martedì 31 gennaio 2023

Vendite, crollo senza precedenti per il mercato degli smartphone

L'ultimo trimestre del 2022 ha registrato una performance così negativa da rappresentare un record assoluto per il settore degli smartphone. Neanche il periodo natalizio è riuscito a trainare le vendite, in netto calo.

Cosa è successo alle vendite

Nel solo periodo natalizio il numero di telefonini venduti ha registrato un calo dell'1,3%. Se consideriamo l'ultimo trimestre del 2022, il calo complessivo è stato del 18,3%. Inoltre se l'ultimo trimestre è andato male, pure il bilancio complessivo delle vendite sull'intero anno è negativo. Il numero di telefonini venduti è infatti calato dell'11,3%.

Insomma il 2022 si candida ad essere il peggiore anno della storia per gli smartphone.

Analisti sorpresi

Un andamento così negativo ha finito per sorprendere anche gli stessi analisti di mercato. Non si era mai verificato che l'ultimo trimestre dell'anno fosse peggiore di quello precedente, se non altro per la presenza del periodo Natalizio e del Black Friday.

Per spiegare questo fenomeno non si può indicare un unico fattore. Probabilmente sul risultato del settore hanno inciso il calo della domanda e anche il forte accumulo di scorte, che hanno costretto i produttori a tagliare la produzione.
Sicuramente ha inciso anche l'incertezza economica, che ha spinto i rivenditori a modulare con prudenza i volumi dei propri ordini. E poi ci sono i problemi sulla catena di approvvigionamento e la crisi dei chip.
A tutto questo va aggiunto che l'abitudine di consumo sta cambiando, visto che i clienti tendono a cambiare il loro smartphone con minore frequenza.

Un crollo trasversale

Va aggiunto che il drastico calo delle vendite di smartphone ha riguardato praticamente tutti i marchi. Perfino Apple ha vissuto un trimestre molto difficile. Le vendite degli iPhone sono scivolate di quasi il 15%. I 72 milioni di esemplari venduti nel 2022 sono ben 10 milioni in meno rispetto all'anno precedente.
Ad altri produttori è andata perfino peggio: Xiaomi ha subito un crollo delle vendite del 26,3%.

giovedì 26 gennaio 2023

Investitori prudenti, le borse europee chiudono il cavo

Giornata blanda per le borse del vecchio continente, che alla fine della seduta di mercoledì si muovono poco e prevalentemente al ribasso.
Gli investitori mal digeriscono alcune trimestrali poco brillanti a Wall Street, ed aspettano con pazienza l'esito dei meeting di politica monetaria di Fed e BCE, in programma la prossima settimana.
Sull'umore generale pesa anche la tensione riguardante il fronte della guerra in Ucraina.

Il bilancio degli investitori

Alla fine della giornata gli investitori sulla Borsa di Milano hanno fatto equivalere acquisti e vendite. L'indice indice Ftse Mib infatti a fine giornata segna 25.875 punti (-0,03%).
Resta piatto anche il FTSE Italia All-Share, con chiusura su 28.061 punti. Leggermente negativo il FTSE Italia Mid Cap (-0,24%); come pure, in rosso il FTSE Italia Star (-0,89%).

Riguardo alle altre borse europee, i segni sono tutti lievemente negativi: Londra (-0,16%), Parigi (-0,09%), Francoforte (-0,08%), Madrid -0,14%.
Anche Wall Street chiude fiacca.

I dati della borsa Milanese

Gli investitori hanno scambiato a Piazza Affari un controvalore di titoli pari a 1,53 miliardi di euro. Si tratta di un lieve calo Rispetto a ieri. Per quanto riguarda invece i volumi scambiati, la discesa è stata da 0,55 a 0,44 miliardi di titoli.

Chi sale e chi scende

È stata una giornata molto positiva per Iveco, +3,13%, sul quale si sono concentrate le attenzioni degli investitori dopo un accordo quadro con De Lijn per un valore che può essere fra 200-300 milioni di euro. Corre anche Leonardo +2,56%, sostenuta anche da voci di una possibile commessa turca per il consorzio Eurofighter.
Al contrario le vendite maggiori hanno colpito Interpump, -2,89%. Chi sfrutta broker opzioni binarie Italia per negoziare su questo titolo, ha fatto bene a puntare su "call".

Gli altri mercati

Sul fronte valutario è rimasto sostanzialmente piatto il cambio tra euro e dollaro, che non ha scaldato chi adotta tecniche di trading intraday. Si trova infatti su 1,09, ossia sui livelli massimi degli ultimi nove mesi.
Va segnalata la discesa del dollaro canadese, dopo il meeting della Bank of Canada che ha alzato il costo del denaro di 25 punti base, ma al tempo stesso ha annunciato la fine del ciclo di inasprimento.
Lieve calo del prezzo dell'oro, mentre il petrolio ha vissuto una giornata positiva.

martedì 24 gennaio 2023

Imprese e crisi: molte PA pagano in ritardo aggravando i problemi

La stabilità finanziaria delle imprese è sempre più in pericolo. Una parte c'è l'aumento dei costi energetici, dall'altra l'incremento dei costi di finanziamento, dall'altra ancora i problemi nell'ottenere pagamenti puntuali da parte delle pubbliche amministrazioni.

Il doppio problema delle imprese

E' evidente a tutti che i rincari energetici hanno spinto le bollette per le imprese a livelli in certi casi insostenibili.
Nel frattempo, per combattere l'inflazione le banche centrali hanno dovuto alzare i tassi di interesse in modo veloce negli ultimi mesi. Per le imprese tutto questo si traduce in maggiori oneri finanziari legati all'accensione di prestiti, che servono a disporre della liquidità necessaria per pagare le bollette.

Si trovano cioè in una sorta di vicolo cieco, nel quale rimarranno fin quando non calerà il prezzo delle tariffe energetiche e cominceranno a ridursi i tassi di interesse.

Il ruolo della pubblica amministrazione

In questo scenario ci si aspetterebbe un aiuto concreto da parte dello Stato, che invece spesso e volentieri finisce per aggravare il problema.
Non riesce infatti a garantire pagamenti puntuali delle forniture alla pubblica amministrazione. Tratta di una situazione critica nonostante da dieci anni si entrava in vigore una direttiva Europea (UE/2011/7) contro i ritardi di pagamento, che sancisce l'obbligo di saldare i debiti entro 30 giorni.

Alcuni dati

Se si fa un confronto internazionale basandosi sui dati della Commissione europea, emerge che il debito delle Amministrazioni pubbliche in Italia è pari al 2,9% del PIL, ossia il livello più alto in Ue (in Germania ad esempio è 1,4%), oltre che superiore alla media  (1,7%).

La cosa più grave è che il tempo medio per ottenere un pagamento delle amministrazioni pubbliche si attesta a 40 giorni. Che è senza dubbio in miglioramento (-3 giorni rispetto all'anno precedente) ma resta superiore al limite stabilito in Europa. Va sottolineato come si tratti di un valore medio, cioè ci sono Amministrazioni dello Stato che pagano rapidamente ed entro i termini di legge, ma anche quelli che sforano in maniera eccessiva.

mercoledì 18 gennaio 2023

Banca centrale del Giappone, altro meeting senza novità

Qualche analista si aspettava di vedere una Bank of Japan più aggressiva in questo 2023. Ma è stato deluso. Il primo meeting dell'anno della banca centrale giapponese si è infatti chiuso in modo interlocutorio. Conferma dei tassi, conferma dell'obiettivo di rendimento per i titoli di Stato e per le obbligazioni decennali.

Come è andato il meeting della banca centrale

Al termine della riunione di politica monetaria, la banca centrale ha lasciato il costo del denaro in territorio negativo a -0,1%, confermando quindi quell'approccio accomodante che ha scavato un solco rispetto alle altre banche centrali mondiali. A cominciare dalla FED.

I titoli di Stato

L'istituto ha inoltre confermato il tetto dei titoli di Stato a 10 anni allo 0,5%. Qualcuno si aspettava un ulteriore ritocco verso l'alto, dopo quello fatto a sorpresa a dicembre scorso, quando la Bank of Japan lo raddoppiò rispetto al precedente livello di 0,25%.
Quella mossa venne interpretata dagli investitori come una possibile svolta di politica monetaria della BoJ, e non valsero a molto le dichiarazioni del governatore Kuroda, che invece smentiva questa view. Evidentemente era sincero.

Svolta prima dell'estate?

Adesso alcuni analisti ritengono che la banca centrale potrebbe cambiare la sua politica ad aprile, quando subentrerà il nuovo governatore. Altri invece fanno slittare la possibile svolta a giugno. Del resto una spinta arriva anche dall'aumento dell'inflazione, che rimane al di sopra dell'obiettivo della banca centrale.

Nota bene: se sei interessato a negoziare la valuta giapponese, considera di utilizzare il metodo Fibonacci Forex.

La reazione del mercato

Intanto il nulla di fatto del meeting di politica monetaria ha avuto un effetto negativo sullo yen. La valuta giapponese perde quota rispetto al dollaro. Il cambio USDJPY è salito verso 130, ritirandosi bruscamente dal minimo di molti mesi. Nonostante questo, l'indicatore Supertrend continua a viaggiare verso il basso.
Anche il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni ne ha risentito, scendendo ulteriormente allo 0,4%. La borsa di Tokyo invece ha registrato un rialzo, con il Topix che è balzato ai livelli più alti in quasi un mese.

lunedì 16 gennaio 2023

Spesa obbligata per il 60%, le famiglie italiane sono strangolate dai rincari

Quando il prezzo di un prodotto o di un servizio è ritenuto troppo elevato, si può decidere di non comprarlo. Ma quando questa spesa fa parte di quelle necessarie, si finisce con l'essere costretti a fare delle scelte in ogni caso dolorose. Tagliare il necessario oppure tagliare il non necessario. Perché i soldi non bastano più.
È quello che sta succedendo alle famiglie italiane.

Inflazione e spesa obbligata

In base ad una stima dell'Ufficio Studi della CGIA, la spesa media mensile di una famiglia italiana, per circa il 60% sì riferisce ad alimentari, bevande, trasporti o spese per la casa. Si tratta cioè le spese sostanzialmente obbligate, perché non si può rinunciare al cibo, né a bere, né a muoversi per andare al lavoro, né al mantenimento della propria abitazione.

In particolare, la spesa per le bollette (luce, acqua, gas, rifiuti, etc.), per gli alimenti di prima necessità (pane, latte e carne) e i carburanti (gasolio, benzina, pedaggi, etc.) ammonta ad oltre il 52% della spesa obbligata media annua della famiglia italiana. A causa dei forti rincari energetici, ad esempio, le bollette oggi sfiorano il 54% dell'intero costo della voce “Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili".

L'incidenza delle spese obbligate

Tradotto in termini economici, su una spesa media mensile pari a 2.000 euro, circa 1200 sono destinati agli acquisti obbligati. A causa dell'inflazione, l'incidenza della spesa obbligata è cresciuta di quasi quattro punti percentuali nell'ultimo anno.
Per colpa dell'inflazione quindi spendiamo di più, ma portiamo a casa di meno, e inoltre gran parte della spesa la facciamo per vivere e lavorare.

Quadro geografico

I dati consolidati per ripartizione geografica riferiti al 2021, segnalano come l'incidenza della spesa obbligata su quella totale sia più alta nel Sud e nelle Isole rispetto alle altre aree del Paese.
Una cosa inquietante, che viene messa in evidenza dalla Cgia, è che a partire dal 2017 l'incidenza delle spese obbligate sul totale cresce tendenzialmente fino a toccare la punta stimata per il 2022 del 59,6 per cento. Vivere, quindi, ci costa sempre di più.

martedì 10 gennaio 2023

Banca centrale della Svizzera, che tonfo: 132 miliardi persi nel 2022

Si ha sempre la percezione che le banche centrali abbiano la ricetta giusta per ogni scenario economico. In realtà non è sempre così. Un esempio evidente è la Banca Centrale Svizzera che ha pagato le sue scelte nel 2022, con un bilancio che si è chiuso in rosso per 132 miliardi di Franchi (133 miliardi di euro).

Cosa ha fatto la banca centrale della Svizzera

Il passivo dell'Istituto elvetico è ancora più eclatante se si mette a confronto con il risultato dell'anno precedente, che era stato chiuso in attivo di 26,9 miliardi. Anche se si tratta di una stima preliminare, visto che i dati definitivi saranno resi noti a marzo, comunque non si andrà molto distanti dall'esito preannunciato.
Ma come ha fatto la banca centrale della Svizzera a perdere così tanto denaro?

Colpa della moneta nazionale

Il principale colpevole di un bilancio così deficitario è il franco svizzero. La moneta nazionale è considerata un bene rifugio per eccellenza. Per questo motivo, a causa dell'anno estremamente turbolento, è stata ricchissima dagli investitori. Nel 2022 il franco è riuscito a superare la parità con l’euro, diventando più forte della moneta unica con un rapporto di cambio che è arrivato fino a 95 centesimi nel mese di settembre, dopo aver stampato una gravestone Doji candlestick settimanale.

L'apprezzamento del Franco è costato caro alla Banca Centrale Svizzera, perché unitamente al calo dei mercati azionari e obbligazionari ha finito per spingere le perdite, che sono per lo più legate alle posizioni in valuta straniera.

Annotazione: suggeriamo di esaminare l'andamento del franco svizzero sfruttando le candele heikin ashi grafico.

Le conseguenze

Il pesante rosso di bilancio della banca centrale Svizzera non è soltanto una questione numerica, bensì ha importanti conseguenze per le finanze dei Cantoni e della confederazione elvetica.
Va ricordato che la Banca Centrale Svizzera normalmente versa parte dei suoi utili proprio ai Cantoni alla Confederazione. Sempre lo scorso anno ha distribuito loro 6 miliardi di Franchi. Ma se l'utile non c'è, non può essere distribuito nulla.

giovedì 5 gennaio 2023

Spesa annua delle famiglie italiane, che stangata a causa dei rincari

Un'indagine dell'Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato che le famiglie italiane vedranno gonfiare il conto della spesa di €2.384 nel 2023, a causa dei diffusi rincari, soprattutto quelli dell'energia.

Gli aumenti di spesa

Analogamente a quanto accaduto nel 2022, la corsa dei prezzi avrà degli effetti molto pesanti sul portafoglio delle famiglie italiane.
L'andamento al rialzo sarà trainato ancora delle forti spese dell'energia, che trascinerà al rialzo tutti gli altri prezzi al consumo di beni e servizi (a causa dell'aumento dei costi di trasporto e produzione).

Purtroppo le tariffe dell'energia elettrica e del gas, nonostante un previsto calo, continueranno ad essere elevate anche nel corso del 2023, sia pure a fasi alterne. Nonostante la riduzione della spesa energetica rispetto all'anno precedente, quest'ultima risulterà comunque insostenibile per molte famiglie, che già stanno affrontando gli aumenti passati.

Per le famiglie la spesa crescerà anche per un altro motivo. Dal mese di aprile finiranno le misure di sospensione degli oneri di sistema da parte del Governo, e questo provocherà delle ricadute sui bilanci familiari.

Aumenti diffusi

Inoltre se la crescita della spesa avrà origine soprattutto della aumento dei costi energetici, incrementi di prezzo si diffonderanno ovunque. Anche nel settore alimentare, in quello della ristorazione, nei servizi di trasporti e perfino in quelli idrici.

Bisogna poi sottolineare che la stangata in arrivo non colpirà tutti nello stesso modo, e diventerà un peso insostenibile delle famiglie meno abbienti. Con il rischio di alimentari ulteriormente le disuguaglianze sociali. Serve ampliare la platea dei beneficiari dei bonus energia, gas e anche di quello idrico, nonché agire innalzando ulteriormente le soglie ISEE per tutti i nuclei familiari, con ulteriore aumento per le famiglie numerose.

lunedì 2 gennaio 2023

Banca centrale, l'Iran comincia il 2023 con una novità

L'anno uovo comincia per l'Iran - Paese già sconvolto dai feroci disordini interni - con un nuovo governatore della banca centrale. Ali Salehabadi è stato infatti "dimissionato" a causa della fortissima crisi valutaria che ha colpito il Paese. Ali Salehabadi sarà sostituito dall'economista 57enne Mohammed-Resa Farsin.

L'addio di Ali Salehabadi segue di un paio di settimane il licenziamento del Vice della Banca centrale iraniana (CBI), cacciato a metà dicembre.

La novità in Iran sulla banca centrale

Va detto che gli osservatori economici si aspettavano che Salehabadi - nominato appena 15 mesi fa a capo della banca centrale - sarebbe stato licenziato anche prima, visto che dall'inizio di dicembre la valuta nazionale, il rial, ha toccato un nuovo minimo storico quasi ogni giorno. La valuta nazionale ha perso circa il 25% del suo valore in soli due mesi, secondo i broker per scalping migliori.

NB. Anche sui cambi che coinvolgono le valute esotiche, è utile sfruttare gli oscillatori trading analisi tecnica.

Le ragioni del crollo

Gli esperti finanziari riconducono l'indebolimento ai vacillanti negoziati sul nucleare tra Iran e Occidente, che si dimenano dentro un vicolo cieco. La ragione di ciò è la brutale repressione delle proteste critiche per il sistema, che è stata condannata in Occidente con la massima fermezza e ha portato anche a nuove sanzioni contro il Paese islamico.

Il tema nucleare

Senza un accordo sul contenzioso nucleare, le sanzioni economiche internazionali contro Teheran non verranno revocate. L'Iran e' stato colpito da una serie di sanzioni statunitensi dal 2018, quando l'allora presidente Trump ha ritirato il suo Paese dall'accordo nucleare del 2015 tra Teheran e le potenze mondiali.
Ciò significa, tra l'altro, che l'Iran può effettuare solo in misura molto limitata le sue esportazioni di petrolio e gas, la principale fonte di reddito del paese.

In aggiunta, ci sono le sanzioni bancarie, a causa delle quali Teheran non ha accesso ai suoi conti esteri. La scorsa settimana il ministero federale dell'Economia ha anche sospeso gli strumenti di finanziamento del commercio estero e i formati commerciali tedesco-iraniani.