martedì 21 maggio 2024

Inflazione canadese in frenata, una sponda per la Bank of Canada

Tra i tanti Paesi che si avvicinano al taglio dei tassi di interesse, altri passi in avanti li ha fatti il Canada. Il dato sull'inflazione reso noto oggi dallo Statistics Canada spinge sempre di più la BoC verso una sforbiciata, quando si riunirà a giugno.

Il report sull'inflazione

Il report pubblicato oggi evidenzia che la corsa dei prezzi ha rallentato al minimo di 3 anni. Il tasso di inflazione annuale è sceso infatti al 2,7% nel mese di aprile. Il dato precedente era 2,9%. 

Questo livello (il più basso da marzo 2021) è coerente con le aspettative degli economisti.
Su base mensile l'inflazione canadese è aumentata dello 0,5%, mentre il tasso core è sceso per il quinto mese consecutivo all’1,6% (anche questo livello è il più basso dal 2021). Il tasso di inflazione core mediano ha rallentato più del previsto, attestandosi al 2,6%.

NB.Se siete interessati a negoziare la valuta canadese, potreste trovare interessante lo strumento Demarker indicator.

La Bank of Canada verso il taglio dei tassi

Cosa suggerisce questo report? Che tutto procede secondo quanto si aspettava l'istituto centrale canadese. La BoC aveva affermato che l'inflazione sarebbe stata vicina al 3% nel primo semestre di quest'anno, ma poi scenderà sotto il 2,5% nella seconda parte dell'anno. Tutto secondo i piani, quindi.

E siccome il governatore Tiff Macklem ha detto che il contesto economico è diventato coerente con un taglio dei tassi, ecco che il mercato adesso è più convinto che nel meeting di giugno la baca canadese abbasserà i tassi di interesse di 25 punti base (le probabilità in tal senso sono salite al 48%, rispetto al 40% prima del rilascio dell'IPC).

Le conseguenze sui mercati finanziari

La reazione del mercato ha penalizzato il dollaro canadese. Il cambio USDCAD è infatti salito a 1,365, allontanandosi dal livello minimo di cinque settimane che era stato toccato all'inizio di questo mese. Peraltro sta testando il pattern pennant trading

Nel frattempo il rendimento delle obbligazioni canadesi a 10 anni si avvicina al minimo di un mese, verso quota 3,6%. Invece l'indice TSX, quello principale del mercato azionario canadese, è aumentato fino al massimo storico di 22504,00 punti indice. Nelle ultime 4 settimane ha guadagnato il 2,88% e negli ultimi 12 mesi è aumentato dell'11,7%.

lunedì 20 maggio 2024

Banche e imprese, al Nord i tassi di interesse su liquidità sono il triplo che al Sud

Il divario tra Nord e Sud continua ad essere uno degli elementi che caratterizza, in negativo, il nostro Paese. Questo scenario si verifica anche nel rapporto tra banche e imprese, come dimostrano i numeri evidenziati dal centro studi di Unimpresa.

La differenza di tassi delle banche

I numeri si focalizzano in particolar modo sui tassi di interesse che gli istituti praticano sui depositi liquidi delle imprese. Ebbene, al Nord la remunerazione riconosciuta dagli istituti di credito può essere ancora superiore al triplo rispetto al Mezzogiorno.

Agli estremi della classifica ci sono infatti Trento e Bolzano, dove i tassi sui depositi sono dello 0,78%, mentre in fondo c'è lo 0,24% di Catanzaro.

A livello Nazionale, la media dei tassi praticati dalle banche sulla liquidità delle imprese è pari allo 0,45%. Già questo dato fa venire i brividi, visto che è molto più basso rispetto a quello che invece viene applicato quando si chiede un finanziamento (la BCE lo fissa al 4,5%).

Il Sud nettamente penalizzato

Ma per il Sud le cose stanno pure peggio, visto che si supera a malapena lo 0,3%. Le regioni con i tassi più bassi sono infatti tutte al Sud: Basilicata (0,34%), Puglia (0,32%), Abruzzo (0,30%), Campania (0,26%) e Calabria (0,24%).

Il confronto è frustrante con il Nord (Trentino Alto Adige allo 0,78%, Emilia Romagna allo 0,52%, Toscana allo 0,50%) ma anche con il centro (Sardegna allo 0,58%, Lazio al 54%). Tra le regioni del Nord al di sotto della media nazionale ci sono Piemonte (con lo 0,38%) e Liguria (0,37%), che però comunque sono al di sopra della media del Sud.

Una disparità inaccettabile

E' chiaro che uno scenario del genere comporta forti scompensi e disparità nella pianificazione finanziaria, nella progettazione e negli investimenti tra chi fa impresa al Sud e chi a fa al Nord. Inoltre influenza la propensione al risparmio delle imprese del territorio.
Questo fenomeno amplifica le disuguaglianze economiche esistenti e riflette anche un sistema finanziario che non riesce a stimolare adeguatamente lo sviluppo economico e l’inclusione finanziaria nelle regioni del Sud.

martedì 14 maggio 2024

Mercato azionario, seduta fiacca per l'Europa (ma non a Milano)

Si è chiusa una seduta prudente sul mercato azionario europeo, che aspetta i dati sull'inflazione prima di sbilanciarsi. L'unica eccezione in un panorama piatto è la Borsa di Milano, che viene spinta al rialzo dalle banche.
Sul fronte macro non scuote gli investitori il miglioramento dell’indice Zew delle aspettative degli investitori tedeschi.

Il bilancio giornaliero del mercato azionario

Alla fine della seduta di martedì, il listino principale del mercato azionario di Milano segna +0,96%, con il FTSE Mib che chiude sui massimi da marzo 2008 a quota 35.151 punti. Sulla stessa linea, performance positiva per il FTSE Italia All-Share, che termina la giornata in aumento dello 0,94% rispetto alla chiusura di ieri.

Andamento blando nel resto d'Europa. L'indice DAX (cos'è) di Francoforte segna -0,14% come Amsterdam, avanzano adagio Parigi (+0,2%) e Londra (+0,16%), mentre è più tonica Madrid +0,79%.

I numeri di Piazza Affari

A Milano il controvalore degli scambi sul mercato azionario è stato pari a 3,42 miliardi di euro, in crescita del 27,55% rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,65 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,88 miliardi di azioni del 14/05/2024.

Per quanto riguarda i singoli titoli, a spiccare sono soprattutto le banche. La spinta giunge dalle dichiarazioni di Emmanuel Macron, che a Bloomberg Tv ha aperto all’ipotesi di fusioni tra istituti dell’Eurozona. Sul paniere principale del mercato azionario milanese la regina è così BPER (+5,00%), ma corrono anche Banco BPM +2,83%, Monte Paschi +2,7% e Mediobanca +2,19%.
Giornata positiva anche per Iveco (+3,12%) e Saipem (+3,10%).
Al contrario, la peggiore performance è quella di Italgas (-1,67% dopo i conti) e Terna (-1,78%).

Gli altri mercati

Sul fronte valutario, il cambio Euro / Dollaro prosegue gli scambi con un guadagno oltre quota 1,08 e comincia a crescere la sua dalla deviazione standard trading.

Tra le materie prime si mette in luce il rame (il contratto luglio 2024 si apprezza del 4,7%), mentre il petrolio si muove in ribasso. Lieve aumento per l'oro, che mostra un rialzo dello 0,61%.
Sui livelli della vigilia lo spread, che si mantiene a +132 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,84%.

giovedì 9 maggio 2024

Banche, ancora numeri allarmanti sulla desertificazione delle filiali

Continua in modo progressivo ed inesorabile il processo di desertificazione bancaria che sta interessando l'Italia da diversi anni. Anche nel 2023 il numero di banche che ha chiuso sportelli lungo tutto il territorio è stato molto elevato. Questa situazione rischia di acuire disagi sociali ed esclusione economica di una fetta importante del paese.

I numeri sulla presenza territoriale delle banche

In base ai numeri forniti dall'Ufficio studi e ricerche della Fisac CGIL, emerge che nell'ultimo quinquennio sono stati chiusi più del 20% degli sportelli, che sono scesi da 25.000 a 20.000. Contemporaneamente ha avuto luogo una riduzione dei dipendenti di circa il 6%, pari a poco più di 16.000 unità.

Come detto, si tratta di un processo che va avanti in modo pressoché continuativo da diversi anni. Anche nel corso del 2023 - sebbene misura più attenuata rispetto al recente passato - gli sportelli delle banche sul nostro territorio hanno subito un calo, -3,9%. In numeri assoluti, altri 800 sportelli bancari che sono spariti dalla mappa.

La situazione geografica

La desertificazione degli sportelli delle banche fatto sì che ben 4 comuni su 10 in Italia non hanno più neanche uno sportello bancario cui fare riferimento.
Anche se questa situazione interessa l'intero territorio nazionale, la situazione è più grave al Sud rispetto al Nord. Al Settentrione infatti ci sono il 57% del totale degli sportelli delle banche, mentre al Sud e nelle Isole il totale sul numero nazionale ammonta al 22%. I cali più marcati si sono avuti in Abruzzo, Molise, Marche e Basilicata, dove hanno raggiunto quote pari o superiori al 25%.

La tipologia

Dalla mappatura degli sportelli delle banche presenti sul territorio, emerge che più della metà appartengono a banche di maggiori dimensioni, e per il 76% sono istituti in forma di SpA. Le quote riconducibili alle banche di Credito Cooperativo e alle banche popolari invece sono pari al 20% e appena il 3%.

Allarme

La fotografia della presenza delle banche sul territorio nazionale fa suonare un campanello d'allarme. La riduzione dell'occupazione e delle filiali soprattutto in alcune aree fragili del paese finisce per privare l'economia di un sostegno molto importante.

lunedì 6 maggio 2024

Banche centrali, scocca l'ora di BoEe RBA (e anche altri istituti centrali)

Dopo la BCE e la FED, nei prossimi giorni toccherà ad altre banche centrali riunirsi per decidere la politica monetaria. Altrove verranno rilasciati diversi report sull'inflazione, mentre sul mercato azionario l'attenzione continuerà ad essere rivolta alla pubblicazione delle trimestrali.

Settimana calma dagli USA

Sarà una settimana relativamente tranquilla negli Stati Uniti, dopo le turbolenze che in quella appena passata hanno regalato il meeting della FED (la più importante delle banche centrali) e i dati sul lavoro.

Alcuni membri della FED parleranno in settimana, cosa che potrà dare agli investitori altre idee sulla posizione monetaria della Federal Reserve. Al momento le scommesse riguardo ai tagli al costo del denaro si concentrano sul mese di settembre, e questo ha lasciato il Dollar Index verso quota 105 (ma qualche indicatore per scalping forex suggerisce un ribasso a breve termine).

Quanti meeting in programma

Sul fronte globale, le banche centrali di Regno Unito, Australia, Brasile, Svezia, Malesia e Polonia annunceranno le loro decisioni sui tassi di interesse.

Nel Regno Unito, si prevede che la Banca d’Inghilterra manterrà invariata la politica monetaria dopo il calo del tasso di inflazione al 3,2% a marzo, il più basso da settembre 2021 (ma comunque al di sopra dell’obiettivo del 2%). Questo influenzerà senza dubbio l'andamento della sterlina (suggeriamo di tenere sotto controllo il relative volatility index RVI).
In Australia, anche la RBA dovrebbe mantenere invariato il tasso di interesse di riferimento.

Europa, Oriente e mercato azionario

In Europa, l’attenzione si sposterà sulla Germania per gli aggiornamenti sugli ordini alle fabbriche, sulla produzione industriale e sui dati della bilancia commerciale. La Cina sarà al centro dell’attenzione degli investitori per via dei Caixin e i PMI compositi, insieme al commercio estero, ai tassi di inflazione e ai dati sui nuovi prestiti. Tutti report che serviranno a evidenziare segnali di ripresa dell’economia cinese.

I dati sull’inflazione saranno monitorati attentamente anche in Messico, Brasile, Filippine.
La stagione degli utili delle big cap è pronta a concludersi con i comunicati di Vertex Pharmaceuticals, Walt Disney, BP, Toyota, Uber, Airbnb e Shopify.

mercoledì 1 maggio 2024

Ricchezza, 8 milioni di Italiani sono a rischio povertà

Un rapporto elaborato dal centro studi di Unimpresa ha evidenziato una situazione molto difficile per una discreta fetta della popolazione italiana. I dati sulla ricchezza evidenziano infatti che il 15% della popolazione vive in una condizione a rischio povertà.

I dati sulle ricchezza

Oltre ai 5 milioni di soggetti che già sono in condizioni di povertà assoluta, ce ne sono quindi più di 8 milioni che sono a serio rischio di entrarci. Si arriva così ad un totale di 14 milioni di Italiani (su un totale di 59 milioni di Italiani) la cui ricchezza è così bassa da porli in condizione di difficoltà parziale o estrema.

Poco conforta il fatto che, rispetto allo scorso anno, la quota dei soggetti a rischio povertà sia calata di circa 28.000 unità complessive. Nel panorama territoriale ci sono soprattutto alcune zone che sono definibili ad altissimo rischio (non vi diciamo quali perché è facilmente intuibile).

Povertà e lavoro

Il fenomeno del rischio povertà riguarda soprattutto i disoccupati e i lavoratori che sono precari o sottopagati. Queste categorie infatti hanno alimentato negli ultimi anni la quota dei poveri assoluti, che a partire dal 2005 sono più che raddoppiati di numero, passando da 2,4 milioni a 5,6 milioni. 

Nello stesso lasso di tempo i "working poor" sono passati da 10,4 milioni a 8,5 milioni. Quello che apparentemente sembra un calo incoraggiante, in realtà è un dato pessimo, perché va a letto come un passaggio da un'area a rischio alla povertà assoluta.

Un problema sociale

Il problema della distribuzione di ricchezza e dell'aumento della povertà è un vero e proprio dramma sociale. La perdita del posto di lavoro oppure una retribuzione da fame sono un elemento di vergogna per tutti. Occorre quindi creare le migliori condizioni tanto per le imprese (alimentando gli incentivi all'occupazione) quanto per i loro dipendenti, perché la politica dei sussidi può mettere una pezza solo temporaneamente, mentre invece occorrono interventi di carattere strutturale.