giovedì 29 giugno 2023

Tariffe, l'elettricità tornerà ad aumentare nel terzo trimestre 2023

Chi credeva che ormai si potesse vedere la luce in fondo al tunnel si sbagliava, perché è in arrivo un nuovo aumento per le tariffe elettriche. Lo ha annunciato l'ente ARERA, che preannuncia un incremento della bolletta dello 0,4% per la famiglia tipo in tutela.

Come incidono le nuove tariffe

A causa di questo nuovo rincaro delle tariffe per la luce, la bolletta media per famiglia-tipo sarà di circa 1.150 euro (calcolato sull'anno scorrevole compreso tra il 1 ottobre 2022 e il 30 settembre 2023 ). Si tratta di un incremento percentuale del 7,3% rispetto ai 12 mesi precedenti.

Il motivo di questo aumento è legato alla maggiore domanda che ci sarà durante il periodo estivo, che ha fermato il calo dei prezzi che si è verificato fino a giugno (le quotazioni all'ingrosso dell'energia elettrica si sono mosse al ribasso di quasi il 30%).
La discesa s'è arrestata anche per via di qualche criticità legata all'indisponibilità di alcune infrastrutture produttive norvegesi, ed è amplificata dalla maggior domanda di Cina e Giappone.

Bonus

Di fronte a tale aumento, l'ARERA precisa che "per il prossimo trimestre è confermato il rafforzamento dei bonus sociali elettricità e gas per le famiglie con livello Isee fino a 15.000 euro (30.000 euro per le famiglie numerose)". Si tratta di una misura che va ad affiancare quella relativa al gas, con la conferma dell'azzeramento degli oneri generali e della riduzione Iva al 5%, come anche per la gestione calore e teleriscaldamento".

L'allarme

Il presidente dell'Authority, Stefano Besseghini, ha lanciato un allarme: "siamo in una fase molto delicata e molto difficile da 'leggere', in prospettiva del prossimo inverno. Il recente aumento di alcuni indicatori ci dice di un mercato che non ha ancora trovato una sua normalità. Restano fondamentali le soluzioni di risparmio ed efficienza energetica che, come consumatori, possiamo adottare per influenzare la domanda e quindi i prezzi".

lunedì 26 giugno 2023

Inflazione al centro dell'interesse degli investitori nei prossimi giorni

Dopo due settimane in cui le decisioni delle banche centrali sono state al centro dell'attenzione dei mercati finanziari, questa volta tocca all'inflazione prendersi la scena, con una serie di report da tutto il mondo. Inoltre i banchieri centrali si radunano in Portogallo per il forum annuale della Banca centrale europea.

I report sull'inflazione

Nei prossimi giorni arriveranno i quadri aggiornati sull'inflazione da Stati Uniti, Australia, Giappone e Germania.

In particolare, negli USA verrà reso noto il dato PCE, l’indicatore preferito dalla Fed, subito prima del fine della settimana. L'ultimo aggiornamento lo aveva visto avanzare al 4.7% dal 4.6%, ben al di sopra dell'obiettivo del 2% della Fed.
I numeri potrebbero alimentare le aspettative per una nuova stretta della banca centrale a luglio, dopo aver messo in pausa aumenti dei tassi durante la riunione di giugno.

Questo inciderà sull'andamento del dollaro, che nei giorni scorsi è risalito come ha potuto vedere chi adotta tecniche di trading intraday.

In Europa e altrove

Anche l'Eurozona rilascerà i dati preliminari per l'inflazione di giugno (venerdì). Il dato core dovrebbe puntare più in alto, dando sostegno alle parole da falco della presidente della BCE Christine Lagarde.
I trader stanno ora scommettendo su un aumento di luglio da parte della BCE e si aspettano un'altra mossa di ottobre che porterebbe i tassi al 4%.

Questo comporterà delle conseguenze sull'andamento dell'euro, che si può analizzare anche con l'heikin ashi metodo candele.

Il vertice a Sintra

Gli investitori avranno questa settimana la possibilità di ascoltare la stessa Lagarde ma anche il presidente della Fed Jerome Powell, che assieme ad altri capi di Banche centrali parleranno a Sintra, in Portogallo, in occasione del panel presso il forum annuale della BCE a mercoledì.

Il quadro degli appuntamenti settimanali comprende anche i dati finali sul PIL USA e gli ultimi dati PMI dalla Cina, dove la crescita è andata in stallo dopo le riaperture all’inizio dell’anno, tanto da spingere la PBoC a misure accomodanti di politica monetaria, tagliando i tassi di interesse.
Anche gli eventi in Russia saranno guardati con attenzione, dopo il tentativo di insurrezione dei mercenari di Prigozhin contro il presidente Vladimir Putin. Potrebbero avere degli scossoni soprattutto le attività considerate beni rifugio.

mercoledì 21 giugno 2023

Finanziamenti sempre più cari dopo il nuovo rialzo dei tassi BCE

Le mosse restrittive adottate a partire da luglio 2022 dalla BCE (Banca Centrale Europea) per contrastare l'inflazione, avranno un ulteriore impatto sui finanziamenti nei prossimi mesi. Il costo dei mutui infatti farà un ulteriore balzo in avanti nel corso di quest'anno, secondo la previsione della Fabi.

Il salasso sui finanziamenti

Secondo la Federazione Autonoma Bancari Italiani le rate dei nuovi finanziamenti a tasso fisso finiranno per raddoppiare nel corso di quest'anno.

Per un mutuo da 200 mila euro con scadenza 25 anni, il tasso medio applicato dagli istituti di credito potrebbe arrivare a superare il 6%. La rata mensile salirà oltre 1.300 euro. Per un finanziamento da 100 mila euro a 25 anni, il tasso medio sarà del 5,3% è la rata mensile superiore ai 600 euro.
Non andrà molto meglio ai tassi variabili, che dovrebbero salire nel corso di quest'anno di una percentuale compresa tra 55-65%.

E per chi un mutuo l'ha già contratto? Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021-inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso. I vecchi mutui a tasso variabile subiranno invece incrementi del 70-75%. Ciò significa che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga 875 euro, ovvero 375 euro in più ogni mese.

Altri numeri della Fabi

La Federazione delle banche ricorda i numeri corposi della platea di cittadini che ha acceso un finanziamento per l'acquisto di abitazione. Si tratta di circa 3,5 milioni di famiglie. Alla fine di marzo il totale del valore di finanziamenti ammontava a 425,5 miliardi, con un aumento di circa 50 miliardi rispetto al 2017.

Questi numeri rendono l'idea dell'impatto che l'aumento dei costi di finanziamento comporterà sul portafoglio delle famiglie italiane che hanno un mutuo sulla casa.
Non a caso negli ultimi mesi il numero dei prestiti erogati dalle banche è diminuito, proprio come conseguenza dell'incidenza negativa che ha avuto l'aumento dei tassi di interesse.

mercoledì 14 giugno 2023

Tassi di interesse, la FED si prende una pausa... ma poi rilancerà

Il meeting della Federal Reserve ha aperto il calendario degli eventi clou della settimana sui mercati finanziari. Alla fine la banca centrale americana ha deciso di confermare i tassi di interesse, prendendosi una pausa dopo un ciclo di ben 10 rialzi consecutivi.
Il FOMC - braccio di politica monetaria della FED- lascia i tassi di interesse nella forchetta fra il 5-5,25%, al livello più alto dal settembre 2007.

La decisione sui tassi di interesse

Erano ben 15 mesi che la banca di Washington non lasciava fermi i tassi di interesse. Ma questa pausa potrebbe durare solo il tempo di un meeting.

Infatti nelle dichiarazioni che accompagnano la decisione, la FED afferma che l'inflazione rimane troppo "elevata", e per questo le previsioni mediane dei membri del FOMC indicano un tasso terminale del 5,6%, rispetto al 5,1% previsto a marzo. Significa che potrebbero esserci altre due strette quest'anno. La prima a questo punto dovrebbe avvenire il mese prossimo.

Riguardo all'andamento futuro dei tassi di interesse, per il 2024 si prevede una discesa al 4,6% nel 2024 (rispetto al 4,3% di marzo) e al 3,4% nel 2025 (rispetto al 3,1% di marzo).

La reazione del mercato

Dopo le decisioni sui tassi di interesse da parte della Federal Reserve, il mercato ha reagito comprando il dollaro.
Il biglietto verde ha recuperato parte delle perdite patite nel corso della giornata, con il Dollar Index che si è fermato attorno a 103, mentre il cambio EURUSD è tornato verso a 1,083 (utilizzando i Plus500 costi). Questo avviene perché gli investitori adesso sono convinti che la Federal Reserve effettuerà un aumento dei tassi a luglio.
Nel frattempo crescono i rendimenti dei Treasuries a 10 anni, che rimbalzano fino al 3,8% mercoledì.

Nota operativa: se siete interessati a negoziare il dollaro,dovreste imparare a conoscere i pattern di continuazione trading.

L'outlook su PIL e inflazione

Riguardo alle previsioni economiche per quest'anno e il prossimo, la FED ritiene che il PIL a stelle e strisce sarà dell'1,0% nel 2023 (superiore allo 0,4% registrato a marzo) per salire a 1,1% l'anno prossimo. L'inflazione invece è stimata al 3,2% quest'anno e al 2,6% nel 2024.

martedì 13 giugno 2023

Tasse, comincia un periodo caldissimo per i contribuenti italiani

Da metà giugno comincia un periodo intenso per quanto riguarda le scadenze fiscali. L'IMU servirà a rompere il ghiaccio, ma poi la lista delle tasse continuerà per diverse settimane. Complessivamente parliamo di ben 115 scadenze censite dalle Entrate, con oltre il 91% rappresentato da versamenti.

Giugno mese delle tasse

Le principali scadenze per le tasse di metà anno costringeranno milioni di contribuenti a mettere mano al portafoglio. Come detto il primo appuntamento, in calendario il 16 giugno, è con la rata di acconto dell'IMU (il saldo andrà poi pagato entro il 18 dicembre, visto che il 16 dicembre quest'anno cade di sabato).

Circa 25,3 milioni di persone - proprietari che posseggono immobili diversi dall'abitazione principale - dovranno pagarla, e si calcola che gli italiani spenderanno circa 11 miliardi.

IRPEF, IRAP, IRES e IVA

Gli appuntamenti con il fisco di giugno non si esauriscono con l'Imu, perché poi ci sono le imposte legate alle dichiarazioni dei redditi.
Il 30 di giugno scade anche il pagamento del saldo 2022 e del primo acconto 2023 per l'Irpef, l'Ires, l'Irap e le imposte sostitutive (i vari forfait). Va però detto che è possibile rateizzare gli importi oppure versare il dovuto entro il 31 luglio con una piccola maggiorazione dello 0,40%.

Inoltre, per i contribuenti Iva mensili, il 16 giugno è la data entro cui effettuare liquidazione e versamento dell’Iva relativa al mese precedente, mentre entro la fine del mese potrà essere presentata la dichiarazione di non detenzione di apparecchi televisivi per l’esonero del canone Rai.

Non solo versamenti...

Ma ci sono anche scadenze che non comportano versamenti, e che sono legate ad alcune norme “straordinarie”. Ad esempio la rottamazione quater (la pace con il fisco), che originariamente prevedeva come termine ultimo per la presentazione delle domande all'Agenzia il 30 aprile, ma poi è slittato al 30 giugno. In questo caso il pagamento della prima o unica rata (originariamente fissata al 31 luglio) slitta al 31 ottobre prossimo.

martedì 6 giugno 2023

Investitori cauti, le Borse Europee strappano un piccolo rialzo

Seduta lievemente positiva per i listini azionari del vecchio continente. Gli investitori hanno fatto compere soprattutto nella seconda parte di seduta, anche se il clima rimane improntato alla cautela viste le ormai imminenti riunioni di FED che BCE, i cui board si vedranno settimana prossima.
Intanto oggi la Reserve Bank of Australia ha aumentato a sorpresa (di nuovo) il costo del denaro.

Il bilancio per gli investitori

La Borsa di Milano è stata la migliore tra le piazze principali, con il FTSE Mib che ha chiuso in rialzo dello 0,67% a quota 27.036 punti. L'umore degli investitori è stato condizionato positivamente anche dalla forte richiesta del BTP Valore, che ha superato i dieci miliardi di richieste al termine della seconda giornata di collocamento. 

Sulla stessa linea, fa un piccolo passo avanti il FTSE Italia All-Share, che arriva a 29.138 punti.

Nel resto del continente ci sono stati timidi passi in avanti. Parigi chiude in guadagno dello 0,11%, Londra dello 0,37%. Chi ama fare price action DAX sappia che l'indice tedesco di Francoforte avanza di 0,18%, mentre Madrid segna +0,24%. Unici passi indietro sono di Amsterdam, che cede lo 0,15%.

I numeri di Milano

A Milano gli investitori hanno premiato ancora Banca MPS (+5,01%), che rimane al centro delle voci riguardo un'aggregazione con Bper Banca (+0,2%).
Bene anche Banco Bpm +1,64% e le big del settore Intesa +1,17% e Unicredit +1,53%.
Spunti positivi per Fineco (+2,82%), Recordati (+2,60%) e Amplifon (+2,36%).
Il titolo meno performante è stato ENI, che arretra dello 0,90% a causa dei dubbi sulla domanda globale di energia.
Scende anche  Leonardo -0,68%, dopo la notizia che l’ex ad Alessandro Profumo è indagato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Napoli sulla compravendita di navi e aerei alla Colombia.

Gli altri mercati

Sul fronte dei cambi, continuano le oscillazioni dell'euro-dollaro attorno alla soglia di 1,07. Ormai pare chiaro che il mercato aspetta di conoscere l'esito dei prossimi meeting di politica monetaria per muoversi con più decisione. Se utilizzate i migliori broker per scalping, non è quindi il momento giusto per negoziare.
Piatto il prezzo del petrolio: il future luglio sul Wti segna +0,1% a 72,3 dollari al barile, mentre la consegna agosto sul Brent e' stabile a 76,7
Brusca retromarcia per il gas a 24,8 euro al MWh (-17%) dopo la corsa della vigilia. dollari.

lunedì 5 giugno 2023

Lavoro femminile, il Sud Italia è il peggio che c'è in Europa

L'Italia vanta un primato poco invidiabile. Il Sud del Paese infatti piazza ben 4 regioni sul fondo della classifica UE riguardo al lavoro delle donne. Le ultime posizioni sono infatti occupate da Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Un en plein mortificante.

Il quadro delle donne e il lavoro

Nonostante l'occupazione femminile continui a evidenziare una crescita in Italia ed anche al Sud, il Mezzogiorno rimane ancora terribilmente indietro

E così le tabelle Eurostat evidenziano che nel 2022 in Sicilia ha lavorato solo il 30,5% delle donne, di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Per renderci conto della situazione, bisogna pensare che la media europea delle donne al lavoro è del 64,8%.

Dati flop in tutto il Sud

Non va meglio in Campania, dove le donne che hanno un lavoro sono state il 30,6%. In Calabria saliamo al 31,8%, mentre in Puglia siamo arrivati al 35,4% delle donne occupate.
Poco consola il fatto che in tutte queste quattro regioni il bilancio sia migliorato: la Sicilia era infatti al 29,1%, la Campania al 30,5%, la Calabria al 30,5% e la Puglia al 33,8%.

Va aggiunto che il Sud in generale è in coda alla classifica nel complesso, con la Sicilia che segna un 42,6%. Anche in questa speciale graduatoria domina - in negativo -  il Sud Italia: infatti la Campania (43,4%) e la Calabria (43,5%) sono anch'esse tra i quattro regioni peggiori. A evitare un altro dominio italiano è la presenza della Guyana francese (42,4%) al penultimo posto.

Le madri lavoratrici

Se questi dati sono terribili, vanno pure aggiunti quelli di Svimez riguardanti le madri lavoratrici. Nel Sud d'Italia appena il 35,3% delle madri con figli in età prescolare lavora rispetto al 64% del Centro-Nord. Il tasso di occupazione dei padri italiani è pari all'83,2% a fronte del 55,1% delle madri.
A penalizzare le madri che vogliono un lavoro è soprattutto la carenza di servizi. In special modo la carenza di posti disponibili negli asili nido, gli elevati costi di accesso al servizio, la scarsa diffusione del tempo pieno nelle scuole dell'infanzia.