martedì 30 marzo 2021

Criptovalute, l'ultima mossa di Visa ridà slancio alla marcia rialzista

Il supporto istituzionale alle criptovalute si arricchisce di un altro tassello. Nella giornata di lunedì infatti, VISA ha affermato che consentirà di regolare le transazioni sulla sua rete di pagamento anche tramite la criptovaluta.
Più precisamente, il gigante delle carte di credito consentirà l'uso di USD Coin, che è una "stablecoin" il cui valore è ancorato direttamente al dollaro americano.

La mossa di VISA sulle criptovalute

Fino a settimana scorsa, se un cliente VISA desiderava utilizzare le criptovalute per regolare una transazione, avrebbe dovuto utilizzare una carta Visa Crypto.com, ma la valuta digitale contenuta nel portafoglio prima avrebbe dovuto essere convertita in denaro tradizionale.
Adesso non ci sarà più questo passaggio intermedio. A tal fine, Visa utilizzerà la blockchain di Ethereum (la seconda crypto per capitalizzazione).

"Vediamo una crescente domanda da parte dei consumatori di tutto il mondo per poter accedere, detenere e utilizzare valute digitali", ha detto Cuy Sheffield, head of crypto a Visa, ha detto.

Gli altri che appoggiano le criptovalute

La mossa di Visa è solo l'ultima di una serie di iniziative che istituzioni e società finanziarie hanno portato avanti con le criptovalute. Di recente, ad esempio, Elon Musk ha annunciato che è possibile acquistare l'auto Tesla usando Bitcoin. Altri, come BlackRock Inc e Mastercard Inc hanno abbracciato anche alcune monete digitali. Anche molti opzioni vanilla broker guardano con interesse a questi sviluppi sulle criptovalute.

Senza contare che Cathie Woods, una delle stelle finanziare americane, ha detto che BTC ha un enorme potenziale. "Se consideriamo la domanda potenziale e l'offerta limitata, otteniamo numeri incredibili a lungo termine", ha detto a CBOE.

Sul mercato intanto...

Questi recenti eventi hanno dato nuova linfa ai rialzi di prezzo delle criptovalute. Bitcoin viene scambiato nuovamente intorno a $ 58.000, dopo essere sceso nei giorni scorsi vicino la soglia dei 50mila. Inoltre gli indicatori su diversi Time frame trading forex puntano a un ulteriore rialzo. Il suo market cap è risalito a un passo dai 1.100 miliardi.

venerdì 26 marzo 2021

Industria farmaceutica, il boom vaccini non si esaurirà solo nel 2021

Mai come nell'ultimo anno, l'industria farmaceutica è stata messa sotto pressione. La corsa al vaccino anti-Covid è stata intensa. Anche se la sua diretta incidenza sui profitti è - a differenza di quanto si crede - poco roba, il miglioramento dell'immagine farà la differenza in futuro, anche sui bilanci. Del resto, sono state sotto i riflettori per oltre un anno.

Il 2020 dell'industria farmaceutica

Un altro errore che si commette quando si parla dell’industria farmaceutica, è pensare che sono i big del settore a sviluppare la crescita più forte grazie all'effetto pandemia. Abbiamo sentito parlare di Pfizer, BioNTech, AstraZeneca, Moderna e Johnson&Johnson. In realtà, le multinazionali sono andate peggio rispetto a realtà più piccole, focalizzate principalmente su ricerca mirata e sviluppo oppure su aspetti meno "visibili" della lotta al Covid. Fermi restando comunque gli ingenti investimenti sostenuti dai big del settore.

Italia e investimenti

In Italia ad esempio l'industria farmaceutica comprende un foltissimo gruppo di aziende che fanno investimenti in ricerca e sviluppo. Ad esempio Abiogen Pharma, Alfasigma, Angelini, Chiesi, Dompé, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Mediolanum, Menarini, Molteni, Recordati e Zambon.
Inoltre nel nostro Paese gli investimenti negli ultimi cinque anni sono cresciuti più della media europea.

Il futuro

E' chiaro che i vaccini anti Covid stravolgeranno il mercato. Per le così dette Big Pharma la fornitura di dosi in tutto il mondo, produrrà un guadagno assicurato compreso tra i 120 e i 150 miliardi di dollari. Peraltro si parla soltanto con riferimento all'anno 2021, ma vaccini e guadagni procederanno ancora di pari passo in futuro.

Bisogna poi considerare che il Covid in futuro verrà trattato come si fa con l'infleunza, per cui saranno necessari perodici richiami. Tra varianti e mutazioni del virus, le Big Pharma potranno così continuare a intascare fiumi di denaro, anche perché si renderanno necessari gli "aggiornamenti".
Nel medio-lungo periodo, quindi, potranno irrompere sul mercato vaccini nuovi, mai sentiti o innovativi.

martedì 23 marzo 2021

Commodities, il prezzo dell'alluminio vola. C'è entra la politica energetica cinese...

E' cominciata benissimo la settimana dell'alluminio, una delle commodities più apprezzate dagli investitori. I prezzi infatti sono aumentati al livello più alto da giugno 2018, sulla scia degli sforzi cinesi per ridurre l'inquinamento. Questo dovrebbe tradursi in una riduzione della produzione e dell'offerta.

La situazione cinese sulle commodities

La Cina rappresenta circa il 60% dell'output globale di alluminio, ma di recente il governo ha cominciato a ridurre la capacità produttiva. Infatti nella città di Baotou (Mongolia interna) verranno chiuse 34 società di ferroleghe e alcune centrali elettriche captive. Questo come parte del programma per raggiungere gli obiettivi di consumo energetico per il primo trimestre. L'impatto di questa mossa potrebbe frenare la produzione di alluminio di circa 100.000 tonnellate su un base annuale.

Chiaramente, una situazione dove il maggior produttore inizia a tagliare l'output diventa ribassista sul prezzo.
Bisogna inoltre considerare che la domanda delle commodities in generale è in aumento, sostenuta dalle speranze di un mercato in ripresa sulla scia dell'avanzata delle campagne di vaccinazione. Lo dimostra il fatto che i rottami metalli della Cina e le importazioni di alluminio raffinate sono aumentate bruscamente anno su anno a gennaio e febbraio.

Prezzo in ascesa sui massimi dal 2018

Questo spiega perché il benchmark dell'alluminio su London Metal Exchange (LME) è aumentato quasi a $ 2.300 per tonnellata, dopo aver disegnato una candela hammer analisi tecnica. Dai dati emerge inoltre che gli investitori speculativi stanno costruendo una posizione rialzista sull'alluminio, visto che le posizioni long sono cresciute del 7,8% a partire da giovedì.

I prezzi dell'alluminio sono superiori di oltre il 50% rispetto al minimo di 4 anni di $ 1.462, toccati lo scorso maggio. La spinta arriva dalla maggiore domanda nei settori automobilistico, degli imballaggi e delle costruzioni.

Precisazione: una delle modalità più interessanti per negoziare le commodities, è utilizzare la Ichimoku cloud strategia.

Le scorte vanno su e giù

Le scorte di alluminio nei magazzini sono passate da 1,1 milioni di tonnellate a un massimo di cinque anni di 1,7 milioni di tonnellate all'inizio di questo mese, ma poi sono diminuite rapidamente a circa 1,2 milioni di tonnellate. Segno di un certo fermento sul mercato di questa commodity.

venerdì 19 marzo 2021

Commercio internazionale, l'Italia aumenta le esportazioni a gennaio 2021

Buone notizie per il commercio internazionale dell'Italia, per il quale a gennaio 2021 viene stimata una tiepida ripresa congiunturale. Una ripresa che si manifesta in entrambe le direzioni, quindi sia export che import.

Dati sul commercio internazionale

L'ISTAT ha fotografato la situazione dei nostri flussi commerciali con l’estero. La crescita è più intensa per le esportazioni (+2,3%) che per le importazioni (+1,2%).

Durante il mese di gennaio inoltre, il nostro saldo del commercio internazionale dovrebbe essere positivo per 1.587 milioni di euro. Si tratta di un miglioramento di 1.053 milioni rispetto a gennaio dello scorso anno.

Se il calcolo viene fatto al netto dei prodotti energetici (uno dei cardini del nostro import) il saldo cresce addirittura a +3.914 milioni di euro (era +4.054 milioni a gennaio 2020).

Flussi e prezzi

Il miglioramento del commercio internazionale è frutto in special modo dei flussi in uscita verso i Paesi della Ue (+4,0%). In special modo per oltre due terzi è dovuto all’aumento delle vendite di beni intermedi.
L'export verso i mercati extra Ue segna invece un aumento molto più debole (+0,4%).

Per quanto riguarda i prezzi, a gennaio quelli medi dei prodotti importati è salito di 1,2% su base mensile, principalmente per via delle dinamiche positive di energia e beni intermedi in entrambe le aree, euro e non euro, e di beni strumentali nell’area euro. Invece si riducono del 2,6% su base annua.

Forse può interessare: Export italiano, prevista crescita forte nel 2023.

Andamento tendenziale dell'export

Se l'orizzonte viene allargato su base annua, l’export torna a registrare una flessione ampia. A incidere sono soprattutto i flussi commerciali relativi ai beni strumentali e beni di consumo non durevoli. Specialmente se consideriamo il commercio internazionale verso Stati Uniti (-20,6%) e Regno Unito (-37,4%). Perdono quota anche le esportazioni verso Francia (-7,0%) e paesi OPEC (-17,4%).
A bilanciare questi effetti è invece l’export verso la Cina (+29,2%), decisamente in aumento. Migliorano anche i dati dell'export verso Polonia (+5,8%), Germania (+0,9%) e paesi Mercosur (+8,2%).

martedì 16 marzo 2021

Oro, la ripresa è dietro l'angolo con la crescita dell'inflazione?

Nel corso del 2020, l'oro ha vissuto un periodo entusiasmante, toccando nuovi record storici oltre i 2mila dollari. Da qualche tempo però, il metallo prezioso si è infilato dentro un imbuto di torpore. C'è però chi scommette che questa fase stia per finire, e il gold metal possa presto vivere un'altra intensa fase rialzista.

Dopo un 2020 super, il calo dell'oro

Se ci guardiamo alle spalle, vediamo che la crisi pandemica scoppiata nel marzo 2020 ha fatto da trampolino di lancio per l'oro. Il metallo prezioso ha infatti cominciato un trend rialzista, con quotazioni che si sono spinte attorno ai 2.100 dollari ad agosto. 

La scoperta dei vaccini e i primi segnali di ripresa dell'economia, hanno chiuso quella fase e cambiato le sorti del prezioso, che si è riportato sui 1.730 USD. La comparsa di un testa e spalle rialzista rovesciato, ha innescato il calo.

Nota: chi è interessato a negoziare commodities, dovrebbe prima studiare bene il trading online recensioni dei broker e opinioni.

Il ruolo chiave dell'inflazione

Il fulcro delle previsioni è l'andamento dell'inflazione. Secondo alcuni esperti, ci stiamo avviando verso una fase di crescita dei prezzi, e questo riporterebbe l'oro al suo ruolo di strumento a copertura dell'inflazione.
Grazie all'avanzata delle campagne di vaccinazione, ci si aspetta infatti una ripresa economica robusta, che unitamente alle politiche espansive delle banche centrali potrebbe accelerare la spinta inflazionistica. Questo timore ha di recente innescato un sell-off sui titoli decennali americani, riportando il rendimento ai massimi pre-pandemia all'1,6%.

I meeting delle banche centrali

Per questo motivo si guarda con forte interesse ai meeting di questi giorni delle banche centrali. Dopo che la BCE - settimana scorsa - ha confermato una politica fortemente espansiva, anche dalla FED e dalla BoE ci si aspettano mosse accomodanti.
Tuttavia, quello che catturerà maggiormente l'attenzione saranno le previsioni economiche per il 2021. In esse ci sarà maggiore focus sulle aspettative di ripresa dell'inflazione, che segnalano la possibilità di un vicino aumento dei tassi d'interesse.

venerdì 12 marzo 2021

Sistema bancario, nel 2021 le M&A dovrebbero crescere ulteriormente

Da un po' di tempo in Europa è ripartito il processo di consolidamento del sistema bancario. Questo processo è visto come una evoluzione naturale delle cose, soprattutto in Italia dove operano oltre 500 istituti. Non è un caso che proprio nel nostro Paese, si preannuncia un certo fermento nelle operazioni di M&A.

Le sfide del sistema bancario

Il sistema bancario dovrebbe ricevere grossi benefici da questo tipo di attività, perché induce al miglioramento dell'efficienza e quindi dei conti. Del resto la crisi pandemica si è fatta sentire parecchio sul mondo bancario, costretto a fare i conti con un inasprimento della politica dei tassi bassi da parte degli istituti centrali, che ha compresso i margini. Inoltre le spese per la digitalizzazione e i crescenti vincoli della regolamentazione, sono un'ulteriore spinta verso le M&A.

Il contesto è cambiato

Con la pandemia inoltre la necessità di avere un sistema bancario in salute e competitivo è aumentata. Per questo motivo il contesto regolamentare s'è fatto più agile, proprio per agevolare questo tipo di operazioni. Le autorità sono diventate più costruttive e disponibili a facilitare il consolidamento.

La stessa BCE ha adottato alcuni criteri che aprono le porte a nuove operazioni di fusione e acquisizione. A gennaio 2021 la Eurtower ha pubblicato una guida finale, con alcune novità importanti riguardo al ‘badwill’ contabile nei calcoli sul capitale e ai requisiti ‘Pillar 2’ per il capitale, che spianano la strada a M&A che altrimenti probabilmente sarebbero state considerate antieconomiche.

Maggior fermento nel 2021

Il clima dunque è pienamente propizio per vedere altre operazioni di consolidamento del sistema bancario nel 2021. Prevalentemente saranno su base domestica, dove le sinergie sono più evidenti, ma ci saranno anche operazioni transnazionali, che tuttavia hanno maggiori ostacoli.

martedì 9 marzo 2021

Inflazione, ecco il vero incubo delle banche centrali delle macroeconomie

La ripresa dell'attività economica passa necessariamente per grossi piani di rilancio, che rappresentano il punto cruciale per le diverse macroaree economiche occidentali. Vale sia per la Eurozona, che per gli Stati Uniti e il Regno Unito. Ma questi piani devono fronteggiare una conseguenza che incute anche timore, ossia la crescita dell'inflazione.

Il timore dell'inflazione

L'eventuale accelerata dell'inflazione potrebbe mettere i bastoni tra le ruote ai piani di rilancio. Vale sia per l'RRF in corso di lancio nella UE, sia per il piano Biden negli States che quello Johnson nel Regno Unito. La ripresa dell'inflazione infatti finirebbe per spingere le banche centrali a correre ai riapri, presumibilmente aumentando i tassi di interesse. Le conseguenze di questa mossa si abbatterebbero sia sul PIL che sul costo di finanziamento del debito pubblico. quest'ultimo ha già raggiunto livelli elevati.

Annotazione tecnica: quando si negozia sui mercati finanziari, bisogna conoscere bene alcuni concetti. Ad esempio quello del evening star pattern trading.

Il costo del denaro e le conseguenze

E' stato ad esempio calcolato che un aumento del costo del denaro pari all’1%, provocherebbe un incremento di spesa per debito del Regno Unito pari a 20 miliardi di sterline. Ma discorsi analoghi si possono fare sia per gli USA che per la UE.

Il dilemma delle banche centrali

Le banche centrali si muovono quindi all'interno di un terreno minato. Ciò vale in special modo nell'Unione Europea, dove l'andamento dell'inflazione e del debito pubblico è assai eterogeneo tra i vari Paesi. Una eventuale mossa che aiuta l'uno, potrebbe danneggiare l'altro.
E' vero che ora come ora questo problema non è imminente, ma il solo pensiero di un possibile ritocco dei tassi ha avuto effetti pesanti sui mercati. Se esaminiamo i dati delle società di trading autorizzate Consob, possiamo notare che l'azionario infatti settimane scorsa ha avuto un paio di pesati battute di arresto, mentre sul mercato valutario l'euro ha perso quota contro il dollaro.

venerdì 5 marzo 2021

Poveri cresciuti di un milione durante la pandemia. Adesso in Italia sono al 9,4%

Il timore che potesse succedere lascia spazio ai numeri che confermano la cruda realtà: il numero di poveri in Italia è cresciuto a livello record. La pandemia spinto infatti un milione di persone in più all'intero di questa categoria.

La crescita dei poveri

In base ai dati forniti da ISTAT, le persone che adesso vivono da poveri sono arrivati a 5,6 milioni. Per questo motivo l'indice di povertà assoluta sale al 9,4% rispetto al precedente 7,7%.
I più penalizzati dalla crisi innescata dalla pandemia sono stati i precari del settore terziario. Ossia quelli che già erano considerati come"working poor". Soggetti che in prevalenza risiedono al Nord e nelle aree metropolitane o limitrofe.

Complessivamente, in quella area geografica il numero di poveri è salito di 720mila unità. In pratica quattro volte il valore registrato al Sud, dove sono stati 186 mila. E tuttavia, è nel Mezzogiorno che l'incidenza della povertà rimane ancora più alta (11,1% degli individui).

L'importanza dei sussidi

A evitare un tracollo sociale sono state le misure di sostegno come reddito di cittadinanza e reddito di emergenza. Tanto criticate perché effettivamente non hanno funzionato a dovere. Ma nonostante questo è innegabile che hanno fatto da diga rispetto a ulteriori tracolli. E forse proprio per questo l'aumento della povertà è stato maggiore al Nord rispetto al Sud, dove invece c'è stato il maggiore numero di sussidiati.

Come è cambiata la spesa

Al di là del dato sulla crescita dei poveri, Istat mette in evidenza un altro aspetto, ossia l’evoluzione della spesa degli italiani durante la crisi pandemica. Se nel complesso è precipitata del 9,1% anno su anno, restano quasi intatti due pilastri essenziali, cibo e casa. Le spese per alimentari e abitazione di tutte le famiglie sono passate infatti dal 53,1 al 58,4% in un anno, e se si considera soltanto le spese delle famiglie che sono scivolate sotto la soglia della povertà, allora l’incremento arriva finanche a 77,1%.

martedì 2 marzo 2021

Rendimenti delle obbligazioni su e oro giù. Ecco cosa accade sui mercati

Da un po' di tempo i mercati finanziari stanno attraversando una turbolenza. O se preferite un brusco riassestamento. L'elemento più evidente che guida questo cambiamento sono i rendimenti dei titoli obbligazionari, che sono in chiara crescita. Il Treasury a 10 anni, ad esempio, ha da poco toccato i massimi di un anno.

La dinamica dei rendimenti

L'andamento crescente dei rendimenti sta mettendo agitazione nelle banche centrali e nei governi delle economie avanzate. Perché evidenziano che i mercati si aspettano una forte ascesa dell'inflazione nei prossimi mesi.

Parallelamente alla crescita dei bond, perde quota l'asset rifugio per eccellenza, ossia l'oro. Il metallo prezioso ha perso il 9,5% da inizio anno, scendendo sotto i 1.735 dollari l’oncia. Ossia ai minimi dal giugno dello scorso anno. Gli investitori, trascinati nell'ottimismo dall'avanzare delle campagne di vaccinazione, tendono infatti a liberarsi dei beni rifugio per lasciare spazio in portafoglio agli assets più rischiosi. I bond non lo sono, ma a differenza dell'oro offrono un rendimento, e se questo diventa conveniente, lasciano l'oro e prendono bond.

Annotazione: una delle modalità più interessanti per negoziare l'oro sono le opzioni binarie 60 secondi.

La correlazione e il fattore dollaro

Questa correlazione però non è sempre così lineare e sicura. Infatti occorre fare una differenza tra rendimenti reali e nominali. Soltanto i primi, essendo al netto dell'inflazione, incidono negativamente sull’oro. In teoria nella situazione attuale l'oro sarebbe ancora preferibile rispetto ai bond. Ma all'atto pratico non è così, per via del dollaro...

Il dollaro può rompere la correlazione tra bond e oro, rendendola inversa anziché diretta. Nelle ultime settimane la valuta americana ha smesso di arretrare, e gli indicatori per forex attendibili lo guardano adesso con fiducia. Questo sta contribuendo ad alimentare il “sell-off” ai danni dell’oro. Ma i rendimenti dei bond invece non soffrono. Quel che conta infatti è se gli investitori vendono dollari per uscire dall'America, oppure vendono dollari per comprare altre attività in America. Tipicamente azioni. Ed è quello che sta succedendo. Non c'è infatti deflusso dei capitali dagli USA, ma una riallocazione.