mercoledì 24 aprile 2024

Borse Europee in ribasso, Milano chiude a -0,2%

Dopo un inizio che sembrava incoraggiante, grazie al buon andamento dei titoli tech, le Borse Europee ripiegano e chiudono in territorio negativo. Senza grandi spunti macro di rilievo, gli investitori si sono mossi soprattutto in scia all'andamento delle trimestrali e alla situazione sul fronte geopolitico mediorientale.

La giornata degli investitori

La Borsa di Milano chiude in calo (-0,27%), con l'indice Ftse Mib termina la seduta a 34.271 punti. Sulla stessa linea, cede alle vendite il FTSE Italia All-Share, che chiude a 36.406 punti.

Sugli altri listini europei gli investitori si sono mossi con cautela. L'indice DAX di Francoforte segna -0,3%, scendono anche Parigi -0,2% e Londra -0,05%. Male anche Madrid -0,4% e Amsterdam -0,09%.

I numeri di Milano

Sul mercato azionario milanese gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 2,85 miliardi di euro, in ribasso (-12,19%), rispetto alla seduta precedente. I volumi scambiati sono passati da 1,13 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,69 miliardi.
Per quel che riguarda i singoli titoli, la performance migliore spetta a Stm (+5,3%), grazie ai conti di Asm e al ritorno degli acquisti sui tech. Giornata positiva anche per Prysmian (+1,70%) e Moncler (+1,46%).

Seduta complessivamente fiacca per le banche, anche se Banca Mediolanum strappa al rialzo (+1,31%). Si rialza Telecom (-1,14%).
Gli investitori penalizzano Recordati (-4,98%), vittima dei realizzi. Pesante calo anche per Saipem, che cede oltre tre punti percentuale.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario il cambio EURUSD rimane poco sotto 1,07, mentre il dollaro/yen supera quota 155 per la prima volta da oltre 30 anni, alimentando la possibilità di un intervento da parte delle autorità giapponesi (si possono sfruttare in questo caso le regole di Gann trading).
Tra le materie prime, si muove ancora in discesa il prezzo del petrolio mentre l’oro si stabilizza poco sopra i 2.330 dollari l’oncia.

Lo spread peggiora, toccando i +137 punti base, con un aumento di 4 punti base rispetto al valore precedente, con il rendimento del BTP decennale pari al 3,94%.

martedì 23 aprile 2024

Imprese italiane, nel 2023 è cresciuto il numero di default

Se nel 2021 il tasso di default delle imprese italiane aveva raggiunto un livello minimo, grazie anche al sostegno pubblico in risposta alla pandemia, alla fine del 2023 il quadro si è drammaticamente rovesciato. Il tasso di default medio delle aziende italiane infatti è salito al 2,39%. Quel che è peggio è che la crescita avanza in modo lento ma costante nel tempo.

I numeri sulla crisi delle imprese

Il dato peggiore relativo al tasso di default medio riguarda le società di capitali che sono al 2,58%. Poco più indietro troviamo le imprese individuali, al 2,49%. Le società di persone invece hanno un tasso di default medio pari al 1,62%. 

Al di là delle singole differenze, quello che bisogna sottolineare è che c'è stata una chiara inversione di tendenza che già si era notata al partire dal 2022. In base proprio all'evoluzione dei dati CRIF Ratings stima che il tasso di default delle società di capitali Potrebbe addirittura arrivare al 3,5% nel corso di quest'anno.

Andamento disomogeneo per settore

Anche se in generale si assiste in tutti i settori a una risalita dei tassi di default, ce ne sono alcuni che meritano particolare attenzione. Nell'ambito delle società di capitali ad esempio si evidenzia la maggiore sofferenza di  Leisure (3,86%), Trasporti e Logistica (3,64%), Costruzioni (3,20%) e Commercio di autoveicoli (3,07%).

In particolare il settore Leisure si conferma per il secondo anno consecutivo quello più rischioso, in particolar modo per quanto riguarda i servizi di ristorazione, dove il tasso di default delle imprese arriva anche al 5%. In questo stesso ambito inoltre si registra un grosso aumento del numero di finanziamenti erogati nel 2023, +10,1%.
Altro settore che desta preoccupazione è quello delle costruzioni, dopo la riduzione delle misure straordinarie di supporto che sono state promosse nell'ultimo triennio (in special modo il superbonus).

Il contesto difficile

I problemi del settore imprenditoriale sono influenzati dal contesto estremamente instabile a livello globale (e in tal senso le tensioni di Medio Oriente potrebbero peggiorare ulteriormente il quadro) e da uno scenario domestico che comunque presenta ancora molte fragilità.

martedì 16 aprile 2024

Investitori nervosi, le Borse europee chiudono in netto calo

E stata una giornata complicata per le borse europee, che hanno chiuso con un bilancio in rosso mentre Wall Street ha terminato la giornata senza grandi variazioni. A pesare sull'umore degli investitori europei è la tensione sul fronte mediorientale, che finora era stata snobbata nella convinzione che la crisi israelo-iraniana si sarebbe attenuata.

Inoltre i mercati continuano a vivere sulle incertezze della politica monetaria. Se la FED sembra indirizzata verso un taglio solo a settembre, la BCE dovrebbe farlo a giugno, anche se Lagarde non si sbilancia.

Il resoconto della giornata per gli investitori

Al suono di chiusura della campanella, Piazza Affari segna un calo dell'1,65% sull'indice Ftse Mib (a quota 33.393 punti). Scende anche il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 35.525 punti, in netto calo dell'1,62%.

Anche nel resto d'Europa la giornata per gli investitori è stata complicata. Scende il Dax tedesco (-1,3%), così come il Cac40 francese (-1,4%) e l’Ibex35 spagnolo (-1,5%). Malissimo Londra, -1,8%, perde quota anche Amsterdam ha ceduto l'1,4%.
Wall Street invece chiude contrastata e non sfrutta lo slancio delle trimestrali.

Nota: se volete diventare investitori del mercato azionario, chiedetevi prima di tutto come sapere se un broker è affidabile.

I numeri di Milano

A Piazza Affari gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 2,49 miliardi di euro, invariato rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,61 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,58 miliardi.

Sul paniere principale soltanto pochi titoli hanno strappato un rialzo. Tra questi spiccano Amplifon +0,91%.
Giornata nera per Stellantis, -2,98%, così come per i titoli finanziari: Finecobank -2,41%, Intesa -2,24%. Unicredit -2,05%, Pop di Sondrio -2,35%.
Scendono anche i titoli petroliferi: Saipem -2,38% ed Eni -2,15%.

Gli altri mercati

Gli investitori continuano a premiare il dollaro sul mercato valutario. Tuttavia il cambio euro-dollaro è poco mosso (tuttavia i segnali forex gratis in tempo reale continuano a suggerire il biglietto verde), mentre l’oro appare incerto anche se resta in area 2400 dollari per oncia. Il petrolio si muove in un forbice ristretta, anche se al momento il Brent è nuovamente oltre i 90 dollari al barile.

lunedì 15 aprile 2024

Denaro, i 125 miliardi di fondi UE non sono serviti a ridurre il divario con l'Europa

Dal 2000 ad oggi l'Unione Europea, attraverso tre cicli di programmazione della politica di coesione, ha inviato un fiume di denaro all'Italia affinché le nostre regioni colmassero il divario che ci caratterizza dalla media europea. Ma i 125 miliardi di euro ricevuti dal nostro paese sembrano non essere serviti a molto.

I dati dimostrano lo sperpero di denaro

Secondo un'indagine dell'Istat, durante tutti questi anni l'Italia è stato l'unico paese europeo che non ha saputo mettere a frutto questo montagna di denaro ricevuta da Bruxelles (125 di 970 miliardi complessivamente investiti), dal momento che la disparità territoriale con la media UE è addirittura aumentata.

La differenza economica territoriale viene calcolata basandosi sulle variazioni del PIL pro capite, a parità di potere di acquisto. Se in paesi come Francia, Germania e Spagna si è concretizzata una riduzione del divario rispetto alla media Europea, da noi tutto questo non è avvenuto.

Questioni di progetti e burocrazia

Perché non siamo riusciti a mettere a frutto tutto il denaro ricevuto in aiuti dall'Unione Europea?
Rispetto agli altri paesi principali, siamo ancora imbrigliati in una burocrazia lenta e cronicamente inefficiente. Questo discorso vale soprattutto per il Mezzogiorno, dove peraltro la divergenza si è acuita non solo rispetto alla media dell'Unione Europea ma anche rispetto al Settentrione.

Nel Sud spesso mancano risorse umane e competenze necessarie per realizzare i programmi operativi, anche se il vero problema è che i progetti che presentiamo sono di scarsa qualità. Significa che una volta realizzati, non sono tali da realizzare ricadute significative per l'economia e la qualità della vita di un territorio.

La lentezza esecutiva

Senza considerare poi che per realizzare un'opera ci vuole una eternità. In Italia ci si impiegano in media 4 anni e 10 mesi, metà di questo tempo si passa a progettare, mentre altri sei mesi di tempo passano per decidere a chi affidare i lavori. Per progetti più grossi, superiori ai 5 milioni di euro, il tempo di realizzazione arriva addirittura 11 anni.

lunedì 8 aprile 2024

Investitori, avvio di settimana all'insegna dei buonumore sulle borse europee

La prima seduta della nuova settimana si chiude con il segno positivo sulle borse europee. Gli investitori sembrano aver ritrovato un po' di buonumore dopo che la settimana scorsa era stata abbastanza fiacca.
Al clima positivo contribuisce il dato giunto dalla Germania riguardo la produzione industriale migliore delle attese. Intanto il mercato aspetta di conoscere nei prossimi giorni l'esito del meeting della BCE e i nuovi dati sull'inflazione degli Stati Uniti.

Il bilancio della giornata per gli investitori

Come detto, il panorama azionario europeo è tinto di verde in questo lunedì. A Piazza Affari l'indice principale ha chiuso con un rialzo dello 0,9%, rimanendo oltre la soglia dei 34.000 punti e disegnando un morning star pattern. Sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share guadagna lo 0,86% rispetto alla seduta precedente, chiudendo a 36.527 punti. In moderato rialzo il FTSE Italia Mid Cap (+0,58%); sulla stessa tendenza, in denaro il FTSE Italia Star (+1,05%).

Nel resto d'Europa gli investitori hanno fatto acquisti soprattutto a Francoforte, dove l'indice DAX chiude con un guadagno dello 0,78%. Molto bene anche la borsa di Parigi +0,72% e riescono a terminare la seduta in territorio positivo anche Londra + 0,42% ed Amsterdam + 0,41%. L'unica Piazza che si è mossa in controtendenza è stata quella di Madrid che segna - 0,07%.

I numeri di Milano

A Piazza Affari gli investitori hanno scambiato un controvalore di titoli pari a 1,93 miliardi di euro. I volumi di azioni scambiate sono state 0,52 miliardi.
Il titolo migliore sul principale listino milanese è stato Interpump, con un progresso del 4,80%. Bene anche Telecom Italia che avanza del 2,97%. In territorio positivo DiaSorin, +2,95% grazie alla promozione di UBS. Le peggiori performance si sono registrate su Campari, -0,68%.

Gli altri mercati

Sulla fronte valutario c'è stato poco movimento oggi, anche perché gli investitori aspettano di conoscere i nuovi dati sull'inflazione americana e qualche indicazione in più dal meeting della BCE.
Il cambio EUR-USD rimane così oltre quota 1,09, formando una candela spinning top che evidenzia l'incertezza del mercato. Tra le materie prime spicca ancora una volta l'oro, che in giornata ha aggiornato il suo record storico oltre 2.370 dollari per oncia. Marcia indietro per il petrolio.

giovedì 4 aprile 2024

Risparmio, sempre più italiani scelgono di aprire un conto deposito

Anche se le somme di denaro che rimangono parcheggiate sui conti correnti restano fin troppo elevate, sempre più italiani scelgono di aprire un conto deposito per evitare che l'elevata inflazione eroda il proprio risparmio.

Il conto deposito a salvaguardia del risparmio

Questo scenario emerge da un'indagine che è stata effettuata dal portale Facile.it. Negli ultimi 12 mesi, i risparmiatori italiani che hanno deciso di aprire un conto deposito sono stati ben 4 milioni e mezzo

Ma anche un altro fattore testimonia il sempre maggiore interesse verso questo strumento di impiego del proprio risparmio, ossia il fatto che le ricerche online di questi prodotti sono cresciute del 169% tra il 2022 e il 2023.

Forse può interessare: le ricerche più frequenti su Google nel 2023.

Attenzione a non confondersi

Bisogna sottolineare un aspetto importante. Il conto corrente e il conto deposito sono due cose completamente differenti.
Il primo infatti garantisce un'operatività molto ampia, ma ha dei rendimenti praticamente nulli e per questo il risparmio che vi è allocato viene eroso dall'avanzare dell'inflazione. Il conto deposito invece può offrire discreti tassi di rendimento (quelli con scadenza del vincolo a 60 mesi hanno una redditività lorda che può arrivare al 4,75%), ma al tempo stesso presenta un operatività molto più ridotta.
In sostanza le operazioni classiche che si possono fare sul conto corrente, nella maggior parte dei casi non sono disponibili con il conto deposito.

L'identikit

L'indagine ha consentito anche di tracciare un profilo dei risparmiatori che hanno deciso di aprire un conto deposito. Se la media nazionale è pari a 10,7%, nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni siamo al 14,6%, che raggiunge addirittura il 16,4% nella fascia di età compresa tra i 25 e 34 anni.

La maggior parte di coloro che hanno aperto un conto deposito ha utilizzato il canale on-line (circa due terzi del totale), mentre appena il 7% ha utilizzato un agente mediatore fisico. A livello geografico, la richiesta è stata molto più accentuata al nord ovest, dove il 40% degli intervistati ha dichiarato di averne almeno uno.

martedì 2 aprile 2024

Economia cilena, non si vedono ancora spiragli di luce

La frenata economica e la recente fiammata dell'inflazione hanno aperto scenari più deboli per il futuro dell'economia cilena, già da anni in difficoltà. Anche per questo motivo la Banca centrale del Paese ha deciso di intervenire attraverso misure molto più accomodanti.

Gli ultimi numeri sull'economia  

L'attività economica in Cile negli ultimi mesi è tornata a ristagnare. Il PIL è cresciuto soltanto dello 0,2% su base annua nel 2023, segnando un forte rallentamento rispetto alla crescita rivista al ribasso del 2,1% dell’anno precedente. Anche l'ultimo trimestre ha vissuto una frenata, con un +0,4% nel quarto trimestre.

NB. Se vi interesse negoziare asset sull'andamento dell'economia cilena, imparate i concetti di buy sell limite ordine.

L'andamento dell'inflazione

Quello che preoccupa è anche l'andamento dell'inflazione annuale, salita al 4,5% a febbraio. Si è trattato del primo aumento dell’inflazione dopo 14 mesi consecutivi di rallentamento.

Nonostante questi picchi di volatilità dell'inflazione, la Banca Centrale ha deciso di essere più aggressiva sul fronte dei tagli ai tassi di interessi. Ha infatti tagliato il tasso di riferimento di 100 punti base nella sua ultima riunione. Questo dovrebbe dare un piccolo impulso all'economia, che ultimamente sta ristagnando.
Il mercato si aspetta ulteriori tagli dei tassi di interesse per 300 punti base. Questo significa che entro fine anno il costo del denaro dovrebbe arrivare al 4,25%. Mentre il tasso di interesse reale scenderebbe al 1,25%.

Le pressioni sul peso cileno

Questo scenario potrebbe alimentare le pressioni sul peso cileno, che ha già perso circa il 10% nell'ultimo anno. Tanto più se l'istituto centrale deciderà di riavviare il programma di accumulo di riserve valutarie.
Il cambio USDCLP scambia sui massimi storici e si è riavvicinato alla soglia psicologica dei 1000. Diversi analisti ritengono che la supererà durante il secondo trimestre dell'anno, e anche i segnali forex gratis in tempo reale vanno in questa direzione.

Scenario cupo

La verità è che l’economia cilena non cresce più da un decennio e il sistema sanitario privato in crisi potrebbe trascinare nel baratro anche quello pubblico, per non parlare del fatto che dal 2019 tutti gli indici sociali ed economici sono peggiorati.

lunedì 1 aprile 2024

Acquisizione ITA, braccio di ferro sempre più forte con Bruxelles

Il matrimonio annunciato tra Lufthansa e Ita Airways sta incontrando sempre più difficoltà, per via dei bastoni tra le ruote che l'antitrust dell'Unione Europea sta ponendo a questa acquisizione.
Tuttavia le due compagnie non vogliono rinunciare all'operazione e stanno valutando come aggirare gli ostacoli posti dall'Europa.

Cosa frena l'operazione di acquisizione

L'operazione alla quale si stava lavorando prevedeva l'ingresso dei tedeschi nel capitale di ITA attraverso un aumento riservato del capitale sociale di 325 milioni per ottenere il 41% della nostra compagnia (nata dalle ceneri del fallimento Alitalia), attualmente controllata dal Ministero delle Finanze (MEF).

Bruxelles ha interessato della questione l'antitrust guidata da Margrethe Vestager. Per dare il via libera all'acquisizione del vettore italiano da parte della compagnia tedesca sono stati chiesti grossi grossi sacrifici, che vengono ritenuti inaccettabili tanto da Lufthansa quanto da Ita.

I dubbi di Bruxelles

L'antitrust Europea però ha messo i bastoni tra le ruote a questa operazione per via dei pericoli che potrebbe comportare alla libera concorrenza.
La Commissione teme che l'operazione possa ridurre la concorrenza su un certo numero di rotte a corto raggio che collegano l'Italia con i Paesi dell'Europa centrale, ridurre la concorrenza su un certo numero di rotte a lungo raggio tra Italia e Stati Uniti, Canada e Giappone e infine creare o rafforzare la posizione dominante di Ita presso l'aeroporto di Milano-Linate, rendendo più difficile per i concorrenti fornire servizi di trasporto da e per questo Hub.

Le soluzioni possibili

Lufthansa e Mef hanno ora l'opportunità di rispondere alla comunicazione degli addebiti della Commissione, e presentare rimedi in qualsiasi momento del procedimento fino al termine del ricorso, che attualmente cade il 26 aprile 2024.

Per aggirare l'ostacolo, così da non dover chiedere il via libera all'Unione Europea, si lavora sulla possibilità di un'acquisizione da parte dei tedeschi sempre del 41%, ma senza che ci sia un cambio di controllo. Lufthansa avrebbe 2 membri sul 5 nel CDA e non nominerebbe l'amministratore delegato. Questo tipo di manovra sarebbe "forzata", mentre più agile sarebbe l'alternativa che prevede l'ingresso dei tedeschi fino al 19,9% così da evitare l'obbligo di notifica per via del controllo sulle concentrazioni.

lunedì 25 marzo 2024

Mercato azionario, si chiude un trimestre d'oro

Questa settimana chiuderà il primo trimestre di contrattazioni sul mercato azionario. Il bilancio finale di questo periodo sarà estremamente positivo sia in Europa che nel resto del mondo, visto che si è viaggiato a suon di record.

I numeri del primo trimestre del mercato azionario

Sul mercato azionario più importante, ossia quello statunitense, il bilancio degli indici principali segna un incremento di circa il 10%, con l'approdo verso nuovi record storici. 

Anche in Europa le borse sono andate molto forti. L'indice FTSE MIB di Milano ha guadagnato il 13%, risultando il miglior listino principale in Europa. Ha corso forte anche il DAX indice tedesco, che guadagna quasi il 9% (Fissando nuovi primati storici oltre i 18.000 punti). Bene è andato anche quello di Parigi. A livello globale però nessuno ha fatto meglio dell'indice Nikkei giapponese, che dà l'inizio dell'anno ha guadagnato oltre il 22%.

Il driver della crescita

La cosa del tutto particolare è che il driver di questa crescita è stato in primo luogo il calo dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Un calo che tuttavia ancora non c'è stato, e che probabilmente vedremo solamente a ridosso dell'estate.
Questo significa che i mercati si sono mossi con largo anticipo rispetto agli eventi. Si può sostanzialmente dire che agli occhi del mercato azionario ha contato di più il calo dell'inflazione che preannuncia il calo dei tassi, piuttosto che il calo dei tassi stessi che ancora non è avvenuto.

Ancora più degno di nota è il fatto che il boom del mercato azionario si sta accompagnando all'andamento positivo dei titoli di Stato e alla corsa record dell'oro (chi sa come usare Fibonacci ha visto infrangere diverse estensioni). Soltanto sei volte in ben 80 anni si era registrata una concomitanza di tali eventi.

Quanto può durare l'euforia

Di fronte a un bilancio così importante, chi investe nel mercato azionario dovrebbe chiedersi quanto potrà durare questa euforia generale. Per prevederlo occorrerebbe avere una sfera di cristallo, ma è fuori di dubbio che la maggior parte degli analisti ritiene che sia sempre più concreto il rischio di una forte correzione, che potrebbe innescare un ripiegamento del mercato azionario fino al 10%.

mercoledì 20 marzo 2024

Economia digitale, proliferano gli attacchi informatici in Italia

Negli ultimi anni è sempre più forte la virata dell'economia verso forme più digitalizzate e innovate. Ma questo porta con sé una conseguenza spiacevole: la crescita impetuosa degli attacchi informatici.

I dati sugli attacchi alla nostra economia

Un recente rapporto fatto dall'Associazione italiana per la sicurezza informatica (Clusit) ha evidenziato che il nostro Paese è uno di quelli più bersagliati dagli hacker.

Complessivamente, a livello globale ci sono stati quasi 2800 incidenti gravi per l'economia, provocati dalle violazioni informatiche. Si tratta di un numero in crescita del 12% rispetto a quelli registrati nel 2022. Peraltro nell'81% dei casi le violazioni sono state considerate come di gravità elevata o critica per chi le ha subite.
Il mese più drammatico è stato aprile, con 270 attacchi rispetto alla media di 232.

La situazione dell'Italia

Rispetto al numero totale di attacchi globali, l'Italia addirittura ne subiti l'11% (ossia 310). Un numero che di per sé già è molto elevato, ma che spaventa ulteriormente se si pensa che è cresciuto del '65% dall'anno precedente. Oltre la metà degli attacchi ha avuto conseguenze per l'economia di chi li ha subiti molto gravi.
La distribuzione geografica è particolarmente accentuata nel continente americano, che passa da 941 attacchi nel 2022 a 1.226 nel 2023. L’Oceania è l’unica zona che registra una diminuzione degli attacchi.

Le forme di violazione

La tipologia di attacco più frequente rimane il malware, che viene adottato tramite ransomware nel 36% dei casi. Ciò accade per ragioni di economia, visto che è la forma di aggressione maggiormente redditizia. La seconda violazione avviene sfruttando la vulnerabilità del sistema di difesa della vittima. A tal proposito va sottolineato che gli attacchi DDoS continuano a crescere, mentre sta calando il ricorso al phishing.

Conseguenze sempre più gravi

Altre due cose meritano di essere sottolineate. Anzitutto che la gravità degli attacchi viaggia su un ritmo crescente, ossia i danni subiti dall'economia della vittima sono sempre più seri.
In secondo luogo, riguardo ai settori più colpiti, si evidenzia una crescita degli attacchi nei settori Healthcare (+2%) e Financial/Insurance (+3%), mentre rimangono stabili gli incidenti nel settore ICT e aumentano quelli nei settori Manufacturing, Professional/Scientific/Technical, Transportation/Storage e Wholesale/Retail.

giovedì 14 marzo 2024

Acquisti sulle borse europee, Piazza Affari si avvicina a 34.000 punti

Si chiusa una giornata positiva per le borse del vecchio continente. Gli investitori infatti si sono dedicati anche oggi agli acquisti, nonostante la delusione per il dato sulla produzione industriale nell'Eurozona più basso delle aspettative. A muovere il mercato sono ancora le prospettive sui tagli dei tassi da parte delle banche centrali e l'andamento delle trimestrali societarie.

Una giornata all'insegna degli acquisti

Alla fine della seduta di mercoledì, il listino principale di Piazza Affari segna un rialzo dello 0,39%. Gli acquisti hanno spinto l'indice FTSE MIB sempre più vicino alla soglia dei 34.000 punti

Sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share fa un piccolo salto in avanti dello 0,39%, portandosi a 36.040 punti. Leggermente positivo il FTSE Italia Mid Cap (+0,41%); sulla stessa tendenza, positivo il FTSE Italia Star (+0,74%).

Chiudono in rialzo anche gli altri listini principali del vecchio continente. L'indice di Parigi guadagna lo 0,62%, Londra guadagna tre decimi mentre Francoforte guadagna lo 0,2%, dopo che l'indice DAX è riuscito anche a spingersi per la prima volta oltre i 18000 punti base.

I numeri di Milano

A Piazza Affari gli investitori hanno scambiato un controvalore pari a 3,1 miliardi di euro, mentre i volumi di titoli scambiati sono scesi a 1,04 miliardi rispetto al 1,15 di ieri.

Gli acquisti hanno premiato soprattutto il titolo Leonardo, +3,45%, che è stato favorito da un contesto geopolitico molto nervoso, che ha finito per spingere tutti i titoli del settore.
La giornata si chiude con forti guadagni anche per Azimut, +3%. Positive anche le due principali banche, Intesa (+1,31%) e Unicredit (+1,29%).

Le maggiori vendite invece hanno colpito il titolo Erg, che chiude con un calo del 4,9%, a causa delle stime più deboli per l'anno in corso (dopo aver realizzato un triplo minimo trading intraday).

Gli altri mercati

Sul fronte valutario non c'è stata una grande vivacità sul cambio euro-dollaro che rimane sempre in area 1,09 (suggeriamo di negoziarlo sui broker senza spread). Registra invece un guadagno frazionale il prezzo dell'oro, mentre gli acquisti più sostenuti le abbiamo visti sul petrolio, che guadagna 2 punti percentuale.
Intanto lo spread sui titoli di Stato torna a scendere.

martedì 12 marzo 2024

Lavoro, è ancora troppo ampio il divario tra uomini e donne

C'è una drammatica situazione che riguarda il mercato del lavoro in Italia. Il nostro paese infatti è fanalino di coda in Europa per quanto riguarda il numero di donne che lavorano. Sono poco più di una su due. E come se non bastasse, a parità di lavoro svolto esiste un gap di stipendio ancora molto importante rispetto ai maschi.

I numeri sulle donne e il lavoro

In base ha uno studio realizzato dalla Camera dei Deputati sul finire dello scorso anno, mentre il tasso di occupazione femminile in Italia è al 55% per le donne di età compresa tra i 20 e 64 anni, nell'Unione Europea la media è al 69,3%. Ci sono quindi ben 15 punti percentuali di differenza, che spingono il nostro paese sul fondo della classifica per quanto riguarda l'occupazione femminile.

Le donne occupate sono circa 9,5 milioni, mentre i maschi che lavorano sono circa 13 milioni.

Il dato shock sul Gender Gap Pay

E altresì allarmante un altro numero fornito dal Global Gender Gap Report 2023 del World Economic: il divario di retribuzione fra maschi e femmine nel nostro paese ha superato i 7.900 annui. Facendo una proiezione, si stima che la parità retributiva verrà realizzata soltanto nell'anno 2154. Ciò vuol dire che dovranno passare cinque generazioni ancora.

I fattori che ostacolano le donne sul lavoro

La bassa partecipazione al lavoro delle donne è frutto di diverse concause. L'offerta di lavoro generalmente è ridotta, e in gran parte si tratta di occupazione precarie in settori scarsamente remunerati o poco strategici. Prevale un'offerta di lavoro part time, che riguarda quasi il 49% delle donne occupate, quasi più del doppio di quella degli uomini.

Inoltre va evidenziato il maggior tasso di uscita dal mercato del lavoro da parte delle donne, quasi sempre a seguito della maternità. Ciò sta a evidenziare le grandi difficoltà per le donne di conciliare la vita familiare con il lavoro.

martedì 5 marzo 2024

Mercato azionario europeo a tinte miste, Milano avanza dello 0,7%

E' stata una giornata priva di grandi spunti per il mercato azionario Europeo, che si è mosso poco e a tinte miste. Gli investitori aspettano la pubblicazione dei dati macroeconomici durante la settimana, nonché la riunione della BCE e l'audizione di Powell al Congresso americano.

Il bilancio giornaliero del mercato azionario

Alla fine le borse del vecchio continente hanno chiuso in ordine sparso. Piazza Affari però ha viaggiato al rialzo, con l'indice FTSE Mib che a fine giornata segna +0,71% a quota 33.146 punti. Sulla stessa linea, piccolo scatto in avanti per il FTSE Italia All-Share, che arriva a 35.260 punti.

Il mercato azionario nel resto d'Europa ha viaggiato a tinte miste. Mentre il DAX della Borsa Xetra di Francoforte scivola dello -0,1% e il CAC di Parigi perde lo 0,3%, Londra strappa un piccolo rialzo dello 0,08%. Cresce Madrid +0,45%, scende Amsterdam -0,63%. Anche a Wall Street l'umore non è dei migliori.

I numeri di Milano

Gli investitori hanno scambiato sul mercato azionario milanese un controvalore pari a 2,99 miliardi di euro, in crescita del 17% rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,65 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,74 miliardi.

Riguardo ai singoli titoli, sul mercato azionario meneghino ha svettato A2a +3,82%, ma in generale hanno corso tutte le utilities (Hera +2,69%, Enel +2,29%, Erg +2,12%, Snam +1,98%, Terna +1,71%, Italgas +1,66%).
Giornata positiva anche per i petroliferi Saipem +3,61% e Tenaris +3,57%, bene pure Intesa +2,02% grazie al giudizio di Morgan Stanley.
Sul versante opposto, il titolo più colpito dalle vendite è stato Moncler, -1,40%.

Gli altri mercati

Sul fronte valutario, rimane stabile l'Euro / Dollaro, che e si ferma a 1,086 (è interessante studiare questo cambio trading con Fibonacci analisi tecnica). In crescita l'oro, che nel corso della giornata tocca il nuovo record oltre 2014 dollari l'oncia. Nessuna variazione significativa per il mercato petrolifero. Vola il Bitcoin verso il record storico, anche se dopo le prese di profitto innescano la discesa.
In discesa lo spread, che retrocede a quota +140 punti base, con un decremento di 4 punti base, mentre il BTP decennale riporta un rendimento del 3,7.

domenica 3 marzo 2024

Prezzo della benzina, più della metà è colpa del fisco

Accese e IVA rappresentano il fardello più grosso nella composizione del prezzo della benzina. Circa il 57% di quanto paghiamo alla pompa per rifornire le nostre automobili, deriva dall'applicazione di un tributo

Le componenti del prezzo della benzina

A evidenziarlo è il Garante per la sorveglianza dei prezzi. Sulla base di una sua documentazione, consegnata alla commissione finanze della Camera, il garante sottolinea che alla pompa il peso delle accese arriva al 39% per quanto riguarda la benzina, mentre arriva al 34% per sul prezzo del gasolio

A queste tasse bisogna poi andare ad aggiungere anche l'Iva, che in entrambi i casi è pari al 22%. L'applicazione dell'Iva si traduce in un peso finale rispetto al prezzo pagato alla pompa di circa il 18%.
Complessivamente quindi, per ogni litro di benzina che viene acquistato dagli automobilisti, viene pagato allo Stato 1,06 euro sotto forma di tasse.

Bisogna pure aggiungere che gli automobilisti subiscono anche meccanismi di formazione dei prezzi ancora poco trasparenti, che soprattutto in alcuni periodi si prestano a operazioni speculative (basta pensare ai rincari quasi immancabili prima del periodo delle partenze estive o invernali).

Troppe tasse

E' fuori di dubbio che la componente fiscale italiana nella formazione del prezzo della benzina sia molto elevata, anche rispetto agli altri paesi europei. L'accisa media europea è pari a 540 euro per 1000 litri per la benzina, mentre da noi arriva a728. L'accisa media europea sul gasolio arriva a 428 per 1000 litri, mentre da noi è 617. 

Una questione politica

Nel corso del tempo tanti governi hanno promesso di intervenire per ridurre la portata dell'imposizione fiscale sulla formazione del prezzo della benzina. Finora però sono rimaste sempre soltanto promesse. Questo perché nessuno vuole rinunciare ad una mammella così generosa alla quale attaccarsi. Le tasse sui carburanti garantiscono infatti entrate enormi alle casse dello Stato. Lo scorso anno ad esempio l'erario ha avuto introiti per oltre 38 miliardi di euro grazie alle accise e alleva sui carburanti.

martedì 27 febbraio 2024

Valute digitali, Bitcoin si rimette a correre e tocca i massimi da novembre 2021

Nei giorni scorsi sul mercato delle valute digitali, in mezzo a tanti rialzi, spiccava invece la marcia fiacca di Bitcoin che del settore è la vera regina. Ma all'improvviso, dopo una settimana di scambi tiepidi, il prezzo del BTC è schizzato verso l'alto, arrivando su livelli che non si vedevano dalla fine del 2021.

Cosa spinge la regina delle valute digitali

La corsa del prezzo di Bitcoin si è fermata poco oltre 57.000, prima che le prese di profitto innescassero un rimbalzo all'indietro. Il rally del prezzo è stato sostenuto soprattutto dalla domanda dei grandi investitori ed anche dagli acquisti di MicroStrategy. Ma il prezzo è salito anche per via della liquidazione dei futures sui Bitcoin.

Con i guadagni di oggi il prezzo di Bitcoin è riuscito a superare il 30% di progresso dall'inizio dell'anno (con le fauci dell'indicatore alligator trading sempre spalancate), innescando in tal modo anche l'appetito degli investitori verso le valute digitali più piccole.

Etf ed Halving

Negli ultimi tempi il Bitcoin è stato al centro dell'attenzione soprattutto per l'approvazione, da parte della Sec statunitense, degli ETF spot su Bitcoin. Questa svolta epocale sta incidendo sul mercato delle valute digitali, e in particolar modo sulla partecipazione dei grandi investitori istituzionali al settore.

Ma c'è anche un altro fattore che sta scaldando gli investitori, ossia l'ormai imminente Halving. La procedura di "dimezzamento" che avverrà verso la seconda metà di aprile, nelle precedenti occasioni è stata sempre seguita da un graduale aumento di prezzo di Bitcoin.
Sapendo questo molti investitori stanno già cominciando ad assumere posizioni rialziste sulla regina delle valute digitali.

NB. Se volete fare investimenti sulle valute digitali, chiedetevi prima come faccio a sapere se un broker è affidabile?

L'intero settore avanza

Come spesso succede, i progressi di Bitcoin servono da traino per l'intero settore delle valute digitali. Ether continua a macinare guadagni e si sta avvicinando alla soglia dei 3200 dollari. Passi avanti sostanziosi li hanno fatti anche Solana, Cardano e Matic. I benefici si vedono anche sul mercato azionario, per quelle società che sono legate al settore delle valute digitali, come Coinbase e MicroStrategy.

giovedì 22 febbraio 2024

Tasse, numeri shock per l'Italia sull'evasione fiscale

Per ogni 100 euro che il fisco italiano incassa dalle tasse, ce ne sono altri 11 che invece vengono sottratti all'occhio dell'erario. Se tutte queste cifre fossero recuperate, molti problemi del nostro paese potrebbero essere risolti (pensiamo ad esempio alle infrastrutture o al potenziamento dei servizi pubblici).

I numeri sulle tasse

Il fenomeno dell'evasione è stato illustrato da un l'ultimo report della CGIA Mestre, il cui ufficio studi ha calcolato che il mancato pagamento delle tasse raggiunge il nostro paese l'11,2%

L'unico aspetto di cui ci si può rallegrare è che questo fenomeno sembra essere in calo, dal momento che il Ministero dell'Economia e Finanze ha calcolato che l'evasione tributaria e contributiva presente è stata nel 2021 di 83,6 miliardi di euro, mentre nel 2016 superava i 107 miliardi di euro.

Disomogeneità territoriale

Il problema di far pagare le tasse a tutti è caratteristico in senso negativo di tutto lo stivale. Tuttavia, l'andamento dell'evasione fiscale è disomogenea a seconda delle Regioni. In Calabria l'infedeltà fiscale arriva al 18,4%, poco più in basso c'è la Campania con il 17,2% e al terzo posto un'altra regione del Sud, la Puglia, con un tasso di evasione del 16,8 %.

Per far capire la differenza a livello geografico di questo fenomeno, in Lombardia si trova al 8%, ossia la metà. Più o meno sulla stessa linea si trova la Provincia autonoma di Bolzano, la più virtuosa del Paese, dove l'evasione fiscale arriva al 7,7%.

Un problema che nessuno riesce a risolvere

La piaga dell'evasione fiscale è un fenomeno che in Italia si porta indietro sin dalla sua nascita. Ogni governo ha adottato le proprie ricette per cercare di contrastarlo (anche il governo Meloni ne ha appena adottate), ma evidentemente con scarso successo. 

Serve inflessibilità, soprattutto nei confronti di coloro - che sono tanti - che sono completamente sconosciuti agli occhi del fisco e non pagano nessun tipo di tasse. Analogamente ci sono dei furbetti conclamati, che comunque riescono ancora a distogliere risorse al fisco italiano.

lunedì 19 febbraio 2024

Mercati finanziari, in settimana il Focus è sui verbali del Fomc

Il tema dei primi tagli ai tassi di interesse sarà dominante anche nel corso della settimana che sta iniziando. I mercati finanziari guarderanno infatti soprattutto alla pubblicazione dei verbali da parte del Fomc, ossia l'organo di politica monetaria della Federal Reserve.

Cosa si aspettano i mercati finanziari

La pubblicazione dei verbali dell'ultima riunione della Banca centrale americana avverrà mercoledì, ed offrirà ai mercati finanziari degli spunti sulla potenziale tempistica dei primi tagli al costo del denaro. Tutto questo condito anche dai vari commenti di diversi funzionali della Federal Reserve.

Negli ultimi giorni le probabilità maggiori si sono spostate sul mese di giugno, e questo ha consentito al Dollaro statunitense di guadagnare terreno sui mercati finanziari. Il Dollar index si è Infatti portato oltre quota 104, superando un paio di livelli Fibonacci trading.

Sempre dagli Stati Uniti arriveranno alcuni dati degni di nota. Ci diamo le vendite di case esistenti, il National Activity Index della Fed di Chicago e le richieste settimanali di disoccupazione.

Sul fronte europeo

Per quanto riguarda il vecchio continente, i mercati finanziari attendono anche in questo caso i verbali dell'ultima riunione di politica monetaria della BCE. Oltre a questo, l’attenzione si focalizzerà sui dati PMI flash che riguarderanno la eurozona, la Germania, la Francia e il Regno Unito. Al centro dell'attenzione ci sarà anche l'indicatore IFO business climate in Germania.

NB. Se volete fare investimenti sulle valute, imparate prima i lotti trading cosa sono.

Riapre la Cina, in Turchia s riunisce la CBRT

Dopo i festeggiamenti del Capodanno lunare, in Cina riapriranno i mercati finanziari e quelli delle materie prime. Si cercherà di capire in che modo questi festeggiamenti hanno influenzato il sentimento pessimistico che c'è nel paese.

Altrove nel mondo, ci sarà attenzione anche verso il meeting di politica monetaria della banca centrale di Turchia. Si prevede che l'istituto deciderà di mantenere il suo tasso di interesse di riferimento al 45%, interrompendo così la serie di strette che complessivamente ha alzato il costo del denaro di 3650 punti base a partire da giugno 2023.
Occhio infine alle trimestrali. I report più attesi sono quelli di Home Depot, Walmart, Etsy, NVIDIA, Moderna e Berkshire Hathaway.

mercoledì 14 febbraio 2024

Lavoro, cala ancora il numero di artigiani (mentre le partite Iva aumentano)

Gli ultimi dati sul lavoro, resi noti dall'ufficio studi della CGIA, hanno messo in evidenza un calo costante del numero di artigiani del nostro paese. Un dato che deve far riflettere, visto che dopo la crisi Covid è comunque tornato a crescere il numero di partite IVA, che oggi complessivamente supera i cinque milioni

I dati sul lavoro

In base allo studio effettuato dall'associazione degli Artigiani e piccole imprese, il panorama professionale è abbastanza eterogeneo. Nonostante il settore del lavoro autonomo sembri godere di una buona salute nel suo complesso, ci sono professioni in grande difficoltà.

Un esempio su tutti sono gli autonomi "tradizionali", come ad esempio gli artigiani. Uno scenario analogo riguarda i piccoli commercianti e gli agricoltori.
Al contrario, la crescita delle partite IVA è trainata soprattutto dai lavoratori senza albo o ordine professionale, come ad esempio il web designer o i social media manager, come anche i pubblicitari e gli amministratori di condominio.

L'andamento del lavoro autonomo

All'interno del nostro sistema economico il ruolo del lavoro autonomo è fondamentale, soprattutto nel Nord-Est del paese. Complessivamente il blocco autonomo è rappresentato da oltre sei milioni di persone, che prima dello scoppio del Covid produceva quasi 200 miliardi di PIL. 

Una volta superata la crisi Covid, il loro numero è tornato a crescere anche grazie all'introduzione del regime forfettario per le attività autonome. Non si può trascurare neppure il ruolo delle cosiddette "false partite IVA", che sono state aperte con il boom dello smart working.

Le difficoltà delle professioni tradizionali

Come detto all'inizio, tuttavia, lo scenario è molto eterogeneo. Il numero complessivo di artigiani, commercianti e agricoltori è in discesa negli ultimi anni.

In percentuale il calo più marcato è stato quello degli artigiani, che tra il 2014 e il 2022 sono scesi del 15% (quasi 260.000 in meno). I commercianti sono calati di 203.000 unità, ossia quasi il 10%. Un calo del 7,5% ha invece interessato gli agricoltori (-33500 unità).

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mercoledì 7 febbraio 2024

Mercato azionario in salita, ma prevale comunque la prudenza

Chiudono con un modesto rialzo le Borse Europee, dopo la giornata debole di ieri. A dare una spinta al mercato azionario è il sostegno di Pechino ai mercati finanziari cinesi. Si respira comunque un clima attendista, perché gli investitori devono metabolizzare lo slittamento dei tagli ai tassi di interesse da parte di Fed e BCE.

Il bilancio del mercato azionario

A Milano l'indice principale del mercato azionario ha terminato la seduta in rialzo dello 0,53%. L'indice Ftse Mib risale verso quota 31.116 punti. Sulla stessa linea si è mosso il FTSE Italia All-Share, che arriva a 33.261 punti. Sale il FTSE Italia Mid Cap (+0,72%); sulla stessa tendenza, in moderato rialzo il FTSE Italia Star (+0,24%).

Il mercato azionario nel resto d'Europa ha chiuso in verde. Il CAC di Parigi segna +0,65%, Londra chiude a +0,9%, anche il DAX di Francoforte avanza (+0,76%). Guadagni anche per Madrid (+0,59%) e Amsterdam (+0,82%).

NB. Prima di investire sugli indici del mercato azionario, bisogna chiedersi sempre come faccio a sapere se un broker è affidabile.

I numeri di Milano

Sul mercato azionario milanese sono stati scambiati titoli per un controvalore di 2,91 miliardi di euro, in ribasso (-10,49%), rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,71 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,69 miliardi.

Il titolo migliore del giorno è stato Pirelli (+4,24%, mostrando anche un pattern di inversione candlestick), ma si sono mosse in rialzo anche Amplifon (+4,00%) e Leonardo (+3,72%).
Giornata ancora buona per le banche. Tra queste, Intesa (+1,27%) brinda ai conti brillanti e un utile cresciuto nel 2023 del 76,4%.
Le vendite hanno invece colpito Interpump, -6,92% penalizzata da alcuni giudizi negativi degli analisti.
Male anche Fineco, -1,91%, ERG , -1,57% e A2A, -1,05%.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario l’euro-dollaro è poco mosso, con la moneta unica che resta vicina a 1,07, dopo il recente recupero della monta statunitense.
Tra le materie prime torna a crescere il prezzo del petrolio, sorretto dalle decisioni cinesi. Lieve aumento dell'oro, che sale a 2.037,8 dollari l'oncia. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di medesima durata scende a 158 punti base (-1,02%).

lunedì 5 febbraio 2024

Finanza, macché inclusione: una famiglia su 20 non ha neppure il conto corrente

Spesso e anche di recente, Bankitalia ha sottolineato l'importanza di educare la popolazione ai temi della finanza. Ma forse prima di educare, bisognerebbe includere. C'è infatti un dato allarmante che riguarda le famiglie italiane: oltre il 4% non ha neppure un conto corrente bancario o qualcosa di simile (ossia 2,3 milioni di persone).

La quotidianità e la finanza

Per capire quanto sia preoccupante questo aspetto, bisogna riflettere su tutti quegli aspetti della vita quotidiana che richiedono l'accesso ai servizi più semplici della finanza, che sia un conto corrente o un deposito bancario, oppure un conto postale. 

Dall'accredito dello stipendio al pagamento delle bollette, dall'accensione di un mutuo alla stipula di un'assicurazione sulla vita. Ma la lista sarebbe lunghissima e ci fermiamo qui.

Molto più grave al Sud.

Questo quadro così desolante di esclusione finanziaria è molto più grave al Sud e nelle isole, dove ci sono 1,1 milioni di famiglie che non hanno un conto corrente (le percentuali sul totale sono rispettivamente il 56 e il 22%). Le famiglie finanziariamente escluse del Nord sono il 16%, mentre solo il 6% risiede al Centro.
E' evidente che c'è una voragine territoriale che spacca il Paese, dividendolo tra Nord e Centro da una parte, e Sud e isole dall'altra.
Ma ci sono situazioni ancora più allarmanti: in Campania e Molise le che non dispongono di un conto corrente sono il 20%.

Finanziamenti

Se già il dato sui conti correnti mostra un Paese con realtà complicate, il concetto è ancora più forte se si guarda ai finanziamenti rateali. Nel 2020 il 18% si è visto rifiutare la domanda, ma se al Nordest più del 90% delle richieste viene accolto, al Sud tale percentuale crolla al 57,5%.

Tale divario rispecchia anche la distanza tra i cittadini e i servizi finanziari, perché le filiali sono sempre meno. Oltre quattro milioni di italiani abitano in Comuni dove non c'è neppure una filiale bancaria. Manco a dirlo, la maggior parte dei casi riguarda Sud e Isole.
Con un rischio enorme, perché se i servizi finanziari sul territorio mancano, aumentano le richieste fatte a società finanziarie borderline, che sfuggono alle stringenti regolamentazioni previste per le banche vere e proprie. Peggio ancora, si rischia di cadere nella rete dell’usura.

martedì 30 gennaio 2024

Vendite massicce su Bayer dopo la condanna del tribunale a pagare 2,25 miliardi di dollari

Per il colosso agrochimico Bayer è stato un lunedì nerissimo in Borsa. Il titolo è stato infatti bombardato dalle vendite, perdendo il 6% sul DAX dopo la condanna da parte di un tribunale americano a pagare un maxi risarcimento da oltre 2 miliardi di dollari.

Cosa ha innescato le vendite

Bisogna fare un passo indietro per spiegare la vicenda. Nel 2018 Bayer acquistò il marchio Monsanto, produttore del diserbante più famoso al mondo (Roundup) sborsando circa 63 miliardi di dollari. Quell'acquisto non solo fu dispendioso, ma anche strategicamente pessimo. 

Assieme all'azienda, Bayer infatti ha "comprato" anche tutti i suoi problemi, perché un fiume di azioni legali si è abbattuto a causa del presunto effetto cancerogeno del glifosato, il principio attivo contenuto nel diserbante Roundup.

Bayer ha vinto 10 degli ultimi 16 casi in tribunale, e nel 2020 chiuse molti contenziosi "patteggiando" risarcimenti per quasi 10 miliardi di dollari. Tuttavia il tribunale ha bocciato l'accordo per prevenire casi futuri, per cui restano attualmente più di 50.000 richieste di risarcimento.

L'ultimo colpo

Le massicce vendite sull'indice Ger 40 degli ultimi giorni su Bayer giungono proprio dopo una nuova sconfitta in tribunale. La società tedesca è stata infatti condannata a pagare 2,25 miliardi di dollari di danni, l’importo più alto finora, da una giuria in un tribunale di Filadelfia. 

Il beneficiario è un uomo della Pennsylvania che ha affermato di aver sviluppato il cancro a causa dell’esposizione al diserbante Roundup, basato sul glifosato chimico. Anche se la quota per danni punitivi (2 miliardi) dovrebbe essere ridotta in appello perché superiore alle linee guida della Corte Suprema degli Stati Uniti, la botta sarà comunque forte.

La reazione in Borsa

Come detto, questa vicenda ha riacceso le vendite sul titolo Bayer, che al DAX di Francoforte ha perso circa il 6%, avvicinandosi sui minimi dal lontano 2010.

Va detto che Bayer non se la passa affatto bene, visto che in un anno ha ceduto oltre il 40%. Chi conosce il Fibonacci trading, ha visto cadere i ritracciamento uno dopo l'altro. Le perdite avvenute dopo ogni sconfitta in tribunale, ma anche dopo lo stop alla sperimentazione di un farmaco anticoagulante per mancanza di effetti positivi. Se consideriamo il momento in cui è stato perfezionato l'acquisto di Montanso, da allora le azioni Bayer hanno perso il 70% del loro valore.

Le prospettive non proprio incoraggianti hanno inoltre spinto diverse società di analisi a effettuare un netto taglio del target price (addirittura Berenberg l'ha dimezzato in un sol colpo, da 60 a 36 euro).

giovedì 25 gennaio 2024

Prestiti, cresce l'importo medio dei mutui ma calano le richieste

L'intero 2023 è stato un anno debole per le richieste di mutui, e in generale per i prestiti. Colpa della politica dei tassi di interesse alti, che ha finito per rendere molto più costoso ottenere un finanziamento. Alla fine dell'anno il bilancio complessivo annuale per i mutui segna -17,2%.

I dati sull'importo dei prestiti

Le richieste di mutuo hanno avuto una tendenza negativa per tutti i mesi del 2023, ed era accaduto lo stesso anche nel 2022. Tuttavia, se da una parte le richieste di mutuo sono state decisamente in calo, dall'altra s'è registrato un aumento dell'importo medio richiesto, pari a un valore complessivo di 144.659 euro

Se consideriamo il solo mese di dicembre, si registra un ulteriore balzo del +5,0% che porta l'ammontare medio a 152.550 euro.
Tanto il dato mensile di dicembre, quanto quello annuale complessivo, rappresentano un picco per gli ultimi 10 anni.

Fasce di età e di prezzo

Analizzando i dati, si conferma che la fascia di importo preferita dalle famiglie italiane è quella compresa tra i 100.000 e 150.000 euro. E' infatti richiesta dal 29,5% del totale. A seguire, si posiziona la classe di importo 150.000-300.000 euro con una percentuale del 25,9%. Quasi il 40% richiede prestiti per cifre fino a 100.000 euro, e solo il 5,1% supera i 300.000 euro.

Se analizziamo le fasce di età di chi richiede un mutuo, oltre il 60% ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, mentre il 33,3% è composto dalla fascia dei 45-64 anni.
Forse può interessare: le difficoltà nell'ottenere un mutuo oggi.

Durata e surroga

Per quanto riguarda la scadenza dei prestiti richiesti, circa l'80% ha un orizzonte temporale superiore ai 15 anni. Infatti se da un lato questo gonfia il peso delle singole rate, dall'altro consente alle famiglie di appesantire meno il bilancio familiare, grazie a più rate dilazionate nel tempo.

Va evidenziato che a causa del progressivo aumento dei tassi di interesse, molte famiglie hanno deciso di effettuare operazioni di surroga (con il passaggio da un mutuo a tasso variabile verso uno a fisso). Molte famiglie avevano acceso un mutuo variabile negli anni in cui i tassi erano quasi a zero, ma nel giro di un paio di anni si sono ritrovate con conti salatissimi e in costante aumento per via della stretta monetaria della Bce.

lunedì 22 gennaio 2024

Banche centrali, questa settimana tocca al meeting BCE

Durante questa settimana torneranno al centro della scena le banche centrali. Sono infatti in calendario diversi meeting di politica monetaria, tra i quali spicca quello della BCE.
Ma ci sono anche importanti dati macro in arrivo, specialmente il PIL e gli indici dei prezzi PCE negli Stati Uniti. Senza considerare che la stagione delle trimestrali entra nel vivo.

Il focus ritorna sulle banche centrali

In Europa, si dà per scontato che la Banca Centrale Europea manterrà i tassi di interesse invariati, ma gli investitori esamineranno attentamente la dichiarazione di accompagnamento per comprendere meglio la valutazione delle condizioni economiche, e di conseguenza i futuri scenari dei tassi di interesse (discorso che vale per tutte le banche centrali).

Di recente Christine Lagarde ha gettato acqua sul fuoco dicendo che i primi tagli sono più probabili in estate, innescando così qualche passo indietro dell'euro. Il cambio EURUSD è così tornato sotto 1,09, con gli indicatori di trend following ancora inattivi per mancanza di tendenza.

NB. Se vi interessa negoziare valute, imparate le figure fondamentali dell'analisi tecnica, come ad esempio il triangolo forex ascendente discendente.

Appuntamenti negli USA

Negli Stati Uniti, il centro della scena sarà occupato dalla stima anticipata della crescita del PIL del quarto trimestre, insieme alle spese e ai redditi personali di dicembre e agli ordini di beni durevoli.
Si prevede che l’economia statunitense sia cresciuta ad un tasso annualizzato dell’1,8% nel quarto trimestre, in forte rallentamento rispetto al 4,9% del trimestre precedente. I prezzi core del PCE dovrebbero essere aumentati dello 0,2% a dicembre, rispetto al +0,1% di novembre.

Sempre negli USA, andrà avanti la stagione degli utili del quarto trimestre, con report di importanti aziende come American Express, Johnson & Johnson, Procter & Gamble, Intel Corp, IBM, Netflix, Tesla, AT&T, Blackstone, 3M, General Electric, Verizon, Chirurgia intuitiva, Visa e ServiceNow.

Altri meeting di banche centrali

Le decisioni sui tassi di interesse sono all’ordine del giorno anche in Turchia, Norvegia e in Giappone. Oltre a queste banche centrali, ci sarà anche il meeting della Banca del Canada, che probabilmente manterrà i tassi di interesse ai livelli attuali poiché l'inflazione rimane ben al di sopra degli obiettivi dei politici e il mercato del lavoro si raffredda gradualmente.
Nel Regno Unito, l’indagine Flash PMI dovrebbe rivelare una minore contrazione dell’attività manifatturiera e la crescita più forte nei servizi in sette mesi.