martedì 12 marzo 2019

Rupia Indiana in volo, raggiunti i massimi di 2 mesi e mezzo sul dollaro

Le vicende geopolitiche forniscono (indirettamente) un assist prezioso alla Rupia indiana, che spicca verso i massimi di due mesi e mezzo contro il dollaro USD.

Il driver della Rupia indiana

La tensione indo-pakistana che ha raggiunto il culmine lo scorso 14 febbraio, dopo un attacco suicida nella contesa regione del Kashmir, cui ha fatto seguito l'attacco militare dell'India in Pakistan per rappresaglia. Questa escalation di tensione ha innescato un'ondata di patriottismo ed ha alimentato le probabilità di un secondo mandato al primo ministro Narendra Modi (che guida un partito nazionalista indù) alle prossime elezioni tra aprile e maggio. I mercati azionari hanno avuto così una impennata, con massicci afflussi di capitali stranieri. Gli afflussi netti di portafoglio estero verso le azioni indiane hanno toccato un massimo di 15 mesi di $ 2,42 miliardi a febbraio. Ed a beneficiarne è stata anche la Rupia indiana.

La coppia dollaro/Rupia (USD-INR) è scesa verso 69,49 dollari, ad un livello che non si vedeva da inizio gennaio, e con i pattern candele giapponesi figure trading che evidenziano situazioni ulteriormente ribassiste. Si è invertito così un trend deludente per la valuta di Mumbai. Va ricordato che la coppia con il dollaro era arrivata fino a 71.45 (la Rupia nel 2018 si è deprezzata dell'11% contro il biglietto verde).

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Marzo ciclico e RBI

A sostenere la valuta nazionale ci ha pensato anche un evento "stagionale". Infatti è frequente che la Rupia indiana cresca a marzo, per il fatto che la maggior parte degli esportatori sta riportando i propri dollari in India verso per la fine dell'anno fiscale, così da regolare i conti annuali e il rimborso dei debiti. Dal 2016 per tre su quattro la rupia si è spostata entro un intervallo del 3% nel mese di marzo.

Per quanto riguarda la politica monetaria, ricordiamo che di recente la Reserve Bank of India ha annunciato a sorpresa una manovra espansiva, tagliando i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli al 6,25%. Questa mossa a sostegno della crescita, secondo molti è stata un assist al primo ministro Narendra Modi, a caccia di consensi in vista delle prossime elezioni.

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