lunedì 30 aprile 2018

Sterlina ancora in calo. I mercati non credono più al rialzo dei tassi BoE

Sembra essersi interrotto il cammino della sterlina, ovvero la valuta del G10 più performante degli ultimi sei mesi. I trader (e gli analisti) hanno voltato le spalle alla valuta britannica la scorsa settimana, dopo che è stato reso noto il rapporto sulla crescita economica che ha evidenziato i dati peggiori per il Regno Unito dal 2012. Questo ha di fatto ridotto allo zero le possibilità che la Banca d'Inghilterra possa aumentare i tassi di interesse a maggio.

I bocconi amari per la sterlina

Il deludente report sul PIL del primo trimestre è stato l'ultimo colpo per i tori della sterlina. La crescita si è attestata allo 0,1% congiunturale e e dell’1,2% tendenziale, minori delle aspettative dello 0,3% e dell’1,4% rispettivamente. Il primo segnale di avvertimento era giunto dopo che Mark Carney (numero uno della Bank of England) aveva scosso i mercati suggerendo che un aumento del costo del denaro era tutt'altro che in considerazione. Tenuto conto che prima di questo intervento i mercati stimavano la possibilità di tale evento al 90% (per maggio), e pure un secondo incremento in arrivo a novembre, si capisce come tutto si sia ribaltato.

Subito dopo la notizia riguardante il PIL, la sterlina è scesa dello 0,9% a 1,3791. La valuta britannica è giunta ai minimi di 7 settimane nei confronti del dollaro Usa. E questa settimana sta cominciando all'insegna di un ulteriore ribasso da parte del pound (sia contro l'euro che contro il dollaro). I trader - a prescindere che negozino lotti Forex, minilotti, microlotti - sembrano orientati a puntare di nuovo contro il pound. Dal punto di vista tecnico fra 1,4346 del 27 gennaio ed 1,4377 del 17 aprile, sembra essersi formato un potenziale doppio massimo.

La BoE e la politica monetaria

Molti grandi investitori nel frattempo hanno aggiornato in fretta le loro previsioni sulla politica BOE. Molte di loro non prevedono più alcun rialzo dei tassi nel 2018, mentre altre ne prevedono al massimo uno, ma da agosto in poi. L'esito di tutto questo è che dopo 13 anni di rialzi consecutivi contro il dollaro ad aprile, quest'anno la lunga serie storica è destinata a cadere. Peraltro l'inversione del sentiment dei trader verso il dollaro (cui si è assistito nell'ultima settimana), sembra suggerire una futura ulteriore debolezza per il pound. Occhio quindi alla formazione di un possibile slittamento (qui vedi cos'è lo slippage trading e come evitarlo).

Va ricordato inoltre che i negoziati sulla Brexit hanno il potenziale per sconvolgere ulteriormente il destino della sterlina. Più precisamente, visti i dati e vista la situazione globale, la Bank of England potrebbe essere spinta ad attendere ulteriormente, fin quando cioè non si avrà un quadro più chiaro sull'intesa per la Brexit con Bruxelles.

Sul fronte macro, la settimana propone un'altra serie di dati U.K. di alto livello. Ad esempio le relazioni dei responsabili degli acquisti sulla produzione e sui servizi di produzione per aprile, che fornirà un quadro su come il segmento più grande dell'economia britannica sta vivendo nel secondo trimestre.

domenica 29 aprile 2018

Il rialzo del Dollaro è una manna per l’export UE. A patto che duri a lungo...

La risalita del dollaro contro l'euro è una vera e propria manna per gli esportatori europei, per i quali la forza della valuta comunitaria lo scorso anno è stato un incubo. L'indebolimento del cambio Euro-Dollaro è stato repentino e forte. Si è passati da 1,2374 del 18 aprile al minimo di 1,2056 toccato venerdì pomeriggio. Il cambio più basso chiaramente dovrebbe creare un vantaggio competitivo ai settori che esportano. Ma siccome i benefici di questa situazione si possono vedere solo nel lungo termine, è necessario che.questo stato di cose vada avanti...

Il mercato fa una inversione netta


Eppure fino a qualche giorno fa in molti avrebbero scommesso sulla situazione opposta. Non a caso i dati di Bank of America dimostrano che la view ribassista sul dollaro era la seconda più gettonata speculazione sui mercati finanziari. Allo stesso tempo Cftc segnalava valori minimi record circa la speculazione rialzista sull’euro attraverso i future.

Poi però la crescita dei rendimenti dei titoli di Stato Usa decennali, salito oltre il 3%, ha stravolto le previsioni e generato un improvviso afflusso di capitali verso il mercato americano. Contemporaneamente il dollaro è rincarato rispetto all'euro. Così molti investitori che speculavano al ribasso sul biglietto verde si sono trovati spiazzati e hanno dovuto correre ai ripari. Comprando dollari. Ma durerà?

Le prospettive dell'euro-dollaro


Secondo molti questo andamento così fortemente ribassista denota una componente speculativa molto solida. E di solito la speculazione è di breve periodo. Del resto a guardare i fondamentali economici bisognerebbe andare dalla parte opposta, ovvero puntare sull'euro. La UE cresce infatti, mentre l’economia Usa potrebbe ancora surriscaldarsi. E se è vero che la FED è prossima a ritoccare ancora i tassi, è altrettanto vero che prima o dopo comincerà a farlo pure la BCE, che non ha neppure cominciato il suo percorso di normalizzazione. Motivi validi quindi per ritenere che l’euro tornerà ad apprezzarsi. Quindi cosa fare?

venerdì 27 aprile 2018

Prestito erogato via blockchain, ecco il primo caso al mondo (BBVA)

Il mondo delle banche e quello delle valute virtuali si avvicinano un po' di più. E' stato infatti erogato (in via sperimentale) il primo prestito via blockchain, ovvero la tecnologia che è alla base di tutte le criptovalute. Il primo progetto al mondo di questi genere porta la firma di Bbva e Indra. L'intenzione è quella di arrivare a una semplificazione della fase di negoziazione e firma di una linea di finanziamento corporate. Del resto l’istituto di credito spagnolo guarda con interesse all’ecosistema delle fintech.

Il progetto di prestito pilota

Il test pilota ha riguardato un prestito di 75 milioni di euro, e copre l’intero processo: dalla negoziazione alla firma. La tecnologia blockchain può apportare importanti miglioramenti a questo processo, come dimostrato da questo pilota. Questo nuovo procedimento ha consentito di dare un taglio netto all'iter di concessione dei prestiti. Si riducono infatti le interazioni tra banca e cliente, che spesso portano a variazione che richiedono una verifica continua e un certo impegno dall'una e dall'altra parte.

Grazie alla tecnologia Dlt viene garantita trasparenza e tracciabilità del contratto, che può essere consultato in ogni fase del processo in modo autonomo dalle parti coinvolte. Il sistema digitalizza inoltre il processo di negoziazione, portando i tempi di gestione da giorni a ore. Il tutto utilizzando basata una tecnologia blockchain privata (Hyperledger).

Il procedimento prevede che una volta che il contratto è stato concordato, la blockchain pubblica di Ethereum (testnet) sia utilizzata per registrare l’hash, ovvero l'identificatore univoco del documento correlato all’operazione. Ciò significa che semmai qualcuno tentasse di apportare una modifica, si genererebbe un “hash” completamente diverso. In pratica viene quindi garantito che il contratto originario resti immutabile.

mercoledì 25 aprile 2018

Dollaro in rally dopo il rialzo dei Treasury

Dalla seconda metà della scorsa settimana, il dollaro ha cominciato una fase di intenso recupero nei confronti dell'euro. Questo movimenti discendente del cross euro-dollaro ha portato la coppia a perdere oltre due figure. Va detto che lo stesso recupero il dollaro lo ha piazzato anche nei confronti dello yen giapponese.

L'euro-dollaro, dopo aver tentato di riconquistare la soglia di 1,24, ha cominciato un forte trend ribassista che lo ha portato anche a intaccare la soglia di 1,22, sui minimi da inizio marzo. Dopo aver visto la classifica migliori piattaforme di trading online, basta aprirne una qualunque per verificare questa situazione. Un percorso ribassista che sta continuando anche dopo la diffusione dell'indice IFO in Germania (in calo).

Lo sprint del dollaro

Il recupero del dollaro è stato innescato dal rialzo dei rendimenti Treasuries Usa, che sono giunti vicinissimi alla soglia del 3%. Questo livello viene ritenuto una sorta di spartiacque, che nel caso in cui fosse superato potrebbe creare un grosso problema alle economie emergenti, quelle che sono più vulnerabili ai rialzi del biglietto verde. La forza di quest'ultimo, testimoniata dal Dollar Index, è in crescita viusto che ha superato la forte resistenza a ridosso dei 90,6 e ora viaggia appena oltre area 91.

Se volessimo adottare una strategia MACD RSI (guida esempi) dovremmo monitorare con molta attenzione la formazione di aree di ipervenduto sul grafico euro-dollaro, ma al tempo stesso fare attenzione agli incroci delle due medie mobili del Macd.
Al momento comunque sembra prevalere una certa cautela tra gli investitori, visto che siamo alla vigilia del meeting della Banca Centrale Europea, per cui l'attenzione è tutta rivolta alle indicazioni che saranno fornite del presidente Mario Draghi domani.

lunedì 23 aprile 2018

Lavoro, il FMI lancia l'allame: "Servono risposte all'invasione dei robot"

Troppi lavori rischiano di finire nelle mani dei "robot". E' questo l'allarme lanciato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), in occasione degli incontri primaverili. L'impatto delle nuove tecnologie sulle prospettive occupazionali nel medio e lungo termine è un fattore che merita molta attenzione. Al punto che presto questo tema dovrebbe trovare posto nell’agenda di G7 e G20. La spinta all’automazione ormai è sempre più forte, e questo alimenta il dibattito riguardo al futuro dell’uomo nei processi produttivi.

Le sfide del mondo del lavoro

lavoro fmiL'introduzione della tecnologia nel mondo del lavoro è sicuramente una fonte di nuove opportunità, ma apre anche a delle importanti sfide che vanno affrontate a livello multilaterale. L'avanzamento delle tecnologie potrebbe potenzialmente cambiare tutto il sistema economico, e non solo ambiti specifici di settori o imprese. Nel breve periodo il problema da affrontare riguarda i costi di rimpiazzo dei lavoratori che vengono sostituti da macchine. Diventa quindi cruciale avviare dei processi di gestione del mercato del lavoro in questa fase di transizione. Nell'ottica invece di lungo periodo occorre una formazione adeguata di nuove capacità lavorative, magari anche riqualificando quelle già esistenti.

Il punto cruciale di questa doppia sfida è di tipo temporale. Ovvero la velocità con cui si sostituisce il lavoro umano con altro tipi di input produttivi, virtuali o fisici. Insomma mettere assieme il vecchio e il nuovo rappresenta la la sfida più grande che un Paese avanzato in questo momento si trova ad affrontare. Ma va fatto, perché come sostiene l'Overseas Development Institute (Odi) britannico, nel giro di un ventennio sarà sempre più conveniente impiegare robot negli stabilimenti industriali piuttosto che assumere manodopera umana. E se addirittura questo tema diventa cruciale nelle campagne elettorali (il newyorkese Yang in vista delle primarie democratiche USA ha lanciato lo slogan «Vi difenderò dall’avanzata dei robot») è segno che bisogna davvero porsi molte domande e cercare delle risposte.

giovedì 19 aprile 2018

Petrolio alle stelle dopo il calo delle scorte USA. Ma durerà?

Il futuro del petrolio divide gli analisti. Dopo la giornata sprint vissuta ieri (alimentata da crollo delle scorte Usa), le quotazioni dell'oro nero continuano a far discutere. Il prezzo del petrolio Brent è balzato sopra i $74 al barile, mentre il Wti ha sfiorato gli $89 dopo la rilevazione. Ma le prospettive future del mercato sono mutevoli a seconda dei diversi punti di vista su alcuni temi cruciali, che faranno da driver ai mercati nei prossimi mesi. Ecco quindi come si spiega la spaccatura netta tra quelli che pronosticano un futuro rialzista e i ribassisti.

Gli scenari per il mercato del petrolio

Anche se i grafici sembrano dare sostegno all'ottimismo dei rialzisti, molti esperti de i migliori siti trading autorizzati Consob preferiscono andarci con i piedi di piombo. Se è vero che nel breve periodo le quotazioni dell'oro nero non lasciano dubbi circa il peso dei catalizzatori positivi emersi nelle ultime sedute, nel lungo periodo ci sono diverse cose da considerare. Anzitutto il futuro dell'accordo tra i paesi OPEC sul taglio della produzione. Lo storico accordo OPEC raggiunto nel novembre del 2016 a Vienna ha avuto l’obiettivo di sostenere il prezzo del petrolio, risollevandolo dai minimi toccati negli anni precedenti. Tra qualche settimana bisognerà vedere chi e per quanto vorrà rinnovarlo. Certo, se si andasse avanti di questo passo il target a 80 dollari - come è nelle ipotesi dell'Arabia Saudita - potrebbe sicuramente restare vivo.

Per questo motivo non basta soltanto affidarsi ai grafici per ipotizzare gli scenari futuri. Non ci si può affidare solo alle trend-lines, alle Bande di Bollinger oppure all'Adx indicatore trading.
Bisogna poi considerare che il rischio di una guerra su larga scala in Medio Oriente ha avuto il suo bel peso sul valore dei futures sul greggio. Anche se al momento le tensioni sembrano in parte essersi sopite, la questione della Siria resta comunque sempre molto incandescente. Molti analisti puntano poi l'indice sui fondamentali, che non sembrerebbero in linea con questo ottimismo. Anche in questo caso, l'OPEC potrà dirci qualcosa in più. Il prossimo vertice si terrà domani 20 aprile in Araba Saudita. Ancora più importante è quello del 20 giugno, quando si deciderà delle politiche di produzione di petrolio.

martedì 17 aprile 2018

Intesa Sanpaolo-Intrum, vicino l'accordo su piattaforma e NPL

Sarà una giornata intensa per il CdA di Intesa Sanpaolo. Il colosso svedese Intrum Justitia infatti è molto vicino a definire un accordo con l'istituto italiano per l’acquisto di una quota nella piattaforma di gestione dei crediti e di un pacchetto di non performing loans (Npl) in Italia. La proposta di acquisto dovrebbe essere relativa al 51% della piattaforma di Intesa e riguardare 10,8 miliardi lordi di Npl (valore nominale). La valutazione complessiva dell'operazione dovrebbe così aggirarsi attorno ai 3,6 miliardi (gli Npl sarebbero venduti a circa il 30% del valore nominale). L'operazione comporterebbe una plusvalenza per Intesa di 400 milioni di euro.

L'operazione tra Interum e Intesa Sanpaolo

Come detto, oggi il CdA di Intesa Sanpaolo esaminerà la questione, mentre l'annuncio potrebbe esserci già nei prossimi giorni. L'operazione è stata imbastita a inizio gennaio, quando Intesa e Intrum hanno annunciato l’avvio delle trattative. Alla fine dello scorso anno Intesa aveva una copertura sulle sofferenze al 63,1% (che sale al 69,1% considerando l’impatto Ifrs9). A febbraio invece il piano industriale annunciato da Intesa Sanpaolo vede un rapporto tra crediti deteriorati lordi e impieghi (Npe ratio) al 6% e un dimezzamento dello stock a 26,4 miliardi. Il calo consistente degli Non Performing Loans dovrebbe avvenire già nel corso di quest'anno, con un Npe ratio sotto il 10%.

Con l’integrazione delle piattaforme italiane di Intesa Sanpaolo e Intrum, il servicer avrebbe circa 40 miliardi di euro in gestione. Resta da vedere la questione relativa alla forza lavoro. I dipendenti interessati dall'operazione sono un migliaio, incluse circa 600 persone provenienti da Intesa Sanpaolo. Qualora l'operazione dovesse andare in porto, sarà necessario aprire un tavolto di confronto con le organizzazioni sindacali per vedere in che modo questa partnership possa valorizzare le risorse umane coinvolte.

Positivi gli effetti della notizia in Borsa. Intesa Sanpaolo infatti avanza a Piazza Affari (+0,5%) in attesa di notizie da parte del CdA riguardo la maxi offerta per gli Npl.

sabato 14 aprile 2018

Sterlina, rally senza fine. E' ai massimi di 11 mesi sull'euro

La settimana finanziaria che si è appena chiusa ha regalato buoni spunti alla sterlina, che sta gradualmente crescendo. Alcuni analisti ed esperti hanno parlato di uno slittamento del focus da parte degli investitori, che dalla crisi del Brexit alla politica monetaria della Banca d'Inghilterra. L'istituto centrale britannico finora ha mantenuto il tasso invariato allo 0,50%, mentre l'importo del piano acquisto titolo è giunto a 435 miliardi di sterline.

Chi fa trading virtuale con le migliori piattaforme trading demo dovrebbe tenere d'occhio l'inflazione, che attualmente viaggia al 2,7% contro l'obiettivo posto al 2%. Invece il Prodotto Interno Lordo britannico per il 2017 è cresciuto dell'1,7% a/a, evidenziando un calo rispetto all'1,9% del 2016. Tuttavia, malgrado i dati non estremamente eccezionali, le prospettive che stanno facendosi maggiormente largo sui mercati sono per un ulteriore rialzo dei tassi UK alla riunione della BoE del prossimo 10 maggio. Ovviamente questo dovrebbe riflettersi in modo positivo sulla valuta britannica.

Il rally della sterlina

Probabilmente anche per questo la performance del pound continua ad essere particolarmente brillante. La sterlina contro il dollaro infatti viaggia sui record degli ultimi 2 mesi, mentre contro l'euro fa addirittura meglio viaggiando ai record di 11 mesi. Il movimento è accentuato dalla rottura di livelli tecnici importanti soprattutto nei confronti della valuta europea, con il cross della sterlina/euro che per la prima volta da un bel po' di tempo ha saputo infrangere il range tra 86,5 e 90 pence. Anche chi utilizza la strategia bande di Bollinger e stocastico ha ricevuto segnali di sostegno all'apprezzamento del pound.

Le prospettive - come detto - continuano ad essere molto positive per la valuta britannica. A monte c'è il ragionamento riguardo i tassi, all’indomani della pubblicazione del rendiconto dell’ultimo consiglio Bce da cui emerge decisa cautela, che non fa altro che rendere ancora più hawkish - agli occhi dei trader - l’esplicito rialzismo della Bank of England.

giovedì 12 aprile 2018

Risparmio immobiliare italiano, numeri in calo mentre nell'UE cresce

Il risparmio immobiliare italiano continua a perdere valore, muovendosi in controtendenza rispetto al resto d'Europa. Negli altri paesi della UE si assiste a un boom alquanto consolidato. Secondo i dati Eurostat, nel corso del quarto trimestre del 2017 l'aumento di valore delle case è stato del 4,2% nell'area Euro, mentre nella Unione europea a 28 è arrivato al 4,5%. Se facciamo un confronto rispetto al terzo trimestre del 2017, i prezzi delle case sono aumentati dello 0,9% in Eurolandia e dello 0,7% nell'Ue. E in Italia invece? Addirittura i dati evidenziano un calo.

I dati del risparmio immobiliare

Sempre secondo i report dell'ufficio europeo di statistica, qui in Italia i prezzi delle case sono calati dello 0,3% nell'ultimo trimestre dello scorso anno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, e dello 0,5% in confronto al trimestre precedente. Siamo l'unico paese in tutta l'Unione Europea nel quale il mercato ha davanti il segno meno. Il risparmio immobiliare non va proprio. Vendere casa a un prezzo congruo diventa quindi una chimera, così come si fa sempre più difficile il lavoro dell'immobiliarista. Per esempio, chi voleva vendere una seconda casa s'è trovato con un valore pressoché dimezzato dopo la stangata fiscale degli ultimi anni.

Mortifica il confronto con alcuni paesi. In Irlanda ad esempio c'è stato un incremento dell'11,8%. Poco peggio ha fatto il Portogallo, dove il boom immobiliare ha raggiunto il 10,5%. Arriva quasi agli stessi livelli la Slovenia, che si ferma al +10,0%. Ma a parte questi casi limite, anche le grandi potenze europee hanno segnato ottime performance. La Germania ha visto il mercato immobiliare crescere del 3,7%.

Ma come si può risollevare il settore? Come si può favorire il ritorno all'investimento nel mattone? Serve una contro-inversione di rotta dopo la stangata fiscale degli anni passati. La cosa che lascia perplessi è che in tutti i quattro i trimestri del 2017 c'è stato un incremento delle compravendite residenziali, ma come abbiamo visto a ciò non è corrisposto una crescita dei prezzi. Che per il sesto anno consecutivo si muovono in flessione.

martedì 10 aprile 2018

Mercato valutario, gli occhi dei trader restano sulla questione Cina-USA

Continua ad essere la tensione tra Cina e USA il principale driver del mercato valutario. La notizia più fresca riguarda la possibile scelta della Cina di deprezzare lo yuan come "arma" contro gli USA. Una valuta più debole significa infatti vantaggio competitivo rispetto al dollaro, e questo potrebbe essere uno strumento di pressione nello scontro commerciale con gli americani. Secondo le ultime notizie, i funzionari cinesi stanno conducendo uno studio sull'impatto di questa scelta. Il che non vuol dire che sarà attuata, ma già l'ipotesi di una svalutazione della valuta cinese basta ad agitare i mercati.

L'andamento del mercato valutario

Questi ultimi peraltro avevano vissuto un lunedì abbastanza sereno, con una ventata di ritorno di propensione al rischio. Questo vale specialmente nel mercato valutario. Chi fa trading con postepay (plus500 etoro) paypal ha visto gli effetti delle dichiarazioni accomodanti del segretario del Tesoro Mnuchin sui discussi dazi sui prodotti cinesi. La maggiore propensione al rischio nel Forex ha favorito soprattutto l’euro, che si è apprezzato sul dollaro tornando nuovamente oltre quota 1,2310. Meno brillante il percorso della valuta unica contro la sterlina, si viaggia in area 0,8710 (occhio al possibile aumento dei tassi nella riunione BoE del 10 maggio).

Continua invece la tiepida marcia al rialzo dello yen. La valuta giapponese finora ha beneficiato della dichiarazioni del Governatore dell'istituto nipponico Kuroda, che ha ribadito che la BoJ procederà al rialzo graduale dei tassi ma solo in modo non traumatico. Lo yen ha probabilmente goduto anche del clima di avversione al rischio della scorsa settimana, giocando così il proprio ruolo di bene rifugio (qui si può approfondire il tema quali sono le migliori piattaforme di trading online).
Riguardo alla Cina, le indiscrezioni su una possibile mossa svalutativa dello yuan hanno ovviamente aumentato le incertezze sulla valuta cinese, dalla quale molti investitori si stanno tenendo cautamente alla larga.

domenica 8 aprile 2018

Banche, il digitale è sempre più sfruttato dai clienti

I servizi bancari viaggiano sempre di più sul web. E' questo l'ultimo aspetto che viene messo in evidenza dall'ABI, l'associazione bancaria italiana, e che sarà al centro di un sondaggio che sarà presentato in settimana. I clienti dei servizi finanziari italiani stanno sempre più abbracciando le transazioni elettroniche a scapito di quelle tramite filiale, tanto che ormai sono 18 milioni i clienti delle banche che dichiarano di sfruttare regolarmente i servizi bancari offerti via web.

Se questo dato fosse confermato, sarebbe una bella notizia visto che l'accelerazione rispetto allo scorso anno sarebbe notevole. Specie perché pare che gli utilizzatori di smartphone per tali servizi sono cresciuti di 3,5 milioni nell’ultimo biennio, arrivando a 9 milioni. In pratica uno su due utilizza il telefono per dialogare con la sua banca. Il 95% dei clienti, registra la ricerca Abi-Gfk, usa almeno un canale digitale per i prelievi automatici, l'internet banking, mobile banking e contact center mentre cresce al 53%, la fascia di clienti «fisici e digitali», quelli che utilizzano sia i canali fisici sia quelli digitali (Internet o mobile banking).

La rivoluzione fintech per le banche

Questo spiega il perché delle tante chiusure di sportelli bancari. Un tempo essi venivano acquistati e venduti per cifre fino a 10 milioni di euro, mentre adesso vengono dismessi. Negli ultimi mesi sono davvero tanti quelli che hanno spento le insegne. E chi non ha saputo cogliere il cambiamento della rivoluzione digitale è rimasto travolto.

La tecnologia è diventata un banco di prova importantissimo per gli istituti di credito. Il fintech, ovvero la finanza mescolata alla tecnologia, è ormai vista da tutti come la frontiera necessaria per sopravvivere. Il futuro delle transazioni, degli investimenti, delle operazioni di Borsa passa da qui. E questo sta trasformando il modo di fare banca. Peraltro questo banco di prova è importante a maggior ragione adesso che sono entrate in vigore nuove regole per l’accesso ai dati bancari e sull’intermediazione. La direttiva europea infatti permette di autorizzare soggetti terzi ad avere accesso ai propri dati bancari. Un cambiamento profondo per le banche. Sapranno coglierlo?

giovedì 5 aprile 2018

Lira turca sotto pressione sul mercato valutario

E' un periodo molto pesante per la Lira turca, che tra le valute emergenti è quella maggiormente sotto pressione. Le ultime rilevazioni macroeconomiche dicono che a marzo l'inflazione si è mantenuta al di sopra del 10%, con un lieve calo rispetto al mese di gennaio (10,23% contro 10,26%), anche se parliamo di un punto percentuale in meno rispetto a marzo 2017. Quel che però preoccupa di più i trader è che l'economia turca sembra essere molto vulnerabile agli shock esterni, per via dell'elevato deficit delle partite correnti.

La pressione sulla Lira turca

lira turcaSul mercato valutario la coppia euro/lira turca sta marciando al rialzo verso quota 4,95, mentre il cambio dollaro/valuta turca si è portato oltre la soglia di 4. Basta prendere un qualunque miglior broker trading online per vedere il deprezzamento continuo che sta avendo la valuta turca.

Quello che sta pesando sull'andamento delle valute emergenti in questo momento è anche l'escalation delle tensioni tra Cina e USA, dovute alla questione dazi. Tra le valute più colpite c'è il Rand sudafricano, ma allo stesso modo lo è anche la lira turca. Chi conosce il trading forex come funziona sa che queste sono le due valute che più delle altre vengono penalizzate quando gli investitori "abbandonano" gli asset più rischiosi. Indubbiamente però la lira turca sta scontando anche la sua situazione pesante politica e geopolitica.

Dal punto di vista tecnico la coppia euro-lira sta continuando il suo trend ascendente piuttosto accentuato, e viaggia come detto verso la soglia psicologica a quota 5. Se dovesse esserci questa rottura allora il cross potrebbe continuare la sua corsa. Altrimenti occorrerà aspettare il ritorno sulla trend line rialzista di medio periodo, descritta dai minimi del 12 settembre 2017 e 1 marzo 2018. Nel frattempo, bisognerà essere molto prudenti.

martedì 3 aprile 2018

Export di vino italiano favorito dalla guerra dei dazi USA-Cina

L'Italia del vino brinda alla guerra dei dazi in corso tra USA e Cina. Uno dei nostri settori produttivi di punta nel mondo, infatti potrebbe ottenere un bel vantaggio dalla battaglia in corso sul commercio internazionale. Tenuto conto soprattutto del fatto che anche prima dello scoppio di queste tensioni tra Trump e Pechino, l'export di vino italiano in Cina stava marciando a ritmi molto robusti. Lo scorso anno le esportazioni verso la Cina hanno raggiunto un valore record di oltre 130 milioni di euro, con un aumento di circa il 29% rispetto all'anno precedente.

Occasione d'oro per l'export di vino

Dopo la decisione di Trump di colpire i settori dell'acciaio e dell'alluminio, è giunta la risposta di Pechino che colpisce con i suoi dazi ben 128 prodotti a stelle e strisce per un valore di 3 miliardi di dollari. Tra questi prodotti c'è anche il vino e alcuni prodotti alimentari. Secondo l'associazione rappresentativa degli agricoltori - Coldiretti - l'export di vino italiano potrebbe quindi avvantaggiarsi della situazione e aumentare ancora di più la propria presenza in Oriente. La crescita ininterrotta nei consumi ha spinto la Cina a diventare tra le prime cinque nazioni al mondo per consumo di vino, addirittura la prima al mondo per consumo di vini rossi.

Con i dazi sul vino americano, si apre un vuoto commerciale che potrebbe essere occupato dal prodotto italiano. Gli Stati Uniti infatti hanno esportato vino in Cina per circa 70 milioni di euro lo scorso anno, in aumento del 33%. Sono sesti nella lista dei maggiori fornitori, proprio subito dietro all'Italia. Diventa quindi un mercato fortemente strategico per i viticoltori italiani.
Anche altri prodotti alimentari italiani potrebbero beneficiare di questo stato di cose. Al momento l'Italia può esportare solo kiwi e agrumi in Cina, ma si sta lavorando a degli accordi bilaterali per l'export anche di pere e mele. Questo potrebbe aprire ulteriori opportunità per il nostro settore agricolo.

lunedì 2 aprile 2018

Agenda economica della settimana. Occhio ai NFP negli USA

Dopo le vacanze Pasquali, l'Agenda Economica tornerà a proporre diversi eventi interessanti per i trader. Il focus sarà soprattutto sull'Europa, dove verranno resi noti i dati riguardanti l'inflazione e anche i dati relativi alla disoccupazione. Malgrado la BCE abbia confermato più volte che la sua politica monetaria non cambierà registro nei prossimi mesi, comunque questi dati sono reputati di grande interesse per il popolo degli investitori.

Eventi nell'agenda economica

Dopo il lunedì di chiusura per la Pasquetta (Piazza Affari e le principali borse del Vecchio Continente resteranno chiuse), martedì in Europa si comincerà a fare sul serio visto che nell'agenda economica c'è l'Indice Markit PMI manifatturiero finale. Questi dati metteranno a nudo il settore manifatturiero, il composito e i servizi di Italia, Germania ed Eurozona, solo per dirne qualcuno. I trader che sfruttano i migliori broker forex italiani autorizzati sono già in fermento. Da segnalare, tra i market mover della settimana riferiti all’Italia, anche i dati sul tasso di disoccupazione, oltre che la prossima rilevazione sulle condizioni del debito pubblico nostrano.

L'agenda economica prevede poi gli appuntamenti in arrivo dagli Stati Uniti. Tra i market mover della settimana dal 2 al 6 aprile bisogna fare attenzione specialmente a quelli relativi al mercato del lavoro a stelle e strisce. Potrebbero incidere notevolmente sulla conformazione delle candele giapponesi figure trading. Gli investitori guarderanno ai tradizionali e periodici Non Farm Payrolls, ovvero il numero di nuovi lavoratori dipendenti non agricoli a marzo, il cui dato sarà reso noto venerdì. Nello stesso giorno è previsto anche il dato sul tasso di disoccupazione e partecipazione. Si tratta di report molto importanti, visto che il mercato non ha ancora acquisito certezze circa il numero dei rialzi dei tassi che farà la FED da qui alla fine dell'anno.