martedì 27 dicembre 2022

Economia, il turismo italiano fa festa: boom tra Natale ed Epifania

Una delle componenti più importanti dell'economia italiana, il turismo, si appresta a chiudere l'anno con i botti. Secondo i dati di Confcommercio, circa 10,3 milioni di italiani si sposteranno infatti per il Capodanno.

Il boom dell'economia del turismo

Buone notizie quindi per il nostro settore turistico, che soprattutto nel periodo autunnale è stato penalizzato dal caro energia, una vera stangata, che ha messo in ginocchio interi settori della nostra economia.

Oltre gli italiani che hanno deciso di rimanere all'interno del Paese, ci sono anche gli stranieri. Assoturismo valuta, per l'intero periodo delle feste, 13,8 milioni di presenze nelle strutture ufficiali, cioe' l'8,1% in più del 2021. Una crescita trainata dall'incremento delle presenze estere (+19,5%).
L'appeal del nostro territorio, punto di forza per la nostra economia del turismo, si conferma sempre più robusto.

Quanti arrivi...

A partire dal 19 dicembre infatti, le prenotazioni di voli internazionali con destinazione Italia per il periodo Natalizio e quello dell'Epifania, sono cresciute del 57,3% rispetto allo scorso anno. Questo dato ci rende la destinazione europea con il più alto tasso di saturazione medio, davanti a Spagna, Grecia e Francia.

A farla da padroni sono gli statunitensi, che hanno segnato un +49,8% rispetto all'anno scorso. I cittadini americani in arrivo in Italia sono complessivamente il 21% dei turisti stranieri sul nostro territorio.
Crescono anche gli afflussi dal Regno Unito, +34% (per il 7,9% degli afflussi totali), e dalla Germania, +21% (9,8% del totale).

Destinazione preferita

Le città d'arte attirano come sempre soprattutto gli stranieri, segnando gli incrementi maggiori rispetto allo scorso anno.
La meta più gettonata rimane la Capitale. Roma infatti è sul gradino più alto delle preferenze, con il 45% dei visitatori internazionali. Segue Milano che segna una crescita del 63,9% rispetto allo scorso anno. Terza città più richiesta è Venezia.

Vola la montagna

Un vero e proprio boom di richieste riguarda la montagna, dove le piste saranno piene di sciatori per tutto il periodo. Secondo Confindustria alberghi, la montagna è stata presa d'assalto, con camere sold out per Capodanno e occupate già al 70% per l'Epifania.

lunedì 19 dicembre 2022

Investitori cauti, le Borse Europee terminano poco mosse

Per le borse del vecchio continente la nuova settimana inizia in tono blando, ma comunque positivo. L'unica eccezione è Milano, dove gli investitori spingono l'indice in leggero ribasso.
Sull'umore dei mercati pesano i messaggi hawkish inviati dalle banche centrali (FED e BCE soprattutto) settimana scorsa.
Un impulso positivo arriva dall'indice IFO tedesco, che è salito più delle attese a dicembre, segnalando prospettive migliori per la prima economia europea a fine anno.

Il bilancio degli investitori

A fine giornata la Borsa di Milano segna -0,02%, con l'indice Ftse Mib che chiude a 23.683 punti. Poco mosso anche l'indice FTSE Italia All-Share, che rimane a 25.707 punti. Leggermente negativo il FTSE Italia Mid Cap (-0,64%); sulla stessa tendenza, in lieve ribasso il FTSE Italia Star (-0,57%).

Nel resto d'Europa prevalgono gli acquisti da parte degli investitori. La piazza migliore è quella londinese, con il FTSE100 che chiude in salita dello 0,4%. Bene anche Parigi e Francoforte +0,36%, dove ha debuttato il titolo Porsche nel listino DAX. Madrid finisce in aumento dello 0,3%, Amsterdam +0,1%. Fiacca Wall Street.

I dati di Milano

Alla chiusura di Milano risulta che il controvalore degli scambi da parte degli investitori è stato pari a 3,3 miliardi di euro, in salita del 26,69% rispetto a venerdì scorso. I volumi scambiati sono saliti a 0,8 miliardi di azioni.

I singoli titoli

Per quanto riguarda il bilancio delle singole azioni, la più cercata dagli investitori è stata Saipem, +4,42%. Molti hanno fatto profitti sfruttando l'ichimoku cloud trading system.
Corre anche Telecom Italia, +4,28%, grazie alla notizia che il governo lavora con Cassa depositi e prestiti (CDP) e fondi internazionali sulle opzioni per la rete. Bene anche Nexi, +2,31%, che riceve impulso dall'eliminazione della soglia di 60 euro per accettare obbligatoriamente i pagamenti elettronici..
Le vendite da parte degli investitori si concentrano invece su Fineco, che ha archiviato la seduta a -1,62%.

Gli altri mercati

Sul fronte valutario, c'è una leggera crescita dell'Euro/Dollaro che sale a quota 1,062, come si vede su Quotex broker opzioni binarie.
Nessuna variazione significativa per l'oro, che scambia sui valori della vigilia a 1.788,4 dollari l'oncia. Sessione euforica per il greggio, con il petrolio (Light Sweet Crude Oil) che mostra un balzo dell'1,59%.

mercoledì 14 dicembre 2022

Ricchezza, Elon Musk perde il titolo di uomo più facoltoso del pianeta

Il tonfo delle azioni Tesla a Wall Street costa lo scettro di Paperone del pianeta a Elon Musk. Il magnate australiano è stato infatti superato nella classifica della ricchezza da Bernard Arnault, l'imprenditore francese del gruppo di beni di lusso LVMH.

Lo scettro della ricchezza

Musk ha perso il titolo di persona più ricca del mondo per la prima volta dal 2021. A sancire il sorpasso è stato il fatto che Tesla ha chiuso in calo del 4,1% alla Borsa di Wall Street, facendo così perdere quota al patrimonio di Musk.

Secondo le stime di Bloomberg, la ricchezza personale dell'imprenditore australiano è diminuita a $ 163,6 miliardi, scendendo di oltre $ 100 miliardi da gennaio.
Di contro, la fortuna di Arnault è stimata in 170,8 miliardi di dollari. Il 73enne è presidente dell'impero del lusso francese LVMH, che comprende icone della moda come Dior e Louis Vuitton e marchi di champagne come Moët & Chandon.

Va precisato che le informazioni nelle classifiche dei miliardari si basano principalmente su informazioni pubblicamente disponibili su attività come azioni, immobili, oggetti d'arte e altri beni di lusso. Non sono quindi esatte e talvolta sono anche controverse.

Twitter costa caro a Musk

Uno dei motivi per cui il 51enne australiano è sceso in classifica è stato l'acquisto del servizio di messaggistica breve Twitter, che ha innescato un calo delle azioni Tesla, diminuite di oltre il 50% quest'anno.

Musk ha acquistato Twitter per circa 44 miliardi di dollari, perfezionando l'operazione alla fine di ottobre, dopo un lungo periodo di controversie sul numero di fake account del famoso social.
Il servizio era già in rosso prima dell'acquisizione da parte di Muks, che dopo l'acquisto ha lamentato un crollo delle vendite. Infatti alcuni importanti inserzionisti hanno sospeso gli annunci sulla piattaforma. Temono che i loro annunci possano apparire accanto a tweet offensivi se Musk allenta le regole come annunciato.

lunedì 12 dicembre 2022

Mercati finanziari, arriva la settimana clou di fine anno

La settimana che comincia sarà quella che chiuderà con i botti l'anno sui mercati finanziari. Anche se formalmente ce ne saranno altre due in calendario, non c'è dubbio che in questi giorni gli investitori vivranno gli eventi più importanti.

La settimana dei mercati finanziari

Nel corso dei prossimi giorni l'agenda economica sarà dominata dai meeting delle banche centrali più importanti. Federal Reserve, Banca Centrale Europea e Bank of England si riuniranno per assumere le ultime decisioni dell'anno riguardo alla lotta contro l'inflazione.
Come contorno gustoso ci sono inoltre gli ultimi aggiornamenti economici in arrivo dalla Cina.

Annotazione: qualunque asset decidete d negoziare, studiatelo anche con la Forchetta di Andrews pitchforks trading.

La Federal Reserve

Non c'è dubbio che l'evento più importante di tutti sarà la riunione del Federal Open Market Committee (FOMC), ovvero il braccio di politica monetaria della Banca Centrale Americana. Preceduto dalla pubblicazione dei dati sull'inflazione al consumo di novembre, il meeting della Fed servirà a prendere l'ultima decisione sui tassi del 2022.

I mercati finanziari si aspettano una stretta di 50 punti base. Quindi un passo più indietro rispetto ai recenti aumenti. Proprio per questa convinzione, gli investitori hanno abbandonato un poco le scommesse sul dollaro negli ultimi tempi. Il Dollar Index infatti è sceso a quota 104, come si vede sui broker opzioni binarie Italia.
Quello che però interessa maggiormente saranno i commenti a correndo del meeting. L'attenzione infatti si concentra più che altro sui segnali che la FED manderà in merito ai rialzi dei tassi che farà nel 2023.

In Europa

Il giorno dopo la Federal Reserve, toccherà anche alla Banca Centrale Europea. L'ultimo report sull'inflazione ha regalato un poco di ottimismo, e alimentato la convinzione che la BCE attenuerà i rialzi dei tassi. Da qui però a parlare di svolta accomodante ce ne vuole ancora. L'inflazione rimane infatti molto elevata, come ha sottolineato la stessa Christine Lagarde.
Sempre giovedì sarà la volta di Gran Bretagna, Svizzera e Norvegia, le cui banche centrali prenderanno le loro decisioni.

La Bank of England dovrebbe aumentare il costo del denaro di 50 punti base, malgrado la situazione economica si sia fatta molto pesante. Però il timore che l'inflazione si radichi nell'economia è più forte però della corsa tra le braccia della recessione, che ormai appare inevitabile.
Anche in Svizzera e Norvegia dovrebbero aumentare i tassi di interessi.

giovedì 8 dicembre 2022

Denaro contante, dalla UE via libera al tetto di €10000

Il Consiglio dell'Unione Europea ha deciso di fissare un tetto massimo all'utilizzo del denaro contante, fissandolo a €10000. Si tratta della stessa soglia massima oltre la quale scatta l'obbligo di dichiarare valuta la dogana entrando nell'Unione Europea.

La decisione sul denaro contante

La mossa del Consiglio Europeo è finalizzata a rendere più efficace il pacchetto antiriciclaggio e la lotta ai finanziamenti al terrorismo. Questo limite al denaro contante è aderente all'indicazione che venne data a luglio 2021 dalla Commissione Europea.
In ogni caso è consentito che gli Stati membri possano fissare delle soglie massime ancora più restrittive.

La posizione dell'Italia

È paradossale che questa decisione sul limite all'utilizzo del denaro contante arrivi proprio mentre in Italia si dibatte su una soglia decisamente inferiore.
Il confronto politico da noi infatti è molto acceso riguardo all'innalzamento, dal prossimo primo gennaio, del limite all'uso del denaro contante dagli attuali €2000 a €5000. La metà di quanto proposto dall'Unione Europea.

Chi canta vittoria

Il nuovo limite all'utilizzo del denaro contante in Europa ha fatto gioire il leader della Lega Matteo Salvini, che non ha mancato di lanciare messaggi al veleno contro la sinistra.
In ambito europeo invece esulta il ministro delle Finanze della Repubblica ceca Zbynek Stanjura, alla presidenza di turno Ue. Secondo lui, con questo nuovo limite diventa più difficile riciclare denaro sporco, rimanere anonimi nell'acquisto di crypto-asset, e nascondersi dietro più livelli di proprietà delle società.

Non finisce qui

Oltre a fissare un tetto al contante, l'Unione Europea ha previsto obblighi di verifica per gli operatori del settore delle criptovalute quando si pongono in essere transazioni superiori ai €1000. Il Regolamento Europeo varrà Inoltre anche per i commercianti di gioielli, metalli preziosi e beni culturali.

lunedì 5 dicembre 2022

Mercato azionario europeo in calo dopo gli ultimi dati dagli Stati Uniti

Le borse europee si muovono a marcia indietro, a causa degli ultimi dati macroeconomici giunti dagli Stati Uniti. Dopo aver digerito i Non Farm payrolls di venerdì scorso, il mercato azionario europeo patisce gli ultimi report sul settore dei servizi negli Stati Uniti.

Il dato macro

Il rapporto ISM non manifatturiero ha mostrato che l’attività del settore dei servizi negli Stati Uniti è balzata inaspettatamente a 56,5 a novembre, battendo le previsioni di mercato di 53,3. 

Questo dato diminuisce ulteriormente le aspettative che la Federal Reserve rallenterà il ritmo delle strette monetarie, dal momento che l'economia a stelle e strisce si sta dimostrando particolarmente resiliente.

Il bilancio della giornata

Alla fine della seduta odierna, il mercato azionario europeo vede diffusi segni rossi ovunque, con la sola eccezione della borsa di Londra, dove il FTSE100 cresce di un modesto +0,26%.
A Piazza Affari l'indice FTSE MIB evidenzia un leggero calo dello 0,30% a 24.547 punti.
Sulla stessa linea, si è mosso al ribasso il FTSE Italia All-Share, che ha perso lo 0,29%, chiudendo a 26.605 punti. Poco sotto la parità il FTSE Italia Mid Cap (-0,21%); come pure, in discesa il FTSE Italia Star (-0,86%). 

Male anche gli altri listini del vecchio continente. Il DAX di Francoforte scende dello 0,56% (Siemens Energy è stato il migliore, seguito dal colosso del dax volkswagen), contrazione moderata per Parigi dello 0,67%, Amsterdam ha ceduto circa mezzo punto percentuale.

La giornata di Milano

Sul mercato azionario milanese gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 1,27 miliardi di euro.
Il volume di titoli scambiati sul listino milanese si attesta a 0,37 miliardi di azioni, rispetto ai 0,46 miliardi precedenti.

Per quanto riguarda i titoli migliori, ha brillato soltanto Saipem, +2,30%, che festeggia il miglioraento del rating da parte di S&P ed esce dal canale di Donchian channel.
Molto male invece il titolo Nexi, -3,94%, per via del dibattito sulle nuove misure in materia di pagamenti elettronici contenute nella Legge di Bilancio 2023.

Gli altri mercati

Sul mercato delle valute è stata una giornata altalenante. L'euro aveva continuato a guadagnare, fin quando non sono stati resi noti i dati statunitensi, poi è partita l'inversione di rotta, ma si resta attorno a quota 1,05.
Volatile il prezzo del petrolio dopo l'introduzione dell'embargo Ue e del price cap al greggio russo: Wti in calo a 79,5 dollari al barile nel contratto gennaio, Brent febbraio a 85,2 dollari al barile.

mercoledì 30 novembre 2022

Prezzo del petrolio, ci si interroga su possibile calo fino a $50

Dopo essere stato per mesi attorno a prezzi altissimi, il petrolio sta vivendo una fase di una retromarcia, che secondo molti potrebbe continuare ancora a lungo. Alcuni analisti ritengono addirittura che il prezzo del petrolio potrebbe scendere anche sotto la soglia dei 50 dollari al barile.

Cosa succede al prezzo del petrolio

Settimana scorsa il prezzo del petrolio è calato per la terza volta consecutiva, come non succedeva da circa un mese. Questo ribasso peraltro è stato sempre di notevole entità, tanto che il prezzo del barile ha perso un quinto del suo valore in tre settimane, come non accadeva da un anno.

Il ruolo della Cina

Ad innescare questa fase ribassista è stata soprattutto la situazione cinese. La recrudescenza del Covid ha infatti spinto le autorità a varare nuove misure restrittive, che hanno innescato forti proteste in tutto il Paese. Le misure anti-Covid sicuramente incidono sull'attività economica del paese del Dragone, ed in definitiva sulla domanda di petrolio. 

Va ricordato che la Cina è il secondo consumatore al mondo di oro nero (mentre i maggiori produttori di petrolio al mondo sono USA, Arabia e Russia), per questo tali situazioni potrebbero avere un impatto sul futuro del prezzo del petrolio.

Va poi considerato il contesto economico globale. Il mondo si avvia verso una recessione pesante, che chiaramente finirà per ridurre notevolmente la domanda di petrolio. Inevitabilmente questo comporterà impressioni ribassiste sul prezzo del Barile.

Prospettive

Ma questo basterà per spingere il prezzo del barile sotto $50?
Lo scenario del genere senza più è ancora poco probabile, non fosse altro per la lontananza da questa soglia. Il WTI infatti viaggia sui 77 dollari mentre i Brent è oltre gli 82 dollari, con l'awesome oscillator trading che non è ancora in ipervenduto. Occorrerebbe quindi un vero e proprio tracollo, che peraltro sembra poco ipotizzabile dal momento che il cartello dei produttori OPEC+ di certo non se ne starà con le mani in mano a guardare il calo del prezzo.

domenica 27 novembre 2022

Lavoro, la crisi della Silicon Valley è nei numeri: 100 mila posti persi nel 2022

Dopo il boom del periodo pandemico, la Silicon Valley si trova a fare i conti con una situazione diametralmente opposta. A testimoniarlo sono i numeri sul mercato del lavoro, che raccontano di un bilancio pesantissimo visto che il settore ha perso 100.000 nel corso di quest'anno.

Le Big Tech e il lavoro

silicon valleyNessuna delle grandi aziende tecnologiche della Silicon Valley è riuscita a rimanere indenne dalla "nuova normalità", che ha spinto le persone a riprendere gli spazi fisici della propria vita, innescando così un rimbalzo negativo nel mondo virtuale.

Tutto ciò ha provocato una forte ripercussione su bilanci delle grandi aziende tecnologiche (emblematico è il caso Netflix, che ha visto un calo degli abbonati per la prima volta in un decennio), e come conseguenza il loro intervento sul mercato del lavoro con licenziamenti massicci.

Un elenco terribile

Le grandi aziende Big Tech hanno effettuato tagli ai dipendenti una dopo l'altra. L'ha fatto Amazon, l'ho fatto Meta, e così anche Twitter, Snap e Shopify. E questo solo per limitarci alle maggiori.

Azione e reazione

Il problema è che durante il periodo pandemico queste società hanno visto galoppare i loro ricavi e i loro fatturati. Di fronte ad una richiesta crescente dei loro prodotti e servizi, hanno aumentato il numero dei loro dipendenti

L'errore è stato quello di credere che in larga parte questo processo sarebbe stato irreversibile. Invece con la fine della pandemia ed il ritorno alla vita normale c'è stato un rimbalzo vigoroso in senso negativo. Chi ha continuato ad assumere durante il biennio di crisi sanitaria, adesso si ritrova a dover fare una brusca marcia indietro.

I casi eclatanti

Il colosso dell'e-commerce Amazon ha annunciato una campagna licenziamenti di circa 10mila unità. Meta, la holding di Facebook, ne taglierà poco di più.
Twitter ha licenziato 3700 lavoratori subito dopo il timone è passato nelle mani di Elon Musk. In questo caso il taglio è stato enorme, visto che parliamo del 50% della forza lavoro. Maxi licenziamenti hanno riguardato anche Shopify, Salesforce e Stripe. Il conto complessivo è arrivato a 100.000.

martedì 22 novembre 2022

Mercato azionario, la settimana comincia con il segno rosso

È cominciata una nuova ottava per il mercato azionario del vecchio continente. Si è trattato di un avvio con la marcia indietro.

A pesare sull'umore degli investitori ci sono le notizie in arrivo dalla Cina, dove la recrudescenza del Covid fa temere che Pechino possa ripristinare delle misure restrittive più pesanti.
Al tempo stesso il mercato azionario vive l'attesa di conoscere i contenuti dei verbali della Federal Reserve e della BCE che verranno resi noti in questi giorni.

Il bilancio del mercato azionario

Al suono della campanella di questo lunedì, Milano accusa discrete perdite. Sul listino Lombardo si è sentito anche l'effetto dello stacco di numerose cedole da parte di alcuni gruppi principali.
Il mercato azionario italiano ha chiuso con l'indice FTSE MIB in perdita dell'1,29% a quota 24.356 punti.

Giornata negativa anche per gli altri listini del vecchio continente. Chi adotta una strategia price action DAX ha visto l'indice tedesco chiudere in rosso di 0,36%, mentre il CAC di Parigi ha ceduto lo 0,15%. Perdite moderate per Londra (-0,08%) mentre Madrid è l'unica Piazza che ha chiuso in rialzo (+0,81%).

I movimenti degli investitori

Sul mercato azionario milanese sono stati scambiati titoli per un controvalore pari a 2,42 miliardi di euro, con un incremento del 25,89%, rispetto al livello di venerdì.
I volumi scambiati invece sono saliti a 0,66 miliardi di titoli, rispetto a 0,56 scambiati nella giornata di venerdì.

I singoli titoli

Gli acquisti hanno premiato sul mercato azionario soprattutto Inwit (+1,30%), ma sono andati bene anche UniCredit (+1,24%), Stellantis (+0,92%) e Banco BPM (+0,92%) che ha disegato una candela shooting star pattern.
Giornata negativa per Saipem che ha perso il 5,7%, a causa soprattutto del forte calo del prezzo del petrolio. Male anche Eni -5,24%.

Gli altri mercati

Come abbiamo detto, la giornata si è caratterizzata soprattutto per il forte calo del prezzo del petrolio non solo per timore di un calo della domanda cinese ma anche per la notizia pubblicata da Wall Street Journal di un possibile aumento dell'output da parte dell'Opec+.

giovedì 17 novembre 2022

Esportazioni, per l'Italia settembre è uno stato un mese positivo

Gli ultimi dati resi noti da Istat riguardo al commercio internazionale italiano sono confortanti, perché evidenziano una crescita delle esportazioni durante il mese di settembre.

I dati Istat sulle esportazioni

La crescita congiunturale delle esportazioni durante il mese di settembre 2022 è stata pari al 1,6%, mentre nello stesso periodo le importazioni hanno registrato una variazione negativa di 1,7%.

La crescita congiunturale del nostro export si lega principalmente alla crescita del flussi commerciali verso i mercati al di fuori dell'Unione Europea, che ha registrato +6%.
Di contro le esportazioni verso l'Unione Europea sono calate del 2,2%.

Dati su base tendenziale

Se anziché della base congiunturale si analizza il flusso commerciale su base tendenziale, ossia anno su anno, emerge una crescita delle esportazioni del 21,6% in termini monetari il 2,1% in termini di volume.

Anche in questo caso gli incrementi maggiori sono dei flussi esterni all'Unione Europea + 27,2%, mentre quelli interni alla UE segnano +17,1%.
A livello tendenziale si registra però una fortissima crescita delle importazioni in termini monetari (+40,4%) - molto più intenso per l'area extra Ue (+59,0%) rispetto all'area Ue (+25,2%) - mentre la variazione il volume è sostanzialmente modesta.

Il principale Paese destinatario dei nostri prodotti si conferma la Germania.

Bilancia commerciale

Il flusso delle esportazioni e delle importazioni nei primi nove mesi dell'anno hanno generato un disavanzo commerciale superiore ai 31 miliardi.
Su questo dato incide in misura feroce soprattutto il deficit energetico che ha superato gli 85 miliardi di euro. Male anche il bilancio dei beni intermedi che segna un deficit di quasi 19 miliardi.

Per quanto riguarda il singolo mese di settembre, il disavanzo commerciale è stato pari a 6,4 miliardi di euro, rispetto ad un avanzo di 1,4 che era stato registrato a settembre del 2021. Anche in questo caso incide in modo notevole il disavanzo commerciale energetico.

lunedì 14 novembre 2022

Investitori, settimana con il focus sul G20

Sarà una settimana povera di grossi spunti per il calendario economico, ma assai importante per gli investitori sotto quello politico.
Comincia infatti il G20 di Bali, in Indonesia, dove si vedranno anche il presidente americano Joe Biden e quello cinese Xi Jinping. All'ordine del giorno ci saranno questioni come l'invasione russa dell'Ucraina e il cambiamento climatico.

Cosa guarderanno gli investitori

L'evoluzione del conflitto e le relazioni economico-commerciali tra le due super-potenze saranno quelle cruciali, ma gli investitori hanno da osservare anche i dati strettamente economici.

Come quelli sulla produzione industriale dell'Eurozona, dove sono in programma anche vari interventi di membri della BCE, nonché due discorsi della presidente Christine Lagarde (mercoledì e venerdì). Inoltre si attendono i dati flash del PIL per l'area dell'euro.

Dati che potrebbero far oscillare l'euro, che negli ultimi giorni ha ripreso quota rispetto al dollaro, riguadagnando la parità. Chi conosce il pattern trading significato, ha visto la formazione di figure interessanti sull'EUR-USD.

Il Regno Unito

Attenzione anche al Regno Unito. Gli investitori ascolteranno il governatore della Bank of England Bailey, per capire se confermerà l'atteggiamento "dovish" sui tassi emerso durante l'ultima riunione del board della banca centrale. La Banca ha voluto sottolineare che probabilmente non aumenterà i tassi tanto quanto il mercato aveva previsto.

L'intervento è peraltro in programma dopo il dato sull'inflazione GB (prevista in accelerazione al 10,5% dal 10,1%) e il giorno prima della presentazione della nuova legge finanziaria che, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbe cancellare buona parte delle misure annunciate dalla precedente premier Liz Truss.

Annotazione: se vi interessa negoziare il cambio della sterlina, studiate figure come homing pigeon descending hawk.

Il fronte USA

Dal fronte statunitense, focus sull'intervento del 'falco' della Fed, James Bullard. La speranza è quella di poter intravvedere nel suo intervento un atteggiamento più morbido e accomodante dopo il dato che ha visto un calo oltre le attese dell'inflazione Usa. 

Per gli investitori sono in arrivo anche dati macro interessanti, come quelle sui prezzi alla produzione (importante per confermare o meno il calo dell'inflazione) e sulle vendite al dettaglio (mercoledì), attese in recupero dopo la variazione nulla di ottobre.
Sullo sfondo, sempre in America, resta l'esito per molti versi incerto delle elezioni di midterm. Ma l'onda rossa alla fine non c'è stata e quindi le chance di vittoria di Trump sono un po' appannate.

mercoledì 9 novembre 2022

Affitto case in arrivo nuove regole dall'Unione Europea

Lo scenario riguardante le piattaforme per la prenotazione di alloggi online sta per cambiare. Sono infatti in arrivo nuove regole dall'Unione Europea. Bruxelles è intenzionata a obbligare le piattaforme (come la famosa a Airbnb) a condividere i registri delle proprietà che sono date in affitto.

Le nuove regole sulla affitto

Le nuove regole proposte dall'Unione Europea prevedono che le piattaforme di affitto online condividono mensilmente con le autorità pubbliche tutti i dati sugli ospiti e pernottamenti.
Questo consentirà alle autorità di far scattare eventuali controlli e sanzioni nei casi di non conformità.

Si tratta di un accordo molto simile a quello che ha Airbnb stipulò un paio di anni fa con Eurostat, ossia l'ufficio statistico dell'Unione Europea. Quello però aveva solo un fine statistico, qui invece c'è una finalità di tipo amministrativo.

Lo scopo delle nuove regole

L'obiettivo delle nuove regole europee dovrebbe essere quello di creare una maggiore trasparenza nel settore degli alloggi privati che vengono dati in affitto a breve termine. In tal modo i governi potranno avere dati accurati dalle piattaforme on-line, anche per prendere delle decisioni di conseguenza.

Il problema alloggi

Esiste un problema in ambito comunitario riguardo proprio agli alloggi. I residenti a lungo termine, che cercano di stabilirsi in una delle principali destinazioni turistiche europee, fanno molta fatica a trovarli a prezzi accessibili, perché la maggior parte delle case viene data in affitto a turisti e viaggiatori.

Ridurre la quota in questione significherebbe inoltre aumentare l'appeal delle città più piccole e delle aree rurali, consentendo loro di attirare più turisti tramite le piattaforme di noleggio on-line.

Tempi lunghi

Quella formulata dalla Commissione Europea al momento è tuttavia soltanto una proposta e per diventare legge dovrà essere concordata con i paesi membri e di legislatori dell'Unione Europea. Passerà quindi diverso tempo prima che lo scenario cambi concretamente.

giovedì 3 novembre 2022

Tasso di interesse anche la Norvegia procede ad una nuova stretta

Nel giorno in cui la Bank of England ho alzato il costo del denaro di 75 punti base, anche la Norges Bank effettua una manovra restrittiva sul tasso di interesse. L'istituto centrale norvegese ha infatti aumentato il costo del denaro di 25 punti base, portandolo al 2,5% nel meeting di novembre.

La mezza sorpresa sul tasso di interesse

La decisione della Norges Bank ha colto parzialmente di sorpresa i mercati. Infatti gli analisti si aspettavano un aumento più corposo, pari a 50 punti base, perché l'istituto centrale deve combattere la galoppata dell'inflazione. Inoltre la Norvegia può vantare un contesto economico solido ed un mercato del lavoro robusto, fattori che rendevano fattibile una manovra più aggressiva.

Invece i responsabili politici della Norges Bank hanno deciso di andare più morbidi sul tasso di interesse, perché hanno avvisato alcuni segnali di rallentamento in certe aree dell'economia.
L'istituto centrale norvegese ha preannunciato una possibile nuova stretta monetaria nel mese di dicembre, senza però darne certezza.

L'inflazione in Norvegia

Nel paese scandinavo l'ultimo report sull'inflazione ha segnalato un inaspettato balzo del 6,9%, con un'accelerazione che non si vedeva dal 1988. A spingere la corsa dei prezzi sono stati principalmente gli aumenti di cibo, trasporti e altre spese familiari.

Nota operativa: si può negoziare il cambio tra corona norvegese e dollari sfruttando anche le App trading bonus senza deposito iniziale.

La reazione del mercato

Dopo la decisione della Norges Bank sul tasso di interesse, la corona norvegese è rimasta fiacca rispetto al Dollaro statunitense. Il cambio USDNOK marcia di nuovo in salita a quota 10,55 e sta testando il lato superiore del pattern bandiera flag, formatosi nell'ultimo mese. Di recente il cambio ha toccato il massimo di due anni a quota 10,80.
A pesare sull'andamento di questo rapporto di cambio è soprattutto l'atteggiamento da "falco" tenuto da Jerome Powell nella conferenza stampa che ha fatto seguito al meeting della Federal Reserve di mercoledì.

martedì 1 novembre 2022

Costo dell'elettricità: in Italia le imprese pagano +70% rispetto alla Francia

Confcommercio-Nomisma hanno fatto un'analisi del costo dell'elettricità per le imprese italiane, evidenziando una nettissima differenza rispetto al conto che devono pagare i "colleghi" spagnoli e soprattutto francesi.

I conti del costo dell'elettricità

Secondo questa indagine, i nostri alberghi, bar, ristoranti e negozi pagano - a parità di consumi e di potenza impegnata - un conto superiore mediamente del 27% rispetto alle imprese spagnole. Questo importo arriva addirittura a quasi il 70% in più rispetto alle colleghe francesi.

Il divario si riduce - ma resta forte - per le imprese non alimentari. Pagano infatti circa l'11% e il 16% in più rispetto a quelli spagnoli e francesi.

I motivi di questa differenza

Ma perché c'è questo enorme divario riguardo al costo dell'elettricità? Essenzialmente è dovuto alla mancata diversificazione di fonti energia e fornitori. Nel corso degli ultimi anni abbiamo avuto tante occasioni per farlo, ma ci sono stati troppi 'no' politici e troppa burocrazia a frenare ogni passo.

Va peraltro aggiunto che il caro energia non colpisce solo in modo diretto le nostre imprese, ma anche in modo indiretto. Infatti a causa dell'inflazione energetica, le famiglie hanno perso 77 miliardi di potere di acquisto nei soli primi sei mesi del 2022. Di conseguenza hanno dovuto anche stringere la cinghia dei consumi, soprattutto quelle meno abbienti.

Il divario di spesa tra Paesi

Quello che lascia sbalorditi è che, rispetto a Spagna e Francia, l'Italia ha anche speso più risorse per far fronte ai rincari energetici. L'Italia infatti è il primo paese europeo, avendo speso quasi 60 miliardi per sterilizzare il caro-bollette. Praticamente il doppio di quanto stanziato dalla Spagna (31,6) e poco più rispetto alla Francia (51,4 miliardi).

Ricapitolando: abbiamo speso più degli altri per ridurre il costo dell'elettricità, ma la paghiamo comunque di più. E' evidente che qualcosa non ha funzionato.
E qui torniamo al punto poc'anzi detto: la mancata diversificazione delle nostre fonti di energia e dei nostri fornitori negli ultimi decenni.

mercoledì 26 ottobre 2022

Economia britannica, con Sunak premier torna un po' di ottimismo

La tempesta economica che si era scatenata durante il brevissimo governo Liz Truss, ha lasciato il posto ad un poco di sereno. Nonostante l'economia britannica rimanga fortemente in difficoltà, l'ascesa di Rishi Sunak a primo ministro ha ridato slancio ai mercati e dalla sterlina.

Cosa cambia per l'economia Britannica

Il passaggio del testimone nelle mani del ex manager milionario di hedge Fund, nonché ex ministro delle finanze sotto Boris Johnson, ha avuto subito un grosso impatto. 

Segna infatti una netta divergenza rispetto alla sua predecessore, che aveva varato un programma drastico di tagli fiscali alimentati da un forte indebitamento. Il tutto mentre l'economia britannica stenta e deve fronteggiare un'inflazione record, tornata ai massimi degli ultimi 40 anni del 10,1% a settembre.

Il recente tracollo

Tutto ciò aveva innescato una massiccia svendita di beni britannici, provocando anche il crollo della sterlina a 1,03 rispetto al dollaro statunitense, come sanno quelli che utilizzano piattaforme online gratis.
In quelle settimane da incubo, le vendite sui Gilt avevano portato i tassi UK a schizzare oltre la soglia del 5%, provocando il panico in tutti i mercati del mondo.

Sunak invece prevede un programma di lacrime e sangue, che quantomeno servirà a ripristinare la reputazione finanziaria della Gran Bretagna. «Voglio fin da subito porre rimedio agli errori commessi», ha detto il neopremier.

Riflessi sul mercato

L'effetto più evidente della nomina di Sunak è la ripresa dei Gilt britannici. L'interesse verso i titoli governativi è difatti aumentato nuovamente, non solo per via del rendimento che offrono, ma soprattutto perché c'è maggiore fiducia nel futuro.

I mercati adesso credono che la moneta del Regno Unito tornerà ad apprezzarsi rispetto all'Euro. Probabilmente accadrà lo stesso rispetto al Dollaro statunitense, ed effettivamente già qualcosa si vede visto che il cambio GBPUSD è subito risalito. La sterlina ha toccato il suo livello più alto da metà settembre nei confronti del dollaro, con le candele giapponesi figure che segnalano rialzi, superando quota 1,15 dopo la nomina di Rishi Sunak a primo ministro.

lunedì 24 ottobre 2022

Recessione sempre più vicina per la Eurozona, anche il FMI lo preannuncia

Si preannuncia un inverno molto freddo, a causa di un mix terribile di inflazione elevata e crescita debole. E' questa la fotografia del Vecchio Continente secondo il Fondo Monetario Internazionale, che vede gran parte dei paesi in recessione tecnica nei prossimi mesi.

L'inevitabile recessione

Secondo Alfred Kammer, responsabile del dipartimento europeo del FMI, oltre metà dei paesi europei vivrà due trimestri consecutivi di arretramento del Prodotto interno lordo, ossia recessione tecnica. In questo elenco figurano sia l'Italia che la Germania.

Per quanto riguarda l'Italia, l'aggiornamento dell'outlook economico stima quest'anno una crescita del 3,2%, mentre il prossimo anno ci sarà un calo dello 0,2%. Soltanto nel 2024 ci sarà un'inversione di rotta, con un ritorno alla crescita dell'1,3%.

La contrazione dei consumi

Un pesante fardello per l'economia sarà la contrazione dei consumi. A causa dei forti rincari energetici, il costo della vita per le famiglie europee è cresciuto del 7% nel 2022. Crescerà ancora del 9% nel 2023. Tutto questo inevitabilmente spingerà al ribasso i consumi privati, come già sta succedendo da tempo. Soltanto nel periodo estivo c'è stata una lieve ripresa.

La politica monetaria

A spingere le economie europee verso la recessione sono anche le inevitabili scelte restrittive di politica monetaria. I tassi di interesse stano crescendo e continueranno a farlo. Le banche centrali devono infatti combattere l'inflazione crescente, e lo devono fare per forza adesso, perché rinviare comporterebbe delle scelte ancora più dolorose in futuro.

Una politica monetaria ancora più stringente si renderà necessaria anche nel 2023, a meno che lo scenario non migliori in maniera forte.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale c'è inoltre la necessità di ricostituire lo spazio fiscale e ritrovare quell'unità e quel coordinamento nell'azione dei governi, che hanno permesso di superare il biennio della pandemia.

lunedì 17 ottobre 2022

Tasse, il brusco dietrofront della Gran Bretagna

È una marcia indietro clamorosa quella del governo britannico sulle tasse. Il nuovo cancelliere Jeremy Hunt ha infatti annunciato che verranno annullate quasi tutte le misure fiscali che il Governo aveva proposto appena 3 settimane fa.

Il caos delle tasse

Poco dopo l'insediamento del nuovo Governo Truss, il ministro Kwarteng aveva presentato un piano ambizioso di taglio delle tasse.
Il programma di sforbiciate fiscali prevedeva un budget di 45 miliardi di sterline, ma era stato accolto in maniera gelida dai mercati (e dalla politica).

Il timore concreto era di esporre la Gran Bretagna a un indebitamento insostenibile, soprattutto in un momento in cui anche la stessa Bank of England ha preannunciato l'inizio di una imminente e lunga recessione.

Quel piano di tagli delle tasse aveva fatto sprofondare la sterlina (chi sa cos'è lo slippage Forex ne ha quasi visto uno), oltre che innescare un terremoto politico che ha messo in bilico lo stesso governo Truss. La premier adesso prova a salvare la sua poltrona barcollante, mentre è caduta già quella di Kwarteng, dimissionario dopo le feroci critiche al suo programma.

Il dietrofront

Adesso il nuovo cancelliere Hunt ha capovolto lo scenario: anziché tagliare le tasse, preannuncia un aumento per ben 32 miliardi di sterline.
"In un momento in cui i mercati chiedono giustamente un impegno per la sostenibilità delle finanze, non è giusto contrarre prestiti per finanziare" i tagli alle tasse, ha spiegato Hunt.
L'aliquota fiscale sulle imprese salirà dal 19% al 25%, mentre l'aliquota di base per i redditi personali resterà al 20%.

Annotazione: chi ama negoziare la sterlina dovrebbe valutare l'utilizzo della tecnica di Gann trading.

Il cambio di rotta fa bene ai mercati

Questo cambio di rotta sulle tasse ha dato un po' di ossigeno alla stellina, che sta recuperando terreno rispetto al dollaro. Il cambio GBP-USD risale infatti fino a 114 dopo gli annunci del neo cancelliere britannico Jeremy Hunt.
Inoltre il rendimento del Gilt decennale è sceso ulteriormente.

giovedì 13 ottobre 2022

Banche centrale USA, le minute dell'ultimo meeting non regalano sorprese

Il primo grande appuntamento settimanale per i mercati finanziari, erano i verbali dell'ultimo meeting di politica monetaria della Federal Reserve. La pubblicazione delle minute della Banca Centrale Americana non sono giunte sorprese rilevanti.

Cosa emerge dal board della banca centrale

In occasione di quel meeting di politica monetaria, la Banca Centrale decise di alzare il costo del denaro di 75 punti base.

I partecipanti di quella riunione convennero sulla necessità di continuare ad essere aggressivi per combattere l'inflazione elevata, così da evitare che possa radicarsi nell'economia. 

Per i membri del FOMC (l'organo di politica monetaria della banca centrale USA) i pericoli derivanti dal fare mosse troppo aggressive sono ancora minori rispetto a quelli di farne troppo blande. Un paio di partecipanti ha sottolineato che l'esperienza storica dimostra il pericolo di porre fine prematuramente a periodi di stretta politica monetaria volti a ridurre l'inflazione.

Falco ma non per sempre

Tuttavia bisogna anche sottolineare che le strette monetarie prima o poi dovranno essere rallentate. I membri del board sottolineano anche la necessità che a un certo punto bisognerà prendersi una pausa per valutare gli effetti degli aggiustamenti al costo del denaro sull'attività economica e sull'inflazione.

Economia e prezzi

I banchieri centrali sono consapevoli che è necessario un periodo di crescita del PIL reale molto fiacco, ma la Banca Centrale Americana ha sottolineato ancora una volta che la priorità deve essere riconosciuta alla lotta contro l'inflazione e al mantenimento di un mercato del lavoro stabile e robusto.

Sotto questo aspetto viene sottolineato che l'inflazione non ha ancora risposto in modo apprezzabile a questo inasprimento della politica monetaria e che tale risposta probabilmente tarderà ad arrivare. Giovedì ne sapremo qualcosa in più, visto che verrà reso noto proprio l'attesissimo report sull'andamento dei prezzi al consumo USA.

lunedì 10 ottobre 2022

Investitori, occhi puntati sul report inflazione USA

L'attenzione degli investitori la prossima settimana sarà tutta rivolta ai dati sull'inflazione negli Stati Uniti, che verranno resi noti nella giornata di giovedì.
Ma la settimana prevede anche l'avvio delle trimestrali USA e qualche dato macro interessante.

Il dato clou è l'inflazione

Non c'è dubbio che l'andamento dell'inflazione negli Stati Uniti sarà il dato più atteso dei prossimi giorni. Dopo che il report sul lavoro, diffuso venerdì scorso, ha evidenziato un quadro migliore del previsto, sono nuovamente aumentate le probabilità che la Federal Reserve rimarrà molto aggressiva sul fronte dei tassi di interesse.

Questo ha provocato uno scossone sul mercato, con il nuovo aumento del dollaro rispetto alle altre valute, ed un crollo delle borse europee e di Wall Street. L'indice del biglietto verde è salito a 112,7, con l'indicatore TRIX Trading triple Exponential Average che andrebbe tenuto d'occhio.

Se anche i dati riguardanti all'inflazione risulteranno diversi dalle previsioni - che si aspettano un rallentamento dal sorprendente +8,3% annuo di agosto all'8,1% - allora potrebbe esserci una nuova scossa sul mercato, perché darebbe maggiore forza alla Federal reserve per effettuare una nuova stretta di 75 punti base in occasione del prossimo meeting che si svolgerà a inizio novembre.

Gli altri dati macro

Sempre dagli Stati Uniti arriveranno ulteriori report nel corso di questi giorni. Anzitutto la lettura delle minute della Federal Reserve, che ci faranno capire il clima che si respira all'interno dell'organo di politica monetaria della Banca Centrale Americana.
Ma ci saranno anche le pubblicazioni riguardo al clima di fiducia delle piccole imprese e l'indice sulla fiducia dell'università del Michigan nonché il dato sulle vendite al dettaglio.

In Europa e nel resto del mondo

Gli investitori guarderanno con molta attenzione alla riunione dei ministri dell'energia europei che si riuniranno martedì e mercoledì prossimi. Di dare una risposta forte e unitaria alla crisi energetica.
Occhio anche all'intervento del capo della BCE Christine Lagarde che parlerà mercoledì. Chi adotta una strategia forex intraday trading, dovrà fare attenzione a questo appuntamento.

Per investitori sarà anche importante ascoltare Cosa tira il Fondo Monetario Internazionale riguardo al rischio recessione dopo il taglio delle previsioni sulla crescita globale dell'anno prossimo.

Occhio alle trimestrali

In settimana comincia il valzer delle trimestrali, che negli Stati Uniti sarà aperto da alcuni colossi bancari come JP Morgan, Wells Fargo e Citygroup.

giovedì 6 ottobre 2022

Economia italiana, Moody's avverte: "Rischiate il taglio del rating"

L'agenzia di rating Moody's avverte sulla possibilità che l'Italia venga colpita da un downgrade. Secondo la società neworkese, l'economia italiana ha bisogno di riforme, e se il nuovo governo non procederà a realizzarle, il Rating BAA3 con Outlook negativo potrebbe essere rivisto al ribasso.

Una fotografia dell'economia italiana

Subito dopo le elezioni di fine settembre, Moody's non aveva modificato il suo giudizio sull'Italia, poiché aspettava la formazione di un nuovo Governo. Adesso (anche se il nuovo Governo non c'è ancora...) aggiorna il profilo, analizzando la situazione dell'economia italiana e i suoi possibili sviluppi.

Crescita e debito

Secondo il punto di vista degli analisti newyorkesi, l'economia italiana può vantare una forte diversificazione, una elevata ricchezza delle famiglie ed un basso livello di debito del settore privato. Tuttavia, ha due elementi di forte criticità: il basso potenziale di crescita e il forte indebitamento pubblico.

Tenuto conto dell'inflazione elevata, delle condizioni di finanziamento più onerose e dell'attuale crisi energetica, ecco allora che la prospettiva di crescita dell'economia italiana non è incoraggiante, mentre preoccupa la probabile crescita del suo debito. Per questo secondo Moody's urgono riforme importanti.

Riforme e politica

Sotto tale aspetto, Moody's ritiene che ci siano rischi che il nuovo schieramento politico al governo possa ostacolare attuazione delle riforme strutturali. Moody's ritiene che il governo di centrodestra dovrebbe andare a rinegoziare alcuni aspetti del PNRR, ma questo finirà per ritardarne l'attuazione, a tutto danno dell'economia italiana.

L'avvertimento

Alla luce di questo discorso, l'agenzia lancia un monito all'Italia. "Probabilmente declasseremmo i rating dell'Italia se dovessimo vedere un significativo indebolimento delle prospettive di crescita di medio termine del Paese, a causa della mancata attuazione delle riforme a favore della crescita, comprese quelle delineate nel Pnrr".

lunedì 3 ottobre 2022

Banca centrale, in Giappone essere troppo accomodanti penalizza lo Yen

Mentre le banche centrali di tutto il mondo stanno intervenendo per alzare i tassi di interesse e fronteggiare gli incrementi shock dell'inflazione, quella del Giappone prosegue per la sua strada accomodante. Ma ciò sta avendo ripercussioni pesantissime sulla valuta nazionale.

Il Giappone è la Banca Centrale

Va precisato anzitutto che, a differenza degli Stati Uniti e dell'Europa, il tasso di inflazione in Giappone - storicamente molto basso - si è mantenuto su livelli abbastanza contenuti, sia pure oltre il target fissato dalla Banca centrale. Dopo anni passati a combattere l'inflazione troppo bassa, la Bank of Japan ci pensa due volte prima di essere troppo aggressiva per abbassarla.

Tuttavia lo scenario complessivo sta diventando molto insidioso. L'enorme divario tra il costo del denaro del Giappone e quello degli Stati Uniti e dell'Europa, ha spinto lo Yen nettamente al ribasso perché si è innescata una fuga di capitali dal paese. E l'Indicatore Supertrend strategy evidenzia la debolezza della valuta giapponese.

Lo scivolone dello Yen

A seguito dell'approccio molto accomodante della banca centrale, la valuta giapponese è scesa dall'inizio dell'anno di oltre il 25%. A settembre il rapporto di cambio dollaro yen ha raggiunto il livello massimo degli ultimi 24 anni a quota 145,8 (se negoziato questo cambi, ricordate di tracciare supporti e resistenze).

Il problema per le autorità

La svalutazione clamorosa dello Yen è un bel problema per i funzionari giapponesi, perché se è vero che favorisce l'export, al tempo stesso aumenta notevolmente i costi delle importazioni.

Intervenire sul mercato valutario per sostenere la valuta è possibile solo per scelta del Ministero delle Finanze con l'appoggio della Banca del Giappone. Nonostante qualche annuncio, non è stato fatto nulla per arrestare il deprezzamento dello Yen, se non attuare un controllo sui cambi (che generalmente è una mossa che prelude ad un vero e proprio intervento).
Tuttavia va detto che quando mosse simili sono state fatte, si è avuta soltanto una reazione temporanea del mercato. Non sono state in grado di arrestare il deprezzamento. Il contesto, che rimane estremamente incerto, potrebbe rendere inefficace l'intervento di acquisto dello Yen.

mercoledì 28 settembre 2022

Commercio, in Italia ad agosto calano import ed export

Il mese di agosto per il commercio dell'Italia è stato all'insegna del calo, che è stato più marcato per le esportazioni rispetto alle importazioni. A rilevarlo sono gli ultimi dati Istat.

I dati sul nostro commercio

Secondo l'istituto di statistica, a livello congiunturale (ossia mese su mese) le esportazioni sono calate del 7%. Durante lo stesso periodo le importazioni hanno invece vissuto un calo del 3,6%.

La flessione su base mensile dell’export è determinata in particolare dal calo delle vendite di energia (-44,8%) e beni strumentali (-13,9%); diminuiscono anche le esportazioni di beni di consumo durevoli (-5,4%) mentre aumentano quelle di beni di consumo non durevoli (+4,7%) e beni intermedi (+1,4%).
Per l’import, il calo congiunturale è dovuto sostanzialmente alla contrazione degli acquisti di energia (-13,5%).

Il commercio su base tendenziale

Per quanto riguarda invece l'andamento del commercio su base tendenziale - anno su anno - tanto l'export quanto l'import evidenziano grossi incrementi rispetto ad agosto del 2021.
La crescita delle esportazioni infatti è stata pari al 22%, in accelerazione rispetto al 14,2 del mese di luglio. In questo caso la crescita è stata alimentata principalmente dalle vendite di beni di consumo non durevoli, che hanno avuto un incremento superiore al 30%. Oltre a questa componente, pesa la crescita dell'energia che è stata quasi del 90%.

Gli aumenti su base annua delle esportazioni si riscontrano verso quasi tutti i principali paesi partner extra Ue27; i più ampi riguardano Turchia (+72,8%), Stati Uniti (+43,2%), paesi ASEAN (+39,1%) e paesi OPEC (+29,5%). Prosegue la flessione dell’export verso la Russia (-16,4%).
L'incremento tendenziale delle importazioni ha raggiunto invece quasi il 71%, avendo ricevuto una spinta fortissima dai maggiori acquisti di energia, pari a +173,3%.

Disavanzo commerciale e deficit energetico

Con questi dati relativi al mese di agosto, il disavanzo commerciale italiano arriva a superare i 20 miliardi. Nei primi otto mesi dello scorso anno era invece stato rilevato un avanzo di 33 miliardi. In particolare ad agosto il disavanzo commerciale italiano con i paesi extra Ue è pari a -5,79 miliardi, a fronte di un avanzo di 1,29 miliardi dello stesso mese del 2021.
Il deficit energetico invece sfiora i 70 miliardi ad agosto, ed è stato pari quasi a 10 miliardi rispetto ai 3,40.

giovedì 22 settembre 2022

Investitori fanno acquisti sulle borse Europee (prima che la FED decidesse la stretta)

Nel giorno del meeting della FED, che in serata - a borse europee chiuse - ha deciso di alzare i tassi di interesse di 75 punti base, gli investitori hanno spinto i listini del vecchio continente.
Malgrado le minacce di Putin e la notizia della nuova escalation militare in Ucraina, le borse anno viaggiato toniche, spinte dai titoli della difesa, dell'energia e dalle utility.

Il bilancio della giornata per gli investitori

A Milano gli investitori hanno fatto acquisti. Il FTSE Mib ha così chiuso a quota 22.035 punti, segnando un rialzo dell'1,2%.
In controtendenza si è mosso il FTSE Italia All-Share, crollato dell'1,64% a 23.649 punti. Poco sopra la parità il FTSE Italia Mid Cap (+0,31%); guadagno frazionale per il FTSE Italia Star (+0,57%).

Nel resto d'Europa gli investitori hanno spinto li listini. Il DAX, dove molti hanno adottato tecniche di scalping 5 minuti, segna un guadagno dello 0,76%. Londra chiude a +0,63%, Parigi +0,87%.
Chi s'è mossa in discesa è stata Wall Street, che ha risentito della stretta della FED da 75 pb.

I dati di Piazza Affari

A fine giornata, gli investitori di Milano hanno scambiato 1,85 miliardi di euro di titoli, con un incremento del 51,31%, rispetto a martedì.
I volumi di scambio sono saliti da 0,53 miliardi di azioni agli odierni 0,62 miliardi. 

Circa i singoli titoli, ha brillato Telecom Italia (+5,71%), grazie all'annuncio dell'ingresso in Vodafone di Xavier Niel, fondatore di Iliad. Questa novità ha riacceso le ipotesi di operazioni straordinarie nel settore tlc.
Gli investitori hanno premiato anche Leonardo (+5,54%), Iveco (+4,08%) e STMicroelectronics (+3,25%).
Il programma di buyback spinge anche UniCredit, mentre il balzo dell'energia spinge Tenaris (+2,9%), Eni (+1,8%) e Saipem (+1,4%).
Giornata negativa invece per Intesa Sanpaolo, -0,68%.

Gli altri mercati

Riguardo al mercato valutario, la stretta FED ha spinto gli investitori verso il biglietto verde americano. Il Dollar Index sale così oltre 111, sui massimi di 20 anni. Su questo asset si possono negoziare anche binary options, se sapete il Pocket Option nuovo link. Il cambio Eur-Usd scivola sotto 0,99.
Lieve aumento dell'oro, che sale a 1.668,1 dollari l'oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) crolla dell'1,21%, scendendo fino a 82,92 dollari per barile.

lunedì 19 settembre 2022

Lavoro, l'industria chimica può creare 29 milioni di posti con le sostenibili

E' ormai assodato che il mondo deve cambiare il sistema economico, virando verso un un approccio più sostenibile. Questo non produrrebbe solo effetti importanti sotto il profilo climatico, ma anche benefici in termini di lavoro. Soprattutto nel settore chimico.

La ricerca sulla transizione verde e sul lavoro

A evidenziare questo aspetto è una recente indagine della società di consulenza sullo sviluppo sostenibile Systemiq e dal Center for Global Commons dell'Università di Tokyo

In base a questo studio, il passaggio dell'industria chimica a un sistema tecnologico a basse emissioni di CO2, produrrebbe un aumento enorme di fatturato, circa il raddoppio.
Ma soprattutto innescherebbe una richiesta di forza lavoro aggiuntiva per 29 milioni entro il 2050.

I dati della ricerca

Bisogna considerare che oggi l'industria chimica è la causa del 4% del totale di emissioni globali di gas serra. In sostanza, questo settore inquina come l'intera Russia.
Se la produzione dovesse crescere, come è previsto per i prossimi anni, gli effetti sul clima sarebbero un disastro perché potrebbero spingere verso l'alto la temperatura della Terra fino a 4 gradi centigradi. Più del doppio rispetto agli accordi di Parigi del 2015.

E' evidente che occorre scongiurare questo pericolo, ma per farlo è necessario cambiare la tecnologia produttiva, spingendo sulle pratiche virtuose (riciclaggio, uso mirato dei fertilizzanti, maggiore sfruttamento dell'idrogeno, tecniche sperimentali di cattura e stoccaggio del carbonio).

Servono ingenti investimenti

Tutto ciò comporta un investimento di circa 100 miliardi di dollari all'anno fino al 2050. Non soltanto si tratta di una cifra contenuta, se paragonata al fatturato di questo settore. Ma addirittura col vantaggio che finirà per raddoppiarlo.
E poi, come detto, ci sarebbero effetti molto positivi sul lavoro. Infatti la transizione creerebbe anche circa 11 milioni di nuovi posti nella produzione di prodotti chimici, e altri 18 milioni nelle industrie correlate.

martedì 13 settembre 2022

Investitori delusi, l'inflazione USA è ancora forte. Il dollaro avanza

Il dato più atteso di questa settimana era quello relativo alla inflazione USA. Gli investitori speravano di ricevere un report incoraggiante, e invece - nonostante il secondo calo consecutivo - l'inflazione non è scesa secondo le attese.

La doccia fredda per gli investitori

investitoriIl dato pubblicato dal Bureau americano ha evidenziato infatti che nel mese di agosto la corsa dei prezzi è salita su base mensile dello 0,1% rispetto al mese precedente, a fronte di un calo atteso dello 0,1%.

Inoltre il dato annuale ha rallentato all'8,3% rispetto all'8,5% del mese precedente, ma gli analisti avevano pronosticato una frenata più robusta, pari all'8,1%. Una doccia fredda per gli investitori.
L'aspetto positivo è che si tratta della lettura più bassa in 4 mesi.

La FED verso la stretta da 75 pb

Quali conseguenze comporta questo dato? Importantissime, visto che tra una settimana c'è il meeting della Federal Reserve.
Gli investitori avevano ridotto le possibilità di una stretta da 75 punti base da parte dell'istituto centrale americano, proprio perché si ipotizzava una inflazione più debole. Questo significava inoltre che la divergenza rispetto alle altre banche centrali - in primis la BCE, che la scorsa settimana ha aumentato i tassi di interesse di 75 punti base - si sarebbe assottigliata.
Adesso lo scenario è nuovamente cambiato, e ci sono davvero poche possibilità che la Federal Reserve si mostrerà meno aggressiva a fine mese.

Gli effetti sul mercato

La reazione del mercato è stata così immediata. Il dollaro è schizzato di nuovo verso l'alto, interrompendo la tregua durata solo pochi giorni e mandando in alto gli oscillatori trading.

L'indice del biglietto verde, che misura il suo andamento rispetto a un paniere di valute principali, è salito oltre 109 dopo che era arrivato ai minimi della sessione di 107,7.
Anche il cambio EUR-USD ha subito un forte contraccolpo, precipitando di nuovo verso la parità.
Anche gli eurolistini e Wall Street ne risentono. FTSE Mib, il Ger 40 (cos'è) e i newyorkesi Dow Jonews, S&P 500 e Nasdaq hanno perso significativamente quota dopo la pubblicazione del dato sull'inflazione.

lunedì 12 settembre 2022

Imprese e famiglie, i rincari di luce e gas ammontano a 82,6 miliardi di euro

Il tema caldissimo degli ultimi mesi è l'aumento delle bollette di luce e gas. Secondo un calcolo effettuato dall'ufficio studi della CGIA Mestre, il conto salatissimo che imprese e famiglie dovranno pagare, salirà quest'anno di 82,6 miliardi. Una cifra esorbitante, che zavorra l'intera economia.
Per rendere l'idea, questa somma rappresenta metà del Prodotto Interno Lordo annuo di una regione traino come il Veneto.

I conti per famiglie e imprese

L'aumento delle bollette potrebbe scendere nei prossimi mesi, grazie agli effetti del decreto Aiuti ter, che dovrebbe essere approvato durante questa settimana.
Tuttavia gli aiuti non arriveranno certo a coprire l'intero ammontare degli aumenti, ma solo una cifra pari a 12-13 miliardi. Questo per evitare di incorrere in un aumento del deficit di bilancio.

Un aumento shock

Ma come si arriva al conto salato elaborato dalla Cgia?
si parte dai dati forniti da ISTAT per il 2021, riguardo alla spesa mensile di famiglie e imprese. Le voci energia elettrica e gas naturale complessivamente giungevano a 80 miliardi di euro.
Per l'anno 2022, invece, la stima riguardo al costo energetico complessivo per famiglie e imprese, schizzerà a 207,4 miliardi di euro.
La differenza quindi tra un anno e l'altro è di 127,4 miliardi, ossia +159%.

A ridurre un poco questo shock ci pensano gli aiuti economici erogati quest'anno dal governo Draghi, pari a 44,8 miliardi circa. Si arriva così al conto finale: l'aumento del costo dell'energia in capo a famiglie e imprese rispetto l'anno scorso è, di 82,6 miliardi.

Servono aiuti subito

Per trasformare questi numeri in qualcosa di concreto, la CGIA fa notare che per ogni famiglia e imprese, questo maggior costo equivale a pagare due volte agli enti locali e all'erario il bollo auto, l'Imu, l'Ires e l'Irap.
E' quindi evidente la necessità di intervenire con un impegno più sostanzioso da parte del governo, magari con un nuovo scostamento di bilancio per almeno altri 15-20 miliardi. Ma servirebbe l'assenso di Bruxelles che, nel frattempo, dovrebbe allentare i vincoli normativi sugli aiuti di Stato.

martedì 6 settembre 2022

Investitori nervosi, le Borse Europee chiude in netto rosso

Comincia all'insegna del profondo rosso la settimana delle Borse europee, che hanno viaggiato senza la bussola di Wall Street, rimasta chiusa per il Labor Day.

Gli investitori sono diventati nervosi dopo la decisione di Gazprom di tenere chiusi i flussi di gas verso l'Europa. Ma in giornata sono arrivate notizie importanti anche dal fronte petrolifero, con l'OPEC+ che ha deciso di tagliare 100 mila barili al giorno da ottobre.
Ad acuire poi il clima cupo è la notizia di nuovi nuovi lockdown in Cina.

Il bilancio della giornata degli investitori

Alla fine della giornata, il bilancio per gli investitori è pesante. Piazza Affari ha chiuso con il  FTSEMib in ribasso del 2,01% a quota 21.480 punti. Nel corso della seduta le perdite erano arrivate anche al 3%.
Giornata da dimenticare anche per il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 23.440 punti. Male anche il FTSE Italia Mid Cap (-2,4%); sulla stessa tendenza, pessimo il FTSE Italia Star (-1,85%).

Il resto d'Europa

Gli investitori hanno venduto tanto anche nel resto d'Europa. Il DAX di Francoforte ha chiuso a -2,22%, il CAC di Parigi segna -1,2%, Madrid -0,97% e Amsterdam -0,66%. L'unica piazza che è riuscita a strappare un timido rialzo è Londra, che alla fine segna +0,09% dopo la vittoria di Liz Truss nella corsa a Downing Street.
Come detto, è rimasta chiusa Wall Street per le festività del Labor Day. Ma questo lo sanno bene quelli che usano App per giocare in borsa.

I dati di Milano

Il controvalore degli scambi da parte degli investitori a Piazza Affari è stato pari a 1,4 miliardi di euro, in calo dell'11,19%, rispetto ai 1,58 miliardi della vigilia. Scendono i volumi scambiati, oggi 0,41 miliardi di azioni rispetto ai 0,45 miliardi precedenti.
A Piazza Affari il bilancio peggiore è quello dei titoli di auto, industria e banche. In evidenza il segno rosso di Stellantis (-4,79%), Pirelli (-5,06%), Interpump (-4,82%).

Tra le banche male Unicredit, che lascia sul terreno il 2,73% e disegna una Marubozu candle ribassista.
Crescono invece gli energetici, grazie al balzo del petrolio dopo il meeting OPEC+. Miglior titolo del giorno è Eni (+1,69%), avanza anche Tenaris (+0,92%).