giovedì 30 novembre 2017

Mercati emergenti, occasioni in vista per gli investitori

Gli investitori sulle valute sono concentrati soprattutto sulle classiche major, come l'euro-dollaro, oppure sulle criptovalute. Tuttavia c'è un mercato fatto di valute emergenti che nasconde grandi opportunità. Le cose in questo ambito (e in chi ha saputo entrarci in tempo) sono in costante miglioramento. Il panorama globale che sorregge le valute emergenti è molto favorevole. In esso comprendiamo anche il generale miglioramento della propensione al rischio e la crescita vigorosa. Tutto questo dovrebbe spingere gli investitori che usano i migliori siti per fare trading ancora di più verso valute emergenti selezionate.

Le occasioni sui mercati emergenti


Alcuni di questi mercati stanno vivendo una fase di debolezza per via dell’improvviso innalzamento della curva dei rendimenti USA. ciò finirà per offrire ai trader delle quotazioni attraenti per il 2018. Se analizziamo le frasi della Yellen e anche i dati macroeconomici USA, si può dedurre che l'istituto centrale americano non procederà a un restringimento aggressivo, ma molto graduale. E questo potrebbe generare delle occasioni interessanti. Occhio quindi a seguire i segnali opzioni binarie gratis affidabili.

Parliamo soprattutto di uno dei principali mercati emergenti, l'India. La crescita del T3 dovrebbe riprendersi e probabilmente sorprenderà al rialzo. Peraltro ci sono delle condizioni interne come la spesa dei consumatori e la diminuzione del deficit commerciale, che finiranno per dare un sostegno alla crescita. Gli ultimi report hanno evidenziato una buona crescita della produzione industriale, che si avvicina alla media degli ultimi dieci anni. Segno di una certa vitalità.

Inoltre la banca centrale indiana con ogni probabilità non interverrà. Al momento i tassi sono al 6%, livello più basso dal 2010. Un aumento del costo del denaro non sembra probabile, almeno per un altro anno e nonostante il lieve aumento dell'inflazione (che è rimasta ancora sotto il target fissato dalla RBI che è del 4%). Secondo gli analisti, potrebbe esserci al massimo un rialzo di 25 punti base nel 2018.

martedì 28 novembre 2017

Ocse: l'Italia cresce ma debito alto e crediti deteriorati sono un rischio


Arrivano nuovi dati riguardo all'economia italiana. Li ha resi noti l'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), secondo il quale nel 2017 la nostra economia dovrebbe marciare in crescita all'1,6%, per poi scendere verso 1,5% il prossimo anno e ancora più in basso (1,3%) nel 2019. Dati leggermente difformi quindi da quelli della Nota di aggiornamento al Def di fine settembre. In essa veniva infatti indicato un ritmo di crescita costante all'1,5% per tutti e tre gli anni.

Il report OCSE


Questo report è contenuto nel ‘Economic Outlook’, dove c'è un capitolo dedicato al nostro paese. In esso viene messo in evidenza che la ripresa presenta comunque ancora di punti di grande vulnerabilità. Primo tra tutti il debito pubblico, e in secondo luogo i crediti deteriorati in portafoglio alle banche del nostro paese.

Riguardo al debito pubblico, secondo OCSE dovrebbe esserci una lieve flessione quest'anno. Si passerebbe da 132,0% in percentuale rispetto al Pil con cui si è chiuso il 2016, al 131,6% quest'anno. Nei prossimi due anni invece la diminuzione potrebbe essere più accentuata. Si prevede infatti un calo al 129,8% il prossimo anno e al 127,7% nel 2019 (con lievissima differenza rispetto alle previsioni del Def).
A tal proposito OCSE avverte che la mole notevole del debito pubblico italiano limita notevolmente i margini di manovra riguardo le politiche fiscali del Governo. Questo rende la nostra politica fiscale molto sensibile alle modifiche dei tassi di interesse.

Riguardo all'altro tema delicato, ovvero i crediti deteriorati, anche se vengono messi in evidenza i progressi in questo senso, si ribadisce che il fardello delle sofferenze sulle nostre banche resta forte, e soprattutto minaccia la fiducia nel settore bancario.

Futuro e riforme strutturali


Nel complesso l'OCSE ha una visione ottimistica della nostra economia. si evidenzia infatti una crescita buona che viene alimentata dalla domanda privata, ma anche a un andamento incoraggiante delle voci investimenti ed esportazioni. Tuttavia viene sottolineato il ruolo delle riforme strutturali, il cui percorso deve andare avanti. Occhio poi alle elezioni del 2018, perché senza un clima positivo di avrebbero effetti deteriori sulla fiducia e così si rischia di far deragliare la ripresa economica.


domenica 26 novembre 2017

Mercato del petrolio, si avvicina il giorno del meeting Opec

E' ormai dietro l'angolo il 30 novembre, giorno del meeting OPEC che dovrebbe determinare l'estensione dei tagli produttivi fino alla fine del prossimo anno. Sul mercato del petrolio le quotazioni restano toniche, dal momento che vengono sostenute da un mix di fattori interessanti e c'è un certo ottimismo che l'accordo verrà raggiunto.

Sul miglior sito opzioni binarie autorizzati Consob abbiamo visto il Wti crescere a 58,95 dollari al barile (+1,6%), e viaggiare sostenuto anche il Brent. Sembra quindi che i mercati siano convinti che dal meeting tra Opec e Russia tutto andrà liscio come l'olio e non ci saranno sorprese sgradite.
Tuttavia non è tutto così idilliaco. La liaison tra i produttori dà ancora qualche margine di dubbio. Del resto soltanto fino a pochi giorni fa la Russia sembrava ancora indecisa se partecipare al summit di Vienna. Tuttavia, sembra che ci sia finalmente la volontà comune di estendere fino alla fine del 2018 l'accordo che ridurrà 1,8 milioni di barili al giorno.

La Russia, i paesi Opec e il mercato del petrolio


La posizione della Russia è stata quella che ha destato maggiori dubbi. La defezione del Paese guidato da Vladimir Putin del resto sarebbe stata pesantissima. Senza i russi le quotazioni senza dubbio crollerebbero e questo metterebbe a rischio al stessa esistenza del Cartello, secondo qualche analista.


Consiglio: se dovete fare trading Cfd su commodities, cercate sempre le condizioni migliori di mercato. Ad esempio, guardate gli spread Plus500.

Va detto che l'Opec non è più quello di un tempo. E' meno stabile e meno solido. Inoltre non è più n grado di salvaguardare le condizioni di alcuni dei suoi paesi membri. Ad esempio secondo il Fondo monetario internazionale, per rimettere a posto le sue finanze il Venezuela avrebbe bisogno di un barile a 216 dollari. Discorso analogo per la Nigeria (127 dollari) e l'Arabia Saudita (84).  Ecco perchè il prolungamento dei tagli diventa questione di sopravvivenza.

venerdì 24 novembre 2017

Industria italiana, secondo Istat settembre è stato in chiaroscuro

L'industria italiana rallenta. Questo è il dato che emerge dall'analisi di Istat, che evidenzia come dopo lo scatto di agosto, il fatturato dell’industria sia sceso di 1,2%. Nonostante questo calo, il risultato del terzo trimestre rimane comunque positivo, con una crescita dello 0,8% rispetto al precedente. Anche per gli ordinativi c'è un calo durante settembre (-3,9%) ma anche qui il risultato del terzo trimestre è positivo: +2,4%.

I dati di Istat sull'industria

L'andamento congiunturale del fatturato a settembre è dovuto a flessioni pressoché identiche sui due mercati (-1,3% per quello interno e -1,2% per quello estero). Per gli ordinativi, invece, il calo è più marcato sul mercato interno (-5,8%) rispetto a quello estero (-1,4%).
Se viene corretto il dato per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di settembre 2016) tuttavia il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 5,2%, con incrementi del 4,6% sul mercato interno e del 6,3% su quello estero. 

Su base annua rimane evidente una crescita robusta, pari al 5,2%. A fungere da spinta sono stati sia la domanda interna che le esportazioni.
A livello di settori, i dati più interessanti sono quelli della filiera meccanica. In special modo metallurgia e prodotti in metallo vedono un incremento dei ricavi pari al 13,1%. Scende invece per il terzo mese consecutivo il settore automobilistico, anche se nel corso del 2017 il risultato complessivo rimane molto positivo (+7,6%).
I dati resi noti da Istat confermano quindi che c'è una ripresa in atto nel Paese. La domanda interna è cresciuta soprattutto allo scatto degli investimenti innescato dai bonus di Industria 4.0. La crescita delle esportazioni invece ha registrato invece un bilancio in progresso del 9% nei primi 10 mesi nei mercati extra-Ue.

mercoledì 22 novembre 2017

Sterlina e dollaro, braccio di ferro in corso da un mese

Periodo abbastanza stabile sui mercati per il Cable (come viene chiamato il cambio tra sterlina e dollaro). I trader sono focalizzati su due elementi: da una parte le questioni legate alla Brexit, dall'altra l'esito dell'iter per approvare la riforma fiscale di Trump. Ecco i due driver della coppia Forex.

Il momento di sterlina e dollaro


Vediamo cosa si muoverà sul fronte sterlina e dollaro. Per quanto riguarda il fronte USA, ad eccezione delle minute del FOMC che dovrebbero confermare l'intenzione di procedere ad un ulteriore rialzo dei tassi a dicembre, non ci sono grossi dati in arrivo nella settimana "corta" per via della festa del Ringraziamento. L'indicatore Aroon (settaggio e strategie standard) non dovrebbe quindi evidenziare alcun segnale forte.

Dall'altra parte la sterlina vive un periodo di alti e bassi. Sono giunte notizie un po' più rassicuranti sul fronte dei negoziati per la Brexit. C'è infatti ancora speranza di dare una svolta al rapporto Londra-Bruxelles entro Natale. Ciò sicuramente potrebbe dare un sostegno maggiore alla sterlina nel forex.

Analisi tecnica

Nel frattempo il cambio GBP/USD non si muove significativamente dal livello 1.30. Ne' all'orizzonte si vedono grandi segnali che possano far assumere sul mercato una posizione più decisa. Se fate scalping Heikin Ashi intraday, è quindi il momento di riprendere fiato e fare una pausa. Almeno su questa major. 


Dal punto di vista tecnico è dall'inizio di ottobre che la coppia tra sterlina e dollaro si muove in uno stretto movimento laterale. Nessuno quindi tra Sterlina e Dollaro riesce a venire fuori come vincitore da questa sorta di braccio di ferro. La rottura del supporto in area 1.3034 potrebbe dare il là alla cavalcata del dollaro. A quel punto gli obiettivi di prezzo potrebbero diventare all'incirca su 1.26. Se invece dovesse spuntarla la sterlina, allora la rottura di area 1.345 potrebbe dare una forte impronta rialzista.
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lunedì 20 novembre 2017

Bonifici istantanei, si parte! Comincia una nuova era per la UE


Comincia l'era dei bonifici istantanei nella UE. Oppure, rovesciando il discorso, finisce quella dei "tempi bancari". Il progetto tanto caldeggiato dalla BCE di ridurre i tempi delle transazioni bancarie arriva al culmine, visto che comincia l'adozione del bonifico istantaneo (denominato RTL). Potranno essere fatti 24 ore al giorno per 365 giorni l'anno all’interno di 34 Paesi del vecchio continente. Ci sono voluti 2 anni perché si passasse dalla semplice idea alla realizzazione del progetto. Durante questo periodo, una task force di 20 soggetti specializzati ha lavorato per consentire la partenza della sperimentazione a gennaio scorso. E dopo 10 mesi siamo pronti al via.

La prima fase per i nuovi bonifici

Al momento il servizio verrà portato avanti da 18 istituti di nove Paesi europei, tra cui alcuni gruppi bancari italiani come Intesa San Paolo, Unicredit e Banca Sella. Il servizio è limitato inizialmente ad un massimo di 15 mila euro, ma accordi bilaterali tra banche potranno cambiare costi e limiti. Entro metà del 2018 gli istituti che abbracceranno questo nuovo strumento saliranno - secondo Eba - ben oltre la cinquantina. Inoltre si stima che per la fine del prossimo anno i pagamenti istantanei saranno disponibili da una rete bancaria cui fa capo circa l’80% del volume globale delle transazioni in area Sepa.
 La cosa che merita di essere sottolineata è che questo sistema di pagamento istantaneo è frutto di una tecnologia messa a punto da una azienda italiana, la Sia. Peraltro nei prossimi mesi oltre ai tre istituti poco fa citati, molte altre banche dovrebbero aggiungersi e offrire il servizio di bonifico istantaneo. Si tratta di istituti che già nella fase di sviluppo del progetto lo hanno sostenuto, come Banca Popolare di Milano e Monte dei Paschi di Siena.