sabato 24 novembre 2018

Petrolio, altro tonfo. Il Brent retrocede ai livelli di un anno fa

Non conosce pause la corsa al ribasso del petrolio, che ha vissuto un venerdì nerissimo. La settimana dell'oro nero si è chiusa con un bilancio pessimo, col Brent che è scivolato sotto 60 dollari al barile, mentre il WTI vede sempre più vicina la soglia dei 50 dollari. Livelli che non si vedevano da un anno.

La corsa in picchiata del petrolio

A furia di tonfi improvvisi, sedute di volatilità molto marcata e cedimenti importanti, viene il sospetto che sul mercato del petrolio ci siano forti riposizionamenti da parte di soggetti finanziari. Forse si tratta delle banche che hanno fatto da controparte alle operazioni di hedging di compagnie petrolifere e governi stranieri, come Messico e Brasile.

L'andamento ribassista sui mercati petroliferi ormai prosegue da un mese. Basta consultare i grafici da una qualsiasi lista siti trading affidabili autorizzati. Il quadro complessivo dei fondamentali è abbastanza deteriorato e giustifica l’inversione di tendenza. A pesare infatti sono i segnali di un eccesso di offerta globale. Magari però non ci si aspettava un declino così forte subito dopo la corsa che aveva portato il prezzo del petrolio ai record da 4 anni a ottobre.

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I fattori della frenata

La spinte contrarie sono diverse. La crescita dell’economia mondiale non è pià quella di qualche tempo fa perché sono molto peggiorate. Inoltre non c'è più alcun timore che le sanzioni Usa contro l’Iran possano frenare l'ammontare di output sui mercati. Infatti il governo USA ha concesso diversi esoneri a vari paesi importatori. Dal lato dell'offerta invece c'è stata una crescita importante, specialmente negli Usa, in Russia e in Arabia Saudita. I sauditi hanno annunciato che la loro produzione potrebbe aver segnato un record, mentre le scorte americane continuano ad accumularsi. Complessivamente la produzione dei principali paesi ha raggiunto livelli che non si vedevano da decenni.

Cosa può succedere adesso? Il prossimo vertice del 6 dicembre rischia di non essere facile per l'OPEC. Ma è chiaro che sul mercato del petrolio sta tornando la tensione.

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