lunedì 15 luglio 2019

Green economy, l'Italia ci crede sempre di più. Investimenti in crescita e 3 milioni di green jobs

La green economy spinge la competitività. Sembrano pensarla in questo modo sempre più aziende italiane, a giudicare dal rapporto GreenItaly 2018 presentato nei giorni scorsi.

I numeri delle green economy italiana

Nel triennio 2014-2017, ben 345.000 imprese italiane dell’industria e dei servizi hanno investito in prodotti e tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2 (o comunque prevedevano di farlo entro la fine del 2018). Praticamente parliamo del 25% delle aziende che operano in un ambito extra-agricolo. Questa quota sale addirittura al 30% nel caso di imprese manifatturiere.

Altri dati sono molto interessanti. Gli investimenti green sono soprattutto caratteristici di quelle imprese che hanno un dinamismo sui mercati esteri superiore al resto del sistema produttivo italiano (34% contro 27%). Inoltre sono imprese che innovano più delle altre, quasi il doppio (79% contro il 43%) e sono aziende che guardano alla tecnologia 4.0 (il 26% contro 11% delle altre). A livello di risultati, i numeri danno ragione a chi ha fatto investimenti green. Tra le aziende che hanno aumentato il proprio fatturato nel 2017, il 32% ha fatto investimenti green contro il 24% nel caso di quelle non investitrici.

Occupazione sempre più alta nella green economy

Il beneficio ovviamente non è solo per le imprese e per l'ambiente, ma anche per l'occupazione. La green economy italiana impiega già 2 milioni 998 mila lavoratori. Il 13% dell’occupazione complessiva nazionale. Un valore che sembra destinato ancora a salire, probabilmente di un altro mezzo milione. Rimane infatti forte la richiesta di ingegneri energetici, agricoltori biologici, esperti di acquisti verdi, tecnici meccatronici o installatori di impianti termici a basso impatto. E' soprattutto l'area della progettazione e della ricerca e sviluppo che spinge il mercato dal green job.

La green economy si sta quindi dimostrando un interessante antidoto contro la crisi, nonché uno stimolo per agganciare e sostenere la ripresa.

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