martedì 29 ottobre 2019

Indici azionari ancora in volo, lo S&P fissa il nuovo record storico

Continuano i giorni caldissimi di Wall Street, dove gli indici azionari corrono e marciano a suon di record. Lo S&P500 batte se stesso, fissando nuovi massimi storici sia su base intraday che in chiusura di mercato. Nel corso dell'ultima sessione, l'indice azionario S&P500 ha toccato quota 3.044,08 punti, prima di chiudere a 3.039,42, che rimane comunque il valore più alto di sempre.

La marcia degli indici azionari USA

Dopo un'estate caratterizzata da un forte sell off ad agosto, a causa dei rinnovati timori sull’arrivo di una recessione negli Stati Uniti, l'azionario USA quindi torna a correre.

Ma i record non li fanno solo gli indici azionari, bensì anche 15 azioni quotate sul listino, tra cui Alphabet, Apple, Microsoft e JP Morgan Chase. Va evidenziata soprattutto la performance di Apple, che ha toccato il record intraday di $249,25 prima di chiudere a $246,58. Il titolo Apple ha guadagnato più dell’11% a ottobre, grazie all’ottimismo per le vendite di iPhone. Nel corso del 2019 il valore dell'azione è cresciuto del 56% (suggeriamo un'analisi tecnica con il metodo Heikin ashi).

Appunti: è interessante constatare anche il rapporto tra l'andamento degli indici azionari e le valute, studiando una tabella correlazioni valute Forex.

Le cause del rally

La spinta verso questo clima euforico in Borsa l'hanno data una serie di concause. Anzitutto la schiarita sul fonte della guerra commerciale, dopo il messaggi di Trump che ha parato di accordo parziale che potrebbe essere sancito a breve. Inoltre la stagione delle trimestrali si sta rivelando un successo, con la stragrande maggioranza delle società che sono andate meglio delle attese (il 78% di quelle facenti parte dello S&P500 ha battuto le previsioni degli analisti).

Inoltre si fanno sentire le speculazioni dei mercati su quello che farà la Federal Reserve. L'istituto centrale quasi sicuramente effettuerà un taglio al costo del denaro, sarebbe il terzo dell'anno. Inoltre l’era dei tassi negativi sta portando molti investitori ad abbandonare gli asset del Giappone e dell’Europa per posizionarsi su quelli americani che, sicuramente, rendono di più.

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