giovedì 30 dicembre 2021

Azionisti affluiscono verso le aziende impegnate nella lotta al Covid

La diffusione sempre più intensa e capillare della variante omicron, ha instillato nuovi timori sulla tenuta dell'economia globale. Gli azionisti di tutto il mondo devono quindi adeguarsi a questo scenario nel prendere le loro decisioni di investimento.
Ma come accaduto per le precedenti ondate, anche in questo caso ci sono aziende che vengono colpiti ed altre invece che ne traggono vantaggio.

Cosa devono considerare gli azionisti

Senza dubbio questa ondata di contagi sta creando gravi disagi alle aziende coinvolte nel settore dei viaggi, della ristorazione e dell'intrattenimento. Uno dei colossi del DAX, ovvero Lufthansa, ha appena annunciato ai propri azionisti di prevedere un avvio di 2022 molto problematico a causa della cancellazione dei voli. Chiaramente il titolo azionario ne risente.

Al rovescio della medaglia ci sono aziende che guadagnano in modo significativo grazie ai prodotti che hanno creato proprio per contrastare la pandemia.
Si tratta di titoli sui quali si concentra l'attenzione degli azionisti, e sui quali molti investitori stanno puntando. Magari sfruttando anche strumenti come il trailing stop loss.

I titoli da tenere sott'occhio

Un esempio è Regeneron Pharmaceuticals, famosa per lo sviluppo di trattamenti con anticorpi monoclonali. Di recente la società americana ha fatto felici gli azionisti, annunciando di aver ottenuto il via libera dal regolatore svizzero per il farmaco Roche-Regeneron Covid-19, un cocktail di anticorpi monoclonali per curare e prevenire il Covid.
Risultato? Le azioni Regeneron hanno superato la media mobile a 100 giorni, dopo che il RSI failure swing top ha evidenziato un cambio di rotta.

Altri due casi da studiare

Un altro caso eclatante è Novavax, che ha ottenuto l’approvazione del suo vaccino sia dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che dall’Unione europea. Mancano soltanto il via libera dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense e dell’autorità per l’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA).
Anche in questo caso, gli investitori stanno fiutando l'occasione.
Poi c'è Abbott Laboratories, che commercializza un kit di test rapido che secondo la FDA è in grado di testare la variante Omicron, la più trasmissibile di tutte.

martedì 28 dicembre 2021

Denaro contante, con il nuovo anno scatta il limite a 1.000 euro

Con il nuovo anno entrerà in vigore anche una nuova legge sull'utilizzo del denaro contante. Dal primo gennaio infatti il limite all'uso dei contanti si dimezzerà, passando dall'attuale soglia di 2.000 euro a 1.000 euro.

La nuova soglia sull'uso del denaro contante

I nuovi paletti per l'utilizzo del denaro contante vennero fissati nel 2020, all'interno del decreto fiscale del governo Conte-bis. Quella misura definiva un graduale abbassamento della soglia, scesa a 2.000 euro a partire dal luglio 2020, con l'ulteriore discesa a mille euro appunto, dal primo gennaio 2022.

Durante l'esame della manovra economica 2022 nessuno è riuscito a modificare questa norma. In special modo, un tentativo in tal senso di Fratelli d'Italia (che voleva rialzare il limite) è stato respinto.
Peraltro il tempo per apportare eventuali modifiche ormai è finito, visto che il testo della manovra - che deve ancora essere esaminata dalla Camera dei deputati - arriverà a Montecitorio blindato.

Si torna al Monti-Bis

Il nuovo limite all'utilizzo del denaro contante ci riporta indietro di un decennio. Infatti il limite di 1000 euro era stato introdotto dal decreto salva Italia del governo Monti alla fine del 2011, poi cambiato a partire dal 2016.

Lotta all'evasione

Questa misura ha il dichiarato scopo di rafforzare la lotta al lavoro nero e spingere verso l'utilizzo del cashless. In tal senso va anche sottolineato l'obbligo per negozianti e professionisti ad accettate il bancomat o le carte di credito come forme di pagamento, di qualsiasi importo si tratti.
Chi dovesse rifiutarsi incapperà in una multa: si partirà da 30 euro, somma a cui si aggiungerà una percentuale in base al valore del prodotto o del servizio acquistato.

L'economista Carlo Cottarelli, responsabile dell'Osservatorio sui conti pubblici, ha festeggiato il ritorno al limite di 1.000 euro. «Diranno che gli anziani non potranno più andare a far spesa al mercato (con solo 1000 euro?). Non sarà la mossa decisiva per ridurre l'evasione fiscale, ma è un segnale positivo».

mercoledì 22 dicembre 2021

Mercato azionario, l'Europa viaggia forte e continua a risalire

Si chiude con le Borse in territorio positivo, una giornata caratterizzata da un po' di volatilità eppure con scambi ridotti, complici le imminenti festività Natalizie.
A dare sostegno al mercato azionario sono l'allentarsi delle tensioni su Omicron, ma anche i dati macro positivi che sono giunti dagli USA, dove il PIL e l'indice della fiducia dei consumatori sono stati migliori delle aspettative.

La giornata del mercato azionario

L'indice principale del mercato azionario italiano, il FTSE Mib, ha chiuso la sessione con +0,66% a 26.827,93 punti.
A differenza di ieri, si è mosso in tendenza anche il FTSE Italia All-Share, che termina la giornata in aumento dello 0,72% rispetto alla chiusura di ieri.

Nel resto d'Europa bene tutti i listini principali. Il DAX40 di Francoforte sale dello 0,95%, Parigi cresce addirittura dell'1,24%. Bene anche Londra, +0,61%
Anche Wall Street, dopo un avvio incerto, ha allungato il passo, nonostante desti preoccupazione l'acuirsi della pandemia nel mondo.

Dati su scambi e volumi

Sul mercato azionario italiano si sente l'effetto delle vacanze di Natale. Il controvalore degli scambi è stato infatti di 1,39 miliardi di euro, circa un quarto in meno a ieri. Calano anche i volumi scambiati, pari a 0,44 miliardi di azioni rispetto ai 0,52 miliardi precedenti.

Annotazione: se invece del mercato azionario vi interessa quello valutario, sarà bene scegliere con cura i siti trading forex gratis con cui investire.

I singoli titoli del mercato azionario

Volgendo lo sguardo alle performance dei singoli titoli del mercato azionario, il migliore del giorno è CNH Industrial (+2,72%). La società che fa capo a Exor ha beneficiato dell'attesa per l'assemblea straordinaria durante la quale sarà richiesta l'approvazione definitiva degli azionisti alla scissione di Iveco. Chi conosce il pattern trading significato, ne avrà visto uno formarsi.

Bene anche Leonardo (+2,42%), dopo che il dipartimento della difesa statunitense ha confermato le opzioni per ulteriori 36 elicotteri TH-73A per un valore di 159,4 milioni di dollari.
In spolvero anche Amplifon (+2,28%) e Interpump (+1,96%), così come Tim (+1,86%) dopo le parole del presidente del Consiglio Draghi sulla riconfigurazione dell'assetto della tlc italiana.
Il titolo peggiore del giorno è BPER (-0,56%), che rimane interessata a Banca Carige.

lunedì 20 dicembre 2021

Lavoro nero e caporalato, la pandemia ha aggravato il problema

Due piaghe che il mondo del lavoro si porta dietro da tantissimo tempo sono quella degli irregolari e del caporalato.
Si tratta di problemi che la pandemia ha ulteriormente aggravato, perché il bisogno di trovare occupazione acuisce la debolezza di chi la cerca.

Il caporalato nel lavoro

I tempi del lavoro nero e del caporalato sono sempre andati a braccetto. In particolar modo nel settore agricolo. Nonostante innumerevoli tentativi, queste piaghe non sono state debellate. E purtroppo con lo scoppio del Covid la dimensione del fenomeno è tornata da essere preoccupante.

Le ultime stime raccontano infatti di circa 200 mila persone costrette a lavorare in condizioni di grave sfruttamento. Sono persone che pur di trovare o mantenere un posto di lavoro, è disposta ad accettare condizioni degradanti e disumane da parte di pseudo-imprenditori che agiscono con modalità criminali.

Il lavoro nero fenomeno ampissimo

Attenzione però, perché quello del lavoro irregolare in ambito agricolo è solo una piccola parte del problema. Infatti l'ampissimo problema del lavoro irregolare riguarda circa 3,2 milioni di persone. Peraltro si tratta di una stima che secondo Istat è quasi certamente sottodimensionata.

Inoltre la maggiore quota di lavoro irregolare è su base volontaria. Si tratta cioè di persone che svolgono attività retribuita, ottenendo in cambio pagamenti in nero. Per lo più si tratta di autonomi che svolgono lavori di riparazione e manutenzione (elettrica, idraulica, fabbrile, edile, etc.) o che prestano servizi alla persona (autisti, badanti, acconciatori, estetiste, massaggiatori, etc.).

Un danno economico enorme

In questi casi il caporalato non c'entra proprio niente. E' una libera scelta di essere "invisibili" al fisco. Spesso questa forma di lavoro irregolare è svolta da pensionati, inattivi, disoccupati o persone in Cig che arrotondano le magre entrate con i proventi recuperati da queste attività illegali.
Tutto questo provoca un danno economico enorme, perché al di là dell'essere evasori fiscali, fanno concorrenza sleale a quegli autonomi che invece svolgono la propria attività alla luce del sole.

mercoledì 15 dicembre 2021

Investitori guardinghi, le borse Europee si muovono in ordine sparso

Nel giorno del meeting della FED (in serata a mercati chiusi), i mercati azionari europei terminano la seduta contrastati
Ma se questa sessione è stata caratterizzata dall'attesa degli investitori per le decisioni della FED, domani ci saranno anche le riunioni di Bce e Banca d'Inghilterra.
Intanto gli investitori continuano a monitorare la situazione situazione relativa alla variante Omicron.

La giornata degli investitori

Il bilancio della giornata dice che l'indice Ftse Mib della borsa di Milano ha chiuso a +0,41% a quota 26.666,08 punti. Sulla stessa linea si è mosso il FTSE Italia All-Share, che sale poco e arriva a 29.195 punti.

Nel resto del Vecchio Continente gli investitori si sono mossi in ordine sparso. Avanza piano il DAX 40 di Francoforte (+0,15%) mentre Parigi segna +0,47%. Debole Londra -0,66%, ma è Madrid la peggiore (-1,2%) complice il netto calo di Inditex (-4%) e il tonfo del gruppo It Indra (-11%).
Si muove in ribasso anche Wall Street.

Euro fiacco, scambi in calo

Sul mercato valutario, l'euro segna 1,1259 dollari (1,1309 ieri) a conferma dell'attesa per le mosse della Fed. Gli analisti della migliore piattaforma opzioni binarie invitano a essere cauti.
A Piazza Affari il controvalore degli scambi è stato pari a 1,8 miliardi di euro, in calo rispetto ai 2,41 miliardi della vigilia. I volumi scambiati dagli investitori sono stati 0,52 miliardi di azioni, rispetto ai 0,62 miliardi precedenti.

I singoli titoli in Borsa

Sul listino milanese gli acquisti da parte degli investitori si sono concentrati su Bper +6,1%, dopo l'annuncio di una proposta non vincolante per rilevare Banca Carige al prezzo di 1 euro (Le azioni di quest'ultima sono salite del 13,6%).
Le altre banche invece non hanno avuto sprint. Male Unicredit (-1,8%) dopo i rialzi dell’ultima settimana.

Gli investitori in borsa hanno premiato le società del settore sanitario come Recordati, che sale del 2,62%, e DiaSorin, +2,38%. Bene anche Moncler, in progresso del 2,57%.
La discesa del prezzo del petrolio penalizza invece i titoli del settore. Tenarsi segna -3,1%, ENI -1,2% e Saipem -1,6%.

lunedì 13 dicembre 2021

Lavoro, crescono ancora gli occupati. I contratti a termine superano 3 milioni

L'istituto di statistica ha pubblicato gli ultimi numeri riguardanti il mercato del lavoro, in base ai quali il numero totale degli occupati è salito a 22.919.000.
Tuttavia, non mancano alcuni dettagli negativi riguardo alla situazione generale.

Dati sul mercato del lavoro

Partiamo dai dati. La crescita del lavoro ha segnato 121mila lavoratori in più rispetto al trimestre precedente (+0,5%) e 505 mila unità (+2,2%) di crescita tendenziale rispetto al terzo trimestre del 2020. Si riduce il numero di disoccupati (-134 mila, -5,4%) e anche quello degli inattivi di 15-64 anni (-41 mila, -0,3%).

Anche i dati mensili provvisori di ottobre 2021 confermano il trend in aumento degli occupati (+35 mila, +0,2% rispetto a settembre), che si associa a quello dei disoccupati (+51 mila, +2,2%) e al calo degli inattivi di 15-64 anni (-79 mila, -0,6%).

Più dipendenti, meno autonomi

Ma va fatta una differenza tra lavoro dipendente e autonomo.
Se il numero di dipendenti è salito a 17.978.000, in aumento dello 0,9% (156 mila lavoratori) su base congiunturale e del 3,3% su base tendenziale, il numero di indipendenti continua a scendere. E' arrivato infatti a 4.942.000, segnando una discesa dello 0,7% su base trimestrale, ovvero 35 mila unità.

Cresce il lavoro a termine

La crescita dell'occupazione coinvolge sia gli occupati a tempo pieno sia quelli a tempo parziale (+1,9% e +3,7%, rispettivamente). Tuttavia è importante però è evidenziare che la crescita del lavoro dipendente è frutto specialmente di un aumento dei contratti a termine, che invece avevano avuto un crollo durante il Covid.
Nel terzo trimestre del 2021 infatti il numero totale ha superato la quota dei tre milioni, segnando un aumento del 2,3% rispetto al trimestre precedente e del 13,1% sullo stesso periodo del 2020.

Le imprese

Istat fornisce anche i dati riguardo la richiesta di lavoro da parte delle imprese. Ebbene nel terzo trimestre 2021 ci sono ancora segnali di ripresa. La domanda di lavoro infatti è cresciuta del 2,7%. Su base annua, la crescita sale al 5%. Ancora non è stato però colmato il gap di posti di lavoro persi a causa della pandemia, mentre molte imprese continuano a lamentare che gli addetti alle risorse umane non trovano candidati qualificati.

mercoledì 8 dicembre 2021

Criptovalute, Visa lancia un nuovo servizio per il settore

L'interesse delle istituzioni finanziarie pubbliche e private nei confronti delle criptovalute diventa sempre più elevato.
L'ultima dimostrazione arriva dal colosso dei pagamenti digitali Visa, che ha deciso di lanciare il servizio Global Crypto Advisory Practice, destinato proprio agli amanti delle valute digitali.

La spinta forte verso le criptovalute

Il nuovo servizio proposto dal colosso dei pagamenti serve ad assistere clienti e partner nel loro cammino di scoperta e utilizzo delle criptovalute, perché si è evidenziata la forte tendenza a voler esplorare e sperimentare con le digital currencies.

La notizia arriva peraltro in un momento in cui Bitcoin e le altre digial coin stanno vivendo una fase delicata. Il prezzo della più importante delle valute virtuali, dopo essere arrivato verso 69 mila dollari, adesso fa fatica a resistere sulla soglia dei 50 mila. Anche gli opzioni binarie segnali affidabili sono molto più prudenti.

Il sondaggio

Alla base della nuova offerta di Visa c'è la consapevolezza che le valute digitali si affermano sempre di più nella coscienza popolare. Lo evidenzia una ricerca illustrata proprio da Visa.
Da essa emerge che quasi il 40% di proprietari di criptovalute, entro un anno sarebbe disponibile a lasciare le banche principali per quelle che offrono prodotti basati sulle criptovalute

Inoltre la maggior parte di coloro che possiedono criptovalute (62%) afferma che il loro uso è aumentato nell’ultimo anno. Il motivo principale è che le ritengono un modo di creare ricchezza e anche il futuro dei servizi finanziari.
Emerge inoltre che il coinvolgimento verso le criptovalute è maggiore nei mercati emergenti piuttosto che in quelli sviluppati.

Le crypto-carte di credito7debito

Cosa assai interessante per Visa, circa l’81% dei detentori di criptovalute esprime interesse per le carte collegate alle monete virtuali. Desiderano cioè una carta che consenta di fare pagamenti ovunque, convertendo immediatamente le valute digitali in denaro reale da spendere nello stesso modo in cui è possibile utilizzare una carta di debito o di credito.
Ma ci sono a quelli interessati a programmi di ricompensa crittografica.

lunedì 6 dicembre 2021

Fallimento, torna lo spettro su Evergrande che affonda in Borsa

Tornano ad addensarsi grandi nubi sul futuro di Evergrande, che rischia di nuovo il fallimento.
Il secondo sviluppatore immobiliare cinese ha ammesso di non poter garantire che avrà fondi sufficienti per far fronte ai suoi obblighi, che finora era riuscito ad adempiere sempre sul filo di lana. Spera di arrivare a definire un piano di ristrutturazione, al quale dice di "lavorare attivamente" coi creditori offshore.

Cosa riaccende l'incubo fallimento

L'azienda immobiliare cinese è gravata di oltre 300 miliardi di dollari di debiti, e sta per esaurire il periodo di tolleranza di 30 giorni per un pagamento di 82,5 milioni di dollari.
Negli ultimi due mesi ha avuto altre scadenze analoghe, ma era riuscito (non si sa come) a effettuare pagamenti all’ultimo minuto, evitando così il fallimento.
Venerdì scorso però il colosso cinese ha pubblicato una nota, nella quale dice che non sa se potrà pagare le cedole per 260 milioni di dollari ai suoi creditori.

Il governo in azione

Questo annuncio shock ha spinto le autorità del Guangdong a convocare il presidente dell’azienda Hui Ka Yan, inviando un gruppo di lavoro per supervisionare la gestione del rischio, rafforzare i controlli interni e mantenere l’operatività.
Del resto un eventuale fallimento della società potrebbe avere fortissime ripercussioni sul mercato immobiliare cinese, ma anche oltre, anche se la banca centrale cinese e i regolatori bancari e assicurativi hanno parlato di "rischio contenuto".

A metà novembre lo stesso presidente Hui Ka Yan, aveva venduto beni personali per oltre 7 miliardi di yuan (1,1 miliardi di dollari) per dare ossigeno alla sua azienda.

Crollo in Borsa

Ma intanto il contraccolpo è arrivato forte sui mercati, dove il titolo azionario Evergrande è affondato alla Borsa di Hong Kong (appesantita anche dal tonfo di Alibaba, -7,71%). Ha infatti ceduto il 13,78%, scivolando ai minimi degli ultimi 11 anni.
Neppure l’annuncio di voler lavorare coi creditori sta convincendo i mercati, che temono nuovamente il fallimento.

mercoledì 1 dicembre 2021

Investitori di nuovo ottimisti, le Borse vanno tutte in deciso rialzo

Le borse europee iniziano il mese di dicembre con un passo diverso rispetto alla chiusura di novembre. Le paure degli investitori riguardo alla variante Omicron sono un po' sfumate, di fronte alle notizie che la vedono meno aggressiva e forse neppure in grado di bucare i vaccini.

Gli investitori azionari inoltre metabolizzano le parole di Jerome Powell. Il capo della FED ieri ha anticipato la possibilità di un tapering accelerato da parte della banca centrale USA, in risposta a un'inflazione più alta e persistente del previsto.

La giornata degli investitori

A Piazza Affari il FTSE MIB corre veloce a quota 26.371 punti (+2,16%). Sulla stessa linea anche il FTSE Italia All-Share, che arriva a 28.920 punti.

Sulle altre piazze di Eurolandia segni verdi ovunque,. Corre il DAX di Francoforte, +2,47%. Bene anche Londra (+1,55%) e benissimo Parigi (2,39%). Giornata quindi positiva per gli investitori che hanno fatto trading senza deposito iniziale.
Gli investitori europei vengono spinti anche dell'avvio sostenuto di Wall Street, dopo il flop di martedì. Lo SP500 segna +1.65%, il DowJones +1.23% mentre il Nasdaq +1.34%.

Cosa è successo a Piazza Affari

A Piazza Affari il controvalore degli scambi è stato pari a 2,25 miliardi, mentre i volumi scambiati dagli investitori sono passati da 1,73 miliardi di azioni agli odierni 0,71 miliardi.
Riguardo ai sintoli titoli, brilla Stellantis (+5,68%, e il Market facilitation index indicatore in positivo), grazie ai dati sulle immatricolazioni in Francia a novembre. In generale hanno rialzato la testa le azioni della galassia Agnelli (Exor +2,75%, Cnh +3,38% e Ferrari +0,35%), dopo gli scivoloni delle ultime sedute.

Rialzi notevoli anche per STMicroelectronics (+4,28%), per Tenaris (+4,13%) e Unicredit (+4,00%), che è stata inserita da Deutsche Bank tra le sue top pick. Intesa Sanpaolo segna +2,5% in area 2,1685 euro.
In recupero anche i titoli oil grazie al rimbalzo del petrolio. Spicca oggi Tenaris con +4,13%, seguita da ENI a +2,25%
La più venduta è DiaSorin, in controtendenza rispetto a ieri; la società di diagnostica ha comunicato che i suoi test molecolari individuano anche la variante Omicron.

martedì 30 novembre 2021

Investimenti, torna un po' di sereno dopo il crollo di venerdì

Se venerdì scorso ea stata una giornata terribile per chi ama fare investimenti, questa settimana è cominciata in tono completamente diverso.
Un po' dei timori legati alla diffusione della variante Omicron si sono attenuati, perché sembra che questo nuovo ceppo del virus sia poco aggressivo, benché più contagioso.

Il lunedì di chi fa investimenti

E così, dopo l'ondata di panico di venerdì scorso, i mercati hanno scacciato un po' di paure. Tuttavia da parte di chi fa investimenti rimane ancora la guardia alta, visto che molti Paesi hanno chiuso i collegamenti con l'Africa meridionale, e i produttori di vaccini non hanno ancora chiarito se serviranno nuove formulazioni per combattere la diffusione della nuova variante.

Rimbalzo del dollaro

La situazione più distesa ha favorito il rimbalzo di molte asset class, sulle quali si sono concentrati gli investimenti. Anche il dollaro ne ha beneficiato.
Il Dollar Index ha ripreso quota arrivando a 96,4 lunedì, mentre il cambio tra euro e dollaro è ridisceso sotto 1,130.
Nel frattempo il rendimento dei Treasuries è tornato sopra l'1,5%, dopo che il sell off di venerdì scorso l'aveva spinti al livello più basso da inizio mese.

Torna in focus la FED

Se le preoccupazioni di Omicron si sono attenuate, riemerge sui mercati il dilemma riguardo alle prossime mosse della Federal Reserve. Chi fa investimenti sa bene che si avvicina sempre di più il momento in cui la banca centrale americana potrebbe alzare i tassi di interesse.
L'ultimo membro del Fomc che ha alimentato questa prospettiva è Raphael Bostic. Il funzionario della banca centrale ha ammesso che c'è l'ipotesi di accelerare il ritmo della riduzione degli stimoli, soprattutto se lo slancio dell'economia statunitense rimarrà forte. Ha anche riconosciuto la possibilità di almeno due aumenti dei tassi il prossimo anno.

Inflazione e mercato del lavoro

Come sappiamo, sono soprattutto due gli elementi da considerare. L'inflazione, che continua a esercitare una certa pressione, e il mercato del lavoro che invece si sta riprendendo
A tal proposito, chi fa investimenti aspetta con trepidazione i nuovi dati sui Non Farm Payrolls, in uscita venerdì.

mercoledì 24 novembre 2021

Federal Reserve, si avvicina ulteriormente la svolta sui tassi

Nell'ultimo meeting di politica monetaria della Federal Reserve, si è discusso su una possibile accelerazione del tapering, e finanche di un rialzo anticipato dei tassi di interesse.
E' questo che emerge dalla lettura dei verbali del meeting tenutosi a inizio novembre, nel quale la banca centrale americana decise di lasciare ancora invariato il costo del denaro.

Cosa ha detto la Federal Reserve

federal reserveLa Fed potrebbe quindi imprimere quel cambio di passo sui quali molti investitori sembrano scommettere (va evidenziato che alcuni membri della Federal Reserve già spingevano per un tapering più veloce).
E lo stesso mercato non ha esistato a reagire alla notizia.

Infatti il dollar Index è salito a 96,9, ossia il nuovo massimo di 16 mesi, mentre il cambio con l'euro (EUR-USD) è scivolato fin sotto la soglia di 1,120. Lo possiamo verificare sugli opzioni binarie broker Europa.

Il ruolo dell'inflazione

Tenuto conto della forte ripresa del mercato del lavoro, l'elemento che potrebbe spingere la banca centrale ad anticipare i tempi del ritiro dello stimolo è l'inflazione.
Secondo le discussioni in seno alla Federal Reserve, alcuni responsabili delle politiche monetarie sono convinti che le pressioni sui prezzi dovrebbero durare più a lungo di quanto previsto.

Tuttavia, rimarcano anche che rimane elevata l'incertezza sulle prospettive economiche. L'istituto guidato da Jerome Powell prevede una crescita "robusta" dell'economia, nel prossimo anno, la cui traiettoria - sottolineano i funzionari nei verbali - dipende dal virus.

Precisazione: se si fanno investimenti sul mercato delel valute, è indispensabile sapere cosa sono i pattern forex.

Dati macro USA

Nella giornata di oggi sono inoltre stati resi noti alcuni dati macro riguardanti gli USA.
C'è stato un calo delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, al minimo dal 1969. Invece sono scesi inaspettatamente gli ordini di beni durevoli. Il PIL invece è stato rivisto al rialzo, ma meno del previsto. Inoltre, sia il reddito personale che la spesa hanno superato le previsioni e l'inflazione PCE è stata in linea con le previsioni.

lunedì 22 novembre 2021

Banca Centrale USa: confermato Powell al timone. Brainard sarà la vice

La guida della Federal Reserve non cambierà per i prossimi quattro anni. Fino al 2026 al timone della banca centrale più importante del mondo ci sarà ancora l'attuale governatore Jerome Powell.
Il numero uno è stato infatti confermato dal presidente Joe Biden per un secondo mandato.
Manca solo la conferma da parte dal Senato, ma si tratta di una formalità visto che degli 84 senatori che votarono per Powell quattro anni fa, 68 sono ancora in carica.

Il timoniere della banca centrale USA

Biden, repubblicano di 68 anni, venne posto alla guida della banca centrale americana da Donald Trump, che lo nominò nel 2018 come successore di Janet Yellen (scelta da Obama), prima presidente a non essere riconfermata negli ultimi 40 anni. Va infatti sottolineato che ormai è una prassi quella di raddoppiare il mandato del presidente FED.

Cambia invece il ruolo di vice, perché Lael Brainard - l’unica antagonista emersa per l’incarico - prenderà il posto di Richard Clarida dal prossimo 31 gennaio.

Le parole di Biden

"Ho fiducia che l'attenzione di Jerome Powell e Lael Brainard nel tenere l'inflazione bassa e i prezzi stabili", oltre al loro impegno per la piena occupazione, "renderanno la nostra economia più forte che mai", ha sottolineato Biden. Poi ha aggiunto “mi ha detto che la sua priorità è accelerare gli sforzi per mitigare i rischi del cambiamento climatico”.

La patata bollente

Va evidenziato che la conferma di Powell giunge in un momento particolarmente delicato per l'economia americana. La crescita forte dell'inflazione (sui valori più elevati da 30 anni al 6,2%), ha messo molta pressione sulla banca centrale.
Da una parte infatti c'è l'esigenza di continuare a stimolare l'economia per farla riprendere dal Covid. Dall'altra c'è l'esigenza di ridurre questi stimoli per frenare la crescita dei prezzi. Un bel dilemma.

Come i mercati hanno accolto la notizia

La reazione di Wall Street è stata immediatamente positiva. Nasdaq e S&P 500 hanno aggiornato i loro record. Tuttavia, in seguito la borsa americana ha imboccato la via della discesa, chiudendo col segno meno.

mercoledì 17 novembre 2021

Investitori ancora cauti, le borse europee si muovono poco

Sulle borse europee gli investitori si muovono poco, e preferiscono mantenere un atteggiamento molto prudente. Del resto sia i dati sull'inflazione, sia quelli sull'avanzata della pandemia non consentono mosse azzardate. 

Ad accrescere i timori riguardo l'inflazione è il dato giunto dal Regno Unito, dove i prezzi schizzano più del previsto a ottobre, +4,2% sui massimi a 10 anni. Da Eurostat invece giunge la conferma del dato stimato, che comunque evidenzia una crescita sui massimi da 13 anni.
Una piccola dose di ottimismo la danno i colloqui tra USA e Cina, che potrebbero portare a un clima più disteso tra le due superpotenze.

Il bilancio odierno per gli investitori

A Piazza Affari l'indice principale Ftse Mib ha chiuso in lieve rialzo a +0,07%, su quota 27.824 punti.
Sugli altri indici di Eurolandia, gli investitori si sono mossi in ordine sparso. Il DAX di Francoforte è praticamente stabile (+0,02%), così come il CAC di Parigi (+0,06%). Sale invece Londra +0,49%, mentre Madrid porta a casa un calo dello 0,52%.

Focus su Milano

A Milano il controvalore degli scambi è stato di 2,41 miliardi di euro, in salita rispetto a ieri (+16,01%). Invece i volumi scambiati dagli investitori sono cresciuti di meno. Si è infatti passati da 0,72 miliardi agli odierni 0,75 miliardi. cosa che interessa a chi fa trading con i volumi

Per quanto riguarda i singoli titoli, il FTSE Mib deve ringraziare lo strappo di Ferrari, che segna +3,24% e centra i nuovi massimi storici. A spingere il Cavallino è stata una valutazione di Morgan Stanley, che ha fissato un target price a 350 dollari. Questo ha dato slancio agli acquisti da parte degli investitori.
Si è mosso in deciso rialzo anche Prysmian (+2,76%).
In deciso rosso invece Diasorin (-4,15%), a causa di un downgrade di Kepler Cheuvreux, che portato il giudizio a "hold" dal precedente "buy".
Ritraccia invece Moncler (-0,17%) che in mattinata aveva toccato i nuovi massimi assoluti.

Valutario, investitori sulla sterlina

Sul mercato valutario intanto l'euro continua a essere fiacco rispetto al dollaro, come si vede sui miglior broker per scalping forex. Balza invece la sterlina, perchè l'impennata dell'inflazione inglese fa pensare agli investitori che la Bank of England stavolta non potrà evitare un rialzo dei tassi. La divisa britannica è indicata ai massimi da febbraio 2020 a 0,8397 per un euro (0,8453 ieri in chiusura) e 1,3462 dollari (1,3428).

martedì 16 novembre 2021

Inflazione, la BCE ammette: sarà più intensa e duratura del previsto

La banca centrale europea ammette che un problema riguardo l'inflazione c'è. Il concetto di temporaneità delle fiammate dei prezzi adesso non è più così solido. Tanto che Lagarde deve dichiarare che per assistere a una frenata dei prezzi servirà più tempo del previsto.

La BCE e l'inflazione

La presidente della Banca centrale europea ha parlato in audizione alla commissione Problemi economici del Parlamento europeo, dove ha sottolineato che il tasso di inflazione è aumentato "più di quanto avevamo previsto a settembre". A ottobre è arrivato al 4,1%.
Per avere un normale livello dei prezzi bisognerà aspettare la fine del primo semestre, se non il secondo.

Ritocco dei tassi lontano

In teoria, questo dovrebbe dare una spinta alla ipotesi di un ritocco dei tassi prima del previsto. Ma così non sarà, e Lagarde precisa che l’andamento dell’inflazione nella zona euro e negli Usa è molto diverso, visto che oltreoceano (dove il ritocco dei tassi sembra più vicino) siamo a un tasso del 6,2% a ottobre.
Il divario è ancora più netto se si depura il dato delle componenti energetiche e alimentari: 2,1 in Europa e 4,6 negli Usa. "Entro un margine gestibile", dice Lagarde.

Per questo motivo non ci sono pressioni per cambiare le condizioni di finanziamento, anche perché in un momento "in cui il potere d’acquisto è già ridotto dall’aumento delle bollette dell’energia e del carburante, un inasprimento delle condizioni di finanziamento non è auspicabile e rappresenterebbe un ingiustificato ostacolo alla ripresa".

Il problema Covid

Molto si lega anche a qello che succederà alla crescita economica. Sebbene ci siano segnali confortanti, la pandemia continua a essere presente e purtroppo, c'è un aumento che fa temere una sorta di quarta ondata dei contagi. Le conseguenze potrebbero portare a una nuova frenata economica.

giovedì 11 novembre 2021

Crescita economica, la GB frena ancora e la sterlina cala

Delude le aspettative la crescita economica della Gran Bretagna. L'Ufficio nazionale di statistica (Ons) infatti evidenzia che il Pil britannico è cresciuto dell'1,3% nell'ultimo trimestre, meno delle attese che erano dell'1,5%. Ci si aspettava comunque un forte calo, rispetto al +5,5% registrato del secondo trimestre, quando erano state eliminate le restrizioni per la pandemia di Covid.
L'economia è ora del 2,1% al di sotto del livello pre-pandemia, ossia l'ultimo trimestre del 2019.

Cosa frena la crescita economica GB

A zavorrare la crescita economica sono i problemi della catena di approvvigionamento a livello globale. I maggiori contributori sono stati l'ospitalità (30%), l'arte e la ricreazione (19,6%) e la salute (3,5%) a seguito dell'ulteriore allentamento delle restrizioni e della riapertura dell'economia.

"Sappiamo che ci sono ancora sfide da superare", ha commentato il Cancelliere dello Schacchiere, Rishi Sunak. E' come se l'indicatore Alligator trading della crescita economica stesse chiudendo le sue fauci.

Altri dati sulla crescita economica

Nel frattempo la produzione industriale si è inaspettatamente ridotta a settembre (0,3%) poiché i recenti vincoli di offerta hanno pesato sul settore.
Anche i consumi delle famiglie (2%) hanno fornito il maggior contributo alla spesa, mentre si è registrato un calo delle scorte sottostanti, probabilmente riflettendo alcune delle recenti sfide della catena di approvvigionamento, e un contributo negativo del commercio netto a causa di un calo delle esportazioni (-1,9%).

Reazione del mercato

Sul mercato valutario intanto la sterlina ha esteso le perdite per la terza sessione consecutiva, toccando il minimo da dicembre del 2020. Basta guardare uno qualsiasi dei siti opzioni binarie per verificarlo. Si sente soprattutto la forza del dollaro, tra l'aumento dell'inflazione negli Stati Uniti e gli investitori che digeriscono i nuovi dati sulla crescita economica.

I trader ora cercano di valutare cosa significherebbero tali cifre per i tempi di rialzo dei tassi della BoE, dopo che la banca centrale ha sfidato le aspettative del mercato mantenendo i tassi di interesse fermi all'inizio del mese e segnalando che i rischi per la crescita economica sono una priorità.

martedì 9 novembre 2021

Prestiti alle imprese, dalle banche 13 miliardi in meno in 12 mesi

Nel corso dell'ultimo anno, i prestiti alle imprese sono crollati di circa 13 miliardi. E' quanto emerge dal rapporto mensile redatto dal centro studi di Unimpresa, che riconduce il fenomeno ad uno sgonfiamento dell'effetto delle garanzie statali.

I numeri dei prestiti alle imprese

I dati contenuti nel rapporto dicono che tra l'agosto del 2020 e lo stesso mese del 2021, c'è stato un calo del 2% degli impieghi delle banche verso le imprese. Si è infatti passati da 671,6 miliardi a 657,8 miliardi. Dodici miliardi in meno, come detto.

Se confrontiamo questo andamento con il periodo settembre 2019-settembre 2020, si vede che i prestiti alle aziende da parte delle banche hanno subito una forte inversione di rotta. Durante quel periodo infatti, grazie alle garanzie statali per far fronte all’emergenza Covid, i finanziamenti erano aumentati di 60 miliardi, con una variazione positiva del 13%.

Prestiti alle famiglie

Fortunatamente, non si è avuto lo stesso trend per i prestiti alle famiglie, che sono saliti invece di 21,4 miliardi (+3%), passando da 633,1 a 654,6 miliardi.
In questo caso si avverte sprattutto l'effetto della crescita dei mutui, aumentati di oltre 16 miliardi (+4%). Sono infatti saliti da 386,8 miliardi a 403,3 miliardi.

Il giochetto delle banche

Questi dati evidenziano che le banche non sono più interessate al paracadute offerto allo Stato. Lo hanno invece sfruttato eccome durante la pandemia, per sostituire i vecchi finanziamenti con quelli nuovi. 
La misura ha fatto quindi flop, perché se in teoria serviva ad assicurare liquidità alle imprese in un periodo particolarmente avverso, alla fine non solo non ha fatto giungere denaro fresco, ma i rischi delle banche sono stati scaricati sulle finanze pubbliche. Infatti è sulle tasche dei contribuenti che finiranno per scaricarsi quelle linee di credito coperte che non verranno più rimborsate.

Sofferenze in calo

Per quanto riguarda le sofferenze sui prestiti, c'è stato un calo totale. Quelli che non sono stati rimborsati sono infatti passati da 65 miliardi a circa 47 miliardi, in discesa di oltre 18 miliardi (-27%).

giovedì 4 novembre 2021

Banca Centrale del Regno Unito, per adesso non arriva la stretta monetaria

Dopo il meeting della FED, un'altra grande banca centrale si è riunita in questa settimana. Si tratta della Bank of England.
L'istituto centrale londinese ha deciso di lasciare il costo del denaro allo 0,1%, livello minimo storico.

Nessuna svolta forte dalla banca centrale britannica

Anche se nelle ultime settimane si erano rincorsi rumors riguardo una possibile stretta da parte della banca centrale britannica, gli analisti di ogni piattaforma opzioni binarie erano convinti che non avrebbe ritoccato subito i tassi. Così è stato infatti, con il voto di 7 membri contro 2, che avrebbero voluto una stretta immedata.
L'istituto centrale ha anche deciso di non modificare neppure il suo programma di quantitative easing.

Le ragioni della scelta

Ma cosa ha spinto i policy makers della banca centrale del Regno Unito a fare questa mossa?
Essenzialmente l'aumento dei prezzi e la frenata della crescita globale, ritenuti i due fattori più insidiosi in questo scenario economico. Inoltre i membri del MPC hanno evidenziato il rischio che ci sia un aumento della disoccupazione nel Regno Unito, dopo la fine dei piani di congedo a settembre.

Nel complesso però la dialettica della Bank of England è rimasta da falco. Infatti la banca centrale ha ribadito che probabilmente sarà necessario aumentare i tassi nei prossimi mesi, soprattutto per contrastare l'incremento dell'inflazione e riportarla verso il target del 2%.

Outlook inflazione e PIL

Sotto questo punto di vista, va evidenziato come la banca centrale ha aumentato le previsioni di inflazione e abbassato le proiezioni di crescita per il 2021.
La dinamica dei prezzi potrebbe arrivare fino al 5% nell'aprile 2022, per poi imboccare gradualmente la via della discesa. La crescita del PIL invece tornerà al livello pre-pandemia nel primo trimestre del 2022.

La reazione del mercato

Dopo il meeting della Bank of England, la delusione degli investitori per non aver visto una decisa virata hawkish ha penalizzato la sterlina. Il cambio GBPUSD infatti è sceso sotto quota 1,35, al minimo di 4 settimane di 1,35. Il Fractal trading ci manda un segnale ribassista. Intanto il rendimento dei titoli di stato UK a 10 anni intanto è scivolato all'1%.

martedì 2 novembre 2021

Incassi, lo Stato ringrazia il "caro carburante": guadagna 1 miliardo in più

La crescita dei prezzi del petrolio ha spinto anche il costo del carburante alla pompa. Una notizia negativa per automobilisti e autotrasportatori, ma positiva per lo Stato. Grazie al caro carburante infatti, l'Erario quest'anno vedr gonfiare i suoi incassi per circa 1 miliardo.
Questa è la stima dell’Ufficio studi della CGIA, ipotizzando consumi costanti e prezzi stabili da qui fino a fine anno.

Cosa ha ampliato gli incassi di Stato

Sono due i fattori che stanno agendo congiuntamente e generano questo effetto sugli incassi dello Stato.
Da una parte c'è la ripresa degli spostamenti, che si traduce in maggior numero di viaggi e di chilometri percorsi. E quindi in definitiva un maggior quantitativo di carburante richiesto

Da gennaio a settembre, gli italiani hanno acquistato oltre 5 milioni di tonnellate di benzina, quasi 17 milioni di tonnellate di diesel e poco più di 1 milione di tonnellate di Gpl.

L'aumento dei prezzi alla pompa

Dall'altra l'aumento del prezzo alla pompa sia della benzina che del diesel e del Gpl per autotrazione, come effetto della crescita del prezzo del petrolio.
Nel 2021 a benzina è passata da un costo medio di 1,47 euro/litro registrato a gennaio fino a 1,72 euro/litro rilevato a ottobre (+17%). Il diesel è salito del 17,9%. Il Gpl del 25,4%.
Se questo secondo fattore non dipende dallo Stato, visto che sono i gestori a stabilire il prezzo, è superfluo notare che l’aumento del costo dei carburanti ha fatto senz’altro bene agli incassi del Fisco.

Le tasse

Le tasse invece sono tutta farina del sacco dello Stato, che applica l’Iva al 22% sui carburanti. Ma occorre rimarcare che sulla base imponibile ci sono anche le famigerate accise. Insomma si arriva a una doppia tassazione.
Bisogna comunque evideniare che l’incremento percentuale di extra gettito registrato fino a oggi “risente” della situazione di partenza, visto che la crisi pandemica e le restrizioni alla mobilità, avevano ridotto drasticamente gli incassi dello scorso anno.

giovedì 28 ottobre 2021

Banca Centrale del Brasile, rialzo super del costo del denaro

Il meeting della Banca centrale del Brasile si conclude con un altro aumento dei tassi di interesse, il sesto nel corso del 2021.
Ciò che va evidenziato è soprattutto l'ammontare di questo aumento, visto che si tratta del più grande in quasi due decenni. La BCB ha infatti portato il tasso Selic al 7,75%, con una mossa restrittiva da 150 punti base.

Mossa attuale e futura della banca centrale

banca centrale brasileI mercati si aspettavano un aumento inferiore di 100 punti base, anche se già nella giornata di ieri le ipotesi di una stretta più forte avevano cominciato a farsi strada.
I politicy makers del paese sudamericano vedono un altro aggiustamento della stessa portata a dicembre, volto a contenere le aspettative di inflazione e per via delle crescenti preoccupazioni sul fatto che il governo abbia violato il suo limite di spesa.
Gli esperti di mercato hanno però avvertito che il ritmo aggressivo degli aumenti - già 425 punti base quest'anno - potrebbe spremere la crescita nella più grande economia dell'America Latina.

La situazione del Real brasiliano

La banca centrale del Brasile ha deciso di fare questa mossa molto aggressiva con l'obiettivo di contenere le aspettative di inflazione e stabilizzare il real Brasiliano.
Il cambio USD-BRL infatti sta vivendo una fase di trend rialzista dalla fine di agosto, con i segnali operativi forex gratuiti che puntano ad un ulteriore indebiolimento. Dopo la mossa della BCE, è stato però scambiato intorno a 5,5 sul dollaro (USDBRL), il livello migliore dal 18 ottobre.

Consiglio: prima di fare investimenti sulle valute emergenti, comprendete bene i concetti di broker stp ecn, differenze, vantaggi e svantaggi.

Incertezze economiche e politiche

Sul Brasile incombono preoccupazioni che non sono soltanto di natura economica (Gli indicatori di crescita diffusi dall'ultima riunione mostrano infatti un'evoluzione leggermente inferiore alle attese). Infatti ci sono anche le incertezze politiche che pesano sull'attrattiva della valuta brasiliana.
Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro continua ad affrontare venti contrari in vista delle elezioni del prossimo anno. Martedì una commissione investigativa del Senato brasiliano ha approvato un rapporto che chiede l'incriminazione del presidente di estrema destra per crimini legati alla sua gestione della pandemia di coronavirus.

lunedì 25 ottobre 2021

Banca Monte Paschi, destino di nuovo incerto dopo lo stop ai negoziati MEF-Unicredit

Niente da fare, Unicredit non acquisirà Banca Monte Paschi. Come annunciato tramite una nota diffusa sabato, sono infatti stati interrotti i negoziati con il Ministero dell'Economia e delle Finanze (che è titolare del 64% della banca senese).
Ed ora si torna a parlare della nazionalizzazione, ipotesi gradita sia al Partito democratico che al Movimento 5 Stelle.

La lunga crisi della banca senese

Unicredit avrebbe voluto prendersi le parti migliori della banca toscana, lasciando allo Stato tutto il resto fatto di macerie. L'affare però è saltato, e così il futuro per la banca più antica d'Italia torna nebuloso. Ricordando inoltre che il Tesoro ha preso un impegno con Bruxelles, cioè vendere Mps entro l'assemblea sui conti 2021. Il Ministero si dice comunque fiducioso di ottenere una proroga.

La disastrosa operazione Antonveneta

La crisi della banca Monte dei Paschi di Siena si trascina da quasi 15 anni, durante i quali sono stati persi miliardi e posti di lavoro (circa 10mila).
A segnare l'inizio della fine su l'acquisto di Antonveneta nel 2007, pagata al Banco Santander ben 10 miliardi di euro (ma c'è chi anticipa i temi al 2002, con la sottoscrizione del bond Alexandria). Quell'operazione fa indebitare Montepaschi fino all’osso. Come il Titanic, MPS s'è incamminata dritta verso l’iceberg, mentre leader economici e politici italiani lo definivano "l’affare dell’anno".

Il castello che crolla

Il castello di carte comincia a franare nel 2010, con l'avvio delle ispezioni della Banca d'Italia. Poi scatta il 'commissariamento dolce', e con la crisi dello spread arriva l'anno dopo anche la richiesta di discontinuità della governance. A maggio 2012 la Procura di Siena apre un'inchiesta, e nel 2013 scoppiano lo scandalo e anche la bolla dei crediti deteriorati.
Nel 2015 viene varato un aumento di capitale e il Tesoro che diventa azionista del Monte.

I fatti recenti

La Bce, nell'ambito dei suoi stress test sulla solidità degli istituti vigilati, indica il Monte come l'ultima della classe tra le grandi banche europee. Serve denaro e così l'impegno dello Stato aumenta nel 2016, con il salvataggio costato 5,4 miliardi nell'ambito del decreto Salvabanche.
Nel 2017 a luglio il via libera della Commissione europea all'intervento dello Stato nel capitale di Mps. Mentre arrivano le condanne per gli ex vertici dell'istituto, lo Stato si ritrova col cerino in mano visto che dopo la ricapitalizzazione del luglio 2017, è diventato l'azionista di maggioranza con quasi il 70%.

Negli ultimi anni la cessione di Banca Monte Paschi è stato tema di attualit per ogni governo. La soluzione spezzatino, la nazionalizzazione, la cessione a un'altra banca sono tutte soluzioni percorse senza successo. Nessun compratore si è fatto avanti seriamente per rilevare di fatto il Monte dei Paschi di Siena.

mercoledì 20 ottobre 2021

Denaro, il costo in Cina rimane fermo ma la PBoC immette liquidità nel sistema

Dopo un anno e mezzo dall'ultimo ritocco, il costo del denaro continua a rimanere stabile in Cina. Al termine del meeting della People’s Bank of China, è stato infatti deciso di lasciare il Loan Prime Rate (tasso primario di prestito a un anno) al 3,85%, mentre quello quinquennale è stato lasciato al 4,65%.

La PBoC immette denaro

Tuttavia la Banca centrale cinese una mossa importante l'ha fatta. Ha deciso di iniettare 100 miliardi di yuan nei mercati a un tasso di interesse del 2,2%. Tenuto conto che ci sono 10 miliardi di reverse repo in scadenza mercoledì, complessivamente il denaro iniettato dalla PBoC ammonta a 90 miliardi di yuan. 

Questa mossa serve a mantenere la liquidità ragionevole e sufficiente del sistema bancario.
Le autorità governative cinesi hanno finora optato per strumenti mirati per combattere un rallentamento dell’economia, riducendo le aspettative di un taglio al coefficiente di riserva obbligatoria delle banche.

Riflessi sullo Yuan

Proprio l’iniezione di denaro liquido nel sistema, ha contribuito a spingere lo yuan verso il basso. Molti di quelli che adottano scalping Forex 1 5 minuti hanno puntato forte. La valuta cinese si stava infatti rafforzando a inizio giornata, al punto che il cambio USDCNY aveva toccato il minimo di 4 mesi e mezzo su quota 6,375.

Lo Yuan ha beneficiato delle aspettative del mercato che le ricadute del crack Evergrande Group possano essere contenute. Anche i segnali di allentamento delle tensioni sino-americane hanno fornito un certo sostegno alla valuta del Dragone, giunta al livello più solido dal 2 giugno, prima di ripiegare.
L'aumento dello yuan è stato comunque ampio e diffuso, visto che ha guadagnato terreno non solo nei confronti del dollaro ma anche di altre valute. Inoltre i migliori indicatori forex affidabili sembrano essere ancora positivi per la valuta cinese.

Il FMI rivede le stime sul PIL

Nel frattempo il Fondo monetario internazionale ha operato una revisione al ribasso per il PIL cinese del 2021 all’8% dall’8,4% poiché la ripresa rimane sbilanciata.
Mercoledì, i dati hanno mostrato che i prezzi delle nuove case cinesi si sono fermati per la prima volta da febbraio 2020 a settembre, colpiti dalla stretta creditizia a causa di un giro di vite in corso sugli investimenti speculativi.

lunedì 18 ottobre 2021

Business del vino italiano, che gioia: fatturato boom grazie alle esportazioni

Dopo le perdite patitte nel terribile anno Covid, il vino Made in Italy torna a correre. Lo evidenziano i dati di Coldiretti, che sono stati presentati al primo Vinitaly Special Edition, evento business & professional che durerà fino a martedì 19 ottobre.

Vinitaly Special Business Edition

Se il classico Vinitaly aperto al pubblico dovrà ancora aspettare fino 10-13 aprile 2022 (sarà 54esima edizione), lo Special Edition è una sorta di antipasto dedicato solo al business, con più di 400 aziende e consorzi presenti in esposizione, che occupano tre padiglioni.
Ci sono anche 200 top buyer esteri provenienti da 35 nazioni, oltre a quelli accreditati dalle aziende o a partecipazione diretta.

Forse può interessare: come sarà l'industria del vino tra 20 anni?

La corsa del vino italiano

Grazie alle riaperture delle attività di ristorazione e all'avanzare della campagna di vaccinazione, il fatturato del vino italiano raggiunge livelli record. Gli oltre 12 miliardi che sono stati registrati finora nel 2021, sono superiori anche al risultato che periodo pre Covid.
Il business del vino italiano beneficia soprattutto del boom delle esportazioni. Le bottiglie Made in Italy sono infatti richieste in misura maggiore del 15%, e il fatturato supererà per la prima volta quota 7,2 miliardi di euro. Corrono anche gli acquisti familiari (+9,7% nei primi nove mesi del 2021). Sul mercato interno il rally impetuoso è quello delle "bollicine", +27,1%.

L'andamento dell'export

All'estero il vino italiano ringrazia soprattutto gli Stati Uniti, dove c'è stato un incremento del 19%. Quello americano rimane il primo mercato di riferimento.
L'incremento percentuale maggiore si registra però in Cina, con +67%.

In Europa invece il business del vino italiano risente favorevolmente della crescita di acquisti dalla Francia (+17%), dalla Russia (+39%) e solo blandamente dalla Germania (+5%). Quello tedesco però rimane il primo mercato del vino tricolore nel Vecchio Continente.
Sfogliando i petali di rosa ci si imbatte però anche in una spina: la Gran Bretagna. Il business del vino Made in Italy risulta penalizzato dalla Brexit, nonostante il forte richiamo del nostro Prosecco.

martedì 12 ottobre 2021

Investitori con gli occhi puntati sulla Cina dopo l'ennesima stretta di Pechino

La Cina è oggetto di attenzioni speciali da parte dei mercati negli ultimi tempi. Ad alzare il livello di interesse degli investitori è stato soprattutto il caso Evergrande, il colosso immobiliare che resta vicino al default.
Ma ci sono anche altri aspetti che stanno catturando l'attenzione dei mercati, del resto parliamo della seconda potenza economica mondiale.

Le notizie cinesi che interessano agli investitori

Gli investitori stanno metabolizzando la strategia di maggiore controllo del presidente Xi Jinping sulle grandi aziende nazionali. Adesso nel mirino sono finite le banche statali e altre istituzioni finanziarie, che avrebbero rapporti inappropriati con aziende private. Lo scopo finale è frenare le spinte estreme del capitalismo.

Nel frattempo, dopo lo scoppio del caso Evergrande la pressione sui titoli immobiliari rimane alta. Ci sono speculazioni su un possibile allentamento politico per sostenere il settore in difficoltà.
Inoltre le forti inondazioni nello Shanxi, il più grande polo minerario del carbone della Cina, hanno messo anche a dura prova l'industria cinese, già sottoposta a un'immensa pressione affinché aumenti la produzione per alleviare la crisi energetica in Cina.

Borsa cinese in calo

Tutti questi fattori hanno finito per intipeidire gli investitori e spingere i mercati azionari cinesi al ribasso. L'indice Shanghai Composite è sceso di oltre il 2% prima di chiudere l'1,25% in meno. L'indice SZSE Component ha perso l'1,62% per chiudere a 14.135.

Nota operativa: quando si investe nella Cina è bene sapere anche gli etf mercati emergenti quali sono.

Lo Yuan perde quota

Sul fronte valutario intanto lo yuan è sceso dal massimo di quasi un mese rispetto al dollaro, realizzando un incrocio medie mobili 50 e200. A penalizzare la valuta cinese sono le preoccupazioni riguardo al calo delle esportazioni per via dello yuan troppo forte. Tuttavia, la perdita di quota della valuta nazionale è stata meno forte rispetto ad altre valute, grazie ai recenti sviluppi positivi nelle relazioni sino-americane.

Un sostegno alla valuta cinese è giunto anche dalla PBoC, che ha inasprito le condizioni di liquidità nel mercato monetario interbancario onshore.
Gli investitori nel frattempo sono concentrati sui tempi del tapering della Federal Reserve statunitense, poiché tale inasprimento potrebbe far aumentare il dollaro e invertire la tendenza al rafforzamento dello yuan.

lunedì 11 ottobre 2021

Lavoratori autonomi, mazzata dal Covid: perse 302 mila partite Iva in 18 mesi

Il mondo del lavoro italiano ha subito un contraccolpo pesantissimo e trasversale a causa della crisi Covid. Una indagine della CGIA mette in evidenza che a subire le conseguenze peggiori è stato soprattutto il mondo dei lavoratori autonomi. Ossia il cosiddetto popolo delle partite Iva.

La pandemia e i lavoratori autonomi

L’Ufficio studi della Cgia evidenzia infatti che da febbraio 2020 (ultimo mese pre-Covid) ad agosto 2021, il numero complessivo dei lavoratori autonomi è sceso di 302mila unità (-5,8%) mentre dei dipendenti è calato di 89 mila (-0,5%).
In termini assoluti, il popolo delle partite Iva è sceso sotto la soglia dei 5 milioni (precisamente 4.936.000), mentre i secondi hanno toccato quota 17.847.000.

Problemi che si aggiungono a problemi

Se il settore già si trovava di fronte a grossi problemi prima del Covid, altri se ne sono aggiunti durante. Le misure restrittive adottate per contenere l'effetto della crisi sanitaria ha comportato chiusure delle attività per decreto, ma al tempo stesso le limitazioni alla mobilità hanno innescato un crollo dei consumi. Si aggiunga poi anche il contemporaneo boom dell'e-commerce, che ha peggiorato la situazione toglieno a tanti autonomi quote di mercato.

...quelli che vengono da lontano

Ma dire che è tutta colpa del Covid è un errore. Già da anni il settore è in crisi e si batte per eliminare diversi problemi: troppa burocrazia, mancanza di credito, tasse elevate, etc
Basti pensare che a marzo 2004 c'erano ben 6.303.000 lavoratori autonomi, oltre un milione in più di quanti ce ne sono adesso. Eppure, come abbiamo visto, solo 302 mila sono imputabili alla crisi Covid.

Il regime forfettario

E intanto all'orizzonte si profila un'altra battaglia per i lavoratori autonomi. I titolari di partita Iva che hanno aderito al regime forfettario, sistema fiscale che prevede una tassazione al 15% fino a 65mila euro di fatturato, non vengono menzionati nel disegno di legge del Governo, approvato martedì scorso.
C'è quindi l'ipotesi di non confermare il forfait, contratiamente a quanto si riteneva in estate. Il motivo alla base delle scelte dell’esecutivo, è quello di semplificare il sistema di tassazione andando nella direzione di un “modello duale”, con la modifica dell’Ires e delle trattenute sul reddito d’impresa.

mercoledì 6 ottobre 2021

Costo del denaro, primo aumento in Nuova Zelanda dopo 7 anni

Ci si aspettava una mossa restrittiva da parte della banca centrale della Nuova Zelanda, e così è stato. Alla fine della riunione di politica monetaria di ottobre, il board della Reserve Bank of New Zealand ha deciso di alzare il costo del denaro di 25 punti base. E' stato così aumentato allo 0,5%.
Si tratta della prima manovra di aumento varata dalal RBNZ da sette anni a questa parte.

La RBNZ e il costo del denaro

Secondo i policy makers neozelandesi, questa decisione si è resa necessaria per mantenere una inflazione bassa e sostenere il mercato del lavoro.

Ma c'è di più, visto che il board ha previsto un ulteriore aumento del costo del denaro nelle prossime riunioni. Il come e il quando dipenderà dalla prospettiva a medio termine per l'inflazione e l'occupazione.
Tuttavia, secondo gli analisti ci saranno altri ritocchi del costo del denaro, che dovrebbe arrivare all'1,0% entro aprile, e salire fino a 1,5% entro ottobre.

Economia e inflazione neozelandese

Secondo le previsioni della banca centrale, l'attività economica sta rientendo delle recenti fiammate del Covid, ma la situazione migliorerà di pari passo con l'accelerata delle campagne di vaccinazione.
Riguardo invece all'inflazione, la RBNZ prevede un aumento oltre il 4% nel breve termine, a causa dall'aumento dei prezzi del petrolio e dei costi di trasporto. Ma nel medio periodo tornerà a muvoersi verso il target del 2% nel medio termine.

Nota operativa: quando si analizza una valuta, è interessante osservare l'andamento dell'indicatore Aroon forex.

Il dollaro kiwi

Chi adotta una strategia forex giornaliera avrà notato che sul fronte valutario intanto, malgrado la stretta della banca centrale, il dollaro neozelandese ha perso quota rispetto al dollaro USD.
Sui mercati infatti soffia forte il vento dell'avversione al rischio, dopo che l'FMI ha ridotto le previsioni economiche globali. Inoltre continua il momento di forza del biglietto verde americano, per via delle aspettative che la Federal Reserve inizierà a ridimensionare gli acquisti di asset già a novembre.

lunedì 4 ottobre 2021

Azioni Evegrande sospese in Borsa, possibile cessione di una sua controllata

Qualcosa bolle in pentola riguardo al colosso barcollante Evergrande, ancora in gravi difficoltà finanziarie. Le azioni dell'azienda cinese sono state sospese alla Borsa di Hong Kong, in contemporanea con la scadenza del pagamento dei bond emessi in dollari del valore di $260 milioni.
Il motivo della sospensione riguarda però un importante annuncio in arrivo riguardo una sua controllata. Di cosa si tratta?

Un'acquisizione dietro le sospensione delle azioni Evergrande

Secondo il Financial Times, potrebbe giungere un'offerta sulle azioni del colosso cinese da parte di Hopson Development Holdings, un altro gigante immobiliare del paese del Dragone. "Casualmente" anche le sue azioni sono sospese perché "in attesa di un annuncio relativo a un'importante acquisizione di una società quotata a Hong Kong e a una possibile offerta obbligatoria".

Le indiscrezioni parlano di un'offerta per la maggioranza della controllata Evergrande Real Estate, valutata circa 5 miliardi di euro.

Liquidità a breve termine

L'eventuale vendita della controllata, potrebbe dare un po' di sollievo alla crisi di liquidità di Evergrande. Più che altro gli consentirebbe di guadagnare tempo per risolvere i suoi problemi di finanziamento offshore.
Il colosso del settore immobiliare è infatti sempre a rischio default, per via di oltre 300 miliardi di dollari debiti, pari al 2% del Pil cinese.
Il prezzo delle sue azioni è calato di circa l’80% dall’inizio dell’anno.

I timori di un contagio

Sono settimane che il gruppo cerca di racimolare finanziamenti per onorare i pagamenti degli interessi e arrivare alle consegne degli appartamenti. Pochi giorni fa, lo sviluppatore immobiliare non ha onorato un secondo pagamento di interessi su un’emissione di bond offshore da 47,5 milioni di dollari, dopo un primo da 83,5 milioni.
Un fallimento di Evergrande avrebbe conseguenze economico-sociali pesanti in Cina, dove oltre un milione di famiglie potrebbe perdere l’anticipo versato per acquistare case ancora in costruzione. Inoltre si teme l'effetto contagio finanziario per l’intero sistema cinese, con ripercussioni anche a livello globale.

mercoledì 29 settembre 2021

Tassi di interesse, la paura di una stretta affonda Wall Street

I temi dell'inflazione e della stretta monetaria tornano di fortissima attualità sui mercati finanziari. La prospettiva sempre più vicina di un rialzo dei tassi di interesse, ha mandato al tappeto le Borse di tutto il mondo nella giornata di martedì.
Quelle Europee sono crollate di circa 2 punti percentuali, mentre Wall Street ha chiuso in in profondo rosso e si avvia a concludere il peggior mese dell'anno.

Ci avviciniamo al rialzo dei tassi di interesse?

Il vento che spirava forte sui mercati azionari è quindi scemato. L'innesco è il balzo dei rendimenti dei Treasury bonds, che è tornato oltre 1,50% dopo 3 mesi, mentre per la prima volta da febbraio 2020 quelli a 5 anni hanno superato l'1%.
E' un segnale chiaro che gli investitori scommettono non solo sull'avvio del tapering, peraltro già preannunciato dalla FED, ma soprattutto su una tempisitca anticipata del rialzo dei tassi di interesse.

Consiglio: è interessante osservare l'andamento di Wall street sfruttando la forchetta di Andrews (pitchforks forcone).

Il balzo dell'inflazione

Il ritocco dei tassi di interesse sembra sempre più giustificato alla luce del balzo dell'inflazione. Ci sono forti squilibri tra domanda e offerta, compresi i nuovi vincoli di produzione derivanti dalla pandemia e dai problemi di offerta, e questo potrebbe spingere la dinamica dei prezzi al consumo più del previsto.
Finora la FED ha sempre parlato di fiammate temporanee dell'inflazione. Ma è probabile che una quota di queste fiammate, non sia solo temporanea.

L'effetto sui mercati

Da qui si è scatenato l'effetto a catena: aumento delle prospettive di strette monetaria, rialzo dei rendimenti dei Treasuries, ondata di vendite sui mercati azionari e in special modo sui titoli tech, i più sensibili alle manovre sui tassi di interesse. Martedì Apple ha perso il 2,34%, Facebook il 3,66%, Alphabet (la casa madre di Google) il 3,72%, Amazon.com ha ceduto il 2,64% e Microsoft il 3,62%. Peggio ancora hanno fatto i titoli di chip: Asml (-6,60%), Applied Materials (-6,90%) e Teradyne (-5,16%).

Olktre a questo va evidenziato anche l'impatto sulle coppie di valute più scambiate forex, delle maggiori attese sul rialzo dei tassi di interesse. Il dollaro infatti ha ritrovato tonicità.