giovedì 28 dicembre 2023

Banche di investimento, il 2023 è stato un anno terribile

Quello che si sta per chiudere è un anno tra i più pesanti sotto il profilo lavorativo per le banche di tutto il mondo, ed in special modo per le banche di investimento. Nel corso di quest'anno infatti sono stati tagliati circa 60 mila posti di lavoro, in special modo da parte dei grandi istituti impegnati a Wall Street.
Ma dal momento che nel calcolo non vengono considerate le banche di minori dimensioni o le riduzioni contenute di personale, il numero reale potrebbe essere anche più elevato.

Strette monetarie e banche di investimento

Bisogna sottolineare un fattore molto importante, ossia le strette monetarie portate avanti dalle banche centrali negli ultimi mesi. Questo ha provocato una grossa fatica a portare avanti le attività di investment banking, innescando per il secondo anno consecutivo un crollo delle commissioni a causa del calo delle transazioni e delle quotazioni pubbliche.

Inoltre una buona fetta di questa riduzione di personale è legata al fatto che subito dopo la pandemia erano state fatte molte assunzioni.

Non solo le banche USA

Va sottolineato che questo problema non ha riguardato soltanto gli istituti americani. Nell'articolo analisitco pubblicato dal Financial Times viene infatti evidenziato che l'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS ha provocato il taglio di almeno 13.000 posti.

Negli Stati Uniti invece la sforbiciata più robusta è stata fatta da Wells Fargo, che ha rivelato un taglio dell'organico per 12.000 unità circa il 5% del totale. Preoccupa il fatto che l'istituto abbia accantonato fino a un miliardo di dollari per ulteriori costi da sostenere per il licenziamenti.
L'elenco degli istituti che hanno operato forti sforbiciate comprende anche Citigroup, che ha tagliato 5.000 posti di lavoro, Morgan Stanley che ne ha eliminati 4.800, Bank of America con 4.000 tagli, Goldman Sachs 3.200 e JPMorgan Chase 1.000.

Una tendenza che continuerà

Secondo chi ha condotto l'analisi per il Financial Times, questa tendenza è destinata ad andare ancora avanti per le banche di investimento. Probabilmente anche nel 2024 ci saranno altri importanti tagli di posti di lavoro, a meno che non si verificherà una forte ripresa dell'attività di investment banking.

martedì 19 dicembre 2023

Mercato azionario, l'Europa marcia timida (si sente il clima festivo)

Giornata di timidi guadagni per il mercato azionario del vecchio continente, anche se il clima si va facendo sempre più vacanziero, e gli scambi si riducono sempre di più.
Non aiuta la scarsità di notizie macroeconomiche rilevanti. Oggi ad esempio c'era solo il dato sull'inflazione dell'eurozona a novembre, che ha confermato le stime per il dato tendenziale e rivisto quello congiunturale a -0,6% da -0,5% provvisorio.

Il bilancio del mercato azionario

Alla fine della giornata, sul mercato azionario italiano l'indice FTSE Mib segna +0,41% a quota 30.363 punti. Sulla stessa linea, lieve aumento per il FTSE Italia All-Share, che si porta a 32.453 punti. Avanzano in modo robusto il FTSE Italia Mid Cap (+1,76%) e il FTSE Italia Star (+1,78%).

Anche nel resto del vecchio continente si marcia al rialzo. L'indice DAX di Francoforte chiude con +0,58%, Amsterdam segna +0,42%, Madrid +0,51%, Londra +0,31%. Più blanda Parigi +0,08%.

I numeri di Milano

A Piazza Affari il controvalore degli scambi è stato pari a 2,04 miliardi di euro, in calo del 3,11% rispetto a lunedì. I volumi scambiati restano pressoché immutati: 0,73 miliardi di azioni, rispetto ai 0,72 miliardi precedenti.

Riguardo ai singoli titoli, sul mercato azionario italiano hanno brillato Banca MPS (+2,67%) e Brunello Cucinelli (+2,55%). Nel comparto bancario si sono mossi bene anche Unicredit +0,87% e Intesa +1,03%, mentre nel settore del lusso strappa un +0,95% Moncler.
Giornata positiva anche per Prysmian (+2,03%), dopo l’annuncio di una riorganizzazione del leadership team.

Al contrario, la seduta è stata negativa per Stellantis, -1,07%. Passi indietro per Telecom -0,36% dopo il rally di ieri (ha disegnato una candela hanging man trading).

Gli altri mercati

Sul mercato valutario torna a salire l'euro-dollaro, che si riavvicina pian piano alla soglia di 1,10 e i segnali forex gratis in tempo reale puntano ad un ulteriore rialzo. L'Oro scambia a 2.046,1 dollari l'oncia, mentre corre forte il greggio, con il petrolio Brent che mostra un balzo dell'1,73%.
Lo spread migliora, toccando i +162 punti base, con un calo di 6 punti base rispetto al valore precedente, con il rendimento del BTP decennale pari al 3,64%.

domenica 17 dicembre 2023

Guadagni, è ancora forte il gender gap: alle donne 7mila euro meno degli uomini

A giugno scorso è entrata in vigore la direttiva UE sulla trasparenza retributiva. Questo consente ai lavoratori e alle lavoratrici di far valere il diritto alla parità di retribuzione per uno stesso lavoro o uno equivalente. Infatti malgrado il tasso di occupazione femminile in Italia sia notevolmente cresciuto, arrivare ad ottenere la parità dei guadagni tra uomini e donne sembra ancora un'utopia.

La differenza tra i guadagni

Secondo i dati forniti dall'istituto nazionale di previdenza sociale (INPS), al gentil sesso infatti viene riconosciuto uno stipendio medio inferiore di circa 7mila euro rispetto a quello degli uomini.

Complessivamente il reddito medio annuo da lavoro è salito del 4% rispetto al 2021, arrivando a superare la soglia dei 24 mila euro. Tuttavia tra i guadagni delle donne e quelli degli uomini c'è una bella differenza.

Il reddito medio dei lavoratori, che sono il 56,3% del totale, è di poco superiore ai 27mila euro, quello delle lavoratrici (che sono il 43,7% del totale) supera appena i 20mila euro.
Per chi lo stesse pensando, precisiamo subito che questa differenza non è frutto di un maggior numero di ore lavorate, visto che per i maschi sono 43,9 a settimana mentre perle donne sono 42,1. Cioè quasi identiche.
Va anche aggiunto che le cifre nella realtà rischiano di essere anche più alte rispetto ai 7mila euro ufficiali.

Europa e Italia

Se in Italia le donne hanno guadagni inferiori di circa un quarto rispetto ai maschi, nel resto d'Europa le cose vanno meglio ma non benissimo. Infatti nell’Unione europea il divario retributivo medio è del 13%. Significa che per ottenere la parità retributiva per lo stesso lavoro o uno equivalente (principio sancito dal Trattato di Roma nel 1957) una donna dovrebbe lavorare circa 30 giorni in più l'anno.

Questa differenza tra guadagni non ha solo un impatto sulle condizioni attuali delle lavoratrici, ma avranno un impatto forte anche sulle loro pensioni. A tal proposito, evidenziamo alla fine della vita lavorativa il gap medio sulle pensioni nella Ue raggiunge il 30%.

lunedì 11 dicembre 2023

Mercato azionario, avvio di settimana senza sussulti

Comincia a passo lento la settimana del mercato azionario. Ma era uno scenario ampiamente prevedibile, dal momento che nel giro dei prossimi giorni ci saranno prima il meeting della Federal Reserve, poi quelli di BCE e Bank of England.
Gli investitori scelgono così di assumere un atteggiamento cauto, anche per via della mancanza di grandi spunti macroeconomici.

Il bilancio del mercato azionario

Alla fine della giornata, sul mercato azionario di Milano il principale indice FTSE Mib segna +0,07% a 30.426 punti (fonte eToro). Sulla stessa linea, resta piatto il FTSE Italia All-Share, con chiusura su 32.414 punti.

Pochi movimenti, a tinte miste, anche nel resto d'Europa. A Parigi l'indice CAC chiude con +0,33%, il DAX di Francoforte segna +0,21%. Sale anche Amsterdam +0,59% mentre sono in modesto calo Madrid -0,28% e Londra -0,12%.

I numeri di Milano

Nonostante una seduta complessivamente fiacca, ci sono titoli che si sono messi in mostra sul mercato azionario. Il più performante è stato Fineco (+5,26%) grazie al dato sulla raccolta netta di novembre, che è stata ben oltre le attese degli analisti. Sono salite anche Banca MPS, +2,93% grazie all’assoluzione degli ex vertici Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, e nello stesso settore Banco Bpm +0,78%, Banca Generali +1,26% e Banca Mediolanum +1,18%.
In progresso pure Amplifon +2,02%.

Le vendite hanno colpito principalmente le utility e i titoli dell’energia. Scendono ERG -1,93% (penalizzata soprattutto dalla retrocessione da parte di Morgan Stanley), Terna -1,59%, Tenaris -1,49%.

Gli altri mercati

Sul mercato dei cambi è piatto l’euro-dollaro (1,074), dopo aver toccato il punto più basso da metà novembre. Il Dollar Index invece rimane oltre quota 104, ma resta all'interno delle sue envelopes trading e bande di oscillazione.
Tra le materie prime si muove poco il petrolio, dopo le perdite in Asia. Vendite diffuse sull'oro, che continua la giornata a 1.982 dollari l'oncia.
Torna la volatilità sul Bitcoin, che cede oltre il 7%, per un cambio di poco superiore ai 40 mila dollari.

giovedì 7 dicembre 2023

Lavoro, conciliare vita privata e carriera per le donne è sempre più difficile

Uno dei maggiori problemi che riguarda le donne lavoratrici e quello di conciliare le esigenze familiari con il proprio lavoro. Questo problema è reso assai evidente da un dato recente: ben 44000 mamme lavoratrici hanno presentato le proprie dimissioni nel corso del 2022.

L'addio volontario al posto di lavoro

Il dato è stato reso noto dall'ispettorato nazionale del Lavoro nei giorni scorsi. Su oltre 61mila dimissioni che sono state convalidate lo scorso anno (aumento del 17,1% rispetto al 2021) quasi il 73% ha riguardato le donne.

Tra queste inoltre la grande maggioranza sono mamme, che hanno indicato come causa delle proprie dimissioni proprio la difficoltà di conciliare la vita privata familiare, la cura dei figli e il proprio lavoro.

Che ne faccio dei figli?

Il problema principale per molte di queste neo-mamme riguarda la impossibilità di lasciare i figli alle cure di qualcuno. Molte non hanno parenti di supporto, altre non possono permettersi una baby-sitter (che comunque hanno un bel costo), e molte altre hanno visto respingere la domanda di accoglimento all'asilo nido (altro problema annoso, visto che i posti sono sempre più ridotti).

Ma ci sono anche ragioni che riguardano le condizioni di lavoro. L'organizzazione sul proprio posto di impiego non è tale da favorire la conciliazione con le incombenze familiari, vuoi per la distanza, vuoi per gli orari, vuoi per le stesse condizioni particolarmente pesanti (prima non a caso il 92% delle dimissioni convalidate riguardano la qualifica di impiegato o operaio).

Per gli uomini è tutto diverso

Quello che risulta eclatante dal rapporto del INL è che per gli uomini lo scenario è notevolmente diverso. Le dimissioni per la inconciliabilità con gli obblighi familiari sono soltanto il 7%, mentre nell'80% dei casi le dimissioni vengono presentate perché si è deciso di passare ad un'altra azienda (motivazione che viene indicata solo dal 24% delle lavoratrici donne).

lunedì 4 dicembre 2023

Mercati finanziari, in focus il lavoro USA e il meeting RBA

In questa settimana si susseguiranno diversi appuntamenti importanti per i mercati finanziari. Ci saranno infatti dei meeting di banche centrali, molti report sull'inflazione e sulla crescita economica, e anche sul mercato del lavoro.

Cosa guarderanno i mercati finanziari

Negli Stati Uniti, l’attenzione sarà focalizzata sull’attesissimo rapporto sul lavoro, seguito dalle aperture di lavoro JOLTS e dall’ISM Services PMI. Inoltre, le letture preliminari della fiducia dei consumatori del Michigan, degli ordini di fabbrica e dei dati commerciali offriranno approfondimenti sul panorama economico.

I mercati finanziari cercano conferme robuste all'idea che la FED comincerà a tagliare i tassi di interesse nella prima metà del 2024. Ragione questa che ha spinto il dollaro verso il basso nel mese di novembre, tanto che l'indice del dollaro è sceso anche a 102,5, il minimo in 15 settimane. Anche nei prossimi giorni qualche indicatore per scalping forex segnalerà operazioni da fare.

Il meeting di politica monetaria della RBA

Intanto le ultime decisioni di politica monetaria del 2023 sono attese in Australia, Canada e Polonia.
La Reserve Bank dell'Australia aveva già aumentato i tassi a settembre e ora i mercati finanziari si chiedono se li aumenterà nuovamente per combattere l’inflazione. Questa decisione influenzerà il modo in cui il dollaro australiano viene scambiato rispetto al dollaro statunitense. Recentemente, il dollaro australiano si è comportato bene, come si può vedere con le società di trading autorizzate Consob.

Altri appuntamenti

I tassi di inflazione saranno attentamente monitorati in Cina, Turchia, Svizzera, Corea del Sud, Filippine, Messico e Russia. Anche i tassi di crescita del PIL di Corea del Sud, Sud Africa, Brasile e Australia cattureranno l’attenzione globale. 

Inoltre, i PMI dei servizi per Cina, Spagna, Italia e Brasile, insieme agli aggiornamenti sulla produzione industriale e sugli ordini alle fabbriche in Germania, insieme all'Ivey Purchasing Managers Index del Canada, contribuiranno a fornire una visione completa delle attività economiche globali. Inoltre, l’attenzione sarà rivolta ai dati relativi al commercio estero provenienti da Germania, Australia, Cina e Francia.

mercoledì 29 novembre 2023

Commercio online, non si ferma il boom: +10% nel 2023

La crescita del commercio online continua ad essere robusta. E ciò accade sia a livello globale che nel nostro Paese. La situazione è stata illustrata da una indagine di Statista, che ha evidenziato i numeri di questo fenomeno.

I numeri del commercio online

Secondo le stime, il 2023 del commercio online si chiuderà con ricavi prossimi ai 4 mila miliardi di dollari. Questo segna un incremento del 10% rispetto alle cifre che sono state registrate nel 2022 e nel 2021, anni in cui il bilancio finale fu di 3,32 miliardi di dollari.

I due anni appena citati sono stati quelli che hanno spinto ulteriormente la crescita del commercio online, dal momento che a causa della pandemia la gente è stata costretta ovunque a lunghi periodi di lockdown.

Il trend crescente continuerà

Tuttavia, anche dopo la fine dell'emergenza pandemica, gran parte delle persone ha continuato a sfruttare il canale del commercio online. Inoltre il trend crescente sembra destinato ancora a durare, visto che nei prossimi anni si stima una corsa fin a toccare i 5mila miliardi e mezzo di dollari nel 2027 (significherebbe un tasso composto di crescita annuale del 11,17%).

Cina in vetta alle vendite

A livello geografico, il paese che traina il commercio online è la Cina, dove i ricavi hanno superato i mille miliardi nel 2023.
Ma anche l’Italia sta conoscendo una bella progressione, visto che è destinato a chiudere il 2023 con ricavi per quasi 48 miliardi di dollari. Inoltre si stima che entro il 2027 si arriverà alla cifra di 74 miliardi, che equivale a un tasso composto di crescita annuale tra il 2023 e il 2027 pari al 11,59%. Quindi  addirittura superiore alla crescita globale.

Un altro dato che conferma la forza del commercio online in Italia è la “user penetration, ossia la percentuale della popolazione che effettua acquisti online. Infatti in Italia dovrebbe salire dal 68,2% del 2023 al 72,4% del 2027, che significherebbe superiore sia alla media europea (69,5%) sia a quella globale (66,6%).

mercoledì 22 novembre 2023

Investitori cauti, le Borse Europee viaggiano con un piccolo rialzo

Sessione blanda per le borse del Vecchio Continente, che digeriscono senza scosse i messaggi meno rassicuranti giunti ieri da Fed e BCE. Le due banche centrali hanno cercato di spegnere i possibili entusiasmi riguardo l'inizio nei prossimi mesi dei tagli al costo del denaro, ed anzi ribadiscono che non è sicuro che le strette monetarie siano ormai concluse.

Inoltre l'umore degli investitori viene appesantito dal rinvio a sorpresa della riunione dell’Opec+, inizialmente in calendario per domenica 26 novembre, che fa temere mosse aggressive del cartello.

Il bilancio della giornata per gli investitori

A fine giornata, l'indice principale della Borsa di Milano segna +0,01% a quota 29.154 punti. Sulla stessa linea, chiude la giornata senza infamia e senza lode il FTSE Italia All-Share, che rimane a 31.107 punti.
Nel resto d'Europa il bilancio è a tinte miste. Da una parte ci sono i guadagni di Parigi +0,43%, Francoforte +0,36% e Madrid +0,65%. Dall'altra scende Londra (-0,17%).

Annotazione: anche sugli indici di borsa gli investitori possono fare trading con fibonacci analisi tecnica.

I numeri di Milano

Il controvalore degli scambi da parte degli investitori è stato pari a 1,8 miliardi di euro, in calo del 18,39% rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,59 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,41 miliardi.

Il titolo più comprato è Campari, che chiude con +2,54%. Bel rimbalzo delle banche, soprattutto Mps (+1,98%), ma avanzano anche Intesa Sanpaolo (+0,6%) e Mediobanca (+0,98%). Si muovono in controtendenza Unicredit (-0,3%), Banco Bpm (-0,6%).
Bene anche i titoli del lusso, come Moncler +1,65%. Guadagni per Telecom Italia +1,19%  dopo le aperture dei francesi di Vivendi.
Le vendite si sono concentrate su Leonardo, che ha chiuso a -1,88%. In discesa anche Terna, -1,36% e Tenaris, -1,35%.

Gli altri mercati

Sul fronte valutario si muove in lieve ribasso l'Euro-Dollaro, che scende sotto quota 1,09 (molti hanno sfruttato i miglior broker scalping forex per fare delle operazioni intraday). Cala anche l'oro, che torna sotto i 2000 dollari.

Giornata nera per il petrolio, che perde alcuni punti percentuale. Sui livelli della vigilia lo spread, che si mantiene a +173 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 4,29%.

G
M
T
Y
La funzione vocale è limitata a 200 caratteri

martedì 21 novembre 2023

Società e brand famosi, la scena è dominata dal settore tech

Il settore tecnologico continua a dominare la classifica dei marchi più solidi e famosi al mondo, come risulta dalla best Global Brands 2023, ossia la graduatoria che ogni anno viene pubblicata dalla società Interbrand.

La top five delle società

Per l'undicesimo anno consecutivo, il marchio leader mondiale per fama è Apple. Peraltro è stata la prima società a superare i 3 mila miliardi di capitalizzazione.

Subito dopo il colosso che venne fondato da Steve Jobs, troviamo la società di cui è eterna rivale ossia Microsoft. Sul gradino più basso del podio si colloca invece l'azienda leader dell'e-commerce globale, ossia Amazon.
Nella Top5 dei marchi più famosi al mondo ci sono poi Google e Samsung.

Le altre regine della Top10

Per trovare la prima società non tech bisogna scorrere la classifica fino al sesto posto, dove troviamo la giapponese Toyota. Subito dopo c'è un altro famoso marchio del settore automobilistico, ossia la tedesca Mercedes Benz.
All'ottavo posto c'è il colosso dell'alimentazione Coca-Cola, mentre a completare la Top Ten ci sono il leader del settore dell'abbigliamento sportivo Nike e un altro colosso del settore auto la BMW.

Le eccellenze made in Italy

Nella classifica dei 100 brand più famosi al mondo compaiono anche tre marchi italiani. Il primo è Gucci, che si colloca al trentaquattresimo posto nonostante abbia riportato una flessione del 2% nel 2023. Molto più in basso troviamo Ferrari. La storica casa di Maranello si colloca al settantesimo posto, e infine c'è il noto brand di moda milanese Prada (86esimo posto). Quest'ultima spicca soprattutto per la grande crescita degli ultimi anni grazie a un coraggioso cambiamento generazionale interno ed esterno.

Una montagna dei denaro

La società Interbrand ha calcolato anche il valore aggregato dei primi 100 marchi al mondo, che complessivamente arrivano a 3,3 trilioni di dollari. Si tratta di un ammontare superiore del 5,7% rispetto a quello del 2022. Va precisato tuttavia che i primi dieci marchi coprono complessivamente circa la metà di questo valore.

martedì 14 novembre 2023

Inflazione USA spinge le borse del vecchio continente

Giornata positiva per le borse europee, che vengono spinte al rialzo dal report sulla inflazione USA, che è scesa più delle attese. Il mercato azionario vede così la fine definitiva del ciclo di strette da parte della FED e fa festa. Tuttavia, non è ancora certo quando si cominceranno a vedere i tagli al costo del denaro.
Le Borse Europee festeggiano nonostante la conferma del PIL UE in calo nel terzo trimestre (-0,1%), che incrementa le probabilità di una recessione tecnica.

Il bilancio delle borse dopo l'inflazione

I listini azionari hanno chiuso tutti con il segno positivo dopo l'inflazione a stelle e strisce. La Borsa di Milano chiude in rialzo di 1,45%, con l'indice FTSE Mib; sulla stessa linea, chiude con il vento in poppa il FTSE Italia All-Share, che arriva a 31.307 punti.

Bene anche gli altri indici principali d'Europa: Londra segna +0,2%, Francoforte +1,7%, Parigi +1,39%. Il dato sull'inflazione spinge anche Wall Street.

I numeri di Milano

Alla chiusura della giornata, il controvalore degli scambi a Piazza Affari è stato di 3,16 miliardi di euro, con un incremento del 35,07%, rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,8 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,81 miliardi.

Tra i migliori titoli di Milano spicca DiaSorin (+6,88%), inondato di acquisti grazie alla fine dei problemi giudiziari del suo ad.
Giornata positiva anche per ERG (+6,67%), Banca MPS (+5,08%) e Amplifon (+4,75%).
Male invece Leonardo -2,93% e Tenaris che lima l'1,38%. Su questi titoli sono scattati diversi stop loss ordine.

Gli altri mercati

La prospettiva di una FED più colomba dopo il dato sull'inflazione, ha finito per penalizzare il dollaro sul mercato valutario. L'Index del biglietto verde è sceso sui minimi di 22 mesi, mentre l'EURUSD si riporta oltre 1,08. Molti di quelli che seguono una strategia opzioni binarie 60 secondi trucchi hanno provato a fare affari d'oro. Gli acquisti premiano l’obbligazionario e i T-Bond vedono prezzi in rialzo e rendimenti in calo.
Il petrolio si rafforza e chiudere la quinta seduta in progresso, dopo le perdite delle scorse settimane.

lunedì 13 novembre 2023

Debito Italia, Fitch conferma il rating e l'outlook stabile

Venerdì sera, a mercati chiusi, è arrivato il verdetto dell'agenzia di rating Fitch riguardo al debito dell'Italia. La società newyorkese ha confermato l'IDR (Long-Term Foreign-Currency Issuer Default Rating) del nostro PAese a "BBB", con un outlook stabile.

La valutazione del nostro debito

Il giudizio espresso dall'agenzia internazionale sul nostro debito è frutto di alcune caratteristiche che vengono illustrate nella nota emessa da Fitch. Anzitutto "è sostenuto dalla sua economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto, dall'appartenenza all'Eurozona e dalla solidità delle istituzioni".

D'altro canto però ci sono fondamentali macroeconomici e fiscali deboli. Fitch in special modo sottolinea il livello del debito pubblico molto elevato, la politica fiscale relativamente poco rigorosa dopo la pandemia, e un potenziale di crescita economica ridotto. Inoltre, più di recente, un altro problema rappresentato dal contesto di rendimenti più elevati.

Il giudizio sull'outlook

Le previsioni di Fitch riguardo all'Italia sono state lasciate stabili. Questo perché ci si aspetta una stabilizzazione del rapporto debito pubblico/PIL, che sarà simile a quello che c'era a fine 2022. Inoltre è prevista una ripresa nell'esecuzione dei progetti finanziati dall'UE "che forniscono un moderato sostegno alla crescita".

Il tutto condito da una situazione politica più solida, visto che la maggioranza parlamentare è più stabile di quella di molte amministrazioni precedenti. Questo consentirà al governo Meloni di fare una pianificazione economica e fiscale di medio termine.

Le stime sul Pil

L'agenzia internazionale prevede che ci sarà una timida ripresa della crescita del Pil, che arriverà all’1,0% nel 2024 e all’1,3% nel 2025. Questo in virtù dell’accelerazione della spesa per la NextGenerationEU, il Pnrr. Quest’anno l’esecuzione del piano “è stata nettamente inferiore agli obiettivi, ma prevediamo che sarà sostenuta da una riorganizzazione per razionalizzare i progetti subnazionali e realizzare un maggior numero di progetti attraverso il settore privato”.

lunedì 6 novembre 2023

Investitori senza slancio, la settimana sulle Borse comincia in calo

Dopo la fiammata veemente della settimana scorsa, con i listini europei che hanno guadagnato diversi punti percentuale, questa ottava parte invece all'insegna del ribasso. Lieve, comunque. Del resto non ci sono stati grandi spunti macro ad animare gli investitori, ne' appuntamenti di rilievo in questo avvio di settimana. Così molti hanno colto l'occasione per prendere profitto.

Il bilancio per gli investitori

Al termine di una giornata fiacca, il FTSE Mib della Borsa di Milano ha chiuso in discesa dello 0,29% a 28.592 punti. Sulla stessa linea, perde terreno il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 30.452 punti. Variazioni negative per il FTSE Italia Mid Cap (-1,02%); sulla stessa linea, in ribasso il FTSE Italia Star (-0,95%).

Anche nel resto d'Europa gli investitori hanno per lo più venduto. Il DAX di Francoforte chiude a -0,35%, perdono terreno anche Parigi (-0,48%) e Londra (+0,01%), così come Madrid (-0,58%).

NB. Anche facendo trading sugli indici si possono seguire strategie trading con indicatori.

I numeri di Milano

A fine giornata sulla piazza di Milano gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 2,03 miliardi di euro, in ribasso (-20,99%) rispetto alla seduta precedente. I volumi scambiati sono passati da 0,69 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,95 miliardi.

Il titolo più premiato con gli acquisti è Tenaris (+2,38%), che ha beneficiato non solo dell'onda lunga del piano di buyback, ma soprattutto dell'upgrade di Barclays che ha alzato il target price da 21,50 a 22,50 euro. Acquisti anche su BPER, che vanta un progresso dell'1,20%. Il grafico Renko trading mostra adesso i mattoncini verdi.
Gli investitori hanno venduto a piene mani DiaSorin, -3,81%. Cala in modo deciso Telecom Italia, -3,35%, per via del nervosismo riguardo al via libera del cda all’offerta di Kkr sulla rete, che ha innescato azioni legali da parte di Vivendi.

Gli altri mercati

Sul fronte valutario, continua la ripresa dell'euro rispetto al dollaro. Il cambio EURUSD scambia sopra 1,07. Prevale la cautela sull'oro, che continua la seduta poco distante dai 2000 dollari l'oncia. Il Petrolio chiude la giornata con lievi rialzi.

giovedì 2 novembre 2023

Economia, malgrado tutto torna la fiducia tra gli italiani

Sembra esserci un maggiore ottimismo da parte dei risparmiatori italiani, stando ai numeri di Acri, che ha realizzato un'indagine con Ipsos sul clima di fiducia nel nostro Paese.
Anche se lo scenario dell'economia continua a spaventare, tra conflitti geopolitici, inflazione e tassi di interesse elevati, il futuro fa un po' meno paura di prima.

L'indagine sulla fiducia nell'economia

Questa piccola iniezione di fiducia riporta al periodo che c'era prima dello scoppio della pandemia, anche se va precisato che comunque continuano a prevalere i pessimisti sugli ottimisti circa il destino dell'economia. 

Tuttavia la forbice si è ridotta, perché il saldo complessivo è passato dal -32 che c'era un anno fa (ossia 58% pessimisti contro 26% ottimisti), a -25%. Questa riduzione è frutto sia di un aumento degli ottimisti, che di un calo dei pessimisti.

I dati analitici

Quello che è migliorato notevolmente è il clima di fiducia riguardo alle proprie prospettive economiche personali. Quelli che ritengono di vivere un miglioramento nel prossimo triennio sono decisamente cresciuti. Tra questi una bella fetta è rappresentata dai ragazzi più giovani, ossia di età compresa fra i 18 e 30 anni. Seguono i Millenial (31-44 anni) che recuperano le attese.

I fronti del pessimismo

Quello che invece rimane avvolto da un certo pessimismo è l'aspettativa sull'economia nazionale. Il rapporto tra pessimisti e ottimisti è addirittura più del triplo in questo caso (54% contro 17%). Il motivo principale che ha intaccato la fiducia è la politica portata avanti dalla BCE riguardo ai tassi di interesse. Per contrastare l'inflazione, la Eurotower ha alzato il costo del denaro mettendo così in difficoltà molte famiglie e imprese, che devono pagare un conto più salato per mutui, prestiti e finanziamenti.

Un'altra fonte di pessimismo riguarda il futuro economico durante la terza età. Malgrado nell'ultimo anno ci sia stato un miglioramento, c'è ancora un 72% un di persone molto preoccupate per quello che accadrà una volta finito di lavorare.

lunedì 30 ottobre 2023

Banche centrali al centro dell'attenzione degli investitori

Dopo la riunione di politica monetaria della BCE, questa settimana saranno le banche centrali a dominare la scena. Sono infatti in calendario i meeting di Federal Reserve, Bank of England e Bank of Japan. Le prime due probabilmente lasceranno i tassi invariati, mentre la BoJ potrebbe modificare nuovamente la politica monetaria.
Al centro dell'attenzione ci saranno anche il rapporto NFP e i dati flash su PIL e CPI dell'Eurozona.

La regina delle banche centrali

Fino a poche settimane fa, c'era incertezza su quali sarebbe stato l'esito della riunione del FOMC, che veniva vista come assai dibattuta. In realtà quanto accaduto nelle ultime settimane ha fatto evaporare le ipotesi di rialzo dei tassi.

Gli ultimi commenti dei funzionari della Fed hanno infatti corroborato l’opinione secondo cui il livello di tassi rimarrà fermo a questo livello, ma lo rimarrà ancora a lungo.

Approccio cauto

Anche se la banca centrale americana avrebbe più spazio di manovra rispetto alla BCE per alzare ancora i tassi, di recente il presidente Powell ha riconosciuto che le condizioni finanziarie più restrittive derivanti dall'impennata dei rendimenti dei titoli del Tesoro potrebbero ridurre la necessità di ulteriori aumenti.
Vedremo che impatto avrà il meeting sul dollaro, visto che negli ultimi tempi il Dollar Index è risalito verso 106,5 attorno ai massimi di circa un anno. Inoltre i migliori indicatori forex non segnalano possibili cambi di rotta. Occhio anche ai Non Farm Payrolls in uscita venerdì.

Le altre riunioni delle banche centrali

Anche altre due banche centrali si riuniranno in meeting questa settimana. Giovedì si riunirà infatti la BoE. Il tasso IPC principale del Regno Unito è rimasto inaspettatamente stabile al 6,7% a/a a settembre, ma la Banca è fiduciosa che l’inflazione riprenderà a scendere. Pertanto, con l’inflazione prevista in forte calo, la disoccupazione in aumento e la crescita economica che si arresta, la cautela della BoE sembra giustificata. Occhio però ai movimenti della sterlina, che in questo scorcio finale di ottobre ha perso di nuovo quota rispetto al dollaro, col cambio GBPUSD che viaggia su quota 1,21. Questo asset è negoziabile sugli opzioni binarie broker Europa.

Possibili novità dal Giappone

Martedì ci sarà anche la decisione sul tasso di interesse della Banca del Giappone, che potrebbe essere l’evento jolly della settimana. Infatti c'è la convinzione che possa esserci un cambiamento a sorpresa della politica monetaria. La BoJ starebbe infatti valutando di aumentare nuovamente il tetto del rendimento a 10 anni dopo averlo raddoppiato all'1,0% a luglio.
Non c’è dubbio che la BoJ sia sulla buona strada per ridurre gradualmente le sue politiche ultra-accomodanti, dato che l’inflazione in Giappone è ormai da tempo superiore al 2%.

mercoledì 25 ottobre 2023

Industria del turismo, il cambiamento climatico influenza anche le preferenze dei viaggiatori

Le abitudini e i comportamenti di viaggio dei turisti stanno cambiando e risentono sempre più spesso del cambiamento climatico. Emerge questo da alcune indagini sull'industria del turismo relative alle prospettive del 2024.

Cosa sta cambiando nell'industria del turismo

Un'indagine che è stata commissionata dal noto intermediario booking.com ha evidenziato che il 41% dei viaggiatori nell'effettuare le proprie scelte valuta anche i cambiamenti climatici, che spingono sempre di più a cercare nel luogo di vacanza quel refrigerio, che spesso non trovano nella loro zona di residenza.

L'industria del turismo tutto questo si traduce in un aumento dei viaggi verso i luoghi più ricchi di acqua, ossia quelli dove il caldo risulta essere più sopportabile.

Per questo si prevede un incremento di richiesta per le mete vicino i bacini acquatici, ma anche per quei luoghi di benessere che sono affini. Cresceranno le richieste per lo yoga galleggiante, i bagni sonori e la meditazione sulla neve, ma anche dei ritiri di terapia del ghiaccio. Tutti hanno come comune denominatore la presenza di acqua.

Anche il cibo conta

Un desiderio sempre più comune tra i viaggiatori riguarda il contatto con la tradizione gastronomica del luogo da visitare. Lo studio evidenzia infatti un dato importantissimo per l'industria del turismo, ossia che il 93% dei viaggiatori vorrebbe provare pietanze locali, in special modo quelle fortemente tradizionali e magari meno conosciute.
Quasi due terzi dei viaggiatori oggi sono affascinati più dalla storia gastronomica passata che non dai piatti più attuali. L'industria del turismo gastronomico è in continua crescita.

Tradizionale ma anche digitale

L'attenzione verso la cultura e la tradizione nell'industria del turismo si sposa anche però con l'innovazione e la digitalizzazione. Dallo studio commissionato da booking.com emerge che la maggior parte dei turisti dà ascolto anche i consigli che arrivano dall'intelligenza artificiale per quanto riguarda servizi extra e offerte di viaggio.

mercoledì 18 ottobre 2023

Mercati azionari al ribasso sulla paura di altri attentati

Giornata nera per le Borse Europee, che vengono frenate dalla paura che la guerra in Medio Oriente possa fare ripetere anche ciò che è successo nei giorni scorsi a Parigi e Bruxelles. I mercati azionari europei chiudono così in deciso calo, che non è stato attenuato neppure dai dati incoraggianti giunti dalla Cina (su PIL e commercio al dettaglio).

Il bilancio dei mercati azionari

La giornata si è chiusa con tutti segni rossi sui principali mercati azionari europei. La Borsa di Milano ha chiuso con l'indice Ftse Mib in calo dello 0,82% a 28.135 punti. Sulla stessa linea, vendite diffuse sul FTSE Italia All-Share, che chiude la giornata a 29.914 punti.

Seduta negativa anche per le altre piazze del vecchio continente. A Francoforte l'indice DAX perde 1,01%, Parigi segna -0,91%. Calano anche Amsterdam -0,98%, Madrid -0,95%, Zurigo -1,35%. Negativa anche Londra, -1,15%, che viene appesantita anche dai timori di un’inflazione ancora vivace.

Nota: se sapete le opzioni vanilla cosa sono, potete utilizzarle anche per negoziare gli indici dei mercati azionari.

I numeri di Milano

Il controvalore degli scambi nella seduta sul mercato azionario di Piazza Affari è stato 2,45 miliardi di euro, con un incremento del 28,45% rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,72 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,75 miliardi.

Sul mercato azionario italiano, il titolo migliore del giorno è Nexi (+13,17%), che vola dopo l'indiscrezione secondo la quale Cvc Capital sta valutando una possibile offerta per la società italiana. Guadagni sostanziosi anche per Saipem (+3,67%). Riescono a strappare un rialzo anche Telecom Italia (+0,75%) e ENI (+0,70%).
E' lungo l'elenco dei titoli che hanno accusato cali pesanti. Il più colpito dalle vendite è Mediobanca, -3,89%. Stesso bilancio negativo per Interpump e CNH Industrial.

Gli altri mercati

L'avversione al rischio non colpisce solo i mercati azionari, ma ache quello valutario. Corre così il dollaro, con il cambio EurUsd che scende di nuovo sotto 1,06 e ha fatto diversi investitori al dettaglio fare scalping con la strategia bande di Bollinger e Rsi.
L'oro sale a 1.944 dollari l'oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) mostra un timido guadagno e segna un +1,67%.

martedì 17 ottobre 2023

Inflazione, calo troppo lento. E la guerra in Medio Oriente rischia di darci una mazzata

Nonostante il calo dell'inflazione a settembre, rimangono forti le preoccupazioni per una nuova possibile impennata nei prossimi mesi. Il fatto è che i prezzi al dettaglio non scendono come dovrebbero, e tenuto conto del rischio concreto di una risalita dell’energia (specie dopo le tensioni in Medio Oriente), si rischia in Italia una nuova pericolosa spirale di crescita dei prezzi.

I dati sull'inflazione

Nel mese di settembre, secondo l’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua. La riduzione dell'inflazione è stata effimera, visto il+5,4% del mese precedente.

Hanno rallentato i prezzi degli alimentari, per la cura della casa e della persona e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto. Ma è proprio la frenata blanda della voce ‘alimentari e bevande’ che preoccupa. Infatti si continua a registrare una inflazione altissima, pari al +8,5% annuo. Equivale a dire che ogni famiglia con 2 figli paga 654 euro l’anno per la spesa alimentare.

E se ci mettiamo anche il caro-bollette, viste le probabili ripercussioni della guerra scoppiata tra Israele e Hamas sulle tariffe di luce e gas, si rischia davvero una nuova impennata dei listini al dettaglio in tutti i settori.
In questo contesto, i panieri trimestrali salva-spesa non sono certo sufficienti. Occorre un intervento sulla tassazione dei beni energetici, dalle bollette ai carburanti. L'appello al Governo è quindi di adottare misure più incisive per ottenere una riduzione immediata dei listini al dettaglio.

Città e città

Come spesso accade, l'andamento dell'inflazione non è omogeneo per tutto il territorio. Secondo l'Unione nazionale dei consumatori, Genova è la città con l’inflazione più alta a settembre (7,3%), mentre Potenza è quella dove i prezzi corrono meno (3,4%). La città più virtuosa è Potenza, con l’inflazione più bassa del Paese (+3,4%).

A livello regionale invece l'inflazione annua a +7,1% mette in testa la Liguria, seguita dalla Lombardia (+5,3%). La regione nella quale i prezzi corrono meno è ancora una volta la Basilicata, +3,4%, pari a 658 euro, seguita dal Molise (+4,7%, +861 euro).

martedì 10 ottobre 2023

Acquisti sull'euro, che riprende quota dopo un periodo difficile

Dopo essere scivolato anche sotto la soglia di 1,05, l'euro è riuscito a rialzarsi in questo martedì che in generale è stato molto positivo per gli investitori, visto che anche sulle borse di tutto il mondo è stata giornata di acquisti.

Cosa ha spinto il mercato a fare acquisti

Dopo che l'umore si era fatto cupo a seguito della escalation di violenza in Medio Oriente (favorendo così gli acquisti sui beni rifugio come il dollaro), lo scenario martedì ha fatto di nuovo spazio all'appetito per il rischio. Tutto questo grazie soprattutto alle dichiarazioni che sono giunte da esponenti sia della BCE che della FED.

I messaggi accomodanti

Per la banca centrale europea ha parlato soprattutto il vicepresidente Luis de Guindos. Egli ha affermato che l'inflazione dovrebbe continuare a scendere, e questo riduce le possibilità di nuove strette da parte della Eurotower. Tuttavia occorre avere cautela a causa dell'incertezza sui prezzo del petrolio per via degli eventi in Medio Oriente.

Anche un altro membro della banca centrale europea, François Villeroy de Galhau, ha detto cose analoghe, evidenziando che l’inflazione dovrebbe continua a scendere fino a raggiungere l’obiettivo di circa il 2% entro la fine del 2025.

Altra scossa dalla FED

A dare ulteriormente buonumore agli investitori sono le dichiarazioni in arrivo dagli USA, dove i funzionari della FED hanno suggerito la banca centrale potrebbe essere dissuasa dall'intento di alzare ancora i tassi, visto il forte aumento dei rendimenti dei Treasuries a lungo termine.
Il membro della FED di Atlanta, Raphael Bostic, ha sottolineato che non c'è bisogno di alzare ancora i tassi d'interesse.

Annotazione: se vi interessa negoziare l'euro, imparate le figure di base come il triangolo trading simmetrico.

L'euro si risolleva

Sotto il profilo tecnico, l'euro ne ha approfittato per riportarsi oltre la soglia di 1,06 rispetto al dollaro (ma chi ha fatto strategie di scalping 1 minuto non ha ottenuto granché). La valuta unica si è così nuovamente allontanata dal minimo di dieci mesi di 1,044 che toccò settimana scorsa. ma è decisamente presto per dire se questa ripresa potrà intaccare il trend ribassista che ormai è in corso da luglio, quando il rapporto tra le due valute era addirittura oltre 1,12.

domenica 8 ottobre 2023

Tasso di interesse, quello fisso sul mutuo casa è al 4,32%

Comprare casa costa caro, soprattutto se per coronare il proprio desiderio di crearsi un "nido" è necessario contrarre un mutuo. In base agli ultimi dati forniti dall'ABI, l'associazione che riunisce le banche, nel secondo trimestre di quest'anno in media il finanziamento a tasso fisso è al 4,32% (dati elaborati dai report dalla Banca d'Italia).

Analisi ABI sul livello del tasso

La corsa del costo del denaro impressa dalla BCE per fronteggiare l'inflazione, si è riflessa da subito sull'onere per i finanziamenti finalizzati all'acquisto dell'abitazione. Il tasso infatti ha preso a marciare verso l'alto, giungendo alla cifra appena annunciata.

Nel secondo trimestre del 2023 le differenze tra le singole aree territoriali sono minime. Nel Nord-Est comunque si paga in media qualcosa in più, visto che il tasso è circa al 4,40%. Poco sotto ci sono le Isole, con 4,35%, mentre nel Nord-Ovest siamo al 4,31%, poco sopra quello medio registrato al Sud, dove arriva al 4,30%. Il livello più basso invece è al Centro Italia, dove si ferma al 4,27%.

Il variabile costa di più

Per quanto riguarda i nuovi mutui a tasso variabile, la situazione si fa un poco più pesante. Infatti la media è giunta al 4,76% a livello nazionale, praticamente il 10% in più rispetto a quello fisso. In questo caso però il livello più basso si registra al Sud, dove arriva al 4,66%.
Nella classifica si posiziona peggio di tutti il Nord-Ovest, con una media di 4,80%, seguono il 4,75% nel Nord-Est, il 4,71% nel Centro e il 4,86% nelle Isole.

Imprese: al Sud si paga molto di più

Per quanto riguarda il tasso che viene praticato alle imprese, nel secondo trimestre 2023 sono risultati mediamente del 5,26% a livello nazionale. Il livello più alto in questo caso è il 5,98% registrato nel Sud e Isole. Molto più indietro invece Nord-Ovest (5,21%), Nord-Est (4,99%), Centro (5,33%). 

Il maggior livello dei tassi nel Sud Italia è legato alla maggiore rischiosità dei prestiti alle imprese, visto che a giugno 2023 il rapporto sofferenze lorde su impieghi alle imprese è stato più elevato che nel resto d'Italia (3,4% rispetto al 2,0% del totale Italia, 1,5% nel Nord e 2,7% nel Centro). D'altra parte questo è anche il motivo per cui le imprese più a rischio usura sono in maggior numero proprio al Sud.

lunedì 2 ottobre 2023

Mercato valutario, il dollaro non si ferma più

Dopo aver chiuso il mese di settembre con un guadagno del 25%, il dollaro statunitense ha cominciato il mese di ottobre subito in rally sul mercato valutario.
A propiziare la corsa del biglietto verde sono sia le notizie politiche economiche, che gli ultimi dati macro.

Cosa accade sul mercato valutario

Negli ultimi giorni il grande timore degli Stati Uniti e del mercato valutario riguardava il pericolo shutdown. Proprio sul filo di lana questo rischio è stato scongiurato, grazie a un disegno di legge che fino a metà novembre garantisce le risorse per il funzionamento del governo federale. 

L'approvazione bipartisan di questo documento ha spazzato via dal mercato un fronte di profonda incertezza.

Le buone notizie per gli Stati Uniti sono però proseguite anche sul fronte macroeconomico. L'indice ISM Manufacturing PMI è risultato infatti migliore delle previsioni. Anche se l'attività manifatturiera ha registrato un nuovo mese di contrazione, quest'ultima va attenuandosi e ormai siamo vicini alla soglia che identifica invece una fase di espansione dell'attività.

Un assist per la FED

Questo quadro generale offre così conforto alla Federal Reserve, che continua ad essere intenzionata a mantenere i tassi di interesse ad un livello elevato per combattere l'inflazione. Anche se nell'ultima riunione di politica monetaria ha mantenuto il costo del denaro fermo, grazie alla resilienza dell'economia la Banca Centrale Americana ha ancora uno spazio di manovra che potrebbe sfruttare entro fine anno.

Annotazione: se vi interessa fare trading in modo diverso, provate gli opzioni vanilla broker con cui negoziare.

Riflessi sul mercato valutario

Per questo motivo il dollaro ha preso vigore sul mercato valutario. Il dollar index ormai si aggira nei pressi di quota 107 (disegnando una Marubozu rialzista), su livelli che non si vedevano dallo scorso mese di novembre.
Continua invece a perdere quota l'euro. Il cambio tra la valuta unica ed il biglietto verde e nuovamente precipitato sotto la soglia di 1,05.
Nel frattempo il rendimento dei titoli di Stato americani a 10 anni è aumentato al massimo di quasi 16 anni pari al 4,6889%.

Occhi sul mercato del lavoro

Il mercato attende adesso alcuni interventi di membri della Federal Reserve a cominciare dal Presidente Powell, che sono in calendario per questa settimana. Grande attesa anche per i prossimi dati sul mercato del lavoro che verranno Resi noti venerdì.

mercoledì 27 settembre 2023

Concorrenza, gli USA dichiarano guerra ad Amazon

E' molto pesante l'accusa che la FTC ha rivolto al gigante dell'e-commerce, trovando l'appoggio di ben 17 stati americani. Secondo loro Amazon soffoca la concorrenza in modo illecito.

L'accusa di minare la concorrenza

La Federal Trade Commission ha intentato una causa affinché Amazon renda conto delle sue "pratiche monopolistiche" e si attivi quanto prima per "ripristinare la promessa perduta di una concorrenza libera ed equa".
Nello specifico, la colpa di cui è accusato il colosso dell'e-commerce è di aver imposto ai suoi venditori online di praticare prezzi più bassi altrove. In sostanza, il prezzo minore deve stare sempre e solo su Amazon.

Ma l'accusa si allarga anche all'obbligo di fruire del servizio di spedizione di sua proprietà, se si vuole far parte del pacchetto di abbonamento Prime.
Inoltre Amazon pubblicizzerebbe i suoi prodotti negli annunci che compaiono nei risultati di ricerca, e abuserebbe dello strumento Buy Box tramite cui sul sito e sull'app Amazon spinge i clienti a cliccare su "Acquista ora" o su "Aggiungi al carrello".

Tali pratiche, secondo l'accusa, hanno portato a prezzi più alti (e minore concorrenza) e a un'esperienza di acquisto peggiore per i consumatori.

Una possibile svolta per il mercato

La causa intentata dalla FTC nei confronti di Amazon ha il potenziale di stravolgere completamente il mercato del commercio su internet negli Stati Uniti, e di riflesso quello globale. E non solo perché si rivolge al colosso da 1.300 miliardi di dollari fondato da Bezos nel 1994. Ma perché Amazon ha di fatto plasmato la vita dei negozianti di tutto il mondo, stabilito le condizioni di lavoro per più di un milione di magazzinieri e spinto il servizio postale degli Stati Uniti a fare consegne anche di domenica.

Di fronte alle accuse di violare la concorrenza, Amazon si è difesa definendo "sbagliata" la causa nei fatti e nel diritto. Inoltre evidenzia che se la causa dovesse chiudersi con un successo della FTC, il risultato sarebbe un minor numero di prodotti tra cui scegliere, prezzi più alti, consegne più lente per i consumatori e opzioni ridotte per le piccole imprese: l'opposto di ciò che la legge antitrust prevede.

lunedì 25 settembre 2023

Investitori, l'attenzione torna a spostarsi sui dati macro

Le ultime due settimane sono state assai intense per via dei numerosi appuntamenti con le banche centrali, a cominciare da FED e BCE. Nei prossimi giorni invece gli investitori si concentreranno prevalentemente sui dati macro in arrivo, anche se il calendario è abbastanza scarno.

Gli appuntamenti per gli investitori

Dagli Stati Uniti arriveranno gli ultimi report sull'inflazione PCE core (la misura preferita dalla Fed per l’inflazione), le vendite al dettaglio, il PIL, le richieste di disoccupazione. Ma si tratta di dati di secondo livello, meno attraenti. 

Gli investitori sanno che difficilmente questi report potranno incidere in modo forte su una FED che si è mostrata molto decisa nel proseguire con l'atteggiamento da "falco".

La FED andrà avanti

Anche se arrivassero dati particolarmente deboli, che suggeriscono un raffreddamento dell’economia, la banca centrale è determinata a effettuare un'altra stretta entro fine anno e mantenere i tassi di interesse elevati ancora a lungo.

Questo ha spinto il dollaro negli ultimi giorni della scorsa settimana, anche se il biglietto verde non è riuscito ad estendere significativamente il suo rally. Ad ogni modo l'indice del dollaro ha chiuso la decima settimana consecutiva di rafforzamento a 105,5, ma gli indicatori che anticipano il trend dicono che potrebbe ancora andare avanti.

Non solo eventi economici

Negli USA in questi giorni terrà banco anche la questione politica. In special modo il possibile shutdown del governo e l’impeachment del presidente Biden possono avere ripercussioni sui mercati. Se i Repubblicani non giungono ad un accordo per un finanziamento di breve termine per evitare lo shutdown del governo USA il 30 settembre, la chiusura del mese/trimestre potrebbe essere traumatica.

Altri eventi macro

Gli investitori guarderanno con attenzione anche alle scorte settimanali di petrolio greggio USA, dopo l’aumento dei prezzi della scorsa settimana con tanto di morning star pattern trading. Dopo 4 settimane consecutive di cali, la scorsa settimana le scorte sono aumentate e questo potrebbe far pensare ad un calo della domanda a fronte dell’aumento dei prezzi dei carburanti.

Staremo a vedere anche i PMI manifatturieri e servizi cinesi, l’inflazione core Tokyo dal Giappone, l’inflazione da Germania e Spagna.

giovedì 21 settembre 2023

Entrate fiscali in diminuzione, brutto fardello per la legge di bilancio

La manovra finanziaria del governo si preannuncia come la più complicata degli ultimi anni a causa del forte aumento del disavanzo pubblico italiano, che è stato alimentato soprattutto dal mancato incasso di un bel gruzzolo di entrate fiscali.

I dati sul fabbisogno dello Stato

Gli ultimi dati resi noti dal Ministero dell'Economia riguardo al fabbisogno di spesa pubblica hanno evidenziato che da gennaio a luglio di quest'anno il settore pubblico ha registrato un disavanzo di cassa di ben 79 miliardi. Per renderci conto di quanto grande sia questa cifra, basta dire che si tratta di 45 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Un peso enorme, come vedremo e abbiamo già detto, lo ha la riduzione delle entrate fiscali.

Al tempo stesso bisogna evidenziare che il dato sul fabbisogno verrà notevolmente alleggerito dalla terza rata del Piano Nazionale di ripresa, che finora non è stata ancora versato. Il bonifico della Commissione europea dovrebbe arrivare agli inizi del mese di ottobre. Ciò consentirà di ridurre il fabbisogno di cassa a 18,5 di euro miliardi di euro.

Le entrate fiscali mancanti

Il rosso profondo nel bilancio pubblico risente in particolar modo delle minori entrate fiscali, dovuto ai crediti di imposta che sono stati accumulati negli scorsi anni, soprattutto per via dei bonus immobiliari. In pratica si tratta di diritti dei contribuenti a non pagare le tasse. Parliamo di circa una decina di miliardi di entrate fiscali che non ci saranno.

L'economia in crisi non aiuta

Anche la frenata dell'economia incide sulla riduzione delle entrate fiscali. Nel primo semestre di quest'anno c'è stata una crescita degli incassi poco superiore al 4%, ma in termini reali - ossia tenuto conto dell'inflazione - si tratta di una vera e propria contrazione delle entrate fiscali.
Anche per questo motivo l'obiettivo di un deficit al 4,5% del Pil per quest’anno e anche al 3,7% del Pil per il 2024 sembrano ormai fuori portata.