martedì 28 febbraio 2023

Imprese e giovani, l'unico slancio arriva dal settore agricolo

Per i giovani italiani l'apertura di una propria azienda è sempre stato un percorso a ostacoli, anche molto costoso. L'unica luce nell'intero panorama arriva dal settore agricolo, dove le imprese gestite da under 35 continuano a crescere.

Agricoltura e imprese

A fornire i dati sulla situazione delle imprese guidate da giovani in Italia è stata Coldiretti. Emerge allora che ogni giorno del 2022 sono nate mediamente 17 nuove imprese agricole condotte da giovani. Si tratta dell'unico settore in cui l'imprenditoria giovanile è riuscita a migliorare rispetto al decennio precedente.

L'incremento di questo periodo infatti è dell'1%, mentre in altri settori si registra un calo del 13%. In alcuni casi la caduta è stata anche superiore al 25%, come nel caso del settore tessile (-28%).

Il ritorno alla terra

Per i giovani italiani si tratta di un ritorno alle origini, quando erano i loro nonni a dedicarsi alla terra, alla coltivazione e dall'allevamento. Intanto però il panorama di opzioni si è arricchito, comprendendo anche l'attività di agriturismo, le vendite dirette, lo sviluppo di bioenergie e dell'economia green.
Nell'ultimo decennio su questa tendenza hanno inciso probabilmente le crisi economiche, lo scoppio della pandemia e della guerra.

La fotografia delle imprese giovanili

Quasi un giovane imprenditore agricolo su 5 è laureato. Più di un'impresa su tre è molto informatizzata, mentre una su quattro ha realizzato delle innovazioni nell'ultimo triennio.
In sostanza la presenza dei giovani nell'ambito agricolo ha in qualche modo rivoluzionato l'intero mestiere. Va aggiunto che i risultati sono ottimi, visto che il fatturato risulta più elevato del 75% della media degli altri settori, e con il 50% in media di occupati in più rispetto all'imprenditoria giovanile negli altri settori.

L'ostacolo

Va detto che neppure le imprese agricole sfuggono alle difficoltà che sono tipiche dell'accesso ad ogni attività per i giovani. Il prezzo medio di un ettaro di terreno agricolo sfiora il 21 mila euro, ma si può arrivare alla iperbolica cifra di 1,5 milioni di euro per i vigneti dei grandi vini del Nord.
Si tratta di prezzi medi, anche se bisogna sottolineare le grosse differenze tra i singoli territori. Tra gli 8.800 media nelle isole e i 29.000 euro c'è infatti una grandissima differenza.

mercoledì 22 febbraio 2023

Tassi di interesse, arriva la decima stretta della Reserve Bank of New Zealand

Come si aspettavano ampiamente i mercati, la Reserve Bank of New Zealand ha deciso di effettuare una nuova stretta di politica monetaria. L'istituto centrale ha infatti varato un aumento dei tassi di interesse di 50 punti base.

Il nuovo livello dei tassi di interesse

Dopo l'ultimo meeting di politica monetaria, il livello dei tassi di interesse sale così al 4,75%, ossia il massimo da gennaio 2009. Da ottobre 2021 la Banca Centrale ha effettuato ritocchi all'insù del costo del denaro per un totale di 450 punti base. Si tratta del ciclo più aggressivo dal lontano 1999.

Va peraltro aggiunto che le strette non sono ancora finite. Infatti la RBNZ preannuncia ulteriori ritocchi nei prossimi mesi, identificando come possibile livello picco dei tassi al 5,5%. Un segnale senza ombra di dubbio da falco, che come conseguenza ha spinto al rialzo il dollaro neozelandese rispetto a quello americano. 

Il cambio NZD/USD sale infatti oltre quota 0,62, con il CCI Forex che non segnala ancora ipercomprato, anche se il dollaro kiwi rimane sotto pressione per via dell'atteggiamento aggressivo che sta mostrando anche la Federal Reserve ultimamente.

L'inflazione neozelandese

La decisione di alzare ancora i tassi di interesse è stata presa dai policy makers neozelandesi a causa di un'inflazione che rimane ancora molto alta. L'ultimo report ha evidenziato un tasso annuo di crescita dei prezzi al 7,2%. Siamo molto distanti dalla fascia target compresa fra l'1 e 3% annuo fissato dalla RBNZ.
Inoltre l'occupazione è oltre il suo livello sostenibile e la pressione sui prezzi continua ad essere elevata. Per questo motivo la Reserve Bank of New Zealand ha ritenuto necessario stringere ulteriormente sul costo del denaro, così da essere fiduciosi che ci sia un contenimento della spesa sufficiente per riportare l’inflazione all’interno del suo intervallo obiettivo.

Nota bene: anche sul dollaro neozelandese è utile sfruttare qualche indicatore forex affidabile.

Il ciclone Gabrielle

Secondo la Banca Centrale, l'economia neozelandese vivrà una fase di contrazione a partire dal secondo trimestre di quest'anno.
Bisognerà inoltre vedere quali saranno le conseguenze del passaggio del ciclone Gabrielle, che si è abbattuto sul paese provocando diversi morti e danni per miliardi di dollari.
Tutto ciò potrebbe avere delle implicazioni anche sulla politica monetaria, visto che provocherà una frenata dell'attività economica ed una nuova pressione al rialzo sui prezzi di alcuni prodotti.

lunedì 20 febbraio 2023

Consumi, a causa della crisi oltre due persone su tre hanno tagliato la spesa

Un'indagine condotta sui consumi a livello globale ha evidenziato ancora una volta gli effetti della grave crisi dell'ultimo biennio, cominciata con lo scoppio della pandemia e proseguita anche a causa della guerra in Ucraina.

Il report sui consumi

Il sondaggio di PwC Global Consumer Insights Pulse Survey ha coinvolto oltre 9.000 consumatori in 25 Paesi di tutto il mondo, evidenziando che la metà di essi si dice "molto preoccupata" o "estremamente preoccupata" per la propria situazione finanziaria.

Questo grave timore di non riuscire a farcela con le spese, induce quasi 7 persone su 10 a valutare bene i propri consumi, e di conseguenza a ridurli.

Il taglio

Così il 53% delle persone ha deciso di rimandare l'acquisto di beni non essenziali, mentre il 15% ha addirittura cancellato del tutto l'acquisto di questa tipologia di beni dalla propria agenda.
Il taglio netto dato ai consumi si ripercuoterà in particolar modo sui prodotti di lusso e quelli di fascia alta di prezzo, ma anche sui viaggi e sulla moda.
La categoria di prodotti che dovrebbe essere meno colpita da queste sforbiciate è quella degli alimentari, dato il carattere di necessità che rivestono.

Forse può interessare: spesa obbligata arriva al 60% del budget delle famiglie.

Spunti interessanti

In questo nuovo comportamento d'acquisto da parte dei consumatori è interessante osservare che si manifesta tanto negli acquisti in negozio quanti per quelli fatti online. 

I consumatori di oggi dedicano inoltre più tempo a cercare alternative più economiche. Circa la metà (49%) preferisce acquistare prodotti quando sono in offerta, mentre il 46% cerca rivenditori che offrono un valore maggiore, il 40% sfrutta i siti che fanno un confronto dei prezzi così da trovare alternative più economiche, il 34% acquista i prodotti in stock per risparmiare, mentre il 32% acquista prodotti a "marchio del rivenditore", sempre per risparmiare.
Inoltre i consumi vengono sempre più indirizzati verso i prodotti realizzati in modo etico e sostenibile, quindi, la domanda di beni locali e sostenibili rimane alta.

martedì 14 febbraio 2023

Valute digitali, anche la Bank of England si muove con decisione

Potrebbe avvicinarsi il tempo in cui inizierà a circolare anche una sterlina digitale. Infatti la Bank of England ha avviato con il Ministero del Tesoro britannico le consultazioni riguardanti la possibilità di creare una propria valuta digitale.

Il progetto GB sulla valuta digitale

Una nota pubblicata dallo stesso Istituto Centrale britannico chiarisce che la valuta digitale del Regno sarebbe intercambiabile con i contanti e con i depositi bancari. Sarebbe quindi uno strumento complementare rispetto al denaro contante.

Soprattutto nella prima fase introduttiva, ci sarebbero delle limitazioni sulle cifre che i singoli potrebbero detenere.
Per frenare ogni possibile entusiasmo, l'istituto britannico ha chiarito che allo stato attuale non ci sono certezze riguardo alla conclusione positiva di questo progetto.

Differenze rispetto alle valute digitali tradizionali

Come tutti gli altri progetti analoghi, anche quello della Bank of England segna comunque una netta differenza rispetto alle valute digitali tradizionali, che sono ormai uno strumento puramente speculativo e che vedono trading con i volumi sempre elevatissimi. A cominciare proprio dal famosissimo Bitcoin (A proposito il prezzo del BTC è sceso di nuovo sotto i 22.000 dollari).

La sterlina digitale si muoverebbe all'interno di un contesto privo di rischi, accessibile a tutti e con elevati livelli di fiducia giàcché centralizzato. Sarebbe infatti una valuta digitale emessa dalla Bank of England, sottostante rigorosi standard di privacy e di tutela dei dati personali dei detentori.

Il cammino rispetto a BCE e Fed

La Bank fo England si muove quindi lungo il percorso già battuto dagli altri due grandi istituti centrali ossia la BCE e la Federal Reserve.
L'istituto europeo nei prossimi mesi deciderà se creare o no un euro digitale, e la Commissione Europea sta elaborando un testo in merito. La Federal Reserve invece sembra più cauta, e di recente comunica di aver discusso sia dei potenziali benefici che dei dischi connessi ad un dollaro digitale.

Come ricordano gli esperti di Quotex, anche la Banca Popolare Cinese si sta muovendo per la realizzazione di uno yuan virtuale.

giovedì 9 febbraio 2023

Esportazioni, l'ortofrutta italiana piace sempre di più all'estero

La produzione di ortofrutta italiana da sempre è apprezzata all'estero per la sua ricchezza e la sua genuinità. Non c'è da stupirsi quindi se le esportazioni di alcuni prodotti ortofrutticoli ci vedono nettamente in posizione di leadership.

I dati sulle esportazioni

In base a un report del Centro Studi Divulga emerge che i flussi commerciali del settore ortofrutticolo europeo vedono l'Italia in testa alla classifica per volume di esportazioni di alcuni prodotti.
Si tratta della conserva di pomodoro (2,1 milioni di tonnellate), dell'uva (463mila tonnellate), dei kiwi (26 8mila tonnellate) e delle nocciole sgusciate (38 mila tonnellate). Siamo leader perché siamo più apprezzati.

Ma siamo sul podio dei maggiori esportatori anche per quanto riguarda le mele, dove ci supera soltanto la Polonia. Stesso discorso vale per i cocomeri, dove siamo preceduti soltanto dalla Spagna. Siamo al terzo posto per quanto riguarda le esportazioni di insalate, mentre al quinto posto per quanto riguarda le arance.
Sono messi discretamente anche per le pere, i cavolfiori e broccoli.

Le spine del mercato

Ci sono però anche delle spine nel mercato dell'ortofrutta italiano. In un mondo che è cambiato sia internamente che esternamente, il settore deve fare i conti con l'incremento dei costi di produzione, in special modo quelli energetici, e con le difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime.
Anche con la crescita dell'inflazione, che ha finito per ridurre i consumi, ed infine con l'andamento anomalo del clima, che è sempre più spesso si trova a fare i conti con situazioni di siccità e lunghi periodi in cui le temperature sono sopra la media.
Tutti questi fattori finiscono per ridurre i margini delle imprese ortofrutticole, creando un problema di liquidità che ovviamente incide sugli investimenti che sono la base per poter rimanere con successo sul mercato.

lunedì 6 febbraio 2023

Investitori, dopo la scorpacciata di banche centrali l'interesse torna sui dati macro

Settimana scorsa è stata estremamente intensa per gli investitori, vista la contemporanea presenza in successione dei meeting di Fed, BCE e Bank of England. I prossimi giorni invece torneranno a mettere al centro dell'attenzione i dati macroeconomici.

I driver per gli investitori

Nel corso di questa settimana, ad eccezione del meeting della Riserva Bank of Australia, i dati macro saranno il driver principale delle mosse degli investitori, a cominciare dalle mani forti trading

Nella giornata di martedì saranno pubblicati i report riguardanti la bilancia commerciale degli Stati Uniti, ma anche di Australia, Francia, Canada.
Gli Stati Uniti saranno in focus anche nella giornata di giovedì, con le richieste iniziali di disoccupazione. Venerdì invece toccherà alla stima preliminare indice Michigan.

In Europa

Il calendario è ricco di appuntamenti per gli investitori che guardano all'Europa. Oltre alle vendite al dettaglio della Eurozona ed agli ordini di fabbrica in Germania, ci sono gli S&P Global Construction PMI Germania, Italia, Francia, Eurozona, Regno Unito.
Giovedì inoltre ci sarà la Riunione del Consiglio Europeo.

Venerdì il focus sarà tutto sul Regno Unito, dove verranno pubblicati i report sul PIL sulla produzione industriale e sulla bilancia commerciale.

La Banca Centrale d'Australia

L'unico meeting di interesse per quanto riguarda le banche centrali riguarda quella australiana. La Reserve Bank deciderà martedì sull'aumento dei tassi di interesse, e questo provocherà sicuramente delle ripercussioni sull'andamento del dollaro australiano. Fino all'inizio di febbraio, l'Aussie ha beneficiato del ritorno dell'appetito a rischio da parte degli investitori. Il cambio AUDUSD era giunto così a 0,71, perché la strategia forex intraday di molti investitori puntava sulla crescita del dollaro AUD.

Trimestrali

La settimana degli investitori sarà resa intensa anche da un fitto calendario di pubblicazioni trimestrali. Spiccano i dati di KKR, Walt Disney, Uber ed Expedia.