martedì 30 maggio 2023

Mercati azionari fiacchi, a Milano il FTSE Mib cede 0,36%

Seduta blanda per i mercati azionari del vecchio continente, in calo anche perché penalizzati anche dalla chiusura di diverse piazze, a partire da Londra e New York. Nel Regno Unito si festeggiava lo Spring Bank Holiday, a Wall Street invece il memorial Day.
Sono rimaste chiuse anche le Borse in Danimarca, Norvegia, Austria e Svizzera, a causa del lunedì di Pentecoste.

La giornata dei mercati azionari

Orfane delle piazze di maggior prestigio, le borse europee hanno faticato a trovare una direzione con forza. Neppure la notizia dell'intesa sull'innalzamento del tetto del debito americano è riuscita a dare slancio ai mercati azionari.

A Piazza Affari la giornata si è chiusa con un calo dello 0,36%, con l'indice Ftse Mib che scende a 26.617 punti. Sulla stessa linea il FTSE Italia All-Share, che scambia a 28.707 punti.
Gli altri mercati azionari più importanti del vecchio continente hanno chiusa con un debole calo. Parigi perde lo 0,21%, i dati della Xetra borsa di Germania ci dicono che il DAX di Francoforte scende di 0,2%, Madrid invece -0,08%.

I dati di Milano

Sul listino milanese hanno brillato soltanto Tenaris (+1,92%) e Amplifon (+1,06%). Altri titoli che si sono mossi al rialzo sono stati Terna (+0,4%), Snam (+0,2%), Italgas (+0,2%) ed Eni (+0,2%).
Sono invece stati colpiti dalle vendite Nexi (-1,9%), Erg (-1,5%) e Tim (+1,5%), ma anche alcune banche: Mps (-1,4%), Banco Bpm (-1,3%) e Mediobanca (-1%). Rosso acceos anche per Stm (-1,3%), Recordati (-1,2%) e Saipem (-1,1%).

Gli altri mercati

Sul mercato valutario è poco mosso il rapporto Euro-Dollaro, che continua si sistema sui livelli della vigilia poco sopra 1,07 come si vede su XTB broker.
Nessuna variazione significativa per l'oro, che scambia sui valori della vigilia a 1.946,4 dollari l'oncia. Seduta in frazionale ribasso per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che lascia, per ora, sul parterre lo 0,41%.
Si riduce di poco lo spread, che si porta a +184 punti base, con un lieve calo di 2 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 4,27%.

giovedì 25 maggio 2023

BCE, nessun dubbio per Lagarde: la priorità assoluta è far scendere l'inflazione

Il fulcro dei pensieri della BCE è sempre e soltanto l'inflazione. Bisogna farla scendere in modo tempestivo, riportandola verso il livello obiettivo del 2%. Lo ha ribadito il numero uno della Eurotower, Christine Lagarde, aprendo le celebrazioni dei 25 anni della Banca centrale, che venne fondata il 1° giugno 1998 per preparare l’introduzione dell’euro.

Le parole di Lagarde sull'inflazione

inflazione bceLa presidente dell'istituto si dice comunque convinta che ogni sforzo verrà premiato: "Riporteremo l'inflazione tempestivamente verso il nostro obiettivo di medio termine. E lo faremo".  

Bisogna farlo perché l'inflazione erode il valore del denaro, riduce il potere di acquisto e colpisce i cittadini e le imprese di tutta l’area dell’euro, in particolare i membri più vulnerabili della nostra società.

La BCE e l'instabilità

Tuttavia, Lagarde afferma che il compito della BCE non solo non è facile, ma si è arricchito col tempo di ulteriori complicazioni, e che "le sfide da affrontare saranno più numerose". Secondo Lagarde il problema è la continua instabilità del mondo, sotto diversi punti di vista. Quello geopolitico, quello tecnologico, quello energetico (per via della minaccia causata dai cambiamenti climatici). Ma è proprio in questo mondo di incertezze che la Bce rappresenta "un’ancora affidabile di stabilità".

Ma per renderla forte serve uno sforzo costante da parte di tutti i leader, che dovrebbero ricordarsi anche che fare parte di una unione monetaria non è stato solo un traguardo raggiunto, ma anche la base per una unificazione sempre più forte e su vari livelli.

L'euro

A proposito di euro, la numero uno della Banca centrale europea ha voluto sottolineare come proprio la moneta unica ha protetto alcuni Stati da alcune crisi. "Le stime degli esperti della Bce suggeriscono che, se la moneta unica non fosse stata introdotta, il deprezzamento delle valute di alcuni Paesi dell'area dell'euro nei confronti del dollaro statunitense avrebbe potuto essere fino al 14% superiore durante la crisi finanziaria mondiale e fino al 10% durante la pandemia".

lunedì 22 maggio 2023

Investimenti, fari puntati sulla crisi del debito USA

Non saranno i pur importanti dati macro e meeting di banche centrali al centro dell'attenzione del mondo degli investimenti, in settimana sarà la crisi del debito americano a tenere banco perché il rischio di default è ancora concreto.

Il focus per gli investimenti

Negli ultimi giorni sembrava che fossimo sulla buona strada per un accordo tra democratici e repubblicani, per alzare il tetto del debito statunitense scongiurando così il default. La speranza però si è raffreddata nel corso del weekend, perché il braccio di ferro tra le due forze politiche è ancora in corso. 

Potrebbe trattarsi di una strategia, ma è chiaro che il mondo degli investimenti rimarrà col fiato sospeso perché la scadenza critica del 1 giugno si avvicina. Nei prossimi giorni il sentiment dei mercati potrebbe essere appesantito da questo clima di tensione, con ripercussioni su tutte le coppie di valute più scambiate forex.

Inflazione in focus

Sul fronte macroeconomico, il dato più atteso giungerà verso la fine della settimana quando saranno resi noti i nuovi dati sull'indice dei prezzi IPC sui consumi personali. Si tratta della metrica preferita dalla Federal Reserve riguardo l'inflazione.

Se non dovessero esserci segnali di rallentamento, le possibilità di altre strette aumenteranno e questo avrà conseguenze anche sul dollaro, che nell'ultima settimana è parso più tonico.
Non va dimenticato l'appuntamento con i verbali della Federal Reserve durante la notte fra mercoledì e giovedì.

I dati altrove

Ci saranno anche altri appuntamenti importanti sotto il profilo macroeconomico. Ad esempio l'indice IFO tedesco e l'inflazione nel Regno Unito, che verrà monitorata attentamente dopo i massimi toccati lo scorso mese. Anche il report sull'inflazione giapponese è tra i dati macroeconomici più importanti questa settimana.

Il meeting della RBNZ

Nella giornata di mercoledì chi si occupa di investimenti guarderà anche alla Nuova Zelanda, dove è in programma la riunione della Reserve Bank of New Zealand. Il mese scorso l'istituto centrale ha sorpreso tutti con una stretta di 50 punti base, che ha spinto il tasso di interesse ai massimi di 14 anni. Tutto questo ha spinto anche il dollaro neozelandese che è cresciuto rispetto a quello americano, stampando nell'immediatezza una candela doji trading.

La Banca Centrale ha lasciato porta aperta ad ulteriori strette e la maggior parte degli economisti ritiene che potrebbe alzare i tassi di altri 25 punti base.

mercoledì 17 maggio 2023

Prezzi dell'energia, il rincaro spinge i raggiri: 4 milioni le vittime

Non c'è soltanto il danno derivante dall'aumento dei prezzi dell'energia, per i consumatori c'è anche il rischio di incappare nei raggiri che sfruttano il caro-bolletta. Ben 4 milioni di italiani sono caduti nella trappola nell'ultimo anno, il 28% in più rispetto allo scorso anno.
Tuttavia questa percentuale si limita soltanto ai casi conosciuti, ma è probabilmente più alta perché molti non si rivolgono alle autorità. Un po' per vergogna, un po' perché il danno economico è contenuto.

I raggiri sfruttando i prezzi dell'energia

I malintenzionati hanno sfoggiato tutto il repertorio per concretizzare i raggiri, sfruttando la necessità di individui e famiglie a ridurre le spese legate all'energia

I call center martellano di telefonate a ogni ora del giorno, i venditori 'porta a porta' piombano all'improvviso con una cartellina in mano e tante belle chiacchiere da rifilarci, ma ci sono anche i raggiri innescati da false mail e persino falsi siti web.

In tempi normali molti di questi comportamenti non vanno a bersaglio, ma quando le famiglie si trovano nella condizione di valutare ogni ipotesi per tagliare i prezzi dell'energia, il rischio di farsi fregare cresce.

I più colpiti

Si potrebbe facilmente cadere nell'errore di ritenere gli anziani come i più a rischio. E invece i dati raccontano che le vittime dei raggiri sui prezzi dell'energia sono prevalentemente i clienti dai 35 ai 44 anni. Probabilmente a loro sfavore gioca l'eccessiva dimestichezza nell'utilizzo delle nuove tecnologie, che alimenta in loro una falsa sicurezza nel saper riconoscere l'inganno.

Il danno economico

Secondo una recente stima fatta da Facile.it e Consumerismo, il danno economico legato alle truffe sui prezzi dell'energia è pari a 1,2 miliardi di euro (+152%).
Peraltro questo "biglietto da visita" è davvero poco incoraggiante se pensiamo che tra poco finirà il mercato tutelato (a gennaio 2024). Il fenomeno non solo rischia di non rallentare, ma addirittura di esplodere ulteriormente.

Il suggerimento

Oltre agli accorgimenti di buon senso è necessario farsi inviare una proposta scritta e non dare l'assenso al telefono a sottoscrivere una nuova offerta, e soprattutto non fornire mai i codici Pod e Pdr pubblicati in cima alle bollette, che identificano la fornitura luce e gas.

giovedì 11 maggio 2023

Tassi di interesse, la Bank of England effettua una stretta di 25 punti base

Come era nelle previsioni degli analisti, la Bank of England ha deciso di effettuare un nuovo ritocco al costo del denaro. L'istituto centrale britannico ha deciso infatti di alzare i tassi di interesse di 25 punti base.

La manovra sui tassi di interesse

Grazie a questa decisione, il livello dei tassi di interesse viene portato al 4,5%, su livelli che non si vedevano dal lontano 2008.
Il dodicesimo aumento consecutivo del costo del denaro serve a rispondere alla crescita feroce dell'inflazione, che ha raggiunto un livello in doppia cifra nel Regno Unito (il tasso si trova al 10,1% su base annua, e l'ultima lettura è stata superiore alle aspettative del mercato del 9,8%).

Annotazione: notizie come questa sono molto utili per coloro che sanno come fare scalping Forex.

Previsioni BoE

Secondo le proiezioni della Bank of England, il tasso di inflazione scenderà al 5,1% nel quarto trimestre del 2023, rispetto al 3,9% delle previsioni di febbraio. Raggiungerà l'obiettivo del 2% entro la fine del 2024.

Per quanto riguarda la crescita economica, il Monetary Policy Committee ha effettuato la più netta revisione al rialzo delle previsioni del PIL del Regno Unito nella sua storia. Allo stato attuale non si teme più una possibile recessione dell'economia Britannica.
I Policy Makers britannici hanno aggiunto e continueranno a monitorare l'andamento dell'inflazione ed il mercato del lavoro per prendere le future decisioni. In caso dovessero esserci prove di pressioni inflazionistiche persistenti, si renderà necessario un ulteriore stretta monetaria.

La reazione del mercato

Dopo il meeting della banca centrale britannica, la sterlina ha perso quota rispetto al Dollaro. Il cambio GBPUSD si trova verso 1,25, allontanandosi dai livelli di maggio del 2022. Adesso l'indicatore frattali trading non segnala più comprare. Sul rapporto tra la sterlina e il dollaro incide la salita del biglietto verde, perché il report deludente dalla Cina sui prezzi al consumo, ha nuovamente sollevato preoccupazioni sulla crescita globale, spingendo alcuni investitori a cercare valute più sicure come il DXY.
Nel frattempo il rendimento del Gilt a 10 anni del Regno Unito è stato vicino al 3,8%, al di sopra del minimo di tre settimane del 3,615% raggiunto il 3 maggio.

martedì 9 maggio 2023

Mutui, la nuova stretta della BCE sarà una stangata per gli italiani

Nell'ultimo anno circa 2,4 di famiglie gravate da mutui a tasso variabile hanno avuto difficoltà nel rispettare il pagamento delle rate. Con l'ultimo recente aumento dei tassi di interesse varato dalla BCE, la situazione peggiorerà ulteriormente.

Lo scenario sui mutui

Ad accendere i riflettori sulla situazione è stata il Codacons, ossia l'Associazione dei Consumatori, che ha effettuato una stima sulle conseguenze che avrà l'ultima decisione della BCE

Al termine del meeting di politica monetaria, la Eurotower ha deciso di spingere il costo del denaro ancora più in alto di 25 punti base. Questa decisione si tradurrà in un incremento di 20 euro per rata su un mutuo a tasso variabile.

L'aumento dei tassi

Anche se bisognerà attendere le prossime settimane per vedere una reazione del mercato all'ultima stretta della BCE, il Codacons ha comunque fatto due conti.

Attualmente il tasso Euribor, che è il riferimento per i mutui a tasso variabile, si attesta a 3,09% su un mese e al 3,27% a tre mesi. Ipotizzando che il mercato possa recepire integralmente l'ultima stretta della Banca Centrale Europea, si arriverebbe così ad un tasso di riferimento a quota 3,34% per quello a 1 mese, e 3,52% per quello a 3 mesi.

Applicando questo incremento al mutuo a tasso variabile medio, che è compreso tra i 125 mila euro e i 150 mila euro, e calcolandolo sulla durata di 25 anni (ossia la più richiesta in Italia), si arriva così ad un aumento della rata mensile tra i 15 e i 25 euro.

Che aumenti dal 2021

Se facciamo un passo indietro nel tempo, neppure troppo lontano, tornando al 2021 la rata media per un mutuo a tasso variabile è schizzata verso l'alto di un importo tra i 225 e i 295 euro, come conseguenza del ciclo di strette monetarie intrapreso dalla BCE per combattere l'inflazione.
Parliamo quindi di un incremento annuo di spesa per il mutuo comprese tra i +2.700 e + 3.540 euro all'anno.

giovedì 4 maggio 2023

Tassi di interesse, la Federal Reserve effettua un'altra stretta (25 pb)

Non ci sono state sorprese al termine della riunione di politica monetaria della Federal Reserve. La banca centrale statunitense ha infatti alzato i tassi di interesse per 25 punti base, portando così il costo del denaro dentro un intervallo compreso tra il 5% e il 5,25%.
Si tratta del livello più alto dei tassi di interesse dal lontano 2007.

Il futuro dei tassi di interesse Usa

La notizia più importante tuttavia è che i Policy Makers americani hanno preannunciato che la banca centrale si prenderà una pausa dal ciclo restrittivo. Questa prospettiva emerge dal contenuto della dichiarazione di accompagnamento. Infatti è stata tagliata la parte in cui si indica che un ulteriore rafforzamento della politica monetaria è necessario.

Nell'ultimo anno e mezzo la FED ha effettuato ben 11 aumenti dei tassi di interesse, concretizzando la più rapida serie di incrementi da ben quattro decenni.

Va precisato tuttavia che i policy makers americani hanno comunque ancorato le loro prossime decisioni ai dati macro che arriveranno, tenendo anche conto delle ritardo con cui la politica monetaria si trasferisce sull'attività economica, che di recente negli Stati Uniti sta evidenziando una frenata.

La reazione del mercato

Dopo il meeting della banca centrale, il mercato ha penalizzato il dollaro che ha perso quota rispetto alle principali valute. Il Dollar Index è sceso verso quota 101, avvicinandosi al minimo di un anno toccato un paio di settimane fa. Ne ha approfittato l'euro che ha guadagnato terreno alla vigilia della riunione della BCE che domani deciderà a sua volta sui tassi di interesse. Un appuntamento atteso da chi fa trading sui broker opzioni binarie Italia.

Wall Street cala

La decisione sui tassi di interesse da parte della FED ha appesantito Wall Street, dove si può fare trading sugli indici tramite la ichimoku cloud strategia. Gli indici Dow Jones, S&P500 e Nasdaq sono scesi poiché gli investitori hanno soppesato i commenti del presidente della Fed Powell alla conferenza stampa che ha segnalato che nessun taglio dei tassi è sul tavolo se l'inflazione rimarrà alta.

lunedì 1 maggio 2023

Pagamenti, la pubblica amministrazione continua ad avere cattive abitudini

L'ultimo report dell'ufficio studi della Cgia Mestre ha messo in evidenza come la pubblica amministrazione italiana sia tra le peggiori d'Europa quanto a puntualità nel pagamenti.

Il dato sui pagamenti delle PA

Il nostro settore pubblico ha un debito commerciale verso i fornitori pari a quasi 50 miliardi di euro. Una cifra sostanzialmente immutata rispetto a prima dello scoppio della pandemia da Covid. 

Se facciamo un rapporto rispetto al PIL, allora i pagamenti mancati in Italia arrivano al 2,6%, come non succede in nessun altro paese dell'Unione Europea.

Una pessima abitudine

Nonostante gli sforzi e i tentativi di allinearsi al resto dell'Unione Europea, la pubblica amministrazione italiana rimane sostanzialmente la peggiore pagatrice d'Europa. Grazie ad una elaborazione dei dati Eurostat, emerge infatti che se i mancati pagamenti della nostra PA sono il 2,6% del PIL, in Germania questo rapporto scende ad 1,6%, in Francia scivola ad 1,5% mentre addirittura in Spagna è allo 0,8%, ossia meno di un terzo che in Italia.

Va peraltro sottolineato che i conti sono fatti sui pagamenti mancati di parte corrente mentre vengono esclusi quelli in conto capitale, che potrebbero peggiorare ulteriormente il bilancio.

I ministeri peggiori

Nel corso del 2022, su 15 ministeri che hanno a che fare con fornitori privati soltanto tre sono riusciti a rispettare i termini di legge per quanto riguarda gli obblighi di pagamento. Si tratta del Ministero dell'Economia e delle Finanze, del Ministero degli Esteri e di quello dell'Agricoltura, che hanno pagato i propri fornitori in anticipo.

Invece tutti gli altri sono ritardatari, ed alcuni in maniera smodata. Ad esempio il Ministero delle imprese e del made in Italy, che nel 2022 ha effettuato i pagamenti i fornitori con 85 giorni di ritardo, praticamente tre mesi.
A livello geografico
i peggiori pagatori della pubblica amministrazione sono nel Mezzogiorno dove la dimensione dei ritardi talvolta assume connotati preoccupanti.