venerdì 31 agosto 2018

Disoccupazione in calo a luglio (10,4%), ma in Italia sale il numero degli inattivi

Sono notizie dal tenore misto quelle che arrivano dal mercato del lavoro. La disoccupazione è infatti calata a luglio (il mese che ha visto entrare in vigore il tanto discusso "decreto Dignità"), ma al tempo stesso il numero di "inattivi" (quelli che non hanno cercato lavoro) è crollato.

I dati sulla disoccupazione

Secondo i dati diffusi da ISTAT, il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 10,4% (-0,4 punti percentuali rispetto a giugno, che era stato rivisto da 10,9% a 10,8%). Gli analisti, fiduciosi ma non abbastanza, avevano stimato un leggero calo della disoccupazione al 10,8%. In questo modo il livello è tornato a quello di marzo 2012. La diminuzione è diffusa in modo trasversale tra entrambi i generi e in tutte le classi d'età. Va detto però che questo miglioramento è frutto di due spinte di senso opposto. Da una parte la stima degli occupati è ancora in flessione, visto che ci sono 28mila persone in meno con un lavoro (-0,1% su base mensile). Dall'altra però va evidenziato un minor numero di persone che ha cercato lavoro: 113mila.

Riguardo agli occupati, la diminuzione è interamente determinata dalla componente femminile. Peraltro questa riduzione è concentrata nella fascia di età tra 15 e 49 anni. Sono in aumento invece gli occupati ultracinquantenni. Nell’ultimo mese inoltre calano i dipendenti permanenti (-44 mila), mentre crescono in misura contenuta i dipendenti a termine e gli indipendenti (entrambi +8 mila). Buono il dato sulla disoccupazione giovanile, che scende ai minimi da ottobre 2011 (al 30,8%, con un calo di -1,0 punti). Malgrado il calo di giugno e luglio, nel trimestre maggio-luglio gli occupati sono aumentati di 151 mila unità (+0,7%). A luglio il tasso di occupazione è al 58,7%.

Riguardo all'esercito degli "inattivi", l'aumento è nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni (+0,7%, ovvero +89 mila persone). Sono soprattutto le donne quelle che non cercano neppure lavoro (+73 mila) ma cresce anche la componente maschile (+16 mila). Il tasso di inattività sale così al 34,3% (+0,3 punti percentuali).

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