giovedì 29 aprile 2021

Criptovalute, il Bitcon è sotto accusa anche per il consumo energetico

Non è soltanto il fattore economico e speculativo che induce a parlare di Bitcoin. Negli ultimi giorni, si è alzato un po' di polverone anche in relazione all'aspetto ambientale. Sarebbe enorme infatti, il consumo energetico connesso all'attività di "mining" (ossia la generazione delle criptovalute).

Quanto consuma la regina delle criptovalute

Il Bitcoin è una moneta affamata di energia, al punto che nel 2020 sarebbe stato consumato l’equivalente energetico dell’intera Argentina per produrre questa crypto. Il che non la rende certo "simpatica", visto che ci si batte tutti per scongiurare gli effetti nefasti del cambiamento climatico. Oggi una sola transazione della regina delle criptovalute, è pressoché equivalente all'impatto di un volo da Parigi a Mosca.

Sembrano discorsi poco attinenti all'aspetto finanziario, ma non è così. Dobbiamo infatti ricordare che negli ultimi mesi è cresciuta l'attenzione verso la sfera ESG. Ossia i fattori di sostenibilità ambientale e sociale. Presentarsi quindi con certi dati, non rende Bitcoin molto popolare sotto questo punto di vista. Vale lo stesso comunque per tutte le criptovalute.
Anche per questo molti analisti vedono per il Bitcoin un futuro tutt'altro che roseo, e pronosticano che il momento della verità si sta avvicinando.

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Dubbi anche sotto il profilo finanziario

Ma anche dal punto di vista strettamente finanziario, il Bitcoin e le altre criptovalute devono patire qualche altro colpo pesante. Ad esempio, le critiche di Consob e Bankitalia, che hanno messo in guardia gli investitori dicendo che si tratta di “un investimento altamente rischioso”. Del resto è ben nota a tutti l'estrema volatilità che caratterizza questo asset.
Senza poi considerare l'aspetto assai nebuloso riguardo al quadro normativo e fiscale nei diversi ordinamenti.

Il mercato delle criptovalute

Nel frattempo, il Bitcoin non sembra comunque accusare grandi contraccolpi. E' vero che è precipitato dopo aver orbitato sui 64mila dollari, ma la quotazione attuale sui 54mila rappresenta comunque un boom notevole rispetto all'inizio dell'anno. All'orizzonte insomma non si vedono pattern inversione candlestick che possano mettere in allarme i tori.

martedì 27 aprile 2021

Turismo, l'Italia è pronta a ripartire. Boom di prenotazioni soprattutto da GB e USA

Tornano finalmente le prenotazioni per le vacanze estive in Italia. Si prevedono tanti stranieri nello "stivale" tra luglio e agosto. Sono segnali di grande speranza per un settore, quello del turismo, martoriato dalla pandemia.

Riparte il turismo

La crisi Covid ha di fatto azzerato l'attività. Viaggi interdetti e strutture chiuse. Le città d’arte sono state quelle più colpite dalla crisi, con un crollo del fatturato giunto al 64% per Firenze, Venezia e Roma. Tra le grandi città l'unica a "salvarsi" è stata Milano, che comunque ha avuto un crollo del 54%.

Quello che gli operatori del turismo sperano di poter dire è che il peggio è alle spalle. I numeri che si vedono oggi riguardo alle prenotazioni fanno infatti pensare che il turismo estivo sia pronto a ridarsi slancio.
Gli affitti a breve e medio termine sono in fortissimo aumento, con la Sicilia in grandissima crescita. Anche la Puglia si prepara a riaprire con grande ritmo di afflussi. Richiestissimo anche il Veneto.

La spinta arriva dai vaccini

Chiaramente l'avanzata delle campagne di vaccinazione consentirà questa forte inversione di tendenza. Che riguarderà logicamente soprattutto gli stranieri. I dati sulle prenotazioni rilevano il ritorno di turisti soprattutto da Gran Bretagna e Usa. Non è un caso che si parli di quei due paesi dove le campagne di vaccinazione stanno procedendo con il ritmo più forte.

Il Covid e le scelte di viaggio

Il coronavirus rimane comunque un elemento importante nelle scelte di chi viaggia. Rispetto al passato, infatti, molti viaggiatori hanno modificato le proprie abitudini, virando verso la ricerca di posti più isolati e con spazi a disposizione più ampi. Il timore del Covid si riduce, ma non sparisce del tutto, e i clienti preferiscono avere interazioni con meno persone possibile.
Un'altra grossa novità, riguarda lo smart working. Entrato di prepotenza nelle abitudini quotidiane, adesso la possibilità di poterlo fare anche in vacanza è sempre più requisito nella scelta di viaggio.

giovedì 22 aprile 2021

Mercato del greggio, tornano le preoccupazioni e i prezzi vanno in discesa

L'euforia sul mercato del greggio è durata poco tempo. I prezzi dell'oro nero sono infatti scesi negli ultimi giorni, e ritornano a vedersi le nubi.
Sulle quotazioni del mercato del greggio si sente il peso di due fattori. Da una parte un aumento a sorpresa delle scorte americane, e dall'altro le novità poco piacevoli che giungono dal fronte della pandemia. In special modo, riguardo a quei Paesi che sono grandi importatori.

Cosa accade sul mercato del greggio

Per quanto riguarda l'aumento inaspettato delle scorte di greggio negli Stati Uniti, sono le rilevazioni EIA ha hanno evidenziato la situazione. Nell'ultima settimana infatti, la divisione del Dipartimento dell'Energia americano, ha rilevato che gli stocks di greggio sono saliti di 0,6 milioni a 493 MBG, mentre le aspettative erano per un calo di 2,9 milioni.

Gli stock di distillati hanno registrato invece una contrazione di 1,1 milioni a 142,4 MBG, a fronte di attese per una discesa di 0,9 milioni, mentre le scorte di benzina sono salite di 0,1 milioni a quota 235 MBG (era attesa una crescita di 0,5 milioni).
Le riserve strategiche di petrolio sono stabili a 635,9 MBG.

Annotazione: quando si negozia il petrolio, occorre tenere sonno mano una tabella correlazioni forex e valute correlate.

La questione Covid

Ma a pesare sul sentiment che si respira sul mercato del greggio sono anche i casi di Covid in crescita in Asia. L’India, che è uno dei maggiori importatori di oro nero, ha toccato quota 300.000 casi di virus giornalieri, mai così elevati. Il Giappone invece si appresta a vivere un nuovo stato di emergenza a Tokyo, Osaka e in altre aree.
Queste novità poco piacevoli finiscono per acuire il timore che la ripresa della domanda di carburante possa essere più debole.

Inoltre il mercato del greggio risente anche della possibile revoca della sanzioni all'Iran. Se così dovesse essere, allora si riverseranno più barili sul mercato. Cosa che ovviamente crea qualche problema ai maggiori produttori di petrolio.
Per questi motivi si sta assistendo a un calo dei prezzi. Sul mercato del greggio vanno in discesa sia Brent che WTI, e si tratta dal terzo giorno consecutivo in discesa.

martedì 20 aprile 2021

Imprese e digitalizzazione, ecco come intendono investire i fondi di Transizione 4.0

Uno dei percorsi più importanti che stanno vivendo le imprese italiane di piccole e medie dimensioni riguarda la digitalizzazione. Un processo che era già in corso prima dello scoppio della pandemia, ma che è stato accelerato da quest'ultima.
Per agevolare questa svolta, il Governo ha varato il piano Transizione 4.0 da 24 miliardi, che è stato prorogato fino al 2023.

Le risorse a disposizione delle imprese

Quello che bisogna chiedersi però, come verranno sfruttate le risorse messe a disposizione da questo piano. A tal proposito una indagine di Innovation People - che ha avuto come oggetto un centinaio di aziende - ha studiato il comportamento atteso dalle piccole e medie Imprese italiane, per illustrare le loro strategie e le loro scelte di investimento.

Le difficoltà che queste imprese si trovano ad affrontare è lo scenario stesso. Infatti è in continuo cambiamento, a prescindere dal settore di operatività. Stanno cambiando le abitudini dei consumatori, soprattutto a causa di alcuni processi forzati dalla pandemia e dai lockdown. Questo ha portato molte imprese a lavorare in un contesto dove è in atto un vero e proprio cambio di rotta.
Si sta cioè delineando una "nuova normalità".

La digitalizzazione

Per questo le imprese italiane hanno dovuto abbracciare la digitalizzazione, reinventando il proprio approccio al mondo digitale per rispondere ad una crisi che non ha precedenti.
La quasi totalità delle imprese intervistate (83%) ha dovuto prendere atto di queste novità. Ma oltre la metà di esse (61%) ammette che le strategie messe in campo sono risultate poco chiare e non del tutto definite, perché il cambiamento è stato così rapido da impedire una programmazione efficace.

Ma cosa faranno le imprese con i fondi del piano Transizione 4.0? Circa l'80% prevede investimenti nella creazione di una strategia omnicanale e alla comunicazione personalizzata. Una bella fetta punta sulla realizzazione di una Piattaforma di Marketing Automation.

giovedì 15 aprile 2021

Valute digitali, mercoledì d'oro: debutto di Coinbase e record per Bitcoin

Oltre alle trimestrali, l'evento più atteso sui mercati azionari USA era senza dubbio il debutto di Coinbase al Nasdaq. Si tratta della piattaforma per lo scambio al dettaglio delle maggiori valute digitali (Bitcoin, Ehter, Litecoin,ecc).
L'evento era atteso perché si trattava della prima volta che un crypto-exchange sbarcava a Wall Street con una quotazione diretta.

Cosa significa per le valute digitali

Il debutto al Nasdaq è stato per Coinbase all'insegna della volatilità e del successo. Il prezzo del titolo, che era partito da 250 dollari per azione, è schizzato subito del 52%, per poi arrivare a 430 in un paio d'ore appena. Analogamente a quanto succede per le valute digitali, il prezzo poi è ridisceso per chiudere a 328,28 (capitalizzazione iniziale di mercato di 85,8 miliardi).

Al di là dell'andamento della quotazione, lo sbarco di Coinbase sul Nasdaq è una questione soprattutto di prestigio per l'intero mondo delle valute digitali.
La "criptomania" non è più una moda, ma un evento che è penetrato a buon diritto nei mercati finanziari internazionali. Per la prima volta si sono incontrati il mercato tradizionale di Wall Street e quello molto alternativo delle criptovalute.
Il tutto succedeva mentre Bitcoin fissava un nuovo record, salendo oltre i 63 mila dollari. Inoltre le figure di continuazione del trend trading danno ancora ottimismo ai "tori".

Aziende che ci credono, banche centrali e FED

Ricordiamo però che se Wall Strett e le crypto si sono ufficialmente incontrati ieri, molte grandi aziende quotate avevano da tempo strizzato l'occhio alle valute digitali. Tesla, Amazon, Paypal, e via dicendo.
Ma anche e soprattutto le banche centrali si stanno ponendo il problema della circolazione parallela di valute il cui valore ha superato i 2 mila miliardi di dollari.

Nota operativa: uno dei modi per fare investimenti sulle valute digitali è quello di sfruttare la teoria delle onde di elliott wave.

Va detto anche che, nonostante il successo di Coinbase, lo scetticismo delle più alte sfere della politica economica mondiale rimangono ancora scettici verso le criptovalute. Appena ieri Powell (capo della fED), ha ribadito di ritenerli "strumenti speculativi", per nulla assimilabili alle monete tradizionali. Cosa che invece vogliono fare le banche centrali: creare euro digitale, dollaro digitale, che però siano mezzi di pagamento non aleatori come le criptovalute.

martedì 13 aprile 2021

Credito: la pandemia stronca le richieste degli under 35, in calo dopo anni di aumento

Tra le diverse conseguenze della pandemia, c'è anche la brusca frenata del ricorso al credito da parte della popolazione giovane. In special modo, la crisi economica che ha accompagnato quella pandemica, ha fatto scivolare le richieste di finanziamento da parte degli under35.

Incertezza economica e ricorso al credito

In generale, tutte le fasce della popolazione adulta hanno sofferto l'incertezza riguardo i tempi di ritorno a una situazione di normalità. Questo ha finito per incidere sulle loro decisioni di consumo e di risparmio (la tendenza al risparmio è cresciuta). Ma anche su quelle di investimento, prima tra tutte la scelta di comprare casa.
Così si spiega il motivo di un minore ricorso al credito nell'ultimo anno.

Giovani ci pensano due volte

Per i giovani, questo passo indietro giunge dopo alcuni anni di crescita. Erano sempre di più infatti, quelli che stavano cominciando a ricorrere ai finanziamenti per sostenere i propri acquisti e i piani di investimento di lungo periodo. Ad esempio, l’acquisto dell’abitazione. Su questa propensione a rivolgersi agli istituti di credito, però si è abbattuta la pandemia, o meglio i riflessi negativi sulla continuità reddituale innescati dalla pandemia.

Molti allora hanno evitato di ricorrere al credito, posticipando i progetti di spesa, per il timore di non essere poi in grado di ripagare regolarmente le rate dei finanziamenti accesi.

Il minore impatto della surroga

Si spiega così il motivo per cui sono scese tutte le forme tecniche del credito al dettaglio (per tutte le fasce di età), con la sola eccezione relativa al comparto dei mutui, in crescita del +2,8%, per via del fortissimo aumento delle richieste di surroghe. In questo ultimo caso infatti, il crollo dei tassi di interesse ha spinto a rinegoziare i finanziamenti già acceso a condizioni migliori.
Ma per gli under35, classe di età dove le surroghe sono pochissime, il bilancio finale del ricorso al credito è stato -5,4% rispetto all’anno precedente.

Ancora peggiore è il bilancio dei prestiti personali, che rimane la forma tecnica di credito più diffusa. Nel 2020, dopo anni di costante crescita, la categoria under 35 ha segnato un profondo calo (-20,9% per i consumatori tra 25 e 34 anni, -16,8% di quelli tra 18 e 24 anni).

giovedì 8 aprile 2021

Banca centrale americana, dai verbali arriva la conferma: nessuna sterzata restrittiva all'orizzonte

C'era molta attesa di conoscere il contenuto della minute FED, relative all'ultimo meeting di politica monetaria (16 e 17 marzo). Alla fine però la banca centrale americana non ha riservato alcuna sorpresa. Nei verbali infatti non c'è alcun appiglio che possa far intravedere una mossa restrittiva prima del 2023.

Cosa dice la banca centrale americana

Nel meeting che si è concluso con la conferma dei tassi nella forbice 0-0,25%, la FED ha confermato di ritenere appropriata l'attuale politica monetaria. Che prevede anche un piano di acquisti mensili di asset (QE) per un valore di 120 miliardi di dollari.
Secondo la banca centrale USA, l'economia a stelle e strisce è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi che sono stati prefissati a lungo termine.

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Rischio inflazione bilanciato

In particolare, riguardo al timore di una inflazione che potrebbe esplodere all'improvviso, la banca centrale ritiene che i rischi siano bilanciati. Malgrado questo, alcuni membri avanzano delle preoccupazioni su quali possano essere gli effetti - sulla stabilità finanziaria - di una politica monetaria espansiva e condizioni finanziarie accomodanti.
Al tempo stesso però si ritiene ancora necessario proseguire con forti stimoli economici, perché ci vorrà del tempo prima di avere sostanziali progressi verso gli obiettivi prefissati.

Pandemia

La pandemia resta in cima ai pensieri della banca centrale americana. I membri del FOMC infatti ritengono ancora molto presenti i rischi per l'outlook economico, a causa dei contagi da Covid. Tuttavia, la percezione del pericolo si è decisamente abbassata grazie alla resilienza dell'economia e al sostegno fiscale attuato.
Quanto al mercato del lavoro, il FOMC sottolinea nelle minute che "le condizioni sono migliorate nei mesi di gennaio e di febbraio", ma l'occupazione "è rimasta ben al di sotto dei livelli di inizio 2020".

La reazione dei mercati alle minute della banca centrale americana è stata tiepida
. Il dollaro non si è smosso granché rispetto al suo andamento fiacco degli ultimi giorni, sia nelle copie maggiori che nelle coppie di valute più volatili. Anche Wall Street ieri ha chiuso quasi invariata.

martedì 6 aprile 2021

Banche, in Italia continua a scendere il numero di sportelli. Diecimila in meno in un decennio

La transizione verso un mondo sempre più digitale si fa sentire anche sul settore finanziario, e in special modo sulle banche. La rivoluzione fintech finora ha portato alla chiusura di oltre 10mila sportelli bancari nel territorio in un decennio circa. In termini percentuali, si tratta di quasi un terzo del totale (da 34mila a 24mila).

Banche e fintech

Il cambiamento delle banche è quindi imponente. A livello geografico, la riduzione degli sportelli ha riguardato soprattutto il Sud. Ogni 100.000 abitanti si registrano infatti circa 20 filiali bancarie in Calabria, 22 in Campania e 25 in Sicilia.

Rovesciando lo stivale, la presenza di filiali è molto più sostanziosa. Infatti in Trentino Alto Adige, leader della classifica, ci sono addirittura 70 sportelli ogni 10mila abitanti. Seguono Valle d’Aosta (63) ed Emilia Romagna (56).
Se consideriamo le grandi città, Milano (41) e Roma (35) doppiano Napoli (20), ma è Bologna ad essere molto più "ricca" di sportelli di banche (58).

L'Italia e l'Europa

Questi numeri fotografano meglio la situazione se si procede a un confronto con l'Europa. Ci si accorda infatti che nonostante il taglio massiccio di sportelli, siamo ancora ben oltre la media europea: noi abbiamo 39 sportelli per centomila abitanti, in Europa ne bastano 22. Se ricordiamo i dati di poco fa, potremmo dire che in teoria il Sud è più europeo del Nord, per quanto riguarda le banche.

Anche se in terra straniera ci sono casi ancora più eclatanti di iper-efficienza. Coma la Finlandia: appena 5 sportelli per centomila abitanti.
Ma c'è anche chi è meno efficiente di noi, come la Spagna (50 filiali ogni 100mila abitanti) e la Bulgaria (65).
Il sistema creditizio e bancario del Lussemburgo non fa testo, perché è vero che ha 65 istituti per centomila abitanti, ma in realtà è un Paese costruito per le banche.

Cambiamento in corso

La maggiore concorrenza, anche straniera, la rivoluzione digitale (in un decennio la fruizione dell'home banking è raddoppiata) e la sfida della sostenibilità, sono temi che hanno cambiato e cambieranno ancora il mondo delle nostre banche. Ma il nostro sistema cambierà anche per i processi di concentrazione nel settore, il così detto Risiko bancario.