giovedì 30 giugno 2022

Economia argentina, lo scenario rimane molto complesso

La situazione dell'economia Argentina continua ad essere drammatica, e trova un fedele riflesso nella situazione del cambio tra il peso e il dollaro. Il rapporto è salito di oltre il 21% nel corso di quest'anno, toccando nuovi livelli record.

Quante spine per l'economia Argentina

In questo periodo i timori sul futuro dell'economia Argentina crescono. L'inflazione è prevista in crescita al 75% quest'anno, mentre i timori di una recessione globale alimentano il rischio default. 

Tale pericolo è amplificato dal mancato raggiungimento degli obiettivi fissati con il Fondo Monetario Internazionale (l'inflazione avrebbe dovuto essere tra 38%-48%), che mettono a rischio l'accordo da 44 miliardi di dollari concordato con l'Fmi.
Si aggiunga poi che la situazione politica interna è come sempre turbolenta.

L'Argentina non è attraente per gli investitori

Sono tutti fattori che azzerano l'appeal del Paese, che non è più capace di attirare gli investimenti. Il rischio paese messo a punto da JP Morgan è schizzato oltre quota 2500 punti, sul massimo di 2 anni. Le obbligazioni statali sono sprofondate ai minimi storici. Per questo motivo le mani forti trading non si avvicinano nemmeno al paese sudamericano.

Per cercare di salvare l'economia, il Governo di recente ha effettuato un sostanzioso swap del debito locale per posticipare i pagamenti di giugno. Intanto le riserve valutarie continuano ad assottigliarsi: secondo l'Fmi, erano pari a 2,3 miliardi di dollari alla fine del 2021. Pesa anche l'elevato esborso per le importazioni di energia, schizzata alle stelle a causa della guerra in Ucraina.
La Banca Centrale, a causa degli interventi effettuati sul mercato dei cambi, si ritrova con un saldo negativo di circa 200 milioni.

Il cambio ufficiale e parallelo con il dollaro USA

Intanto, mentre il tasso di cambio ufficiale si avvicina ai 130 pesos (con l'ADX indicatore forex che segnala forte volatilità), sul mercato parallelo il dollaro viene scambiato anche a 239 pesos, segnando un divario tra il tasso ufficiale e quello parallelo quasi del 90%.
Gli argentini - a cui è vietato prelevare più di 200 dollari al mese - si accaparrano in strada dollari appena possono. Appena ricevono lo stipendio, abbandonando il peso

Il grave problema dell'economia Argentina è che il paese non ha accesso al credito per via della mancanza di fiducia degli investitori. L'unico modo per fare affluire dollari sono le esportazioni.

martedì 28 giugno 2022

Costi della burocrazia, cittadino paga 251 euro l'anno

Uno dei gravi problemi che affligge il nostro paese è sicuramente l'eccessivo peso della burocrazia. Rappresenta un ostacolo per lo sviluppo economico, ma comporta anche dei costi che si scaricano sui cittadini stessi.

A quanto ammontano i costi della burocrazia

L'ufficio studi della CGIA ha analizzato l'impatto di questo scoglio burocratico sulle tasche dei cittadini. Emerge che la burocrazia è diffusa trasversalmente sia tra i piccoli che grandi comuni. Anzi è un grosso ostacolo soprattutto nei comuni di piccolissima dimensione. 

Alla burocrazia insomma non si sfugge. Tutto questo si traduce in costi pro capite che sono pari a €251 l'anno. La spesa per la burocrazia si gonfia ogni anno di 14,5 miliardi.

Una macchina elefantiaca

Ad una cifra così scioccante si giunge considerando tutti gli apparati che occorrono per tenere in moto la macchina burocratica. Ogni atto richiesto dal legislatore ed alle disposizioni ministeriali richiede personale e ore di lavoro. Così si giunge a gonfiare le spese che occorrono ogni anno.
Tali spese assorbono risorse che potrebbero essere spese in maniera molto più proficua, investendo o garantendo maggiori servizi.

La geografia dei costi burocratici

Il peso dei costi della burocrazia grava in special modo nelle regioni del Mezzogiorno. Rispetto alla spesa corrente totale, i costi della burocrazia in Basilicata arrivano al 34,6%, mentre il Molise si arriva al 34,5% ed in Sicilia al 33%. Quasi come la Calabria (32,8%). Queste sono le situazioni più critiche nello stivale.

La cosa paradossale è che nelle Amministrazioni comunali più piccole (fino a 5 mila abitanti) si registra il costo più elevato pro capite (344 euro). Seguono i municipi con oltre 60 mila abitanti (259 euro) e quelli con classi demografiche intermedie (238 euro per i Comuni tra i 5 e i 10 mila abitanti, 212 euro per quelli fra i 10 e i 20 mila abitanti e, infine, 208 euro per le amministrazioni fra i 20 e i 60 mila abitanti).

giovedì 23 giugno 2022

Prezzo del petrolio in discesa sui timori recessione. Biden taglia il prezzo alla pompa

Il timore che negli Stati Uniti possa innescarsi una recessione economica ha zavorrato il prezzo del petrolio, che è sceso di alcuni punti percentuale nella giornata di mercoledì.

La recessione e il prezzo del petrolio

Le mosse restrittive della FED e delle altre banche centrali per contrastare l'inflazione galoppante, andranno a incidere sulla crescita economica. Aumenta così il rischio che anche gli USA possano entrare in recessione. Questo scenario inevitabilmente influenza il prezzo del petrolio, visto che gli USA sono il maggiore consumatore al mondo.

Va detto però che gli analisti sono divisi sulla questione. Goldman Sachs vede una probabilità del 30% (rispetto alla precedente previsione del 15%); Citigroup la stima al 50%. Al contrario, UBS ritiene che non ci sia pericolo che ciò accade ne' nel 2022 ne' nel 2023.

Effetti pesanti sul mercato

In ogni caso, i timori sul futuro dell'economia americana e quella globale, e i conseguenti effetti sulla domanda di carbutante, hanno spinto il prezzo del petrolio in discesa rispetto ai 120 dollari che avevano settimana scorsa. 

Nel corso della giornata il Brent era affondato fino a un minimo intraday di 108,21, mentre il WTI era scivolato fino a quasi -7%, attorno ai 102,71 dollari al barile. Nonostante il recupero, il mercato ha chiuso vicino ai livelli più bassi in un mese. Tuttavia, non si vedono ancora pattern di inversione candlestick.

La mossa di Biden

Negli USA intanto il presidente Joe Biden - che aveva lanciato forti critiche contro i giganti del settore oil - chiede di sospendere le tasse federali sul carburante per i prossimi novanta giorni, per contrastare il rincaro dei prezzi alla pompa. L'importo dello "sconto" è circa 18 centesimi per gallone di gas (equivalente a circa 3,7 litri) e 24 per il diesel.
Il presidente ha fatto poi appello alle compagnie petrolifere, affinché trasferiscano ai consumatori "ogni centesimo risparmiato sulle tasse federali", perché in tal modo potrebbe scendere i prezzi alla pompa di 1 dollaro al gallone.

Situazione ancora rialzista

Nonostante la forte discesa, i prezzi del petrolio rimangono molto elevati a causa dell'offerta limitata, e chi segue una strategia trend following continua ad essere rialzista sul mercato. La guerra in Ucraina ha infatti portato a un embargo sul petrolio russo da diversi paesi, mentre l'OPEC non è in grado di pompare più greggio a causa dei sottoinvestimenti.

martedì 21 giugno 2022

Ricchezza, si gonfia ancora il portafoglio dei grandi Paperoni del mondo

Il patrimonio delle persone più ricche del mondo è cresciuto nel corso del 2021, e la maggior parte di essi si trova negli USA.
Sono queste i due elementi essenziali del World Wealth Report 2022, che come ogni anno stila la classifica della ricchezza nel mondo.

I Paperoni accrescono la loro ricchezza

Lo scorso anno, il numero di persone ad alto patrimonio netto (ossia gli HNWI, High Net Worth Individual) è cresciuto del 7,8%. Si tratta di individui con patrimonio pari o superiore a 30 milioni di dollari. 

Complessivamente la ricchezza da loro detenuta è aumentata dell’8%. A spingere questa tendenza è stata la ripresa delle economie supportata dal mercato azionario.

Forse può interessare: classifica Forbes 2022 - uomini più ricchi del mondo.

Analisi geografica

Secondo il Report, il Paese dove c'è il maggior numero di super-ricchi sono gli Stati Uniti d’America. Seguono Giappone, Germania e Cina.
Considerati nel loro insieme, questi 4 Paesi rappresentano il 63,6% della popolazione ricca a livello globale, con un aumento dello 0,7% rispetto al 2020.

Il Nord America rimane al comando della classifica dei continenti. Qui c'è stato l’aumento più robusto della popolazione e della ricchezza high net worth. Sono infatti entrambi saliti di oltre il 13%.
Spiccano gli Stati Uniti, dove grazie alla corsa del settore tecnologico, la ricchezza dei Paperoni è cresciuta del 14%.

In Europa...

L’Europa sale al secondo posto della classifica, scalzando così l’Asia-Pacifico.
Nel Vecchio Continente brillano Danimarca, Italia e Paesi Bassi che hanno registrato la maggiore crescita di Ultra-ricchi. Nel dettaglio, l’eurozona ha registrato i tassi di crescita più elevati nel 2021: 6,7% per la popolazione high net worth e 7,5% per la ricchezza soprattutto in Europa. Nell’Asia-Pacifico la crescita della popolazione ultra-ricca è stata del 4,2%, con un patrimonio salito del 5,4%.

Da segnalare che a livello globale, il 70% degli HNWI ha investito in asset e valute digitali.

giovedì 16 giugno 2022

Banca centrale USA spiana la strada ad atteggiamenti più aggressivi

Come si pensava ormai già da diversi giorni, la Federal Reserve ha deciso di intensificare la sua aggressiva politica monetaria. La banca centrale statunitense ha infatti alzato il tasso di interesse di riferimento di 75 punti base nella riunione di giugno. Adesso il costo del denaro si trova in una forchetta fra l'1,50 e l'1,75%.
La decisione non è stata unanime, visto che Esther George ha votato contro, perché preferiva una stretta da mezzo punto.

L'inflazione e la banca centrale

La Federal Reserve ha così operato la stretta monetaria più vigorosa dal 1994 per combattere un'inflazione che continua a marciare a passo da record, sui top di 40 anni (a maggio 8,6%).

La Banca Centrale Americana inoltre ha preannunciato una serie di rialzi più aggressivi, che dovrebbero portare il costo del denaro alla fine dell'anno attorno al 3,4%. Tuttavia Jerome Powell ha precisato che la stretta di 75 punti base non deve essere considerata come una regola, ma come un una tantum.

Il capo della Banca Centrale Americana ha precisato che la Fed adotterà un atteggiamento flessibile per far scendere l'inflazione senza indurre alcuna recessione economica. Powell ha assicurato che la banca centrale ha "gli strumenti e la determinazione" per combattere il caro-prezzi e centrare il target di un'inflazione del 2%.

Outlook economico

Riguardo alle prospettive economiche a stelle e strisce la Federal Reserve evidenzia una frenata del PIL che quest'anno dovrebbe crescere dell'1,7%, decisamente meno del 2,8% stimato in precedenza. L'inflazione è invece attesa quest'anno al 5,2%.

Annotazione operativa: può essere molto interessante approfondire la strategia bande di Bollinger e Rsi.

La reazione dei mercati

La decisione della Banca Centrale Americana ha provocato un lieve rimbalzo di Wall Street, e In un primo momento anche una frenata della corsa del dollaro.
Tuttavia il biglietto verde questa mattina ha ricominciato a correre, e il cambio con l'euro si ritrova nuovamente vicinissimo alla soglia di 1,04. Chi sa come fare scalping Forex ne ha beneficiato. Ricordiamo che il Dollar index invece è vicino ai massimi ventennali.

lunedì 13 giugno 2022

Tasse, per gli italiani in arrivo una stangata IMU da 9,5 miliardi

Sarà una settimana molto intensa sul fronte delle tasse per i cittadini italiani. L'appuntamento più importante è quello del prossimo 16 giugno con la scadenza del IMU, l'Imposta Municipale Propria istituita dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011.

Quanto incasserà lo Stato da queste tasse

Secondo un rapporto elaborato dal servizio UIL lavoro, gli italiani spenderanno circa 9,5 per l'imposta sugli immobili. Si tratta dell'acconto dovuto sulla tassa dell'intero anno 2022, che in totale dovrebbe portare nelle casse dello Stato poco meno di 20 miliardi di euro.

La chiamata alle tasse sugli Immobili coinvolgerà circa 25 milioni di contribuenti, che sono proprietari di case diverse da quella principale (che invece è esentata dal pagamento).

L'identikit

Nel 41% dei casi, chi è chiamato a pagare questa tassa è un lavoratore dipendente oppure un pensionato. In media pagherà €1074 per l'intero anno (537 di acconto entro il 16 giugno), anche se in alcune grandi città l'importo arriverà a superare i €2000.

Chi spende più e chi spende meno

Le tasse sugli Immobili colpiscono in misura differente in relazione alla ubicazione delle seconde case. Chi ne ha una a Roma pagherà in media 2064 euro per l'intero anno. Milano e Bologna sI collocano qualche euro più in basso. I più fortunati sono quelli che hanno una seconda casa ad Asti, perché pagheranno appena €580 medi l'anno.
Chi possiede una seconda pertinenza dell'abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), dovrà versare l'Imu con l'aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 55 euro, con punte di 110 euro annui.

Tasse sulla casa sempre in Focus

Come accade frequentemente, il tema delle tasse sulle proprietà immobiliari è centrale nel dibattito politico. Questo ancora di più dopo l'approvazione della delega fiscale in discussione al Parlamento, dove è contenuta anche una revisione del catasto, che dovrebbe servire a rendere le tasse sulle proprietà immobiliari più eque.
Si tratta comunque di un tema che periodicamente viene portato alla ribalta, ma finora non è stato mai risolto da nessuno.

lunedì 6 giugno 2022

Mercati europei, partenza di settimana col piede giusto

Giornata molto positiva per i mercati europei, dove le Borse chiudono tutte in territorio ampiamente positivo. Una scossa giunge dalle riaperture in Cina, dopo un lunghissimo lockdown. Intanto gli investitori guardano al meeting di politica monetaria della BCE di giovedì, oltre che alle nuove proiezioni macro.

Il bilancio dei mercati europei

A Piazza Affari la seduta termina con un bilancio molto positivo. Il FTSE MIB segna in chiusura +1,65% a 24.565 punti. Sulla stessa linea si è mosso il FTSE Italia All-Share, +1,55% a quota 26.827 punti.

Riguardo agli altri mercati europei, brilla il DAX di Francoforte (+1,34%) ma ancora meglio fa Amsterdam (+1,59%). Parigi avanza dello 0,98%, mentre Londra riparte con +1% dopo la chiusura prolungata per i festeggiamenti dei 70 anni di Regno di Elisabetta II.
Anche Wall Street è partita bene.

Nota: oltre che investire sui mercati europei, si può anche puntare sugli etf mercati emergenti (quali sono).

I singoli titoli

Sui mercati europei gli acquisti sono stati diffusi in tutti i settori.
A Milano, dove il controvalore degli scambi è stato pari a 1,28 miliardi di euro, gli investitori hanno premiato anzitutto Iveco Group (+4,70%). Molto positiva anche Nexi (+3,83%).
Molto bene le banche, in special modo Bper +3,65%, che ha perfezionato l’acquisizione della partecipazione di controllo di Carige.
Corrono anche Intesa +3,27%, Banca generali +3,01%, Finecobank +2,97%, Unicredit +2,64%, Banca Mediolanum +2,38%.

Non ha sfruttato il vento positivo Interpump, che ha chiuso a -1,11% ed è il peggior titolo del giorno.
Rimbalza Leonardo, -0,53%, dopo i fortissimi guadagni delle scorse sedute grazie alle indiscrezioni su un’offerta della tedesca Rheinmetall per il 49% di Oto Melara. È praticamente piatta Atlantia -0,09%.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, si rialza l'euro rispetto al dollaro. Il cambio EURUSD rimane però sempre poco sopra quota 1,07. Attenzione al possibile incrocio medie mobili 50 e200.
Sessione debole per l'oro, mentre il petrolio tipo Brent tratta oltre 119 dollari al barile, leggermente sotto i massimi oltre 120 dollari, toccati a seguito della decisione dell’Arabia Saudita di aumentare i prezzi per il mese di luglio.

venerdì 3 giugno 2022

Costo di un figlio, secondo Bankitalia siamo arrivati a 640 euro

In Italia c'è un problema evidente di calo demografico. Un trend negativo che ci appartiene da un bel po' e si sta aggravando sempre di più.
Nel 2021 i nuovi nati sono scesi per la prima volta sotto quota 400 mila (-1,3% rispetto al 2020). Il tasso di fecondità in Italia è pari a 1,25. Si fanno meno figli, e peraltro si fanno anche più tardi. Forse anche perché mantenere un figlio ha un costo: 640 euro al mese secondo i dati Bankitalia.

Le componenti del costo per figlio

La relazione presentata dalla nostra banca centrale mette in evidenza il costo medio al mese che deve sostenere una famiglia composta da due adulti e uno o più figli minori.
Il costo, che è stato calcolato sul periodo 2017-2020, comprende gli acquisti di beni e servizi destinati esclusivamente ai figli. Per dirne uno, gli alimenti per neonati e rette scolastiche. Ma comprende anche una quota dei consumi dell'intero nucleo familiare, come le spese per l’abitazione e per i trasporti.

Dei 640 euro di costo medio, più della metà è destinato alla soddisfazione di bisogni primari, come quelli alimentari, di abbigliamento, l'istruzione e la salute. Spese quindi che possono essere tagliate soltanto in misura molto limitata. In realtà nella maggior parte dei casi, si cerca più che altro di ridurre i bisogni propri per non andare a incidere inalterati quelli dei figli.

Divario Nord-Sud

E' interessante notare come il costo medio sia più alto al Nord che al Sud, ma questa differenza in valore assoluto si annulla quando si parla di incidenza sul bilancio familiare. Il costo di un figlio pesa infatti, in maniera abbastanza omogenea tra Settentrione e Meridione, ed è pari a circa un quarto del reddito medio totale.

Come evidenzia Bankitalia, proprio per cercare di ridurre il peso del costo dei figli, dallo scorso marzo è iniziata l’erogazione dell’assegno unico e universale, che viene attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni) e senza limiti di età per i figli disabili.