mercoledì 9 gennaio 2019

Antitrust, duro colpo ai "furbetti" della vendita auto: sanzioni per 678 milioni

Una maxi-sanzione da circa 678 milioni di euro è andata a colpire molti dei principali operatori attivi nel settore delle vendite di automobili. Lo ha comunicato l'Authority antitrust tramite una nota che illustra le conclusioni di una istruttoria aperta nei confronti delle principali captive banks e dei relativi gruppi automobilistici operanti in Italia nel settore della vendita di autoveicoli mediante prodotti finanziari, nonché delle relative associazioni di categoria.

L'istruttoria dell'antitrust

Secondo l'antitrust, gli operatori avrebbero dato vita a un vero e proprio cartello, creando così una alterazione della concorrenza. I fatti si sarebbero verificati per un lunghissimo periodo di tempo, ovvero tra il 2003 e il 2017. I soggetti coinvolti sono Banca PSA Italia S.p.A., Banque PSA Finance S.A., Santander Consumer Bank S.p.A., BMW Bank GmbH, BMW AG, Daimler AG, Mercedes Benz Financial Services Italia S.p.A., FCA Bank S.p.A., FCA Italy S.p.A., CA Consumer Finance S.A., FCE Bank Plc., Ford Motor Company, General Motor Financial Italia S.p.A., General Motors Company, RCI Banque S.A., Renault S.A., Toyota Financial Services Plc., Toyota Motor Corporation, Volkswagen Bank GmbH, Volkswagen AG., nonché le associazioni di categoria Assofin ed Assilea.

Il meccanismo illecito

Quello che è accaduto concretamente, viene spiegato nelle 114 pagine del provvedimento dell’Antitrust. L'autorità definisce i fatti come un un “pervasivo e regolare scambio di informazioni, bilaterale e multilaterale, anche in sede associativa,avente a oggetto le politiche commerciali delle parti relative alle condizioni economiche e contrattuali applicate ai concessionari e ai consumatori finali". Le condizioni economiche sulle quali ci si metteva d'accordo erano "tasso base, TAN, TAEG, le spese applicate agli acquirenti nonché i volumi dei prodotti finanziari collocati, tramite contatti bilaterali e multilaterali”.

Questo sistema è stato smascherato solo grazie alla collaborazione della finanziaria di Mercedes Daimler, che assieme a Mercedes Benz Financial Services Italia S.p.A ha presentato domanda di clemenza. Proprio queste due società hanno ottenuto il beneficio dell’immunità totale dalla sanzione.

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