lunedì 3 settembre 2018

Yuan di nuovo sotto pressione con l'aumento della tensione USA-Cina

La ripresa delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, ha messo pressione sullo yuan. La valuta cinese è tornata così ad essere oggetto di vendite contro il biglietto verde, ma anche contro le altre divise principali. 

Le tensioni Usa-Cina e lo yuan

Il presidente Trump vuole imporre tariffe su beni cinesi per altri 200 miliardi di dollari. Dal canto suo Pechino ha risposto - tramite il Ministero degli Esteri - che le minacce statunitensi "non faranno arrendere la Cina". Il tema della guerra commerciale è stato un fattore chiave per l'andamento dello yuan cinese. Se l'amministrazione Trump pubblicherà il piano dettagliato sulle nuove tariffe la prossima settimana, la pressione sulla valuta di Pechino potrebbe acuirsi nuovamente. Basta prendere una piattaforma forex italiana sicura per vedere gli effetti di questa nuova escalation.

La coppia USD / CNH è salita, ma finora ha retto la resistenza posta a quota 6,90, un livello chiave che la PBOC (la banca centrale cinese) ha difeso recentemente. L'istituto centrale ha fissato il tasso di riferimento giornaliero a 6,8246 venerdì, dopo che è stata segnalata la nuova proposta tariffaria di Trump. Da agosto la PBOC ha ripreso il "fattore anticiclico", che viene utilizzato per contrastare le vendite eccessive di yuan. Guardando al futuro, quindi l'evoluzione delle tensioni nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e le linee guida della PBOC saranno i due driver da tenere d'occhio.

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Dati macro dalla Cina

Nel frattempo oggi i dati macro evidenziano una moderata contrazione mensile, la terza consecutiva, per la manifattura cinese. Ad agosto infatti il PMI manifatturiero elaborato da Caixin/Markit è sceso a quota 50,6 punti rispetto ai 50,8 punti di luglio. Il dato risulta inferiore alle attese degli analisti che avevano stimato una calo più moderato fino a 50,7 punti. Si tratta del terzo calo consecutivo mensile, nonché del valore più basso raggiunto negli ultimi 14 mesi, ovvero dal giugno del 2017. Il dato conferma l'indebolimento della crescita degli ordinativi e dell'occupazione.

I dati odierni arrivano dopo la pubblicazione venerdì del Pmi ufficiale cinese, salito inaspettatamente in agosto; anche in questo caso tuttavia gli ordini per l’export hanno segnato un altro mese di riduzione. Sabato prossimo verranno pubblicati i dati commerciali per agosto. Questo rivelerà ulteriormente l'impatto della guerra commerciale alla Cina e agli Stati Uniti.

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