martedì 11 febbraio 2025

Lavoro, crolla il mito del posto fisso nel pubblico impiego

C'era una volta il mito della intoccabilità del posto di lavoro nel settore pubblico. Negli ultimi cinque anni le cose hanno dimostrato che gli scenari sono decisamente cambiati, visto l'aumento dei casi di sospensione o addirittura licenziamento dei dipendenti della pubblica amministrazione italiana.

Alcuni numeri sul pubblico lavoro

Secondo un'indagine formulata dal Centro Studi Enti Locali (basata sui dati del Ministero per la pubblica amministrazione), negli ultimi cinque anni ci sono state 15.000 procedure contro gli addetti al pubblico impiego. 

In circa un terzo dei casi si è arrivati ad un'archiviazione o al scioglimento del prestatore di lavoro. Ma allo stesso tempo in circa un terzo dei casi si è arrivati a sanzioni di forte gravità, fino al licenziamento del dipendente pubblico.

I settori più coinvolti

Il settore sanitario è stato quello più interessato con 4666 casi, ossia un terzo del totale. Al secondo posto di questa classifica ci sono i ministeri-agenzie con quasi 4200 procedure disciplinari. Al terzo posto del podio ci sono le Amministrazioni comunali, con poco più di 3100 casi, seguiti dal settore scolastico con 1600 provvedimenti circa.

Le cause delle procedure

Il motivo che più frequentemente porta al licenziamento del lavoratore pubblico è l'assenteismo. In questa categoria di procedure rientrano tutti quei dipendenti che non hanno comunicato la loro assenza dal posto di lavoro, ma anche quelli che hanno presentato certificati medici falsi o che attestavano malattie inesistenti. 
La seconda causa dei licenziamenti è legata invece ai reati commessi dei dipendenti, mentre nel 26% dei casi sono i comportamenti negligenti ad aver provocato l'azione disciplinare.

Le regole del pubblico impiego

Va evidenziato che tra settore pubblico e privato c'è una forte differenza in merito alle azioni disciplinari, che in ambito di pubblica amministrazione devono seguire delle regole particolari e più rigide. Tuttavia, contrariamente a quanto molti credono, il licenziamento può arrivare anche da una valutazione insufficiente del rendimento del lavoratore. Non è vero quindi che riuscire a ottenere un contratto a tempo indeterminato nel pubblico impiego significa godere di una stabilità assoluta e perpetua.

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