martedì 7 gennaio 2020

Investitori guardano con ansia al Medio Oriente, ma per ora niente panico

Il vero driver degli investitori continua ad essere la geopolitica. Dopo l'assassinio del comandante militare Qassem Soleimani da parte degli Stati Uniti, rimane forte il timore che possa esplodere un nuovo conflitto in Medio Oriente. Questo deprime la propensione al rischio degli investitori.

Il sentiment degli investitori

L'Iran ha annunciato che non rispetterà più i vincoli sull'arricchimento dell'uranio, e il parlamento ha votato per espellere le truppe americane. Trump dal canto suo annuncia misure ancora più ritorsive. Gli Stati Uniti inoltre hanno negato il visto al ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, che avrebbe dovuto recarsi a New York per una riunione del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Il clima è pesante, anche se al di là della reazione prevista da parte degli investitori, che hanno premiato i beni rifugio, non siamo ancora al panico.

Niente panico

E vero che l'oro ha aggiornato il massimo di diversi anni, che il rendimento dei treasuries è sceso e che il petrolio rimane nella regione dei massimi semestrali. Tuttavia chi sa il Forex day trading che cos'è si aspettava questa reazione emotiva del mercato, e la giudica tutto sommato contenuta. Sembra che gli investitori stiano cercando nuovi livelli di equilibrio.

L'euro-dollaro rimane debolmente rialzista - secondo i migliori oscillatori di analisi tecnica - dopo la pubblicazione di dati PMI europei, e dopo che il Sentix è cresciuto a gennaio a 7,9 p contro 0,7 p di un mese prima, mentre era previsto un calo. Anche le valute rifugio Yen e franco svizzero, che erano cresciute subito dopo la prima escalation di tensione (la valuta giapponese era salita sui massimi di 3 mesi, mentre quella svizzera ha toccato i massimi annuali), hanno rallentato.

Situazione di incertezza

Il sentiment degli investitori rimane senza dubbio ancora fragile a causa delle crescenti preoccupazioni per il conflitto armato tra Stati Uniti e Iran, ma per il momento non c'è ancora quella ondata di panico che si temeva qualche giorno fa. E dire che proprio gli investitori si preparavano a festeggiare l'accordo di fase uno tra Stati Uniti e Cina, in programma il 15 gennaio.

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