mercoledì 30 dicembre 2020

Investimenti, UE e Cina sanciscono una storica intesa per il futuro

Dopo anni di negoziati complessi, l'Unione Europea e la Cina hanno raggiunto uno storico accordo sugli investimenti. A sancirlo è stato un summit straordinario effettuato in videoconferenza tra Ursula von der Leyen e Charles Michel da una parte, e il presidente cinese Xi Jinping.

Lo storico accordo sugli investimenti

Questo accordo consentirà alle aziende del Vecchio Continente di andare a fare business in oriente, beneficiando delle stesse condizioni di quelle della Repubblica Popolare. Verrà cioè applicato il principio di reciprocità. E’ inoltre prevista una verifica a livello politico dell’accordo, con riunioni almeno una volta l’anno per fare il punto della situazione.
Gli investimenti che saranno possibili riguardano la produzione, le telecomunicazioni e anche gli ospedali privati.

Linee guida

Per l'Unione Europea è un risultato importantissimo, perché apre le porte a scenari economici molto ricchi. Del resto il mercato cinese è fatto da 1,5 miliardi di persone. La presenza dell’Europa nel mercato del drago d’oriente è infatti una grande opportunità.
Tuttavia, quelle che sono state definite sono soltanto delle linee guida, dei principi di base. Nei prossimi mesi si lavorerà per definire sia gli ambiti di applicazione che le condizioni di questo accordo, che dovrà poi essere tradotto in testo scritto nelle rispettive lingue. Insomma, prima di giungere alla firma dell’accordo vero e proprio passerà ancora un bel po' di tempo.

Nota: quando si parla di investimenti, è bene ricordare che occorre rivolgersi solo alle Consob piattaforme trading autorizzate e regolamentate.

Il valore di questo accordo

E' chiaro che un'intesa del genere sul tema degli investimenti, va oltre il suo grosso valore finanziario. L’Ue infatti potrà presentarsi dagli USA del nuovo presidente Biden con un accordo che stride rispetto al recente - burrascoso - passato diplomatico tra USA e Cina.

Nel frattempo lo Yuan cinese ha toccato i massimi di 30 mesi contro il dollaro USA. Si può vedere sui migliori siti forex gratis. I partecipanti al mercato continuano ad allontanarsi dal dollaro USA mentre il presidente eletto Joe Biden ha avvertito martedì che potrebbero volerci anni prima che la maggior parte degli americani venga vaccinata contro il virus agli attuali tassi di distribuzione. Nel frattempo, una dichiarazione della PBoC ha mostrato che 'la Cina implementerà una politica monetaria prudente che è flessibile, precisa, ragionevole e moderata, e la manterrà coerente, stabile e sostenibile', mentre promette un ulteriore sostegno monetario per l'economia reale.

martedì 22 dicembre 2020

Mercato dell'auto, Apple si prepara a lanciarne una elettrica entro il 2024

Il mercato dell'auto potrebbe avere una svolta importante nel 2024. In quell'anno il colosso tech Apple potrebbe infatti lanciare un proprio veicolo elettrico con guida autonoma. Un veicolo personale destinato al mercato di massa.

Apple e il mercato dell'auto

Sono ormai diversi anni che il produttore di iPhone si è indirizzato anche verso il mercato dell'auto. Questo fa parte del Project Titan. Nell'ultimo lustro i progressi sono andati avanti a ritmo molto irregolare. Tuttavia, ora il colosso tech sarebbe pronto a dare una accelerata, così da lanciare un rivoluzionario veicolo sul mercato tra pochi anni.

La batteria rivoluzionaria

L'elemento cardine su cui si starebbe focalizzando l'attenzione di Apple è la batteria di un tale veicolo. Qualcosa di talmente rivoluzionario da poter replicare gli effetti che ebbe il lancio del suo iPhone sul mercato delle telecomunicazioni (lo avrebbe riferito a Reuters una persona coinvolta nel progetto).

Apple sta infatti testando una nuova miscela chimica, più sicura e meno propensa a surriscaldarsi di quelle presenti oggi sul mercato nelle vetture elettriche. Si tratterebbe infatti di una batteria di “livello successivo”, basata su un design “monocell” per le singole celle nell’accumulatore, così da liberare spazio nel pacco batteria eliminando scomparti e moduli per diversi materiali.
Questa soluzione permetterebbe al colosso di Cupertino di ridurre notevolmente i costi di produzione e al tempo stesso di aumentarne l’autonomia, dal momento che permetterebbe di impacchettare più materiali attivi nella batteria.

Terze parti coinvolte

In questa sua avventura nel mercato dell'auto, Apple non sarà da sola. Infatti è probabile che si affiderà ad altri partner di terze parti, che tuttavia non sono ancora noti. C'è anche la possibilità che Apple decida di ridurre la portata dei suoi sforzi a un sistema di guida autonoma che sarebbe integrato in un'auto prodotta da una casa automobilistica tradizionale.

giovedì 17 dicembre 2020

La Banca Svizzera conferma la politica monetaria accomodante. Ma il franco preoccupa

Non sono giunte novità dalla Banca Nazionale Svizzera, sul fronte della politica monetaria. Nel meeting di dicembre infatti l'istituto elvetico ha confermato il costo del denaro al minimo storico di -0,75%, dove si trova ormai da anni. Inoltre ha confermato anche il tasso di interesse che applica sui depositi overnight che detiene per le banche commerciali. Anche questo a -0,75%.
Secondo i policy maker svizzeri, i tassi di interesse rimarranno su questi livelli almeno fino al 2022.

Il meeting della banca svizzera

La banca centrale svizzera ha confermato inoltre che il Paese necessita di una politica monetaria accomodante, per dare un sostegno nella lotta agli effetti da Covid e stabilizzare l'evoluzione dei prezzi. Inoltre la BNS ha dichiarato che profonderà maggiore impegno sul mercato dei cambi, per evitare un ulteriore apprezzamento del franco svizzero.
A tal proposito, gli USA hanno etichettato nuovamente la Svizzera come manipolatore di valuta.

Per quanto riguarda l'inflazione, quest'anno è fissata a -0,7% mentre è prevista 0 nel 2021 e in territorio positivo nel 2022. I dati recenti dell'IPC hanno mostrato che la Svizzera è rimasta in territorio deflazionistico per il decimo mese.

Franco in rally

Nel frattempo il franco CHF ha toccato nuovi livelli pluriannuali contro il dollaro, come si vede sulle migliori piattaforme trading forex online. Il cambio USDCHF è infatti sceso a 0, livello più basso da gennaio 2015. Il dollaro infatti rimane sotto pressione a causa della speranza che il lancio di vaccini contro il coronavirus sosterrà la ripresa economica globale. Inoltre pesano sul biglietto verde le prospettive di ulteriori stimoli fiscali e monetari.

Annotazione operativa: chi apprezza gli investimenti sulle valute dovrebbe imparare bene quali sono indicatori di tendenza trading.

Bilancia commerciale

Sul fronte macro, la bilancia commerciale della Svizzera segna un avanzo in aumento a 3,1 miliardi di franchi nel novembre 2020, il più grande da agosto. Le esportazioni sono aumentate del 4,8% rispetto al mese precedente a 18,8 miliardi di franchi, trainate dalle maggiori vendite di prodotti chimici e farmaceutici, macchine ed elettronica, orologi e metalli. Tra i principali partner commerciali, le esportazioni sono aumentate in Cina, Giappone, Stati Uniti, UE e Regno Unito.

lunedì 14 dicembre 2020

Dividendi, la BCE potrebbe fare una concessione alle banche della Eurozona

La BCE potrebbe allentare la morsa sui dividendi delle banche, e fare una concessione agli istituti di credito. Secondo un articolo del Financial Times, la Eurotower potrebbe consentire ad alcuni istituti di pagare dividendi, ma solo a certe condizioni e entro certi limiti.

La questione dividendi

La questione dividendi sarà oggetto di un annuncio atteso per martedì 15 dicembre. Lo scorso marzo la BCE decise di imprimere una stretta, bloccando le cedole. Il motivo di tale restrizione venne spiegato dalla stessa Vigilanza unica di Francoforte: "Prima degli azionisti, le banche devono sostenere famiglie e imprese sotto scacco per la pandemia da Covid-19".

Forse può interessare: piccole e medie imprese in crisi da Covid, tante rischiano di sparire.

Banche in pressing

Adesso lo scenario potrebbe cambiare parzialmente. Anche perché la "dieta" imposta dalla BCE ha allontanato gli investitori dai titoli bancari, che senza cedole diventano meno appetibili. Il calo c'è stato, è evidente, su tutti i maggiori listini europei: DAX30, Ftsemib, Cac...

Inoltre le banche dell'Eurozona hanno dei cuscinetti di capitali che sono anche superiori ai minimi stabiliti dalle autorità, per cui il pagamento dei dividendi non rappresenterebbe alcun rischio.
Per questo la BCE si avvia verso un sì alle banche e alle società finanziarie. Dal prossimo anno potranno tornare a pagare dividendi ai loro azionisti. Ma come detto sarà una concessione condizionata. Verrà infatti posto un tetto massimo all'ammontare.

L'esempio britannico

Pochi giorni fa si è mossa su questo stesso indirizzo l'autorità di regolamentazione britannica PRA (Prudential Regulation Authority). Ha infatti stabilito che gli istituti del Regno Unito potranno tornare a distribuire i dividendi, dopo che la Bank of England aveva in primavera intimato le stop alle banche. Il risultato di quella misura fu una cancellazione di dividendi per un valore di 7,5 miliardi di sterline.
Il via libera della PRA è stato condizionato, prevede un un tetto massimo rappresentato dal 25% degli utili conseguiti nel 2019 e 2020 in via cumulativa, esclusi i pagamenti dei dividendi precedentemente effettuati, o pari allo 0,2% del valore dei loro asset più rischiosi.

giovedì 10 dicembre 2020

Costo del denaro, il Brasile lascia tutto invariato. Ma l'inflazione va tenuta d'occhio

La Banca centrale del Brasile lascia il costo del denaro stabile per il terzo mese consecutivo. Malgrado abbia riconosciuto che l'inflazione è superiore alle aspettative, ritiene che questo aumento sia temporaneo e comunque ancora in linea con il ritorno dell'inflazione al suo obiettivo entro il 2022.

Il Brasile e il costo del denaro

Nel meeting di metà settimana - l'ultimo di dicembre - il Banco Central do Brazil (BCB) ha lasciato il tasso Selic di riferimento al 2,0%. A tale livello venne portato a settembre, poi l'istituto ha interrotto il suo ciclo di allentamento dopo 21 tagli dei tassi in quasi quattro anni. Quest'anno il costo del denaro è stato ritoccato cinque volte per un totale di 250 punti base, in risposta all'emergenza Covid. Da ottobre 2016 il tasso è stato tagliato di 12 punti percentuali.

Secondo il Copom (comitato di politica monetaria) il livello di stimolo monetario attuale, insolitamente forte, è adeguato perché la ripresa economica è ancora irregolare e persistono diversi fattori di incertezza. L'economia brasiliana si è contratta negli ultimi tre trimestri. Il PIL è sceso del 3,9% su base annua nel terzo trimestre, dopo un calo del 10,9% nel secondo trimestre e dello 0,3% nel primo trimestre.

Nota operativa. Per negoziare valuta occorre conoscere bene i concetti di volatilità e Deviazione standard trading.

Inflazione e valute brasiliana

Riguardo alla inflazione, le aspettative sono aumentate, soprattutto per il 2021, ma rimangono al di sotto del target. L'ultimo report ha evidenziato che l'inflazione è salita al 4,31% a novembre, il livello più alto da dicembre 2019. Tuttavia, secondo le previsioni dovrebbe diminuire nel 2021 e nel 2022 rispettivamente al 3,3% e al 3,5%.

Per quanto riguarda la valuta, dopo essere calato bruscamente all'inizio di quest'anno, il real brasiliano ha guadagnato forza da metà maggio ed è aumentato costantemente da inizio novembre. Se apriamo la piattaforma del miglior broker trading online, possiamo vedere che oggi il real è scambiato vicino a 5,1 contro il dollaro USA, in aumento dal minimo record di circa 5,89 il 14 maggio, ma ancora in calo di quasi il 23% dall'inizio del 2020.

martedì 8 dicembre 2020

Pagamenti, scatta il via (con tanti problemi) al cashback di Stato

La grande novità di questo periodo Natalizio riguarda i pagamenti. Per stimolare l'utilizzo delle transazioni elettroniche, il Governo ha infatti varato il Cashback di Stato. Ma il debutto è già ricco di problemi.

Cosa è il cashback per i pagamenti

Il via ufficiale c'è stato oggi, con il giorno dell'Immacolata. Chi effettuerà acquisti utilizzando carta o bancomat (ma solo nei negozi fisici) comincerà ad accumulare transazioni che se arriveranno a 10 entro fine anno, consentiranno di ricevere un rimborso del 10% di quanto speso, fino ad un massimo di 150 euro. In questo modo si spera di aumentare la confidenza con l'utilizzo dei pagamenti elettronici, che sono uno strumenti importante per contrastare l'evasione fiscale.

Oltre al cashback base, c'è un superpremio una tantum per i 100mila che useranno di più la carta. Anche se i pagamenti sono di piccola entità.
Inoltre dal mese prossimo sono previsti due rimborsi fino a 150 euro ogni 6 mesi e due supercashback da 1.500 euro per chi farà più transazioni (il numero minimo per partecipare è 50 in sei mesi).

Subito tanti problemi

L'idea però si sta già scontrando con i problemi e i disservizi. Per accedere al programma occorre scaricare una applicazione (IO), che tuttavia ha dei pesanti rallentamenti. Colpa del gran numero di accessi per registrare le carte. Secondo il governo ci sono stati 6,6 milioni di download della app. Inoltre in certi frangenti si è arrivati a picchi di quasi 8mila operazioni al secondo.
Ma oltre a questo c'è un altro problema, visto che la App in molti casi non riconosce bancomat e carte di credito già inserite. Problemi ai quali SIA, partner tecnologico di PagoPA, sta già lavorando.

Altri gestori

Altre piattaforme, come Satispay e Hype, hanno invece integrato il sistema di cashback nella loro applicazione scaricabile su smartphone. Anche il gestore di carte di pagamento Nexi ha fatto lo stesso attraverso la propria app, e in questo caso saranno considerati validi ai fini del cashback anche gli acquisti (fisici) effettuati con smartphone utilizzando Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay, in aggiunta a quelli effettuati con le carte.

giovedì 3 dicembre 2020

Euro in rally: raggiunge il massimo da aprile 2018 contro il dollaro. E l'Index scende sotto 91

Continua a correre forte l'euro, che si spinge su livelli che non si vedevano da oltre due anni e mezzo rispetto al dollaro americano. Il cambio è venuto fuori da quella congestione che durava da parecchio tempo, rompendo i precedenti massimi del 9 novembre e poi quelli dell'1 settembre in area 1,20, allungando poi ulteriormente il passo.

Driver dell'euro e debolezza del dollaro

Il cambio EurUsd ha infatti toccato 1,2139, come non succedeva da aprile 2018. Poi in seguito ha ripiegato verso 1,212. La corsa dell'euro è aiutata dal momento di forte debolezza del dollaro. Il biglietto verde sta pagando il clima di propensione al rischio innescato dalle novità riguardo ai vaccini anti-Covid, ma anche i segnali di progresso verso un programma di stimolo fiscale degli Stati Uniti. Martedì è stato presentato un piano bipartisan da 908 miliardi di dollari, e il presidente della FED Jerome Powell ha rimarcato ieri la necessità di sostegni all'economia Usa.

Index sotto pressione

Questi fattori hanno spinto al ribasso il Dollar Index - che misura l'andamento del greenback rispetto a un paniere di valute principali - al di sotto di 91 per la prima volta dall'aprile del 2018 poiché l'interesse per i safe haven, ossia i beni rifugio, è diminuita ulteriormente negli ultimi tempi. Allo stesso tempo, i bassi tassi di interesse e le preoccupazioni per l'aumento dei livelli di debito negli Stati Uniti lasciano spazio a un ulteriore slancio al ribasso. L'index ha oltrepassato anche una delle Onde di Wolfe Wave pattern trading.

Nota: prima di effettuare investimenti sul mercato valutario, occorre conoscere bene cosa sono i lotti trading forex.

Dati marco zona Euro

Sul fronte marco, i prezzi al consumo dell'Euro Zona sono rimasti in territorio deflazionistico a novembre per il quarto mese consecutivo, mentre l'indagine PMI ha evidenziato un indebolimento dell'economia, come conseguenza delle nuove misure di lockdown. 

In particolare l'indice Pmi composito, che monitora l'attività dei settori servizi e manifatturiero e che misura la fiducia dei direttori degli acquisti, è sceso il mese scorso a 42,7 punti da 49,2 di ottobre, sotto le attese.
L'Indice PMI IHS Markit servizi novembre a 41,7 punti da 46,9 (atteso 41,3). L'IHS Markit Eurozone Composite PMI è stato rivisto leggermente al rialzo a 45,3 nel novembre 2020, da una stima preliminare di 45,1 e rispetto a 50,0 di ottobre, indicando il mese di contrazione più ripido dell'economia del settore privato dell'Eurozona da maggio.

martedì 1 dicembre 2020

Crescita economica, il PIL italiano rimbalza nel terzo trimestre ma meno del previsto

La crescita economica dell'Italia viene rivista al ribasso dal nostro istituto di statistica. Questa mattina infatti Istat ha comunicato che nel terzo trimestre del 2020, il nostro PIL è cresciuto del 15,9% rispetto al trimestre precedente, contro il +16,1% indicato il 30 ottobre scorso.
Si tratta di un valore corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato. Infatti occorre tenere presente che il terzo trimestre del 2020 ha avuto quattro giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2019.

Altri dati crescita economica dell'Italia

Se facciamo un confronto con l'anno scorso, l'indicatore di crescita economica ha avuto una contrazione del 5%, contro il calo tendenziale del 4,7% rilevato ad ottobre.
Anche la stima del Pil acquisito - ossia quello che si otterrebbe con una variazione nulla nel quarto trimestre - è stato soggetto ad una revisione al ribasso. Infatti l'Istat ha portato il dato calcolato a ottobre, che era -8,2%, fino a -8,3%.

Il rapporto del OCSE

Anche l'OCSE ha determinato le proprie stime sul Pil dell'Italia, all'interno del suo rapporto sulle Prospettive Economiche pubblicate oggi a Parigi. Secondo l'organismo internazionale, dopo la pesante crisi che si concretizzerà in questo sciagurato anno, la crescita economica italiana sarà del 4,3% in 2021 e del 3,2% in 2022.
Secondo l'OCSE, la disoccupazione nel nostro Paese aumenterà dal 9,4% di quest'anno fino all'11% del 2021. Ma tale livello rimarrà comunque molto alto anche nel 2022, dove si prevede sarà al 10,9%.

L'OCSE avverte che la ripresa sarà lenta e disuguale, e potrà essere davvero più slanciata solo quando arriveremo all'immunità generale, ossia quando un vaccino efficace sarà stato distribuito ampiamente. Tuttavia, a differenza dei mesi scorsi, il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, ha parlato di maggiore ottimismo nel futuro. Chiaramente esso è legato alle ultime notizie sui vaccini.

giovedì 26 novembre 2020

Oro in una fase difficile, sospeso tra il nuovo slancio e la discesa ulteriore

Il clima attorno all'oro è decisamente più tiepido rispetto a qualche tempo fa. Il gold metal ha subito una brusca correzione negli ultimi giorni, finendo per scivolare verso i 1800 dollari per oncia, malgrado diversi fattori rialzisti.

La situazione dell'Oro

Infatti i tassi reali a lungo termine, 5 e 10 anni, sono in ribasso e il dollaro USD accusa a sua volta una fase di debolezza. Normalmente questi fattori dovrebbero innescare un processo rialzista per l'oro, ma così non è. E allora per quale motivo il prezzo dell'oro sta calando?

Potrebbero essere diversi i driver che stanno guidando questa discesa. Anzitutto la rotazione pro-ciclica delle azioni, che stiamo vivendo dopo il tornado Covid. In secondo luogo la mancanza di aumento delle aspettative di inflazione. Ricordiamo infatti che l'oro è considerato un rifugio contro l'impennata della inflazione, e proprio questo timore aveva propiziato il rialzo dell'oro nella tarda primavera/estate.

La previsione di Goldman Sachs

Tuttavia, secondo gli analisti di Goldman Sachs la corsa dell'oro potrebbe soltanto essersi presa una pausa. Si aspettano infatti che l’oro possa di nuovo registrare aumenti di prezzo, e ciò avverrà nel momento in cui emergeranno ulteriori prove di inflazione.
Attenzione però perché gli stessi analisti ritengono che potrebbe volerci anche un po' di tempo. Infatti servono alcune solide impronte negli Stati Uniti o di un grande movimento del petrolio per riprezzare l'inflazione più in alto.

Nota: si può negoziare l'oro anche sul miglior sito per opzioni binarie, ma occorre aver molta prudenza.

Soglia psicologica a 1800

Dal punto di vista tecnico intanto, l'oro si sta muovendo verso il basso all'interno di un canale discendente. Uno scenario che piace a chi adotta una strategia breakout trading pullback forex. Per adesso però il prezzo ha trovato supporto a livello psicologico verso quota 1.800 e ora sta cercando di rimbalzare, recuperare. Ma se dovesse scendere al di sotto di questo livello, che è anche il minimo più recente, il calo potrebbe anche continuare.

martedì 24 novembre 2020

Retribuzioni, persiste il forte squilibrio di genere. Donne penalizzate rispetto agli uomini

Lo squilibrio tra le retribuzioni rimane una triste costante del nostro Paese. In realtà, questo fenomeno è diffuso in tutto il mondo e su di esso aveva acceso i riflettori nel 2018 Anuradha Seth, consigliera per il programma di sviluppo delle Nazioni Unite. All'epoca usò toni forti, definendo lo squilibrio retributivo di genere come "il più grande furto della storia".

Genere e retribuzioni

La differenza tra le retribuzioni di uomini e donne rimane forte anche in Italia. Un recente studio della ODM Consulting lo conferma. La stesse esperienza lavorativa può generare un gap di stipendio del 5,5% tra laureati donne e uomini e dell’8% tra non laureati.
Come se questo problema non fosse già grave di suo, la crisi pandemica ne ha aggiunto uno ulteriore. La crisi economica ha spinto le aziende a ridimensionare o licenziare moltissimi dipendenti. E chi sono i più colpiti? I lavoratori del genere femminile. al punto che invece di recessione, si parla spesso di "she-cession".

I numeri

Tornando alla questione delle retribuzioni, l'ultima analisi evidenzia che la differenza tra stipendi è qualcosa che matura sin dai primi anni di carriera.
Secondo le stime di ODM, un lavoratore con meno di 30 anni guadagna in media 25.216 euro se non è laureato e 29.780 euro se laureato. Se però si tratta di una donna, a partirà di tutte le condizioni lo stipendio medio scende a 23.210 euro o 28.051 euro.

Questa forbice si amplia o si restringe a seconda della professione e dell’inquadramento. Come importo netto si amplia ad esempio tra dirigenti e quadri, fino a superare i 3400 euro. Si restringe nell'ambio operaio, dove è poco oltre i 2500 euro. Dal momento però che scendendo di livello cala anche lo stipendio annuo, questa differenza è in percentuale molto elevata. Infatti la differenza percentuale uomo-donna tra i dirigenti è dell'8,5%, mentre per impiegati e operai sale a 10,4% e 10,5%.

Altre discriminazioni

Ma oltre a questa differenza di retribuzione, va anche considerato che la disuguaglianza di genere si manifesta con il tipo di contratto: ci sono più donne nei posti di lavoro part time. Inoltre quando si deve fare ascesa in carriera, le donne hanno più difficoltà. Oggi solo il 32% dei dirigenti in Italia è donna.

giovedì 19 novembre 2020

BCE, La presidente Lagarde avverte: "Crisi grave, la seconda ondata colpirà duramente l'economia"

E' un monito pesante quello che lancia la presidente della Bce Christine Lagarde, parlando alla Commissione Econ del Parlamento Ue. "Prevediamo che l'economia dell'area dell'euro sarà gravemente colpita dall'aumento delle infezioni e dal ripristino delle misure di contenimento".

PEPP e TLTRO armi principali della BCE

Proprio in virtù di tale situazione, la presidente BCE ribadisce che il Consiglio direttivo della eurotower ricalibrerà i suoi strumenti, se necessario, per rispondere alla situazione in evoluzione e provare a indirizzare l'inflazione verso il target.
La Lagarde chiarisce anche che tipo di ricalibratura dobbiamo attenderci a dicembre. "Il PEPP e le TLTRO si sono dimostrati efficaci e possono essere adattati dinamicamente... probabilmente resteranno gli strumenti principali per l'adeguamento della nostra politica monetaria". Secondo la Lagarde la risposta europea alla crisi finora è stata efficace, ma bisogna perseverare con lo stesso impegno.

Politica monetaria e fiscale

La numero uno della BCE ha inoltre rimarcato l'importanza che politica monetaria e fiscale viaggino a braccetto. La prima crea le condizioni favorevoli di finanziamento, la seconda sostiene la domanda a breve termine. I Paesi devono inoltre procedere in investimenti pubblici e riforme. In questo modo si potrà creare un ponte verso la ripresa economica e inclusiva.
In particolare, bisogna orientarsi verso sfide a medio e lungo termine come la sostenibilità ambientale e la digitalizzazione. Questi due fattori dovrebbero plasmare il futuro dell'economia.

Sui mercati finanziari

Sul fronte valutario intanto, l'Euro si indebolisce lievemente contro il dollaro. Ma il cambio EURUSD rimane ancora oltre 1,18. Per quanto riguarda i mercati azionari, si assiste a una frenata (qui trovate le news sul Dax Mdax). I passi in avanti sui vaccini anti -Covid passano in secondo piano mentre gli investitori sembrano prendersi una tregua dopo i rialzi degli ultimi giorni, anche di fronte alle nuove restrizioni che i Paesi sono costretti a mettere in campo per fronteggiare la pandemia.

Nota operativa: se effettuate analisi tecniche sulla coppia valutario euro dollaro, studiate prima i parametri Stocastico 5 3 3 o 20 14 per ottenere la configurazione migliore in base all'asset.

martedì 17 novembre 2020

Economia europa, Polonia e Ungheria rischiano di ritardare il piano di sostegno

Il piano di sostegno all'economia europea incontra una nuova battuta d'arresto. Dopo le miacce dei giorni scorsi, Ungheria e Polonia sono passate ai fatti. Hanno bloccato l’accordo sul bilancio Ue 2021-2027 raggiunto la scorsa settimana tra Consiglio e Parlamento Ue.

Il nodo dello stato di diritto e gli aiuti all'economia europea

Il bilancio è la premessa per il lancio del Recovery Fund da 750 miliardi creato a luglio. Un pacchetto da oltre 1.800 miliardi, che comprende anche il Recovery Fund, vitali per dare fiato all'economia europea colpita dal Covid, e che adesso torna in bilico.
Budapest e Varsavia contestano la condizionalità dell'uso dei fondi europei al rispetto delle regole dello stato di diritto.
I due Paesi lo avevano già fatto sapere con dichiarazioni a mezzo stampa, ripetute in due distinte lettere inviate alla Commissione nei giorni scorsi. Il governo ungherese ha definito questo meccanismo condizionato un "ricatto politico".
Ma per l'intesa su questo punto bastava la maggioranza qualificata, per cui questi due Paesi sono rimasti isolati nella loro opposizione.

Il bilancio 2021-2027

E allora si sono messi di traverso rispetto all'intesa necessaria per dare il via libera agli accordi sul bilancio 2021-2027 e avviare la procedura scritta per l'ok sull'aumento dei massimali, necessari per emettere i bond con cui finanziare i 750 miliardi del Recovery Fund. Su questo punto occorreva l'unanimità.

Scenario complesso

Adesso quindi è bloccato al Consiglio anche l'accordo raggiunto sul Bilancio Ue 2021-2027. Se entro pochi giorni non si troverà una soluzione, c'è il rischio concreto di non avere a inizio anno un bilancio, e ciò provocherebbe un forte ritardo sull’erogazione dei fondi Ue anti-crisi.
Berlino ha reagito subito: "Chiedo a tutti di essere responsabili, non è tempo di veti ma di agire velocemente ed in uno spirito di solidarietà. In caso di blocco, gli europei pagherebbero un prezzo alto", ha dichiarato il ministro degli Affari europei tedesco e presidente di turno del Consiglio Ue, Michael Roth.

Varsavia e Budapest hanno scelto la linea dello scontro totale. A questo punto la partita sarà giocata direttamente dai Ventisette nella videoriunione di giovedì.

giovedì 12 novembre 2020

Investitori, scatta l'allerta ESMA: valutazioni elevate rispetto ai fondamentali

Gli investitori stiano attenti: la valutazione degli asset è molto disordinata, ma soprattutto sembra disallineata rispetto ai fondamentali economici.

A lanciare questo monito è stata l'ESMA, in un report pubblicato nei giorni scorsi. L'autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati ha proprio lo scopo di tutelare gli investitori, rafforzandone i diritti e riconoscendo al tempo stesso le loro responsabilità. Ad esempio evidenzia come la Consob, broker autorizzati e siti trading. Al tempo stesso, si occupa del corretto funzionamento dei mercati e della stabilità finanziaria, così che possa reggere ad eventuali shock.

Il pericolo per gli investitori

Nell'ambito di questi compiti, la ESMA pubblica anche dei warning per mettere sull'allerta gli investitori. L'ultimo si focalizza sulle insidie dello scenario attuale.
Nel corso del terzo trimestre, i mercati finanziari si sono mossi lungo un trend al rialzo. Le valutazioni dei mercati azionari sono aumentate ulteriormente, malgrado il mondo fosse alle prese con l'emergenza Covid e la seconda ondata di contagi. In pratica i mercati finanziari si sono staccati dall'economia reale. Scenario pericoloso per gli investitori.

Focus su alcune insidie

Inoltre secondo ESMA c'è stata una forte differenziazione geografica e settoriale tra i mercati finanziari. Il reddito fisso ha visto incrementi di valutazione su larga scala, specie per quanto riguarda mercati emergenti, investment grade e ad alto rendimento. Nello stesso periodo, ci sono stati meno declassamenti del rating del credito, e questo ha favorito l'afflusso di capitali verso i fondi di investimento (specie quelli obbligazionari).

Nota: per gli investitori ai quali piace l'azionario oppure obbligazionario, sarebbe importante capire come funzionano i CFD contratti per differenza.

Esma e rischi ulteriori

Per questo motivo, il disallineamento tra valutazioni delle attività e fondamentali economici è stato alto. Così l'ESMA ha ritenuto opportuno evidenziare un possibile rischio in corso o futuro per gli investitori.
Il rischio potrebbe manifestarsi in modo concreto per l'esistenza di altri 3 fattori. Anzitutto l'impatto economico della pandemia; in secondo luogo le aspettative del mercato sulle misure di sostegno monetario e fiscale. Infine eventuali altri shock in un ambiente globale già particolarmente fragile.

lunedì 9 novembre 2020

Denaro, la crisi da Covid toglierà in media 2500 euro a ogni italiano

Il disastro da Covid si può riassumere in una cifra: 2500 euro. E' il denaro che ciascun cittadino italiano perderà quest'anno causa della diffusione della pandemia. La stima è stata fatta dall'Ufficio studi della CGIA.

La perdita di denaro causa Covid

Si tratta di un valore medio, che non rispecchia in modo chiaro le forti differenze da zona a zona. Il contraccolpo medio sarà più forte a Milano (addirittura 5.575 euro) e Bolzano (4.058). Perdita di denaro importante anche a Firenze (3.456 euro) e Bologna (3.603) e Modena (3.645).

Se è vero che tutto il Paese sarà fortemente penalizzato, è altrettanto vero che la riduzione del Pil sarà molto diversa da zona a zona. Nel Settentrione sarà più contenuta, fino al 9%, mentre al Sud sarà terribile: -31%, con un ritorno ai livelli del 1989.
Malissimo Molise, Campania e Calabria, anche se la peggiore è la Sicilia (che torna al Pil che c'era nel 1986).

Va peraltro aggiunto che secondo gli artigiani, questi dati sulla perdita di denaro sono sicuramente sottostimati, perché essendo aggiornati al 13 ottobre scorso, non tengono conto degli effetti economici negativi che deriveranno dagli ultimi DPCM.

Occupazione e rischio sociale

In ogni caso, è chiaro che avendo meno denaro in tasca, si spende di meno e si paralizza l'economia. Ma ancora peggio, questo stato di cose rischia di far scivolare il Paese in una pericolosa crisi sociale. Un rischio che aumenta anche in virtù del probabile aumento del numero dei disoccupati. Soprattutto nel Mezzogiorno, la zona più in difficoltà.

Sarà infatti questa la zona con la contrazione più marcata (-2,9%, pari a -180.700 addetti). a livello di singole regioni spiccano Calabria (-5,1 per cento) e Campania (- 3,5%), ma anche la Sicilia (- 2,9%). Ed è proprio in queste aree che è aumentato il rischio che le organizzazioni criminali cavalchino questo disagio traendone un grande vantaggio in termini di consenso.

mercoledì 4 novembre 2020

Investitori nervosi dopo le elezioni USA. Senza un vincitore c'è troppa incertezza

Dalle urne americane non esce il risultato che speravano i mercati, che aprono deboli. Gli occhi di tutti gli investitori erano puntati sulle presidenziali Usa. Il desiderio categorico dei mercati era quello di avere un chiaro vincitore sin da subito. Che fosse Biden (era dato probabile) o Trump (a sorpresa) contava relativamente. L'importante era avere un vincitore. Ma non è andata così.

Le paure e degli investitori

La corsa elettorale ha portato una doccia fredda. Grazie ad un incredibile recupero Trump, non solo l'esito rimane incerto e forse non si conoscerà per 1 o 2 giorni ancora, ma se non dovesse vincere Trump, l'attuale presidente ha già preannunciato uno strascico davanti alla Corte Suprema. In sostanza, si è concretizzato lo scenario peggiore dal punto di vista degli investitori. L'incertezza infatti non piace alle borse, che già sono alle prese con i gravi problemi causati dalla pandemia. Non è necessario essere degli esperti di finanza, per comprendere che fare operazioni in uno scenario simile non sia affatto semplice, anche perchè decifrare l'andamento dei mercati appare complesso.

Borse a marcia indietro

Questo spiega il nervosismo nelle piazze finanziarie europee questa mattina. Chi conosce l'oscillatore stocastico trading cos'è, lo ha visto ballare. Dopo l'exploit dei primi due giorni della settimana, i listini del Vecchio Continente partono in retromarcia. Subito dopo la campanella del via, gli investitori hanno dato corpo alle vendite. Piazza Affari perde oltre un punto e mezzo percentuale. Male anche il DAX (Francoforte), il CAC 40 (Parigi), il FTSE 100 (Londra) e l'IBEX 35 (Madrid) -2,5%.
Dall'altra sponda dell'Atlantico non arrivano segnali più incoraggianti. La consapevolezza che un vincitore non arriverà a breve, ha spinto i futures di Wall Street in ribasso.

Il dollaro scappa

Chi invece sta beneficiando della situazione è il dollaro USD, che viene percepito come rifugio sicuro in momenti di incertezza.Il biglietto verde guadagna così terreno sull'euro e sulle altre principali valute. Anche le previsioni cambio franco svizzero sono favorevoli al dollaro, evidenziando il forte nervosismo tra gli investitori.

lunedì 2 novembre 2020

Banca Monte Paschi, le voci sulle nozze con Unciredit spingono il titolo in Borsa

Si fanno molto insistenti le voci riguardo il matrimonio tra Banca Monte Paschi e Unciredit. La banca toscana sarebbe stata contattata dal Tesoro avrebbe, che intende favorire l'exit strategy programmata entro la fine del 2021.

Le operazioni sulla Banca

Per arrivare a questa soluzione, il Governo sarebbe pronto a mettere sul piatto altri 5 miliardi tra aumenti di capitali e crediti fiscali. La banca senese verrebbe ricapitalizzata con 2-2,5 miliardi di euro, così da sistemare i rischi legali (assai concreti dopo la condanna degli ex vertici, Fabrizio Viola e Alessandro Profumo) e far fronte ai costi di un'integrazione che comporterebbe l'uscita circa 6 mila dipendenti. Tanti infatti ne sono previsti, qualora il matrimonio con Unicredit dovesse andare in porto.
Il Governo porterebbe in dote anche attività fiscali differite di oltre 3 miliardi di euro, da utilizzare per risparmiare sulle tasse da pagare.

Smentite: vere o di facciata?

Finora non solo però non sono arrivate conferme, bensì soprattutto smentite. Tuttavia, è fuori di dubbio che il ministero del Tesoro stia cercando di divincolarsi dalla banca senese, e per questo scopo - paradossalmente - sarà costretto a pagare qualcosa. Del resto secondo gli accordi con Bruxelles, il Tesoro deve uscire dall’azionariato di MPS entro il 2022. Tuttavia nelle condizioni attuale, la banca è invendibile. 

Voci dopo Padoan

Ad alimentare le voci, nelle scorse settimane era stata la nomina dell’ex ministro del Tesoro Piercarlo Padoan alla presidenza di Unicredit. Non un ome qualunque, visto che proprio Padoan è stato l’artefice del salvataggio di Banca Monte Paschi nel 2016, grazie all’ingresso dello Stato nel capitale (al 68%). Il Tesoro pagò le azioni 4,8 euro l’una. Oggi valgono 1,2 euro.

Intanto in Borsa il titolo di Banca Monte Paschi vola. Questa mattina ha avviato gli scambi in lieve calo, per poi invertire la rotta e allungare con decisione il passo fino all'8%. Tanto da essere sospesa per eccesso di rialzo, dopo aver segnato un ultimo prezzo a  1,117 euro.

mercoledì 28 ottobre 2020

Prezzo dello zucchero sui massimi di 8 meis, ma si aspetta l'India...

Schizza verso l'alto il prezzo dello zucchero grezzo, che nella giornata di martedì è arrivato a superare i 15 centesimi, toccando il massimo in 8 mesi. Questo rialzo viene contenuto dall'avversione al rischio che c'è sui mercati, per il timore che nuovi lockdown diffusi possano frenare la ripresa e la domanda di beni di consumo.

L'India e il prezzo dello zucchero

I mercati aspettano con trepidazione di conoscere le intenzioni dell'India, uno dei principali produttori, che presto annuncerà la sua politica di esportazione. Il Paese approvò un sussidio all’export di zucchero pari a 142 dollari per tonnellata per la stagione 2019 - 2020, terminato lo scorso 30 settembre, innescando un export record a 5,5 milioni di tonnellate.
Adesso gli investitori si aspettano che l'India abbasserà il livello del sussidio, anche per via dell'impatto della crisi da Covid sulle disponibilità del Paese. La conseguenza di ciò sarebbe che i prezzi dello zucchero dovranno aumentare, per indurre i commercianti indiani ad esportare piuttosto che a vendere in patria.

Tutto questo potrebbe far oscillare il prezzo dello zucchero dentro al canale di Keltner channel di volatilità, per cui bisognerà fare attenzione.

Il ruolo del Brasile

Sul mercato dello zucchero incide anche l'andamento dell'export del Brasile. I dati aggiornati mostrano che le esportazioni dell'ultimo mese si attestano ad una media 202mila tonnellate giornaliere, più del doppio rispetto allo steso periodo nel 2019. Così continuando, il totale di ottobre potrebbe superare i 4 milioni di tonnellate, stabilendo un nuovo record. Le esportazioni di zucchero dal Brasile hanno beneficiato di una maggiore produzione interna, di una minore offerta in importanti paesi concorrenti e di un tasso di cambio favorevole per le spedizioni.

Sul prezzo dello zucchero incide però anche il petrolio. La quotazione dell'oro nero è scesa durante il primo lockdown, arrivando finanche in territorio negativo. Si può facilmente vedere negli archivi dei broker regolamentati Consob. Con prezzi così, produrre etanolo e biodiesel al posto di benzina e gasolio non era più conveniente. Questo ha spinto i produttori di canna da zucchero a trasformare tutta la materia prima in zucchero raffinato, piuttosto che carburante.

martedì 27 ottobre 2020

Tariffe commerciali, il WTO autorizza l'Europa a colpire gli States

L'Unione Europea potrà imporre tariffe commerciali per 4 miliardi di dollari sui prodotti americani, come compensazione per il danno subito a causa degli aiuti di stato concessi dal governo americano alla Boeing. Lo ha deciso l'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), che in tal modo punisce gli USA per la vicenda in cui sono coinvolti i colossi dell'aviazione civile Boeing e Airbus.

Scontro a suon di tariffe commerciali

Per questa stessa controversia, dallo scorso mese di ottobre gli USA stanno colpendo i prodotti europei con tariffe commerciali da 7,5 miliardi di dollari. Ad autorizzarli fu proprio il WTO, con una decisione presa lo scorso luglio, in risposta agli aiuti di Stato forniti ad Airbus.

La disputa Ue-Usa sui sussidi ad Airbus e Boeing è cominciata nel 2004, subito dopo che l'azienda europa si impose come primo produttore per consegne di velivoli nel mondo, sulla storica rivale americana. Nel corso degli anni la disputa ha assunto toni molto accesi. La decisione del Wto rischia di far alzare ulteriormente il clima di tensione commerciale tra le due sponde dell'Atlantico, proprio nell'imminenza delle elezioni presidenziali Usa del 3 novembre.

L'UE vuole evitare lo scontro

Dall'Europa arriva comunque una mano tesa a Trump (o comunque al prossimo presidente). "Per noi il risultato migliore sarebbe un accordo negoziato con gli Usa", ha ribadito il Vicepresidente della Commissione UE con delega al commercio Valdis Dombrovskis. Tuttavia, nel caso in cui non ci fosse disponibilità a trattare dall'altra parte, allora l'UE andrà avanti come deciso dal WTO, colpendo gli Usa con tariffe commerciali. "In assenza di un risultato negoziale, saremo costretti a malincuore a difendere i nostri interessi e rispondere in modo proporzionato”.

E' chiaro che una soluzione diplomatica sarebbe quella migliore, a maggior ragione oggi, in un contesto già reso difficile dalla crisi economica innescata dalla pandemia. Ricordiamo che gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per molti prodotti (in Italia vale soprattutto per il settore agroalimentare).

venerdì 23 ottobre 2020

Banche, l'allarme di Visco: "Il Covid potrebbe avere conseguenze molto pesanti sul sistema"

La crisi da Covid potrebbe far cadere qualche banca. A dirlo non è uno qualunque, ma il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. In occasione della seconda conferenza Baffi Carefin, il numero uno dell'istituto centrale ha preannunciato uno scenario molto complesso per le nostre banche. Al punto di non escludere per alcuni istituti conseguenze pesanti.

L'effetto del Covid sulle banche

Non c'era alcun dubbio che la pandemia, con tutte le gravissime conseguenze economiche che ha portato, avrebbe avuto effetti pesanti anche sulle nostre banche. Come evidenzia il governatore, ci sarà un probabile aumento delle perdite sui crediti, e questa rappresenta "una questione cruciale". Le perdite su crediti dovrebbero concretizzarsi nei prossimi mesi, e proprio di fronte a questa prospettiva, "diverse banche hanno già iniziato ad aumentare sostanzialmente i propri accantonamenti".

Equilibrio delicato

Per questo Visco si rivolge ai responsabili politici, avvertendoli che dovranno proseguire nella strada dei prestiti agevolati alle aziende in difficoltà. Infatti il contesto rimane ancora molto incerto, e una rimozione anticipata dei prestiti provocherebbe ulteriori rischi. Per questo "si richiede una cauta estensione delle misure in scadenza", ha sottolineato il banchiere centrale.
Si sottolinea la parola "cauta". Infatti la crisi ci ha messi in un vicolo stretto: da una parte è necessario continuare a sostenere l'economia, ma dall'altra occorre anche anche evitare di destabilizzare le banche. Anche il credito di manica larga potrebbe essere molto dannoso, e portare ad "allocazioni indesiderate del credito verso imprese non redditizie".

Il tema dei Npl

Un altro tema caldo affrontato da Visco riguarda la gestione delle sofferenze da parte dell'Unione europea (In Europa è in discussione un possibile alleggerimento delle regole sugli Npl, verso le quali ci sono molti pareri critici). In tal senso, il governatore auspica la partecipazione di investitori privati alle badbank  focalizzate sulla gestione degli Npl.

venerdì 16 ottobre 2020

Valuta turca sempre più in declino, la Lira ritocca i minimi storici sul dollaro

Non si arresta il declino della Lira turca. Malgrado il tentativo (tardivo) della banca centrale di frenare la svalutazione - con un massiccio aumento dei tassi pochi giorni fa - la Lira continua a perdere quota. E oggi ha cambio con il dollaro ha toccato il nuovo minimo di sempre. Il rapporto USD-TRY infatti è arrivato a lambire 7.96. Nel corso di quest'anno la valuta di Istanbul è scesa del 33%. A inizio anno infatti il cambio era 5.94.

La caduta della valuta turca

Lo scivolone della Lira non è qualcosa di recente, perché già da diverso tempo la valuta era su una traiettoria di indebolimento, a causa delle insolite politiche monetarie del paese. Erdogan non ama i tassi alti, e ha cacciato il precedente governatore pur di non vedere manovre restrittive sotto il suo sultanato. Manovre che tutti invocavano, per tenere a bada l'inflazione. Soltanto poche settimane fa, con 2 anni di ritardo e dopo che il covid ha devastato ulteriormente l'economia turca, la CBRT ha effettuato la prima stretta monetaria (150 punti base). Ma nel frattempo l'inflazione è tornata sopra la doppia cifra.

Nota operativa. Imparate bene i concetti fondamentali del trading valutario prima di entrare nei mercati. Ad esempio il concetto di pip forex che cos'è.

I fattori che spaventano i mercati

L'imprevedibilità del presidente Erdogan, l'assoggettamento alle sue volontà della banca centrale hanno spaventato gli investitori, dai quali sono partiti i buy e sell stop order nei confronti della valuta turca.

Ma un altro fronte di timori nasce sotto il profilo geopolitco, a casua delle azioni sempre più interventiste della Turchia. Il conflitto Azerbaigian-Armenia sul conteso territorio montano del Nagorno-Karabakh potrebbe trascinare la Turchia in un altro conflitto regionale. Nel frattempo, la Grecia ha emesso una nuova richiesta di sanzioni dell'UE su Ankara dopo che l'esercito turco ha dichiarato lunedì che una delle sue navi effettuerà un'indagine sismica nel Mediterraneo orientale nei prossimi giorni.

Riserve valutarie ai minimi dal 2005

Nel frattempo i deflussi di capitali continuano, e le riserve lorde in valuta estera sono scese al livello più basso dal settembre 2005, poiché la banca centrale e le banche statali hanno intensificato gli sforzi per sostenere una lira in calo. Una piccola via di uscita potrebbe darlo l'aiuto del FMI, ma Erdogan si è apertamente opposto. La prossima decisione sui tassi di interesse per la banca centrale sarà il 22 ottobre.

mercoledì 14 ottobre 2020

Commercio online, boom per i prodotti e flop per i servizi. In Italia i mercato vale 30,6 miliardi

Uno degli effetti della pandemia è stato quello di cambiare radicalmente gli scenari del mondo del commercio. Le misure di lockdown che hanno costretto una grossa fetta del mondo (chi prima, chi dopo) a stare chiusi in casa, ha innescato il boom degli acquisti online. Nel 2020 il loro valore dovrebbe raggiungere i 2.600 miliardi di euro (+16% circa rispetto al 2019).

Commercio online: boom per i prodotti, shock per i servizi

Secondo l’Osservatorio eCommerce B2c, in Italia questi effetti sui consumi hanno provocato la crescita più rilevante di sempre degli acquisti online di prodotto (+5,5 miliardi di euro in 12 mesi). Scenario esattamente opposto invece per i servizi, che hanno invece dimezzano il loro valore (7,2 miliardi di euro, -47% rispetto al 2019). In quest'ultimo caso però, è determinante il fatto che la crisi ha di fatto quasi azzerato il commercio nel settore di Turismo e trasporti, zoccolo duro del business online italiano. Discorso analogo vale anche il Ticketing.
Proprio la mazzata che si è abbattuta su questi settori, incide sul bilancio totale che è di 30,6 miliardi di euro, -3% rispetto al 2019.

Settori maturi e in ascesa

Chiaramente, la dinamica di questi cambiamenti varia da settore a settore. Nel 2020 l’Informatica ed elettronica di consumo vale online 6,2 miliardi di euro (+20%), l’Abbigliamento 3,9 miliardi (+22%) e l’Editoria 1,2 miliardi (+18%). Il boom vero e proprio si registra però in comparti emergenti del commercio online, come il Food&Grocery (+70% rispetto al 2019).

Cambiano le abitudini di consumo

La pandemia ha quindi modificato le abitudini di consumo degli italiani, provocando uno dei cambiamenti più profondi e radicali del commercio Retail degli ultimi dieci anni. Che si trasmette peraltro al mondo delle transazioni, visto che i pagamenti digitali si sono diffusi a un ritmo esponenziale. Inoltre durante il lockdown è aumentato l’utilizzo dello smartphone per abilitare gli acquisti eCommerce (+22% rispetto al 2019: il 51% degli acquisti attraverso questo dispositivo).

venerdì 9 ottobre 2020

Macroeconomia, la Cina può sorridere sugli ultimi dati. E lo Yuan viaggia forte

I dati di macroeconomia confermano la ripresa della Cina. Migliorano infatti sia l'indice Pmi nel settore dei servizi, che il PMI composite. E di conseguenza migliora l'umore degli investitori sui mercati finanziari.

I dati di macroeconomia

L'indice Pmi nel settore dei servizi, elaborato da Markit/Caixin, è infatti salito a settembre a 54,8 punti dai 54,0 punti di agosto. Si tratta del quinto mese consecutivo di crescita del settore e il più ripido da giugno. I nuovi ordini sono aumentati più rapidamente, principalmente guidati dalla domanda interna; e l'occupazione è cresciuta per il secondo mese consecutivo. Nel frattempo, i nuovi ordini di esportazione sono rimasti in territorio di contrazione per sette degli ultimi otto mesi.

Il Pmi Composite, che raggruppa manifatturiero e servizi, è invece sceso a 54,5 punti dai 55,1 punti precedenti. L'ultima lettura ha esteso l'attuale periodo di crescita dell'attività imprenditoriale a cinque mesi, con un aumento più moderato della produzione manifatturiera che ha più che compensato una più rapida espansione dell'attività dei servizi.

Nel frattempo, l'occupazione ha continuato a migliorare (indice in territorio espansivo per il secondo mese consecutivo), così come il sentiment è rimasto positivo.

La reazione dei mercati

Il quadro di macroeconomia cinese ha confortato gli investitori, che guardano ai fondamentali oltre che alla analisi tecnica trading. La Borsa cinese è salita dell'1,7% dopo una vacanza di 8 giorni per via della festività della "settimana d'oro". Lo Shanghai Composite ha aggiunto 54,02 punti o 1,68% a 3272,08.

Brilla anche lo Yuan cinese, che sul miglior sito trading Forex si vede arrampicare sui massimi di 18 mesi contro il dollaro, a quota 6,69. Gli operatori di mercato continuano a monitorare gli sviluppi nei negoziati sugli stimoli fiscali statunitensi, mentre i mercati iniziano a scontare una vittoria di Biden (offrendo stimoli fiscali dopo le elezioni). La valuta cinese è stata la principale beneficiaria delle crescenti speranze di una vittoria di Biden. Lo yuan ha registrato il suo più grande aumento giornaliero in oltre quattro anni, sebbene i guadagni stessero in parte recuperando dopo una lunga pausa.

mercoledì 7 ottobre 2020

Aziende aeree, anno da incubo: 13 miliardi bruciati ogni mese, la IATA chiede gli aiuti ai Governi

Le conseguenze della crisi sanitaria da Covid si sono abbattute in modo violentissimo sul settore dei viaggi, mandando al tappeto quasi tutte le compagnie di volo. Molte aziende aeree stanno cercando di risollevarsi, ma non è facile per un settore dove la ripresa è ancora molto blanda.

I numeri shock delle aziende aeree

La pandemia - e le conseguenti misure di lockdown - ha tolto alle aziende di trasporto aereo l’ingrediente fondamentale, ossia i passeggeri. E glieli rista dando solo a poco a poco. Secondo le cifre rese note da IATA, ovvero la lobby che raggruppa 290 compagnie mondiali, ogni minuto vengono vaporizzati 300mila dollari di cassa. Sono 13 miliardi di dollari al mese (nel trimestre della fase acuta si era giunti a 17 miliardi, il trimestre peggiore nella storia dell’aviazione). Facendo un conteggio più ampio, la IATA stima che nel secondo semestre ci saranno perdite per 77 miliardi di dollari.

La situazione è ben peggiore rispetto alle già fosche previsioni iniziali. Anche per questo si molitplicano le pressioni sui governi per ottenere degli aiuti sostanziosi. Ma non per tenere in piedi le compagnie, per salvarle. Senza aiuti - avvertono da IATA - ci sarà una catena di fallimenti e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Forse può interessare: crisi del turismo da Covid, serviranno degli anni per una piena ripresa.

Gli aiuti ricevuti finora

Va detto che finora gli Stati non sono rimasti a guardare. Dall'esplosione della pandemia, le aziende aeree hanno già ricevuto 161,9 miliardi di dollari aiuti dai governi. La fetta più cospicua (100 miliardi) sotto forma di aiuti diretti (ovvero sussidi, prestiti, ricapitalizzazioni, iniezioni di cassa). La parte minore come sussidi agli stipendi.
Un aiuto lo hanno dato anche i fornitori delle compagnie (soprattutto i lessor, ossia le societàche affittano i loro velivoli in leasing alle aziende aeree), che hanno praticato sconti per complessivi 20 miliardi di dollari.
Ma non bastano. Perché la crisi prosegue e non c'è abbastanza spinta nella ripresa del traffico aereo, visto che ci sono ancora restrizioni al traffico introdotte dai governi e delle quarantene. Per questo la IATA ritiene che serviranno circa 60-70 miliardi, ossia l'importo della cassa che verrà bruciata nel secondo semestre.

venerdì 2 ottobre 2020

Sterlina, benefici dal fatto che Regno Unito e UE continuano i colloqui sulla Brexit

Dopo aver tremato un po' nei giorni scorsi, la sterlina britannica riesce a tenersi oltre quota 1,29 rispetto al dollaro, dopo che si è concluso l'ultimo round programmato di colloqui commerciali sulla Brexit. Adesso spetterà ai leader dell'UE di valutare i progressi nel corso del vertice del 15-16 ottobre.

La Brexit e la sterlina

Domani intanto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, parlerà direttamente con il premier britannico Boris Johnson, per fare un bilancio dei negoziati in corso fra l'Ue ed il Regno Unito. Si discuterà anche dei prossimi passi da compiere. Insomma, qualcosa si muove dopo giorni molto tesi, che erano culminati nella messa in mora partita dalla UE all'indirizzo del governo britannico per il disegno di legge sul mercato interno del Regno Unito (un atto dovuto, hanno spiegato).
Va detto però che le divisioni rimangono, come ha ammesso il ministro britannico dell'edilizia abitativa Robert Jenrick. Peraltro le divergenze riguardano temi chiave. In special modo sono due i nodi del contendere con Bruxelles: i diritti di pesca e gli aiuti di Stato.

Il peso sui mercati

La questione Brexit, che si sta trascinando da tempo, nel solo mese di settembre è costata alla sterlina circa il 3% contro il biglietto verde, a causa della mancanza di progressi nei negoziati. Va detto che la valuta britannica sente anche il peso dell'aumento dei casi di coronavirus, che ha portato la minaccia di nuove misure di blocco.

Nota tecnica: quando si effettuano operazioni sul mercato valutario, occorre conoscere bene il significato e il funzionamento delle figure candele giapponesi trading.

Volatilità permanente

Ad ogni modo, è stata una settimana altamente volatile per il tasso di cambio dalla sterlina sia contro il dollaro che contro l'euro. Il pound si è agitato dentro le sue Bande di oscillazione ed envelopes, senza però riuscire a superarle.
Probabilmente la situazione rimarrà ancora congelata su questo stato di cose, fino a quando l'esito dei negoziati non diventerà più chiaro, probabilmente soltanto dopo i colloqui ad alto livello tra la presidente della Commissione UE e Johnson. Qualsiasi segno di svolta nel fine settimana potrebbe portare a un aumento della domanda di sterline (GBP) all'apertura dei mercati lunedì.

mercoledì 30 settembre 2020

Export, il Covid fa sfumare il sogno da 50 miliardi per l'agroalimentare italiano

Maledetto Covid. E' arrivato come un tornado a spazzare via l'economia e molti dei progetti che la riguardavano. Come quello del settore agroalimentare italiano, che contava di raggiungere i 50 miliardi di export nel 2020. Le premesse erano ottime, ma poi la pandemia ha rovinato tutto. La chiusura della ristorazione in giro per il mondo ha creato non poche difficoltà ai nostri esportatori, specie per alcuni comparti. Ad esempio il vino (export a -4%).

Agroalimentare ed export

Ma quando le cose sono fatte con qualità e sono apprezzate in tutto il mondo, comunque hanno successo. Anche in epoca Covid, nonostante tutto le vendite del food italiano all’estero sono salite anche nei primi sette mesi del 2020: +3,5% (contro il -16,4% di tutta la manifattura italiana).
Un vero peccato comunque, perché l’ultimo decennio aveva visto procedere l'export dell’industria alimentare a ritmo da record, +89%. Il settore era stato battuto soltanto dal boom della farmaceutica, tra tutti i settori manifatturieri nazionali.

I top del settore

Il made in Italy rimane però uno dei Re dell'export alimentare, visto che il 42% delle conserve di pomodoro, il 30% della pasta e il 14% dei salumi esportati nel mondo sono fatti da noi. E pazienza se l’obiettivo dei 50 miliardi di export non è stato centrato, perché l’industria alimentare italiana rimane la quinta potenza mondiale nell'export del food&beverage. Solo i colossi USA, Germania, Paesi Bassi e Francia ci superano.

Problemi e incertezze

La forza del nostro settore agroalimentare si scontra però con la realtà di un momento difficile. Molte imprese del settore non sono ottimiste riguardo al futuro, e si aspettano un calo delle esportazioni anche nel prossimo anno, visto che al di là del Covid ci sono molti punti interrogativi. Basta pensare alla questione dazi negli USA, e alla Brexit. Due situazioni che coinvolgono il nostro export verso Stati Uniti e Gran Bretagna, dove l’Italia si gioca quasi 8 miliardi delle proprie esportazioni (su un totale di 43).

venerdì 25 settembre 2020

Mercato valutario, il dollaro è rimbalzato ma quanto durerà questa spinta?

Nelle ultime settimane si è assistito a un andamento molto altalenante del mercato valutario, in special modo riguardo al dollaro USD. La valuta a stelle e strisce era reduce da un lungo periodo di deprezzamento, ma negli ultimi giorni ha invertito decisamente la rotta. Quali prospettive ci sono per il futuro? 

Cosa accade sul mercato valutario

Va anzitutto precisato che il cambio di tendenza recente sul mercato valutario è frutto dei gravi timori derivanti dal Covid. I mercati tremano al pensiero di vivere una situazione analoga a quella della primavera scorsa, con lockdown diffusi in tutto il mondo. Questo provocherebbe una nuova brusca frenata nel percorso già difficile di ripresa economica.
Per questo gli investitori si sono comportati di conseguenza, gettandosi sul dollaro nella sua veste di safe haven e asset più liquido.

Dollaro e fondamentali

Tuttavia il cambio di rotta della Federal Reserve verso un target di inflazione medio, e il fatto che i rendimenti reali dei Treasuries siano negativi, fanno ritenere che i fondamentali siano ancora poco favorevoli al biglietto verde sul mercato valutario. Magari si verificherà prima un consolidamento. Magari il movimento blando proseguirà per diverso tempo. Sono tutti comunque più o meno concordi sul fatto che difficilmente il dollaro continuerà a spingere forte. A meno che, chiaramente, la crisi pandemica non prenda una brutta piega.

Nota tecnica: quando si intendono fare operazioni sul mercato delle valute, bisogna conoscere dei concetti fondamentali. Ad esempio cos'è il trailing stop loss.

USD contro euro e franco

Tenuto conto di quanto detto finora, l'idea di molti analisti è quindi che sul mercato valutario il cambio euro-dollaro possa riavvicinarsi in futuro a quota 1,20. Invece il cambio euro-franco svizzero potrebbe spingersi al rialzo, colmando una parte dell’insolito gap della coppia euro-dollaro (qui si parla delle previsioni cambio franco svizzero dollaro). Ricordiamo a tal proposito che la BNS - la banca nazionale svizzera - ha mantenuto invariato il suo tasso di interesse principale al -0,75%, aggiungendo che continuerà ad intervenire sul mercato dei cambi per evitare che il franco si apprezzi troppo.

mercoledì 23 settembre 2020

Imprese, con la crisi pandemica il welfare si è impennato. Con benefici per tutti...

Il rapporto tra le imprese e il welfare aziendale è cambiato con l'emergenza Covid. C'è stato un vero e proprio salto di qualità, visto che il 79% delle aziende ha confermato le iniziative di tale genere in corso, mentre il 28% ne ha introdotte di nuove o potenziato quelle esistenti.

Il welfare e le piccole e medie imprese

La scelta delle piccole e medie imprese di puntare di più sul welfare peraltro che si è dimostrata saggia, visto che le PMI con un welfare più maturo hanno avuto maggiore capacità di reagire all’emergenza, e ottenuto migliori risultati in bilancio. Il dato illustrato nel "Rapporto 2020 – Welfare Index PMI" dimostra infatti negli ultimi due anni, le imprese più attive nel welfare registrano il maggiore aumento di produttività (+6% vs media +2,1%) e di occupazione (+11,5% vs media +7,5%).

Non c'è dubbio quindi che il welfare aziendale sia uscito rafforzato dalla crisi pandemica, rivelandosi come una leva strategica per affrontare l’emergenza e per la ripresa dopo la crisi durissima da Covid.

Le iniziative a 360 gradi

In cosa si è manifestato questo slancio da parte delle imprese? In tante cose. Dai tamponi ai test sierologici, dalle iniziative di sostegno al sistema sanitario nazionale ai progetti di formazione a distanza, dalla integrazione al 100% del reddito dei dipendenti in cassa integrazione a nuove modalità di lavoro. Così le imprese a maggiore intensità di welfare, hanno saputo diventare punto di riferimento immediato per i dipendenti, le loro famiglie, e le comunità.

Un cambio di approccio

Non c'è dubbio che lo scoppio della pandemia abbia cambiato l'approccio delle piccole e medie imprese verso il welfare. Il 91,6% delle PMI ha infatti dichiarato di avere acquisito maggiore consapevolezza della centralità della salute e della sicurezza dei lavoratori. Più del 70% ha affermato che in futuro il welfare aziendale avrà maggior rilievo. Infine, il 65% ha dichiarato che l’azienda contribuirà maggiormente alla sostenibilità del territorio in cui opera.