venerdì 25 febbraio 2022

Commodity, l'argento potrebbe correre nei prossimi anni

L'industria automobilistica potrebbe dare una spinta molto forte alla domanda di argento, e di conseguenza aumentare la pressione rialzista sui prezzi di questa commodity.

La natura di questa commodity

Per capire lo scenario futuro che potrebbe riguardare il silver metal, occorre riflettere un attimo sulla natura di questa commodity

L'argento è solo in parte un metallo prezioso, ossia il fratello minore dell'oro. Come tale è un rifugio per gli investitori. 

Lo dimostra il fatto che i futures sull'argento sono saliti al di sopra del livello chiave di $ 25 nell'ultima settimana, sulla scia degli eventi che stanno succedendo in Ucraina, e l'indicatore Aroon è in zona alta.

Metallo industriale

Ma in realtà l'argento è un metallo dalla natura ibrida, perché si tratta di un metallo industriale di largo utilizzo.
Questa commodity infatti ha una proprietà fisica molto importante, dal momento che è il miglior conduttore di elettricità. Per questo motivo l'argento è largamente sfruttato nell'industria fotovoltaica e in quella della mobilità elettrica, dove è cruciale per la fabbricazione delle batterie.

La domanda per fotovoltaico e automobili

Nel corso del 2020 l'industria fotovoltaica ha consumato il 12% della produzione globale di argento. Questo testimonia l'importanza di questa commodity del settore.
Va sottolineato che secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), il rispetto degli accordi di Parigi richiederebbe installazioni di parchi eolici nella misura di 5 volte quelli attualmente presenti. Questo significa che la domanda di argento in questo ambito è destinata a crescere.

Discorso analogo vale per l'industria automobilistica. L'argento ha consumato tra i 6 e il 7% della produzione mondiale di argento nel 2020. Viene utilizzato nei pacchetti di batterie.
Anche in questo caso il rispetto degli accordi di Parigi implica che il mercato dell'auto spinga molto forte sulla diffusione dei veicoli elettrici. Si tradurrebbe in un aumento del consumo di questa commodity di circa il 60%.

La prospettiva

È indiscutibile quindi che per il settore dell'argento le prospettive future sono decisamente importanti, e non a caso i segnali gratis in tempo reale sono tutti positivi. La maggiore richiesta potrebbe tradursi in una forte spinta al rialzo dei prezzi. C'è chi ritiene che questi ultimi possono schizzare verso i 30 dollari l'oncia.

mercoledì 23 febbraio 2022

Inflazione, la corsa continua. In Italia +4,8% a gennaio

Cresce ancora l'inflazione in Italia, sotto la spinta dei prezzi dell'energia. Lo evidenzia Istat, che ha illustrato l'andamento dei prezzi al consumo di gennaio.

I dati sull'inflazione in Italia

Su base congiunturale, ossia confrontando gennaio 2022 e dicembre 2021, la stima dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è in crescita dell’1,6%.
Su base tendenziale, il dato dell’indice è invece in salita del 4,8% (da +3,9% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Le componenti

La crescita congiunturale dell'inflazione è dovuta soprattutto alla corsa dei Beni energetici regolamentati (+43,8%)

Crescono in modo più contenuto i prezzi dei beni Energetici non regolamentati (+3,0%), dei Beni alimentari non lavorati (+2,0%), degli Alimentari lavorati (+1,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1%) e dei Beni durevoli (+0,8%).
Solo i Servizi relativi ai trasporti diminuiscono (-1,6%), a causa per lo più di fattori stagionali.

Forse può interessare: conseguenze di guerra in Ucraina sui prezzi dell'energia.

Dati tendenziali

Anche la crescita dell’inflazione su base tendenziale è stata innescata in misura prevalente dalla corsa dei prezzi dei Beni energetici. Questi ultimi infatti sono saliti del 38,6%, contro +29,1% di dicembre. A crescere è stata in special modo la componente regolamentata (da +41,9% a +94,6%), mentre è salita in misura minore la componente dei Beni energetici non regolamentati (da +22,0% a +22,9%).
Crescita più contenute si sono viste anche nella categoria dei Beni alimentari non lavorati (da +3,6% a +5,3%) e in quella dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,6%). Frena invece la corsa dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +1,5%).

Inflazione core e IPCA

L'inflazione "core",cioè il dato depurato delle componenti più volatili come energia e alimentari freschi, rimane stabile a +1,5%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +1,6% a +1,8%.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione congiunturale nulla e un aumento del 5,1% su base annua (da +4,2% di dicembre); la stima preliminare era +5,3%.

venerdì 18 febbraio 2022

Business dell’auto ancora male. Per l'Italia è stato il peggior gennaio da 38 anni

Il business dell'auto continua ad essere molto fiacco in Europa. In base ai dati relativi al mese di gennaio, emerge infatti che il calo delle immatricolazioni di veicoli è proseguito in tutto il vecchio continente. La flessione è stata del 2,4%. Si tratta del settimo mese negativo di fila.

I dati sul business dell'auto

Complessivamente il business dell'auto ha prodotto immatricolazioni per 822.000 unità, che il valore più basso da almeno 22 anni. Questo emerge dai dati di Acea, ossia l'Associazione dei costruttori del vecchio continente. 

Il calo delle vendite risulta peraltro ancora più eclatante se si utilizza come metro di paragone il periodo pre-pandemico. Rispetto a gennaio 2019 infatti, la diminuzione delle immatricolazioni è addirittura del 32,9%.

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I dati sui singoli Paesi

A livello di singoli paesi, purtroppo l'Italia è fanalino di coda. Il mercato dell'automobile nel nostro paese ha subito un crollo del 19,7%. Non andava così male da 38 anni.
Le uniche Nazioni positive in Europa sono state in Germania (+8,5%) e Regno Unito (+27,5%), che comunque non arrivano a livelli pre-pandemici.
Si salva anche la Spagna, che ha registrato un aumento di appena un punto percentuale.

In Italia non va neppure bene il business delle auto elettriche e ibride plug in. Siamo infatti all'ultimo posto nelle vendite, con una quota di mercato rispettivamente al 3,4% e al 5%. Germania e Regno Unito fanno tra le 4 e le 6 volte meglio di noi.

Fattori chiave e incentivi

A pesare sull'andamento del settore è senza dubbio la crisi dei semiconduttori, che ha provocato produzioni a singhiozzo e in alcuni casi interruzioni temporanee. Perfino a colossi quotati alla Xetra borsa (cos'è) di Germania, come Volkswagen, BMW e Daimler.

Uno dei problemi che riguarda il business dell'auto in Italia è l'assenza di sostegni governativi per il 2022. Dovrebbero spingere a comprare veicoli a zero o bassissime emissioni. In Germania, Francia, Spagna e Regno Unito sono previsti miliardi di euro di incentivi e investimenti in infrastrutture. Per questo i produttori chiedono interventi al governo per favorire il rinnovamento del parco macchine circolante.

mercoledì 16 febbraio 2022

Business delle parafarmacie online: in un anno crescita del 25%

Uno dei business chi ha ricevuto un forte impulso nel corso degli ultimi due anni è quello delle parafarmacie. Lo dimostrano i numeri visto che tra i 2019/2020 il numero di attività che sono state aperte in Italia si avvicina quasi a 300.

La differenza del business tra farmacie e parafarmacie

Anzitutto dobbiamo evidenziare la differenza tra il business delle parafarmacie e quello delle tradizionali farmacie. Nel primo caso si possono vendere farmaci su prescrizione del medico, nel secondo caso invece non è ammesso. Possono vendere solo farmaci senza ricetta, come i farmaci da banco, gli integratori, i prodotti biologici, i dispositivi medici, i parafarmaci.

La corsa del business

A propiziare la crescita di questo business è stata la concomitanza di due fattori.
Da un lato la crisi pandemica, che ha accresciuto la richiesta di prodotti medicinali da parte degli italiani, soprattutto per lo stress psicologico scatenato dal Covid.
Dall'altro lato c'è stata la forte digitalizzazione dei comportamenti, che ha accresciuto il ricorso alle vendite online (anche per via dei lockdown).
L'effetto congiunto di questi fattori, ha moltiplicato le vendite e reso assai appetitoso questo business.

Quante sono le parafarmacie in Italia

Nell'arco di un solo anno, il numero di parafarmacie online che sono sorte è cresciuto di 282 unità. Praticamente ogni giorno feriale ne è stata aperta una in più.
Complessivamente, il business delle parafarmacie online è giunto a sfiorare le 1000 unità. Il dato assume maggior rilievo se consideriamo che le parafarmacie “fisiche” sul territorio nazionale sono quasi 3.700.

E' interessante osservare due caratteristiche differenti tra il business delle parafarmacie online e quelle fisiche. Quelle virtuali hanno una distribuzione territoriale enorme soprattutto in Campania, mentre quelle “fisiche” sono principalmente nelle zone insulari. Ad esempio, in Sicilia e Sardegna ce ne sono rispettivamente 400 e 209.

I numeri del business

Se c'è stata una crescita così importante delle parafarmacie, è lecito chiedersi quanto guadagnano per essere così appetibili. Ebbene nel 2020 si stima un fatturato pari a 850 milioni di euro l’anno, contro i 10,3 miliardi del guadagno nelle farmacie.

venerdì 11 febbraio 2022

Costo del denaro, il Messico lo alza ma finisce in recessione tecnica

La riunione di politica monetaria della banca centrale del Messico si è conclusa con un esito atteso dagli esperti di mercato. L'istituto centrale infatti ha deciso di operare il sesto rialzo del costo del denaro consecutivo. Il tasso di interesse è stato portato al 6% con un aumento di 50 punti base.

La mossa messicana sul costo del denaro

La Banca Centrale messicana ha deciso di effettuare questa mossa per rispondere all'incremento dell'inflazione e per rispondere all'ormai imminente stretta monetaria che si appresta a fare la Federal Reserve.

L'istituto centrale americano dovrebbe effettuare la prima mossa sul costo del denaro già a marzo, e probabilmente ci saranno altri 2 o 3 ritocchi nei prossimi mesi.

Annotazione: Le notizie riguardo ai cambiamenti ufficiali del costo del denaro, sono utilissime per chi adotta strategie trading con indicatori.

La pressione dell'inflazione

Secondo il board di politica monetaria della Banxico le pressioni inflazionistiche rimangono elevate, al punto da spingerla ad aumentare le stime per il 2022 e il 2023.
L'ultima lettura riguardo alla crescita dei prezzi ha evidenziato un balzo al 7,1%, che è più del doppio rispetto all'obiettivo che si pone la Banca Centrale (3%).
Anche l'inflazione "core", ossia depurata delle elementi più volatili, è balzata in alto al 6,21%. Si tratta del livello più elevato che è stato da aggiunto da oltre 20 anni.

Il peso si irrobustisce

Per questi motivi la Banca Centrale del Messico ha ritenuto necessario effettuare una stretta ai tassi di interesse. Che sta contribuendo a dare solidità anche al peso messicano, che rispetto al Dollaro Americano negli ultimi tempi ha guadagnato un poco di terreno, tanto da far intravedere una possibile inversione del trend. Si nota di recente anche una Dragonfly doji candlestick su timeframe mensile.

Va infine aggiunto che il Messico è entrato ufficialmente in recessione tecnica virgola una situazione che si verifica quando il ritmo della crescita economica scivola in territorio negativo per due trimestri. Dopo la contrazione dello 0,4% per avvenuta del trimestre scorso nell'ultimo trimestre c'è stata un'ulteriore contrazione dello 0,1%.

mercoledì 9 febbraio 2022

Produzione industriale, l'Italia recupera i livelli pre pandemia. Ma ci sono eccezioni...

Nell'ultima parte del 2021, la produzione industriale ha subito una frenata. A rivelarlo è l'ultimo rapporto fornito da Istat, che evidenzia così l'impatto della variante Omicron sulla ripresa della nostra economia, nonché quelli dovuti ai rincari dell’energia.

L'andamento della produzione industriale

I dati congiunturali dicono che nel mese di dicembre l'indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dell’1%, rispetto al mese precedente. 

Il dato congiunturale trimestrale invece evidenzia che la produzione industriale è cresciuta dello 0,5% rispetto al trimestre precedente.
Il dato mensile tendenziale rivela invece un aumento del 4,4% rispetto a dicembre 2020 (dato corretto per gli effetti di calendario).

Settori produttivi

I maggiori incrementi tendenziali hanno riguardato i beni di consumo (+10,4%) e l’energia (+8,9%). A livello settoriale, è quello dei prodotti farmaceutici ad aver brillato più di tutti (+25,4%). Hanno corso anche l’industria del legno, della carta e stampa (+18,7%) e la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+16,5%).
Chi si è mosso in netta controtendenza è invece il settore delle attività estrattive (-13,9%), nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-3,7%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-3,4%).

Il 2021 in confronto al 2020

Se guardiamo all'intero 2021, l'andamento della produzione industriale evidenzia la ripresa economica post-pandemica. Considerando l’evoluzione congiunturale del 2021, si sono registrati aumenti dell’indice complessivo in tutti e quattro i trimestri, ma in progressivo rallentamento nel corso dell’anno.

Rispetto al 2020, anno sconvolto dai lockdown e dalle chiusure, la produzione è cresciuta rispetto all'anno precedente dell’11,8%. Grazie a questo balzo, l’industria italiana ha recuperato i livelli pre Covid. La crescita annua è diffusa a tutti i principali raggruppamenti di industrie, ma rivela anche grosse eccezioni.
Il settore tessile, ad esempio, pur mettendo a segno un rimbalzo del 10%, non ha recuperato la forte perdita (-28,5%) subita nel 2020. Anche la fabbricazione di mezzi di trasporto non riesce a recuperare i livelli pre-pandemia.

venerdì 4 febbraio 2022

Valute digitali, stretta sul settore con le nuove regole del MEF

Ci sono nuove regole per chi decide di operare con le valute digitali in Italia. In questa settimana infatti il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha licenziato il decreto che ufficialmente dà il via libera ad una disciplina volta ad effettuare un monitoraggio del settore.

La crescita delle valute digitali

Quanto sia importante questo aspetto lo fa capire un dato. A gennaio, il mercato delle valute digitali ha generato più di 1.000 nuove crypto. Ogni giorno dell'ultimo mese sono stati creati quasi 32 nuovi progetti digitali. 

Secondo CoinMarketCap, il numero totale di criptovalute a fine gennaio ha superato le 17.200, molte di esse sono negoziabili sul broker Quotex opzioni binarie.

Le nuove regole

La novità più importante della nuova disciplina riguarda l'obbligo di iscriversi ad un apposito registro per operatori che sarà gestito dalla OAM, ossia l'organismo degli agenti e dei mediatori del credito. Questa iscrizione diventa un requisito essenziale per esercitare legalmente le attività. Il registro dovrà essere istituito entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto.
Il primo obiettivo che si vuole raggiungere è realizzare un "censimento" degli operatori del mondo cripto.

Requisiti e obblighi

Sarà la stessa OAM a verificare la sussistenza dei requisiti necessari per l'iscrizione, l'assenza di eventuali cause di incompatibilità e il rispetto delle disposizioni di legge. Tempo stesso potrà disporre la sospensione o la cancellazione dal registro degli iscritti. Nel portare avanti questo ruolo l'organismo collaborerà con l'autorità di vigilanza e quelle giudiziarie e fiscali alle quali fornirà periodicamente informazioni e documentazioni necessarie.
Tra le nuove regole c'è anche l'obbligo di trasmissione dei dati delle operazioni con cadenza trimestrale.

Sul mercato intanto...

Intanto sul mercato continua il momento delicato per le valute digitali, che non fanno vedere candele di inversione. Dopo una forte correzione al ribasso, il prezzo di Bitcoin ha trovato supporto vicino a 36.250, ed ha cominciato una leggera risalita. Tuttavia la più famosa delle valute digitali non è ancora riuscita a recuperare la soglia dei 40mila dollari.

mercoledì 2 febbraio 2022

Credito, calano le richieste delle imprese (-14,5%) ma i volumi complessivi aumentano

La ripresa economica successiva al pesantissimo shock pandemico ha modificato il rapporto tra le imprese italiane e le richieste di credito alle banche.

Le imprese italiane e il credito

A fornire un quadro della situazione è il barometro CRIF sul sistema di informazioni creditizie, basato sul patrimonio informativo di EURISC.
Da esso emerge che, nel corso del 2021, le imprese italiane hanno fatto un minore ricorso al credito. Il numero delle richieste infatti è sceso del 14,5% rispetto all'anno precedente, nonostante però i volumi complessivi siano superiori del +14,8%.

Va sottolineato che nel corso del 2020 la contrazione dei fatturati e dei flussi di cassa, provocata dall'impatto della pandemia e dei lockdown, aveva creato un clima nervoso è instabile delle imprese, facendo impennare le richieste di finanziamento.
Lo dimostra il fatto che, nonostante il calo che si avuto nel 2021, le richieste di credito continuano ad essere superiori al livello pre pandemia (+5,9%).

Calo robusto di richieste da parte delle imprese individuali

Riguardo all'esame analitico delle singole richieste di credito, emerge che la riduzione maggiore ha riguardato le imprese individuali. In questo segmento si sono registrate infatti un quarto di richieste di credito in meno rispetto al 2020. Più contenuta invece è stata la diminuzione delle richieste da parte delle società di capitali (-7,5%).

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Importo medio più elevato

In generale rimane comunque il dato di fatto che le richieste di credito da parte delle imprese italiane si sta progressivamente riallineando rispetto al periodo antecedente allo scoppio della pandemia. Negli ultimi trimestri infatti la situazione viaggia verso la normalizzazione.

È interessante notare come al calo delle richieste corrisponda anche una crescita dell'importo medio del credito domandato. Dimostra che le imprese italiane avvertono in misura minore l'esigenza di frazionare le richieste, dando la priorità al rapporto con gli istituti di riferimento.