giovedì 28 ottobre 2021

Banca Centrale del Brasile, rialzo super del costo del denaro

Il meeting della Banca centrale del Brasile si conclude con un altro aumento dei tassi di interesse, il sesto nel corso del 2021.
Ciò che va evidenziato è soprattutto l'ammontare di questo aumento, visto che si tratta del più grande in quasi due decenni. La BCB ha infatti portato il tasso Selic al 7,75%, con una mossa restrittiva da 150 punti base.

Mossa attuale e futura della banca centrale

banca centrale brasileI mercati si aspettavano un aumento inferiore di 100 punti base, anche se già nella giornata di ieri le ipotesi di una stretta più forte avevano cominciato a farsi strada.
I politicy makers del paese sudamericano vedono un altro aggiustamento della stessa portata a dicembre, volto a contenere le aspettative di inflazione e per via delle crescenti preoccupazioni sul fatto che il governo abbia violato il suo limite di spesa.
Gli esperti di mercato hanno però avvertito che il ritmo aggressivo degli aumenti - già 425 punti base quest'anno - potrebbe spremere la crescita nella più grande economia dell'America Latina.

La situazione del Real brasiliano

La banca centrale del Brasile ha deciso di fare questa mossa molto aggressiva con l'obiettivo di contenere le aspettative di inflazione e stabilizzare il real Brasiliano.
Il cambio USD-BRL infatti sta vivendo una fase di trend rialzista dalla fine di agosto, con i segnali operativi forex gratuiti che puntano ad un ulteriore indebiolimento. Dopo la mossa della BCE, è stato però scambiato intorno a 5,5 sul dollaro (USDBRL), il livello migliore dal 18 ottobre.

Consiglio: prima di fare investimenti sulle valute emergenti, comprendete bene i concetti di broker stp ecn, differenze, vantaggi e svantaggi.

Incertezze economiche e politiche

Sul Brasile incombono preoccupazioni che non sono soltanto di natura economica (Gli indicatori di crescita diffusi dall'ultima riunione mostrano infatti un'evoluzione leggermente inferiore alle attese). Infatti ci sono anche le incertezze politiche che pesano sull'attrattiva della valuta brasiliana.
Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro continua ad affrontare venti contrari in vista delle elezioni del prossimo anno. Martedì una commissione investigativa del Senato brasiliano ha approvato un rapporto che chiede l'incriminazione del presidente di estrema destra per crimini legati alla sua gestione della pandemia di coronavirus.

lunedì 25 ottobre 2021

Banca Monte Paschi, destino di nuovo incerto dopo lo stop ai negoziati MEF-Unicredit

Niente da fare, Unicredit non acquisirà Banca Monte Paschi. Come annunciato tramite una nota diffusa sabato, sono infatti stati interrotti i negoziati con il Ministero dell'Economia e delle Finanze (che è titolare del 64% della banca senese).
Ed ora si torna a parlare della nazionalizzazione, ipotesi gradita sia al Partito democratico che al Movimento 5 Stelle.

La lunga crisi della banca senese

Unicredit avrebbe voluto prendersi le parti migliori della banca toscana, lasciando allo Stato tutto il resto fatto di macerie. L'affare però è saltato, e così il futuro per la banca più antica d'Italia torna nebuloso. Ricordando inoltre che il Tesoro ha preso un impegno con Bruxelles, cioè vendere Mps entro l'assemblea sui conti 2021. Il Ministero si dice comunque fiducioso di ottenere una proroga.

La disastrosa operazione Antonveneta

La crisi della banca Monte dei Paschi di Siena si trascina da quasi 15 anni, durante i quali sono stati persi miliardi e posti di lavoro (circa 10mila).
A segnare l'inizio della fine su l'acquisto di Antonveneta nel 2007, pagata al Banco Santander ben 10 miliardi di euro (ma c'è chi anticipa i temi al 2002, con la sottoscrizione del bond Alexandria). Quell'operazione fa indebitare Montepaschi fino all’osso. Come il Titanic, MPS s'è incamminata dritta verso l’iceberg, mentre leader economici e politici italiani lo definivano "l’affare dell’anno".

Il castello che crolla

Il castello di carte comincia a franare nel 2010, con l'avvio delle ispezioni della Banca d'Italia. Poi scatta il 'commissariamento dolce', e con la crisi dello spread arriva l'anno dopo anche la richiesta di discontinuità della governance. A maggio 2012 la Procura di Siena apre un'inchiesta, e nel 2013 scoppiano lo scandalo e anche la bolla dei crediti deteriorati.
Nel 2015 viene varato un aumento di capitale e il Tesoro che diventa azionista del Monte.

I fatti recenti

La Bce, nell'ambito dei suoi stress test sulla solidità degli istituti vigilati, indica il Monte come l'ultima della classe tra le grandi banche europee. Serve denaro e così l'impegno dello Stato aumenta nel 2016, con il salvataggio costato 5,4 miliardi nell'ambito del decreto Salvabanche.
Nel 2017 a luglio il via libera della Commissione europea all'intervento dello Stato nel capitale di Mps. Mentre arrivano le condanne per gli ex vertici dell'istituto, lo Stato si ritrova col cerino in mano visto che dopo la ricapitalizzazione del luglio 2017, è diventato l'azionista di maggioranza con quasi il 70%.

Negli ultimi anni la cessione di Banca Monte Paschi è stato tema di attualit per ogni governo. La soluzione spezzatino, la nazionalizzazione, la cessione a un'altra banca sono tutte soluzioni percorse senza successo. Nessun compratore si è fatto avanti seriamente per rilevare di fatto il Monte dei Paschi di Siena.

mercoledì 20 ottobre 2021

Denaro, il costo in Cina rimane fermo ma la PBoC immette liquidità nel sistema

Dopo un anno e mezzo dall'ultimo ritocco, il costo del denaro continua a rimanere stabile in Cina. Al termine del meeting della People’s Bank of China, è stato infatti deciso di lasciare il Loan Prime Rate (tasso primario di prestito a un anno) al 3,85%, mentre quello quinquennale è stato lasciato al 4,65%.

La PBoC immette denaro

Tuttavia la Banca centrale cinese una mossa importante l'ha fatta. Ha deciso di iniettare 100 miliardi di yuan nei mercati a un tasso di interesse del 2,2%. Tenuto conto che ci sono 10 miliardi di reverse repo in scadenza mercoledì, complessivamente il denaro iniettato dalla PBoC ammonta a 90 miliardi di yuan. 

Questa mossa serve a mantenere la liquidità ragionevole e sufficiente del sistema bancario.
Le autorità governative cinesi hanno finora optato per strumenti mirati per combattere un rallentamento dell’economia, riducendo le aspettative di un taglio al coefficiente di riserva obbligatoria delle banche.

Riflessi sullo Yuan

Proprio l’iniezione di denaro liquido nel sistema, ha contribuito a spingere lo yuan verso il basso. Molti di quelli che adottano scalping Forex 1 5 minuti hanno puntato forte. La valuta cinese si stava infatti rafforzando a inizio giornata, al punto che il cambio USDCNY aveva toccato il minimo di 4 mesi e mezzo su quota 6,375.

Lo Yuan ha beneficiato delle aspettative del mercato che le ricadute del crack Evergrande Group possano essere contenute. Anche i segnali di allentamento delle tensioni sino-americane hanno fornito un certo sostegno alla valuta del Dragone, giunta al livello più solido dal 2 giugno, prima di ripiegare.
L'aumento dello yuan è stato comunque ampio e diffuso, visto che ha guadagnato terreno non solo nei confronti del dollaro ma anche di altre valute. Inoltre i migliori indicatori forex affidabili sembrano essere ancora positivi per la valuta cinese.

Il FMI rivede le stime sul PIL

Nel frattempo il Fondo monetario internazionale ha operato una revisione al ribasso per il PIL cinese del 2021 all’8% dall’8,4% poiché la ripresa rimane sbilanciata.
Mercoledì, i dati hanno mostrato che i prezzi delle nuove case cinesi si sono fermati per la prima volta da febbraio 2020 a settembre, colpiti dalla stretta creditizia a causa di un giro di vite in corso sugli investimenti speculativi.

lunedì 18 ottobre 2021

Business del vino italiano, che gioia: fatturato boom grazie alle esportazioni

Dopo le perdite patitte nel terribile anno Covid, il vino Made in Italy torna a correre. Lo evidenziano i dati di Coldiretti, che sono stati presentati al primo Vinitaly Special Edition, evento business & professional che durerà fino a martedì 19 ottobre.

Vinitaly Special Business Edition

Se il classico Vinitaly aperto al pubblico dovrà ancora aspettare fino 10-13 aprile 2022 (sarà 54esima edizione), lo Special Edition è una sorta di antipasto dedicato solo al business, con più di 400 aziende e consorzi presenti in esposizione, che occupano tre padiglioni.
Ci sono anche 200 top buyer esteri provenienti da 35 nazioni, oltre a quelli accreditati dalle aziende o a partecipazione diretta.

Forse può interessare: come sarà l'industria del vino tra 20 anni?

La corsa del vino italiano

Grazie alle riaperture delle attività di ristorazione e all'avanzare della campagna di vaccinazione, il fatturato del vino italiano raggiunge livelli record. Gli oltre 12 miliardi che sono stati registrati finora nel 2021, sono superiori anche al risultato che periodo pre Covid.
Il business del vino italiano beneficia soprattutto del boom delle esportazioni. Le bottiglie Made in Italy sono infatti richieste in misura maggiore del 15%, e il fatturato supererà per la prima volta quota 7,2 miliardi di euro. Corrono anche gli acquisti familiari (+9,7% nei primi nove mesi del 2021). Sul mercato interno il rally impetuoso è quello delle "bollicine", +27,1%.

L'andamento dell'export

All'estero il vino italiano ringrazia soprattutto gli Stati Uniti, dove c'è stato un incremento del 19%. Quello americano rimane il primo mercato di riferimento.
L'incremento percentuale maggiore si registra però in Cina, con +67%.

In Europa invece il business del vino italiano risente favorevolmente della crescita di acquisti dalla Francia (+17%), dalla Russia (+39%) e solo blandamente dalla Germania (+5%). Quello tedesco però rimane il primo mercato del vino tricolore nel Vecchio Continente.
Sfogliando i petali di rosa ci si imbatte però anche in una spina: la Gran Bretagna. Il business del vino Made in Italy risulta penalizzato dalla Brexit, nonostante il forte richiamo del nostro Prosecco.

martedì 12 ottobre 2021

Investitori con gli occhi puntati sulla Cina dopo l'ennesima stretta di Pechino

La Cina è oggetto di attenzioni speciali da parte dei mercati negli ultimi tempi. Ad alzare il livello di interesse degli investitori è stato soprattutto il caso Evergrande, il colosso immobiliare che resta vicino al default.
Ma ci sono anche altri aspetti che stanno catturando l'attenzione dei mercati, del resto parliamo della seconda potenza economica mondiale.

Le notizie cinesi che interessano agli investitori

Gli investitori stanno metabolizzando la strategia di maggiore controllo del presidente Xi Jinping sulle grandi aziende nazionali. Adesso nel mirino sono finite le banche statali e altre istituzioni finanziarie, che avrebbero rapporti inappropriati con aziende private. Lo scopo finale è frenare le spinte estreme del capitalismo.

Nel frattempo, dopo lo scoppio del caso Evergrande la pressione sui titoli immobiliari rimane alta. Ci sono speculazioni su un possibile allentamento politico per sostenere il settore in difficoltà.
Inoltre le forti inondazioni nello Shanxi, il più grande polo minerario del carbone della Cina, hanno messo anche a dura prova l'industria cinese, già sottoposta a un'immensa pressione affinché aumenti la produzione per alleviare la crisi energetica in Cina.

Borsa cinese in calo

Tutti questi fattori hanno finito per intipeidire gli investitori e spingere i mercati azionari cinesi al ribasso. L'indice Shanghai Composite è sceso di oltre il 2% prima di chiudere l'1,25% in meno. L'indice SZSE Component ha perso l'1,62% per chiudere a 14.135.

Nota operativa: quando si investe nella Cina è bene sapere anche gli etf mercati emergenti quali sono.

Lo Yuan perde quota

Sul fronte valutario intanto lo yuan è sceso dal massimo di quasi un mese rispetto al dollaro, realizzando un incrocio medie mobili 50 e200. A penalizzare la valuta cinese sono le preoccupazioni riguardo al calo delle esportazioni per via dello yuan troppo forte. Tuttavia, la perdita di quota della valuta nazionale è stata meno forte rispetto ad altre valute, grazie ai recenti sviluppi positivi nelle relazioni sino-americane.

Un sostegno alla valuta cinese è giunto anche dalla PBoC, che ha inasprito le condizioni di liquidità nel mercato monetario interbancario onshore.
Gli investitori nel frattempo sono concentrati sui tempi del tapering della Federal Reserve statunitense, poiché tale inasprimento potrebbe far aumentare il dollaro e invertire la tendenza al rafforzamento dello yuan.

lunedì 11 ottobre 2021

Lavoratori autonomi, mazzata dal Covid: perse 302 mila partite Iva in 18 mesi

Il mondo del lavoro italiano ha subito un contraccolpo pesantissimo e trasversale a causa della crisi Covid. Una indagine della CGIA mette in evidenza che a subire le conseguenze peggiori è stato soprattutto il mondo dei lavoratori autonomi. Ossia il cosiddetto popolo delle partite Iva.

La pandemia e i lavoratori autonomi

L’Ufficio studi della Cgia evidenzia infatti che da febbraio 2020 (ultimo mese pre-Covid) ad agosto 2021, il numero complessivo dei lavoratori autonomi è sceso di 302mila unità (-5,8%) mentre dei dipendenti è calato di 89 mila (-0,5%).
In termini assoluti, il popolo delle partite Iva è sceso sotto la soglia dei 5 milioni (precisamente 4.936.000), mentre i secondi hanno toccato quota 17.847.000.

Problemi che si aggiungono a problemi

Se il settore già si trovava di fronte a grossi problemi prima del Covid, altri se ne sono aggiunti durante. Le misure restrittive adottate per contenere l'effetto della crisi sanitaria ha comportato chiusure delle attività per decreto, ma al tempo stesso le limitazioni alla mobilità hanno innescato un crollo dei consumi. Si aggiunga poi anche il contemporaneo boom dell'e-commerce, che ha peggiorato la situazione toglieno a tanti autonomi quote di mercato.

...quelli che vengono da lontano

Ma dire che è tutta colpa del Covid è un errore. Già da anni il settore è in crisi e si batte per eliminare diversi problemi: troppa burocrazia, mancanza di credito, tasse elevate, etc
Basti pensare che a marzo 2004 c'erano ben 6.303.000 lavoratori autonomi, oltre un milione in più di quanti ce ne sono adesso. Eppure, come abbiamo visto, solo 302 mila sono imputabili alla crisi Covid.

Il regime forfettario

E intanto all'orizzonte si profila un'altra battaglia per i lavoratori autonomi. I titolari di partita Iva che hanno aderito al regime forfettario, sistema fiscale che prevede una tassazione al 15% fino a 65mila euro di fatturato, non vengono menzionati nel disegno di legge del Governo, approvato martedì scorso.
C'è quindi l'ipotesi di non confermare il forfait, contratiamente a quanto si riteneva in estate. Il motivo alla base delle scelte dell’esecutivo, è quello di semplificare il sistema di tassazione andando nella direzione di un “modello duale”, con la modifica dell’Ires e delle trattenute sul reddito d’impresa.

mercoledì 6 ottobre 2021

Costo del denaro, primo aumento in Nuova Zelanda dopo 7 anni

Ci si aspettava una mossa restrittiva da parte della banca centrale della Nuova Zelanda, e così è stato. Alla fine della riunione di politica monetaria di ottobre, il board della Reserve Bank of New Zealand ha deciso di alzare il costo del denaro di 25 punti base. E' stato così aumentato allo 0,5%.
Si tratta della prima manovra di aumento varata dalal RBNZ da sette anni a questa parte.

La RBNZ e il costo del denaro

Secondo i policy makers neozelandesi, questa decisione si è resa necessaria per mantenere una inflazione bassa e sostenere il mercato del lavoro.

Ma c'è di più, visto che il board ha previsto un ulteriore aumento del costo del denaro nelle prossime riunioni. Il come e il quando dipenderà dalla prospettiva a medio termine per l'inflazione e l'occupazione.
Tuttavia, secondo gli analisti ci saranno altri ritocchi del costo del denaro, che dovrebbe arrivare all'1,0% entro aprile, e salire fino a 1,5% entro ottobre.

Economia e inflazione neozelandese

Secondo le previsioni della banca centrale, l'attività economica sta rientendo delle recenti fiammate del Covid, ma la situazione migliorerà di pari passo con l'accelerata delle campagne di vaccinazione.
Riguardo invece all'inflazione, la RBNZ prevede un aumento oltre il 4% nel breve termine, a causa dall'aumento dei prezzi del petrolio e dei costi di trasporto. Ma nel medio periodo tornerà a muvoersi verso il target del 2% nel medio termine.

Nota operativa: quando si analizza una valuta, è interessante osservare l'andamento dell'indicatore Aroon forex.

Il dollaro kiwi

Chi adotta una strategia forex giornaliera avrà notato che sul fronte valutario intanto, malgrado la stretta della banca centrale, il dollaro neozelandese ha perso quota rispetto al dollaro USD.
Sui mercati infatti soffia forte il vento dell'avversione al rischio, dopo che l'FMI ha ridotto le previsioni economiche globali. Inoltre continua il momento di forza del biglietto verde americano, per via delle aspettative che la Federal Reserve inizierà a ridimensionare gli acquisti di asset già a novembre.

lunedì 4 ottobre 2021

Azioni Evegrande sospese in Borsa, possibile cessione di una sua controllata

Qualcosa bolle in pentola riguardo al colosso barcollante Evergrande, ancora in gravi difficoltà finanziarie. Le azioni dell'azienda cinese sono state sospese alla Borsa di Hong Kong, in contemporanea con la scadenza del pagamento dei bond emessi in dollari del valore di $260 milioni.
Il motivo della sospensione riguarda però un importante annuncio in arrivo riguardo una sua controllata. Di cosa si tratta?

Un'acquisizione dietro le sospensione delle azioni Evergrande

Secondo il Financial Times, potrebbe giungere un'offerta sulle azioni del colosso cinese da parte di Hopson Development Holdings, un altro gigante immobiliare del paese del Dragone. "Casualmente" anche le sue azioni sono sospese perché "in attesa di un annuncio relativo a un'importante acquisizione di una società quotata a Hong Kong e a una possibile offerta obbligatoria".

Le indiscrezioni parlano di un'offerta per la maggioranza della controllata Evergrande Real Estate, valutata circa 5 miliardi di euro.

Liquidità a breve termine

L'eventuale vendita della controllata, potrebbe dare un po' di sollievo alla crisi di liquidità di Evergrande. Più che altro gli consentirebbe di guadagnare tempo per risolvere i suoi problemi di finanziamento offshore.
Il colosso del settore immobiliare è infatti sempre a rischio default, per via di oltre 300 miliardi di dollari debiti, pari al 2% del Pil cinese.
Il prezzo delle sue azioni è calato di circa l’80% dall’inizio dell’anno.

I timori di un contagio

Sono settimane che il gruppo cerca di racimolare finanziamenti per onorare i pagamenti degli interessi e arrivare alle consegne degli appartamenti. Pochi giorni fa, lo sviluppatore immobiliare non ha onorato un secondo pagamento di interessi su un’emissione di bond offshore da 47,5 milioni di dollari, dopo un primo da 83,5 milioni.
Un fallimento di Evergrande avrebbe conseguenze economico-sociali pesanti in Cina, dove oltre un milione di famiglie potrebbe perdere l’anticipo versato per acquistare case ancora in costruzione. Inoltre si teme l'effetto contagio finanziario per l’intero sistema cinese, con ripercussioni anche a livello globale.