lunedì 28 gennaio 2019

Rendimenti dei titoli di Stato, il board della BoJ si spacca

Dai verbali dell'ultimo meeting di politica monetaria della Bank of Japan (19-20 dicembre scorso) emergono dei disaccordi tra i membri del board nipponico. A dividere le opinioni è il livello dei rendimenti dei titoli di Stato.

Rendimenti e non solo

A dicembre l'istituto giapponese aveva confermato il tasso di interesse negativo (-0,10%), nonché l'aggressivo piano d'espansione della base monetaria, portato a 80.000 miliardi di yen l'anno (641 miliardi di euro al cambio attuale) nell'ottobre del 2014. Tuttavia c'è stato dissenso sui rendimenti dei titoli di Stato. Un membro del board era favorevole al temporaneo scivolamento del rendimento sotto lo zero, un altro che dovrebbero invece essere più elevati per alleggerire il carico sul sistema finanziario, un altro ancora che intervenire sul mercato comporterebbe una stretta per la politica monetaria. Insomma, il quadro è abbastanza eterogeneo.

Al di là delle divergenze sui rendimenti dei titoli di Stato, i membri della BoJ presenti alla riunione hanno identificato alcuni fattori da monitorare alla luce del rallentamento dell'economia globale. E' soprattutto la guerra commerciale USA-Cina ad interessare (ha già causato il peggior dato sull'export in due anni). La speranza è che le due super-potenze trovino una pace, cosa che aiuterebbe il ​​Giappone a riprendere slancio economico. Altrimenti, la guerra commerciale lascerà il segno nell'economia giapponese. Che intanto ha i suoi bei problemi da affrontare. L'inflazione, sebbene sia andata meglio del previsto, rimane lontanissima dal target e pochi giorni fa per la quarta volta consecutiva la BoJ ha dovuto rivedere al ribasso le stime.

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La valuta giapponese

Nel frattempo sembra anche essersi esaurito il buon momento dello Yen. Come è possibile vedere sui siti trading affidabili autorizzati. Da due settima la valuta giapponese ha perso quota contro il dollaro (-1,2%), e si sta riavvicinando alla soglia psicologica di 110,00. Pesano il downgrade delle previsioni di inflazione della Bank of Japan, e il mantenimento della sua politica monetaria accomodante. Questa settimana ci saranno i dati sugli NFP, la riunione politica della Fed e la dichiarazione FOMC.

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