mercoledì 30 marzo 2022

Esportazioni, i distretti agroalimentari crescono fino a 22 miliardi

Nel 2021 i distretti agroalimentari italiani hanno vissuto un'ulteriore fase di crescita per quel che riguarda le esportazioni. Il bilancio finale infatti ha superato la cifra di 22 miliardi di euro, segnando un incremento del 9,2% rispetto all'anno precedente.

L'agroalimentare italiano e le esportazioni

I dati sono stati illustrati da un'analisi condotta da Intesa Sanpaolo, ed evidenziano che la tendenza di crescita delle esportazioni dei distretti agroalimentari italiani continua ormai dal lontano 2010

Neppure la pandemia ha fermato questa corsa, ed anzi l'export dei distretti agroalimentari ha seguito l'evoluzione delle esportazioni complessive di cibi e bevande, che nel 2021 ha oltrepassato i 50 miliardi.

La corsa dei prezzi alla produzione

Va detto che sulle cifre delle esportazioni incidono notevolmente anche i prezzi alla produzione, che sono cresciuti del 2,6% rispetto al 2020

C'è stata soprattutto un’accelerazione nell’ultimo trimestre, in particolare per alcuni comparti che hanno registrato dei veri e propri boom.
E' il caso ad esempio del comparto dell'olio, dove i prezzi alla produzione sono saliti di oltre il 10%. Ci sono stati degli aumenti anche nel settore lattiero-caseario, e in generale in tutti gli altri comparti. La sola eccezione è il comparto delle bevande, dove invece c'è stato un calo.

Export per settori e per flussi geografici

Tornando alla dinamica delle esportazioni, è interessante osservare come quasi tutte le filiere si posizionano su livelli di esportazioni superiori al livello pre-pandemia.
Ad esempio, per la prima volta la filiera del vino ha superato i 6 miliardi di euro. Nel 2020 c'è stata una crescita del 12,5%. Dinamiche forti hanno registrato anche la filiera di carne e salumi (+16,2%), quella del lattiero-caseario (+15,5%), della pasta e dolci (+7,4% nel 2021).

Riguardo invece ai flussi di destinazione delle esportazioni, si segnala una crescita verso Germania (+4,5%), Stati Uniti (+13,9%) e Francia (+10%); in calo le vendite sul mercato britannico (-9,6%), principalmente come conseguenza dei cambiamenti innescati da Brexit.

venerdì 25 marzo 2022

Mercato del petrolio, l'OPEC+ è preoccupato per il possibile embargo UE

Continua ad essere delicata la situazione sul mercato del petrolio. Dopo le mosse di Stati Uniti e Regno Unito, che hanno varato un embargo sul petrolio russo, si fa più concreta la possibilità che l'Europa decida di fare qualcosa di analogo.
Tuttavia, quando ne hanno parlato lunedì, i ministri degli esteri europei non hanno trovato un accordo se estendere le sanzioni anche al settore energetico.

I timori sul mercato del petrolio

La possibile stretta UE è una mossa che desta preoccupazione nell'Opec. I produttori di oro nero sono convinti che tutto ciò finirebbe per creare un danno ai consumatori. Di questo l'Opec avrebbe già parlato a Bruxelles, esprimendo la propria agitazione.

Alcuni dei principali Paesi produttori, come Arabia Saudita ed Emirati Arabi, hanno cercato di rimanere abbastanza neutrali rispetto al conflitto in Ucraina. Se consideriamo invece l'intero Opec+ - che comprende anche la Russia - non si deve essere sorpresi del fatto che non hanno mai parlato apertamente della guerra.

Annotazione: si può negoziare il prezzo sul mercato del petrolio analogamente a come si fa trading con le medie mobili forex.

La forte dipendenza dalla Russia

Il dato di fatto è che il mercato del petrolio in Europa è fortemente dipendente dalle esportazioni di greggio russo. La decisione da parte della UE di imporre delle sanzioni all'industria energetica russa, avrebbe quindi inevitabili conseguenze su tutto il settore.
Per questo, gli USA avrebbero trovato un accordo per fornire l'Europa di gas liquefatto in modo da ridurre parzialmente la dipendenza Europea dall'energia russa.

Il mercato tira ancora

Intanto a causa dei timori di ulteriori interruzioni dell'approvvigionamento dovute alle sanzioni contro la Russia, i prezzi rimangono oltre i 100 dollari al barile.
Il Brent sta lambendo addirittura i $120 mentre, il WTI americano è sopra i 110, come si vede sui broker forex italiani autorizzati che negoziano anche commodities.
Gli Stati Uniti e i loro alleati intanto stanno discutendo su un possibile ulteriore rilascio coordinato di scorte strategiche, in modo da calmierare i prezzi sul mercato del petrolio.

mercoledì 23 marzo 2022

Lavoro, la pandemia fa spiccare il volo ad alcune figure professionali

Il mercato del lavoro è continuamente in evoluzione. Tuttavia, negli ultimi due anni questo processo è stato accelerato dallo scoppio della crisi pandemica.
In special modo, la pandemia ha dato una impresso una forte spinta verso il processo di digitalizzazione, con tutte le conseguenze del caso.

Le nuove tendenze del lavoro

Per questo motivo ci aspetta un futuro prossimo che sarà ancora più caratterizzato, sotto il profilo del lavoro, dalla ricerca di professionisti iper-qualificati. Saranno sempre più richieste le competenze molto verticali. 

L'avanzata dell’intelligenza artificiale e dell’automazione a livello industriale, contribuiranno a creare nuove figure di lavoro che saranno sempre più richieste.
Al tempo stesso, altre figure professionali andranno via via scomparendo, perché sempre più obsolete. E' l'evoluzione, non c'è scampo.

Sanità sugli scudi

Tra i nuovi posti di lavoro che diventeranno più richiesti, spiccano quelli nel campo della sanità, della logistica e del commercio online. Tre ambiti professionali che sono stati fortemente interessati dalla pandemia da Covid-19.
Sono in special modo 6 le figure professionali che continueranno ad essere molto richieste nei prossimi mesi.

Anzitutto gli infermieri qualificati e medici. Dal momento della scoppio della crisi sanitaria, la ricerca di queste figure è cresciuta ininterrottamente. Infatti la pandemia ha evidenziato una carenza strutturale di personale negli ospedali.
Stesso motivo è alla base della richiesta di tecnici di laboratorio.

La crisi pandemica ha spinto anche gli assicuratori, perché c'è stato un boom di domande di polizze sulla vita e sulla salute.

Logistica e figure tech

Saranno richiesti responsabili della logistica, perché questa branca rappresenta un forte fattore di appeal verso il cliente.
Si passa al settore tech, con i software Engineer, cioè esperti che si occupano della progettazione, dello sviluppo nonché dell’aggiornamento di prodotti software.
Richiestissimi anche i Data Scientist, dal momento che conta sempre di più l'analisi dei dati di mercato e della clientela (questo trend era iniziato già prima dell’emergenza sanitaria).
Forte richiesta si avrà anche per i responsabili vendite, in grado di adattare la politica di vendita ai nuovi tempi.

venerdì 18 marzo 2022

Mercato dell'auto, la guerra ridurrà provocherà un brusco calo della produzione

Le conseguenze della guerra in Ucraina si avvertiranno in modo forte sul mercato dell'auto. La produzione globale dovrebbe infatti scivolare di diversi milioni di unità sia nel 2022 che nel 2023.

I numeri che preoccupano il mercato dell'auto

Questi numeri sono il frutto di un'analisi che è stata condotta dalla S&P Global Mobility.
Per la precisione, secondo la società di ricerca automobilistica il mercato dell'auto dovrebbe perdere rispetto alle precedenti previsioni circa 2,6 di unità. Scenderà così a poco meno di 82 milioni nell'anno in corso, e 89 milioni il prossimo anno.

Le principali ragioni che incidono sull'andamento balbettante del mercato dell'auto riguardano i danni che il conflitto provocherà alla logistica ed alla catena di approvvigionamento. Danni che si sommano alla carenza di componenti critici come i semiconduttori. Chi sperava di vedere pattern di inversione candlestick è rimasto deluso.   
Va ricordato che l'Ucraina è un paese importante per il mercato dell'auto, dal momento che molte aziende produttrici si riforniscono da questo paese di cablaggi.

Il danno maggiore per l'Europa

Secondo il report sul mercato dell'auto, l'area più colpita sarà proprio quella europea. In base alle previsioni di S&P Global Mobility ci sarà un calo di 1,7 di veicoli. Quasi 4 volte l'impatto che invece avrà il mercato del Nord America.
Dal momento che la metà dei cablaggi costruiti in Ucraina hanno come mercato di sbocco la Germania e la Polonia, a finire sotto pressione saranno soprattutto i colossi tedeschi del mercato dell'auto.

I colossi tedeschi

In particolare le aziende più colpite saranno Volkswagen e BMW. Non è un caso che ad inizio di questa settimana il Ceo di Volkswagen, Herbert Diess, abbia ammesso che la guerra mette in discussione le prospettive del colosso del DAX per il 2022. Nonostante i tentativi di arginare il problema, spostando parte della produzione verso Nord America e Cina.

Problemi analoghi li avrà anche BMW. Leggendo le Dax notizie news, si legge che mercoledì ha tagliato le sue previsioni sul margine di profitto di circa un punto percentuale.

mercoledì 16 marzo 2022

Banche, sofferenze in crescita a gennaio (+3 miliardi)

Il nuovo rapporto mensile ABI evidenzia un dato che - anche se non turba eccessivamente - è comunque emblematico delle difficoltà che viviamo. Le sofferenze delle banche italiane sono nuovamente cresciute a gennaio.

I numeri della sofferenza delle banche

Gli ultimi dati riguardo all'andamento dei prestiti in sofferenza dicono che durante il mese di gennaio c'è stato un balzo di ben 3 miliardi di euro delle sofferenze nette, ossia quelle calcolate al netto di svalutazioni e accantonamenti fatti dalle banche con risorse proprie. Il totale delle sofferenze sale così a 18,2 miliardi.  

Tuttavia questo livello rimane inferiore rispetto al dato registrato l'anno scorso. A gennaio 2021 infatti le sofferenze delle banche sfioravano i 20 miliardi. Ancora di più erano a gennaio 2020, quando furono 26,3 miliardi di euro.

Il motivo per cui non bisogna preoccuparsi eccessivamente di questi dati si comprende se confrontiamo l'attuale livello delle sofferenze delle banche, con quello che c'era a novembre 2015 ossia il mese record con 70,7 miliardi di sofferenze. Le banche italiane sono riuscite a sforbiciare loro crediti problematici di quasi il 80%.

Rapporto sofferenza impieghi

L'associazione delle banche italiane evidenzia inoltre che il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali è poco sopra il punto percentuale a gennaio. Era 0,87% a dicembre 2021, era 1,14% a gennaio 2021, era 1,55% a gennaio 2020 ed era addirittura a 4,89% a novembre 2015.

Andamento dei prestiti

Per quanto riguarda l'andamento dei prestiti, durante il mese di febbraio c'è stato un incremento delle richieste da parte di imprese e famiglie pari al 2,3% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. In particolar modo sono aumentate le richieste da parte delle famiglie verso le banche, +4% su base annua. I prestiti alle imprese registrano invece un aumento dello 0,9% su base annua.

La raccolta

Va evidenziato che la raccolta complessiva  (depositi da clientela residente e obbligazioni) a febbraio ha segnato una crescita del +3,3% su base annua.
I depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, nello stesso mese, di circa 79 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (variazione pari a +4,5% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 12,9 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -6,0%).

Lo spread

Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie rimane in Italia assai basso. A febbraio 2022 risulta di 171 punti base (come nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).

venerdì 11 marzo 2022

Economia britannica, il PIL rimbalza ma il disavanzo è da record

Dal Regno Unito è giunta in mattinata una infornata di dati statistici sulla situazione economica del Paese. Si tratta in larga parte di dati positivi sull'economia britannica, sia pure con qualche zona più opaca.

Gennaio buono per l'economia britannica

L'economia britannica è cresciuta dello 0,8% mese su mese a gennaio 2022. C'è stato cioè un rimbalzo dal calo dello 0,2% del mese precedente, quando si sentì il riflesso della variante Omicron e delle conseguenti restrizioni. 

Il dato sul PIL supera le previsioni di mercato (+0,2%) e adesso è dello 0,8% al di sopra del livello pre-coronavirus. Inoltre tutti i settori hanno evidenziato una crescita.

Nel trimestre fino a gennaio 2022, l'economia britannica è cresciuta dell'1,1% meglio delle previsioni dello 0,8%. I servizi hanno fornito il contributo principale (0,8 punti percentuali).

La produzione industriale del Regno Unito supera le previsioni

Un dato importante reso noto oggi è quello relativo alla produzione industriale, che nel Regno Unito è aumentata dello 0,7% a gennaio, superando le previsioni di mercato (+0,1%).
L'aumento è guidato dal settore manifatturiero, principalmente produzione di prodotti in gomma e plastica (9,1%) e di metalli di base e prodotti in metallo (5,0%).
Tuttavia, la produzione è rimasta al di sotto dei livelli pre-COVID-19 in tre dei quattro settori produttivi.

Aumento della produzione di costruzioni

Un altro dato interessante riguardo all'economia britannica riguarda le costruzioni, aumentate del 9,9% su base annua a gennaio 2022, dopo un aumento del 7,4% nel mese precedente. Il dato supera le aspettative del mercato di un aumento del 9,2%. Le nuove abitazioni sono aumentate dell'11%, tutte le nuove opere del 10,2% e le riparazioni e la manutenzione del 9,3%.
Su base mensile, l'attività di costruzione è aumentata dell'1,1%, il terzo mese consecutivo di aumenti.

Approfondimento consigliato: i dati macro possono incidere sull'andamento degli asset finanziari. Questi ultimi possono essere studiati anche con le regole di Gann trading Forex

Commercio: disavanzo record a gennaio

Tra i dati meno positivi c'è senza dubbio quello sul disavanzo commerciale. Nel Regno Unito è aumentato a 16,159 miliardi di sterline, il valore più grande dall'inizio dei record mensili.
Le esportazioni sono crollate dell'8,3%, trascinate al ribasso da un calo del 22,2% nelle esportazioni verso i paesi dell'UE. D'altra parte le importazioni sono balzate del 16%, al livello record di 66,951 miliardi di sterline, con un aumento del 21,8%.

La reazione dei mercati

Gli investitori che adottano tecniche di trading intraday hanno valutato i dati economici, senza però dare scosse particolari alla sterlina. Il cambio con il dollaro e quello con l'euro si muovono poco, anche perché l'attenzione è rivolta principalmente alle novità in arrivo dal fronte della guerra in Ucraina.

mercoledì 9 marzo 2022

Inflazione, Unimpresa avverte: rischio 8,4% con il caro-petrolio

Non c'è alcun dubbio che la corsa dell'inflazione non solo non rallenterà nei prossimi mesi, ma a causa della guerra scoppiata in Ucraina - e degli effetti che sta avendo sui prezzi dell'energia - è destinata ad accelerare nuovamente.

Lo scenario di Unimpresa riguardo l'inflazione

Secondo i calcoli di Unimpresa, la corsa dei prezzi potrebbe arrivare all'8,4% nei prossimi mesi, per via soprattutto della corsa del petrolio. Solo in caso di miglioramenti, l'inflazione potrebbe scendere al 6,8% a settembre.
Alla base di questa previsione del Centro Studi di Unimpresa c'è l'ipotesi che il prezzo del barile possa stazionare attorno ai $150 fino al mese di giugno.

Se questo prezzo rimanesse più basso, ossia verso $120, l'inflazione potrebbe attestarsi sul 7,5%, che comunque sarebbe altissima, per poi flettere al 6,4% a settembre.
Che si verifichi un caso oppure l'altro, comunque la crescita economica italiana - prevista per il 2022 attorno al 4% - potrebbe essere seriamente pregiudicata.

Le ripercussioni sull'economia italiana

A causa delle pressioni inflazionistiche, l'economia italiana potrebbe perdere circa un punto del PIL. Si innescherebbe la stagflazione nel 2023, cioè una situazione in cui mentre il carovita continua a crescere, rimane invece ferma a zero la corsa dell'economia.

L'incremento dei prezzi è una sciagura enorme per le nostra economia, perché avrebbe delle ripercussioni pesanti sul livello dei consumi finali delle famiglie, e di conseguenza anche sull'attività delle nostre imprese. Specialmente quelle industriali.
Meno consumi significa meno domanda, e meno domanda significa meno attività. In sostanza è l'innesco perfetto affinché si generi una spirale negativa, che potrebbe spingerci di nuovo nel tunnel oscuro nel quale ci aveva infilato il Covid.

È difficile peraltro fare delle previsioni accurate, dal momento che lo scenario del conflitto è assai incerto. Questo vuol dire che non sono da escludere neanche delle evoluzioni peggiori rispetto a quelle delle previsioni.

venerdì 4 marzo 2022

Valute digitali, ruolo nuovo (e importante) nel conflitto russo-ucraino

Nel contesto del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, un ruolo importante e molto delicato lo stanno assumendo le valute digitali.

Lo scoppio del conflitto ha spinto i crypto-asset verso un ruolo nuovo nelle questioni geopolitiche, tanto sul fronte russo quanto su quello ucraino.

La guerra e il ruolo delle valute digitali

Se è vero che dall'inizio del conflitto, lo scorso 24 febbraio, si sono avute conseguenze terribili sia sul piano umanitario che sul piano economico, è altrettanto vero che il mondo delle valute digitali sembra aver vissuto una dinamica opposta

La quotazione del Bitcoin e di Ethereum sono infatti salite di diversi punti percentuale, portandosi dietro anche la maggior parte delle altcoin.

Il prezzo di Bitcoin ad esempio è arrivato sopra i 44.000 dollari, dopo l'incrocio medie mobili 50 e200. Tuttavia in seguito ha in parte ceduto questi guadagni.

Ma cos'è che sta spingendo le valute digitali verso l'aumento?

Cosa sta succedendo

La risposta è nel ruolo che le valute virtuali stanno assumendo nell'ambito del conflitto. Il governo dell'Ucraina ha ricevuto ingenti donazioni in asset digitali, anche grazie alle organizzazioni no-profit. Si stima un flusso di quasi 53,5 milioni di dollari di criptovalute. Accade qualcosa di analogo anche in Venezuela.

Allo stesso tempo le valute digitali sono diventate importantissime per la Russia. Le sanzioni occidentali hanno infatti paralizzato l'economia e la finanza moscovita. Di fronte a tale paralisi, l'utilizzo delle valute digitali può eludere i blocchi provocati dalle sanzioni. Queste ultime hanno provocato delle forti ripercussioni anche sulla valuta Nazionale, spingendo il rublo a cedere circa il 30% del suo valore, mentre l'azionario Russia è crollato.

Annotazione: chi negozia le valute digitali, dovrebbe provare a fare l'analisi tecnica tramite le Elliott wave onde trading.

La Russia e il cambio di rotta

Va evidenziato che poco prima dell'invasione la Russia ha modificato alcune delle leggi vigenti facendo una brusca inversione di rotta rispetto alla proposta della banca centrale di bandire L'attività dei Miner limitare l'utilizzo degli asset digitali. Infatti che potessero danneggiare il sistema finanziario del paese. Quella inversione di rotta Alla luce degli eventi assume un significato importante.

mercoledì 2 marzo 2022

Banche, le misure straordinare anti-Covid stanno per finire

Mentre le banche maggiori hanno vissuto una giornata nera in Borsa, come conseguenza degli avvenimenti che sono in corso in Ucraina, Bankitalia si appresta a rimuovere alcune misure che vennero introdotte durante la prima crisi Covid nel 2020, per consentire alle banche non significative di avere maggiore flessibilità.

Cosa cambia per le banche

Le misure che vennero introdotte all'epoca, riguardavano le banche direttamente vigilate non significative e gli intermediari non bancari

Quegli interventi furono necessari per superare le esigenze straordinarie legate alla crisi sanitaria. Ma ormai i presupposti di quelle misure non sussistono più, così nelle prossime settimane - con scadenze diversificate - la banca d'Italia eviterà di estenderle ulteriormente.

Quali sono le misure che cesseranno

Da metà marzo verrà fermata la misura relativa alla liquidità delle banche. Si tratta di un provvedimento che ha consentito alle banche non significative di continuare a lavorare pur avendo un LCR (coefficiente di copertura della liquidità) inferiore al 100%.

Dal 31 marzo invece, alcune esposizioni verso le banche centrali non dovranno più essere escluse dalla misura dell'esposizione complessiva, che viene utilizzata per il calcolo del coefficiente di leva finanziaria.

Infine, la misura relativa al buffer di capitale non verrà estesa oltre fine anno. Questo provvedimento aveva consentito alle banche meno significative e agli intermediari non bancari di operare al di sotto del CCB del requisito di secondo pilastro P2G.

L'avviso di Bankitalia

La rimozione di tali misure straordinarie, non vuol dire però che la situazione sia del tutto rilassata. La Banca d'Italia ha infatti precisato che continuerà a verificare che le politiche di distribuzione dei dividendi siano improntate alla prudenza. Infatti permane ancora "incertezza riguardo l'evoluzione delle prospettive macroeconomiche".