mercoledì 24 aprile 2024

Borse Europee in ribasso, Milano chiude a -0,2%

Dopo un inizio che sembrava incoraggiante, grazie al buon andamento dei titoli tech, le Borse Europee ripiegano e chiudono in territorio negativo. Senza grandi spunti macro di rilievo, gli investitori si sono mossi soprattutto in scia all'andamento delle trimestrali e alla situazione sul fronte geopolitico mediorientale.

La giornata degli investitori

La Borsa di Milano chiude in calo (-0,27%), con l'indice Ftse Mib termina la seduta a 34.271 punti. Sulla stessa linea, cede alle vendite il FTSE Italia All-Share, che chiude a 36.406 punti.

Sugli altri listini europei gli investitori si sono mossi con cautela. L'indice DAX di Francoforte segna -0,3%, scendono anche Parigi -0,2% e Londra -0,05%. Male anche Madrid -0,4% e Amsterdam -0,09%.

I numeri di Milano

Sul mercato azionario milanese gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 2,85 miliardi di euro, in ribasso (-12,19%), rispetto alla seduta precedente. I volumi scambiati sono passati da 1,13 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,69 miliardi.
Per quel che riguarda i singoli titoli, la performance migliore spetta a Stm (+5,3%), grazie ai conti di Asm e al ritorno degli acquisti sui tech. Giornata positiva anche per Prysmian (+1,70%) e Moncler (+1,46%).

Seduta complessivamente fiacca per le banche, anche se Banca Mediolanum strappa al rialzo (+1,31%). Si rialza Telecom (-1,14%).
Gli investitori penalizzano Recordati (-4,98%), vittima dei realizzi. Pesante calo anche per Saipem, che cede oltre tre punti percentuale.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario il cambio EURUSD rimane poco sotto 1,07, mentre il dollaro/yen supera quota 155 per la prima volta da oltre 30 anni, alimentando la possibilità di un intervento da parte delle autorità giapponesi (si possono sfruttare in questo caso le regole di Gann trading).
Tra le materie prime, si muove ancora in discesa il prezzo del petrolio mentre l’oro si stabilizza poco sopra i 2.330 dollari l’oncia.

Lo spread peggiora, toccando i +137 punti base, con un aumento di 4 punti base rispetto al valore precedente, con il rendimento del BTP decennale pari al 3,94%.

martedì 23 aprile 2024

Imprese italiane, nel 2023 è cresciuto il numero di default

Se nel 2021 il tasso di default delle imprese italiane aveva raggiunto un livello minimo, grazie anche al sostegno pubblico in risposta alla pandemia, alla fine del 2023 il quadro si è drammaticamente rovesciato. Il tasso di default medio delle aziende italiane infatti è salito al 2,39%. Quel che è peggio è che la crescita avanza in modo lento ma costante nel tempo.

I numeri sulla crisi delle imprese

Il dato peggiore relativo al tasso di default medio riguarda le società di capitali che sono al 2,58%. Poco più indietro troviamo le imprese individuali, al 2,49%. Le società di persone invece hanno un tasso di default medio pari al 1,62%. 

Al di là delle singole differenze, quello che bisogna sottolineare è che c'è stata una chiara inversione di tendenza che già si era notata al partire dal 2022. In base proprio all'evoluzione dei dati CRIF Ratings stima che il tasso di default delle società di capitali Potrebbe addirittura arrivare al 3,5% nel corso di quest'anno.

Andamento disomogeneo per settore

Anche se in generale si assiste in tutti i settori a una risalita dei tassi di default, ce ne sono alcuni che meritano particolare attenzione. Nell'ambito delle società di capitali ad esempio si evidenzia la maggiore sofferenza di  Leisure (3,86%), Trasporti e Logistica (3,64%), Costruzioni (3,20%) e Commercio di autoveicoli (3,07%).

In particolare il settore Leisure si conferma per il secondo anno consecutivo quello più rischioso, in particolar modo per quanto riguarda i servizi di ristorazione, dove il tasso di default delle imprese arriva anche al 5%. In questo stesso ambito inoltre si registra un grosso aumento del numero di finanziamenti erogati nel 2023, +10,1%.
Altro settore che desta preoccupazione è quello delle costruzioni, dopo la riduzione delle misure straordinarie di supporto che sono state promosse nell'ultimo triennio (in special modo il superbonus).

Il contesto difficile

I problemi del settore imprenditoriale sono influenzati dal contesto estremamente instabile a livello globale (e in tal senso le tensioni di Medio Oriente potrebbero peggiorare ulteriormente il quadro) e da uno scenario domestico che comunque presenta ancora molte fragilità.

martedì 16 aprile 2024

Investitori nervosi, le Borse europee chiudono in netto calo

E stata una giornata complicata per le borse europee, che hanno chiuso con un bilancio in rosso mentre Wall Street ha terminato la giornata senza grandi variazioni. A pesare sull'umore degli investitori europei è la tensione sul fronte mediorientale, che finora era stata snobbata nella convinzione che la crisi israelo-iraniana si sarebbe attenuata.

Inoltre i mercati continuano a vivere sulle incertezze della politica monetaria. Se la FED sembra indirizzata verso un taglio solo a settembre, la BCE dovrebbe farlo a giugno, anche se Lagarde non si sbilancia.

Il resoconto della giornata per gli investitori

Al suono di chiusura della campanella, Piazza Affari segna un calo dell'1,65% sull'indice Ftse Mib (a quota 33.393 punti). Scende anche il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 35.525 punti, in netto calo dell'1,62%.

Anche nel resto d'Europa la giornata per gli investitori è stata complicata. Scende il Dax tedesco (-1,3%), così come il Cac40 francese (-1,4%) e l’Ibex35 spagnolo (-1,5%). Malissimo Londra, -1,8%, perde quota anche Amsterdam ha ceduto l'1,4%.
Wall Street invece chiude contrastata e non sfrutta lo slancio delle trimestrali.

Nota: se volete diventare investitori del mercato azionario, chiedetevi prima di tutto come sapere se un broker è affidabile.

I numeri di Milano

A Piazza Affari gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 2,49 miliardi di euro, invariato rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,61 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,58 miliardi.

Sul paniere principale soltanto pochi titoli hanno strappato un rialzo. Tra questi spiccano Amplifon +0,91%.
Giornata nera per Stellantis, -2,98%, così come per i titoli finanziari: Finecobank -2,41%, Intesa -2,24%. Unicredit -2,05%, Pop di Sondrio -2,35%.
Scendono anche i titoli petroliferi: Saipem -2,38% ed Eni -2,15%.

Gli altri mercati

Gli investitori continuano a premiare il dollaro sul mercato valutario. Tuttavia il cambio euro-dollaro è poco mosso (tuttavia i segnali forex gratis in tempo reale continuano a suggerire il biglietto verde), mentre l’oro appare incerto anche se resta in area 2400 dollari per oncia. Il petrolio si muove in un forbice ristretta, anche se al momento il Brent è nuovamente oltre i 90 dollari al barile.

lunedì 15 aprile 2024

Denaro, i 125 miliardi di fondi UE non sono serviti a ridurre il divario con l'Europa

Dal 2000 ad oggi l'Unione Europea, attraverso tre cicli di programmazione della politica di coesione, ha inviato un fiume di denaro all'Italia affinché le nostre regioni colmassero il divario che ci caratterizza dalla media europea. Ma i 125 miliardi di euro ricevuti dal nostro paese sembrano non essere serviti a molto.

I dati dimostrano lo sperpero di denaro

Secondo un'indagine dell'Istat, durante tutti questi anni l'Italia è stato l'unico paese europeo che non ha saputo mettere a frutto questo montagna di denaro ricevuta da Bruxelles (125 di 970 miliardi complessivamente investiti), dal momento che la disparità territoriale con la media UE è addirittura aumentata.

La differenza economica territoriale viene calcolata basandosi sulle variazioni del PIL pro capite, a parità di potere di acquisto. Se in paesi come Francia, Germania e Spagna si è concretizzata una riduzione del divario rispetto alla media Europea, da noi tutto questo non è avvenuto.

Questioni di progetti e burocrazia

Perché non siamo riusciti a mettere a frutto tutto il denaro ricevuto in aiuti dall'Unione Europea?
Rispetto agli altri paesi principali, siamo ancora imbrigliati in una burocrazia lenta e cronicamente inefficiente. Questo discorso vale soprattutto per il Mezzogiorno, dove peraltro la divergenza si è acuita non solo rispetto alla media dell'Unione Europea ma anche rispetto al Settentrione.

Nel Sud spesso mancano risorse umane e competenze necessarie per realizzare i programmi operativi, anche se il vero problema è che i progetti che presentiamo sono di scarsa qualità. Significa che una volta realizzati, non sono tali da realizzare ricadute significative per l'economia e la qualità della vita di un territorio.

La lentezza esecutiva

Senza considerare poi che per realizzare un'opera ci vuole una eternità. In Italia ci si impiegano in media 4 anni e 10 mesi, metà di questo tempo si passa a progettare, mentre altri sei mesi di tempo passano per decidere a chi affidare i lavori. Per progetti più grossi, superiori ai 5 milioni di euro, il tempo di realizzazione arriva addirittura 11 anni.

lunedì 8 aprile 2024

Investitori, avvio di settimana all'insegna dei buonumore sulle borse europee

La prima seduta della nuova settimana si chiude con il segno positivo sulle borse europee. Gli investitori sembrano aver ritrovato un po' di buonumore dopo che la settimana scorsa era stata abbastanza fiacca.
Al clima positivo contribuisce il dato giunto dalla Germania riguardo la produzione industriale migliore delle attese. Intanto il mercato aspetta di conoscere nei prossimi giorni l'esito del meeting della BCE e i nuovi dati sull'inflazione degli Stati Uniti.

Il bilancio della giornata per gli investitori

Come detto, il panorama azionario europeo è tinto di verde in questo lunedì. A Piazza Affari l'indice principale ha chiuso con un rialzo dello 0,9%, rimanendo oltre la soglia dei 34.000 punti e disegnando un morning star pattern. Sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share guadagna lo 0,86% rispetto alla seduta precedente, chiudendo a 36.527 punti. In moderato rialzo il FTSE Italia Mid Cap (+0,58%); sulla stessa tendenza, in denaro il FTSE Italia Star (+1,05%).

Nel resto d'Europa gli investitori hanno fatto acquisti soprattutto a Francoforte, dove l'indice DAX chiude con un guadagno dello 0,78%. Molto bene anche la borsa di Parigi +0,72% e riescono a terminare la seduta in territorio positivo anche Londra + 0,42% ed Amsterdam + 0,41%. L'unica Piazza che si è mossa in controtendenza è stata quella di Madrid che segna - 0,07%.

I numeri di Milano

A Piazza Affari gli investitori hanno scambiato un controvalore di titoli pari a 1,93 miliardi di euro. I volumi di azioni scambiate sono state 0,52 miliardi.
Il titolo migliore sul principale listino milanese è stato Interpump, con un progresso del 4,80%. Bene anche Telecom Italia che avanza del 2,97%. In territorio positivo DiaSorin, +2,95% grazie alla promozione di UBS. Le peggiori performance si sono registrate su Campari, -0,68%.

Gli altri mercati

Sulla fronte valutario c'è stato poco movimento oggi, anche perché gli investitori aspettano di conoscere i nuovi dati sull'inflazione americana e qualche indicazione in più dal meeting della BCE.
Il cambio EUR-USD rimane così oltre quota 1,09, formando una candela spinning top che evidenzia l'incertezza del mercato. Tra le materie prime spicca ancora una volta l'oro, che in giornata ha aggiornato il suo record storico oltre 2.370 dollari per oncia. Marcia indietro per il petrolio.

giovedì 4 aprile 2024

Risparmio, sempre più italiani scelgono di aprire un conto deposito

Anche se le somme di denaro che rimangono parcheggiate sui conti correnti restano fin troppo elevate, sempre più italiani scelgono di aprire un conto deposito per evitare che l'elevata inflazione eroda il proprio risparmio.

Il conto deposito a salvaguardia del risparmio

Questo scenario emerge da un'indagine che è stata effettuata dal portale Facile.it. Negli ultimi 12 mesi, i risparmiatori italiani che hanno deciso di aprire un conto deposito sono stati ben 4 milioni e mezzo

Ma anche un altro fattore testimonia il sempre maggiore interesse verso questo strumento di impiego del proprio risparmio, ossia il fatto che le ricerche online di questi prodotti sono cresciute del 169% tra il 2022 e il 2023.

Forse può interessare: le ricerche più frequenti su Google nel 2023.

Attenzione a non confondersi

Bisogna sottolineare un aspetto importante. Il conto corrente e il conto deposito sono due cose completamente differenti.
Il primo infatti garantisce un'operatività molto ampia, ma ha dei rendimenti praticamente nulli e per questo il risparmio che vi è allocato viene eroso dall'avanzare dell'inflazione. Il conto deposito invece può offrire discreti tassi di rendimento (quelli con scadenza del vincolo a 60 mesi hanno una redditività lorda che può arrivare al 4,75%), ma al tempo stesso presenta un operatività molto più ridotta.
In sostanza le operazioni classiche che si possono fare sul conto corrente, nella maggior parte dei casi non sono disponibili con il conto deposito.

L'identikit

L'indagine ha consentito anche di tracciare un profilo dei risparmiatori che hanno deciso di aprire un conto deposito. Se la media nazionale è pari a 10,7%, nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni siamo al 14,6%, che raggiunge addirittura il 16,4% nella fascia di età compresa tra i 25 e 34 anni.

La maggior parte di coloro che hanno aperto un conto deposito ha utilizzato il canale on-line (circa due terzi del totale), mentre appena il 7% ha utilizzato un agente mediatore fisico. A livello geografico, la richiesta è stata molto più accentuata al nord ovest, dove il 40% degli intervistati ha dichiarato di averne almeno uno.

martedì 2 aprile 2024

Economia cilena, non si vedono ancora spiragli di luce

La frenata economica e la recente fiammata dell'inflazione hanno aperto scenari più deboli per il futuro dell'economia cilena, già da anni in difficoltà. Anche per questo motivo la Banca centrale del Paese ha deciso di intervenire attraverso misure molto più accomodanti.

Gli ultimi numeri sull'economia  

L'attività economica in Cile negli ultimi mesi è tornata a ristagnare. Il PIL è cresciuto soltanto dello 0,2% su base annua nel 2023, segnando un forte rallentamento rispetto alla crescita rivista al ribasso del 2,1% dell’anno precedente. Anche l'ultimo trimestre ha vissuto una frenata, con un +0,4% nel quarto trimestre.

NB. Se vi interesse negoziare asset sull'andamento dell'economia cilena, imparate i concetti di buy sell limite ordine.

L'andamento dell'inflazione

Quello che preoccupa è anche l'andamento dell'inflazione annuale, salita al 4,5% a febbraio. Si è trattato del primo aumento dell’inflazione dopo 14 mesi consecutivi di rallentamento.

Nonostante questi picchi di volatilità dell'inflazione, la Banca Centrale ha deciso di essere più aggressiva sul fronte dei tagli ai tassi di interessi. Ha infatti tagliato il tasso di riferimento di 100 punti base nella sua ultima riunione. Questo dovrebbe dare un piccolo impulso all'economia, che ultimamente sta ristagnando.
Il mercato si aspetta ulteriori tagli dei tassi di interesse per 300 punti base. Questo significa che entro fine anno il costo del denaro dovrebbe arrivare al 4,25%. Mentre il tasso di interesse reale scenderebbe al 1,25%.

Le pressioni sul peso cileno

Questo scenario potrebbe alimentare le pressioni sul peso cileno, che ha già perso circa il 10% nell'ultimo anno. Tanto più se l'istituto centrale deciderà di riavviare il programma di accumulo di riserve valutarie.
Il cambio USDCLP scambia sui massimi storici e si è riavvicinato alla soglia psicologica dei 1000. Diversi analisti ritengono che la supererà durante il secondo trimestre dell'anno, e anche i segnali forex gratis in tempo reale vanno in questa direzione.

Scenario cupo

La verità è che l’economia cilena non cresce più da un decennio e il sistema sanitario privato in crisi potrebbe trascinare nel baratro anche quello pubblico, per non parlare del fatto che dal 2019 tutti gli indici sociali ed economici sono peggiorati.

lunedì 1 aprile 2024

Acquisizione ITA, braccio di ferro sempre più forte con Bruxelles

Il matrimonio annunciato tra Lufthansa e Ita Airways sta incontrando sempre più difficoltà, per via dei bastoni tra le ruote che l'antitrust dell'Unione Europea sta ponendo a questa acquisizione.
Tuttavia le due compagnie non vogliono rinunciare all'operazione e stanno valutando come aggirare gli ostacoli posti dall'Europa.

Cosa frena l'operazione di acquisizione

L'operazione alla quale si stava lavorando prevedeva l'ingresso dei tedeschi nel capitale di ITA attraverso un aumento riservato del capitale sociale di 325 milioni per ottenere il 41% della nostra compagnia (nata dalle ceneri del fallimento Alitalia), attualmente controllata dal Ministero delle Finanze (MEF).

Bruxelles ha interessato della questione l'antitrust guidata da Margrethe Vestager. Per dare il via libera all'acquisizione del vettore italiano da parte della compagnia tedesca sono stati chiesti grossi grossi sacrifici, che vengono ritenuti inaccettabili tanto da Lufthansa quanto da Ita.

I dubbi di Bruxelles

L'antitrust Europea però ha messo i bastoni tra le ruote a questa operazione per via dei pericoli che potrebbe comportare alla libera concorrenza.
La Commissione teme che l'operazione possa ridurre la concorrenza su un certo numero di rotte a corto raggio che collegano l'Italia con i Paesi dell'Europa centrale, ridurre la concorrenza su un certo numero di rotte a lungo raggio tra Italia e Stati Uniti, Canada e Giappone e infine creare o rafforzare la posizione dominante di Ita presso l'aeroporto di Milano-Linate, rendendo più difficile per i concorrenti fornire servizi di trasporto da e per questo Hub.

Le soluzioni possibili

Lufthansa e Mef hanno ora l'opportunità di rispondere alla comunicazione degli addebiti della Commissione, e presentare rimedi in qualsiasi momento del procedimento fino al termine del ricorso, che attualmente cade il 26 aprile 2024.

Per aggirare l'ostacolo, così da non dover chiedere il via libera all'Unione Europea, si lavora sulla possibilità di un'acquisizione da parte dei tedeschi sempre del 41%, ma senza che ci sia un cambio di controllo. Lufthansa avrebbe 2 membri sul 5 nel CDA e non nominerebbe l'amministratore delegato. Questo tipo di manovra sarebbe "forzata", mentre più agile sarebbe l'alternativa che prevede l'ingresso dei tedeschi fino al 19,9% così da evitare l'obbligo di notifica per via del controllo sulle concentrazioni.