovo rally?

Nel giro di poche ore il Bitcoin è tornato a piazzare un improvviso sussulto. La quotazione del BTC - la più famosa delle valute digitali - è infatti schizzata di circa il 10% nel giro di poche ore, tornando verso i 7400 dollari. E adesso tutti quanti si chiedono se i segnali che arrivano dal mercato non possano far intendere un nuovo rally al rialzo. Effettivamente, qualche spunto in tal senso esiste, anche se solo fino a poche settimane fa tutto ciò sembrava molto complicato.

I driver del mercato delle valute digitali

Chi adotta tecniche trading forex intraday ha colto degli importanti segnali grafici, a parte il rally stesso. Ma ci sono pure ragioni più concrete, dovute alle notizie recenti su IBM. Il colosso tech ha infatti annunciato una partnership con Stronghold (una start-up fintech) per creare una stablecoin per entrare nel mondo delle criptovalute. La moneta virtuale di IBM sarà ancorata alle oscillazioni del dollaro per limitare la propria volatilità e le sue riserve saranno detenute da Prime Trust, un asset manager focalizzato su blockchain e tecnologie digitali. Questa notizia ha reso euforici gli investitori in valute digitali, e a beneficiarne è stato l'intero settore.

Il rally del Bitcoin infatti ha trascinato con sé tutte le altre altcoin, basta guardare le trading online piattaforme migliori per verificarlo. Cardano ad esempio ha messo un guadagno di quasi il 20%. Il valore di Stellar è salito del 17%. Avanzano in modo significativo anche Bitcoin Cash (+10%) e Ripple (+7%).

Ma basta questo scatto per dire che spira un vento nuovo sul settore delle valute virtuali? Probabilmente no. Anche se in questo momento c'è un clima generalizzato di euforia, molti investitori mantengono un approccio più scettico e cauto. Del resto un’altra famosa stablecoin - Tether - rappresenta un esempio negativo che spaventa: venne utilizzata per manipolare il prezzo del Bitcoin. Ma da qui a dire che siamo di fronte a una situazione simile ce ne passa, e i trader lo sanno.

lunedì 16 luglio 2018

Banche, scatta l'allarme: oltre 6mila sportelli chiusi in pochi anni

Il mondo delle banche italiane sta cambiando rapidamente, con inevitabili ripercussioni sull'occupazione. Secondo i dati di First Cisl, il numero di sportelli bancari in Italia si è ridotto di 6.289 unità negli ultimi 7 anni. Questo taglio deciso al numero di sportelli ha altresì comportato una forte riduzione del numero di occupati. Infatti il personale impiegato in banca è diminuito di 26.249 addetti.

Banche e tagli

Ancora più eclatante è un dato geografico. Infatti sono addirittura 383 i comuni italiani che sono rimasti totalmente senza banca. Il numero di quelli serviti dalla rete di filiali dei nostri istituti è sceso dai quasi 6000 di fine 2010, fino a poco più di 5.500 alla fine dello scorso anno. Si è proceduto con un ritmo di chiusure degli sportelli del 18,7% dal 2010 in poi, ma contemporaneamente il calo degli accessi alle agenzie è stato meno della metà, ovvero il 7,5%. Ciò vuol dire che c'è molta meno copertura della rete bancaria nel Paese. Ci sono 45 filiali ogni 100 mila abitanti.

Un altro aspetto che preoccupa è che questo ritmo delle chiusure è andato accelerando negli ultimi tempi. Infatti circa un quarto delle filiali perse negli ultimi sette anni è stato chiuso nel solo 2017. Facendo un calcolo approssimativo, una tendenza di questo tipo farebbe del tutto scomparire le banche fisiche sul territorio in appena 15 anni.

L'errore grave

Che il cambiamento possa portare benefici in termini di costi e di efficienza è fuor di dubbio. Tuttavia è altresì evidente che a restare scoperte sono proprio quelle aree marginali abitate da una popolazione più anziana, ovvero meno capace di abbracciare la tecnologia, costringendoli a mantenere in casa maggiore disponibilità di contante.

Insomma, se la banca elettronica è utilissima, è un errore pensare che possa sostituire in tutto e per tutto quella fisica. Gli italiani infatti continuano a entrare in filiale: in 26 milioni si rivolgono tuttora a uno sportello bancario, il 51,7% della popolazione maggiorenne. Ci vuole tempo per educare la popolazione a far diversamente, e il modo migliore non è imporre il cambiamento. Infatti il crollo repentino del numero dei dipendenti bancari ha come grave effetto quello di rallentare il servizio.

venerdì 13 luglio 2018

Franco svizzero, si chiude una settimana debole contro il dollaro

Il ritorno della propensione al rischio ha fatto sentire i suoi effetti sui mercati. Le valute considerate rifugi sicuri - come Yen e Franco svizzero - hanno accusato un deciso calo nell'ultimo periodo, anche se la pubblicazione del rapporto sull’inflazione di giugno negli USA ha dato solo una spinta limitata al biglietto verde. Su tutto infatti pesa sempre l'incertezza sui potenziali effetti negativi di una guerra commerciale.

Dati macro e franco svizzero

Riguardo al franco svizzero, oggi è stato giorno di dati macro, come visto sul calendario economico dei migliori broker forex italiani autorizzati. Secondo quanto comunicato dal Bundesamt für Statistik (Bfs, l'ufficio nazionale di statistica elvetico), i prezzi alla produzione sono cresciuti del 3,5% annuo in giugno, molto di più di quanto si aspettavano gli economisti (3,2%). Su base mensile l'indice è invece salito dello 0,2% come a maggio, in linea con il consensus. Ricordiamo che nei giorni scorsi era stato pubblicato il rapporto sul tasso di disoccupazione, che aveva evidenziato una leggera diminuzione al 2,6% rispetto al valore precedente del 2,7% (meno però delle aspettative del 2,5%).

Come detto, la coppia USD/CHF ha viaggiato al rialzo negli ultimi tempi, superando la parità e toccando il massimo trimestrale a quota 1.00559. Alla luce del recente movimento verso l'alto e del superamento di una soglia psicologica così importante (come quota 1.0000), la coppia potrebbe ora testare il livello 1.0057 (secondo Commerzbank). Oltre tale quota ci sono poi 1.0093 / 1.0108 (aprile 2017) e il ritracciamento del 78,6% di Fibonacci. Il supporto invece è offerto a .9737 / 39.

Va detto che il trend rialzista del cambio dollaro-franco svizzero procede senza una vera e propria pausa da quando è partito l’impulso rialzista il giorno 16 febbraio scorso. Chiunque sa il trading forex come funziona non vede al momento fattori ostativi alla sua prosecuzione, ma tuttalpiù potrebbe esserci un rallentamento o una correzione.

mercoledì 11 luglio 2018

Guerra commerciale, Trump scatena una nuova offensiva

Trump non ha nessun ripensamento, anzi tira dritto per la sua strada e annuncia un nuovo round nella guerra commerciale contro la Cina. L'amministrazione USA infatti ha annunciato ieri notte che delle sanzioni pari al 10% verranno applicate a beni cinesi per un valore complessivo di 200 miliardi di dollari. Dovrebbero volerci un paio di mesi prima che entrino in vigore, e sarebbe il terzo colpo alla produzione di Pechino nel giro di pochi mesi.

Guerra commerciale, nuovo atto

La Casa Bianca quindi manda l'ennesimo segnale forte che non intende recedere dalla guerra commerciale che lei stessa ha scatenato, e che include sia Cina che Unione Europea. Finora gli USA hanno adottato delle tariffe su acciaio e alluminio (anche contro Ue e Canada) e su 50 miliardi di prodotti cinesi importati. Di questi sono già scattati i primi 34 miliardi (lo scorso 6 luglio), mentre la parte restante entrerà in vigore a breve (ad agosto). Complessivamente le misure di Trump dovrebbero colpire Pechino fino a 450 miliardi di dollari, ovvero quasi l'intero ammontare dell'export cinese negli Stati Uniti.

Come detto, questo nuovo round di tariffe dovrebbe entrare in vigore dopo l'estate, visto che bisogna aspettare che trascorra il periodo per eventuali commenti pubblici. Audizioni ufficiali sul nuovo round sono programmate per il 23 e 24 agosto. Questo teoricamente darebbe il tempo alle parti di cercare una ricomposizione amichevole del rapporto.

Peraltro questa tornata di dazi avrà un impatto molto diverso rispetto agli altri. Infatti finora gli USA avevano evitato di prendere di mira prodotti di largo consumo, mentre i più coinvolti erano stati beni industriali e tecnologici. Stavolta invece non sarà così, e finiranno nel mirino tonno, salmone, pneumatici, valigie, guanti da baseball, mobili, abbigliamento, materassi, componenti per telefoni e schermi Tv piatti. Con il rischio peraltro di provocare ripercussioni sui prezzi di prodotti comunemente usati dagli americani. Anche per questo l'amministrazione americana ha modificato un iniziale piano di imporre dazi del 25%, portandoli al 10% su una vasta gamma di prodotti.

lunedì 9 luglio 2018

Yuan ed euro cominciano la settimana con lo sprint giusto

Partenza positiva per lo Yuan ed Euro contro il dollaro. La valuta orientale è rimbalzata allontanandosi dai minimi di giugno, mentre la moneta unica ha toccato il livello più alto dal lunedì 14 giugno. La spinta è arrivata dalla ritrovata propensione al rischio sui mercati, dopo la lettura dei dati sui posti di lavoro degli Stati Uniti e le prove che le tensioni commerciali non hanno ancora intaccato lo slancio economico.

Per il momento quindi l'escalation della tensione tra Stati Uniti e la Cina incide meno sulle scelte di trading rispetto ai dati economici. Anche i numeri che mostrano un salutare aumento delle esportazioni tedesche hanno stimolato i mercati.

Andamento di Yuan ed Euro

Come detto, l'ampia propensione al rischio ha spinto verso forti guadagni la valuta cinese. Lo yuan è salito nei mercati offshore a 6,6292 contro il dollaro (CNH), più lontano dai minimi toccati a giugno (mese di gravissimo calo). La valuta cinese ha guadagnato anche sulla scia dei dati che hanno mostrato l'aumento delle riserve valutarie a giugno. Anche gli indici dei mercati azionari di riferimento in Cina hanno registrato dei guadagni.

Consiglio: prima di fare trading sui contratti per differenza, studiate bene i migliori broker CFD cosa sono e come funzionano

L'euro nel frattempo è salito dello 0,3% a $ 1,1779, ovvero al livello più elevato dal 14 giugno. L'indice del dollaro contro un paniere di sei valute principali (DXY) è sceso dello 0,2 percento a 93,899. Chi fa trading con medie mobili troverà degli spunti di riflessione interessanti. Venerdì aveva perso quasi lo 0,5% e ha toccato il livello più basso dal 14 giugno, dopo i dati sulle retribuzioni degli Stati Uniti. Questi hanno mostrato un incremento di soli cinque centesimi, evidenziando moderate pressioni inflazionistiche che hanno intaccato le aspettative che la Federal Reserve alzerà i tassi per un totale di quattro volte nel 2018.

venerdì 6 luglio 2018

Tariffe commerciali, l'escalation USA-Cina si fa sempre più pesante

Ancora un botta e risposta USA-Cina sulle tariffe commerciali. Gli Stati Uniti hanno colpito ulteriormente l'import cinese con una mossa da 34 miliardi di dollari su oltre ottocento prodotti di importazione cinese. La Cina ha replicato a sua volta rendendo efficaci le contromisure da 34 miliardi di dollari sulle importazioni di beni americani. La più grande guerra commerciale della storia è quindi nel vivo.

Il botta e risposta sulle tariffe commerciali

I primi a colpire erano stati gli americani. Le tariffe - che ammontano al 25% - hanno colpito oltre 800 prodotti fra componentistica auto, prodotti tecnologici ed apparecchiature medicali, aerospazio. Si stima un valore di 34 miliardi di dollari, ma è solo la prima tranche di un'operazione che ha un valore di 50 miliardi (gli altri dazi scatteranno nelle prossime due settimane).

Poco dopo è scattata la ritorsione cinese. Nel mirino delle Dogane di Pechino sono finiti 545 prodotti americani come soia, carne, auto, whiskey e altri alcolici. Ad essere colpiti sono stati soprattutto settori come agro-alimentare e automobilistico. Secondo Pechino non c'era alcuna volontà di "sparare per prima", ma la mossa è stata necessaria per difendere gli interessi fondamentali del Paese e della sua popolazione. Il ministro del Commercio cinese, parlando di Trump ha definito come "bullismo commerciale" le tariffe imposte dagli USA.

Trump vuole alzare la posta

Il botta e risposta non si preannuncia peraltro come isolato. La Casa Bianca infatti ha allo studio altre misure contro la Cina per 16 miliardi di dollari. Trump peraltro ha già minacciato di volersi spingere ulteriormente oltre, con tariffe del 10% su importazioni da Pechino per altri 400 miliardi. Viaggiando verso il Montana, il presidente avrebbe detto ai giornalisti di voler arrivare a circa 500 miliardi di scambi da colpire se Pechino farà delle ritorsioni commerciali.

Insomma, la guerra commerciale USA Cina è appena all'inizio e finora non sono serviti a molto gli appelli del WTO (organizzazione mondiale del commercio) riguardo le pesanti ripercussioni economiche di una guerra commerciale. Nel frattempo l'Europa ha fatto scattare le misure di salvaguardia contro le tariffe che Trump ha imposto su acciaio e alluminio.

mercoledì 4 luglio 2018

Yuan, rimbalzo dopo il crollo contro il dollaro. Ma la tensione resta...

Sono giorni complicati per lo Yuan cinese, che ha toccato i minimi contro il dollaro da 11 mesi. A penalizzare la valuta è la tensione con gli Stati Uniti riguardo alla questione commerciale. Il timore dei mercati è che queste continue misure e contromisure tariffarie possano alla fine sfociare in una vera e propria guerra commerciale, che finirebbe per trascinare con sé l'intera crescita economica globale.

La situazione al momento vede l'amministrazione Trump pronta ad applicare un dazio del 25% su una serie di prodotti cinesi, circa 800. Queste misure hanno decorrenza 6 luglio e il controvalore dovrebbe essere circa 34 miliardi di dollari. Ma la Cina non è intenzionata a subire passivamente. Il governo infatti vuole rispondere con una tassa del 25% sui beni degli Stati Uniti, con decorrenza dallo stesso giorno.

Le ripercussioni sullo yuan

Veniamo ai dati. Su tutte le migliori piattaforme di trading Forex online possiamo vedere i dati aggiornati, che evidenziano come tanto lo yuan onshore (ChY) che quello offshore (Cnh, dove la valuta è meno controllata) hanno superato il livello quota 6,7 per dollaro per la prima volta da agosto 2017. Da parte sua la Banca Popolare cinese ha fissato lo yuan verso 6,65 dollari, a metà strada tra il Cny e Cnh.

Lo yuan ha accumulato perdite del 3,25% nel mese di giugno contro il biglietto verde. Secondo il governatore della PBOC questa oscillazione è dovuta alla forza del dollaro e alle incertezze esterne, ma non alla debolezza dello yuan. Non ci sarebbe quindi alcuna volontà della Banca Centrale di pilotare la svalutazione, come avvenne ad agosto 2015 (la banca centrale a sorprese consentì allo yuan di cedere quasi il 3 per cento rispetto al dollaro).

Consiglio: se vi piace l'investimento nei mercati valutari, dedicate il giusto tempo a come e quale broker scegliere come migliore, dal momento che sarà il vostro "ponte" verso i mercati.

Ad ogni modo, in mattinata c'è stato un forte rimbalzo dello yuan che recupera dai minimi da 11 mesi sul dollaro. A dare la spinta alla valuta cinese sono state le rassicurazioni da parte delle autorità monetarie di Pechino sull’impegno a mantenere la valuta ad un livello stabile e ragionevole.