giovedì 31 ottobre 2019

Lavoro "smart" sempre più diffuso in Italia: sono già 570mila a svolgerlo

Cresce l'esercito degli smart worker italiani, che sono ormai 570mila. Si tratta di coloro che hanno un lavoro flessibile riguardo all'orario e al luogo di svolgimento, grazie al fatto che sfruttano gli strumenti digitali che gli permettono di lavorare in assoluta mobilità.

Il lavoro ultra-flessibile in Italia

In base ai dati pubblicati nell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, rispetto allo scorso anno il numero di smart worker è cresciuto del 20%, a dimostrazione di quanto le imprese stiano guardando con sempre maggiore interesse a questo tipo di lavoro. Nel 2019 la percentuale di grandi imprese che ha avviato progetti di questo genere è del 58%. Ma oltre a queste aziende che si sono già mosse concretamente, c'è un ulteriore 7% di imprese che ha cominciato ad intraprendere iniziative informali, e un altro 5% che prevede di farlo nei prossimi dodici mesi. In totale quindi il lavoro extra-flessibile è preso in considerazione già dal 70% delle aziende. Anche il rimanente 30% però non è del tutto freddo allo smart working, visto che due terzi di queste imprese dichiara probabile una introduzione di futuro.

Lavoratori più coinvolti e soddisfatti

Se le aziende stanno cogliendo l'importanza del lavoro extra flessibile, chi già l'ha colta sono i lavoratori. Gli smart worker infatti hanno un grado di soddisfazione molto più elevato dei loro colleghi "tradizionali", visto che il 76% si dice soddisfatto della sua professione, contro il 55% degli altri dipendenti. Migliora anche il coinvolgimento nel proprio lavoro: uno su tre si sente pienamente coinvolto in quello che fa, contro il 21% dei colleghi tradizionali.

I benefici e le criticità

I principali benefici per chi fa questo tipo di lavoro ultra-flessibile è nel miglioramento dell’equilibrio fra vita professionale e privata (46%). Migliorano anche motivazione e coinvolgimento (35%). I problemi invece riguardano la gestione degli smart worker nei momenti di criticità aziendale, insomma nell'emergenza (per il 34% dei responsabili), oppure nel pianificare le attività (26%). Dal punto di vista del lavoratore "smart", la prima difficoltà a emergere è la percezione di isolamento (35%), poi le distrazioni esterne (21%), i problemi di comunicazione e collaborazione virtuale (11%) e la barriera tecnologica (11%).

martedì 29 ottobre 2019

Indici azionari ancora in volo, lo S&P fissa il nuovo record storico

Continuano i giorni caldissimi di Wall Street, dove gli indici azionari corrono e marciano a suon di record. Lo S&P500 batte se stesso, fissando nuovi massimi storici sia su base intraday che in chiusura di mercato. Nel corso dell'ultima sessione, l'indice azionario S&P500 ha toccato quota 3.044,08 punti, prima di chiudere a 3.039,42, che rimane comunque il valore più alto di sempre.

La marcia degli indici azionari USA

Dopo un'estate caratterizzata da un forte sell off ad agosto, a causa dei rinnovati timori sull’arrivo di una recessione negli Stati Uniti, l'azionario USA quindi torna a correre.

Ma i record non li fanno solo gli indici azionari, bensì anche 15 azioni quotate sul listino, tra cui Alphabet, Apple, Microsoft e JP Morgan Chase. Va evidenziata soprattutto la performance di Apple, che ha toccato il record intraday di $249,25 prima di chiudere a $246,58. Il titolo Apple ha guadagnato più dell’11% a ottobre, grazie all’ottimismo per le vendite di iPhone. Nel corso del 2019 il valore dell'azione è cresciuto del 56% (suggeriamo un'analisi tecnica con il metodo Heikin ashi).

Appunti: è interessante constatare anche il rapporto tra l'andamento degli indici azionari e le valute, studiando una tabella correlazioni valute Forex.

Le cause del rally

La spinta verso questo clima euforico in Borsa l'hanno data una serie di concause. Anzitutto la schiarita sul fonte della guerra commerciale, dopo il messaggi di Trump che ha parato di accordo parziale che potrebbe essere sancito a breve. Inoltre la stagione delle trimestrali si sta rivelando un successo, con la stragrande maggioranza delle società che sono andate meglio delle attese (il 78% di quelle facenti parte dello S&P500 ha battuto le previsioni degli analisti).

Inoltre si fanno sentire le speculazioni dei mercati su quello che farà la Federal Reserve. L'istituto centrale quasi sicuramente effettuerà un taglio al costo del denaro, sarebbe il terzo dell'anno. Inoltre l’era dei tassi negativi sta portando molti investitori ad abbandonare gli asset del Giappone e dell’Europa per posizionarsi su quelli americani che, sicuramente, rendono di più.

venerdì 25 ottobre 2019

Inflazione senza slancio, ecco il cruccio di Draghi che saluta la BCE

Il lungo periodo di comando si va chiudendo per Mario Draghi, che può vantarsi dia ver risolto la crisi dei debiti sovrani, ma si poterà il cruccio di non aver ridato slancio all'inflazione.

La lunga battaglia contro la bassa inflazione

Il banchiere italiano ha salutato ieri la BCE con un discorso carico di eleganza e stile, senza togliersi sassolini dalle scarpe ne' mettere pressione al suo successore (Lagarde). «Ho sempre cercato - ha detto - di rispettare il mio mandato, senza mai arrendermi. È stata un’esperienza intensa, profonda e affascinante». Draghi lascia una BCE pronta al lancio del secondo round di Quantitative Easing, e ancora lontana dalla possibilità di rialzo dei tassi, che spetta solo a chi riuscirà a vincere la bassa inflazione. Le aspettative di lungo periodo sull’andamento dei prezzi sono ferme poco sopra l'1%, e minacciano di ancorarsi tra questo livello e l’1,5%. siamo quindi molto distanti dall'obiettivo fissato dalla Eurotower al 2%.

Va però evidenziato che la bassa inflazione non si può certo ascrivere come una sconfitta personale del banchiere italiano, visto che la maggior parte delle economie sta lottando con un problema simile. Anche gli Stati Uniti, che lo scorso anno si erano lanciati con veemenza nel percorso di normalizzazione della politica monetaria (4 rialzi dei tassi), hanno dovuto fare marcia indietro e cominciare a sforbiciare il costo del denaro, per ridare slancio alla crescita e all'inflazione.

Le armi della BCE

La Bce ha affrontato il problema della bassa inflazione in modo cauto e graduale. Dapprima ha provato a fornire tutta la liquidità richiesta dalle banche, con aste a lungo e lunghissimo termine. Poi ha varato il piano di quantitative easing che ha riversato fiumi di liquidità nel sistema, liberando nello stesso tempo spazio nei bilanci delle imprese di credito, incentivate dal calo dei rendimenti a concedere maggiori prestiti. Tuttavia, anche se la situazione non è peggiorata, non si può dire neppure che sia migliorata di molto. Ma dal 1 novembre sarà un problema della Lagarde.

mercoledì 23 ottobre 2019

Valute, la sterlina resta in balia delle onde provocate da Brexit

La sterlina britannica è senza dubbio la più attenzionata sui mercati delle valute, e sta vivendo una congestione significativa a causa delle riunioni relative all'uscita del Regno Unito dall'UE. E sono in tanti a pensare che su questo asset finanziario ben presto ci sarà una forte volatilità.

La Brexit e la valuta britannica

La dinamica della sterlina non è stata molto stabile di recente, minata com'è dall'incertezza sulla Brexit. Sebbene recentemente ci siano stati sviluppi positivi, la questione non è affatto chiarita. Boris Johnson è riuscito a ottenere l'approvazione di un nuovo accordo sull'uscita, ma manca ancora il passaggio parlamentare perché prima di una decisione finale bisognerà studiare tutta la legislazione correlata, che richiede tempo. Il premier britannico ha incassato una nuova battuta d’arresto in Parlamento: sì al suo accordo, ma no all’iter accelerato per mandarlo in porto entro il 31 ottobre.

Mentre si fa strada l'ipotesi di una estensione del periodo di permanenza dentro la UE fino al 31 gennaio 2020 (i leader Ue dovrebbero concedere il rinvio di tre mesi rispetto all’ipotesi di uscita fissata al 31 ottobre 2019), la sterlina continua a ballare. La valuta britannica ha viaggiato spesso in altalena, toccando anche i massimi di cinque mesi contro il dollaro salvo poi ridiscendere, mandando su e giù anche l'indicatore MACD trading.

Considerazione: gli intermediari danno tante possibilità di deposito per i conti, si può ad esempio fare trading paypal postepay plus500 etoro.

Il futuro è pieno di dubbi

Il punto è che nessuno può dire con certezza come finirà la lunga epopea Brexit. Se il Parlamento approverà l'attuale accordo presentato da B. Johnson, la sterlina riceverà un sostegno. Se il Parlamento continuerà a respingere le iniziative del primo ministro, la sterlina potrebbe mostrare una tendenza al ribasso. Gli esperti non escludono un ritorno completo al punto di partenza, ovvero l'intero ciclo di negoziazioni e approvazioni può ricominciare. Ciò può turbare in modo permanente la valuta britannica.

lunedì 21 ottobre 2019

Banche e sindacati ai ferri corti: scontro sul rinnovo del contratto di categoria

Si profila uno scontro duro tra sindacati e banche sulla questione del rinnovo del contratto. In settimana ci sarà un incontro presso l'ABI per riuscire a sbrogliare la matassa, ma intanto i sindacati minacciano già forti mobilitazioni.

Sindacati sul piede di guerra

I sindacati sono pronti allo sciopero nazionale a oltranza, con manifestazioni che potrebbero portare - secondo il segretario generale della Fabi Lando Sileoni - circa 40mila bancari in piazza a Milano. Ma cosa ha inasprito in questo modo il clima? Secondo la Fabi i banchieri vogliono arrivare alla rottura del tavolo sul rinnovo contrattuale, dimostrando un atteggiamento di chiusura ("più guadagnano e meno vogliono spendere", accusa il sindacalista). Anche se i nomi non li fa, parla di rappresentanti di due importanti banche, uno italiano e uno francese, e delle loro posizioni assunte durante il comitato esecutivo Abi del 16 ottobre.

I due avrebbero puntato i piedi su argomenti caldissimi. Uno infatti vorrebbe più licenziamenti (nei piani industriali delle banche sono previsti già tanti esuberi), e al tempo stesso si è dimostrato molto rigido di fronte alla prospettiva di aumenti salariali chiesti dai sindacati (circa 200 euro). Il secondo invece vorrebbe tagliare i versamenti obbligatori al Fondo per l’Occupazione Giovanile (istituito col contratto nazionale del 2012 e alimentato con versamenti pari al 4% della retribuzione) perché troppo oneroso per le fasce di stipendio più alte, ritenendo il Fondo persino inutile.

Trattative pronte a ripartire

Il clima che si è creato non è certo quello ideale per la ripresa delle trattative, in questa settimana. Il sindacalista Sileoni avverte tramite un post su Facebook che "in assenza di risposte concrete, bloccheremo tutte le trattative nei gruppi, scenderemo in piazza e mobiliteremo la categoria con scioperi a oltranza interessando e sensibilizzando tutte le forze politiche oltre che le associazioni dei consumatori".

giovedì 17 ottobre 2019

Brexit, c'è l'intesa ma va ancora ratificata. Sabato il voto, sterlina in altalena

E' stata una giornata molto intensa per la sterlina britannica, caratterizzata da forte volatilità sulla scia delle novità in arrivo dal fronte Brexit.

Brexit, epilogo positivo più vicino

Dopo tre anni di attesa, pare essersi definitivamente sbloccata la questione dell'accordo sulla Brexit. Da Bruxelles hanno annunciato che l'intesa è stata finalmente raggiunta, anche se adesso dovrà passare per la ratifica da parte del Parlamento britannico. Il voto è atteso per sabato, e non sarà certo una passeggiata per Boris Johnson. Il Partito Democratico Unionista dell'Irlanda del Nord ha infatti espresso preoccupazione per la possibilità che l'Irlanda del Nord rimarrà nell'unione doganale dell'UE in virtù dell'accordo. E senza l'appoggio del DUP, l'esito del voto è assolutamente incerto.

Sterlina sulle montagne russe

Questo spiega perché la sterlina è stata estremamente volatile oggi, mandando ai matti chi adotta una strategia forex 15 minuti breve termine. Inizialmente ha marciato forte, spinta dalla convinzione dei mercati che l'intesa sarà approvata e ratificata. La coppia GBP / USD è salita da 1,2780 a 1,2843, scambiando vicino al livello più alto dal 16 maggio. In seguito però sono riemerse le incertezze legate al voto di sabato. A tutto questo si sono poi aggiunti anche i dati macroeconomici di più oggi, che hanno avuto un impatto negativo (sia pure minimo, visto che l'attenzione era tutta sulla Brexit) sulla sterlina.

Dati macro GB

Sul calendario economico di qualsiasi migliore piattaforma di trading online gratuita, si può vedere che l'Ufficio britannico di statistica nazionale ha riferito che l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dell'1,7% a settembre, su base annua, lo stesso di agosto. Tuttavia i mercati si aspettavano una crescita leggermente più rapida, dell'1,8%. L'indice dei prezzi alla produzione è sceso dello 0,8% a settembre rispetto al mese precedente, mentre gli specialisti avevano ipotizzato un aumento dello 0,2%. Il PPI di produzione è sceso dello 0,1% invece di rimanere invariato come atteso. Il rovescio della medaglia è il dato positivo sui prezzi delle abitazioni, aumentato dell'1,3% ad agosto rispetto a un anno fa, superando la previsione media di un aumento dello 0,9%.

sabato 12 ottobre 2019

La valuta digitale di Facebook potrebbe già essere in pericolo

Ancora manca molto tempo al lancio ufficiale, ma per la valuta digitale di facebook il clima è già molto cupo. Dopo l'abbandono di Paypal e quello del capo del prodotto Simon Morris, le cose sono addirittura andate peggiorando, visto che venerdì hanno detto addio al progetto anche i colossi Mastercard, Visa, eBay e Stripe.

Quanti addii al progetto della valuta digitale

Una defezione dopo l'altra, che adesso mettono addirittura a rischio la stessa vita di Libra. Il progetto di Facebook di mettere in circolazione il prossimo anno una valuta digitale e un sistema di pagamento sta vacillando, visto che sono venute meno le collaborazioni con gli attori principali del mercato. Ed è una prospettiva che spaventa il colosso di Menlo Park, perché proprio in Libra riponeva grosse speranze di trovare forme di monetizzazione alternative alla pubblicità.

Va detto che sin dal momento dell'annuncio di questo progetto, a giugno scorso, sia le banche centrali che i legislatori e le autorità avevano accolto con freddezza l'idea. La loro preoccupazione è che che la valuta digitale possa agevolare il riciclaggio di denaro e altri reati. Anche Trump si era scagliato duramente contro Libra. Inoltre nessuno dei colossi colossi dell’economia digitale era entrato nel gruppo delle 28 società firmatarie dell’Associazione Libra. Ne' Google, ne' Amazon, ne' Microsoft e nemmeno Apple.

Zuckerberg alla Commissione servizi finanziari

All'orizzonte intanto c'è un appuntamento molto importante. Il prossimo 23 ottobre infatti, Mark Zuckerberg si presenterà avanti alla commissione servizi finanziari della Camera americana, alla quale dovrà spiegare i suoi piani per la criptovaluta. Il fondatore del colosso social, appena un paio di settimane fa, aveva detto che con Libra, l'azienda sta adottando un approccio molto più attento rispetto ai suoi progetti precedenti. Secondo alcuni, proprio questa "convocazione" sarebbe alla base delle recenti defezioni.

giovedì 10 ottobre 2019

Negoizati commerciali, l'ottimismo spinge i mercati e appesantisce il dollaro USD

Il crescente ottimismo che si possa arrivare a una intesa alla fine dei negoziati commerciali tra Usa e Cina, ha fatto sentire i suoi effetti sul mercato valutario. Gli investitori infatti hanno abbandonato un po' la prudenza degli ultimi giorni, tornando così a prediligere gli asset più rischiosi.

Clima meno teso sui negoziati commerciali

Oggi sono ripresi i negoziati commerciali USA-Cina a Washington, con l'obiettivo di evitare l'incremento dei dazi su 250 miliardi di dollari di importazioni di prodotti cinesi negli States (a partire dal 15 ottobre). Due giorni intesi, oggi e domani, che vedranno da una parte il vice premier e capo delegazione cinese Liu He e dall’altra il rappresentante al Commercio Robert Lighthizer e il segretario al Tesoro Steven Mnuchin per il tredicesimo round negoziale.

Il tweet di Trump rompe il gelo


In partenza il clima non era disteso, ma poi Donald Trump ha twittato: "Grande giornata di negoziati con la Cina. Loro vogliono un accordo, ma io? Incontrerò il vice premier domani alla Casa Bianca". Il vice premier cinese Liu He ha detto che la Cina è disposta a un accordo con gli Usa su materie che interessano entrambi in modo da evitare frizioni che possano portare a ulteriori tensioni, secondo l’agenzia di stato Xinhua. Il commento di Liu, il capo negoziatore cinese, arriva nel corso degli incontri della due giorni negli Usa. Secondo indiscrezioni Bloomberg gli Stati Uniti starebbero valutando un patto valutario con la Cina come parte di un accordo parziale.

Suggerimento: quando si negoziano valute bisogna conoscere diverse tecniche. Una delle più note è la strategia bande di Bollinger e Rsi 60 secondi.

Dollaro in calo, come le valute rifugio

Il clima più positivo che spira sui negoziati commerciali, ha dato un po' di slancio agli investitori. Chi conosce che cos'è il forex fx trading, sa benissimo che in questo clima la corsa alle valute rifugio si indebolisce, e così il dollaro è sceso ai minimi da due settimane. Il dollar index, un indicatore del valore del dollaro contro un paniere di sei altre principali valute, è vicino a registrare la sua maggiore flessione giornaliera in cinque settimane.

martedì 8 ottobre 2019

Banche e liquidità, il test della BCE evidenzia una situazione solida

Gli ultimi test sulla liquidità delle banche europee condotto dalla BCE, fa emergere un quadro a tinte alterne ma comunque positivo. Circa la metà dei grandi istituti della eurozona infatti riuscirebbe a resistere se si verificasse una situazione di deflusso di liquidità della durata di sei mesi.

I risultati del test sulle banche

Il test, che è stato condotto dalla Bce su 103 istituti bancari, ha ipotizzato una situazione in cui viene congelata la raccolta istituzionale. Una situazione limite quindi, ma comunque assai indicativa dello stato di salute delle eurobanche, che in una situazione del genere potrebbero continuare ad operare soltanto utilizzando il contante e le garanzie reali disponibili, senza finanziarsi sul mercato.

Ebbene i risultati (che confluiranno nel processo annuale Srep) evidenziano una situazione poco solida soltanto per 4 banche, che avrebbero un ‘periodo di sopravvivenza’ inferiore all’orizzonte temporale di sei mesi indicato nello scenario di base del test. Altre 52 banche sopravviverebbero fino a sei mesi, mentre le altre riuscirebbero ad andare anche oltre. La situazione migliore è quella di 26 banche, che potrebbero sopravvivere oltre sei mesi anche in caso di “shock estremo”, ovvero uno scenario che include il declassamento del rating di tre notch e un deflusso dei depositi.

Risultati buoni, con alcune vulnerabilità

Nel comunicato reso noto dalla Bce, si evidenziano i risultati “sostanzialmente positivi” del test, tenuto anche conto del fatto che l’orizzonte temporale di sei mesi che è stato preso come scenario, è più esteso del periodo di 30 giorni per il quale le banche sono tenute a detenere riserve di liquidità sufficiente a superare un periodo di stress. Tuttavia, l'Eurotower ha anche evidenziato delle "vulnerabilità", che richiedano ulteriore attenzione. Si tratta delle brevi scadenze temporali dei flussi di cassa in valuta, dei rischi sui trasferimenti di liquidità infragruppo verso controllate extra-zona euro e delle politiche di gestione delle garanzie reali che le banche potrebbero mobilitare in caso di necessità.

venerdì 4 ottobre 2019

Tassi di interesse, l'India effettua il quinto taglio del 2019

La banca centrale dell'India è tornata a ritoccare il costo del denaro. Quando da noi era prima mattina infatti, la Reserve Bank of India (Rbi) ha tagliato di 25 punti base i tassi d'interesse. Si tratta del quinto taglio di quest'anno (per complessivi 110 punti base), l'ultimo risaliva ad agosto, per un insolito ammontare di 35 punti base. Il costo del denaro è adesso sceso al 5,15%.

Decisione unanime sui tassi in India

La decisione sui tassi è stata presa all'unanimità dai 6 membri del comitato di politica monetaria, che ha confermato anche l'intenzione di continuare a stimolare l'economia fin quando sarà necessario. Nel comunicato di accompagnamento, la RBI sottolinea che la situazione economica in frenata "giustifica gli sforzi intensi" per ripristinare lo slancio della crescita. Del resto, quest'ultima si è mossa al ritmo del 5% nel trimestre chiuso a giugno, ovvero il valore più basso dal 2013.

Anche per sostenere l'economia, il Governo guidato da Narendra Modi si è messo al lavoro per effettuare un sostanziale taglio delle aliquote dell'imposta sulle società, dare un sostegno finanziario aggiuntivo per le banche e creare di una tabella di marcia per il consolidamento del settore bancario. Tutte misure volte a sostenere la crescita economica indiana.

Suggerimento: quando si vuole fare un investimento nel mercato valutario, occorre prima sapere quale broker forex scegliere, dopo aver studiato bene tutte le sue caratteristiche.

Banca centrale e tassi

La Banca centrale intanto, sfruttando il fatto che l'inflazione continua ad essere al di sotto del target del 4% (la proiezione dice che dovrebbe rimanere al di sotto dell'obiettivo fino ai primi mesi del 2020/21), ha avuto spazio per effettuare i tagli ai tassi ufficiali.

Per quanto riguarda la valuta nazionale, ovvero la Rupia, non c'è stata una grande reazione alla decisione di riduzione dei tassi (qui invece si parla del cambio dollaro lira turca previsioni). Il cambio rispetto al dollaro USA rimane infatti intorno alla regione di 70,85, anche se si attendono i dati sul lavoro a stelle e strisce che potrebbero imprimere una forte direzione al rapporto di cambio.

mercoledì 2 ottobre 2019

Commercio, l'industria del falso minaccia sempre di più il Parmigiano e il Grana

In commercio è maggior il numero di forme di parmigiano fasullo piuttosto che di quello vero. Ecco la cruda verità messa in risalto da Coldiretti, che lancia l’allarme su uno dei simboli del made in Italy, che oltre a essere il prodotto agroalimentare italiano più conosciuto al mondo, è anche quello più imitato.

Le due minacce al commercio del Parmigiano 

L'iconico formaggio nostrano nei giorni scorsi è stato protagonista di una giornata speciale, il “Parmigiano Day”, che si è tenuta al Villaggio di Bologna. In quella circostanza, i produttori hanno voluto difendere il commercio del loro prodotto di eccellenza dai dazi imposti dagli Usa. Tariffe che altro non fanno se non il gioco dei falsari, che avranno ancora più campo libero per riversare sul mercato tonnellate di fomre di formaggio fasullo.

Ormai la produzione di falsi Parmigiano Reggiano e Grana Padano nel mondo ha superato quella degli originali. E purtroppo si tratta di una pratica diffusa in tutti i continenti. L'industria del tarocco cerca di sfruttare le assonanze dei marchi per trarre in inganno i consumatori, che pensano di avere a che fare con un prodotto autenticamente italiano, quando invece è fasullo. Negli Stati Uniti si chiama “Parmesan”, che diventa “Parmesano” in Uruguay, "Reggianito" in Argentina o "Parmesao" in Brasile. Ma oltre al commercio del finto parmigiano, c'è anche quello dei formaggi similari che si moltiplicano anche in Europa.

L'industria del falso e quella del vero

Il mercato del falso più corposo è negli States, dove solo l’1% dei formaggi di tipo italiano venduti nei supermercati, ha un legame effettivo con la realtà produttiva tricolore. La produzione è realizzata per quasi i due terzi in Wisconsin e California, seguiti da New York.

L'imposizione di dazi al parmigiano autentico, rischia di alimentare il mercato del falso e di stroncare il ritmo di crescita del nostro export. Il successo di questa eccellenza italiana infatti è costante. L'export verso gli States marcia al ritmo record del 26% nel primo semestre, in Giappone le vendite sono aumentate del 21%, mentre siamo addirittura al +36% nel caso della Cina, anche se qui i volumi sono limitati. Il commercio del parmigiano autentico è cresciuto in direzione della Germania (+19%), in Francia (+11%), Regno Unito (+15%), Svizzera (+17%) e Olanda (+10%).