venerdì 25 ottobre 2019

Inflazione senza slancio, ecco il cruccio di Draghi che saluta la BCE

Il lungo periodo di comando si va chiudendo per Mario Draghi, che può vantarsi dia ver risolto la crisi dei debiti sovrani, ma si poterà il cruccio di non aver ridato slancio all'inflazione.

La lunga battaglia contro la bassa inflazione

Il banchiere italiano ha salutato ieri la BCE con un discorso carico di eleganza e stile, senza togliersi sassolini dalle scarpe ne' mettere pressione al suo successore (Lagarde). «Ho sempre cercato - ha detto - di rispettare il mio mandato, senza mai arrendermi. È stata un’esperienza intensa, profonda e affascinante». Draghi lascia una BCE pronta al lancio del secondo round di Quantitative Easing, e ancora lontana dalla possibilità di rialzo dei tassi, che spetta solo a chi riuscirà a vincere la bassa inflazione. Le aspettative di lungo periodo sull’andamento dei prezzi sono ferme poco sopra l'1%, e minacciano di ancorarsi tra questo livello e l’1,5%. siamo quindi molto distanti dall'obiettivo fissato dalla Eurotower al 2%.

Va però evidenziato che la bassa inflazione non si può certo ascrivere come una sconfitta personale del banchiere italiano, visto che la maggior parte delle economie sta lottando con un problema simile. Anche gli Stati Uniti, che lo scorso anno si erano lanciati con veemenza nel percorso di normalizzazione della politica monetaria (4 rialzi dei tassi), hanno dovuto fare marcia indietro e cominciare a sforbiciare il costo del denaro, per ridare slancio alla crescita e all'inflazione.

Le armi della BCE

La Bce ha affrontato il problema della bassa inflazione in modo cauto e graduale. Dapprima ha provato a fornire tutta la liquidità richiesta dalle banche, con aste a lungo e lunghissimo termine. Poi ha varato il piano di quantitative easing che ha riversato fiumi di liquidità nel sistema, liberando nello stesso tempo spazio nei bilanci delle imprese di credito, incentivate dal calo dei rendimenti a concedere maggiori prestiti. Tuttavia, anche se la situazione non è peggiorata, non si può dire neppure che sia migliorata di molto. Ma dal 1 novembre sarà un problema della Lagarde.

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