venerdì 9 agosto 2019

Borse zavorrate dalla crisi italiana. L'euro però resiste

La questione italiana torna di scottante attualità sui mercati finanziari. La crisi di Governo infatti ha spinto lo spread verso l'alto (a 238 punti), ha affondato Piazza Affari e zavorrato anche le altre Borse europee. Del resto gli analisti finanziari fino a un giorno fa ipotizzavano un ritorno alle urne "non prima della primavera del 2020". Oggi lo scenario è cambiato.

Borse e mercati finanziari

Piazza Affari accusa una perdita del 2,48%, ed ha bruciato in un solo giorno 15 miliardi di euro. Scambi fiume per 2,8 miliardi di euro, insoliti sui mercati finanziari per il mese di agosto. Il Ftse Mib in apertura ha ceduto l'1,61% a 20.505 punti, poi è peggiorato ancora arrivando a lasciare sul terreno intorno alle 14.30 il 2,52% a 20.319 punti. Poi perdite ridotte a -2,2% intorno alle 15.30 e ricaduta a -2,6% con il Ftse Mib a 20.298 punti, attorno alle 16.30. Chiusura infine a -2,48%. Le vendite si sono concentrate sui bancari soprattutto.

In Europa intanto il calo è diffuso in tutte le Borse, non solo per lo spettro delle elezioni anticipate in Italia, ma anche per via delle parole di Donald Trump sui dazi e sulla Fed. Il presidente americano ha detto che le trattative sul commercio con Pechino sono aperte ma per il momento non ha intenzione di concludere un accordo. Cosa che intimorisce i mercati finanziari. L'indice d'area Stoxx 600 cede lo 0,84%. In rosso Francoforte (-1,28%), Madrid (-1,25%), Parigi (-1,11%) e Londra (-0,44%).

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L'andamento del mercato valutario

Malgrado la crisi italiana, l'euro è riuscito a salire contro il dollaro. Chi conosce i pattern candele giapponesi figure avrà notato che il cambio ha messo a segno una congestione formata da tre barre in inside su una resistenza dinamica di breve periodo. Sale molto lo yen giapponese, sulle tensioni commerciali. Chi ha vissuto una giornata pessima è la sterlina, che cede terreno sui timori sempre più concreti di una Brexit senza accordo.Il pound è scivolato ai minimi da due anni, dopo l'inattesa contrazione del Pil britannico nel secondo trimestre.

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