martedì 9 luglio 2019

Credito dalle banche, continua la contrazione in Italia

La contrazione del credito è un fenomeno che ormai accompagna l'Italia da diversi anni. Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Banca d’Italia (relativi ad aprile 2019), è sceso a 668 miliardi erogati, malgrado ci fosse un cauto ottimismo circa una ripresa.

La contrazione del credito

Dal 2001 al 2017 il volume di credito concesso si è ridotto del 21%, passando da 914 miliardi a 726 miliardi. Se è vero che una parte di questa ingente riduzione è riconducibile alla cessione o alla cancellazione di prestiti in sofferenza (circa 50 miliardi da gennaio 2018), è altresì vero che non c'è stato una compensazione indotta dall'aumento del credito "buono". Il nostro sistema bancario non ha ancora raggiunto un nuovo punto di equilibrio tale da consentire un rilancio, perché non considera come una priorità la crescita del credito alle imprese. Inoltre il nostro sistema creditizio teme una nuova stagione di nuove sofferenze, dal momento che la ripresa economica (se c'è stata) è davvero molto blanda.

La cosa interessante è che la riduzione del credito sta procedendo in modo non omogeneo, bensì a macchia di leopardo. In poche regioni c'è stata una ricrescita in Friuli, al Sud e nelle Isole, mentre è andata in calo negli assi Piemonte-Lombardia-Veneto al Nord e Toscana-Marche-Umbria al Centro. Sono soprattutto le micro-imprese, ovvero quelle con meno di 20 addetti, ad avere subito il colpo più duro. Per quanto riguarda le piccole imprese è stata penalizzata in modo pesante tutta l’area centrale (23% del totale).

Le piccole imprese sono penalizzate

Emerge senza dubbio un aspetto: le banche si stanno spostando verso imprese di sempre maggiori dimensioni, sostituendo con esse il credito che prima veniva concesso alle piccole imprese. Ciò vale soprattutto nelle regioni più produttive e più indebitate con il sistema bancario.

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