lunedì 10 giugno 2019

Oro in rally, giugno è cominciato con il piede sull'acceleratore

L'inizio del mese di giugno è stato brillante per l'oro, che ha preso il volo parallelamente ai listini azionari Usa. Il metallo prezioso è salito rapidamente oltre quota 1.300 dollari per oncia, perché gli investitori sono preoccupati per le tensioni commerciali sino-americane e le conseguenze che potrebbero esserci sull’economia globale. Ad aggravare il tutto c'è stata pure la minaccia di Trump (parzialmente rientrata) di imporre dazi anche al Messico.

Oro e guerre commerciali

L'oro si è quindi ripreso il suo ruolo di bene rifugio contro gli effetti negativi dell’attuale crisi geopolitica. L'elemento che spaventa più di tutti i mercati è la disputa tra Stati Uniti e Cina, che a dispetto degli sporadici sprazzi di ottimismo, ha preso invece una brutta piega. Le quotazioni dell’oro hanno però cominciato a crescere quando a questo fronte caldo se n'è aggiunto pure un altro, ovvero quello riguardante i dazi doganali contro il Messico. Almeno sotto questo aspetto è stata sancita una tregua, che per adesso ha scongiurato questa misura.

Intanto però, chi conosce cos'è il trading sui mercati otc, avrà visto le quotazioni ask e bid sull'oro andare verso l'alto. Il metallo prezioso si è infatti spinto fino ai massimi da oltre un anno, raggiungendo un picco a circa 1350 dollari. Il guadagno settimanale ha superato il 3%, cosa che non si vedeva da aprile 2016.

Consiglio: per fare trading in modo efficace occorre saper padroneggiare bene alcuni concetti, come Buy stop e sell stop.

Le politiche monetarie

C'è da aggiungere che i timori dei mercati si sono acuiti sulla scia delle decisioni di politica monetaria, in particolare quelle della Fed. Il presidente Jerome Powell ha acceso le aspettative di un taglio dei tassi di interesse a breve. Prospettiva che venerdì si è rafforzata dopo i i dati sull’occupazione Usa, alquanto deboli. Alcuni analisti credono che la Fed dovrà abbassare i tassi di interesse per compensare il ritmo sempre più lento della crescita economica.

Nessun commento:

Posta un commento