martedì 15 gennaio 2019

Debito pubblico, nuovo record storico a novembre: 2345 miliardi

Tocca nuovi record il debito pubblico italiano, che continua a crescere mese dopo mese. Secondo l'ultima rilevazione di Banca d'Italia, a novembre le amministrazioni pubbliche hanno accumulato 10,2 miliardi di debiti in più rispetto al mese precedente, portando così la cifra complessiva a 2.345,3 miliardi (a novembre 2017 era pari a 2.263 miliardi). Si tratta del nuovo record assoluto, che supera quello precedente registrato a luglio 2018.

I dati sul debito pubblico

Nel Supplemento al Bollettino Statistico "Finanza pubblica, fabbisogno e debito", si evidenzia che questo incremento di debito è servito a finanziare il fabbisogno del mese (5,8 miliardi) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (3,3 miliardi, a 51,9). La Banca d'Italia ha pure precisato che l'effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e in ultimo la variazione dei tassi di cambio hanno determinato a novembre un incremento del debito pubblico italiano di 1,2 miliardi di euro.

Se si esamina la ripartizione del debito pubblico per sottosettori, si evidenza come quest'aumento del debito sia stato sostanzialmente provocato dalle amministrazioni centrali. Il debito delle amministrazioni locali e quello degli enti di previdenza infatti sono rimasti pressoché invariati.

Le entrate tributarie

Nello stesso documento di via Nazionale, oltre all'aggiornamento sul debito pubblico vengono anche forniti i nuovi dati sulle entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato. A novembre tasse e imposte sono state pari a 39 miliardi, con un aumento dell'8,7% anno su anno. Banca d'Italia ha precisato che l'aumento riflette anche il versamento dell’acconto dell’imposta sulle assicurazioni, che la legge di bilancio per il 2018 aveva posticipato da maggio a novembre. Nei primi undici mesi del 2018 le entrate tributarie sono state pari a 378,7 miliardi, registrando un incremento dell'1% rispetto al dato del 2017.

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